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A scuola di Doppiaggio: istruzioni per l'uso

Chissà quante volte vi siete chiesti: “ma esiste una scuola per imparare l’arte del doppiaggio?” Ma soprattutto, mi servirà per diventare un vero professionista? Certo con questo articolo non voglio peccare di presunzione rispondendo a domande che avrebbero molteplici risposte. Ma, quantomeno, cercare di dare una direzione, una via. In questo senso, un piccolo ed umile vademecum.

Ti piace la voce di questo podcast? Contatta lo speakerAngelo Oliva
 

Iniziamo col dire che l’arte del doppiaggio, perché di questo si tratta, è da ricercarsi prima di tutto nella figura del professionista “doppiatore”. Come si intuisce un vero e proprio “doppio-attore”.

A questo punto la ricerca si è allargata.

Una scuola d’attore oppure una scuola di doppiaggio?

A parte la battuta, la figura delprofessionista doppiatore è spesso poco valutata nel suo insieme. Le due figure si fondono perfettamente in un'unica professione. Quindi va da sé che i  due aspetti andranno curati di pari passo. Iniziamo col dire che fino a qualche anno fa non esistevanoScuole di Doppiaggio.

Proprio perché questo tipo di mestiere si imparava sul campo, passando ore ed ore in sala, ascoltando e cercando di carpire i segreti dei maestri (lo hanno più volte ricordato anche i "mostri sacri" del doppiaggio, come Mino Caprio, Roberto Chevalier o il piemontese Carlo Valli, voce italiana del compianto Robin Williams, solo per portare qualche esempio di noti artisti intervistati da VOCI.fm, ndr).

Oggi questo risulta spesso più difficile ma comunque ancora una via molto valida. Certo, occorre insistere un pò per l'accesso ai turni di registrazione e, una volta in sala, avere quell'occhio lungimirante che ci permette di carpire i "plus" del professionista al lavoro; però è senz'altro un metodo eccellente per calarsi completamente nel mestiere ed entrare a contatto con il "sistema doppiaggio".

Ma torniamo alla nostra domanda:esiste una scuola per imparare l’arte del doppiaggio?

Si è no! In questi anni si sono moltiplicate le scuole che offrono lezioni di questo tipo, in ogni zona d'Italia, con particolare concentrazione su Roma, Milano, Bologna e Torino. Diciamo che ci sono corsi più o meno seri di altri, che affrontano la materia in maniera più o meno professionale. Molti professionisti del settore hanno creato le proprie scuole dalle quali spesso arrivano i nuovi professionisti del  futuro.

Quindi la  risposta si traduce in piccoli consigli che faranno di certo la differenza:

- Informati su chi gestisce il corso, ad esempio, professionisti del settore. Ma attenzione: non sempre un bravo professionista è anche un bravo insegnante;

- Buona cosa chiedere informazioni ad ex-studenti, cercando di capire i loro giudizi e sapere quanti di loro sono riusciti effettivamente ad entrare in questo settore;

- Altro aspetto importante è la struttura scolastica. Basta visitare la scuola per rendervi conto del livello di serietà del corso offerto. Evitate scuole nelle quali le sale di ripresa assomigliano più ad uno sgabuzzino di scope che non ad un vero e proprio studio di ripresa;

- Impegnatevi al massimo. Sempre. Il duro lavoro dona buoni frutti;

- Diffidate di chi vi garantisce un futuro a “pagamento”. Non andrete da nessuna parte!

In bocca al lupo 

Articolo a cura di Angelo Oliva



Addio a Roberto Draghetti, attore e doppiatore

Lutto improvviso nel mondo del doppiaggio. Ci ha lasciati nella notte Roberto Draghetti, stroncato da un infarto. Il 24 agosto 2020, l’attore e doppiatore romano avrebbe compiuto 60 anni. Una delle voci storiche del cinema e della TV, aveva prestato la sua voce ad innumerevoli attori come Jamie Foxx, Mickey Rourke, Noah Emmerich, Idris Elba, Jean-Cloude van Damme, Terry Crews, Josh Brolin. Ne "La Casa di carta" ha doppiato Paco Tous che interpretava Agustín Ramos detto Mosca. Attivissimo anche nel campo dell’animazione, abbiamo ascoltato la sua voce ne "I Simpson", nel personaggio del sovrintendente Chalmers, e in "The Cleveland Show"; per la Disney ha lavorato ne "Il libro della giungla" e nel settore anime ha doppiato Douglas Bullet in "ONE PIECE: Stampede" e Gendo Ikari in "Neon Genesis Evangelion" nel nuovo doppiaggio per Netflix. Roberto Draghetti era il fratello di Francesca Draghetti, anche lei doppiatrice e nostra ospite su VOCI.fm, alla quale porgiamo le nostre più sentite condoglianze.

Adriano Giannini: l'intervista di VOCI.FM

È quella di Adriano Giannini la Miglior Voce Maschile dell’anno secondo la giuria del Gran Premio Internazionale del Doppiaggio che lo ha premiato per il suo doppiaggio di Joaquin Phoenix in Joker. A fine serata Patrizia Simonetti lo ha videointervistato per VOCI.fm

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Premio meritatissimo quello di Adriano Giannini per il suo doppiaggio di Joaquin Phoenix in Joker, il film campione d’incassi diretto da Todd Phillips in cui interpreta il protagonista Arthur Fleck. L’attore e doppiatore romano è stato premiato giovedì sera nel corso dell’undicesima edizione del Gran Premio Internazionale del Doppiaggio grazie al giudizio di una folta giuria composta da una novantina di addetti ai lavori che peraltro ha assegnato a Joker anche il riconoscimento per il miglior film dell’anno, sempre dal punto di vista del doppiaggio.Un premio che ha voluto condividere con Massimiliano Alto, il direttore del doppiaggio, ha detto Adriano Giannini dal palco dove ha ringraziato tutti i giurati e molte altre persone che gli hanno insegnato tale lavoro, Francesco Vairano in primis per avergli affidato il suo primo doppiaggio importante, i suoi zii, Dario Penne e Ivana, e anche Marco Mete, Marco Guadagno, Mario Cordova e Rodolfo Bianchi con cui ha condiviso altri doppiaggi.

Figlio d’arte - dell’attore Giancarlo Giannini e dell'attrice, doppiatrice e regista Livia Giampalmo, Adriano Giannini ha iniziato la sua carriera nel mondo dello spettacolo come regista, passando poi dall’altra parte della camera da presa prima con Alla rivoluzione sulla due cavalli diretto da Maurizio Sciarra, poi nel remake di Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto di Lina Wertmüller rifatto da Guy Ritchie, all’epoca marito di Madonna, scelto direttamente dalla popstar, la protagonista femminile che nella versione originale era Mariangela Melato, mentre lui interpretava il ruolo che in origine nel 1974 era stato del padre.Adriano Giannini aveva già doppiato un Joker, quello celeberrimo interpretato da Heath Ledger ne Il cavaliere oscuro, che gli vale il Nastro d'argento 2009 come miglior doppiatore. Anche suo padre Giancarlo Giannini aveva dato voce a Joker in Batman diretto da Tim Burton nel 1989 e interpretato da Jack Nicholson.

L’anno prima aveva conquistato il premio per doppiatori Leggio d'oro come rivelazione maschile dell'anno e due anni prima aveva ricevuto il Nastro d'Argento 2007 per il doppiaggio di Raz Degan in Centochiodi. Tra i personaggi doppiati, oltre a Joaquin Phoenix e Heath Ledger in altri film, Tom Hardy, Christian Bale, Brad Pitt in The Counselor - Il procuratore, Benicio del Toro in Star Wars: Gli ultimi Jedi, Eric Bana in Star Trek, James Franco in Notte folle a Manhattan, Joseph Fiennes, Josh Hartnett in Black Dahlia, e per quanto riguarda film d’animazione ha fatto parlare in italiano Metro Man in Megamind e Mandrake in Epic - Il mondo segreto. Sua anche la voce italiana di Matthew McConaughey in True Detective.
Una bella soddisfazione questo premio” ci rivela Adriano Giannini nella nostra breve videointervista a caldo realizzata al termine della lunga cerimonia di premiazione giovedì sera all’Auditorium Parco della Musica di Roma, definendo Joker “un film molto difficile da doppiare” e “per restituire al meglio il lavoro fatto da Joaquin Phoenix - ci ha spiegato - ho cercato di seguirlo il più possibile, aiutato dal direttore di doppiaggio Massimiliano Alto”. Poi sul doppiaggio ha messo in guardia sul tempo che sempre meno viene dedicato a questa professione, e anche se restano grandissimi professioni, ha aggiunto, questa eccellenza italiana è a rischio..



Al cinema con David Gordon Green's HALLOWEEN (2018)

 Prendiamo un film, ne analizziamo la trama, gli attori e il doppiaggio. E lo facciamo insieme ad un esperto di cinema del calibro di Alessandro Delfino. E' la rubrica “AL CINEMA CON...”, un appuntamento imperdibile, ovviamente sul #sitodellevoci.
Oggi vi proponiamo lo speciale che ripercorre la storia di "Halloween", un film divenuto un vero e proprio cult del genere horror. A partire dal primo, che uscì quaranta anni fa per la regia di John Carpenter, fino al recente arrivato nelle sale, neanche a dirlo, il 31 Ottobre 2018. Buona... visione:-)

Recensione a cura di Alessandro Delfino


La magica notte del 31 ottobre, dolcetto o scherzetto? E’ proprio da questa famosa festa americana che quarant’anni fa il regista John Carpenter si ispira per scrivere e dirigere un film che sarebbe diventato col tempo non solo un cult assoluto del genere horror, ma il primo film slasher della storia: Halloween.


La storia dell’assassino mascherato, Michael Myers, il Male incarnato, e della sua protagonista Laurie Straude, interpretata dall’attrice Jamie Lee Curtis avrà talmente successo da portare ben sette seguiti e due remake (purtroppo non all’altezza dell’originale). Infatti nel 2018 Carpenter decide di riportare in vita la sua creatura realizzando assieme al regista David Gordon Green un seguito diretto del primo film (ignorando quindi le precedenti pellicole) dove dopo quarant’anni di prigionia Michael Myers fugge e ritorna a tormentare Laurie Strode e la sua famiglia. Un film assolutamente da vedere, che grazie alle musiche originali di Carpenter (che ritorna a comporre anche in questa pellicola) e alla regia classica, ma nello stesso tempo moderna di Green, riesce a rendere attuale ed iconica la storia dell’omicida di Halloween.


La lunghissima saga ha avuto nel tempo diversi direttori e società: Piero Machina, Maura Vespini, Alessandro Rossi; e se il personaggio di Myers è sempre stato di poche parole non si può dire lo stesso della sua antagonista Laurie Straude: molte voci si sono susseguite negli anni, da Micaela Pignatelli a Daniela Igliozzi ad Anna Rita Pasanisi (voce abituale dell’attrice) fino ad arrivare a Roberta Greganti, che doppia Jamie Lee Curtis nella nuova pellicola.
Fabrizio Pucci, direttore del doppiaggio, crea un cast vocale omogeneo e compatto: oltre a Roberta Greganti, Marina Guadagno su Karen Nelson, figlia di Laurie ed Emanuela Ionica su Allyson Nelson, figlia di Karen e nipote di Laurie. Completano il cast il direttore Fabrizio Pucci nel ruolo dello sceriffo Frank Hawkins, Paolo Buglioni in quelle del Dottor Sartain e Massimo Lodolo, voce di Ray Nelson, marito di Karen.
 


  

Alessio Cigliano: un grande doppiatore su VOCI.fm

Che cosa hanno in comune Ken il Guerriero, Yattaman, Walton Goggins (detective in “The Shield”) e Erdogan Atalay (poliziotto di “Squadra Speciale Cobra 11”)? Semplice! La voce di Alessio Cigliano, uno dei più noti e versatili doppiatori italiani. Conosciamolo meglio nell'intervista a VOCI.fm

Intervista realizzata da Diego Bandinelli

Cominciamo con la domanda di rito: qual'è il personaggio preferito tra i tantissimi che hai doppiato?
Non c'è un personaggio preferito, ci sono personaggi che ho seguito per anzianità di servizio, che ho doppiato di più. Ci sono degli attori che seguo da tanti anni, soprattutto televisivi: il dr. Carter di “E.R. (Medici in prima linea)” oppure il poliziotto del telefilm “Squadra Speciale Cobra 11” che faccio da due decenni.

Cosa ci puoi dire della serie tv “The Shield” in cui doppi Shane?
Molto divertente farlo, un bel personaggio con un sacco di sfaccettature; lui ha fatto molto bene ed io gli sono andato dietro, che poi è il segreto del doppiaggio! Ho cercato di incollarmi il più possibile alla sua mimica, alle sue espressioni, alla sua psicologia, a tutto quello che esprimeva Walton Goggins.

Sappiamo anche che hai doppiato il mitico Zachary Quinto nella serie “Heroes”...
In “Heros” e nei film di “Star Trek” di Abrams, quelli dal 2009 in poi.

Ma c'è un attore che ti piacerebbe incontrare di persona?
Ho incontrato l'attore tedesco che doppio in “Squadra Speciale Cobra 11” ad un premio, eravamo entrambi invitati ed ho incontrato successivamente un altro paio di personaggi. A loro fa molto strano vedermi, in quanto rappresento la parte esclusivamente “italiana”.

Nel 2013 hai anche doppiato un film di fantascienza molto particolare: “Snowpiercer”! Eri la voce italiana di Chris Evans, il protagonista.
In quel caso è stata una bella scommessa del direttore perchè non è un attore che doppio abitualmente, anche anagraficamente non è proprio nella mia fascia di età. Mario Cordova ha voluto fare questo tentativo che alla fine mi è sembrato ben riuscito. Certo non sarebbe ripetibile su “Capitan America” o su altre sue interpretazioni, però quella è venuta bene.

Oltre ai personaggi di azione ti riescono molto bene anche i ruoli da cattivo, come in “12 Anni Schiavo” in cui doppi Michael Fassbender.
Una parte molto difficile da interpretare vocalmente. Siamo stati misurati ed abbiamo ricreato una sonorità interessante, non simile all'originale perché Fassbender ha un “vocione”, ma decisamente coerente.

Tu sei famoso per aver doppiato “Ken il Guerriero”, ma io ti conosco anche come voce del celebre gioco di X-Files.
Certo! Mi ci sono anche divertito, a parte il delirio di doppiare videogiochi in cui devi ripetere le cose cento volte. Di solito si doppiano sulla traccia audio e basta, ma in quel caso lo doppiammo con il sincro del video.

A questo punto la domanda è d'obbligo: preferisci doppiare film, videogames o cartoni animati?
Io mi diverto molto a doppiare cartoni animati, soprattutto se devo cercare sonorità, giochi di voce, adattarmi ad un personaggio. É tutto più semplice, non c'è la cosiddetta “introspezione”.

Hai un sogno nel cassetto? Un personaggio in particolare a cui dar voce?
Non ho un attore di riferimento al quale dare la voce, diciamo che mi piace seguire un attore nell'arco della sua carriera anche se non è proprio detto che tutte le interpretazioni che riesce a dare un attore possano essere seguite anche da chi presta la voce. Ci sono state situazioni in cui mi sono rivelato adattissimo a doppiare un attore, magari sul 90% delle cose che ha girato andavo bene, ma per un altro 10% non ero adatto. Amo ritrovare un attore che magari non faccio da un anno, che ha seguito altri progetti, calarmi con lui in altre parti e crescere insieme.

So che tu Alessio sei anche direttore del doppiaggio, parlaci un po' di questa parte del tuo lavoro.
Il direttore del doppiaggio è il regista della parte vocale, della recitazione localizzata nei vari paesi. Deve studiare il lavoro che ha sottomano, decidere chi lo interpreterà, chi meglio si potrà adattare a quella voce, a quel carattere, a quel personaggio; dopodiché concertare il tutto avendo studiato quello che sta facendo.

Ma come ti è nata la passione per il doppiaggio?
Un gioco da bambino che poi è continuato negli anni, è andato avanti e si è trasformato in un lavoro.

Quali consigli dai a chi vuol intraprendere la carriera di doppiatore?
Chi vuol diventare doppiatore deve essere “attore” o “bambino”, perché da bambino impari sul campo (certo, devi avere anche un po' di talento!). Se invece ti avvicini al doppiaggio da adulto una scuola è indispensabile, devi saper recitare e poi imparare la tecnica del doppiaggio.

Come vede Alessio Cigliano il doppiaggio in Italia, la polemica tra sottotitoli e doppiaggio?
L'unica cosa che ricordo sempre quando viene fatta questa domanda e che quello che vediamo in televisione, in qualsiasi forma, è finzione. Finzione destinata esclusivamente al pubblico madrelingua, non all'estero. Perchè se scrivo una cosa in italiano, non la scrivo perché la comprendano i francesi, i tedeschi o gli spagnoli, la scrivo perché la comprendano gli italiani. Per venderla all'estero, ho bisogno che possa essere compresa esattamente come in Italia. Quello che mi meraviglia, ogni tanto, è che ci sono delle persone che dicono che se tutto non fosse doppiato, gli italiani saprebbero parlare perfettamente l'inglese. Non mi sembra che la tv sia un mezzo con il quale la gente deve andare a scuola, ma un semplice intrattenimento! Poi che ci possa essere il regista o il cineasta che la mette sul personale e dice “le mie opere doppiate fanno schifo” è tutto legittimo. Ognuno può pensare quello che vuole, ma quel cineasta non avrebbe nessuno che lo ascolta in Italia se la sua opera non fosse doppiata, perché il grande pubblico non lo conquisti con i sottotitoli. Intanto non è vero che il sottotitolo non distrae dalla fruizione; costringe a guardare una porzione in basso dove in pratica non succede mai niente.

Alex Polidori e Manuel Meli: giovani talenti del doppiaggio

Patrizia Simonetti incontra Alex Polidori, voce di Spiderman e Manuel Meli, doppiatore di Jack Gleeson (Joffrey de “Il Trono di Spade”). Due ragazzi giovanissimi ma già da tempo pluripremiati protagonisti del doppiaggio italiano.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Manuel Meli e Alex Polidori, due doppiatori giovanissimi! Quando avete iniziato?
A: Beh, diciamo molti anni fa, più o meno 17. Avevamo 5 anni, siamo cresciuti insieme al leggio nelle sale di doppiaggio e siamo grandi amici anche al di fuori.

Cosa si doppia a 5 anni?
M: Nel film Pixar “Alla ricerca di Nemo”, Alex ha doppiato Nemo, io Pulce. Da piccolissimi, a 5 anni doppi i bambini o gli animaletti tipo “Winnie The Pooh”.
A: Si, in quel cartone animato io sono il cangurino e lui è l’elefantino. Abbiamo fatto tantissime cose insieme e adesso, riguardandole, quasi ci commuoviamo.

Ma qual’é il personaggio a cui vi piace di più prestare la vostra voce?
A: Per quanto mi riguarda, recentemente ho avuto il piacere di doppiare il nuovo Spiderman, quindi diciamo che mi sono affezionato a quello ed è il mio preferito, per ora.
M: Io ho doppiato Baby Driver, Joffrey nel “Trono di Spade” e quindi questi sono quelli a cui mi lego un pò di più… Un saluto agli amici di VOCI.fm da Alex Polidori e Manuel Meli. Ciao!



ALEX POLIDORI: CENNI BIOGRAFICI

Nato a Roma il 16 novembre 1996, Alex Polidori si fa notare giànel 2003, doppiando Nemo nell'omonimo film Pixar e Greg Heffley nella serie “Diario di una schiappa”. Ha inoltre doppiato Koda nei due film Disney “Koda, fratello orso”, Danny in “Ritorno all'Isola che non c'è”, Ranjan de “Il libro della giungla 2”, Tamburino in “Bambi 2” e Stanley in “I Robinson - Una famiglia spaziale”. Ha vinto il premio "Voce emergente dell'anno" al Gran Galà del Doppiaggio - Romics 2006. Nel 2016 doppia Tom Holland nel ruolo di Spider-Man in “Captain America: Civil War”. Il doppiatore ha doppiato Holland anche nei film “Spider-Man: Homecoming” e “Avengers: Infinity War”. Nel 2018 doppia l’attore Timothée Chalamet nel film “Chiamami col tuo nome”.

MANUEL MELI: CENNI BIOGRAFICI

Nato a Roma il 25 Marzo 1995, Manuel Meli è la voce italiana di Josh Hutcherson, soprattutto nella serie “Hunger Games”. Il suo indiscutibile talento lo fa notare fin da bambino, prestando la voce a tantissimi personaggi animati:Ash in “Fantastic Mr. Fox”,Effy in “Winnie the Pooh e gli Efelanti”, Pulce in “Alla ricerca di Nemo”, Tantor in “Tarzan 2”, “Khumba” in “Khumba - Cercasi strisce disperatamente” e molti altri. Tra gli attori più imporatnti, ricordiamo Freddie Highmore, Logan Lerman, Brenton Thwaites, Colin Ford, Justin Bieber, Ben Walker, Jake Cherry ecc. Nel 2016 riceve il premio come “Voce dell'anno” al festival “Le voci del cinema”.

Andrea Piovan su VOCI.fm

Sul #sitodellevoci ospitiamo l'attore e doppiatore Andrea Piovan. La sua voce, profonda grintosa e a tratti arrabbiata, è diventata nota ai più da quando narra tutte le vicende della popolare trasmissione televisiva "Live - Non è la D'Urso". Lo ha intervistato per noi Angelo Oliva.

Intervista realizzata da Angelo Oliva


Su VOCI.fm c'è Andrea Piovan, che incontriamo proprio qui, di fronte a Mediaset!
Si, hai visto? Sono arrivato addirittura con un look “da palestra”. Domani torna “LIVE – Non è la D’Urso” e devo allenarmi a fare un pò di fiato :-) 

Eh si, il fiato per fare questa voce molto particolare, che ha rapito il pubblico italiano!
Si, è vero. Pensa che nessuno lo sa, lo saprete voi di VOCI.fm adesso per la prima volta, questa voce arriva dalla commedia dell’arte. Io sono nato tra Venezia e Padova, a Spinea, che molti conoscono, perché è il paese di Federica Pellegrini. Proprio lì vicino c’è la “Sartori Masks”, che ha realizzato le più grandi maschere per Dario Fo o per Zeffirelli. Io, vivendo lì, ho sempre curiosato, sono sempre stato interessato a vedere come nascono queste maschere della commedia dell’arte, tra cui “la maschera del capitano”, dalla voce particolare che ho abbinato a quella dei trailer americani. Questo mix è piaciuto molto ad uno degli autori della D’Urso e da lì è partito tutto il lavoro per “Live”, che mi ha dato questa notorietà.

Come nasce l’artista Andrea Piovan?
Andrea Piovan si è sempre nascosto, e con “nascosto” intendo dire “fare altre voci”. Mi piacevano tanto le mie zie, che sin da bambine usavano voci diverse, anche vestiti diversi, per camuffarsi e non farsi scoprire da mio nonno quando uscivano, quando andavano in discoteca. Io avevo 6-7 e sono rimasto folgorato da questo loro modo di fare; da lì è nata la passione per il teatro, per il cambio di voci, di ritmo, di contrasti.

Ma questa tua passione, è stata difficile da seguire?
E' stato facile, perché sapevo cosa volevo, ho seguito le mie scuole di teatro, prima a Parigi con Jacques Lecoq, la Scuola Internazionale di Teatro, poi Philip Collier, poi a Londra con il Teatre de Complicitè, dove ho avuto la fortuna anche di recitare in inglese. Quindi, avevo sempre tutto ben chiaro ed era abbastanza facile trovare le strade giuste. La scuola è stata quella che mi ha dato la possibilità di capire dove potevo andare, cosa potevo fare. Prima non lo sapevo. Non conoscevo come muovermi come attore nello spazio, ascoltare il pubblico e la scuola mi ha dato tutte queste cose, che poi ho perfezionato con il tempo e mi sono servite nel lavoro che faccio, soprattutto nei documentari, il mio lavoro principale e come voce dei palinsesti di Rete 4.

Che tipo di consiglio daresti a chi ha questa voglia di fare, ma magari non ha proprio tutte le idee chiare su come perseguire l'obiettivo?
Senza dubbio di fare una scuola con dei bravi insegnanti, che sappiano capire di che cosa tu hai bisogno. Se trovi un bravo insegnante sei già a buon punto. Io ho imparato tanto anche “a scimmia”: andavo negli studi, seguivo i turni, copiavo la pubblicità in televisione... È chiaro che è un’imitazione, ma poi diventa tua, tu imiti, però sei diverso. Perchè sei tu, anche se copi... sei tu! 

Io ho ascoltato altri promo che tu hai realizzato in passato per la D’Urso ed erano diversi da quelli attuali. Quindi, com’è avvenuta questa trasformazione? Come è arrivata a questo produttore, eri lì che giocavi, ti divertivi, cosa stavi facendo?
Devo dire che lì è meraviglioso, perché i ragazzi sono veramente straordinari. Tutti gli autori mi hanno accolto a braccia aperte e davvero mi fanno fare quello che voglio. E quindi, è bello, perché lavoriamo sui volumi, sul cambio di ritmo, sulla velocità, alto, basso, incuriosiamo e poi ci fermiamo. È un pò come il fiume che viene giù, il torrente che trova un ostacolo, si ferma e poi ricomincia. È meraviglio e anche terapeutico, devo dire!

Sei consapevole che potresti avere, come dire, aperto una strada.
Ma, più che una strada, a me piace molto l’idea di lasciare nella mente, nella testa di chi ci guarda la possibilità di immaginare. Tanti mi chiamano “l’inquisitore”, altri “il giudice”. È bello, secondo me, che un attore sappia, abbia la capacità di lasciare allo spettatore la possibilità di fantasticare.  

A proposito di attore e di insegnante, come si fa a trovare un bravo insegnante?
Ce ne sono tantissimi di bravi insegnanti, soprattutto in Italia. Io mi sono basato molto sul mio istinto, perchè sento “a pelle”. Per esempio, adesso mi trovo bene qua con te. Anche nei corsi che tengo, perché lavoro con diverse aziende, per le quali preparo i vari responsabili a stare in pubblico, a presentarsi. Una cosa che io faccio sempre (e che è sbagliata!) è muovere tanto le mani; pensa che quando andavo a Londra, mi riconoscevano subito che ero italiano. Adesso non le muovo più. Poi, mi dicevano sempre di non essere troppo agitato nel parlare, quindi adesso parlo più lentamente. E quindi, è molto importante sentire a pelle chi hai di fronte e lo capisci subito. È una qualità che, secondo me, va curata. 

Quindi, non è sempre valido il binomio ”famoso / bravo”!
Non è detto, perché ognuno di noi ha un carattere diverso: tanti non hanno tempo, non vogliono star lì ad insegnare. È una cosa che senti, se il tuo insegnante vuol darti una mano, se è onesto, se vuole aiutarti veramente. Tanti sono talmente famosi, che non hanno il tempo, non hanno voglia, magari vengono scambiati per stronzi, però non è così. E' questione anche di tempo, perché io conosco tanti ragazzi che sono andati da docenti famosissimi e hanno detto: “Quello mi ha trattato male, non ha umanità”, ma non è così ragazzi. È proprio perché hanno talmente tanto lavoro da fare, che non riescono a seguire tutto. Ecco, devi capire, secondo me, chi ti può aiutare veramente. Se c’è un trasporto, perché si crea una relazione, sempre, con le persone. L’importante è capire dove siamo: una delle cose importanti anche nel nostro lavoro è capire che io sono qui, davanti a te, Angelo, ti ascolto e ti sto guardando e costruiamo insieme qualcosa.
Un’interazione! Questo è importante! Con gli autori, quando lavoro io sono lì, in quel momento, quando c’è il “BANG!”. Quello è bello! 

C’è un piccolo segreto che Andrea Piovan ha, per costruire giorno dopo giorno qualcosa?In una sola parola: lo stupore, la meraviglia, il dire “oggi vado a fare qualcosa che non ho mai fatto”! Vado in strade nuove, cerco percorsi nuovi, nuovi modi di interagire, utilizzo la voce in modo diverso, il corpo che si muove nello spazio, l’impulso, di cui abbiamo bisogno per fare quei personaggi. C’è bisogno di avere lo stupore, la meraviglia, la curiosità. Ecco che le voci cambiano! Il lavoro del doppiaggio, per esempio, è molto difficile. C’è bisogno di un’interazione totale, devi essere adrenalinico, sveglio, attento.

I tempi sono moderni, tutto è veloce. Forse la curiosità si sta un pò perdendo, per questo motivo, o secondo te, c'è dell'altro?
Io credo che ci sia una cosa fondamentale da considerare: adesso si vuole arrivare subito al punto, mentre c’è, secondo me, sempre bisogno di una naturale “lievitazione”. Dobbiamo assaporare le cose e poi... Ad esempio, io dopo tanti anni ho capito la differenza dei volumi, il ritmo, i contrasti. Ho dovuto fare un’esperienza teatrale, ho avuto bisogno di lavorare nel silenzio. Allora lì, nasce l’impulso, nascono le emozioni e diventi vivo.

Quindi costruire se stessi è costruire un percorso?
Si, lavorare su se stessi, essere attenti, curiosi, come ho già detto. Abbiate la voglia di stare sul pezzo, ogni giorno. È faticoso, c’è bisogno di tempo ma poi le cose inevitabilmente arrivano. Arrivano se ci metti la passione, la grinta, la voglia di studiare. La ripetitività è importante, la quotidianità fa diventare bravi, perché se c’è del talento è proprio questo che offre la possibilità di crescere. In teatro, se lavori tutte le sere e ne hai le qualità, diventi un bravo attore. Ma devi lavorarci costantemente. E mai farsi demoralizzare da qualche piccola battaglia persa, che, al contrario, è un'opportunità per ricominciare e ricostruire.
 

Bruce Willis: CHI LO DOPPIA?

Lui è uno degli attori più carismatici degli anni ottanta e novanta: indimenticabile soprattutto il suo John McLane nella saga cult “Die Hard”; signore e signori su VOCI.fm parliamo dell’ultimo boyscout del cinema: Bruce Willis, ma anche dei suoi tanti doppiatori italiani.

Christian Bale: CHI LO DOPPIA?

Chi non conosce Christian Bale, protagonista di film-culto come “Batman Begins” o “L’uomo senza sonno”? Dietro al successo di questo grande attore britannico c’è anche il talento di altrettanto straordinari doppiatori italiani.

Claudio Bisio: adoro trasformare la mia voce

Claudio Bisio è uno di quei personaggi che sa fare e ha fatto praticamente di tutto: teatro, cinema, televisione, cabaret, pubblicità, radio... ma adora utilizzare la sua voce in sala di doppiaggio e trasfomarla in quella di tanti simpatici cartoni animati! Ne parla proprio su VOCI.fm, in questa videointervista a cura della giornalista Patrizia Simonetti.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Claudio Bisio su VOCI.fm, doppiatore, attore di teatro, fai televisione e hai fatto anche radio... come usi la tua voce, quanto la curi e quando hai capito che potevi lavorarci anche senza la tua immagine?
Casualmente! Io ho frequentato la scuola del “Piccolo Teatro” (Milano), 30 anni fa. Subito dopo ho provato a fare dei provini come doppiatore ma... mi hanno “segato”! Quindi pensavo di essere incapace a doppiare. Poi, tanti anni dopo, mi hanno chiamato in sala di doppiaggio come “talent” ed il primo personaggio a cui ho dato voce è stato il cartone animato “Sid”. Ho iniziato a divertirmi , camuffando la mia tonalità; anche di recente, doppio Dracula nella serie “Hotel Transylvania”. In teatro non serve cambiare voce, allo stesso modo nei film non ce n'è bisogno... quindi lo faccio nei cartoon e devo dire che uno dei complimenti che mi gratificano di più è quando mi dicono “Ah, ho capito che quel personaggio lo doppiavi tu soltanto leggendo i titoli di coda!”. Vuol dire che riesco proprio a “trasformarmi”, a rendere la mia voce irriconoscibile! Invece, in quanto alla “cura della voce"... purtroppo non ci bado tanto!

Quindi non bisogna scoraggiarci se all'inizio uno prova e dicono di no, bisogna insistere?
Direi di si, per me è stato proprio così ed ho ricevuto i complimenti dei direttori di doppiaggio che mi hanno detto di avere un talento naturale... vaglielo a dire a quelli di 30 anni fa! :-) Ciao VOCI.fm, da Claudio Bisio!



CLAUDIO BISIO: CENNI BIOGRAFICI

Claudio Bisio è nato a Novi Ligure il 19 Marzo 1957. Cresciuto a Milano, si è diplomato alla Civica scuola d'arte drammatica del Piccolo Teatro di Milano. Molto bravo, la sua insegnante gli consigliò di giocare la carta della comicità, che si è poi rivelata vincente! La sua prima apparizione in televisione fu nel programma Zanzibar del 1988. E' un'icona indiscussa di “Zelig”, che conduce, in più trance, dal 1997. In ambito cinematografico, importante è il sodalizio con il regista Gabriele Salvatores, per il quale recita in Mediterraneo, Puerto Escondido, Sud, Nirvana. Appare poi in diverse commedie, come Amore, bugie e calcetto, Ex e Maschi contro femmine. Attore di teatro, scrittore, cantante, protagonista di spot pubblicitari di enorme successo, Claudio Bisio è anche doppiatore.

Questi i personaggi a cui ha prestato la voce da inizio millennio:

Atlantis - L'impero perduto (2001) - Gaetan Mole Molière

L'era glaciale (2002) - Sid

L'era glaciale 2 - Il disgelo (2006) - Sid

Terkel in Trouble (2006)

L'era glaciale 3 - L'alba dei dinosauri (2009) - Sid

L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva (2012) - Sid

Hotel Transylvania (2012) - Dracula

Ernest & Celestine (2012)

Il più grande uomo scimmia del Pleistocene (2015) - Ian

Hotel Transylvania 2 (2015) - Dracula

L'era glaciale - In rotta di collisione (2016) - Sid

Hotel Transylvania 3 (2018) - Dracula

Claudio Santamaria: una voce da supereroe

Chi lo conosce per "L'ultimo bacio", chi per "Romanzo criminale", chi per "Lo chiamavano Jeeg robot". Per noi di VOCI.fm, Claudio Santamaria è prima di tutto il doppiatore italiano di Christian Bale nella trilogia di Batman e la voce dello stesso supereroe in "Lego Batman - il film". La nostra giornalista Patrizia Simonetti lo ha incontrato per un'intervista... flash!

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Claudio Santamaria su VOCI.fm, attore e doppiatore. Ma preferisci fare l’attore o il doppiatore?
Beh, il doppiaggio lo trovo molto difficile, perchè a volte è più complicato doppiare una scena che farla “ex-novo” perché devi seguire i tempi di un altro attore che già l'ha fatta. Quindi, creativamente, sei un pò più “costretto”, ma è un mestiere molto bello e divertente, soprattutto perché vai a lavorare e non devi pensare a come sei vestito, truccato o pettinato. Fare l’attore, però, è più creativo.

Tra l’altro, tu hai doppiato Batman ed un supereroe sei stato anche nel film “Lo chiamavano Jeeg Robot”!
Una grandissima soddisfazione ed è il riempimento di un desiderio infantile che tutti hanno, perchè tutti vorrebbero essere un supereroe. VOCI.fm io vi saluto, ciao a tutti



CLAUDIO SANTAMARIA: CENNI BIOGRAFICI

Claudio Santamaria, nato a Roma il 22 Luglio 1974, debutta appena 16enne nel doppiaggio. Solo qualche anno dopo (1997) esordirà anche come attore cinematografico, nei film “L'ultimo capodanno“ di Marco Risi e “Fuochi d'artificio” di Leonardo Pieraccioni. Dopo numerose apparizioni in varie pellicole, è uno dei protagonisti del grande successo “L'ultimo bacio” di Gabrielle Muccino (2001), per cui viene candidato al "David di Donatello". Nel 2005 conferma la sua popolarità in “Romanzo Criminale” di Michele Placido e si porta a casa il Nastro d'Argento. Nel 2006 interpreta Carlos nel film “007 Casino Royale”. Un anno dopo presenta il “Concertone del primo maggio 2008” a Roma. Importante ricordare il boom di critica di “Lo chiamavano Jeeg Robot” (2015) e la sua splendida interpretazione di Batman sia come voce italiana di Christian Bale nella trilogia che in “LEGO Batman” (2017). Claudio Santamaria è molto legato al lavoro in studio di registrazione e realizza anche numerosi audiolibri di grande successo.

Claudio Sorrentino su VOCI.fm

Ecco a voi l'intervista realizzata alla presentazione del "Premio Tonino Accolla 2019" al doppiatore (e presidente di giuria) Claudio Sorrentino, storica voce italiana di John Travolta e Mel Gibson, solo per citare due delle tante star hollywoodiane che ha doppiato. A cura della giornalista Patrizia Simonettiper il #sitodellevoci

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Claudio Sorrentino su VOCI.fm, buongiorno! L'importanza di questo “Premio Tonino Accolla”, che lei ha definito “garanzia di credibilità”?
Si, molti di questi premi sul doppiaggio non sono altro che delle serate organizzate per avere dei proventi, per far venire dei doppiatori, che solitamente sono molto noti per la loro voce ma non per il loro volto. E' una vecchia cosa, che non aggiunge niente al doppiaggio, fa sembrare un po' i doppiatori dei piccoli “elefantini”, che vengono messi lì, e si perde di vista la cosa più importante. I “ricambi”, nel doppiaggio, ce ne sono molto pochi, perché non si insegna più a far bene questo mestiere. Quindi questo premio su Tonino Accolla è stato modificato e tarato sul fatto di premiare quelle scuole di doppiaggio, che creano dei doppiatori potenziali e, poi noi ci interessiamo a farli lavorare; i vincitori dell'altro anno io li ho chiamati in tutti i miei film, quelli di quest'anno hanno cominciato con piccoli ruoli, gli altri hanno finito addirittura a fare delle parti importanti. Questo è un premio che non ti abbandona dopo che ti hanno premiato e nello stesso tempo bolla quelle scuole di doppiaggio che non servono a nulla, che sono solo una speculazione sulla passione che tanti hanno. Per fare il doppiatore bisogna essere prima attori, quindi non è vero che solo una questione di voce, bisogna saper recitare, e molti di questi ragazzi di queste scuole non si preccupano di ciò; ho sentito addirittura delle scuole che mi hanno mandato i provini di questi ragazzi che parlavano in dialetto toscano, siciliano, il doppiaggio non è la televisione, che ormai l'Italiano non lo parla più. Flaiano diceva "in Italia gli unici che parlano italiano sono i doppiatori"... adesso non più.


Lei ha iniziato a fare l'attore e il doppiatore da piccolo, a sei anni; quanto è importante iniziare da bambini?
Iniziare da bambini significa che hai una passione, più che altro è “continuare”. Io quando ero piccolo ho fatto la scuola di recitazione, ho fatto a 7 anni “La Giara” di Pirandello, la mia storia è stata lunga, poi ho cominciato Rasti e Rin Tin Tin, Jeff e tantissimi altri personaggi non fermandomi mai, anche nel cambio della voce, momento classico, fatidico, sono riuscito a sfangarla e continuare cosi il doppiaggio fino a Mel Gibson, John Travolta, Bruce Willis..
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Il doppiaggio che le è rimasto di più nel cuore, il film, il personaggio, un aneddoto...
Il personaggio del film “Pulp Fiction” e “Braveheart” e sono di John Travolta e Mel Gibson. Travolta era da poco ritornato a fare cinema “decente”, cosa che non fa più adesso, che sta ricascando nei “filmacci”, tant'è vero che sono due film che non lo doppio più, e Mel Gibson che in quel film ha fatto anche vedere che era un bravissimo regista e mi sono piaciuti molto perché a San Marino hanno anche fatto una serie di francobolli su “Braveheart”, sono andato lì a prenderli. Pensavo ci fosse anche la mia faccia, ma non c'era...

Quindi ci vuole empatia per dare la voce a un personaggio, se non lo si sente “vicino” si tende ad abbandonarlo?
Sicuramente esiste il rapporto, io non giudico nessuno, John è un amico e lo conosco molto bene, ci siamo conosciuti “30 kili fa”, perché io ho cominciato a doppiarlo sin dall'inizio, poi mi sono interrotto quando ha cominciato a fare film di bassa qualità (“Senti chi parla”, ndr); l'ho ripreso da “Pulp Fiction” in poi.. L'empatia è fondamentale perché a me piace quando vedo un attore bravo e andargli dietro a quello che suggerisce, perchè il doppiaggio è anche questo, accettare i suggerimenti che ti vengono dai bravi attori.

Ma lei a John Travolta ha mai detto che quei film non le piacevano?
Sì, ha detto "ah... adesso lo metto nel contratto che li devi fare te" ed io ho risposto "no, guarda, in Italia tanto non funzionerebbe"! Grazie al sito delle voci, sono molto contento di entrarci. Mi raccomando, se avete voglia di fare il doppiaggio date retta a me, non è facile, è selettivo e prima di guadagnare dei soldi, sapeste quanta forza di carattere dovrete avere. Un saluto a VOCI.fm e... un grande abbraccio da Claudio Sorrentino
!

 

Conosciamo lo speaker Claudio Popolizio

Su VOCI.fm oggi conosciamo lo speaker, doppiatore e voice-over romano Claudio Popolizio.Scorrendo il curriculum notiamo numerose esperienze maturate nel mondo del doppiaggio in importanti produzioni nazionali. Grazie al suo home-studio può collaborare anche con aziende e studi di registrazione in tutta Italia. Ecco l'intervista di Marco Picchio.

Intervista realizzata da Marco Picchio




Amici di VOCI.fm, un saluto da Marco Picchio! Oggi ho il piacere di presentare alla nostra grande community una bella voce del doppiaggio, ma non solo (poi vedremo insieme a lui tutte le sue esperienze): ho in linea Claudio Popolizio, benvenuto.Ciao e grazie a te , buongiorno.

Stavo dando un'occhiata al tuo curriculum che è senza dubbio di tutto rispetto, soprattutto per quanto riguarda il doppiaggio, con tante esperienze in produzioni nazionali, quindi raccontaci qualcosa, dai!
Ho iniziato questa esperienza nel doppiaggio da ormai 5 anni, e adesso la porto avanti ma ho anche iniziato a lavorare nella pubblicità, iscrivendomi al vostro sito e cominciando proprio a espandere quella che finora era stata solo un'esperienza attoriale e di doppiaggio.

Vedo delle citazioni importanti! Ci puoi dire dove hai prestato la tua voce per il doppiaggio, in quali situazioni? Ho iniziato come primo turno con Claudio Sorrentino per la FOX, poi ho avuto la fortuna di poter collaborare anche in varie serie tv Netflix come “El Chapo”, dove ho lavorato con vari direttori e c'è stato a dirigermi Massimo Corvo, poi ho lavorato anche con Loris Loddiper un film che è andato in onda su TV8, “Oscar Pistorius: Blade Runner Killer”, uscito a luglio 2018. Poi ho avuto anche altre collaborazioni con Francesco Venditti, lavorando con dei turni per la serie “Mindhunter”.

Quale di queste esperienze di doppiaggio ti ha preso di più?
Sicuramente l'ultimo film, quello su Pistorius, è stato il più interessante, dove io sono la voce narrante d'apertura, ed è stato molto bello lavorare con Loris Loddi che mi ha stimolato davvero, quindi è un'esperienza che rispetto ad altre ricordo con più affetto.

Cambiamo registro: con la radio che tipo di rapporto hai? Perché è chiaro che hai una bella voce, che potrebbe essere ottima anche per questo campo di lavoro.
Io con la radio ci lavoro, faccio molti jingle e anche delle piccole trasmissioni quando mi viene chiesto; ovviamente, muovendomi tra Roma e Milano per il doppiaggio, non riesco a lavorare in una radio stabilmente, però riesco comunque a fornire spot pubblicitari; diciamo che nasco come una voce radiofonica perché agli inizi facevo molta radio, poi ho lasciato per iniziare la recitazione, e poi il doppiaggio.

E in quali radio hai collaborato? A Roma suppongo, visto che sei romano?
Ho collaborato con delle radio di Roma, delle radio locali; ovviamente ci sono delle pubblicità che facciamo con delle agenzie o anche tramite voi che vengono trasmesse su radio nazionali. Mi è capitato di fare uno spot che è andato anche su Radio Deejay, insomma radio importanti.

Quindi questo ci fa pensare che tu hai un tuo home studio, e puoi lavorare per chiunque in Italia e nel mondo tranquillamente.
Sì, in realtà io ho tre studi! Uno a Roma, uno a Milano e uno in Puglia, dov ho fondato il mio primo studio essendo pugliese. Quindi sì, ho la possibilità di lavorare praticamente in tutta Italia e anche di spostarmi in tutta Italia: quando ci sono magari dei lavori più importanti preferisco parlare direttamente con i clienti, a volte diretto via Skype, per esempio per le pubblicità un po' più importanti, quindi è bene dare al cliente delle possibilità di scelta anche nel modo in cui viene fatta la pubblicità.

A questo punto Claudio io ti ringrazio e ricordo a tutti gli amici che ci stanno seguendo che è possibile visionare il tuo profilo sul nostro sito; chiaramente noi ti facciamo tanti auguri, in bocca al lupo per il tuo lavoro e grazie per essere stato qui con noi!
Grazie, ciao!

Da dietro il leggio: i ragazzi del leggio vecchio

Sul blog delle voci c'è uno spazio "emozionale" in cui il doppiatoreBruno Conti racconta aneddoti, retroscena e curiosità di anni ed anni passati al fianco di colleghi, attori, direttori e registi. Grandi nomi ma anche professionisti meno noti ma comunque dal talentosuperlativo: quelli che a Bruno piace chiamare "ragazzi del leggio vecchio".

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Ciao a chi legge. Mi incuriosisce quest’avventura di scrivere di doppiaggio su VOCI.fm, o meglio, mi stupisce... lo confesso.

Questo lavoro che amo e che ho amato mi piace raccontarlo senza fronzoli, senza retoriche. D’altra parte sono chiacchierate amichevoli.

In questi giorni ci sono diverse manifestazioni sull’argomento. E poi, con l’avvento dei cosiddetti “talent”, tutti sono più buoni e interessati al doppiaggio. Ma io non mi ritengo un nostalgico, tengo a dire, vivo nel mio tempo e ciò che racconto sono “solo” esperienze di lavoro.

Ecco, io non ho mai mitizzato il doppiaggio, a volte dissacravo e lo faccio ancora oggi! Ma il mondo del lavoro quando poi è così ristretto, alla fine diventa anche un pò la tua “famiglia”. Una buffa famiglia che va dal grande maestro al meno dotato, dal coglione al più intelligente.

E devo dire che li ho apprezzati tutti. Per me non ha mai avuto una vera logica l’ambiente del doppiaggio. Forse questo era il mistero. Io adoravo andare al turno immaginando cosa mi potesse aspettare. A volte dipendeva dal direttore e già potevi capire che turno sarebbe stato. Un altro momento era vedere i tuoi compagni di turno: se erano alcuni potevi avere un ruolo, con altri era inevitabile il brusio. E inevitabile era il direttore, o anche il film; insomma... mai la stessa cosa. Naturalmente valeva per me come per gli altri.

Ma era sempre un appoggiarsi, uno spalleggiarsi, nel fare i fiati di un film, chi fa quello che grida, o chi dà il segnale per l’attacco all’unisono. Le risate per le papere, ma anche l’invidia di un pusillanime per chi faceva una battuta in più. Si... una battuta in più. Ma finiva lì.

Non conosco l’invidia io, solo il giramento per chi non merita. Io ero abituato a fare sempre i neri, i delinquenti o gli attori brillanti; insomma ero una specie di jolly e potevo doppiare un vecchio avvocato su Matlock, ad esempio, al fianco del grande Giancarlo Maestri. Ma poi tornavo a fare i caratteri.

E poi gli incontri con persone come Michele Gammino. Al primo turno lui esordì così: “Lo vedi quel bel ragazzo coi baffi, alto?” “certo”, risposi io. E lui: “Ecco, quello è il protagonista e lo doppio io! Tu doppi quello basso brutto e grasso!” Tutti a ridere naturalmente. Ho lavorato con parecchi grandi, ma io tengo molto ai miei compagni di turno di “piccoli ruoli” che erano e sono dei grandi professionisti e capaci di far tutto; vere macchine da guerra e presenti sempre in ogni turno, una garanzia vera e ho imparato tanto da loro.

Quelli più giovani sono quasi tutti oggi delle star. Io ero sempre presente e concentrato (ero famoso per le battute) ma io mentre arrivavo al leggio leggevo velocemente le battute più ostiche e specie se pioveva sapevo che dovevo star attento alle sibilanti, alle palatali, perchè conoscevo (e conosco) i miei difetti e quindi pensavo “ok S sorda qui, Z dolce là, frase veloce qua, quindi meno emissione qui e più articolazione là.” Mi correggevo prima in testa e poi in bocca. Poi si recitava e basta. A volte fino a casa a pensare “L’avrò soddisfatto?” E questo per anni. Però ho fatto anche molti ruoli, parecchi persi, alcuni no. Ma questa è un’altra storia.

Un’altra storia che mi diverte ancora è quella di Sergio Fiorentini. Il grande attore famoso in TV per “Il maresciallo Rocca” e uno dei più grandi doppiatori e direttori del doppiaggio dell’era moderna. Da Gene Hackman in su e in giù. Ed era anche una persona spiritosissima ma (come Gammino) non muoveva un muscolo quando scherzava. Lui andò qualche sera prima ad un concerto di Miles Davis, il quale ormai non parlava quasi più. E allora usava dei cartelli per “parlare” col pubblico. Questo fatto me lo raccontò quella che poi sarebbe diventata sua moglie, ma finì lì. Ora sono con lui al turno e si incide; di solito se nessuno dice “buona” ti giri verso la regia per capire. E quella volta mi trovai la faccia da mastino del mio Sergio con un cartello in mano con scritto “più timbro”. Ma lì per lì non capii, perchè mi ero dimenticato di Miles Davis, e dissi “Boh?”. Poi all’altra incisione lo stesso. Mi girai e un altro cartello “Più campo”, insomma tutte le indicazioni “standard“ che si davano e si cominciò a ridere di brutto, non si andava avanti dal ridere e fece impazzire parecchi colleghi perchè non ne sapevano.

Insomma che dire... ho incontrato davvero grandi personaggi. Ma io mi tengo comunque sempre stretti i miei compagni di tante fatiche, “piccoli ruoli” e brusii. Piccoli ruoli un beneamato! Senza di loro ancora oggi certe scene sarebbero “stonate”, perchè erano capaci di intonare tutti. Grandi ragazzi del leggio “vecchio", intonatissimi. Vi adoro.

Articolo a cura di Bruno Conti
 

Da dietro il leggio: il provino con Ferruccio

Nell'appuntamento "Da dietro il leggio" il doppiatore romano Bruno Conti racconta di una giornata indimenticabile in sala di doppiaggio e di un provino "a sorpresa" di fianco del grande Ferruccio Amendola, storica voce di Robert De Niro, Dustin Hoffman, Tomas Milian, Sylvester Stallone e tantissimi altri divi di Hollywood. 

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Un giorno, poco prima delle 12.00 e a turno finito, mi avviavo verso l’uscita (o forse verso il bar, non ricordo). Non ricordo nemmeno come fu che vidi Ferruccio Amendola in regia da solo, a luci accese.

Un pò mi meravigliò perché quello stabilimento che era la “Fonoroma” non veniva utilizzato spesso dalla CDC di allora e comunque non è che da quelle parti Ferruccio si vedesse di frequente.

E lì il dilemma: “Mi presento? Mi faccio sentire? Maledetta la mia timidezza!”. Però era anche un’occasione ghiotta almeno per prendere un appuntamento; “Chissà quando mi ricapita”, pensai, e che tanto la paura (quella “sana” paura dell’attore) ormai avevi compreso che mi avrebbe accompagnato a lungo.

Decisi! Salutai e dissi la famosa frase di rito di cui già vi ho parlato nel precedente racconto. Lui mi guardò e mi disse senza esitare un secondo: “Io ascolto tutti i colleghi!”, con il suo “filo” di voce ma deciso come una battuta di RamboNaturalmente mi spiazzò. “Ora appena torna ilfonico lo facciamo ilprovino”.

Ecco fatto: volevo fare il provino? E ora datti da fare! Però anni dopo mi consolai ascoltando un anziano collega che mi disse che “aveva impiegato dieci anni per superare la paura del leggio”. Allora non ero proprio un eccezione!

Tornò il fonico e cominciò a preparare l’anello; un pò di ossa me le ero fatte ormai, ma a quei livelli devi essere preparato. Ero cosciente che la mia voce e il mio modo di recitare potevano interessarlo come a tutti quelli che “parlano” al doppiaggio e quindi... che poteva succedere?

La sua accoglienza e la sua disponibilità mi avevano spiazzato... e ancora non era niente. Mi spiegò che non aveva un attore giovane a disposizione e quindi me l’avrebbe fatto su un attore “un po’ più grande di te ma insomma...”

E venne vicino a me appoggiato al leggio come di solito facciamo tutti. I provini a volte erano di poche battute, a volte invece erano scene; qualche “artista” faceva recitare solo il copione, insomma la storia è sempre quella.

A questo punto si spengono le luci e si sente la sua voce, rivolta al fonico: “No no toglila!”. Ed arrivò la prima sorpresa. Sullo schermo apparve semplicemente Peter Falk! Direte: “Ma tutte a te?” Ora il punto era che non solo si trattava di Falk già anziano, ma addirittura di un monologo da finale di film, bellissimo ma non certo una passeggiata.

Io leggevo le battute e le mandavo a memoria (di solito faccio così a meno che sia molto lunga la battuta) e doppio a memoria. Mentre lo guardavo in originale osservavo la faccia, i fiati, le battute lunghe, quelle corte, le parole più ostiche dove potevo scivolare, perchè poi si doveva pensare SOLO a recitare.

E io volevo recitare bene, come ho SEMPRE cercato di fare. Punto! Sono profondamente convinto che l’attore debba fare il personaggio e basta. Ma dentro di me pensavo nella mia lingua: “E mò che je faccio?”

Perchè era un attore più grande, perchè era difficile, ma in tutto ciò la vicinanza di Ferruccio gomito a gomito con me mi rendeva stranamente tranquillo. Dopo aver visto l’anello sonoro mi disse: “Tu fallo con la tua voce, non ti preoccupare”.

Lo provai sul muto iniziando il vero e proprio provino. E via battuta lunga, risatina, battuta corta ma perentoria, toni dolci e poi un sussurro, pausa lunga, pausa corta, la battuta più importante, e poi via via sul finale che spiegava il tutto, forse il senso di un rapporto, del film stesso, fiati, natiche strette e... non lo mollai mai.

Dopo un paio di volte (confesso mi stupii un pò di me stesso che per noi emotivi è dura) lui mi disse “Ok! Ora stai attento, a questo punto qui recita meno, è più semplice” (indicazione naturalmente giusta). E la riprovai. “Molto bene” !

Io stavo posando la cuffia ma le sorprese non erano finite: si girò verso il fonico e disse: “Incidiamo!” “Incidiamo? Ma come incidiamo? Si incide un provino? Non era pensabile per me. Non era prassi per un provino “di routine”.

E allora presi la cuffia ed il rosso in alto alla sinistra dello schermo si accese. Si ricominciò. Qui cambiai un paio di intonazioni che mi sembravano giuste per l’intenzione e poi di nuovo. “Brucia quella pausa, respira con lui, parla, parla, ecco questo è il tono, questo è il personaggio” e scivolai e risalii per un mare di intenzioni fino a chiudere quella scena bellissima.

“Va bene!” disse sorridendo. Stavo per prendere fiato ma un’altra sorpresa: “Ora ascoltiamo!” E il fonico rimandò la scena doppiata da me. E tutti e due, gomito a gomito, ascoltammo. E lui commentava! Ecco a cosa serviva aver inciso! “Molto bella questa”, “l’hai seguito bene qui”. Mi spiegava ciò che avevo fatto, questo era il senso. E questo per tutta la scena; mi diceva cose ma solo se era necessario.

Solo su una battuta mi disse “ecco qui hai recitato un filo!” Ma sorrideva e io non ce la feci più: “Si Ferruccio ha ragione me ne sono accorto... Ma le pare normale che io doppi questo qui vicino a lei???” Lui scoppiò in una grande risata mi mise una mano sulla spalla: “Ma no, sei molto bravo, e tu questo lavoro già lo fai e reciti pure bene!” Mi ringraziò (lui), io confuso ma anche contento mi congedai.

Lavorammo non molto insieme perchè, fatalità, ero spesso occupato; ma è altra storia.

Uscendo dalla sala, distrutto dall’adrenalina, dalla paura e dalla tensione, capii che non avevo fatto un provino. Avevo fatto un’esperienza che non avrei mai dimenticato. Ferruccio Amendola mi trattò da collega. Non da provinante. Ed è per questo che queste righe le dedico a Lui.

Grazie Ferruccio, senza retorica (che odio). Ho imparato più quel giorno che in cinquanta turni.Eravamo io, Peter Falk e te. E me lo ricordo bene. 

Articolo a cura di Bruno Conti

Da dietro il leggio: in turno con Tonino

Scorrono brividi nell'ascoltare l'emozionante racconto "Da dietro il leggio" del doppiatoreBruno Conti e dei tanti turni in sala al fianco di Tonino Accolla, compianto mostro sacro del doppiaggio italiano, direttore dell'edizione italiana de "I Simpson", voce di Homer Simpson, Eddie Murphy, Jim Carrey e tantissimi altri grandi attori internazionali. 

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Quel che era sicuro era che il turno con Tonino non sarebbe stato un turno “normale”! Questo lo sapevo già da casa. Nel senso che i turni con lui erano pieni di inventiva, trovate, fatica, discussioni, risate e confronti.

Tutti sanno della sua bravura come attore ma io (ed altri come me) conosco bene la sua bravura come direttore. Certo può sembrare banale ma non lo è. Non tutti i bravi attori erano (e sono) dei buoni direttori di attori.

Tonino Accolla era un personaggio controverso; chi lo amava, chi no, ma per quel che mi riguarda... mi divertiva.

Lo conobbi nei primi tempi da “libero”, nel senso che aveva la sua società, non sapevo bene chi fosse, poi mi fu spiegato. Non ricordo di aver fatto provini; vidi poi che faceva lavorare gli attori in turni di brusio e così li sentiva. E usava molto noi giovani, sapeva collocarti nei ruoli che tu eri all’altezza di fare.

Lui si incuriosì a me dopo un fatto: aveva un problema e andò via lasciando la direzione al grande Sandro Iovino. Prima di andare mi disse: “provaci tu a doppiare questo qui, attento che non è facile ti lascio con Sandro”. Era il personaggio di un lustrascarpe che per attirare i clienti si serviva di una cantilena strana (oggi la definiremmo “rap”), era molto “nero” ed effettivamente non era facile ma bastava andargli dietro coi tempi e non recitare. Ancora mi ricordo l’incipit: “splendi e vai, splendi e vai” e via coi vantaggi di avere le scarpe pulite: “con la fidanzata, il lavoro, la gente”. A pensarci bene, forse non era nemmeno un attore tanto era vero; va a capire! Io lo doppiai seguendolo e Sandro (che conoscevo poco allora) mi disse che l’avevo fatto molto bene e di stare tranquillo.

Io andai, come spesso accade, dubbioso del mio operato; sono sempre stato umile ma alle volte lo ero (e lo sono tuttora) un po’ troppo. In breve seppi che lui era stato molto contento di quel pezzo “rappato” e infatti me lo confermò. Ogni tanto un collega mi faceva, ridendo, “splendi e vai, splendi e vai”; io neanche capivo che era un complimento. Cominciai così a lavorare anche con lui (ho la fortuna di poter dire che i miei maestri sono stati spesso anche colleghi oltre che direttori) e lui diceva che bisognava “recitare coi nervi”. Una sua massima, come numerose altre, che poi diventavano fonte di battute fra noi e lui. Io lo prendevo in giro ma sempre col massimo rispetto.

Lui era di quelli che mi inibiva non so se l’abbia mai saputo. E per me era una fatica in più, perchè molti sottovalutano l’emotività davanti al leggio, io no. E non riguardava solo me. Lui faceva recitare bene tutti, anche quelli che avevano un vero e proprio terrore di lui. Dava tempo, scherzava, ma se decideva che dovevi farlo tu... lo dovevi fare tu! 16 volte una battuta di un poliziotto ne “Il silenzio degli innocenti”; me la ricordo ancora: “Un’altra” diceva, e basta, ma me la fece ripetere finché non la feci buona. Con lui questa era la “routine”; a volte infatti risultava molto tosto ma alla fine la battuta era giusta e questo contava.

Io mi sono sempre ascoltato mentre lavoravo e capivo quando la battuta era stonata; con lui non succedeva. Quindi, quando capisci che puoi “fidarti” non è cosa da poco. A volte inventava delle cose un po’ buffe, come dire la battuta dietro le spalle del collega se il personaggio era dietro una porta; era più naturale, secondo lui, del cartone davanti al microfono. Spesso citava il suo maestro (forse perchè si sapesse in giro) ma comunque si lavorava, si discuteva di questo e di quello, ci si prendeva una pausa. A volte si “sforava” di brutto. Doppiammo “Robin Hood” con un cast indovinatissimo; io però facevo troppi ruoli e si sentiva e in questo a volte non se ne accorgeva. Io colpa non ne avevo. E “Leon”, “Alien 3”, i film di Mel Brooks, film francesi d’autore, tutti diventati grandi successi. Su “Braveheart”, che io vidi a Padova perchè ero in tournée, non sbagliò una voce. Mi ricordo anche quando mi fece doppiare James Brown: “dì I feel good, metticelo che ci sta bene!”.

A volte faceva “l’artista” e parlava come certi tromboni all’interfono, poi sbragava in siciliano se facevi una cazzata. Ho doppiato con lui indigeni, neri, bianchi, ispanici, eleganti, sporchi, vecchi, giovani, di tutto. E' stata una gran bella palestra. Poi arrivarono “I Simpson”... e si aprì un mondo. All’inizio sembrava fossero dei cartoni normali (ora sarebbe lunga e non c’entra) poi lui “capì” cos’erano (noi che doppiavamo personaggi secondari all’inizio arrancavamo), poi capimmo piano piano anche noi (anzi ce lo fece capire lui) e furono turni dove lui poté divertirsi come voleva e quanto voleva inventando voci, caratterizzazioni, linguaggi, di tutto.

I “dialetti” cominciarono proprio con me, facevo il capo della polizia e lo stavo guardando... lui pensieroso disse “me lo fai un po’ burino?” Non era convinto e gli stava scattando qualcosa e io pensai di farlo imitando la parlata scenica di Silvio Spaccesi. Mi girai e tutti ridevano. E dal quel momento quello calabrese, quello napoletano e così via. Insomma, cominciò li un’altra delle sue invenzioni. Tonino Accolla ha dato soddisfazioni a molti attori, a volte era duro a volte perfino antipatico, ma io lo smontavo prendendolo in giro.

Un giorno, in un momento “artistico”, diede come indicazione ad un attore : “mettici un po’ di Strurm”; io mi girai e lo guardai sconsolato. Lui per non ridere si attaccò al suo sigaro Avana. Io penso che tutti dobbiamo qualcosa a Tonino. In maniera diversa. Io non sono mai stato un doppiatore importante e non lo sarò mai. Ma la sala la conosco. E la perdita del nostro "pazzo diamante" (per dirla coi Pink Floyd) e come scrissi quando mi arrivò sul cellulare la notizia... non è stata da poco. E questo tutti lo sanno. Io da parte mia sono tranquillo perchè Tonino sapeva quanto lo stimassi, nonostante ci fu tra noi un momento di allontanamento professionale. E quando gli feci i complimenti per il suo bellissimo “Romeo + Giulietta”, rimase ancora una volta sorpreso. E disse “ah ti è piaciuto?” “E certo! Perchè? ti meraviglia?” “No... tu sei uno vero, lo so”; il tutto senza alzare la testa, quasi timidamente. Perchè pur se in quel momento non lavoravamo insieme, io ero andato a dirgli “bravo”; lo meritava.

Lavorammo ancora insieme sempre prendendoci in giro e rispettandoci. Fino a quel messaggio.

E certo, per finirla, sarebbe da dire: ”I wish you were here... pazzo diamante”.

Articolo a cura di Bruno Conti

Da dietro il leggio: un leggio per due

Sul blog di VOCI.fm il doppiatore romano Bruno Conti racconta le proprie esperienze in sala di doppiaggio. Aneddoti, personaggi, soddisfazioni e paure vissute in tanti anni trascorsi proprio lì: dietro il leggio. In questo caso si tratta di una grande emozione: il primo turno “a sorpresa” condiviso da un Bruno Conti “agli inizi” con Elio Pandolfi, che invece al tempo era già un mostro sacro del settore. 

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Buongiorno, sono un attore, è possibile fare un provino?”

Questa era la frase di rito che per un periodo di tempo tutti noi “agli inizi” pronunciavamo nelle regie delle varie sale di doppiaggio. A volta era un sì, a volte era un no, a volte “ritorni domani” ma, insomma, alla fine il provino si faceva!

Serviva a sentire la voce, che ruoli potevi fare, in che fascia di età sarebbe stato più efficace metterti (quasi ogni direttore di doppiaggio aveva infatti un suo taccuino dove c’era il tuo nome e l’età probabile!).

Questo sembrava essere tutto, ma c’era di più! I direttori davvero lungimiranti (definiamoli così) ascoltavano, come giusto, anche la tua recitazione; altri si limitavano alla tua pasta di voce.

E poi c’era il provino... il famigerato provino che secondo me dovrebbe essere vietato dalla Corte dei Diritti dell’Uomo e che invece è ancora oggi la “porta” in ogni ambito professionale. A molti attori, specie teatrali, piaceva.

A me ha sempre terrorizzato e ancora adesso è un problema. Ma in doppiaggio aveva (ed ha) un suo perché. Per certe cose, in passato, il doppiaggio era “più semplice e più serio” e, aldilà dei risultati futuri, il provino ti veniva raramente negato.

Io avevo assistito parecchio a dei turni per la tecnica. Poi un giorno che c’era tempo, finalmente Liliana Sorrentino mi provinò e subito si staccò dal leggio, e dicendo “Vado di là a sentire perchè la sua voce è interessante!”, andò ad ascoltarmi dalla regia.

Io non ero consapevole della particolarità della mia voce al microfono e del suo eventuale utilizzo. Lo sapevo dal teatro, ma dal microfono no! Liliana Sorrentino mi spiegò che era una voce che “serviva”. Cioè, non era una voce da protagonista ma da antagonista tendente al carattere, una voce “sporca”, da delinquente o da nero.

Insomma, Liliana Sorrentino mi incoraggiò e mi fece capire che ero pronto per farmi sentire. Io avevo spiato come si faceva: le pause, l’importanza o meno della cuffia, gli attacchi da fuori campo (cioè, quando non vedi l’attore e devi entrare sentendolo), la distanza dal microfono, il timbro ecc.

Cominciai così con questi provini e, pur ostentando una certa sicurezza e tranquillità, in realtà.... morivo di paura! Già, la paura di non andare a sync, di far buona la prima, di recitare bene, di utilizzare i fiati giusti, il testo, la faccia (io ho sempre doppiato con le facce), la cuffia, il buio, le luci da regolare, l’assistente che ti affiancava, questo cinema in questi piccoli spazi, questi attori di ogni lingua che diventano italiani attraverso te.



I tuoi fiati, la tua fatica, e soprattutto la tua paura. Una cosa a cui nessuno pensa. Poi quando cominciai a lavorare (praticamente subito e con tutti) fu una grande sorpresa, anche se naturalmente facevo piccole parti e brusii. C’erano direttori che ti mettevano a tuo agio ed era meraviglioso, altri no ed era più dura.

Poi capitavano cose assolutamente singolari. C’era Rino Mencuccini, un direttore piuttosto bravo e conosciuto che aveva una sua società e due sale. Gli chiesi di essere ascoltato e lui mi rispose: “guardi, so che lei è bravo e le ho dato un turno; sarà chiamato presto.”

Di solito quando era così voleva dire che ti sarebbe stato assegnato un turno di brusio dove dicevi una battuta o due da solo e “valeva” come provino. Io insistei ma per pura cortesia e lui “Ma l’ho già distribuita! “ (la distribuzione è l’affidamento dei ruoli anche nei brusii agli attori).

Quindi... vabbè! Arriva il giorno del turno, era pomeriggio e mi ritrovo ad aspettare i miei giovani colleghi, ma stranamente non arriva nessuno; continuo ad aspettare, finchè, un po’ sorpreso, entra un signore con aria familiare; ci scambiamo un “buonasera” di cortesia.

A quel punto, l'assistente mi chiama con il classico “vieni”! E andai un po’ stranito, entrai in sala e mi trovai di fronte... Elio Pandolfi! Stavo per svenire, pensai che Mencuccini fosse pazzo: un turno a due con Elio Pandolfi.

Lui doppiava un grande attore austriaco degli anni ‘40 (era un ridoppiaggio) e io il suo maggiordomo. E non mi aveva sentito mai recitare!

Il doppiaggio è proprio un mondo strano. Lui fu cortesissimo, io dovetti fregarmene della paura, altrimenti sarebbe stata la fine! Presi la cuffia, strinsi le natiche e inizia!

Elio Pandolfi era di una bravura imbarazzante con tempi di recitazione e cambi di tono incredibili, per non parlare della tecnica. Io mi agganciai a lui e non lo mollai più. Lo seguivo con l’orecchio per dargli la battuta con lo stesso stile del film.

Mencuccini, che era un uomo particolare, non dirigeva in regia come gli altri direttori ma su una sedia di fronte al tavolo dell’assistente messo di lato per non togliere visuale e molto spesso leggendo il giornale con la sua candida barba bianca da Babbo Natale.

Finito l’anello di doppiaggio domandava all’assistente se andava bene e se lui la dava buona... era buona.

Pandolfi durante le pause mi chiese qualcosa di me, soprattutto da quanto doppiavo. Io, con tutta la sincerità del mondo, risposi di essere alle prime armi. E lui mi fece dei bei complimenti. Insomma, fui all’altezza del turno a due con un maestro e “mostro” del calibro di Elio Pandolfi; non era cosa di tutti i giorni!

Tutto finì senza grossi inciampi, che se io ero ancora inesperto tecnicamente, avevo ascoltato tanti attori ed attrici mentre superavano le difficoltà, i consigli in merito da parte dei direttori in sala e probabilmente proprio questo mi era servito; oltre al fatto che avevo già una decina di anni di teatro sulle spalle.

E questo fu uno dei miei inizi verso anni di paura, pause, occhi, battute scivolate, buio, sync, risate, insomma... verso il doppiaggio. Un mondo che in quel periodo era frequentato da personaggi incredibili.

Io che ero e volevo essere un operaio dello spettacolo imparai e restituii tutto il mio saper e non saper fare.

Articolo a cura di Bruno Conti

Denzel Washington: CHI LO DOPPIA?

E' uno degli attori più carismatici del cinema contemporaneo: Denzel Washington, la voce afro-americana senz'altro più amata e rappresentativa. In Italia è stato doppiato da numerosi professionisti ed in particolare dal grande Francesco Pannofino.

Doppiaggio: Francesco "DI CAPRIO" Pezzulli

Tra le grandi star di Hollywood, Leonardo Di Caprio è senz'altro uno degli attori più amati, soprattutto in Italia. Il merito va anche al suo doppiatore "ufficiale", dai primi anni '90: Francesco Pezzulli, una voce che assolutamente gli calza a pennello! Ce ne parla il nostro blogger (e vero esperto di cinema!) Alessandro Delfino.

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Ammettiamolo, chi di noi non ha imparato ad amare Leonardo Di Caprio? Sin dal suo primo film di successo, "Titanic" del 1997 (dove con il personaggio di Jack Dawson ha conquistato il cuore di milioni di ragazzine), l’attore è cresciuto finendo a lavorare con i più grandi giganti del cinema moderno mondiale: Quentin Tarantino, Ridley Scott, Christopher Nolan, Steven Spielberg, James Cameron, ma soprattutto Martin Scorsese, che ha reso Di Caprio il suo novo attore feticcio dopo la storica collaborazione con Robert De Niro (che spesso non ha esitato a definirlo il suo erede artistico).

Ma se in Italia abbiamo imparato ad apprezzare questo grande attore il merito è della sua voce italiana: Francesco Pezzulli.

Francesco doppia per la prima volta il giovane attore nella sitcom degli anni '90 "Genitori in Blue-Jeans" e, dopo tre anni, Di Caprio ottiene i suoi primi due ruoli importanti al cinema: "Buon compleanno Mr Grape" da un lato e "Voglia di ricominciare", in coppia proprio con Robert De Niro; ma qui a doppiare la star non è ancora Pezzulli, bensì i bravi Corrado Conforti e Alessandro Tiberi.

Bisogna aspettare il 1996 quando il famoso attore, doppiatore e direttore di doppiaggioTonino Accolla sceglie di nuovo Francesco Pezzulli per doppiare Leonardo Di Caprio nella trasposizione moderna diShakespeare "Romeo+Giulietta" diBaz Luhrmann; nella seconda volta, "Di Caprio" Francesco Pezzulli deve doppiarlo in versi e non è affatto facile, ma grazie anche all’ottima direzione di Accolla la prova finale è di grande livello.



L’anno dopo infatti lo stesso Tonino Accolla sceglie di nuovo Pezzulli per doppiare Di Caprio nel film che non solo sarebbe diventato campione d’incasso dell’anno, ma sarebbe rimasto il film con incassi maggiore nella storia del cinema per molto tempo: Titanic.

In questo film, Di Caprio, attore eclettico, interpreta un giovane romantico e idealista che riesce a commuovere e lanciarlo definitivamente nell’Olimpo delle Star; e da quel momento Pezzulli diventa il suo alfiere.

Nella storia del doppiaggio parecchi abbinamenti sono nati per caso, quando entrambi gli attori erano agli inizi, e sono cresciuti assieme nell’arco della loro carriera: Sean Connery e Pino Locchi, Meryl Streep e Maria Pia Di Meo, Woody Allen e Oreste Lionello, Dustin Hoffman e Ferruccio Amendola, Robert Redford e Cesare Barbetti, Marlon Brando e Giuseppe Rinaldi, Eddie Murphy e Tonino Accola, Denzel Washington e Francesco Pannofino e tanti altri.

Oggi difficilmente un attore riesce a conservare la stessa voce per ogni film per svariati motivi, ma Leonardo Di Caprio e Francesco Pezzulli restano ancora un esempio di un perfetto incastro tra occhi, voce e anima..

Articolo a cura di Alessandro Delfino

Doppiaggio: Giancarlo e Adriano Giannini

Giancarlo Giannini e Adriano Giannini, padre e figlio uniti da due grandi talenti: recitazione e doppiaggio. Ma non solo! Entrambi hanno dato voce a “Joker”, riuscendo a caratterizzare in modo diverso e inconfondibile questo particolare personaggio. Scopriamone di più nel dossier di Alessandro Delfino, dedicato proprio alla famiglia Giannini.

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Nel mondo dello spettacolo, di frequente assistiamo al cambio generazionale: i figli spesso seguono le orme del padre.

Pensiamo ai De Sica, ai Tognazzi, ai Vanzina, ai Gassman. E nel doppiaggio alle famiglie Izzo, Ward, De Angelis e tante altre.

Ma mai un padre e un figlio sono riusciti a riunire insieme le due arti del cinemae del doppiaggio così bene come Giancarlo e Adriano Giannini.

Il padre Giancarlo, come ben sappiamo, è uno dei più grandi attori del nostro cinema, mattatore di commedie come “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” o “Mimì Metallurgico ferito nell’onore”, ma anche di film più drammatici come “Pasqualino Sette bellezze”; Giancarlo Giannini ha attraversato il periodo più florido del nostro cinema dimostrando un istrionismo e un camaleontismo che pochi hanno saputo dare, grazie anche alla maestria dei nostri registi, in particolare Lina Wertmuller che dirige l’attore nei sui film più memorabili.

Ma Giancarlo si cimenta anche nel doppiaggio e lo fa  in maniera superlativa: in poco tempo diventa la voce ufficiale di Al Pacino (in film come “Quel pomeriggio di un giorno da cani”, “Carlito’s Way”, “Scent of a Woman”, “L’avvocato del diavolo”, “Ogni maledetta domenica” e tanti altri) e doppia un sacco di attori importanti in film altrettanto cult (Jack Nicholson in “Shining”, “Batman”, “The Departed”, Michael Douglas nei due “Wall Street”, “Gerard Depardieu”, “Jeremy Irons” e tanti altri).



Il figlio Adriano comincia come operatore, quindi dietro lo schermo, ma impara presto l’arte di famiglia (anche la madre Livia Giampalmo è attrice e doppiatrice) e riesce ad imporsi nell’attuale panorama cinematografico italiano.

Raccoglie l’eredità del padre in due occasioni: al cinema con il remake di “Travolti da un insolito destino”, dove recita con la popstar Madonna, ma soprattutto nel doppiaggio: sua è infatti la voce del Joker di Heath Ledger nel film “Il cavaliere oscuro” di Christopher Nolan, lo stesso personaggio interpretato da Nicholson vent’anni prima in “Batman” di Burton e doppiato da Giannini padre.

Adriano tuttora ha una bella carriera nel doppiaggio, dando voce oltre che ad Heath Ledger, anche ad attori come Ryan Reynolds, Christian Bale (nel film premio Oscar “The fighter” e in “Exodus”), Joaquin Phoenix, Brad Pitt, Eric Bana, James Franco, Tom Hardy, Matthew Mccounaghey e tanti altri.

Le generazioni cambiano, ma la magia delle voci resta.

Le voci più belle di Giancarlo e Adriano Giannini

  1. Giancarlo Giannini - Gennarino Carunchio in “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”
  2. Adriano Giannini - Giuseppe Cuccurullo Esposito in “Travolti dal destino”
  3. Giancarlo Giannini - Giovanni Grazioli in “Per sempre”
  4. Adriano Giannini - Ossobuco in “Nero bifamiliare”
  5. Giancarlo Giannini - Al Pacino in “Quel pomeriggio di un giorno da cani”
  6. Adriano Giannini - Heath Ledger in “Paradiso+Inferno”
  7. Giancarlo Giannini - Jack Nicholson in “Shining”
  8. Adriano Giannini - Christian Bale in “The Fighter”
  9. Giancarlo Giannini - Michael Douglas in “Wall Street”
  10. Adriano Giannini - Joaquin Phoenix in “The Master”
  11. Giancarlo Giannini - Al Pacino in “Carlito’s Way“
  12. Adriano Giannini - Tom Hardy in “Lawless”
  13. Giancarlo Giannini - Al Pacino in “Heat - la sfida”
  14. Adriano Giannini - Matthew Mccounaghey in “True Detective”
  15. Giancarlo Giannini - Al Pacino in “L’avvocato del diavolo”
  16. Adriano Giannini - Ryan Reynolds in “Certamente forse”
  17. Giancarlo Giannini - Jack Nicholson in “The Departed”
  18. Adriano Giannini - Corey Stoll in “Midnight in Paris”
  19. Giancarlo Giannini - Jack Nichols in “Batman”
  20. Adriano Giannini - Heath Ledger in “Il cavaliere oscuro”

Articolo a cura di Alessandro Delfino

Doppiaggio: il voce-volto

Quante volte avete riconosciuto un attore semplicemente ascoltandone la voce? Merito del “Voce-Volto”, un doppio termine che nel doppiaggio assume un solo significato: il momento in cui un timbro vocale finisce con l'incollarsi perfettamente sul volto di un attore. Scopriamo insieme molte curiosità in merito a questo importante legame. 

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Pensiamo ad Oreste Lionello e Woody Allen, Ferruccio Amendola con Robert De Niro, Tonino Accolla con Eddie Murphy, Giuseppe Rinaldi con Marlon Brando e così via. Sono alcuni dei più noti esempi di legame “voce-volto” del cinema italiano. Spesso queste scelte che poi si rivelano continuative nel tempo si rivelano inizialmente casuali: un direttore di doppiaggio che lavorava in una determinata società sceglieva su di un attore la voce di un doppiatore che era ai tempi socio del direttore. Infatti quando capitava ad esempio che un film con Robert De Niro (che venivano affidati spesso alla CDC-Sefit Group) capitava in un’altra società la voce cambiava (come ad esempio nei film "Angel Heart" diretto da Renato Izzo per la società Gruppo Trenta-Pumaisdue dove De Niro ha la voce di Paolo Poiret; oppure "Paradiso perduto", diretto da Renzo Stacchi per la società Angriservices dove lo stesso Stacchi doppia il celebre attore).

Col tempo le società sono aumentate, come i doppiatori liberi e spesso oggi può succedere che un attore venga doppiato da diverse voci ricorrenti: ad esempio Edward Norton, spesso doppiato da due doppiatori completamente diversi tra di loro, Massimiliano Manfredi e Massimo De Ambrosis, eppure perfettamente calzanti entrambi sull’attore. O Matt Damon doppiato da tante voci, in particolare da Francesco Bulckaen, Massimiliano Manfredi e Riccardo Rossi; o ancora Ben Affleck, doppiato spesso dai due cugini doppiatori Fabio Boccanera e Riccardo Rossi, che a loro volta hanno doppiato entrambi Johnny Depp e così via. Può capitare anche che un attore doppiato solitamente da una voce fissa o ricorrente in un determinato film possa interpretare un ruolo diverso dal solito e quindi si debba ricorrere ad un altro doppiatore; come Anthony Hopkins, doppiato di solito da Dario Penne, nel film "Hitckock", dove interpreta il celebre regista ricorrendo ad una forte trasformazione fisica, viene doppiato da Gigi Proietti. Oppure Tom Hanks, solitamente doppiato da Roberto Chevalier negli anni novanta, in "Forrest Gump" il suo biascicare viene reso in italiano da Francesco Pannofino.



Ci sono addirittura attori talmente eclettici che, cambiando di volta in volta nei loro film non hanno mai goduto di una voce fissa e oggi le giovani generazioni di attori cambiano spesso voce di film in film, forse anche per una mancanza di ricambio che purtroppo penalizza un po’ il doppiaggio odierno.

Oggi più che l’attore spesso si tenta di preservare la stessa voce di un personaggio di una serie tv di successo o di saghe di film al cinema, tanto che non sempre si mantiene la stessa voce anche in altri prodotti al di fuori del contesto. Ad esempio, Robert Downey Jr., doppiato all’inizio della sua carriera spesso da Sandro Acerbo, dopo il successo di "Iron Man" ha la voce di Angelo Maggi in tutti i film Marvel, ma in altri film si divide l’attore con Luca Ward.

E’ successo anche in passato che cambiassero più volte la voce di un personaggio della stessa saga; ad esempio il celebre personaggio degli anni settanta Harry Callaghan interpretato da Clint Eastwood in cinque film ha avuto quattro voci diverse: Nando Gazzolo nel primo, Giuseppe Rinaldi nel secondo, Michele Kalamera (diventato in seguito voce ufficiale dell’attore) nel terzo e quarto, Dario Penne nel quinto e ultimo film. Oppure Bruce Willis nella saga di "Die Hard" nei primi tre film è doppiato rispettivamente da Roberto Pedicini, Oreste Rizzini e Claudio Sorrentino; quest’ultimo poi lo doppia continuamente nei film successivi.

Il voce-volto non è passato sempre inosservato: a volte un doppiatore è stato scelto dallo stesso attore tramite i provini; qualche volta voce e volto si sono incontrati e qualche altra volta gli attori stranieri hanno reso omaggio al loro doppiatore dopo la sua morte.

Ma vogliamo ricordare un momento importante nel 1991 quando, durante l’edizione dei Telegatti, una grande voce incontra il suo grande attore. Godetevi questo breve video. 

Articolo a cura di Alessandro Delfino

Doppiaggio: pregi e difetti del FanDub

Da qualche tempo,  si sta sviluppando un fenomeno, che sicuramente può essere una valvola di sfogo per molti appassionati del mondo delle voci. Un modo per allenarsi, per aspiranti doppiatori, che può venire in aiuto e talvolta permette anche di scovare dei “diamanti grezzi”. Di cosa parlo? Ma del Fandub naturalmente!! 

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COS'E' IL FANDUB?

Il Fandub è un termine dato ad un film o ad uno show televisivo straniero, che è stato doppiato in lingua locale da dilettanti o semplici appassionati. Grazie alle nuove tecnologie, ai programmi di editing alla portata di tutti, ai social ed ai siti come youtube, molti ragazzi si stanno mettendo alla luce. Alcuni di questi hanno anche ricevuto delle opportunità di lavoro. Si, avete capito bene!

Ultimamente la crisi del doppiaggio ha fatto si che molte produzioni low-cost venissero rifiutate dai principali studi di doppiaggio aprendo la strada lavorativa a piccole realtà che si vanno a “fornire di voci” (passatemi il termine) andandole a pescare tra le migliori del Web, magari tra quei ragazzi che avendo finito un corso di doppiaggio e dimostrando talento non sono riusciti a trovare l’ opportunità lavorativa. Il Fandub svolto a dovere è un ottimo metodo di allenamento, sicuramente non può mai sostituire un’esperienza in sala con la presenza di un direttore, di un assistente e quant’altro, ma è un buon inizio.

Ultimamente, sul web, si stanno formando delle vere e proprie squadre di fandubber, ragazzi giovani che, attraverso siti dedicati, forum o altri strumenti, si organizzano in gruppi e realizzano doppiaggi di film, episodi di serie-tv o anime inediti in Italia. Una vera e propria ciurma pronta a divertirsi, imparare ma soprattutto mettersi in mostra. Riescono ad organizzarsi proprio come dei veri professionisti dividendosi i ruoli a dovere.



Per cui troveremo i dubber che sono quelli che doppiano all'interno dei Fandub, i quali non disponendo di uno studio di registrazione si arrangiano con un microfono per computer e vari programmi di editing audio e video. I mixatori ovvero le persone incaricate al mixaggio audio, spesso anche creatori della colonna internazionale che per intenderci è composta dalle musiche e i rumori di fondo. Gli adattatori/dialoghisti, ossia le persone addette alla stesura del copione e che devono adattare le battute alla lunghezza delle varie scene soprattutto in funzione del labiale; e talvolta troviamo anche i singer, quelli preposti al canto, magari delle sigle del proprio Fandub.

Certo, svolgendo questa attività, bisogna spesso fare i conti con il copyright, ovvero la violazione dei diritti d’autore, ma questi ultimi non si intendono violati se non recano danno economico e d’immagine ai legittimi proprietari del prodotto. E comunque è sempre buona cosa specificare che il lavoro ha origini amatoriali ed è solo frutto di passione.

Allora, cosa aspetti? Dai sfogo alla tua passione e prova l’emozione di dar voce a qualche personaggio, sia esso di una serie-tv o anime; magari ti scopri un diamante grezzo, oppure... che la tua è solo semplice passione!

Articolo a cura di Antonio Amoruso

Doppiaggio: quest'arte oscura

L’importanza del doppiaggio ancora oggi è sottolineata dalla sua diffusione in tanti paesi europei (Francia, Spagna, Germania) e se il cinema oggi ci emoziona sempre possiamo anche ringraziare quelle voci avvolte nell’ombra, in una sala oscura, a sussurrare al microfono… “ Ok..incidiamo!”

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“Aspettate un momento, aspettate un momento, non avete sentito ancora niente!”. Queste parole forse non vi diranno granché, eppure hanno un’importanza storica; furono le prime battute in assoluto incise al cinema. Era il 1927 e con “Il cantante di Jazz” di Alan Crosland iniziò l’era del cinema “sonoro” e niente fu più come prima. Anche grandi attori come Charlie Chaplin (assoluta star del muto) dovettero adeguarsi alla novità del momento.

LA NASCITA DELLA TECNICA DEL DOPPIAGGIO 
Ma veniamo all'Italia, dove il discorso era ben più complesso: si parla di anni '30 e di un tasso di analfabetismo davvero molto alto con molte produzioni straniere che cercano di trovare il modo efficace per importare i loro prodotti anche nel nostro Bel Paese.

Attori dell’epoca come Stan Laurel e Oliver Hardy (conosciuti da noi come Stanlio e Ollio) sono obbligati a girare più volte la pellicola recitando in diverse lingue (tra cui l’italiano) aiutati da attori italo-americani. Purtroppo questo metodo non ha vita lunga se non il merito di dare l’idea ai futuri attori Alberto Sordi e Mauro Zambuto di doppiare Stanlio e Ollio in italiano con quell’accento british che tanto ha fatto ridere il nostro pubblico. Nasce così la tecnica del doppiaggio, ovvero la sovrapposizione della voce di un attore (italiana nel nostro caso) con il corpo e la mimica facciale di un altro attore straniero.

La sincronizzazione è perfetta, il trucco cinematografico funziona e permette al pubblico italiano di provare le stesse emozioni del pubblico della pellicola originaria. Ecco così che Charlie Chaplin ha la voce di Oreste Lionello nel bellissimo monologo finale del film “Il grande dittatore”, John Wayne trova in Emilio Cigoli la voce ideale del Cowboy eroico e solitario, Ingrid Begman è dotata di una fragilità e drammaticità intensa grazie a Lidia Simoneschi. Il pubblico si affeziona ed ecco che si crea il voce-volto, idoppiatori diventano “attori nell’ombra”; gli spettatori credono che Cary Grant parli in italiano con quellavoce (Gualtiero De Angelis) e il cinema straniero (soprattutto americano) crea lo Star System, la febbre da Star. Ma anche il nostro cinema è drogato didoppiaggio: lapresa diretta ancora non esiste, tutta lacolonna audio viene ricreata in studio (i cosiddetti rumoristi) e spesso molte star italiane dell’epoca vengono doppiate.



Tutti i registi italiani usufruisco del doppiaggio, ma lo criticano pesantemente

Ecco così che Sophia Loren nei film di produzione estera viene doppiata da Rita Savagnone (voce anche di Claudia Cardinale e tante altre), Marcello Mastroianni viene doppiato da Alberto Sordi all’inizio della sua carriera, Bud Spencer, Terence Hill, Giuliano Gemma e molti attori dei film di genere degli anni sessanta e settanta (creati dalle nostre produzioni per vendere all’estero) vengono doppiati da attori del calibro di Pino Locchi (Sean Connery) e Glauco Onorato (Charles Bronson). Tutti i più grandiregisti italiani usufruiscono deldoppiaggio e continuano ad usufruirne, ma spesso non ne parlano, anzi lo criticano pesantemente.

Registi internazionali invece del calibro di Stanley Kubrick, Woody Allen e Mel Gibson riconoscono il valore di quest’arte spesso ammettendo la superiorità della loro opera originaria (Kubrick mandò una lettera di complimenti a Mario Maldesi per la direzione del doppiaggio di Full Metal Jacket, Allen dichiarò che il suo doppiaggio in italiano da parte di Oreste Lionello lo rese un attore più bravo, mentre Gibson fece i complimenti a Claudio Sorrentino per il suo doppiaggio in Braveheart).

Oggi spesso si parla dell’importanza di vedere i prodotti in lingua originale sottotitolati; peccato che il sottotitolo di per sé distrae lo spettatore e non permette di godersi in pieno il film, in più sintetizza in maniera meccanica sfumature e modi di dire che solo chi conosce bene la lingua può cogliere.

Ildoppiaggio che inizialmente ha il compito di adattare il prodotto (filmico o televisivo) può ritrovare invece con un lavoro ben attento quei sapori e quelle sfumature originali senza tradire nulla di quello che è stato fatto. Pensate ad alcune frasi come “Al mio segnale scatenate l’inferno” o “Sei solo chiacchiere e distintivo”: mentre in America non hanno lasciato un grande segno, qui da noi sono diventate cult grazie allevoci diLuca Ward(Russell Crowe nel gladiatore) e Ferruccio Amendola (Robert De Niro negli Intoccabili).

Articolo a cura di Alessandro Delfino

Doppiaggio: Sandro "PITT" Acerbo

Brad Pitt è una delle star di Hollywoodpiù amate dal pubblico italiano. Non solo il suo volto, ma anche la sua voce è immediatamente identificabile: merito del doppiatore"ufficiale" di Pitt, il grande Sandro Acerbo, che lo segue (salvo rare eccezioni) dagli esordi dei primi anni '90. Ce ne parla il nostro blogger Alessandro Delfino.

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1992: esce il film drammatico “Nel mezzo scorre il fiume”, diretto dall’attore premio Oscar Robert Redford e con protagonisti due giovani promesse: Craig Sheffer, ma soprattutto Brad Pitt; nello stesso anno arriva l’edizione italiana del film diretto da Cesare Barbetti (storica voce di Robert Redford) che sceglie l’attore e doppiatore Sandro Acerbo (già voce di attori come Michael J. Fox, Matthew Broderick e Robert Downey Jr.) a prestare la voce al giovane Brad Pitt.

“Sandro... lo vedi questo? E’ molto bravo. Doppialo bene e vedrai che ti rimane”. Mai parole furono più profetiche!

Il binomio Pitt - Acerbo si consolida quasi nell’immediato, nel 1994 con i due film “Vento di passioni” (dove Pitt interpreta il rude e romantico Tristan) e “Intervista col vampiro” (dove Pitt dà un’interpretazione ancora diversa e intensa del vampiro Louise de Pointe du Lac in coppia con il sadico Lestat de Lioncourt - Tom Cruise). Sandro Acerbo riesce a seguire il poliedrico attore che seppur giovane riesce a dare già delle performance memorabili.

Ma il successo arriverà nel 1995 con il thriller "Seven" in coppia con Morgan Freeman dove il monologo finale del disperato Detective Mills trasforma Pitt in un sex-symbol e divo a tutti gli effetti; in Italia, Acerbo continua a seguirlo meticolosamente arrivando ad aggiungere bravura e intensità tanto da rendere la scena finale in italiano migliore dell’originale.



Un attore non facile da seguire vista la sua duttilità e diversità nei ruoli ("Sleepers", "L’ombra del diavolo", "Sette anni in Tibet", "Vi presento Joe Black", dove Pitt interpreta addirittura la morte stessa); ma la prova definitiva avviene nel 1999. Esce "Fight Club", thriller psicologico di David Fincher (che aveva già diretto Pitt in "Seven") e l’attore, in coppia col bravissimo Edward Norton, dà vita propria al personaggio eccentrico e border-line di Tyler Durden, forse il ruolo più complesso interpretato mai prima d’ora: ma Sandro Acerbo riesce a restituire perfettamente nella nostra lingua la follia del personaggio arrivando ormai a stabilire un legame indissolubile con l’attore.

Legame che prosegue per il decennio successivo in film come la trilogia di "Ocean", "Spy Game" (in coppia con Redford), "Snatch - Lo strappo", "Mr & Mrs Smith", "Babel", "Il curioso caso di Benjamin Button", "Bastardi senza gloria" e molti altri fino ad arrivare ad oggi dove l’attore da ex sex-symbol è maturato e ha dimostrato grandi capacità non solo attoriali, ma anche produttive (è stato produttore esecutivo del film premio Oscar "Dodici anni schiavo").

Sandro Acerbo ancora oggi rimane la voce italiana di Brad Pitt e nonostante alcune pellicole non doppiate da lui (come "L’esercito delle dodici scimmie", "Troy" e "The counselor") e altri importanti attori a cui Acerbo presta la voce (come Will Smith, Robert Downey Jr e Michael J Fox) il biondo attore americano rimane legato alla sua voce.

Chi non si è innamorato almeno una volta della sua voce nel romantico film "Vi Presento Joe Black"?

Articolo a cura di Alessandro Delfino

(per la foto del doppiatore si ringrazia Vix-Vocal)

Doppiaggio: videointervista a Luca Biagini

Ci piace parlare di voce con chi proprio se ne intende! Torniamo a farlo con l’attore e doppiatore Luca Biagini, ormai un amico di VOCI.fm. Questa volta lo abbiamo incontrato con le telecamere di Patrizia Simonetti, per aggiornarci sui suoi ultimi impegni al leggio e per farci dare qualche altra dritta sempre gradita!

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Luca Biagini su VOCI.fm. Una voce che si sente quando vediamo personaggi come Michael Keaton, nei documentari e poi…
Poi sto doppiando anche la  nuova serie di Hugh Laurie, il famoso “Dr. House” che ho doppiato gli ultimi due anni. Stavolta interpreta un neuropsichiatra forense, quindi un personaggio diverso rispetto al precedente, ma comunque molto interessante, controverso e borderline.

Quanto ci metti del tuo vissuto e del tuo carattere in quel momento, quando doppi un personaggio?
Beh, ci si mette sempre del proprio in questo lavoro. Il doppiaggio è una specializzazione del mestiere dell’attore e devi dare la giusta interpretazione alle scene girate in originale. Insomma, è complicato perché devi mettere la tua capacità espressiva al servizio di un’altra persona, entrare nelle sue emozioni e cercare di beccare il suo ritmo interiore. E’ la cosa fondamentale ed anche la più delicata, perché ogni attore ha un proprio modo di fraseggiare ed arrivare al feeling perfetto è spesso una vera impresa.

Tu ovviamente sei anche un attore, hai fatto tante fiction (tra cui “Sacrificio d’amore”). Ma è indispensabile esserlo per potersi cimentare nel lavoro del doppiatore?
Assolutamente si, lavorare nel doppiaggio senza essere attori è impossibile. Ma non nel senso “accademico” del termine; si può arrivare a fare l’attore anche senza passare per tante scuole. C’è chi ci nasce, chi ha questo talento dentro e può svilupparlo direttamente sul campo, ma non si può doppiare se non si ha quella capacità di saper cogliere le sfumature ed i dettagli, e possedere una ricca gamma espressiva vocale, tipica dell’attore.  Come la fisicità, che nel doppiaggio serve tantissimo, anche se non si vede. Davanti al leggio, l’attore si deve “attivare”; altrimenti la voce è statica.

Questo è davvero un bel consiglio per chi ci segue, grazie Luca.
Grazie a voi ed un saluto a tutta la community VOCI.fm, perché siete appassionati di doppiaggio e quindi ci aiutate a far bene questo lavoro e ad amarlo.

LUCA BIAGINI: CENNI BIOGRAFICI

Luca Biagini nasce a Ville di Corsano (SI), il 3 Ottobre 1949 ed è uno dei più noti attori e doppiatori italiani. Doppiatore ufficiale di John Malkovich, ha prestato la voce a Kevin Kline, Colin Firth, Ed Harris, Stanley Tucci, William Hurt, Gabriel Byrne e Denzel Washington in molte importanti interpretazioni. E’ anche il doppiatore di Michael Keaton nel ruolo di Bruce Wayne su “Batman” di Tim Burton (1989), Hugo Weaving (Elrond) nella trilogia de “Il Signore degli Anelli” e Bruce Willis ne “L'esercito delle 12 scimmie". In radio ha prestato la voce negli sceneggiati di RadioDue a personaggi come l'ispettore Ginko (in Diabolik) e l'inquisitore Nicolas Eymerich (di Valerio Evangelisti, regia di Arturo Villone). Come attore è diventato noto al grande pubblico interpretando il personaggio di Edoardo Della Rocca nella soap-operaCentovetrine” (Canale 5). Ha recitato nel film “Maria Goretti” ed in tantissime altre produzioni teatrali e televisive. Un aneddoto curioso è quello di essere stato scelto direttamente dall'attore inglese Hugh Laurie per sostituire Sergio Di Stefano nel doppiaggio della serie televisiva “Dr. House - Medical Division” a partire dalla settima stagione. Importante ricordare che Luca Biagini è "Leggio d'oro” come “voce maschile dell'anno 2016".

Doppiare che passione: come si diventa doppiatori?

Quando nasce il desiderio di intraprendere la strada del doppiaggio professionale sono tanti gli interrogativi che ci si pone. Fare il doppiatore è sicuramente un mestiere affascinante, ma quali sono i primi passi da compiere? 

Ti piace la voce di questo podcast? Contatta subito lo speaker Antonio Amoruso  

Ciao mi presento, sono Antonio Amoruso, attore, doppiatore e speaker pubblicitario. Se stai leggendo questo articolo immagino che tu sia tra quelli che ogni qualvolta ha visto un film o un cartone animato, sin da piccolo, si è sempre chiesto di chi fossero le voci dei protagonisti, rimanendone spesso affascinato. 

Avrai sicuramente pensato come sarebbe bello conoscere quel doppiatore o sognato addirittura di diventare come lui. Forse le domande ricorrenti che ti sei sempre posto sono: come si diventa doppiatore? Lo possono fare tutti oppure è solo per raccomandati? Bisogna essere attori? Ci sono scuole? Ma quanto costano? Sono solo a Roma? Ci vuole una bella voce? Calma! Cercherò di rispondere a tutti questi quesiti.

Come conosco le risposte? Beh, perché avevo le stesse domande in testa anche io e con le giuste motivazioni sono riuscito ad oggi ad avere piccole soddisfazioni.

Quello del doppiatore è un mestiere affascinante che richiede indubbio talento, tanta determinazione, faccia tosta ed anche un po’ di fortuna. Questo naturalmente se vuoi cercare di lavorare negli studi di registrazione più famosi. 

MA COME SI DIVENTA DOPPIATORI?

Molti ti direbbero frequentando un corso tenuto da svariate società di doppiaggio cresciute come funghi ultimamente. Trovo quantomeno tempestiva la crescita di queste e allo stesso tempo direttamente proporzionale alla crisi dello stesso mercato . Non sono contro queste scuole, sia chiaro, tra l’altro ne ho frequentata una anche io, anzi molte di queste annoverano docenti di un certo livello, ma proprio per questa ragione, il loro costo non solo non è alla portata di tutti ma la cosa più drammatica che nonostante un esborso economico non indifferente, nessuna di queste ti può dare la certezza, una volta terminata di frequentarla, di entrare a far parte del mondo lavorativo.

Una cosa è sicura però, se vuoi diventare un doppiatore, devi comunque possedere delle potenzialità da attore e sarebbe cosa utile se non indispensabile avere seguito dei corsi di recitazione e dizione.



ALCUNI CONSIGLI PER INIZIARE A FARE DOPPIAGGIO

Dato per scontato che abbiate le qualità per farlo, il primo consiglio che mi sento di darvi è quello di interpretare anelli, che è il nome convenzionale dato al frammento di scena da doppiare, tratti da cartoni animati, serie tv e film e riuscire a trasmettere un emozione sentendola per primi.

Mi ricordo un aneddoto che si racconta sul grande Ferruccio Amendola, il quale durante una regia, suggerì al collega di turno di far sentire l’acqua della pioggia che cadeva incessante sul personaggio al quale stava prestando la voce . Ecco questo potrebbe farvi capire cosa sia il doppiaggio . Quando vi sentirete pronti a trasmettere emozioni, allora potrete provare ad andare al leggio iniziando a mettere alla prova la propria volontà , motivazione e soprattutto capacità.

Sarebbe una buona cosa riuscire a seguire i turni di professionisti nelle diverse sale in tal modo da chiedere al direttore di turno, di poter sostenere un provino. Una volta era molto più semplice entrarvi ora per svariate ragioni vi è una minore disponibilità, allora il trucco è insistere provare e riprovare finche non si ottenga una risposta positiva perché ricorda con la tenacia , la volontà e la preparazione si può ottenere tutto!! 

Articolo a cura di Antonio Amoruso

Enzo Iacchetti: lo show-man che ama il doppiaggio

Tutti lo conosciamo come "socio" di Ezio Greggio a "Striscia la Notizia", come attore teatrale e show-man. Ma in pochi sappiamo che Enzo Iacchetti è anche un bravo doppiatore, voce di Lord MacGuffin nel film Disney Pixar "Ribelle - The Brave" (2012), di Spongebob, di Kak nell'"Aida degli alberi" (2001) e che il lavoro al leggio lo affascina particolarmente. Patrizia Simonetti lo ha intervistato per il #sitodellevoci

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Enzo Iacchetti su VOCI.fm. Tu oltre ad essere un grande attore e cantante, hai assaggiato anche il doppiaggio. In che modo e quando?
Beh, intanto ho doppiato quei pochi film che ho fatto, inutile citarli; ho doppiato le parti che non erano venute bene in diretta. Però io sono doppiatore di due cartoni animatiche hanno avuto molto successo: uno è del 2012, “Ribelle - The Brave” (Disney Pixar) dove doppiavo uno dei tre capi che avevano i figli che dovevano andare in sposa alla ragazza rossa, poi l'“Aida degli alberi” con le musiche di Ennio Morricone dove ho anche cantato una canzone scritta dal maestro Morricone. Davo la voce ad un personaggio grassone che mangiava panini in continuazione :-)

Cosa ti piace della professione del doppiatore?
Mi piace la sfida che fai con il tempo, con le labbra degli altri e le tue. È una cosa che a me è piaciuta molto. Mi piacerebbe farlo più spesso, ma ormai ho una voce troppo identificabile.

A proposito di voce, come la usi in modo diverso? Quando sei a teatro, quando canti, quando hai doppiato o quando fai “Striscia la Notizia”?
Beh, su “Striscia la notizia” e a teatro è la mia voce, quella “vera”. Quando canto è chiaro che spingo, faccio i piani e i forti. Ho studiato musica, quindi sono molto preparato e mi vanto di esserlo. Nel doppiaggio, se mi chiedono una voce particolare riesco a farla perchè ho iniziato nelle radio tanto tanto fa e lì ho lavorato molto. Ho fatto tantissime voci ai tempi delle radio libere. Nessuno si accorgeva che ero sempre io, cambiavo orario, variavo l'impostazione ed il carattere... ed ero un altro. Me la cavo perchè sono un buon attore.

E la tua voce la curi in qualche modo?
Si, si, e la voce c’è nonostante l’età… ancora c’è! A VOCI.fm dico grazie di esistere da Enzo Iacchetti.

 

Fabio Rovazzi: la sua voce in Ralph spacca Internet

Fabio Rovazzi, ospite della “Festa del Cinema” di Roma, parla della sua prima esperienza di doppiaggio: ha infatti prestato la sua voce ai tre stormtrooper in “Ralph spacca Internet”, il nuovo lungometraggio d’animazione Disney diretto da Rich Moore e Phil Johnston e prodotto da Clark Spencer, al cinema dal primo gennaio 2019. Grande fan della saga di Star Wars, Rovazzi non esclude neanche di entrare nel mondo vero e proprio di Guerre Stellari, sempre con la sua voce. Patrizia Simonetti era presente alla conferenza stampa per proporre su VOCI.fm il video-incontro con Rovazzi ed il trailer ufficiale italiano di “Ralph spacca Internet”, dove sentiamo in anteprima anche la sua voce al leggio.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Fabio Rovazzi, in conferenza stampa alla “Festa del Cinema” di Roma per annunciare il suo primo film da regista, rivela anche di aver portato a termine il suo primo doppiaggio in “Ralph Spacca Internet”, il nuovo film della Disney che vedremo a Gennaio. E noi di VOCI.fm eravamo lì per chiedergli: “di che si tratta?”
Doppio degli Stormtrooper, che sono i soldati-cloni di Star Wars! Io sono un grande fan di Star Wars e questa operazione di doppiaggio, questo cameo, in realtà è un progetto: adesso in “Ralph Spacca Internet” faccio un cammino doppiando gli Stormtrooper, più avanti in “Guerre Stellari” (quello vero e proprio), doppierò... anche lì degli Stormtrooper! E' una cosa mia personale, per cui sono molto contento. L'esperienza di doppiaggio è stata molto divertente, io nutro grande rispetto per i doppiatori italiani, penso siano i più bravi al mondo ed ho anche rifiutato, in passato, molte cose di doppiaggio con magari ruoli più importanti, con personaggi dei film di animazione, perché ho sempre avuto il timore di rovinare un film doppiandolo io o comunque di non essere abbastanza bravo nel farlo; però diciamo che questo è invece un progetto che mi interessava da fan di Star Wars, quindi ho accettato ed è stata anche un'azione divertente ed anche riuscita bene, la scena è credibile e quindi sono contento.


Visto che il tuo video ha tantissimo successo sul web e adesso ti accingi anche a fare un film “lungo” come regista, ci puoi dire quali sono, secondo te, i criteri importanti per ottenere consensi in ambito cinematografico: ad esempio, l'idea, il personaggio già noto, il talento? E invece, tornando al doppiaggio, cosa ti ha aiutato di più rispetto all'uso che hai già fatto della tua voce nella musica, nella pubblcità o nella radio?
Beh, io sono dell'idea che in questo periodo nel cinema ci sia una grande carenza di idee originali. Si vedono tantissimo, a livello americano, remake di blockbuster perchè c'è una mancanza effettiva di nuove intuizioni. Quindi un'idea innovativa è senz'altro un buon elemento di partenza. Io poi sono uno che quando entra in sala vuol vedere qualcosa di spettacolare, non una cosa usuale che posso vedere nella vita reale. Cerco la “spettacolarità” nell'opera. Per me fare un film è fare qualcosa che ti inserisce in un mondo a cui non sei abituato. Certo non so darti grandi spunti per avere successo al cinema, perchè non ne ho avuti, magari in futuro... :-)
Sul doppiaggio posso dire di essere stato aiutato; è una cosa diversa dal cantare e, secondo me, anche dal recitare. Perchè si, è vero che “reciti” ma, come nel caso di “Ralph Spacca Internet”, lo fai con una voce diversa dalla tua, in base ai vari personaggi. Mi hanno seguito molto e mi sono divertito tantissimo.



Francesco De Francesco: L'INTERVISTA PER VOCI.FM

Ancora due chiacchiere tra doppiatori. Il nostro Alessandro Delfino ha raggiunto al telefono Francesco De Francescovoce tra l'altro di Jason Momoa in "Aquaman". E' tutto nell'intervista che vi proponiamo sul #sitodellevoci

Francesco Mandelli: attore, cantante e doppiatore

Chi non ricorda il mitico Ruggero, protagonista de "I soliti idioti", oppure il postino nel video de "L'esercito del selfie"? Dietro a questi e a tanti altri personaggi c'è sempre lui: Francesco Mandelli. Attore, cantante e addirittura doppiatore. E' sua la voce dell'orso Paddington, grande successo cinematografico. lo ha incontrato per VOCI.fm la nostra giornalista Patrizia Simonetti.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Francesco Mandelli su VOCI.fm! Com'è stato doppiare per la seconda volta Paddington?
Beh, doppiare è un lavoro molto complicato, ci vuole grande tecnica, ci vuole grande senso musicale e ritmo. Bisogna stare sempre molto concentrati ed è strano perchè uno che fa l'attore è abituato a dire delle battute e ad esprimere emozioni e sensazioni anche grazie alla mimica facciale, al corpo e agli occhi che sono la cosa più importante, mentre con il doppiaggio sei dentro una cabina nera e devi cercare di dare la voce a delle immagini che già esistono. Però in casi come questo, in cui l'orso ha un'espressività pazzesca, dargli voce porta a risultati molto soddisfacenti.

Quindi è più difficile doppiare che recitare in prima persona?
Secondo me non c'è competizione: doppiare è molto più difficile che recitare! Sarà poi che io ho recitato sempre in maniera spontanea, quasi come un gioco che non è mai cambiato dai tempi delle prime recite alla Scuola Media. Anche doppiare può essere considerato una cosa divertente, ma richiede molta più concentrazione e tecnica. Adesso che lo faccio ho più che mai stima dei grandi doppiatori che in tutti questi anni ci hanno regalato delle performance incredibili.

Tu tra l'altro canti anche, quindi usi la tua voce a 360°!
:-) Beh, canto male ma mi è sempre piaciuta la musica ed è una mia grande passione insieme alla recitazione. E' stato mio papà a mettermi in mano una chitarra per suonare insieme a lui le canzoni di Bob Dylan; e potrei dire che il doppiaggio è molto più simile ad un esercizio musicale. Sei in uno studio, bisogna incidere ed hai solo uno strumento a disposizione: la tua voce. Di certo questo aiuta. Un saluto a VOCI.fm da Francesco Mandelli e da Paddington. Ci vediamo al cinema!



FRANCESCO MANDELLI: CENNI BIOGRAFICI

Francesco Mandelli nasce ad Erba (CO) il 3 Aprile 1979. Debutta in televisione su MTV Italia, nel programma “Tokusho” (1998) in veste di co-conduttore insieme ad Andrea Pezzi. All'interno dello show veste i panni del "nongiovane", soprannome con cui viene conosciuto dal pubblico di MTV, che poi diventerà "nongio" per abbreviazione. Nel 1999 debutta come attore con il film “Tutti gli uomini del deficiente”, regia di Paolo Costella, a cui fanno seguito, tra gli altri, “Ora o mai più” (2003), regia di Lucio Pellegrini, “Manuale d'amore” (2005), regia di Giovanni Veronesi, “Natale a Miami” (2005), “Natale a New York” (2006) entrambi per la regia di Neri Parenti , e “Generazione 1000 euro” (2009), regia di Massimo Venier. Nel 2008 partecipa al programma TV “Non perdiamoci di vista” al fianco della conduttrice Paola Cortellesi e del musicista Rocco Tanica; il programma, anche se ben recensito, non decolla negli ascolti e termina dopo le cinque puntate programmate. Francesco Mandelli fa parte di un gruppo musicale, gli “Orange”, di cui è voce e chitarra. Insieme al suo collega Fabrizio Biggio e alla cantante Nina Zilli, ha presentato la sesta edizione dei “TRL Awards” (Firenze - 20 aprile 2011). Per l'occasione ha vestito i panni del suo personaggio di maggior successo, il protagonista della sit-com “I soliti idioti”: Ruggero De Ceglie. Dal 2010 al 2012 partecipa come co-protagonista nella serie TV “Squadra antimafia - Palermo oggi”, nel ruolo dell'ispettore Luca Serino. Nel 1998 lavora a Radio Deejay sempre al fianco di Andrea Pezzi nella trasmissione radiofonica “Per noi giovani” e dal 2007 al 2010 conduce “105 Week End” su Radio 105. Il 2 luglio 2011, ha condotto la terza e ultima serata degli MTV Days 2011, presso Piazza Castello (Torino). Il 15 febbraio 2012 è ospite assieme a Fabrizio Biggio al “Festival di Sanremo” nei panni de “I soliti idioti”. Nello stesso anno doppia il personaggio “Butt-head” nell'ottava stagione della serie animata “Beavis and Butt-head”. Dopo il successo di Natale 2012 con il film “I 2 soliti idioti”, il 24 gennaio 2013 recita in un film da protagonista in “Pazze di me” per la regia di Fausto Brizzi. Ad agosto 2013 esce il cartoon Pixar da lui doppiato “Monsters University” e alla fine dello stesso anno lo ritroveremo tra i protagonisti di “Colpi di fortuna” regia di Neri Parenti. A ottobre 2013 insieme a Fabrizio Biggio è protagonista di una performance dell'artista Maurizio Cattelan all'accademia di belle arti di Bologna. Il 14 dicembre 2014 viene annunciata da Carlo Conti la sua partecipazione al Festival di Sanremo 2015 insieme a Fabrizio Biggio con il brano “Vita d'inferno”. Al termine della quarta serata, il brano è tra i quattro esclusi dalla finale. Nel marzo 2015 esce il nuovo film del duo comico, “La solita commedia – Inferno”. Nel 2017 partecipa nel video musicale "L'esercito del selfie" degli artisti Takagi (disc jockey) e Ketra con Arisa e Lorenzo Fragola. Nel 2014 e nel 2017 è anche voce dell'orso “Paddington”, nell'omonimo film. È tifoso del Milan, squadra della quale commenta le partite nella trasmissione di Rai 2 “Quelli che il calcio”.

fonte Wikipedia

Francesco Pannofino: attore in Romolo + Giuly su FOX

Francesco Pannofino torna in TV con una partecipazione straordinaria in una serie divertente e dissacrante dall’aura vagamente (ma neanche tanto) shakespeariana: "Romolo + Giuly La guerra mondiale italiana", da lunedì 17 settembre alle 21.15 su Fox. Tra i personaggi “paradossali” c'è lui, Edoardo Pederzoli, presidente della Regione Lombardia (in realtà romanissimo!), interpretato da Francesco Pannofino. Neanche a dirlo la sua caratteristica più divertente è proprio legata alla voce: sapersi “sdoppiare” passando dal milanese al romanesco... Ce ne parla proprio il grande doppiatore, intervistato da Patrizia Simonetti.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Francesco Pannofino in “Romolo + Giuly”, una serie divertentissima, ironica, ci sono dentro un sacco di cose. Tu sei Edoardo Pederzoli, raccontaci.
Edoardo Pederzoli è un “cazzaro”, cioè uno che fa finta di essere milanese e occupa una poltrona importante come presidente della Regione Lombardia, ma lo fa per i suoi affari; non posso aggiungere altro... altrimenti mi cazziano! Però, è un tipo davvero sopra le righe, abbastanza paradossale, come lo sono tutti i personaggi della serie.

Ti vediamo nella serie che ti sdoppi nel linguaggio, no? Parli un pò milanese perché sei al tuo posto e poi a un certo punto, niente, “sbrachi” (come si dice a Roma), con il romano. Com’è stato passare da una cosa all’altra?
Divertente! Intanto più cose un attore può fare e meglio è. Poi qua si può andare anche, ripeto, sopra le righe. Mi sono divertito a fare maldestramente il milanese, non è che sono il massimo... però, insomma, la dò a bere :-)

E riesci anche a portare la sfilata d’alta moda da Milano a Roma!
Si, con questo piccolo escamotage, porto la settimana della moda da Milano a Roma.

Senti tanta ironia anche su Roma, sui romani, ci si scherza su. L’autoironia fa bene? Ci vuole?
Beh, assolutamente si! perché se ci prendiamo troppo sul serio è finita, se non c’è più senso dell'humor ecc. Anche la diatriba Roma-Nord / Roma-Sud, in realtà è bonaria, non c’è niente di drammatico. Anche perché è una rivalità nata negli ultimi anni. Io quando ero ragazzino non me la ricordo questa cosa, eravamo tutti mischiati: Casilina, Tiburtina, Cassia, Flaminia, non c’era distinzione.

Poi c’è quest’aria shakespeariana, insomma, già da “Romolo” e “Giuly”.
E' una buona idea, io credo che il pubblico l’apprezzerà!



ROMOLO + GIULY

LA GUERRA MONDIALE ITALIANA

la nuova serie comedy italiana targata Fox

con

Alessandro D’Ambrosi, Beatrice Arnera, Fortunato Cerlino, Massimo Ciavarro, Federico Pacifici, Nunzia Schiano, Giorgio Mastrota, Michela Andreozzi, Lidia Vitale, Umberto Smaila e con Francesco Pannofino

con i camei d’eccezione di

Paolo Bonolise Giorgio Panariello

web star

Federica CacciolaaliasMartina dall’Ombra, gli Actual e Le Coliche

Soundtrack firmato da

Lo Stato Sociale

“Il Paese dell’Amore” è colonna sonora ufficiale della serie

Nell’omonimo videoclip - parodia di una celebre scena deLe Ienedi Quentin Tarantino – a fianco al protagonista Lodo (Lodovico Guenzi), nei panni di Mr Blond che tortura il povero pupazzo Tciù, troviamo anche altri due interpreti della serie di Fox, Fortunato Cerlino e Giorgio Mastrota.

 

In prima visione assoluta dal 17 settembre 2018 ogni lunedì alle 21.15 su FOX (canale 112 di Sky)

Francesco Pannofino: voce incredibile

Ci sono voci che più di altre "restano": timbro inconfondibile, recitazione caratterizzante, versatilità massima. E' senz'altro il caso di Francesco Pannofino, tra i più amati attori e doppiatori italiani. Lo ha intervistato per VOCI.fm la giornalista Patrizia Simonetti.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Francesco Pannofino su VOCI.fm. Grande doppiatore oltre che attore, voce di Denzel Washington e George Clooney, ma anche di cartoni animati come “Pipì Pupù e Rosmarina”, insomma chi più ne ha più ne metta. Che differenza c'è tra dare la voce ad un grande attore e dare la voce ad un personaggio animato?
Intanto il lavoro va preso tutto seriamente; se proprio vogliamo parlare di differenza “tecnica”, secondo me, doppiare un cartone è più faticoso, perché hai davanti a te una bocca “disegnata” e poi perchè i personaggi dei cartoni animati sono quasi sempre sopra le righe e quindi risultano più impegnativi, ma altrettanto divertenti. Poi dipende anche da chi doppi, da che film stai facendo, ci sono volte in cui è bello, molto bello, altre in cui non tutte le ciambelle riescono col buco! Nel caso di “Pipì Pupù e Rosmarina” è tutto perfetto, perché Enzo D'Alò è un grande regista ed ha deciso di portare al cinema questa serie dopo una lunga gestazione; è un film che piace ai bambini, ma anche ai grandi, perché non bisogna farsi ingannare dai disegni o dalle voci dei bambini dei protagonisti, ci sono anche spunti interessanti per gli adulti.

Ti senti più realizzato quando fai l'attore, quando oltre che con la voce ci sei anche in carne ed ossa oppure quando doppi qualcuno comunque di grande livello?
No, beh, il lavoro è tutto bello, perché poi è quello che volevo fare da bambino e questa è già una grande soddisfazione per un uomo. Chiaramente un attore quando si può esprimere anche con la faccia è più completo, ma questo non toglie nulla alla serietà del lavoro del doppiaggio, dove è vero che tu partecipi ad un film già fatto e che l'attore ha già recitato la sua parte, però bisogna ridare le stesse emozioni in un' altra lingua, che sembra facile, ma non lo è.

Quindi è un tuo sogno da bambino quello di fare il doppiatore, ma non avevi questa voce?
No, veramente da piccolo non sapevo neanche quello che volesse dire la parola “doppiatore”. Ma avevo tre sogni: calciatore, giornalista ed attore. Ero un buon calciatore, ma non al punto da diventare un professionista, come giornalista serve di essere molto ficcanasi ed io non lo sono. Alla fine ho fatto l'attore perché mi sono accorto di avere talento interpretativo, più che altro me ne hanno fatto accorgere i miei amici e le persone che mi stavano vicino; ci ho provato ed è andata bene.

So che adesso ai doppiatori non fanno più vedere il film da doppiare, per cui magari capita che una mattina ti alzi triste e vai a doppiare una cosa che fa ridere o viceversa. Ci si fa l'abitudine?
Sai, nel mio lavoro purtroppo le condizioni personali bisogna lasciarle a casa. Bisogna farci l'abitudine, e se mi sveglio triste... per forza me la faccio passare.

Un consiglio ai giovani che vogliono fare l'attore, il doppiatore?
Ognuno ha la sua storia, il suo talento, la sua faccia, la sua voce ecc. Bisogna individuare dentro di sé se c'è il talento adatto per poter fare questo lavoro, perché bisogna esserci portati e quindi occorre molta autocritica e poi provarci e non abbattersi al primo ostacolo. Iniziare da giovani, perché quando si arriva ad una certa età è difficile. Si perde la faccia tosta per andare avanti, per proporsi, anche per superare le prime difficoltà.

Un saluto affettuoso a VOCI.fm da Francesco Pannofino, e vi auguro ogni bene. Ciao a presto!



FRANCESCO PANNOFINO: CENNI BIOGRAFICI

Francesco Pannofino, nasce a Pieve di Teco (IM) il 14 novembre 1958. E' uno dei più noti attori, doppiatori e direttori del doppiaggio italiano. Voce ufficiale di George Clooney e Denzel Washington, ha prestato la voce a Kurt Russell, Michael Madsen, Jean-Claude Van Damme, Antonio Banderas, Philip Seymour Hoffman, Dan Aykroyd e Mickey Rourke in diverse interpretazioni importanti. E' anche doppiatore di William Petersen nella serie televisiva “CSI - Scena del crimine”, Wesley Snipes nella trilogia di “Blade”, Robbie Coltrane nella saga di “Harry Potter”, Michael Madsen in “Kill Bill” di Quentin Tarantino, Benicio del Toro in “Traffic” e Tom Hanks in “Forrest Gump”, Daniel Day-Lewis. Ha inoltre doppiato, subentrando al collega Marco Mete, il personaggio di Tex Willer nello sceneggiato radiofonico trasmesso da “Rai Radio 2”. Tra gli attori doppiati vi sono Kevin Spacey, Kiefer Sutherland, Willem Dafoe nella trilogia di “Spider-Man”, Costas Mandylor nella saga di “Saw” (ad eccezione del terzo capitolo), Vin Diesel in “xXx”, “Il risolutore” e “Prova a incastrarmi”. E' anche voce di Fred Flintstone nel film “I Flintstones”. Attore e voce di numerosi spot pubblicitari, tra cui la fortunata campagna dei treni “Italo” nell'anno 2017. E' sposato con la doppiatrice Emanuela Rossi.

Francesco Prando: la voce di James Bond

La sua voce è inconfondibile, non a caso per noi italiani è “James Bond“ da oltre 10 anni! Ma non solo: Francesco Prando è uno dei più talentuosi e versatili doppiatori italiani. Ascoltiamo i suoi consigli nella videointervista realizzata per VOCI.fm da Patrizia Simonetti.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Su VOCI.fm... il mio nome è Prando: Francesco Prando :-) 
Grazie, non è proprio cosi, ma la vicinanza con l'Agente 007 fa si che in una maniera o nell’altra questo possa succedere! 

Che cosa bisogna fare per diventare dei bravi doppiatori? Lo vogliamo dire a tutti i ragazzi e i giovani che ci guardano e ci ascoltano? 
Bisogna avvicinarsi a questo lavoro con grande serietà, pensare che nessuno ti regala niente e che ci vuole una grandissima preparazione per raggiungere dei traguardi di un certo livello. Bisogna studiare dizione, recitazione, avere la possibilità di sperimentare e allo stesso tempo essere convinti ed andare avanti anche dopo i primi passi falsi. Però ci vuole una grandissima costanza, applicazione e grande studio, questa è la cosa fondamentale.

Nella sua lunga carriera, a parte Daniel Craig, c’è mai stata una frase che non avrebbe voluto pronunciare o un personaggio a cui non avrebbe mai voluto prestare la voce?
No, perché  io penso che qualunque personaggio ti arricchisca, accresca il tuo bagaglio di esperienza, positivo o negativo che sia. In una carriera si fanno inevitabilmente degli sbagli, delle cose per cui magari alla fine della lavorazione dici “mannaggia forse era meglio se non l’avessi fatto”. Invece  io penso che anche lo sbaglio sia una presa di coscienza e una consapevolezza in più, quindi ci sta anche quello. Poi bisogna provare ogni tipo di esperienza, va bene il cartone animato, va bene il documentario e comunque tutto accresce ed arricchisce a 360°. 

Invece, al contrario, c’è un personaggio a cui ancora non ha dato la sua voce e che magari avrebbe voluto doppiare? 
Sinceramente non te lo so dire, io sono estremamente felice della carriera che ho fatto, che sto facendo e che spero di continuare a fare per tanto tempo. Di occasioni me ne sono capitate moltissime e sarebbe veramente poco carino dire “mi manca quello perché no?”. Da questo punto di vista va bene cosi. Saluto tutti voi di VOCI.fm, continuate a seguirci perchè il doppiaggio è un lavoro meraviglioso e speriamo in tutti i modi di farvelo arrivare, di darvi emozioni, trasmettervi sensazioni, stati d’animo e non soltanto parole; questa sarebbe la cosa più importante.

 

FRANCESCO PRANDO: CENNI BIOGRAFICI

Francesco Prando, nato a Roma il 22 Febbraio 1960, è noto per essere la voce italiana di Daniel Craig nei film di James Bond, ma anche di Luke Perry in “Beverly Hills 90210”, di Eric Dane in “Grey's Anatomy” e degli attori Vince Vaughn, Matthew McConaughey, Michael Fassbender, Guy Pearce, Keanu Reeves, Jason Statham, Hugh Grant e Matt Dillon in alcune significative interpretazioni. Nel campo dell'animazione, ha doppiato Ned Flanders ne “I Simpson” (in sostituzione di Pino Insegno), Dark Pixie in “Winx Club” e tanti altri personaggi. Dal 2002 è voce di rete su LA7 e del format di Rai 2La storia siamo noi”. Nel 2014 vince il “Leggio d'oro” alla miglior interpretazione maschile per il doppiaggio di Ralph Fiennes in “Grand Budapest Hotel”.

Fuori Sync: giovani doppiatori in rete

Si sono fatti notare da subito i “Fuori Sync”, giovani doppiatori che su YouTube riadattano scene di film famosi con dialoghi ironici ispirati alle ultime tendenze. E' loro anche il video promozionale del Festival “Voci nell'ombra 2018”, simpatico e tecnicamente eccellente. Marco Picchio li ha intervistati per VOCI.fm

Intervista realizzata da Marco Picchio


Amici di VOCI.fm un abbraccio da Marco Picchio! Saprete di certo che Ottobre, sul #sitodellevoci, è consacrato al doppiaggio e l’evento clou di questo mese è di sicuro il festival “Voci nell’ombra”. I ragazzi che intervisterò oggi sono giovani promettenti doppiatori accomunati da un progetto veramente geniale denominato “Fuori Sync”: Salvatore Agresta, Gianluca Dell’Arso e Alberto Pigliapochi. La prima domanda la faccio a te, Alberto, come è nato tutto?
Ciao Marco, ciao a tutto il pubblico di VOCI.fm. Io ho frequentato un corso di doppiaggio a Bologna e successivamente sono stato chiamato da un altro studente, ovvero Gianluca, per dei doppiaggi. Due anni dopo ho pensato di unire l’utile al dilettevole; avevo notato che sul web c’erano molti personaggi che si facevano un nome attraverso degli sketch o comunque puntando sull’umorismo e mi sono detto: “Ho studiato per questo, ho una mente piuttosto creativa... allora troviamo un mezzo trasversale per farci conoscere e magari un domani sperare di entrare nel professionismo da una porta che non è proprio quella principale”.

Ed è una cosa che stanno facendo anche altri ragazzi. Noi abbiamo modo di intervistare tanti giovani doppiatori e sono tutti orientati all'utilizzo dei canali social per raggiungere l’obiettivo di fare il lavoro del doppiatore e magari diventare dei professionisti a tutti gli effetti. Allora in pratica, ma questa cosa la chiedo a Salvatore, voi mettete le vostri voci su immagini di film e serie famose, no? E quello che ne esce fuori è divertente e esilarante. Come scegliete i vostri lavori e quali sono quelli che vi hanno dato più soddisfazioni?
Sicuramente questa è una domanda molto interessante, perché dietro c’è, appunto, un lavoro che definirei “meticoloso”. Noi ci approcciamo, più che altro, su video e film che sono già passati sul grande schermo. Cerchiamo di riadattarli a quelle che sono le tematiche attuali che possano avere un riscontro sul grande pubblico. Prendiamo l’argomento “trend” del momento per creare empatia con gli spettatori perché i video diventano virali grazie a queste tre regole: il film deve essere un “cult”, la scena deve essere famosa e quello che diciamo non deve c’entrare nulla con la scena in questione. Ti faccio l'esempio del nostro lavoro sulla scena de “Il Signore degli Anelli”.


Ovviamente noi cerchiamo di impegnarci nel doppiaggio, che è quello che abbiamo studiato. Molto del successo de nostri video, anche sulla base dei commenti che riceviamo, è dovutoalla professionalità, che si avvicina a quella di un doppiaggio reale. C’è da dire, che noi, alla fine, facciamo tutto da soli: siamo gli adattatori di noi stessi, i fonici di noi stessi, i direttori di doppiaggio... di noi stessi. :-)

Quanti followers contate ad oggi sul vostro canale YouTube?
Abbiamo 10.000 iscritti, che nel mondo di YouTube sono briciole, però in meno di un anno è un buon riscontro…

Veniamo, adesso, a “Voci nell’ombra”, il festival nazionale del doppiaggio che si svolgerà a Savona dal 18 al 20 Ottobre 2018. Quest’anno voi farete da testimonial a questo evento con dei video che avete creato proprio per l’occasione. Gianluca, qualche anticipazione ce la potete dare?
Okay, intanto la collaborazione è nata da uno dei nostri e da lì abbiamo fatto dei video di prova che sono piaciuti molto e ci hanno chiesto di realizzare, per la prima volta, un video promozionale che rappresentasse qualcosa di nuovo, giovanile e diverso dai soliti clip di presentazione del festival. Da lì è nata la prima produzione, che conoscete bene, perchè sta anticipando l'evento. Posso dire che faremo altri tre video per tutte e tre le serate del doppiaggio, ognuno parlerà di argomenti diversi, sempre a tema.

Noi di VOCI.fm seguiremo molto da vicino “Voci nell’ombra”, saremo presenti a Savona per interviste ed anteprime, quindi avremo sicuramente modo di incontrarci. Vi faccio un'ultima domanda, un consiglio che potreste dare agli aspiranti doppiatori che fanno parte della nostra community. Cosa consigliano i “Fuori Sync”?
Il consiglio è di insistere perché è l’unica cosa che vi può portare a fare il mestiere del doppiatore; solo in questo modo vi potete far conoscere in questo ambiente. Alla fine, per chi parte da zero, è molto più difficile, bisogna solamente andare davanti agli studi di doppiaggio e chiedere: “Vi prego, vi prego... fatemi assistere almeno, fatemi fare un colpo di tosse”. Bisogna insistere finchè...
Oppure dovete farvi venire in mente un’idea per farvi conoscere. Questa del canale YouTube è stata un’idea che ci ha divertiti dall’inizio.

Quindi, comunque, l’utilizzo dei social è molto importante per farsi conoscere!
Si! Diciamo che nel 2018 può essere un’arma, perché chi meglio dei giovani utilizza i social-network quotidianamente? Per cui, se possono essere sfruttati per una buona causa, invece di essere usati per condividere video di gattini...

Giusto e geniale! Ringrazio i “Fuori Sync”: Salvatore, Gianluca, Alberto e anche i due ragazzi che oggi non sono presenti, Andry e Samuele. In bocca al lupo e ci sentiamo presto! Ciao!
Grazie a voi! Crepi il lupo!

Gabriele Corsi: Trio Medusa, Radio Deejay e Rai 1

Patrizia Simonetti intervista Gabriele Corsi, che tutti conosciamo per il Trio Medusa, da oltre 15 anni in onda su Radio Deejay o per lo straordinario successo televisivo di “Reazione a Catena 2018” (Rai1) di cui è conduttore. Ma voi lo sapevate che è stato anche doppiatore in due film d'animazione? Ed è proprio del suo amore per la voce e dei progetti futuri che parla alle telecamere di VOCI.fm!

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Gabriele Corsi su VOCI.fm! Parte questo programma che si chiama “B come sabato”; il calcio dal lato umano, giusto?
Il calcio dal lato umano, il calcio dal lato dell’essere splendidamente provinciali. Cercheremo di raccontare tutto quel mondo; è il mondo più vero, con tanti sport e non solo calcio; avremo tutte le Federazioni che non mi piace definire “minori”, perchè dire la parola “minori” significa sminuire, l’impegno, la dedizione, la fatica che tantissima gente mette nel praticare sport, magari abbinando anche più lavori, perché noi pensiamo sempre ai calciatori che fanno solo un lavoro. Raccontavo, appunto, che c’è gente, come un calciatore famoso della Serie B che ha lasciato la sua squadra per mettersi a vendere la “Folletto”. C’è tutto questo “storytelling”, perdonatemi il termine, che secondo me riusciremo a fare.

Il programma va in onda su RAI 2, ma anche su RAI RADIO 2, quindi in qualche modo sei sia in televisione che in radio. Tu ami la radio, giusto? Ne hai fatta e ne fai.
Beh, la radio è un mondo a parte! Ci danno per morti ogni anno e non solo non siamo morti, ma guarda caso il modello televisivo che funziona è sempre quello ispirato al radiofonico. Anche nella conduzione di “Reazione a catena”, se ci pensi, si sente più la voce di quanto appaia il mio viso, quindi alla fin fine è una cosa “da radio” che, come dire, risorge sempre come la Fenice.

Quindi per te la voce è importantissima, la curi in modo particolare?
Purtroppo, proprio durante le produzione di “Reazione a catena”, quando registravano anche 3/4 puntate al giorno, per la radio ho avuto un pò di problemi. Sono andato, praticamente, “in botta” da miele e da acciughe; però non è che faccia niente di particolare, cerco di starci semplicemente un pò attento. Ho scoperto recentemente, perché me l'ha consigliata un mio amico cantante lirico, una mascherina per controllare l’umidità, ma è una roba un pò tecnica, non so se fa semplicemente da effetto placebo. Io l’ho usato e ho detto “ah adesso è tutto diverso!”, però forse basterebbe parlare meno, quindi forse è solo arrivato il momento che io debba tacere ;-)

Ma no!Tu hai doppiato anche un paio di cartoni animati, poi non sei più tornato al doppiaggio, non ti piace?
Mi piacerebbe tantissimo! E spero di tornare a farlo! E se gli impegni me lo permetteranno, spero veramente di tornare in sala di doppiaggio. Anche perché è una cosa che mi fa piacere, perché porto i miei figli a vedere il film e mi rende orgoglioso mostrargli anche i frutti del mio lavoro. 
Amici di VOCI.fm, un saluto da parte di Gabriele Corsi! Mi raccomando, riguardate la voce che è importante, soprattutto per voi di VOCI.fm!

 

GABRIELE CORSI: CENNI BIOGRAFICI

Gabriele Corsi, nato a Roma il 29 Luglio 1971, è attore, comico, conduttore radiofonico e presentatore televisivo. Noto al grande pubblico per essere uno dei componenti del Trio Medusa (insieme a Giorgio Maria Daviddi e a Furio Corsetti), raggiunge il successo “on-air” grazie alla trasmissione “Chiamate Roma Triuno Triuno”, in onda dal 2002 su Radio Deejay. D'altronde, Gabriele fin da piccolo mostrato una spiccata vena comica grazie alla quale, nel corso degli anni, è riuscito ad imporsi nei villaggi turistici, nel cabaret e in televisione. Prima “Le Iene” (Italia 1), poi “Take me out” (Real Time), “Ninja Warrior Italia” (Nove), “Piccoli giganti” (Real Time) e, nel 2018, la conduzione di “Boss in incognito” (Rai 2) e “Reazione a Catena” (Rai 1), quest'ultima ereditata da Amadeus. Come attore, lo ricordiamo ne “Il Maresciallo Rocca” (1996 – 1998), in varie altre fiction per la televisione e al cinema, soprattutto nel film “Io e Giulia” (1997) per la regia di Gabriele Muccino.
Gabriele Corsi ha avuto anche esperienze in sala di doppiaggio, essendo stato doppiatore nei cartoni animati “Astro Boy” (2009) e “Sons of Butcher” (2005 – 2006).

Giampaolo Morelli: voce protagonista in Show Dogs

La family-comedy “Show Dogs” si presenta come uno dei successi cinematografici del 2018. In Italia, il rottweiler protagonista ha la voce napoletana di Giampaolo Morelli, che tutti conosciamo come attore, scrittore, conduttore de “Le Iene” ma soprattutto... voce di Flynn Rider in Rapunzel! Ma qual'è il suo rapporto con la sala di doppiaggio? Scopriamolo in questa videointervista realizzata da Patrizia Simonetti per VOCI.fm

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Giampaolo Morelli, “Show Dogs” è per te una nuova esperienza come doppiatore, dopo aver fatto qualcosa in “Rapunzel”, adesso sei “Max”!
Si, su "Rapunzel" ho fatto più che “qualcosa” ;-) Ero la voce di Flynn Rider, il protagonista maschile e adesso “Max” mi ha dato innanzitutto l'opportunità di tornare a doppiare, che per un attore è sempre molto divertente perchè ci si affaccia su un mondo diverso rispetto a quello che si vive di solito. Poi, doppiare un animale, un cane-poliziotto, potendo utilizzare la caratterizzazione “napoletana”, che per un napoletano d.o.c. come me è il massimo!

Hai detto che è un'esperienza diversa il doppiaggio da quella dell'attore, però i “guru” del doppiaggio sostengono che è impossibile fare bene questo mestiere senza essere attori. Tu condividi?
Assolutamente si, anche se questo film ha tanti “talent” che hanno prestato la voce ai vari personaggi e che non sono attori, come Cristiano Malgioglio, Marco Masini, Carlo Conti, Barbara D'Urso... Nonostante ciò, hanno saputo dare grande brio a tutto il film, puntando sulla personalità che sono riusciti a trasferire al personaggio che ognuno ha doppiato. Va detto che alle spalle c'è il grande lavoro del direttore di doppiaggio Massimiliano Alto, che con tutti noi ha avuto una grande pazienza.

Cosa ti piace del doppiaggio?
Mi piace il limite, il fatto che devi usare solo la voce per comunicare le emozioni. E devi saperlo fare bene, perchè il direttore di doppiaggio si accorge di tutto, soprattutto della spontaneità con cui reciti.

Quindi è più difficile doppiare rispetto al recitare perchè non puoi far conto sul corpo, ma solo sulla voce?
Dipende da quello che sei abituato a fare. Io, essendo da sempre un attore, riesco a trasferire con facilità le mie emozioni davanti ad una telecamera; se sento qualcosa, inevitabilmente arriva. Col microfono devi utilizzare un filtro in più, che è l'”intenzione”! VOCI.fm vi saluto... baci da Giampaolo Morelli.

 

GIAMPAOLO MORELLI: CENNI BIOGRAFICI

Giampaolo Morelli, nato a Napoli il 25 novembre 1974, inizia a lavorare nel mondo dello spettacolo come cabarettista, attore teatrale e prestigiatore. La notorietà arriva a metà degli anni 2000 grazie al ruolo di protagonista nella serie-tv “L'ispettore Coliandro”. Il primo successo al cinema è però del 2001, in “South Kensington”, regia di Carlo Vanzina e da lì in poi con ruoli importanti in molte pellicole di successo, tra cui “L'uomo perfetto” (2005) di Luca Lucini, “Smetto quando voglio” di Sydney Sibilla (2017), “A casa tutti bene” del grande Gabriele Muccino (2018). Morelli è un ottimo attore di fiction e lo conferma nel 2011 in “Baciati dall'Amore” su Canale 5 e in “La donna della domenica” su Rai 1, quest'ultimo remake dell'omonimo film diretto nel 1975 da Luigi Comencini, in cui veste i panni che furono di Marcello Mastroianni. Artista molto versatile, ottiene grande successo anche come presentatore, conducendo “Le Iene” su Italia 1 al fianco di Ilary Blasi e Frank Matano (2016), e “Fan Car-aoke” su Rai 1 (2016). Ama anche la scrittura, pubblicando vari romanzi, ma soprattutto adora l'arte del doppiaggio, tanto da essere scelto nel 2010 come voce di Flynn Rider nella serie “Rapunzel” di Walt Disney e nel 2018 come protagonista di “Show Dogs”, doppiando il rottweiler "Max".

Gianfranco Miranda: l'intervista per VOCI.fm

Sul #sitodellevoci  oggi vi proponiamo l'intervista telefonica del nostro Alessandro Delfino all'attore e doppiatore Gianfranco Miranda, voce tra l'altro di Ryan Gosling ed Henry Cavill

Giulio Berruti in Show Dogs: io amo il doppiaggio

Sono ben 26 i “talent” che hanno prestato la propria voce ai personaggi diShow Dogs – Entriamo in scena”, il film - evento della Primavera 2018. E tra questi vip della televisione, della musica e dello spettacolo, c'è chi ha una vera e propria passione per la sala di doppiaggio, come l'attore Giulio Berutti, voce del cagnolino Dante. Ce lo racconta ai microfoni di Patrizia Simonetti per il #sitodellevoci

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Giulio Berruti nel ricco cast di doppiatori di “Show dogs"! Com’è stata questa esperienza da doppiatore?
E' stata un'esperienza molto divertente. Io amo doppiare, l’ho già fatto tante altre volte, soprattutto nei miei film. Ma stavolta è stato davvero diverso.

Che differenza c’è tra fare l’attore... e fare il cane :-) ?
Quello dell’attore è un lavoro totalmente diverso rispetto a fare doppiaggio, un'arte che ti riporta a “giocare” con la recitazione, a prenderti meno sul serio, soprattutto quando si tratta di personaggi di questo tipo. Io, infatti, ho chiesto al direttore di doppiaggio (Massimiliano Alto, ndr), che è lo stesso che dei Simpson, di potermi chiamare. Insomma, trovo che sia molto divertente, perchè l’ironia salverà il mondo ed è una cosa che fa sempre bene.

Il cane a cui tu dai la voce (o l’abbaio) si chiama Dante. Xhe tipo di personaggio è?
Dante è uno Yorkshire che vince una competizione di bellezza e si incontra con il cane doppiato da Cristiano Malgioglio; hanno in comune lo stesso addestratore e si creano un po' di scambi di battute. Chiaramente in “Show Dogs” ognuno di noi fa soprattutto “camei”, tranne Giampaolo Morelli che dà voce al personaggio principale: Max, il cane-poliziotto. E' stato molto simpatico incontrare gli altri al doppiaggio… ore di “sano cazzeggio”.

Quindi, ti sei divertito e pensi di rifarla una cosa del genere?
Assolutamente si, già tanti anni fa ho avuto un pò di contatti con il doppiaggio, quando c’era Tonino Accolla, la voce di Homer Simpson. Con lui lavorai, feci “Futurama” ed altre parti. Poi, lui purtroppo ci ha lasciato ed ho fatto un po’ di fatica ad entrare nel giro del doppiaggio; però, piano piano, ci stiamo ritrovando.

Chi ti piacerebbe doppiare?
Beh, non lo so, innanzitutto mi piacerebbe ricominciare a farlo, ripartendo dai cartoni animati perché mi divertono molto e poi… vedremo. Certo è che l'Italia fa scuola nel doppiaggio, con voci che rimarranno impresse nella storia come quella di Ferruccio Amendola (Rocky, De Niro ecc.), tutta la famiglia Ward, Silvia Pepitoni, solo per fare qualche esempio. Un saluto a VOCI.fm e... a presto!

 

GIULIO BERRUTI: CENNI BIOGRAFICI

Giulio Maria Berruti, nato a Roma il 27 settembre 1984, è attore e doppiatore. Arriva alla notorietà nel 2007 grazie alla serie “La figlia di Elisa - Ritorno a Rivombrosa”, in onda su Canale 5, dove interpreta il ruolo del protagonista, il marchese Andrea Van Necker. Nel 2016 è uno dei protagonisti della serie “Matrimoni e altre follie” (è il cuoco Rocco Borgia) che in “Squadra antimafia - Il ritorno del boss” dove sostituisce Marco Bocci. Appassionato di doppiaggio, presta la voce ad alcuni personaggi nella sitcom “Futurama” ed è il cagnolino “Dante” nella family-comedy “Show Dogs – Entriamo in scena” (2018)

I momenti più belli del G.P. del Doppiaggio 2017

Giovedi 23 Novembre, VOCI.fm era al Premio Internazionale del Doppiaggio di Roma, il più importante galà dedicato ai professionisti del leggio. Presentatori dell'evento Pino Insegno e Monica Marangoni. Guarda lo special-video realizzato dalla nostra inviata Patrizia Simonetti.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Grande festa giovedi 23 novembre all'Auditorium Parco della Musica di Roma per la nona edizione del Premio Internazionale del Doppiaggio - che annovera in Italia 2.100 professionisti per 90 milioni di euro di fatturato - un vero e proprio spettacolo con musica e sketches, organizzato anche quest'anno da Pino Insegno - vero mattatore della serata - e da Filippo Cellini, presidente INCE Media e ideatore del Premio, presentato in grande stile dallo stesso Insegno e dalla conduttrice Rai Monica Marangoni e realizzato con il contributo del MiBACT e con il sostegno della SIAE - Società Italiana degli Autori ed Editori - e del NUOVO IMAIE, con l'obiettivo di premiare le migliori voci del cinema, delle serie-tv e dei film di animazione, gli adattatori dei dialoghi, i direttori del doppiaggio, i mixage, gli assistenti di doppiaggio, i fonici di doppiaggio e le edizioni d’autore. Consegnati anche i "Premi alla Carriera" a Filippo Ottoni e a Luciano De Ambrosis. Diversi gli artisti che si sono alternati sul palco della Sala Sinopoli dell'Auditorium, tra cui Alex Britti, Alan Sorrenti, Ivan Dalia, Massimo Lopez, Christian De Sica, Anna Safroncik. Nel corso della serata è stato letto da Pino Insegno un messaggio augurale del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, come potete anche vedere e ascoltare nel nostro speciale video.

Questo il testo della lettera del Capo dello Stato:

Desidero esprimere vivo apprezzamento per l’iniziativa rivolta a mettere in luce un'eccellenza della produzione culturale italiana come è quella dell’attività del doppiaggio. Veicolo importante degli scambi culturali, il doppiaggio delle opere televisive e cinematografiche adempie alla funzione, analogamente sviluppata dalla traduzione di opere letterarie, di accesso del grande pubblico alla creatività di autori in lingue diverse dalla nostra. La circolazione e la reciproca conoscenza di valori, modelli di vita, esperienze, deve molto all’attività di doppiaggio che consente di vivere in modo diretto i messaggi di opere provenienti dall’estero. Linguistica, semiologia e fonologia sono interpellate dall’attività di doppiaggio che richiede adattamento di dialoghi, capacità di interpretazione da parte degli attori, competenze tecniche maturate negli anni per coordinare nuove colonne sonore alle immagini. Il coinvolgimento delle Università in questa opera ne convalida gli aspetti di vera e propria industria culturale italiana, le cui radici risalgono anni trenta del secolo scorso. Con vive espressioni augurali invio i miei saluti agli organizzatori e partecipanti”. L’evento, come racconta Pino Insegno nella nostra videointervista, è stato infatti preceduto da tre seminari universitari sulla qualità del doppiaggio e sul diritto d’autore presso La Sapienza, RomaTre e Unint e da un Convegno alla LUISS intitolato Il doppiaggio, un’eccellenza italiana nel corso del quale è stata ribadita la necessità di riordinare le regole del settore, stabilendo anche un diverso riconoscimento del diritto del direttore del doppiaggio, di fatto registadell'edizione italiana dell'opera.

Durante la serata, la nota doppiatrice Eleonora De Angelis ha presentato sul palco "Vix Vocal", la rivoluzionaria applicazione in stile "Shazam" per riconoscere le voci dei doppiatori, con tante altre funzioni al servizio di chi lavora in questo mondo. Disponibile da qualche settimana per dispositivi Apple iOS, proprio in occasione del Premio Internazionale del Doppiaggio è stata rilasciata anche la versione Android. Vuoi saperne di più sul'App "Vix Vocal"? Ascolta la nostra intervista allo staff


I vincitori del Premio Internazionale del Doppiaggio 2017:

MIGLIOR FILM "La La Land" – Antonella Canturi di 01 Distribution

MIGLIORE DIRETTORE Carlo Valli per "Barriere"

MIGLIOR DOPPIATORE PROTAGONISTA Francesco Pannofino in "Barriere" nel ruolo di Troy Maxson

MIGLIOR DOPPIATRICE PROTAGONISTA Angiola Baggi in "Elle" nel ruolo di Michele Leblanc

MIGLIOR ADATTAMENTO Valerio Piccolo per Florence premiato da M.Andrea Ettorre (Direttore Marketing SIAE)

MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE "Baby Boss" consegnato da Enzo Sciotti a Rosetta Fortezza (Twenty Century Fox)

MIGLIOR SERIE TV Westworld - Sky Atlantic HD consegnato da Alex Britti a Paola Rongione per Sky Atlantic Hd

MIGLIOR DOPPIATORE SERIE TV Rodolfo Bianchi in "Genius" nel ruolo di Albert Einstein premiato da Filippo Cellini

MIGLIOR DOPPIATRICE SERIE TV Barbara De Bortoli in "Homeland", premiata da Pietro Ricci (Presidente Acqua Filette)

EDIZIONI D’AUTORE "E' solo la fine del mondo" - Lucky Red Distribuzione

MIGLIOR MIXAGE Andrea Roversi per "Trasformers 5" SDA - MediaItalia premiato da Francesco Cucinelli (Pres. Giuria Tecnica)

PREMI ALLA CARRIERA Luciano De Ambrosis e Filippo Ottoni

PREMIO PUBBLICO MASCHILE Francesco Pezzulli, premiato da da Giorgio e Furio del Trio Medusa

PREMIO PUBBLICO FEMMINILE Domitilla D’Amico, premiata da Andrea Razza (direttore Enciclopedia del Doppiaggio) 

MIGLIOR ASSISTENTE DI DOPPIAGGIO Alessandro Benati premiato dallo youtuber Fabio Celenza

MIGLIOR FONICO DI DOPPIAGGIO Fabrizio Sallusti premiato dallo youtuber Fabio Celenza

Il canto nel doppiaggio

Quante volte vi è capitato di canticchiare la colonna sonora di un film o di un cartone animato e scoprire che vi ricordate le parole a memoria? Beh, questa è la magia del doppiaggio, fatto non soltanto di “parlato” ma anche di meravigliose parti “cantate”. Su VOCI.fm ci sembrava quindi doveroso dedicare un dossier proprio al “canto nel doppiaggio”! 


Ti piace la voce di questo podcast? Contatta subito lo speakerAlessandro Delfino 

Come la maggior parte di voi saprà il doppiaggio è composto principalmente da attori che prestano la propria voce ad altri attori stranieri al fine di creare un’alchimia vocale tale da far recitare il personaggio del film o cartone o telefilm nella nostra lingua.

Ma può capitare anche in molti casi che in un determinato prodotto il doppiatore debba cantare come il personaggio originale in un contesto preciso della storia oppure in un lungometraggio in cui la maggior parte delle scene sono cantate.

Ma non sempre chi doppia canta anche nelle edizioni italiane: prendiamo un facile esempio dove succede spesso l’incontro trarecitazione ecanto, iclassici Disney. Sin dal suo primo lungometraggio ("Biancaneve e i sette nani", del 1937) succedeva spesso che nella parte del cantato, al posto degliattori-doppiatori venissero scelticantanti professionisti vocalmente simili alla loro controparte attoriale; il risultato è stato spesso memorabile tanto che nessuno si è mai accorto che fossero due persone diverse.

Ad esempio, Roberto Pedicini, che viene sostituito nelle parti cantate dal cantante lirico Carlo Lepore nel ruolo di Gaston in "La bella e la bestia"; oppure Vincent Thoma che sostituisce Massimiliano Alto nel protagonista del lungometraggio sempre targato Disney "Aladdin". Questo cambio viene adottato in tutti i lungometraggi Disney fino al 1989 con l’uscita de "La sirenetta"; in questo film viene scelta, nella parte della protagonista Ariel, l’attrice e cantante Simona Patitucci che riesce a rendere convincente sia il parlato che il cantato del personaggio animato. E come lei tutte le altre voci dei personaggi come Ronny Grant-Sebastian, o Sonia Scotti-Ursula o ancora Vittorio Amandola-Louis. Da allora succedono spesso dei casting misti, a seconda delle capacità dell’attore-doppiatore, ma soprattutto dalla difficoltà del cantato, dove non sempre ricordiamoci è facile ridare lo stesso risultato dell’originale. Il doppiatore infatti non solo deve essere disposto di una tecnica perfetta, di una voce pulita e di un senso del ritmo e della melodia, ma deve seguire una prova musicale cercando di essere il più simile possibile alla lingua di origine.



Questa tecnica oggi avviene soprattutto nei cartoni, ma anche in molti film, spesso nel genere del musical, in passato venivano adattati in italiano sia i dialoghi che le canzoni; film come "Mary Poppins", Tutti insieme appassionatamente o "My fair lady" dove le attrici Julie Andrews ed Audrey Hepburn venivano doppiate in italiano da Maria Pia Di Meo nel recitato e da Tina Centi nel cantato.

La maggior parte di questi film oggi non vengono più doppiati nel cantato per svariati motivi: perché il pubblico spesso vuole sentire la performance originale dell’attore, per la difficoltà che si ha e il poco tempo di adattare l’inglese in un italiano credibile e di trovare cantanti in grado di rendere, come detto prima, la stessa qualità in originale. Purtroppo questo comporta anche dei lati negativi, come la distrazione da parte dello spettatore di dover seguire i sottotitoli per capire il significato delle canzoni oppure il cambio netto percepibile tra il doppiatore e la voce originale dell’attore nel momento del canto. Mentre con un buon adattamento si possono ottenere risultati eccellenti, come ha dimostrato recentemente il successo della rivisitazione live-action de "La Bella e la Bestia", dove le scelte delle voci italiane si rivelano non solo valide, ma anche molto variegate: si va dalla cantante Ilaria De Rosa che doppia la protagonista (sostituendo nel canto la doppiatrice storica di Emma Watson, Letizia Ciampa) all’attore-cantante Marco Manca che doppia in modo superlativo Luke Evans nel ruolo di Gaston sia nella parte recitata che in quella cantata.

Vi è mai capitato di canticchiare la vostra colonna sonora preferita durante la visione di un film o un cartone e scoprire che vi ricordate le parole a memoria? Beh questa è la magia del doppiaggio, che se ci permette di tornare bambini ricantando le canzoni di film come "La bella e la bestia" è anche grazie alle nostre classiche voci nell’ombra e anche ad alcune inedite nel settore, ma che ci hanno regalato e continuano a regalarci momenti indimenticabili.

Le voci cantate più belle: 

  1. Gianna Spagnuolo - Biancaneve e Bruno Filippini - Principe in "Biancaneve e i Sette nani"
  2. Tina Centi - Julie Andrews e Audrey Hepburn in "Mary Poppins", "Tutti insieme appassionatamente" e "My fair lady"
  3. Nando Gazzolo - Rex Harrison in "My fair lady"
  4. Maria Cristina Brancucci - Cenerentola in "Cenerentola"
  5. Vittoria Febbi - Alice in "Alice nel paese delle meraviglie"
  6. Elio Pandolfi - Cosmo Brown in "Cantando sotto la pioggia"
  7. Oreste Lionello - Dick Van Dyke in "Mary Poppins"
  8. Tina Centi - Aurora e Sergio Tedesco - Filippo in "La bella addormentata nel bosco"
  9. Tony De Falco - Little John in "Robin Hood"
  10. Simona Patitucci-  Ariel in "La sirenetta"
  11. Marjorie Biondo - Belle e Massimo Corvo - Bestia in "La bella e la bestia"
  12. Carlo Lepore - Gaston e Elio Pandolfi - Le Tont in "La bella e la bestia"
  13. Vincent Thoma - Aladdin e Simona Peron - Jasmine in "Aladdin"
  14. Manuela Villa - Pocahontas in "Pocahontas"
  15. Massimo Ranieri - Quasimodo e Mietta - Esmeralda in "Il gobbo di Notre Dame"
  16. Alex Baroni - Hercules e Barbara Cola - Megara in "Hercules"
  17. Laura Chiatti - Rapunzel e Massimiliano Alto - Flinn Ryder in "Rapunzel - l’intreccio della torre"
  18. Serena Autieri - Elsa in "Frozen - il regno di ghiaccio"
  19. Chiara Grispo - Vaiana in "Oceania"
  20. Marco Manca - Gaston e Daniele Giuliani - Le Tont in "La Bella e la bestia (il film)"

Il doppiatore Riccardo Rossi: la nostra videointervista

Una voce inconfondibile quella di Riccardo Rossi, indiscutibilmente uno dei doppiatori italiani più amati, voce di Adam Sandler, Ben Affleck, Johnny Depp, Matt Damon e del compianto Paul Walker, sempre in pellicole di enorme successo. Patrizia Simonetti incontra Riccardo Rossi per VOCI.fm e parla, neanche a dirlo, di voce e di consigli per lavorare in questo mondo.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Riccardo Rossi su Voci.fm! Parliamo ovviamente di doppiaggio. Ma cos'è il doppiaggio per te?
Il doppiaggio è la mia vita, perché è da quando sono bambino che faccio questo mestiere, da quando ho cinque anni, quindi c'è tutta tutta la mia esistenza qua dentro. Ho iniziato con “Gli Aristogatti” e poi è diventato il mio lavoro.

Che cosa vuol dire “dare la propria voce ad un attore”, a qualcuno che ha già detto la sua e poi come si sta chiusi dentro quella stanza al buio solo con la luce sul leggio?
Da una parte è abbastanza complesso perché è un lavoro che è già stato fatto, però diciamo che quando doppi un attore bravo è più facile perché comunque devi rapportarti con una cosa che già è stata interpretata, quindi in un certo senso ti appoggi e se riesci a far bene questo è un vantaggio, secondo me.

Che consiglio possiamo dare a chi vuole iniziare questo lavoro?
Il consiglio è quello di studiare, frequentare scuole di recitazione, corsi di dizione, di andare a vedere in sala di doppiaggio, di avere la possibilità di praticare, con tanta passione e pazienza perché purtroppo come tutti i mestieri non si imparano in pochi mesi, ma ci vuole abnegazione, impegno, lavoro e se hai delle peculiarità, delle caratteristiche che sono affini a questo lavoro sicuramente riesci.

Per chiudere, c'è stato una volta che hai detto “mamma mia questo è proprio difficile, non ce la farò mai”?
Si, è capitato più di una volta devo dire, molte volte mi sono scoraggiato, però se sei supportato da un bravo direttore di doppiaggio, da un ambiente buono, alla fine facendo e rifacendo ci riesci. Una volta che doppiavo Gesù e che dovevo fare la scena della Crocifissione, si urlava particolarmente e poi ce l'ho fatta.

Quindi mai scoraggiarsi?
Mai. Un saluto caloroso a VOCI.fm da Riccardo Rossi.

 

RICCARDO ROSSI: CENNI BIOGRAFICI
Riccardo Rossi (Roma, 9 novembre 1963) è un doppiatore e direttore del doppiaggio italiano. Fratello dei doppiatori Emanuela Rossi (quindi cognato di Francesco Pannofino) e Massimo Rossi è noto per avere doppiato Cuba Gooding Jr., Matt Damon, Adam Sandler, Christian Bale, Tom Cruise, Mark Wahlberg, Ben Affleck, Johnny Depp (condiviso con il cugino Fabio Boccanera), Sam Rockwell, Mark Ruffalo, Jude Law, Ewan McGregor, Jake Gyllenhaal, Jim Caviezel, Stephen Amell. Ha doppiato anche “Simba adulto” nella saga Disney “Il re leone” e moltissimi altri personaggi animati. Nel luglio 2009, ha vinto il premio "Leggio d'oro interpretazione maschile" per il doppiaggio di Paul Walker in "Fast and Furious".

Il mito della voce impostata

Quante volte agli inizi degli studi di recitazione, di dizione o anche tra colleghi e amici abbiamo sentito parlare di ”voce impostata”. Molti insegnanti e coach utilizzano spesso quest’espressione impropriamente facendoci credere che questo tipo di voce sia un qualcosa di trascendentale e artefatta e soprattutto finta; una voce sicuramente diversa e lontana dalla nostra anima. Sfatiamo questo mito. 

 Ti piace la voce di questo podcast? Contatta lo speaker Sandra Di Meo 

Per definizione, per voce impostata si intende quella voce che attraverso un uso corretto del nostro strumento fonatorio viene emessa in maniera del tutto “naturale”. Quindi la voce impostata non è altro che la nostra voce naturale, quella vera.

COME UTILIZZIAMO LA NOSTRA VOCE

Quando noi parliamo normalmente non facciamo caso, specialmente se non siamo del “mestiere”, a come utilizziamo l’aria che respiriamo, né pensiamo a cosa stia facendo quel nostro caro e simpatico diaframma di cui tanto sentiamo parlare; ma nella vita di tutti i giorni spesso ci si affatica a parlare a lungo poiché non respiriamo nel modo corretto.

Al contrario, se noi siamo in una situazione rilassata, ad esempio sdraiati sul nostro letto senza nessuna fretta o ansia, ci rendiamo conto che la voce è diversa, più calda e non ci affatichiamo. Questa è già di per sé una voce impostata. La differenza è di facile intuizione. Fortunatamente per noi, il nostro corpo ha la memoria più forte di qualsiasi altro essere vivente e si ricorda di quando da neonati e poi bambini, lui respirava ed emetteva suoni all’infinito (vedi nel pianto) senza il minimo sforzo. E’ lo stesso meccanismo che accade quando da adulti respiriamo e parliamo in un momento in cui siamo rilassati, con la mente serena e sgombra dai problemi di tutti i giorni.

Il corpo, respira in modo “naturale” e corretto. Si intuisce pertanto che ciò che ci fa perdere il controllo della nostra voce è il ritmo frenetico cui la vita ci espone durante il giorno; le discussioni che facciamo, i momenti tristi, l’ansia e la rabbia, sono tutte situazioni che ci toccano dentro, allapancia e la prima cosa che ne risente è appunto la voce.



CHE COS'E' LA VOCE IMPOSTATA?

Un altro modo per capire cos’è la voce impostata risiede nall’aggettivo stesso: impostata. Letteralmente impostare significa “porre verso una direzione” perciò nel nostro caso si intende che occorre mettere la voce da qualche parte. Non significa quindi come spesso ci inducono a credere, che impostare significhi emettere una suono diverso, la famosa voce bassa per esempio (quante volte lo sentiamo dire, fai la voce bassa).

Pertanto, basterà imparare nuovamente a respirare e far uscire l’aria nel modo giusto che già possiamo dire che stiamo parlando a “voce impostata”.

Allargando il concetto per un professionista, parlare a voce impostata significa emettere il suono utilizzando alla massima potenza e in modo naturale il proprio apparato fonatorio. Come per un musicista che si esercita a suonare il proprio strumento musicale, così il professionista, che sia un doppiatore, uno speaker o un attore, dovrà allenare il proprio strumento: la voce. 

Articolo a cura di Mirko Ferramola

Intervista ad Andrea Mete la voce di Alessandro Borghi in "Diavoli"

Arrivata su Sky e Now TVDiavoli”, l’attesissima serie con Alessandro Borghi e Patrick Dempsey. Girata tutta in inglese, presenta sul fronte del doppiaggio una peculiarità: la voce italiana di Alessandro Borghi non è la sua ma quella di Andrea Mete, così come ha voluto lo stesso Borghi. Patrizia Simonetti ha quindi videointervistato via Skype Andrea Mete per sapere com’è andata, e anche qualcosa in più.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Romano, classe 1995, Andrea Mete è figlio d’arte: sia suo padre Marco Mete che sua madre Stefanella Marrama sono infatti dei maestri del leggìo, e anche sua sorella Federica Mete è una doppiatrice. Tra gli attori cui presta spesso la sua voce ci sono Justin Timberlake, Zac Efron, Joseph Gordon Levitt, Sam Claflin, Liam Hemsworth, Chris Pratt. Andrea Mete ha doppiato Zachary Levi in Thor: The Dark World e Thor: Ragnarok. Riconosciamo la sua voce anche in molte serie televisive visto che, tra i tanti, ha doppiato anche Steven Yeun in The Walking Dead, Matt Czuchry in The Good Wife, e in The Resident, Josh Hartnett in Penny Dreadful, Jake McLaughlin in Quantico, Ryan Kwanten in True Blood, Harold Torres in ZeroZeroZero. E ancora Marshall Allman in Prison Break, Ryan Kwanten in True Blood, Zack Conroy in Beautiful, Tom Pelphrey in Iron Fist, Brady Corbet in 24, Derek Theler in Baby Daddy, Theo James in I fantasmi di Bedlam, e anche Jorge Blanco in Violetta e Sam Claflin in Peaky Blinders.

Nel mondo dei film d’animazione sua la voce di Azur in Azur e Asmar, di Lancillotto in Shrek terzo, di Ethan ne L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva, di Buddy in Pets - Vita da animali e Pets 2 - Vita da animali, di Lance in Sing, di Jackson Storm in Cars 3, di Ganghi in Smallfoot - Il mio amico delle nevi, di Rex Rischianto in The LEGO Movie 2 - Una nuova avventura e appena riapriranno i cinema e uscirà in sala lo ascolteremo anche nel nuovo film Disney Onward Oltre la Magia dove dà voce a Barley Lightfoot. E a tanti personaggi di serie animate e anime. 
Per oltre 6 anni, fino al 2018, è stato la voce ufficiale del canale televisivo Focus. Attivissimo anche in campo pubblicitario. Tra i primi premi ricevuti, quello come Miglior Doppiatore Emergente al Gran Premio Internazionale del Doppiaggio nel 2007. Come molti doppiatori, Andrea Mete è attore: in TV lo abbiamo visto ne La Squadra, in teatro ha recitato ne Gli allegri chirurghi insieme a Pino e Claudio Insegno, e anche in Nuts di Teresa Pascarelli per la regia di Stefano Messina. In Diavoli (Devils) presta la sua voce ad Alessandro Borghi, protagonista della nuova serie SKY nel ruolo di Massimo Ruggero, che ha rinunciato a doppiarsi da solo per il timore di non essere all’altezza, come vi abbiamo raccontato nel nostro speciale dedicato lo scorso febbraio.

Siamo a Londra nel 2011. Massimo Ruggero è lo spregiudicato Head of Trading della New York London Investment Bank, cresciuto nel mondo finanziario da Dominic Morgan (Patrick Dempsey), CEO della banca. Quando Massimo è a un passo dall’essere premiato con la carica di vice CEO, l’apparente suicidio di un collega e uno scandalo che coinvolge l’ex moglie di Massimo, portano Dominic a negargli la promozione. Massimo è determinato a scoprire la verità su quanto successo, ma realizzerà presto di essere al centro di una guerra finanziaria intercontinentale. Trovatosi a fronteggiare i Diavoli che governano nell’ombra i destini del mondo, Massimo dovrà scegliere se combatterli o unirsi a loro. Tratta dal best seller I diavoli di Guido Maria Brera (edito da Rizzoli), Diavoli è prodotta da Sky e Lux Vide e realizzata in collaborazione con Sky Studios, Orange Studio e OCS. La distribuzione internazionale è di NBCUniversal Global Distribution per conto di Sky Studios.



Johnny Depp: CHI LO DOPPIA?

Attore di grandissimo talento e senza dubbio uno dei più amati sex-symbol di Hollywood: Johnny Depp viene associato dal pubblico italiano alla voce di Fabio Boccanera (di certo complice il successo del pirata Jack Sparrow), ma prima di questo film Depp ha avuto moltissime altri doppiatori.

Josh Brolin: CHI LO DOPPIA?

1985: al cinema esce il cult “I Goonies”, pellicola adolescenziale con un giovane attore, sconosciuto al grande pubblico. Da allora di strada ne ha fatta ed è diventato interprete di film di successo come “American Gangster”, “Non è un paese per vecchi”, “Wall Street”, “Men In Black 3” e molti altri. In poche parole... è diventato Josh Brolin! In oltre 30 anni di carriera, è stato affiancato da grandi doppiatori italiani; vale la pena scoprirli con Alessandro Delfino, su VOCI.fm – il sito delle voci.

Keanu Reeves: CHI LO DOPPIA?

Il bel tenebroso Neo in Matrix, il poliziotto surfista Johnny Utah in Point Break, il legale del demoniaco Al Pacino in L’avvocato del Diavolo e l’assassino in nero desideroso di giustizia John Wick: signore e signori oggi parliamo di Keanu Reeves e dei suoi tanti doppiatori italiani.

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Non è un semplice aggiornamento della precedente applicazione. L'ultima release di VOCI.fm #appdellevoci è un software tutto nuovo che porta sul palmo di una mano il mondo delle voci a 360°: radio, doppiaggio, dizione, casting e tutta l'efficacia di "Pronto al microfono" per trovare con un tocco le voci italiane disponibili real-time. Oltre all'informazione di settore dell'amatissimo #blogdellevoci. SCARICA GRATIS LA NUOVA APP DI VOCI.fm

 

Lorenzo Abagnale: il "CopyVoicer" su VOCI.fm

Sul #sitodellevoci ospitiamo il voice over e doppiatore Lorenzo Abagnale. O, come ama definirsi lui, "CopyVoicer"! Ecco la video intervista del nostro Marco Picchio in cui Lorenzo ci racconta il suo percorso professionale.

Intervista realizzata da Marco Picchio


Un saluto a tutte le voci della grande community VOCI.fm da parte di Marco Picchio. Protagonista della videointervista di oggi, un nostro iscritto di grande talento: Lorenzo Abagnale, benvenuto!
Buonasera a te e un saluto a tutti gli amici di VOCI.fm!

Tu vanti tantissime esperienze come voice-over e in generale nel settore della comunicazione. So che sei particolarmente noto su YouTube, dove collabori con un canale che si chiama “The bright side” con video da milioni di visualizzazioni. Raccontaci un pò!
Okay, io provengo dalla comunicazione, nel senso che è stata la mia formazione accademica, la mia laurea triennale, magistrale, master, corsi di specializzazione, stage ed esperienze in quell’ambito lì: ufficio stampa, comunicazione aziendale ecc. Una parte di me lavora ancora su queste cose, ma accanto a queste c'è l’uso della voce... la recitazione. Negli ultimi dieci anni, più o meno, mi sono avvicinato da autodidatta al mondo della voce, con dei laboratori teatrali a Roma (dove vivo, anche se sono di Napoli), poi con dei corsi sempre più avanzati di dizione e così via. Tutto ciò mi ha portato a questo che è diventato una parte del mio lavoro. Io mi definisco “copy voicer”, cioè un voicer o meglio un voice-actor, che però è anche copy-writer o comunque, un “uomo di comunicazione”. Queste esperienze al momento convergono con lavori che, appunto, sono quelli di dare la voce a spot, a contenuti informativi, promozionali ecc. Ma, come hai detto tu, il mio più grande cliente o comunque il mio più grande collaboratore è questa media company internazionale, che si chiama “The Soul Publishing”, che pubblica contenuti in tantissime lingue; tra queste, ovviamente, l’italiano. Il canale che hai citato tu è giusto, “The bright side”, la versione italiana si chiama “Il lato positivo”.

Di cosa tratta? Quali sono i contenuti di questo canale?
Sono di intrattenimento, basati su aneddoti: parliamo “della qualunque”, nel senso che i testi che sono scritti a monte per un pubblico americano, un pubblico inglese, vengono adattati da un team italiano, di cui faccio parte anche io. E quindi, parlano di curiosità, di consigli, di tutorial ecc. È davvero molto generalista e ha un taglio giovanile. Però, questo ci permette di parlare “a 360°”, senza un tema specifico.

Il tuo video che ha avuto più visualizzazioni su questo canale, quante ne ha avute, per dare un pò di numeri?
Per esempio, io mi ricordo un video di un annetto fa: “qual’è il tuo superpotere nascosto?”. Questo restò nella home-page di YouTube Italia per un pò. Attualmente ha circa 2 milioni di visualizzazioni, che sono più o meno anche gli iscritti al canale. Io ci tengo a precisare, il canale non è mio, è gestito da questa compagnia. È interessante, perché poi in Italia c’è ancora il concetto che ciò che c’è su YouTube è fatto dallo youtuber, in realtà non è sempre così, cioè sono dei veri e propri canali, di portata quasi televisiva, che, però, sono on-line.


Tra le tante cose, leggo che tu hai esperienze come “contents creator” ed hai collaborato con aziende del calibro di ”Philip Morris Italia”, quindi cose veramente importanti?

Guarda, in realtà questo tipo di esperienze mi stanno capitando, diciamo, in questa fase della mia vita, in cui sto cercando di definirmi professionalmente. Dopo aver fatto una prima esperienza di stage a “Sky Italia”, come addetto stampa, mi sono portato a casa diverse soddisfazioni. Proprio a Sky, ho fatto un video aziendale come voice-over, che non c’entrava nulla con la mia mansione principale, però facemmo un esperimento di comunicazione e a margine di questo, alcuni contatti sono rimasti. Tramite una serie di agganci, sono stato contattato dalla Philip Morris per realizzare una presentazione interna, che però avesse un taglio un pò più creativo e vivace. Fu una sfida interessante, mi sono un pò definito come consulente e adesso sto cercando di capire quali ambiti mi affascinano di più.

Allora, io ho dato un’occhiata al tuo sito internet e ho letto anche molti commenti positivi, lusinghieri direi. Ce n’è uno che mi ha colpito e volevo capire se ti riconoscevi in questo commento, che è di una docente alla “Sapienza” di Roma, che dice: “Disarmante vena creativa”. Ed è una cosa grossa! Ti ci riconosci?
Io sono sempre molto modesto e per questo lascio che parlino gli altri per me e cerco di riportare soltanto i dati. Però, diciamo che questa è una professoressa che saluto con affetto, perché sono rimasto anche in contatto con lei e ho tenuto proprio delle lezioni di storytelling e di comunicazione con i suoi studenti e quindi, ogni tanto la rendo partecipe dei miei progetti.

Vogliamo parlare un attimo di podcast visto che il tuo percorso è così vario?
Si, in realtà il podcast è quello che sta diventando un pò il punto di congiunzione tra questi mondi: comunicazione, creazione di contenuti, storytelling e voce. E' un ambito che sta esplodendo, finalmente anche in Italia. Ho letto da poco un report in cui si dice che, tra le tante cose, stanno aumentando gli investimenti pubblicitari in questo ambito e l’Italia sembra essere proprio nel suo anno zero dell’esplosione del podcast. Quindi, ho avviato un mio progetto, in realtà non è il primo: io “gioco” con i podcast dal 2012, li facevo con uno dei primi iPod, senza un microfono professionale, e negli anni ho visto crescere questa tendenza, mi ci sono avvicinato, l’ho allontanato e mi ci sono riavvicinato. Da poco ho ripreso in mano un mio progetto di podcasting, “Il CopyVoicer”, come il mio sito, in cui parlo di comunicazione da solo o con tanti altri, che ne sanno sicuramente più di me e al tempo stesso sto iniziando a mettere insieme queste competenze; qualche mese fa ho aiutato una digital marketer che è Chiara Landi, a mettere su il suo primo podcast: “Social Women Pod”. E adesso inizio ad avere dei primi clienti, o “protoclienti”, che vogliono realizzare il loro podcast aziendale, ma non sanno dove mettere mano e quindi sto provando a propormi come consulente in questo. Sono, diciamo, un consulente della comunicazione... specializzato in podcast!

Bene, io adesso chiudo il cerchio di tutto questo lungo discorso in cui ci hai raccontato proprio te stesso, fino in fondo. Hai una bellissima voce e visto che noi siamo il #sitodellevoci questo è fondamentale. Diciamo che tu hai la possibilità di registrare in un tuo studio professionale. Se cercate Lorenzo Abagnale lo trovate, chiaramente, su VOCI.fm a questo link.
Ti ringrazio tantissimo per i complimenti e… chiamatemi, sono a vostra disposizione!


Lorenzo Licitra in Smallfoot: da X-factor al doppiaggio

Il vincitore di X-Factor 2017, il cantante Lorenzo Licitra, è il doppiatore di Migo, protagonista della pellicola di animazione ”Smallfoot - Il mio amico delle nevi”, nei cinema italiani dal 4 Ottobre 2018. Con lui, in sala di doppiaggio, altri talent molto amati dal pubblico, come Lodovica Comello e Sofì e Luì. La giornalista Patrizia Simonetti ci parla in anteprima del film e del suo cast di giovani voci al leggio.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Di cantanti che si dilettano a fare i doppiatori, soprattutto in film d'animazione, ce ne sono stati e ce ne sono diversi, e non solo per cantarne le canzoni come fece ad esempio Ivana Spagna ne “Il re Leone” con il brano “Il cerchio della vita” originariamente interpretato da Elton John.

Pensiamo ad esempio a Massimo Ranieri e Mietta che ne “Il gobbo di Notre Dame” della Disney non solo doppiarono Quasimodo ed Esmeralda quando cantavano, ma anche quando parlavano, e lei a quanto pare lo fece così bene che si portò a casa il premio della Buena Vista per il miglior doppiaggio femminile europeo, battendo pure Demi Moore che prestava la voce ad Esmeralda nella versione originale del film.

E che dire di Baby K che ha partecipato come doppiatrice, anche se per una piccolissima parte, a “Alla ricerca di Dory” e di Amanda Lear che dà voce a Edna ne “Gli Incredibili 2(ai quali VOCI.fm ha dedicato un intero speciale video)? Ma probabilmente l'esempio più calzante per quanto stiamo per raccontarvi è quello di Nathalie che un anno dopo la sua partecipazione a X-Factor, nel 2011 doppiò Gloria in “Happy Feet 2” della Warner Bros, ed era una cantante a farlo, Pink, anche nella versione originale.


Anche lui ha partecipato alla scorsa edizione di X-Factor, e l'ha pure vinta, e anche lui entra di diritto nel mondo dei doppiatori con un lungometraggio d'animazione: è Lorenzo Licitra, il tenore ragusano che si è sempre ispirato a Luciano Pavarotti e come lui appassionato di un genere musicale crossover tra la lirica e la musica pop, di cui presto uscirà un disco grazie al sostegno di Nicoletta Mantovani, vedova di "Big Luciano".

Lorenzo Licitra dà voce al protagonista Migo di "Smallfoot - Il mio amico delle nevi", diretto da Karey Kirkpatrick e prodotto e distribuito dalla Warner Bros. Pictures che arriverà nelle nostre sale il 4 ottobre 2018; un'avventura d’animazione con musiche originali che rivisita e ribalta la leggenda dello spaventoso uomo delle nevi.

Migo, che nella versione originale ha la voce di Channing Tatum, è un giovane e brillante yeti più che convinto che il leggendario mostro dalla faccia spaventosa e dei piedi straordinariamente e mostruosamente piccoli - e cioè l'uomo - esista davvero, proprio come molti uomini hanno creduto e credono che lo Yeti, detto anche Bigfoot per i suoi grandi piedi, non sia solo un essere immaginario.

E alla fine Migo la incontra davvero quella strana creatura soprannominata "Smallfoot", ma non sarà un'esperienza terribile come l'aveva immaginata e vuole che tutti lo sappiano. Una storia dunque sulla diversità e sull'amicizia che suggerisce di non fermarsi alle apparenze e non lasciarsi vincere dalla paura verso chi non è esattamente come noi.


Ma Lorenzo Licitra non è il solo doppiatore-cantante di Smallfoot: c'è anche Lodovica Comello che è però anche attrice. L'artista friulana non è nuova al mondo del doppiaggio: nel 2013 ha dato voce al personaggio di Britney Davis nel film d'animazione della Disney Pixar "Monsters University", prequel di “Monster & Co.”, ed è stata anche voce narrante del documentario di Otto Bell “La principessa e l'aquila”.

E pensare che quando recitava nella telenovela argentina "Violetta" veniva doppiata in italiano da Eva Padoan. In “Smallfoot”, Lodovica Comello fa parlare italiano Miki, una graziosa yeti che nella versione originale ha la voce di Zendaya.


E ci sono anche due star della rete come i “Me contro Te”, ovvero "Sofì e Luì" (Sofia Scalia e Luigi Calagna), i fidanzatini “youtuber” palermitani che da anni allietano con le loro avventure e digressioni milioni di giovanissimi fan sui social: Luì dà voce allo yeti Thorp e Sofì a una ragazza di nome Brenda che nella versione originale del film parlano grazie a Jimmy Tatro e Yara Shahidi.

Come se la sono cavata in sala di doppiaggio? Beh, il trailer che trovate qui sotto promette bene.

Articolo a cura di Patrizia Simonetti

Luca Argentero l'intervista via Skype su VOCI.fm

Luca Argentero è tornato su Rai1 in “DOC Nelle tue mani”, un medical-drama tutto italiano in cui interpreta il dottor Andrea Fanti che perde la memoria ed è come se la vita gli desse una seconda occasione. Attore popolare al cinema e in TV, ma sapevate che si è anche cimentato nel doppiaggio? Ne parla con lui Patrizia Simonetti, in questa videointervista realizzata rigorosamente via Skype per VOCI.fm

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Autorevole. Sicuro. Impeccabile. Lo vorremmo sempre così il medico che ci cura. E anche se parla una lingua piena di tecnicismi lasciamo che sia lui a governare la nostra vita quando la salute s’incrina. Ma cosa succede se sotto il camice bianco che indossa c’è un uomo che come i suoi malati lotta con il proprio dolore, i propri limiti e le proprie insicurezze?” A parlare così di DOC. Nelle tue mani, la nuova serie del giovedì di Rai1 prodotta da Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction, e diretta da Jan Maria Michelini e Ciro Visco, è il dottor Pierdante Piccioni, a cui la serie è ispirata, ora peraltro in prima linea contro il Coronavirus. Protagonista Luca Argentero nei panni del suo alter ego, il dottor Andrea Fanti, uno dei migliori primari di Medicina Interna, freddo, distante e per nulla empatico con i pazienti, che a seguito di un colpo di pistola alla testa che gli porta via dodici anni di memoria, è costretto a tornare in ospedale ma come paziente, e poi come semplice aiutante degli specializzandi, studente tra quelli che erano i suoi studenti. Ha perso ogni ricordo degli ultimi dodici anni, compreso quello più drammatico, la morte del figlio, che ha sgretolato la sua famiglia e lo ha reso duro e impassibile. L’amnesia non gli toglie il dolore dell’assenza del bambino, ma permette ad Andrea di decidere l’uomo e il medico che vuole essere.


Contrariamente al passato, Fanti sceglierà la strada dell’empatia e dell’ascolto. Al fianco di Fanti c’è Giulia Giordano (Matilde Gioli), che da lui - un tempo suo primario - aveva imparato il metodo da applicare in ospedale: zero empatia, zero ascolto del paziente, fiducia esclusiva nei risultati delle analisi e dell’esame clinico. Ma Giulia è anche la dottoressa che Andrea ha dimenticato di aver amato in passato. Ora che non riconosce più l’uomo che ama, Giulia cerca di seguire fedelmente gli insegnamenti di Andrea, ma questo la porterà a entrare sempre più in conflitto con lui. Per fortuna può contare sul sostegno di Lorenzo Lazzarini (Gianmarco Saurino), suo brillante collega e caro amico. In ospedale lavora anche Agnese Tiberi (Sara Lazzaro), ex moglie di Fanti e ora direttrice sanitaria. Nonostante siano separati da quasi dieci anni, Fanti vuole riconquistarla, scontrandosi con la ferma opposizione di lei, che nel frattempo si è rifatta una vita e non può cancellare il passato con semplicità. E questa è la serie in onda su Rai1. Ma, come dicevamo, Luca Argentero nella sua carriera ha sperimentato anche il doppiaggio: nel 2009 ha prestato la sua voce al giardiniere Sam in Beverly Hills Chihuahua di Sam Cortez, nel 2011 ha fatto parlare Dodo, un animaletto estinto, nel Paradiso può attendere, un cartone a sostegno del WWF, e anche James in Hop di Fred De Lepris, mentre l’anno dopo ha doppiato Timo in Gladiatori di Roma di Iginio Straffi. Nel 2016 la voce di Luca Argentero è anche in un disco: Vitae del musicista David Cavuti realizzato per L’Aquila e Amatrice nel post terremoto, con tanti brani recitati da altrettanti attori.



Luca Ward: doppiatore da sempre e per sempre

Luca Ward non ha bisogno di presentazioni: attore di fama, sia in televisione che in teatro, voce di straordinario talento nel doppiaggio, ma anche in radio o negli innumerevoli spot realizzati durante la sua ricca carriera. Lo avevamo sentito telefonicamente qualche anno fa e torna ancora su VOCI.fm, stavolta "video-intervistato" da Patrizia Simonetti.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Luca Ward su VOCI.fm! Ti incontriamo qui al “Sistina”, perché da un pò ami il musical e quindi ti ritroviamo con “Mamma mia!”, giusto? Però tu sei anche, soprattutto, un grande doppiatore, basta citare “Il Gladiatore” e poi ancora “007” ecc. Come ti è arrivata la passione per il doppiaggio?
Quella viene dalla mia famiglia, io sono la terza generazione. Mia nonna prima di me, mio nonno, mio papà, mia mamma. Il doppiaggio è nato così. In realtà, poi, tutti gli attori dovrebbero farlo il doppiaggio, perché non solo è importante che lo facciano gli attori, ma è importante per gli attori farlo, perché sei sempre ad un master, perché devi cercare di dare l’anima a un tuo collega d’Oltreoceano, magari d’Oltremanica, chi lo sa… Secondo me sono scuole molto importanti quelle!

Per te cosa significa “prestare la voce” a grandi personaggi?
E' una sfida gigantesca! Perché non sei tu qui al “Sistina” sul palco con il tuo fisico, la tua personalità, la tua forza, il tuo modo di dire e di interpretare un personaggio. Al doppiaggio devi stare al tempo di altri attori (quelli sullo schermo), ai loro ritmi e quella è la sfida più grande. Ferruccio Amendola mi disse: “Il giorno che ripeteranno le battute che tu hai detto, vorrà dire che hai fatto un buon lavoro”.

Tu usi la tua voce, appunto, per recitare, per fare l’attore, ma anche per cantare e per doppiare. La curi in modo particolare?
No, fumo e bevo Zacapa ogni tanto :-) Ritengo che il fatto della voce sia genetica pura; a casa tutti abbiamo (o avevamo) una bella voce. Certamente, è chiaro, non bisogna poi fare degli stravizi. Però io non faccio nulla in particolare. Vedo l’otorino una volta ogni dieci anni.

Però non basta avere una bella voce per essere un bravo doppiatore?
La bella voce è nulla! Bisogna saper interpretare, entrare nella testa e nel cuore delle persone. Devi “emozionare”; è quello che purtroppo oggi si è un pò perso.

E qual è il personaggio cui hai prestato la tua voce che ti ha emozionato di più, o il film?
Sicuramente il film più difficile che ho fatto: “Pulp Fiction”! Io doppiavo Samuel L. Jackson, avevo 34 anni, lui ne ha 6 più di me. Non era facile doppiare quel colosso e soprattutto, quel grande film.

Ed il film che, invece, che ti è rimasto nel cuore?
“Il Gladiatore”, per forza!

Ti chiedo di farci il grido.
Me le hanno dette tutte: “al mio via”, “al mio cenno”, “al mio tre”, “al mio urlo”, adesso “al mio grido” :-))) Era “al mio segnale”!

Lui gridava in quel senso.
Lui, no! Saliva a cavallo e diceva semplicemente: “Al mio segnale, scatenate l’inferno!” Basta, tranquillo, tanto lo sapeva che vinceva, era il Gladiatore! :-) VOCI.fm, vi saluto! Siete tutto un programma: voci, appunto. Un saluto da Luca!

Maccio Capatonda: voce in "Pupazzi senza gloria"

A doppiare il pupazzo più irriverente del cinema non poteva che essere Maccio Capatonda: sua infatti la voce di Phil Phillips, ex-poliziotto “riciclatosi” in investigatore privato, protagonista di “Pupazzi senza gloria”, l’irriverente film di Brian Henson (figlio di Jim Henson che creò i Muppets), in sala dal 18 Ottobre 2018 con Lucky Red. Per l'attore e conduttore radiofonico Maccio Capatonda è la terza esperienza nel doppiaggio, dopo "South Park” e “Angry Birds - il film. Videointervista di Patrizia Simonetti per VOCI.fm

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Maccio Capatonda in “Pupazzi senza gloria”, tu avevi già doppiato altre volte, però è la prima volta che dai voce ad un pupazzo, giusto?
Si, è molto bello perché il pupazzo si presta ad essere doppiato, lui non parla “di base”, non è un essere vivente e quindi ha bisogno della voce e mi ha chiesto di prestargliela. Io gliel’ho prestata... poi me l’ha ridata, ovviamente. È stato difficile perché il pupazzo non ha neanche espressività e quindi devi dargli attraverso la voce anche un’anima, un’emotività, uno spessore, una serie di cose di cui ha bisogno... il pupazzo :-)


Quanto ci hai messo di tuo in questo Phil Philips così dissacrante? Un poliziotto molto sopra le righe.
Ci ho messo il 62% di mio, forse anche il 69 / 70% e il resto è del pupazzo e del personaggio che interpreta il pupazzo.


Ma perché ti piace tanto il doppiaggio?
Perché mi piace molto lavorare con la voce, u pò come mi piace fare la regia, l’attore, è una parte di quello. Mi piace creare cose che non esistono, guardare la realtà e trasformarla attraverso l’arte della vocalizzazione.

Tu lavori con la voce, ma lavori anche con il linguaggio, ti inventi delle parole che non esistono…
Si, mi piace “destrutturare” le cose, dissacrarle, come a non voler accettare la realtà così com’è e quindi romperla, imporre il mio giudizio sulle strutture e sui linguaggi. I linguaggi, infatti, sono le cose più strutturate che abbiamo e io li voglio bruciare!


Quando ti sei accorto che volevi e potevi lavorare con la tua voce?
Io ho sempre voluto lavorare con la voce, fin da quando ero bambino. Ho doppiato anche “Ritorno al futuro”, da solo a casa mia, facendo la voce di Micheal J. Fox. Mi sono accorto di poterci lavorare più o meno nel 2000, quando mi chiesero di fare i doppiaggi delle interviste ai cantanti stranieri per un programma televisivo e lì mi sono detto: “Allora oltre che piacermi, riesco anche a farci qualcosa!” Un saluto a VOCI.fm da Maccio Capatonda… anzi... due saluti!



Mario Cordova: su VOCI.fm la voce di Richard Gere

Potevamo mancare alla presentazione del Premio Tonino Accolla 2019, che si è svolta nel corso della Festa del Cinema di Roma? Patrizia Simonetti c'era ed ha incontrato per noi la voce italiana di Richard Gere, Jeremy Irons, William Dafoe e Patrick Swayze. Ecco l'intervista a Mario Cordova che tra l'altro ci ha raccontato come è iniziata la sua fortunata avventura davanti al leggio.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Con Mario Cordova, siamo alla presentazione del Premio Tonino Accolla 2019 alla Festa del Cinema di Roma. Tu Mario, in qualche modo, hai giocato in casa perché sei siciliano, no?
Sicilianissimo, sono “catanese vero”, diciamolo. Figlio di siciliani, purtroppo sono andato via un po' troppo presto, ma ho sempre la Sicilia nel cuore!

Cosa pensi di questo premio?
Beh, fra i vari che ci sono questo mi sembra veramente il migliore, forse il più importante; intanto perché ha alle spalle il nome di Tonino, che è stato uno dei più grandi nel mondo del doppiaggio. Un grande artista, un personaggio a tutto tondo, folle, pazzo, straordinario, meraviglioso! E poi, i ragazzi che organizzano, Stefania e tutti gli altri, stanno facendo veramente un ottimo lavoro per cercare di portare alla luce questo che è un pò un “mestiere nell’ombra”, in cui si vive al chiuso in spazi angusti, senza finestre e quindi è una bella cosa!

Noi di VOCI.fm siamo molto curiosi quando intervistiamo voi, grandi doppiatori, quindi ti chiedo: è vero che hai iniziato a doppiare perché sei rimasto folgorato da un film?
Certamente è così. Io, comunque, già facevo l’attore, anche perché questo mestiere è un mestiere di attori, il doppiaggio è una parte di questo con delle regole completamente diverse da tutte le altre, bellissimo sotto certi aspetti, meno bello sotto altri. Però è fantastico il fatto che noi lavoriamo tantissimo e facciamo molti personaggi. Quindi, non so, alle 9.00 del mattino sono lo sceriffo del Kentucky, all'01.30 divento Gatto Silvestro e alle 04.30 sono un pedofilo di Berlino. Questo passaggio da un mondo all’altro, da una faccia all’altra, da una storia all’altra, è una cosa che non ha eguali. Però, insomma, l’attore a tutto tondo, anche quello non è male come mestiere. Siamo fortunati, questo sì.

Si rischia ogni tanto di tornare a casa e gridare “aiuto chi sono?” :-)
No, no questo no… sono leggende metropolitane. Si ha sempre la dimensione di se stessi, però, certamente, esistono aneddoti di gente che scorda di avere dolori, ferite che cominciano a sanguinare quando smetti di lavorare, perché ti accorgi, “oddio mi sono tagliato!” e non ti sei reso conto di niente prima, perché è un lavoro di grande concentrazione e di immedesimazione non solo in un personaggio, in un cuore e in un anima ma anche in uno spazio che è completamente diverso da quello che stai vivendo; devi immaginare di essere là dove si svolge la scena, in quel castello, in quella radura, in quel bagno e quindi, oltre al fatto di sentire e provare a emozionarti, di seguire questa bocca e questi occhi, perché doppiare vuol dire questo, seguire una bocca per i movimenti ma tutto attraverso la mediazione degli occhi che sono lo specchio dell’anima, quindi dell’emotività che viene espressa.

L’attore o il personaggio a cui sei più affezionato, al quale, ovviamente, hai prestato la tua voce?
Diciamo che sono legato a Richard Gere, perché è quello che mi ha dato più notorietà, ma amo Jeremy Irons, perché lo considero un attore meraviglioso, che ho avuto anche il piacere di conoscere. Ho un ricordo (e a casa ho la prova di quello che dico!), di una “stima” da parte sua, quando mi disse in spagnolo: “ Por favor siempre tu!”, e quindi sono molto contento! Ma vorrei citare una cosa a cui tengo particolarmente, perché è totalmente lontana dalla mia realtà: in “4 matrimoni e un funerale”, un film meraviglioso che voi immagino abbiate visto, facevo il prete. Ecco una cosa così distante da sé stessi, dove tu veramente devi andare a ricercare non si sa bene in quale meandri del tuo interno, intonazioni e voci. Come, per esempio, in “Ghostbusters”, in cui facevo Egon che era quello che parlava con la voce strana, dell’energia psicocinetica. Ecco queste cose lontane da sé sono, forse, quelle che danno più soddisfazione perché sono davvero complicate.

Un saluto a tutti quanti e mi raccomando continuate a seguirci; evviva Tonino Accolla!

Mario Milita: il nonno del doppiaggio

Ci sono voci che più di altre resteranno impresse nella nostra memoria e nella storia del cinema: una è di certo quella del grande Mario Milita, famoso per il ruolo di “Nonno” Abrahm Simpson, il papà di Homer, o di Zio Paperone nei primi cartoon Disney. Con il nostro blogger Alessandro Delfino ripercorriamo la storia artistica di questo grande maestro del doppiaggio.

Ti piace la voce di questo podcast? Contatta lo speakerAlessandro Delfino

Il doppiaggio lascia spesso in Italia emozioni grazie a voci inconfondibili con le quali siamo cresciuti seguendo i nostri film o serial preferiti.

E una di questa è stata sicuramente quella di Mario Milita, famoso per il ruolo di Abrahm Simpson, il papà di Homer Simpson, nella celeberrima sitcom; dal 1989 grazie alla sua voce senile, graffiante e ironica dona al patriarca della gialla famiglia di Springfield una comicità e una simpatia unica, seconda solo al protagonista Homer Simpson, doppiato in italiano dall’indimenticabile Tonino Accolla. Ma la carriera di Mario Milita non si è limitata al solo personaggio animato.

Classe 1923, la sua voce pastosa e brillante si lega perfettamente a personaggi di animazione come Fred Flintstones nella serie "I Flintstones", Mr Magoo, l’anziano pedofilo nella serie "I Griffin" e tanti altri; non solo: nella sua carriera ha prestato la voce anche ad attori i carne e ossa come Bryan-Doyle Murray, Ed Williams e soprattutto Desmond Llewelin (famoso nel ruolo di Q, il geniale agente alleato di James Bond) nei film "Moonraker - Operazione Spazio" e "007 - Bersaglio mobile".

Dopo aver ricevuto il premio alla carriera al "Gran Premio Internazionale del Doppiaggio" nel 2008, purtroppo in quel periodo comincia ad avere problemi alla voce, che si è fatta man mano più flebile e roca, dovendo lasciare completamente l’attività nel 2012.

Mario Milita purtroppo ci lascia quest’anno dopo una lunga malattia, ma noi tutti lo vogliamo ricordare come la voce del nonno un po’ burbero, un po’ scontroso, ma sempre affettuoso e generoso che ci ha fatto ridere e continuerà ad allietarci per molto molto tempo.

Ciao Mario.



Articolo a cura di Alessandro Delfino

Le voci più belle di Mario Milita (fonte Wikipedia)

Film cinema

  1. Desmond Llewelyn in Moonraker - Operazione spazio007 - Bersaglio mobile

  2. Brian Doyle-Murray in Snow Dogs - 8 cani sotto zeroIndiavolato

  3. Ed Williams in Una pallottola spuntata 2½ - L'odore della pauraUna pallottola spuntata 33⅓ - L'insulto finale

  4. Eli Wallach in Tentazioni d'amore

  5. Lee Strasberg in ...e giustizia per tutti

  6. Fred Krause in Mamma, ho riperso l'aereo: mi sono smarrito a New York

  7. Bill Erwin in Mamma, ho perso l'aereo

  8. Will Hare in Ritorno al futuro

  9. Burgess Meredith in Rocky V

  10. Art Carney in Last Action Hero - L'ultimo grande eroe

  11. Richard Hamilton in Le parole che non ti ho detto

  12. Feodor Chaliapin, Jr. in Lettere d'amore

  13. Sam Jaffe in Orizzonte perduto (ridopp.)

  14. Henryk Bista in Schindler's List - La lista di Schindler

  15. Roberts Blossom in Pronti a morire

  16. Thayer David in Rocky

Serie televisive

  1. Tom Bosley in La signora in giallo

  2. Eric Porter (il Professor Moriarty) in Le avventure di Sherlock Holmes

  3. Jon Pertwee in "Lo spaventapasseri" (Worzel Gummidge)

Film d'animazione

  1. Vecchio prigioniero in Il gobbo di Notre Dame

  2. Cittadino di Tebe in Hercules

  3. Sparky in Lilli e il vagabondo II - Il cucciolo ribelle

  4. Abraham Simpson in I Simpson - Il film

  5. L'indovino Prolix in Asterix e la grande guerra

  6. Ebenezer Scrooge in Canto di Natale di Topolino (1° doppiaggio)

  7. Politico durante una riunione in Akira

Serie animate

  1. Fred Flintstone ne Gli AntenatiI pronipoti incontrano gli antenatiIl nuovo Fred e Barney Show

  2. Abraham Simpson ne I Simpson (nelle prime 22 stagioni)

  3. Herbert (1ª voce) e Francis Griffin ne I Griffin

  4. Mumm-Ra in Thundercats

  5. Voce narrante e dottor Harada in Holly e Benji, due fuoriclasse

  6. Gennai in Digimon Adventure

  7. Megatron in Transformers

  8. Toro che ride in Cowboy Bebop

  9. Il nonno di Titeuf in Titeuf

Massimiliano Alto: il "genio" di Show Dogs

A soli 19 anni era già un genio: non a caso, Massimiliano Alto è voce Disney di “Aladdin”! La sua carriera da doppiatore passa per grandi attori e infiniti personaggi di animazione. Si afferma presto come direttore di doppiaggio ed è lui a seguire i 26 talent di “Show Dogs - Entriamo in scena”, la “family Comedy” della Primavera 2018. Patrizia Simonetti lo ha intervistato per il #sitodellevoci

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Su VOCI.fm c'è Massimiliano Alto, doppiatore ma soprattutto direttore di doppiaggio. Siamo qui perché hai diretto “Show Dogs”; com'è stato dirigere Giampaolo Morelli: bravo, diligente, obbediente?
Una persona incredibile, nel senso che il film richiedeva un impegno particolare; non solo per me, perché gestire 26 talent non è cosa da poco. Però, io non conoscevo Giampaolo Morelli come doppiatore, solo come attore e devo dire che è una persona incredibile. Bravissimo come professionista, non si è mai mosso dal leggio ed è sempre stato attento, ha seguito ogni indicazione. Una persona adorabile, quindi magari ripetere ancora un’esperienza simile.

Senti, con tutti gli altri: Cristiano Malgioglio, Barbara D’Urso, Mauro Bocci,Giulio Berruti, come ti sei trovato?
Bene, comunque bene. Sono tutte persone di spettacolo, quindi professionisti bravi, molto attenti. Devo dire che i ruoli erano piccoli per alcuni, proprio dei camei, però hanno comunque rispettato i miei suggerimenti.

Noi parliamo con molti doppiatori e tutti dicono che per fare il doppiatore bisogna prima essere un attore. Poi però ci ritroviamo, come nel caso di “Show Dogs”, cantanti o presentatori che prestano la voce a personaggi di film. Come te lo spieghi?
Beh, in questo caso, devo dire che la causa l’ho sposata io per primo perché secondo me la scelta era giusta. Il film è comunque basato su cani (che non vuol essere una cosa offensiva) ma si parla di animali ed era divertente l’idea di trovare voci riconoscibili, famose in tutta Italia. Succede spesso nei film di animazione di ogni genere. Io non sono contrario a queste scelte. A volte, forse, non sono giuste le scelte alla base del talent, quindi magari rischiare di non chiamare un attore, di non chiamare una persona proprio del mondo dello spettacolo, quello può essere un azzardo però, nel momento in cui la scelta è stata fatta con tutte persone capaci, che hanno una certa dimestichezza col mestiere... mi sembra una cosa riuscitissima!

Che cos’è il doppiaggio per te?
Il doppiaggio per me è un lavoro, che faccio da quando sono bambino. È una bellissima arte, anche se non so se è giusto definirla tale; è comunque una professione artigianale che continuiamo a mantenere salda qui in Italia e anche nel mondo ed ha un valore importante. Sentire i film in originale è importante però io penso che il doppiaggio possa dare una valenza in più, soprattutto in questo caso.

Il consiglio “principe”, anche se so che ce ne sarebbero tanti da dare a chi vuole intraprendere questa carriera di doppiatore. Qual'è quello che puoi dare tu?
Io consiglio sempre, come in tutte le professioni, di studiare, di avvicinarsi a un qualunque mestiere con cultura e conoscenza. Non ci si improvvisa in nessun caso, né se vuoi fare il calciatore, né se vuoi fare l’attore, quindi studiare il più possibile e studiare possibilmente tutte le materie che servono: dizione, recitazione, impostazione della voce ecc. Poi le scuole sono tante, ovviamente! Ancora oggi credo che l’”Accademia d’Arte Drammatica” potrebbe dare una formazione più completa, però esistono anche dei corsi di doppiaggio o delle scuole private. Magari prendere lezioni da una persona può essere utile. Poi, serve una minima dose di talento.

La tua direzione di doppiaggio che ti ha dato più soddisfazione? Ricordi un film, un doppiatore, un gruppo di doppiatori?
Sembra assurdo dire “Show Dogs”, però davvero questa è stata una lavorazione straordinaria, la prima dove ho conosciuto così tanti talent. Avevo già lavorato in questo modo in “Madagascar”, ad esempio con Ale e Franz eravamo già amici, ma una lavorazione così speciale non mi era mai capitata. In più, ho collaborato con tante persone, con una vera squadra; perché premetto, nel doppiaggio il direttore è molto importante però c’è anche un fonico, che in questo caso era Mario Frezza, fondamentale e un assistente di doppiaggio (Giulia Nofri) che ha fatto da coach a tutti gli attori e li ha veramente aiutati. Poi ho fatto tante altre direzioni molto belle, come “Ratatouille”, mentre come doppiatore sono legato ad “Aladdin”, (doppiavo proprio il genio della lampada, quando avevo solo 19 anni).

Il più bravo tra i talenti di Show Dogs” e quello che invece di ha fatto più penare?
Non lo posso dire… beh, Giampaolo aveva un ruolo enorme, è stato “l’amore mio” in questo senso. Però, onestamente, penso che anche Cristiano Malgioglio sia stato molto bravo perché è un uomo di spettacolo, ma fa il cantante e l'autore, quindi trovarsi catapultato in una realtà completamente diversa come quella del doppiaggio poteva rappresentare un problema. Invece ha seguito pedissequamente tutte le indicazioni, pur mettendoci di suo! Anche gli altri... tutti bravissimi. Sono rimasto sorpreso dalla disponibilità di Carlo Conti, Giorgio Panariello, Marco Masini, Barbara D’Urso, Lino Guanciale (anche lui un grandissimo talento per me, ha fatto un cameo di un cane cambiando voce, favoloso!). Giulio Berruti ha fatto un salto di qualità molto grande. Non mi aspettavo di trovarlo così, invece è stato molto bravo, si sente che studia. Quindi, onestamente, non posso dire chi sia stato il peggiore, tutti hanno dato il massimo. Il peggiore sono io :-)

Però, come dicevi il doppiaggio è un’altra cosa!
Il doppiaggio è un’altra cosa, loro si sono cimentati in un'attività diversa. Non hanno doppiato degli attori veri e propri ma dei cani, quindi si sono trovati a lavorare sull’audio, cosa completamente differente. È vero, ci sono le espressioni, gli occhi, però non è la stessa cosa di doppiare un attore. Un saluto affettuosissimo a voi di VOCI.fm da Max Alto, mi abbrevio il nome altrimenti è troppo lungo :-) Un bacio, grazie.

 

Massimo Lopez: con la voce puoi fare tutto

Patrizia Simonetti parla di voce con un personaggio che se ne intende proprio: Massimo Lopez. Attore, presentatore, imitatore, ma soprattutto doppiatore e voce di Homer Simpson dal 2013. Come è diventato un grande professionista e quali consigli può dare a chi si avvicina a questo mestiere?

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Massimo Lopez su VOCI.fm! Lei con la sua voce ci fa di tutto e di più?
Beh, è lo strumento che amo e col quale “gioco”, con cui ho sempre giocato e continuo a giocare.

L'abbiamo visto anche nelle scorse edizioni di “Tali e Quali Show”: a lei piace trasformarsi! In quel caso è sostenuto anche dal corpo, mentre se si parla di doppiaggio l'immagine non è di aiuto?
L'immagine no, ma il corpo si, perchè devi entrare nel personaggio e starci proprio “dentro”, al 100%. Nel doppiaggio la trasformazione è totale, perchè hai davanti a te un personaggio e devi trasformarti in lui; è un lavoro da attore in tutti i sensi ed io spero che l'arte del doppiaggio venga sempre sostenuta, perchè è davvero un'eccellenza italiana nel mondo.

Chi guarda i grandi doppiatori ed attori come lei, pensa sempre che non possano sbagliare. Invece magari capita; lei ha un aneddoto da raccontare? Un qualcosa che ha pensato “non ci riesco”, magari agli inizi della carriera?
Diciamo che prima degli inizi ho sempre pensato di sbagliare tutto, di non riuscire a farcela. Pur partendo da piccole cose, lì per lì mi sembravano di una difficoltà mostruosa; ma ho sempre affrontato tutto con umiltà. Ho inziato davvero dal dire una sola battuta in teatro, poi due e così via. Qualcuno mi prendeva in giro, ma io se tornassi indietro lo rifarei.

Quindi possiamo rassicurare i ragazzi che vogliono intraprendere questa carriera? Anche se all'inizio si sbaglia o tutto sembra difficile, non bisogna scoraggiarsi mai?
No, mai scoraggiarsi perchè ce la possono fare, senza porsi il limite del tempo. Non bisogna dire “entro una anno devo fare questo o quest'altro”; magari è giusto dire”entro la vita spero di fare il più possibile”, perchè questo è l'unico mestiere che te lo consente. Puoi arrivare anche a 70 anni a iniziare a fare il lavoro di attore, se ti piace. Bisogna approfittarne e perfezionarsi nel tempo. A VOCI.fm un saluto affettuosissimo da me, Massimo Lopez.



MASSIMO LOPEZ: CENNI BIOGRAFICI
Nato ad Ascoli Piceno l'11 Gennaio 1952, Massimo Lopez è attore, comico, doppiatore, cantante, conduttore e imitatore; è il fratello minore del doppiatore Giorgio Lopez. Ha debuttato in teatro nel 1975 con “Il fu Mattia Pascal” e prima della nascita del Trio con Tullio Solenghi ed Anna Marchesini ha preso parte a diversi spettacoli teatrali; è proprio in teatro che ha avuto un gran successo, in special modo con “Allacciate le cinture di sicurezza” (1987) e “In principio era il trio” (1991), “Ciao Frankie” (2005) e “Sing and Swing” (2014). Ha vinto nel 2010 il premio “Leggio d'Oro Alberto Sordi”. In televisione ha preso parte a tantissime trasmissioni, tra cui ricordiamo “Tastomatto” (1985), “Domenica in” (1986), “Fantastico 7” (1987) e il grandissimo successo avuto con “I promessi sposi”, insieme al Trio. Del periodo “post-Trio” ricordiamo “Massimo Ascolto” (1994), “Scherzi a parte” (1995 - 1997) e “Buona Domenica” (1998-1999), sia RAI che Mediaset. Oltre a spot televisivi, Massimo Lopez ha recitato in fiction e sitcom, tra cui “Un uomo in trappola” (1984), “Professione fantasma” (1997), “Compagni di scuola” (2001), “Max & Tux” (2002), “Le mille e una notte - Aladino e Sherazade” (2012); nel 1997 ha fatto parte del cast di “Beautiful”. Ha condotto “Striscia la notizia” nel 2005, ha partecipato a “Ballando con le stelle” nel 2007 e per festeggiare i 25 anni dalla nascita del Trio è tornato su Rai Uno insieme a Tullio Solenghi e Anna Marchesini nel 2008 con “Non esiste più la mezza stagione”. Nel 2014 era nel talent-show “La pista”, per poi arrivare a “Tale e Quale Show” nel 2015. Massimo Lopez ha inciso un brano con Mina, Noi, e ha lavorato in radio nel 1983 col trio e nel 2007 su R101 con le sue insuperabili imitazioni. Come doppiatore ha ricevuto davvero tante soddisfazioni: è sua la voce di Bruce Lee in “L'ultima sfida”, di Stephen Fry in “Lo Hobbit”, di Splinter in “Tartarughe Ninja”, di Ramon in “Happy feet” e “Happy Feet 2”, di Pabbie/Granpapà in “Frozen - Il regno di ghiaccio”, di Stephen Hawking in “The Big Bang Theory”, Gyoshin in “Sampei” e di Nervino in “Dottoressa Peluche”, fino a diventare la voce di Homer Simpson a partire dal 2013, dopo la scomparsa di Tonino Accolla. 

Massimo Wertmuller: nel doppiaggio non ci si può improvvisare

Un volto familiare quello di Massimo Wertmuller, bravo attore di teatro, cinema e televisione. Non per niente è stato anche il primo testimonial degli spot Wind, lo ricordate? Anche lui, come molti colleghi, ama il doppiaggio ed ha anche prestato la sua voce ad alcuni attori internazionali. Patrizia Simonetti lo ha incontrato per VOCI.fm

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Massimo Wertmuller su VOCI.fm: attore, televisione, teatro e poi una parentesi da doppiatore. Ce la racconta?
È stata una piccola parentesi, perché il mondo del doppiaggio non è facile, va detto che i doppiatori fanno anche una vita mica tanto raccomandabile, lavorano chiusi per ore ed ore ed è un discorso abbastanza difficile. Io posso dire di aver fatto poco doppiaggio ma di una certa qualità perché ho goduto della stima di Nicoletta Negri e Francesco Vairano, che è un grande maestro di doppiaggio e con loro ho fatto anche delle bellissime esperienze.

Chi ha doppiato, che personaggio era e che ricordo ha di quella esperienza?
Ricordo Billy Bob Thornton, che ho doppiato con un altro direttore di doppiaggio, mi sembra fosse Marco Guadagno. Fu una grande prova perché Billy aveva sempre le labbra serrate ed io dovevo metterci dentro tutti i sentimenti che lui in presa diretta riusciva a manifestare. Ecco, ho capito che il doppiaggio è una bellissima attività che merita preparazione e studio e non ci si può improvvisare.

La sua voce comunque la usa in ogni caso, come attore, quindi la cura in qualche modo?
No, non ho una cura specifica per la mia voce. Diciamo che, per fortuna, fumavo il sigaro ed ho smesso, ma onestamente non faccio niente che possa in qualche maniera promuoverla.

Quindi, possiamo al limite consigliare di smettere di fumare?
Non c’è dubbio, anche se quando io fumavo il sigaro avevo la voce ancora più bassa, quindi non si capisce come comportarsi :-)
Un grande saluto a VOCI.fm da Massimo Wertmuller.


MASSIMO WERTMULLER: CENNI BIOGRAFICI

Nato a Roma il 13 Agosto 1956, Massimo Wertmuller ha esordito in teatro nel 1976 con “Luci di Bohéme”, spettacolo presentato alla Biennale di Venezia. Nel 1978 inizia a frequentare il Laboratorio di esercitazioni sceniche di Gigi Proietti per fondare poi il gruppo comico “La Zavorra”, attivo nel cabaret in teatro e nell'intrattenimento televisivo fino al 1984. Nello stesso anno debutta sul grande schermo con il film “La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia”, diretto dalla zia Lina Wertmuller, che lo dirigerà anche in “Scherzo del destino in agguato dietro l'angolo come un brigante da strada” (1983) e “Sotto.. sotto.. strapazzato da anomala passione” (1984), “Notte d'estate con profilo greco, occhi a mandorla e odore di basilico” (1986), “In una notte di chiaro di luna” (1989) e nel televisivo “Francesca e Nunziata” (2001), andato in onda su Canale 5.

Tra gli altri suoi ruoli in televisione, quello del commissario Giorgio Pettenella nella serie “La squadra” (Rai 3 e in replica su Rai Premium) ed altri nelle serie “RIS Roma” e “1992” (Sky).

Nel doppiaggio ha prestato la voce a:
Dominique Pinon in “Il favoloso mondo di Amélie” e “L'esplosivo piano di Bazil”
Doug Rand in “Arthur e il popolo dei Minimei”
Billy Bob Thornton in "Monster's Ball - L'ombra della vita"
Peter Gallagher in ”Torbide ossessioni” e “American Beauty”
Jason Beghe in “The Next Three Days”
Stanley Tucci in “Sogno di una notte di mezza estate”

Matt Damon: CHI LO DOPPIA?

Al suo attivo ci sono più di trenta film dagli anni duemila ad oggi, con personaggi sempre diversi ed emozionanti. Parliamo di Matt Damon, attore amatissimo in tutto il mondo ed anche in Italia, dove ad accompagnare la sua carriera si avvicendano di stagione in stagione voci di altrettanto noti doppiatori.

Maurizio Di Girolamo, il doppiatore imitatore: L'INTERVISTA VIDEO PER VOCI.FM

Maurizio Di Girolamo è un doppiatore molto particolare, perchè oltre ad usare la propria "voce principale” è in grado di lasciare tutti a bocca aperta imitando il grande Ferruccio Amendola, Nanni Baldini, Massimo Troisi e tantissimi altri attori e personaggi famosi. Reduce da “Tu Si Que Vales”, è stato anche special-guest nell'edizone 2018 del festival “Le Voci di Cartoonia”. Lo ospitiamo nei nostri studi per una divertentissima videointervista realizzata in coppia con l'amico Alessandro Delfino. Da non perdere!

Intervista realizzata da Alessandro Delfino


Buongiorno a tutti gli utenti di VOCI.fm - il sito delle voci. Oggi intervistiamo un grandissimo ospite
:Maurizio Di Girolamo!
Ciao a tutti! Grazie a VOCI.fm e a te Alessandro.

Maurizio Di Girolamo (nato a Torino, il 4 Luglio 1983) è un giovane ma talentuoso attore, doppiatore e soprattutto imitatore. Come ti è nata questa passione?
Io faccio le imitazioni da quando sono adolescente. Ho iniziato un pò come tanti: si guarda la televisione, poi a scuola si fanno i personaggi, si imitano gli insegnanti, i professori ecc. Quando vedi gli amici che ridono ti fai forte e passi ad imitare gli attori del cinema e qualcun altro famoso. Poi il doppiaggio; ho fuso le due cose iniziando ad imitare la voce di Ferruccio Amendola e studiando tantissimo. Poi, chiaramente, col tempo ho acquisito diversi registri vocali e sono arrivato ad imitare anche altri doppiatori.

Facci sentire al volo…
Imito Nanni Baldini o il grande Gianni Musi.



Bravissimo! Ma senti, volevo sapere cosa preferisci tra il doppiaggio e l'imitazione?
Sono due mondi diversi. Quando sono in sala di doppiaggio, tutto è più serio e professionale perché, comunque, la voce la devi impostarla in un certo modo, devi stare attento a un sacco di cose. Le imitazioni sono più libere ed è tutto molto più “giocato”.

Ti diverti di più, anche imitando grandi attori come Massimo Troisi, Lino Banfi (giovane anni '80 ed anziano “Nonno Libero”), Roberto Benigni, Paolo Villaggio e fai benissimo Vittorio Sgarbi! Ma tra tutti, quale senti più “tuo”?
Ce ne sono due: Massimo Troisi non è più un’imitazione. Sarà che lo faccio da tantissimi anni, è stato praticamente il primo e rappresenta un mio stato d’animo… è come se iniziassi davvero a parlare come lui. Fisicamente, invece, sono vicino ad Aldo Baglio (del trio “Aldo, Giovanni e Giacomo”).

E cosa consiglieresti ai giovani che vogliono intraprendere la strada del doppiaggio e anche dell’imitazione? Secondo te, meglio una o l’altra?
Sono entrambe belle cose, che possono essere veramente fuse tra loro, ma bisogna ascoltarsi tanto, farlo partire da sé stessi. Poi il doppiaggio richiede molto più impegno, perché ci sono tanti lati tecnici, devi saper studiare l’apparato vocale oppure lavorare in sync e creare simbiosi con l'attore originale. Per fortuna, esistono un sacco di buoni corsi in Italia. Se uno sente che vuole farlo... è possibile! Io ho iniziato dal nulla, poi andando avanti, mi ritrovo qua!

E noi ti ringraziamo! Ricordo, ovviamente, che Maurizio Di Girolamo ha un suo profilo VOCI.fm seguitelo, guardatelo ed ascoltatelo, perché è veramente bravo!
Grazie a voi! Grazie a VOCI.fm

Maurizio Trombini: la voce di Lucignolo

Un altro grande nome ospite del BLOG di VOCI.fm! Oggi incontriamo Maurizio Trombini, attore, doppiatore e speaker italiano, protagonista di spot famosissimi, ha conquistato traguardi prestigiosi, come i due premi “MediaStar” 1995 - 1998 e il premio speciale “KitchenArts” al Festival “Voci nell'Ombra 2018”. Ma per tutti, Maurizio Trombini è la voce dell'indimenticabile settimanale di Italia 1 “Lucignolo”. Valerio Brandi lo ha intervistato per noi.

Intervista realizzata ad Ottobre 2018 da Valerio Brandi


Valerio Brandi per VOCI.fm, siamo qui con Maurizio Trombini, ci parla un pò della sua avventura a Lucignolo?
La mia avventura a Lucignolo è semplicissima. Mi ha chiamato Mario Giordano, parecchi anni fa, e mi ha detto: “C'è una trasmissione nuova e vorrei che la facessimo insieme!”; io gli ho risposto: “ben volentieri!”. Abbiamo fatto una puntata-zero che è andato benino, dopodiché si è fatta la trasmissione, che ha ricevuto un certo riscontro positivo da parte del pubblico di Italia 1, quindi siamo stati tutti molto contenti. La trasmissione è durata parecchi anni (dal 23 marzo 2003 al 7 ottobre 2007, dal 22 giugno al 14 settembre 2008 e nell'autunno 2013 con il nome di “Lucignolo 2.0”). Ad un certo punto è diventata molto legata al gossip, quindi c'è stato un cambiamento radicale rispetto ai primi servizi.

Un consiglio che daresti a chi vuole avvicinarsi al mondo del doppiaggio?
Chi vuole avvicinarsi al mondo del doppiaggio deve, prima di tutto, fare dizione e fonetica, poi specializzarsi in recitazione; dopodiché può avvicinarsi al mondo del doppiaggio, perché il mondo del doppiaggio è una nicchia del mestiere dell'attore. Poi, insomma, le regole vanno anche disattese e molto spesso questo avviene, per cui non è detto che un buon doppiatore abbia avuto questi step che ho prima elencato. Io credo che però la recitazione sia essenziale per far si che il doppiatore sia all'altezza di fare anche cose importanti nel cinema.

Lei ha doppiato tantissimi cartoni animati del gruppo di Milano, ci può raccontare qualcosa?
Il mondo del doppiaggio per me è iniziato dopo un lavoro teatrale al Piccolo Teatro di Milano, stavo facendo “L'anima buona di Sezuan” con la regia di Giorgio Strehler ed il collega Alarico Salaroli mi ha portato al doppiaggio, dicendo “se vuoi arrotondare la tua paga giornaliera ecco questo è un buon metodo”. Mi ha condotto ad un provino con Laura Rizzoli e lì ho iniziato a doppiare. Un saluto a tutti e ricordatevi di leggere qualche libro di Anthony Bordain (cuoco, gastronomo e scrittore statunitense scomparso nel Giugno 2018, al quale Trombini ha prestato la voce in Italia, ndr), molti libri sono decisamente carini. In bocca al lupo per tutti!

 

Max Tortora: mi piacerebbe fare più doppiaggio

VOCI.fm incontra Max Tortora, che con la voce ci “gioca” da sempre, tra imitazioni, radio, fiction, film e... qualche sosta in sala di doppiaggio, una sua grande passione fin da bambino. Ce ne parla al microfono (e telecamera!) di Patrizia Simonetti.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Max Tortora su VOCI.fm! Attore, tanta radio e anche doppiatore, cosa ti piace di più? Come preferisci usare la tua voce?
Come doppiatore ho fatto poco, qualche cartone animato (principalmente il “Postino Pat”, nell'omonimo film d'animazione del 2014, ndr) ed ho doppiato me stesso come capita a tutti gli attori. Avrei voluto fare di più perché a me il doppiaggio piace molto.Io ho iniziato da bambino, perché avevo un proiettore, si chiamava “Silma Bivox”, me lo regalò mio padre a 10 anni e fu il più bel dono della mia vita, perché aveva una banda sonora per incidere e quindi io doppiavo i cartoni animati già a 10 anni. Mi piacerebbe farne di più di doppiaggio!

Invece la radio?
La radio è meravigliosa perché è improvvisazione. Con la radio vai in quel momento, è un “carpe diem”, sei lì ed un secondo di silenzio è eterno, devi imparare i tempi; è fantastico!

Quindi, in entrambe le situazioni, la voce è protagonista e devi mettere da parte il corpo; con questa tua faccia così espressiva, come fai?
Beh, il corpo si può evocare con una buona interpretazione radiofonica. Io sono cresciuto con il “Gran Varietà”, dove ci facevano credere che c’era un pubblico enorme che applaudiva e invece era fatto tutto in studio, tra quattro mura.

Rifaresti del doppiaggio se ti offrissero un ruolo che ti piace?
Si, come no! Mi diverte molto il doppiaggio. È affascinante e in Italia sono tutti molto bravi, bisogna ammetterlo!

Un consiglio che puoi dare a chi vuole intraprendere questa carriera, nel doppiaggio, come voce radiofonica oppure come attore?
Innanzitutto ti deve piacere quello che fai, perchè è fondamentale. E poi mai parlare di gavetta, perchè per me non esiste. Il lavoro è lavoro, fin dall'inizio. Anche non lavorare fa parte del lavoro e idem attendere il lavoro giusto. Quindi, la nostra è una gran bella attività, però ci vuole un pò di forza.

La voce la curi oppure la lasci andare così?
No, io non credo di avere una gran bella voce. E' anche velata e non si esprime come vorrei. Ogni tanto sento qualcuno, magari al bar che prende il cappuccino vicino a me, ed ha una bella voce e penso “se avessi la voce come la sua sarei un grande doppiatore”... però poi ci accontentiamo :-)
Saluto VOCI.fm... che la vostra voce vi porti sempre più lontano
!

 

MAX TORTORA: CENNI BIOGRAFICI

Max Tortora, all’anagrafe Massimiliano Tortora, nasce a Roma il 21 Gennaio 1963. E' un attore, imitatore e comico romano, tra i più famosi e amati in Italia. Conosciutissimo per la conduzione di vari programmi comici, raggiunge l'apice della notorietà interpretando Ezio Masetti nella fiction "I Cesaroni". Tra i suoi film come interprete, ricordiamo: "La Terra dell'Abbastanza" (2018), "Loro 1" (2018), "Sulla mia pelle" (2018), "Caccia al tesoro" (2017), "La coppia dei campioni" (2016), "Miami Beach" (2016), "Torno indietro e cambio vita" (2015), "Un matrimonio da favola" (2014), "Genitori & figli: Agitare bene prima dell'uso" (2010), "Natale in Sudafrica" (2010), "The clan" (2005). Nel 2014, Max Tortora, presta la sua voce come doppiatore al mitico "Postino Pat" per il lungometraggio animato distribuito da Moviemax. Importante la sua presenza in radio, soprattutto nel programma "Non è un paese per giovani", su Radio 2.

Michele Bruno Big Voice su VOCI.fm

Tra le Big Voice del #sitodellevoci c'è l'attore e doppiatore Michele Bruno. Ecco l'intervista di Marco Picchio in cui Michele ci ha raccontato come la sua vita scorra tra teatro, fiction e... importanti brevetti!

Intervista realizzata da Marco Picchio


Buone feste a tutti gli amici di VOCI.fm da parte di Marco Picchio! Oggi ho il piacere di presentarvi la voce ufficiale di rubriche tipo “Ulisse”, “Geo e Geo”, “Passaggio a Nord Ovest”. Lo abbiamo sentito anche su importanti spot nazionali e ha partecipato anche a svariate fiction Rai. Fa parte, ovviamente, della nostra grande community. Al telefono ho Michele Bruno benvenuto e auguri, visto che siamo prossimi al Natale 2019!
Auguri a tutte le persone che ci stanno ascoltando e auguri anche a te!

Ad oggi, tu sei l’unico di cui disponiamo di due diversi curriculum: uno artistico e uno scientifico. Mi soffermerei per un attimo su quello artistico: radio, televisione, spot, doppiaggio. Descrivici la tua attività.
Ho iniziato a lavorare con gli spot pubblicitari, radio e televisioni locali. Poi, ho avviato la mia carriera artistica: scuola di teatro, recitazione, cinema e contemporaneamente doppiaggio. E poi speakeraggio, quindi voce fuori campo, per quanto riguarda soprattutto documentari, filmati aziendali, filmati industriali. spot, promo tv, promo per la Rai, voce di “Rai Sport” per tanti anni, tutti i promo per lo sport e soprattutto trasmissioni o messaggi pubblicitari relativi a motori, nel settore auto e moto.

Hai una bellissima voce e soprattutto stavo notando anche le pause, che sono teatrali. Le tue esperienze in teatro?
Ho fatto degli spettacoli teatrali ed anche aiuto-regia. Quindi so stare sia davanti che dietro la telecamera.

Ci hai parlato di fiction Rai, quali sono esattamente?
Una delle prime era la fiction “Ricominciare”, che andava dopo il Tg1. Qui stiamo parlando già di un pò di anni fa e facevo, come attore, la parte di un ragazzo, studente universitario. Poi ho fatto una parte relativamente importante per “Vivere” su Mediaset e dei film con Veronica Pivetti. Poi il teatro, si da protagonista che da co-protagonista.

Tu sei anche un ingegnere elettronico, no?
Esatto e mi sono sempre chiesto se tecnica e arte potessero convivere. Io tengo a queste due cose e mi piace farle entrambe. Con una soltanto non riuscirei a sopravvivere e quindi, quando faccio troppo speakeraggio, mi manca un pò la tecnica. Viceversa, quando faccio troppe cose tecniche, come i droni, l'elettronica ecc., mi manca la parte artistica. Adesso ho trovato una sorta di bilanciamento e vado avanti così ormai da anni. Che poi è molto interessante, soprattutto quando faccio delle registrazioni vocali per filmati aziendali, industriali.

Ed era proprio qui che volevo arrivare, perché c’è questo aneddoto, che ti avrei chiesto io, ma me lo stai anticipando...
Perché mi arrivano, magari, dei testi tecnici, in cui trovo degli errori. Intendo dal punto di vista tecnico e quindi contatto le società e gli dico: guardate che questa cosa qui non è scientificamente corretta. E loro: “Ah, bene, grazie!”

Cito Walt Disney, nel senso che mi viene in mente Archimede Pitagorico, il famoso personaggio dei fumetti.
Dai, è il mio personaggio preferito di Topolino!

Anche io lo adoro! Che cosa hai brevettato?
All’età di 19-20 anni, un sistema idraulico per caricamento. Una cosa un pò particolare. Poi ho brevettato un’asta per fucili subacquei, che si chiama “Asta Ghost”, quindi con una aletta a scomparsa, che ha delle caratteristiche idrodinamiche abbastanza elevate. E poi, ho fatto un altro brevetto su un sistema di droni. Una cosa abbastanza complicata.

Molto interessante! Torniamo alla voce, tu hai un home-studio, quindi sei sempre operativo?
Si, ho un home-studio professionale completo, con sala insonorizzata, microfono neumann, amplificatori a valvola ecc.

Quindi, chiunque ti cerchi può trovare le info sul tuo profilo VOCI.fm community alla quale tu fai parte come BIG VOICES, quindi tra le voci più belle d'Italia. Cercate il profilo di Michele Bruno per contattarlo, proprio su www.voci.fm

Michele io ti ringrazio per essere stato con noi, simpaticissimo e gentilissimo.
Grazie a te! Un saluto a tutti! Speriamo di avere nuovi contatti con altre persone, a cui piaccia la mia voce.

Sono sicuro di si! Ciao, grazie! Buon lavoro e buone feste!
Grazie, un saluto!

Michele Gammino: la voce eroica del doppiaggio

Di tutte le voci del doppiaggio sicuramente quella che più rimanda ai personaggi eroici e duri del cinema è la voce di Michele Gammino. Basta ricordare cinque dei tantissimi attori da lui doppiati: Kevin Costner, Jack Nicholson, Richard Gere, Terence Hill e, dulcis in fundo, Harrison Ford in "Indiana Jones"! Di Michele Gammino ce ne parla un vero esperto di cinema e doppiaggio: il nostro blogger Alessandro Delfino.

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Michele Gammino inizia la sua carriera da giovanissimo, negli anni 70, sia come attore (in film di genere come i poliziotteschi e le commedie-sexy all’italiana) che come doppiatore (lo si ricorda sempre nei film di genere come voce di Luc Merenda in molti polizieschi italiani).

E' negli anni ottanta che la sua carriera decolla. Nel 1981 doppia per la prima volta un attore già famoso per la saga fantascientifica "Guerre Stellari", Harrison Ford, nei panni di un altro personaggio che lo consacrerà nella storia del cinema: Indiana Jones. Il film "I predatori dell’arca perduta" diretto da Steven Spielberg non solo ottiene un grande successo, ma dà il via ad altri seguiti dove Ford avrà di nuovo la voce di Gammino (tranne in "Indiana Jones e il tempio maledetto" dove viene sostituito da Luigi La Monica); a parte alcuni casi il binomio Ford-Gammino diventerà inscindibile tanto che il doppiatore verrà spesso riconosciuto come la voce ufficiale dell’attore statunitense.

Sempre nel 1981, Gammino doppia un altro attore già famoso diventando in seguito una delle voci ricorrenti: Jack Nicholson, nel film "Il postino suona sempre due volte", remake del film del 1946. Gammino si distingue rispetto ad Harrison Ford seguendo in modo meticoloso la recitazione asciutta e sorniona di Nicholson “invecchiando” e sporcando la voce donando interpretazioni memorabili: oltre al già citato film "Codice d’onore", "Wolf", "Qualcosa è cambiato", "A proposito di Schimidt".

La carriera di Gammino comunque rimane costellata di personaggi eroici, ad esempio nel 1985 doppia un altro attore che nel periodo successivo diventerà famoso come eroe del cinema: Kevin Costner; famosi i film doppiati come "Balla coi lupi", "JFK", "Wyatt Earp", "Guardia del corpo" e tanti altri.

Ma la bravura del doppiatore non si limita solo ai ruoli eroici: riesce con disinvoltura a passare da personaggi duri e granitici come Steven Seagal ("Trappola in alto mare" e "Trappola sulle montagne rocciose") a personaggi ironici e pungenti come Bill Murray ("Ricomincio da capo"), Cheavy Chase ("Avventure di un uomo invisibile"), Bob Hoskins ("Chi ha incastrato Roger Rabbit") e Terence Hill ("Non c’è due senza quattro", "Renegade") o ancora ad attori fascinosi ed eleganti come Richard Gere ("Pretty Woman").

Michele Gammino rimane ancora oggi uno dei punti di riferimento del doppiaggio e tuttora la sua voce rude, calda e pastosa riesce a migliorare alcune interpretazioni di attori che in originale non hanno quel colore, quella espressività vocale che rende magico e inimitabile il mondo delle voci.



Le voci più belle di Michele Gammino

  1. Michele Gammino in “Confessione di un commissario di polizia al Procuratore della Repubblica”
  2. Harrison Ford (Indiana Jones) in “I predatori dell’arca perduta”
  3. Harrison Ford (Rick Deckard) in “Blade Runner”
  4. Terence Hill (Luke Mantie) in “Renegade: un osso troppo duro”
  5. Bob Hoskins (Eddie Valliant) in “Chi ha incastrato Roger Rabbit”
  6. Kevin Costner (John Dumbar) in “Balla coi lupi”
  7. Richard Gere (Edward Lewis) in “Pretty Woman”
  8. Paul Sorvino (Paul Cicero) in “Quei bravi ragazzi”
  9. Steven Seagal (Casey Ryback) in “Trappola in alto mare”
  10. Bill Murray (Phil Connors) in “Ricomincio da capo”
  11. Cheavy Chase (Nick Halloway) in “Avventure di un uomo invisibile”
  12. Jack Nicholsonc (Nathan R. Jessep) in “Codice d’onore”
  13. Richard Gere (Lancillotto” in “Il primo cavaliere”
  14. Jack Nicholson (Melvin Udall) in “Qualcosa è cambiato”
  15. Kevin Costner (Jonathan Kent) in “L’uomo d’acciaio”

Articolo a cura di Alessandro Delfino

Paolo Ruffini: doppiatore in Cattivissimo Me 3

Il suo modo di fare è inconfondibile, l'accento da “toscanaccio” e la battuta sempre pronta lo hanno reso uno dei volti più famosi della TV e del cinema italiano da fine anni '90 ad oggi: ai microfoni di VOCI.fm Paolo Ruffini racconta il suo rapporto con la voce e le sue esperienza da doppiatore, partendo dal film d'animazione “Cattivissimo me 3”, nelle sale italiane dal 24 Agosto 2017.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Paolo Ruffini, in “Cattivissimo me 3” doppi il cattivo di turno (Balthazar Bratt) che è un “cattivo - non cattivo” degli anni '80?
Esatto, direi un “cattivo frustrato”. E' un produttore degli anni '80 che nel momento in cui vede cancellare la sua serie televisiva sbrocca e quindi diventa tremendo. Fermo al grande chewingum rosa, fermo al cubo di Rubik, fermo ad un certo tipo di musica (perché lui ascolta Beat itdi Michael Jackson tutto il giorno con il walkman), gira ancora le cassette, è un cattivo molto interessante. Soprattutto, il film ci racconta come fondamentalmente un cattivo può trasformarsi, che forse la cattiveria non esiste, ma esiste l'infelicità.

Non è il primo cartoon che doppi, com'è dare la voce a personaggi di animazione?
E' impressionante, perché gli attori sono bravissimi, nel senso che ti devi confrontare con la perfezione, cioè non è come doppiare un attore, ma un cartone animato; e credimi questi attori nel film sono eccezionali, molto verosimili. A parte gli scherzi, questi film raccontano la realtà meglio di quanto possano raccontare i film con attori in carne ed ossa ed io sono felicissimo, anche perchè lavorare nel mondo dei bambini è una grande lusinga. 

Come usi in modo diverso la voce quando fai teatro, quando fai televisione, quando fai doppiaggio?
Io non sono un accademico, camuffo come ho sempre fatto; pensa che mi divertivo già tanti anni fa con i doppiaggi su You Tube, quelli umoristici; cerco fondamentalmente di modulare un pochino quella che è la mia voce. In “Cattivissimo me 3” vado proprio sull'eccesso perché interpreto un pazzo che urla e dice “sono un bambino cattivoooooooo”, quindi mi sono dovuto proprio sgolare. 

Molto spesso ti sentiamo anche nel tuo tipico accento toscano, a volte si dice che bisogna curare la dizione perché va tolto ogni accento, invece a te questa parlata toscana spesso ti premia, come in Zootropolis?
Si, in questo “Cattivissimo me” riesco anche a parlare un italiano concreto, più o meno; poi sai, secondo me, come parliamo (cioè la nostra voce) ci racconta anche un pò di verità. Siamo già mascherati in mezzo a tanti profili social, almeno la voce lasciamocela! 

Un bacione grandissimo a Voci.fm da Paolo Ruffini! Usate, cari amici, la vostra voce.



PAOLO RUFFINI: CENNI BIOGRAFICI 

Nato a Livorno nel 1978, debutta nel mondo dello spettacolo partecipando a spot pubblicitari (Kinder Cereali e Olidata) e al film “Ovosodo” di Paolo Virzì. Per diversi anni lavora come animatore in villaggi-vacanze. Appassionato di cinema, nel 2001 fonda l'Associazione cinematografica “Nido del Cuculo”, con la quale organizza eventi, rassegne, festival cinematografici, produce documentari, spettacoli teatrali (fra tutti “Io Doppio”) e musical nei quali spesso riveste la figura di attore ed autore. Nel 2002 vince il concorso “Cercasi VJ” su Mtv e per più di tre anni conduce programmi molto seguiti. Nel 2005 lascia la rete musicale e comincia una collaborazione con Marco Giusti. Partecipa con successo al talk-show demenziale “Bla Bla Bla” con Lillo & Greg. Nello stesso anno, figura come autore di “Stracult” (Rai 2). Nel 2005 partecipa al film “Natale a Miami” di Neri Parenti; nel 2006 bissa con “Natale a New York”. Viene inoltre riconfermata la collaborazione per i programmi “Matinée” e “Soirée”, in onda tutti i giorni su Rai 2, in Paolo Ruffini si trasforma in inviato speciale in giro per l'Italia. Nel 2007 diventa volto del canale satellitare “Comedy Central” del gruppo MTV Italia e conduce il contenitore di candid camera, sketch comici e papere “Amici miei”. È inoltre tra gli interpreti de “La seconda volta non si scorda mai” di Alessandro Siani. Nel 2008 partecipa allo spettacolo teatrale “Portami tante rose.it”, ideato da Maurizio Costanzo ed Enrico Vaime. Nello stesso anno fa parte del cast del film “Natale a Rio”; nel 2009 è tra i protagonisti del film di Carlo Vanzina “Un'estate ai Caraibi”, con Gigi Proietti. Successivamente fa parte del cast di “La prima cosa bella” di Paolo Virzì. Nel 2010, è uno dei protagonisti del nuovo progetto del regista e sceneggiatore Fausto Brizzi, che vede la realizzazione di due pellicole parallele: “Maschi contro femmine” e “Femmine contro maschi”. Nel settembre 2011 conduce su Italia1 il programma comico “Colorado” insieme a Belén Rodríguez, Chiara Francini e Digei Angelo, venendo confermato per le successive 5 edizioni. Nell'inverno 2011-2012 è in tournée teatrale la commedia musicale “Tre cuori in affitto” assieme ad Arianna Bergamaschi e Justine Mattera. Contemporaneamente nelle sale cinematografiche esce “Ex - Amici come prima!”, diretto da Carlo Vanzina. Nell'aprile 2012 presta la sua voce a Lucignolo nel film d'animazione “Pinocchio” di Enzo D'Alò. Nel 2012 pubblica il suo primo romanzo intitolato “Tutto bene”. Il 2013 invece inaugura la sua carriera come regista, con il primo film “Fuga di Cervelli”, uno dei film italiani più visti in quell'anno, che ha incassato oltre 5 milioni e mezzo di euro ed ha dato il via alla carriera cinematografica di Frank Matano e di altri YouTubers. Nel 2014 presenta i David di Donatello. Ad Ottobre esce nelle sale cinematografiche il film “Tutto molto bello” che lo vede impegnato sia nel ruolo di attore che in quello di regista, in compagnia di Frank Matano. Nel 2015 torna a condurre una versione rinnovata del programma televisivo “Colorado” insieme a Diana Del Bufalo. Nello stesso anno torna ad accompagnare Lillo e Greg e Francesco Mandelli in un nuovo cinepanettone targato Filmauro dal titolo Natale col boss, rivelatosi un successo al botteghino e con recensioni tendenzialmente positive. Nel dicembre 2015 esce il libro “Odio ergo sum”, studio semiserio del fenomeno degli hater; nel 2016 viene coinvolto nel doppiaggio italiano del film Disney “Zootropolis” nel quale presta la voce al personaggio di Yax. Viene investito del ruolo di giurato di “Eccezionale veramente”, per le edizioni 2016 e 2017, con Diego Abatantuono e Selvaggia Lucarelli. A marzo 2016 esce il libro “Il principe piccino”. Oltre all'attività nel cinema, non trascura il teatro, portando in giro per tutto il 2016 e 2017 il suo nuovo spettacolo comico "Un grande abbraccio". Nel 2017 inoltre esce un nuovo libro dal titolo "Telefona quando arrivi". E' la voce di Balthazar Bratt nel film “Cattivissimo Me 3”. (fonte Wikipedia)

Pino e Chiara Colizzi: diverse generazioni, stesso talento

Il mestiere del doppiatore ha davvero una lunga storia piena di talenti. Sul BLOG di VOCI.fm Alessandro Delfino ci parla di uno dei maestri del doppiaggio più importanti degli anni 70-80 e di sua figlia, talentuosa doppiatrice della generazione successiva: Pino Colizzi e Chiara Colizzi. Tanto per capirci, le voci italiane di Michael Douglas e Nicole Kidman. Ma scopriamo di più...

Ti piace la voce di questo podcast? Contatta subito lo speakerAlessandro Delfino

Classe 1937, Pino Colizzi inizia come attore televisivo, interpretando nel 1960 il ruolo del protagonista nello sceneggiato di Rai 1 "Tom Jones"; in seguito lavora in altri sceneggiati come "Anna Karenina", "La guerra al tavolo della pace", "Così è se vi pare", "L’assedio", "La piovra" e "Il bello delle donne".

Ma è soprattutto nel mondo delle voci che Pino Colizzi dà prova delle sue grandi capacità: negli anni '70 diventa una delle voci giovani della CDC doppiando attori come James Caan nel ruolo di Sonny Corleone nell’intramontabile capolavoro di Francis Ford Coppola "Il Padrino", mentre nel seguito doppia un giovanissimo Robert De Niro, interprete del giovane Vito Corleone (impersonato da Marlon Brando nel primo film); Pino Colizzi riesce a seguire la voce rauca e quasi impercettibile di De Niro senza far pensare minimamente allo spettatore di sentire il personaggio del film precedente.

In seguito, Pino Colizzi diventa la voce ricorrente di grandissimi attori come Michael Douglas ("Attrazione fatale", "Black Rain", "Un giorno di ordinaria follia", "Delitto perfetto"), Jack Nicholson ("L’onore dei Prizzi", "Le streghe di Eastwick", "Mars Attacks"), Michael Caine ("Gli insospettabili"), Christopher Reeve ("Superman" e "Superman 2"), Alain Delon, Warren Beatty, Clint Eastwod, Tom Selleck e tanti altri; celebre anche nell’animazione nel ruolo di Robin Hood nel film Disney del 1973 e in quello del cane Charlie in "Charlie" anche i cani del paradiso, del 1989. Molto importante anche la carriera di direttore del doppiaggio con un elenco infinito di titoli rimasti nella storia del cinema: "Scent of a woman", "Sister Act", "Die Hard 3", "Pulp Fiction", la saga di "007" con Pierce Brosnan, "Mars Attacks", "Il paziente inglese", "Lolita", "L’avvocato del diavolo", "Matrix" e tanti altri.

Proprio nella saga bondiana Pino Colizzi sceglie la figlia Chiara Colizzi, che grazie alla sua duttilità riesce a doppiare ogni attrice interprete della bond-girl di turno che seduce il nostro eroe; ma è soprattutto nel 1997 che la carriera di Chiara decolla doppiando un’attrice nel film destinato a rimanere nella storia del cinema e campione d’incassi per molto tempo: Titanic. La giovane Kate Winslet riesce a donare alla sua Rose un mix tra dolcezza e fragilità, emozioni che Chiara Colizzi riesce a restituirci nella nostra lingua, tanto che da quel momento diventerà la voce ufficiale dell’attrice britannica.



Nel nuovo millennio doppia due attrici già famose, ma che ancora non si erano affermate con il giusto film: Nicole Kidman nel film "The Others" del 2001 e Uma Thurman in "Kill Bill" nel 2003 di Quentin Tarantino; sempre grazie al suo talento, Chiara riesce a scindere i due ruoli (la timorata e impaurita Grace Stewart da un lato e la letale e vendicativa assassina Beatrix Kiddo dall’altro) iniziando da quel momento una collaborazione vocale con entrambe ancora oggi presente in tutti i loro film.

Ancora adesso Chiara Colizzi porta con grande successo il lavoro del padre (che si è ritirato nel 2010 dedicandosi alla letteratura) come doppiatrice e direttrice del doppiaggio. Differenti generazioni, ma identico talento…

Articolo a cura di Alessandro Delfino


Le voci più belle di Pino e Chiara Colizzi

  1. James Caan (Sonny Santino Corleone) in “Il padrino”

  2. Kate Winslet (Rose DeWitt Bukater) in “Titanic”

  3. Robert De Niro (Vito Corleone) in “Il padrino parte seconda”

  4. Nicole Kidman (Grace Stewart) in “The Others”

  5. Robin Hood in “Robin Hood”

  6. Penelope Cruz (Sofia Serrano) in “Vanilla Sky”

  7. Michael Caine (Milo Tindle) in “Gli insospettabili”

  8. Halle Berry (Jinx) in “007 - La morte può attendere"

  9. Christopher Reeve (Clark Kent - Superman) in “Superman”

  10. Uma Thurman (Beatrix Kiddo) in “Kill Bill Vol.2”

  11. Jack Nicholson (Daryl Van Horne - Satana) in “Le streghe di Eastwick”

  12. Nicole Kidman (Virginia Woolf) in “The Hours”

  13. Michael Douglas (William “Bill” Foster) in “Un giorno di ordinaria follia”

  14. Kate Winslet (Clementine Kruczynski) in “Eternal Sunshine of the Spotless Mind”

  15. Burt Reynolds (Carl Henry) in “Driven"

  16. Jada Pinkett Smith (Fish Mooney) in “Gotham”

  17. Marlon Brando (Mc Carty) in “Il coraggioso”

Pino Insegno: il doppiaggio è meritocratico

“Non esiste un mestiere più meritocratico di quello del doppiatore: se sei bravo lavori... altrimenti tocca a qualcun altro!”. Ne parla su VOCI.fm Pino Insegno, famosissimo doppiatore, direttore del doppiaggio, attore e conduttore televisivo. Una video-intervista da non perdere!

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Pino Insegno per Voci.fm, sei di nuovo in “Cars 3”, naturalmente; tu hai iniziato come attore però ultimamente preferisci fare il doppiatore a quanto pare!
No ultimamente, sono 37 anni, io ho cominciato come doppiatore. 

Hai continuato a fare l'attore più il doppiatore?
Si, non ho mai smesso; sono carriere parallele, non ho mai lasciato il teatro e neanche il doppiaggio, anche se ho cominciato i primi due anni con il porno, però vale lo stesso perché mi hanno dato l'esperienza necessaria per entrare poi nel mondo che è scoppiato negli anni 80, delle soap-opera ecc. Ho una trasmissione su Radio 24 che è “Voice Anatomy”, per cui mi occupo di voci e di voce in tutte le sue declinazioni, non soltanto quella recitativa, ma anche quella parlata, quotidiana. Il mondo del doppiaggio è meraviglioso, perché, come quello del teatro, è meritocratico, non entra gente che non è brava e soprattutto non è una mafia come si dice, una cosa “di famiglie”. Io poenso che sia ovvio che se hai un padre notaio è più facile che tu faccia il notaio. Io ho un padre vetrinista, ma faccio il doppiatore e l'attore. E' un mondo meraviglioso perché è meritocratico, tutto il mondo del lavoro in Italia dovrebbe prenderne esempio. Il doppiaggio, se non sei bravo, non lo puoi fare. Se ti va di imparare si può fare, per tutti c'è possibilità, ma viva Dio, in questo mestiere vince la meritocrazia e ne vado orgoglioso. Quando perdi un provino o due, lo urlo sempre, vince un altro bravo; incredibile eh? 

A proposito di Dio, tu lo hai doppiato in Zerovskij, lo spettacolo di Renato Zero! Quanto devi a questa tua voce, perché tu sei bravo, però dai... hai una voce?
Ma la voce la costruisci, è un elemento con cui ci nasci, è uno strumento che si può imparare ad usare anche a scuola ( e proprio di questo sto parlando anche ad alte sfere, con un ministro molto attento della Pubblica Istruzione). Renato Zero è un caro amico e mi ha detto: “Pino, mi puoi fare Dio?”; io gli ho risposto: “Dio si, altri santi no, ma Dio è giusto che lo faccia” :-)! 

Bè, hai fatto il massimo, non puoi doppiare nient'altro.
Oltre lui non c'è più altro! Comunque va detto che questo Zerovskij è affascinante, proprio uno spettacolo dell'evoluzione di Renato, meraviglioso.

Cari amici di VOCI.fm, un abbraccio e continuate ad amare la voce, anche la vostra voce, cominciate a registrarvi, sentitevi, prendete confidenza, ci sarà una grande evoluzione! Un abbraccio a tutti, auguri e buona vita da Pino Insegno.



PINO INSEGNO: CENNI BIOGRAFICI
Pino Insegno (all'anagrafe Giuseppe Insegno) nasce a Roma il 30 agosto 1959. Esordisce con lo spettacolo “Giulio Cesare... ma non lo dite a Shakespeare” (1982) assieme alla compagnia "L'allegra brigata", con la quale porta in scena anche “Supercalifragilistichespiralidhorror”, “Odissea”, un musical e “My fair West”. Risale al 1985 la sua prima esperienza al cinema, dove compare in “Mezzo destro, mezzo sinistro: due calciatori senza pallone” diretto da Sergio Martino, in cui affianca Andrea Roncato e Gigi Sammarchi. Lo stesso anno è diretto da Enrico Montesano in “A me mi piace” e da Giampiero Mele ne “In punta di piedi - Streetdance”. A metà anni '80 fonda con Roberto Ciufoli, Tiziana Foschi e Francesca Draghetti, il quartetto "Premiata Ditta", gruppo comico che lo renderà famoso in tutta Italia. L'esordio in televisione avviene con i programmi “Pronto chi gioca” e “Jeans”, condotti rispettivamente da Enrica Bonaccorti e Fabio Fazio: qui Insegno e la "Premiata Ditta" si esibiscono in divertenti siparietti comici. Otterranno un buon successo con lo spettacolo teatrale “Gallina vecchia fa buon Broadway”, ma il trionfo sul palcoscenico avverrà nel '91 con “Non solo Biutiful”. Nel frattempo Insegno ha avuto modo di fare altre brevi incursioni nel mondo del cinema con le pellicole “Giorni randagi” (1988) con Sergio Rubini e Margherita Buy e “Le finte bionde” (1989) di Carlo Vanzina. Dopo aver realizzato una commedia per il grande schermo intitolata “L'assassino è quello con le scarpe gialle” con la "Premiata Ditta", crea e conduce il programma televisivo “Finchè c'è ditta c'è speranza”, che si prolungherà per tre serie grazie al successo conseguito. Nel 2000 ci sarà un'altra edizione intitolata “Premiata teleditta”. Tra il 2001 e il 2002 Insegno è in teatro con “Colto in flagrante”, diretto dal fratello Claudio Insegno e diventa conduttore dei programmi tv “Buona Domenica”, “Oblivius”, “Compagni di scuola” e “Il mercante in fiera” del 2006. 

Pino Insegno è molto noto come doppiatore:voce ufficiale italiana dell'attore Will Ferrell, ha prestato la voce a Viggo Mortensen nella trilogia “Il Signore degli Anelli”, a Sacha Baron Cohen, a Jared Harris in “Sherlock Holmes - Gioco di ombre”, a Lenny Kravitz in “Hunger Games” e “Hunger Games: La ragazza di fuoco”, a Jamie Foxx nel ruolo di Ray Charles nel film “Ray” e nel ruolo di Django nel film “Django Unchained” di Quentin Tarantino, a Brad Pitt ne “L'esercito delle 12 scimmie” e a Denzel Washington in “American Gangster”.Tra gli altri attori doppiati ricordiamo Mark Wahlberg in “The Departed - Il bene e il male”, “E venne il giorno” e Max Payne in “X-Men le origini - Wolverine” e “Il caso Spotlight”, Will Smith in “Alì”, Philip Seymour Hoffman in “Onora il padre e la madre”, Robert De Niro nel ridoppiaggio de “Il padrino - Parte II” e Harrison Ford nel ridoppiaggio de “I predatori dell'arca perduta”. Ha doppiato John Smith in “Pocahontas” e in “Pocahontas II - Viaggio nel nuovo mondo”, la tigre Diego ne “L'era glaciale” e l'orso Boog in “Boog & Elliot a caccia di amici”. Ha anche dato voce allo Specchio Magico nei film “Shrek” e “Shrek 2”, a Sinbad nel film “Sinbad - La leggenda dei sette mari” e infine all'eterno rivale di Saetta McQueen, Chick Hicks nella serie di film “Cars”. Pino Insegno ha doppiato anche numerosi personaggi di cartoni animati. Nel luglio 2004 gli è stato conferito il prestigioso riconoscimento “Leggio d'Oro Alberto Sordi”, oltre a vari “Nastri d'argento”.

PREMIO TONINO ACCOLLA alla Festa del Cinema

Dopo la finale del 28 giugno 2018 a Siracusa, con la proclamazione della doppiatrice veneta Valentina De Marchi quale vincitrice della quinta edizione, domenica 28 Ottobre 2018 la “Festa del Cinema di Roma” ha aperto le sue porte al "Premio Tonino Accolla": la Roma Lazio Film Commission, presso l’Auditorium Parco della Musica, ha infatti ospitato Stefania Altavilla e Giuseppe Mandalari, rispettivamente Project Manager e Art Director del premio del doppiaggio siracusano e tanti grandi doppiatori che ne sono stati ospiti. Per VOCI.fm, che da anni segue il Premio Tonino Accolla in diretta dalla Sicilia, c’era Patrizia Simonetti. Ecco il resoconto video.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


La peculiarità del Premio Tonino Accolla è quella di renderlo un contest live dove gli aspiranti doppiatori si cimentano in diretta, e davanti ad un pubblico numeroso ed eterogeneo, in un vero e proprio doppiaggio. Ma il Premio Tonino Accolla ne ha anche un’altra di peculiarità: chi si mostra capace e talentuoso, il vincitore in particolare, sarà messo in condizioni di provare a lavorare per davvero. “Un’emozione grande che ogni anno che si rinnova in Piazza Minerva - ci ha detto la Project Manager Stefania Altavilla - l’importanza del Premio Tonino Accolla risiede nel voler portare un mondo che generalmente è sempre chiuso in una sala di doppiaggio all’esterno e renderlo visibile non solo ai cultori del cinema, ma anche ai giovani che vogliamo coinvolgere”. “Per i giovani è una bella occasione per entrare nel mondo del doppiaggio – ha aggiunto l’Art Director Giuseppe Mandalari - la cosa bella è vedere come attraverso il Premio Accolla e la finale dal vivo, gli allievi che vincono si trovino poi a doppiare, e che alcuni loro nomi scorrono già nei titoli di coda, e per noi è un grande onore veder concretizzato un progetto che offre anche una possibilità professionale a questi ragazzi che si apprestano, attraverso le scuole di doppiaggio che noi coinvolgiamo, ad intraprendere questa professione”.


L’appuntamento di domenica alla Festa del Cinema di Roma, nel luogo consacrato al cinema, è stata l’occasione per spiegare proprio queste particolarità della manifestazione siracusana e ribadire l’importanza del doppiaggio stesso. Nonostante l’allerta meteo sulla Capitale, c’erano tutti gli artisti annunciati: a coadiuvare i padroni di casa, Stefania Altavilla e Giuseppe Mandalari, è stato Claudio Sorrentino al quale è stata dedicata una breve retrospettiva in video con spezzoni dei suoi indimenticabili doppiaggi, da Topolino a Mazinga, da Ron Howard in Happy Days a John Travolta: è stato lo stesso Sorrentino a ribadire i concetti del Premio Tonino Accolla e a chiamare sul palco molti degli ospiti presenti: Emanuela Rossi, Mario Cordova, Massimo Corvo e anche Francesco Pezzulli del quale ha scherzosamente ripescato e mostrato un “anello impossibile” ovvero un frame di Titanic ridoppiato in napoletano, un vero cimelio visto che risale a ben vent’anni fa, come ha ricordato lo stesso Francesco Pezzulli che, peraltro, è arrivato assieme al figlio, il piccolo Sebastiano, già al lavoro di doppiatore, che nel corso della manifestazione è stato persino premiato.



"Il Premio, oggi rappresenta una garanzia di credibilità, nel panorama del doppiaggio italiano - aveva affermato Sorrentino a Siracusa apponendo il marchio Doc sull’iniziativa - assicurando la riconoscibilità degli allievi finalisti, quale espressione di un percorso formativo, in cui elementi come la dizione, la recitazione e la vocalità, vengono attenzionati, durante le selezioni, ma soprattutto durante il contest live. I finalisti hanno dimostrato, al pari di un doppiatore professionista, di sapersi presentare al leggio, senza conoscere il testo, doppiando un anello in maniera estemporanea. Ritengo che il Premio Tonino Accolla, costituisca un marchio che identifica la qualità e le potenzialità dei suoi finalisti, che meritano di essere accompagnati e seguiti, nell’inserimento nel mondo del doppiaggio
.


Altri ospiti della mattinata sono stati Perla Liberatori che ha ringraziato per il premio ricevuto come “voce eclettica”, e Valentina De Marchi che è la vincitrice dell’ultima edizione del Premio Tonino Accolla e che ha confermato di aver iniziato a cimentarsi nei primi doppiaggi ribadendo l’importanza dell’impegno per chi vuole davvero fare questa professione. Sono intervenuti anche Lorenzo Accolla, figlio del doppiatore, attore e dialoghista siracusano scomparso cui è intitolato il Premio, e Adriano Pintaldi, presidente del Roma Film Festival, che dopo aver presentato il docufilm omaggio a Giancarlo Giannini doppiatore presentato nel corso dell’ultima edizione del Premio, ne ha annunciato un altro dedicato a Monica Vitti.



Radio Cigliano con Alberto Angrisano e Luigi Ferraro 02.05.2019



Alberto Angrisano (Napoli, 28 Aprile 1963) è attore teatrale e doppiatore; ha prestato la voce a Idris Elba, William Baldwin, Martin Lawrence, Brendan Fraser, John Malkovich, Bill Paxton e molti altri. Luigi Ferraro (Fondi, 11 Gennai 1967) è dotato di un timbro vocale particolare e stridulo, spesso impiegato per doppiare personaggi caratteristici come nei casi di Larry Joe Campbell, Steve Carell, Kal Penn, Kevin Smith.

SCOPRI SU WIKIPEDIA TUTTI I PERSONAGGI DOPPIATI DA ALBERTO ANGRISANO

SCOPRI SU WIKIPEDIA TUTTI I PERSONAGGI DOPPIATI DA LUIGI FERRARO

Radio Cigliano con Alessandro Quarta 13.02.2018



Alessandro Quarta, nato a Roma il 17 Maggio 1970, è attore, doppiatore e direttore del doppiaggio. Entra nel mondo dello spettacolo a soli sei anni, come attore teatrale e poco dopo come doppiatore, affermandosi nel panorama delle voci più importanti del doppiaggio italiano. Nel 1988 intraprende lo studio della musicae del canto e da allora concilia anche le professioni di cantante, direttore di coro compositore. E’ la voce ufficiale del personaggio Disney “Topolino” dal 1995 in poi e di “Miss Piggy” nei “Muppet”. In TV è noto per il doppiaggio di Michael Weatherly in “NCIS - Unità anticrimine” e “Bull” e di Zach Braff in “Scrubs - Medici ai primi ferri”.

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Radio Cigliano con Alessia Amendola e Eleonora Reti 15.11.2018



Eleonora Reti (Roma, 31 Dicembre 1980), è molto amata dal pubblico italiano per essere la voce dell’attrice Kaley Cuoco nella sit “Big Bang Theory” e per aver doppiato Ursula Corbero nella famosissima serie “La Casa di Carta”. Alessia Amendola (Roma, 27-02-1984), è attrice teatrale, doppiatrice, direttrice del doppiaggio e conduttrice radiofonica italiana. Figlia di Claudio Amendola, è nipote degli attori e doppiatori Ferruccio Amendola e Rita Savagnone.

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Radio Cigliano con Alex Polidori e Manuel Meli 13.12.2018



Nato a Roma il 16 novembre 1996, Alex Polidori si fa notare già nel 2003, doppiando Nemo nell'omonimo film Pixar. Giovanissimo ma di grande talento, nel 2016 inizia a doppiare Tom Holland nel ruolo di Spider-Man. Manuel Meli (nato a Roma il 25 Marzo 1995), è la voce italiana di Josh Hutcherson, soprattutto nella serie "Hunger Games".

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Radio Cigliano con Barbara Sacchelli, Giuseppe Ippoliti e Laura Amadei 20.06.2019



L'ultima puntata della stagione 2018/19 di "Dopocena con..."su Radio Cigliano ospita le due doppiatrici Barbara Sacchelli (Pietrasanta, 12 Agosto 1975) e Laura Amadei (Roma, 3 Aprile 1980), accompagnate dal talentuoso doppiatore Giuseppe Ippoliti (Avezzano, 22 Febbraio 1980).

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Radio Cigliano con Benedetta Degli Innocenti e David Chevalier 04.10.2018



I primi due ospiti di Alessio Ciglianoper la stagione 2018-19 di "Dopocena con..." sono giovani ma già affermate voci del doppiaggio italiano. Benedetta Degli Innocenti ha vinto il premio del pubblico alla 7ª edizione del "G.P. Internazionale del Doppiaggio" ed è stata scelta come voce di Lady Gaga nell'attesissimo remake di "A Star is Born" (2018). David Chevalier, figlio del grande doppiatore Roberto Chevalier (voce dell'attore Tom Cruise), è attivo fin da bambino in questo mondo ed è anche voce di Tom Hiddleston nei film dell'universo cinematografico Marvel.

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Radio Cigliano con Chiara Colizzi e Franco Mannella 14.12.2017



Chiara Colizzi è una delle più amate doppiatrici italiane, nota per aver prestato la propria voce a Nicole Kidman in quasi tutti i film da "The Others" in poi; ma non solo: Emily Watson, Uma Thuman, Kate Winslet ("Rose" di "Titanic") ecc. Franco Mannellaè doppiatore e caratterista (suo il premio di categoria "Voci nell'Ombra 2006") con un'infinità di attori e cartoni animati doppiati nel corso della carriera.

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Radio Cigliano con Cinzia De Carolis e Veronica Puccio 20.12.2018



Nata a Roma nel 1988, Veronica Puccioè una giovane promessa del doppiaggio italiano, già voce di decine di personaggi in serie-tv e film. Cinzia De Carolis, classe 1960, è artista della voce a 360°, come direttrice di doppiaggio, cantante e doppiatrice italiana di personaggi molto famosi, come Madonna.

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Radio Cigliano con Claudia Catani 25.01.2018



Claudia Catani, nata a Teheran il 14 Agosto 1969, è una delle più amate doppiatrici italiane, voce di tantissime attrici di Hollywood, come Angelina Jolie e Cameron Diaz. Pluripremiata negli eventi più importanti legati al mondo del doppiaggio, si occupa anche di speakeraggio pubblicitario, musica e poesia

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Radio Cigliano con Claudia Razzi e gli emergenti 17.10.2019



La novità di Radio Cigliano è ogni terzo giovedi del mese e si intitola "Dopocena con... GLI EMERGENTI". Alessio Cigliano ospita un noto direttore del doppiaggio e tanti giovani talenti del leggio. Inaugurano questa nuova serie, la doppiatrice Claudia Razzi (Roma, 30 Marzo 1962) e 6 emergenti:  Viviana Vigorito, Simone Bagnasco, Fabio Carletti, Jacopo Lo Conte, Mosè Singh e Fabio Telesca.

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Radio Cigliano con Daniela Nobili, Anna Cesareni e Gianni Galassi 28.01.2020


In questa puntata (straordinariamente di martedi) "Dopocena con..."su Radio Cigliano ospita le due doppiatrici Daniela Nobili (Milano, 10 Dicembre 1942) e Anna Cesareni (Roma, 3 Novembre 1960), accompagnate dal bravo direttore del doppiatore Gianni Galassi (Milano, classe 1954). Con VOCI.fm su Radio Cigliano c'è VOXYL Voce Gola.

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Radio Cigliano con Davide Garbolino 22.11.2017



Davide Garbolinoè doppiatore, direttore del doppiaggio e conduttore televisivo. La sua voce fresca e giovanile gli ha consentito, anche da adulto, di prestare in modo verosimile la voce a personaggi animati e bambini, come Ash in "Pokemon", Nobita in "Doraemon", Son Gohan in "Dragon Ball", Shinichi Kudo in "Detective Conan" e tanti altri.

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Radio Cigliano con Davide Perino e Simone Crisari 07.02.2019



Davide Perino (Roma, 21 luglio 1981) è attore fin da bambino e a soli sei anni si presenta al leggio per avviare la sua carriera di doppiatore; la prima importante esperienza per il grande schermo è arrivata con il film di animazione Disney "La Bella e la Bestia", dove presta la voce a Chicco. Simone Crisari (Roma, 30 Agosto 1981), è noto per il doppiaggio di John Bradley ne "Il Trono di Spade" e di Austin O'Brien in "Last Action Hero".

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Radio Cigliano con Edoardo Stoppacciaro, Alessandro Budroni e Lidia Perrone 17.05.2018



Tre straordinari ospiti di Alessio Cigliano in questo appuntamento di metà Maggio: LIDIA PERRONE e ALESSANDRO BUDRONI, voce di tanti protagonisti del cinema e della tv, oltre che di noti personaggi animati ed EDOARDO STOPPACCIARO, doppiatore di Eddie Marsan in “Hancock” e “Sherlock Holmes”.

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Radio Cigliano con Eleonora de Angelis e Giorgio Borghetti 19.03.2020


Su Radio Cigliano, in questa puntata di "Dopocena con...", c'è Eleonora De Angelis (Roma, 23 Aprile 1967), una delle più note doppiatrici italiane, figlia di Manlio De Angelis e voce di Jennifer Aniston, Cameron Diaz, Angelina Jolie e di tantissime altre star di Hollywood. Insieme a lei Giorgio Borghetti (Roma, 23 Gennaio 1971), nella cui carriera di doppiatore spiccano il cartone animato "Holly e Benji, due fuoriclasse", in cui doppia Benji e film importanti come "E.T. l'extra-terrestre", in cui presta la voce al protagonista Elliot. Con VOCI.fm su Radio Cigliano c'è VOXYL Voce Gola.

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Radio Cigliano con Emanuela, Massimo e Riccardo Rossi 21.06.2018



I fratelli Rossi sono, senza alcun dubbio, tre capostipiti del doppiaggio italiano. Massimo Rossi è la voce di Sean PennAntonio Banderas e, dal 2014, di Ridge Forrester nella soap-opera "Beautiful". Emanuela Rossi, è considerata una delle più quotate doppiatrici di sempre, da Pippi Calzelunghe a Michelle Pfeiffer. Riccardo Rossi, voce identificabile al primo ascolto, ha doppiato Adam Sandler, Tom Cruise, Johnny Depp e Ben Affleck, oltre ad essere una nota voce pubblicitaria.

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Radio Cigliano con Emiliano Coltorti 12.04.2018



Emiliano Coltorti, classe 1974, è tra i doppiatori più rappresentativi della sesta generazione. Ha prestato la voce a Michael Rosenbaum in "Smallville", ad Aaron Rose nella serie tv "Gossip Girl" ed a Colin Hanks in "Roswell".

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Radio Cigliano con Erica Necci, Lucrezia Marricchi e Gemma Donati 09.05.2019



Erica Necci (Roma, 13 Novembre 1990) è attrice e doppiatrice, nota per aver prestato la voce a Bonnie Wright nel ruolo di Ginny Weasley nella serie di Harry PotterLucrezia Marricchi (Roma, 29 Settembre 1993) è la voce ufficiale dell'attrice americana Abigail BreslinGemma Donati (Roma, 4 Marzo 1985) è doppiatrice Disneycon tantissimi ruoli all'attivo: voce di Ashley Tisdale nella serie "Zack e Cody al Grand Hotel"e in "High School Musical", ma anche di Candice Accolain "The Vampire Diaries"e Ashley Bensonin "Pretty Little Liars".

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Radio Cigliano con Fabrizia Castagnoli, Roberta Paladini e Benedetta Ponticelli 07.06.2018



Tutta al femminile questa puntata di "Dopocena con..." Radio Cigliano. Roberta Paladini, classe 1955, esordisce giovanissima dando voce al personaggio animato di Pinocchio per diventare negli anni la doppiatrice di Jodie Foster, Demi Moore, Michelle Pfeiffer, solo per fare qualche esempio. Fabrizia Castagnoli, nata nel 1950, è famosa per aver prestato la voce a Cynthia Rodes in "Dirty Dancing", ma anche a Diane Keaton e Cherry Jones. Benedetta Ponticelli, classe 1979, è la doppiatrice di moltissimi personaggi animati, oltre ad essere la voce di Lara Croft nei videogames "Tomb Raider".

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Radio Cigliano con Fabrizio Manfredi 29.03.2018



Fabrizio Manfredi, classe 1967, entra in sala di doppiaggio quando aveva solo 5 anni. Si afferma come voce di Jared Leto, Leonardo Di Caprio, Joshua Jackson, Chris O'Donnell e tantissimi altri attori.

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