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Il Sito delle Voci ospita uno dei più importanti nomi del doppiaggio italiano: Carlo Valli. Grande attore, direttore del doppiaggio, protagonista vocale di moltissimi cartoon "Disney Pixar" ma soprattutto voce ufficiale del compianto Robin Williams. Diego Bandinelli, blogger di VOCI.fm, lo ha intervistato per noi. 

Intervista realizzata da Diego Bandinelli

Come ti sei avvicinato all'arte del doppiaggio?

Ho iniziato a lavorare con la voce fin da piccolo, come attore teatrale; poi, essendo di Torino, mi sono avvicina al mondo della radio. Nella mia città, all'epoca, davano molto spazio ai programmi radiofonici condotti dai ragazzi per i ragazzi; poi mi sono trasferito a Roma per frequentare l'Accademia di Arte Drammatica. La mia prima moglie lavorava nel doppiaggio e mi ha introdotto; da lì ho continuato come turnista teatrale in inverno e come doppiatore d'estate. Adesso le tournée sono sempre meno e quindi finisco col dedicarmi quasi esclusivamente al doppiaggio.

Se non sbaglio sei anche dialoghista, attore e direttore del doppiaggio?

Si, sono direttore del doppiaggio da circa 20 anni; ho fatto per parecchio tempo l'attore ed anche il dialoghista, iniziando nel 1992.

Sappiamo anche che hai recitato nel film di Silvio Muccino “Le leggi del desiderio”, nel 2015!

Si, mi è capitata questa occasione bellissima di conoscere e lavorare con Silvio Muccino; lui è una persona straordinaria, che mette tutti a proprio agio e crea una perfetta armonia in tutta la troupe, per cui si lavora molto bene. Ed anche il ruolo che mi è stato assegnato in quel film mi ha subito conquistato: sono il papà del protagonista, un personaggio eccentrico, un po' folle e sopra le righe.

Parlando di Robin Williams, qual'è il film a cui sei più affezionato?

Beh, non è uno solo. Intanto “Good Morning, Vietnam” (1987) perchè è stato il primo che ho doppiato e probabilmente il più difficile. In quel film Robin era un vulcano, straordinario, non prendeva mai fiato e mi ha fatto sudare parecchio! Poi sono molto legato a “Mrs. Doubtfire” (1993) perchè c'era il fatto di dover variare la voce e crearne una versione femminile quanto più credibile. Oltre ad una trama incredibilmente toccante che ha conquistato (e conquista) il pubblico fin dalla prima visione. Un film veramente bello!

Preferisci il suo lato comico o quanto recita in film drammatici?

Non ho preferenze, ho doppiato Robin Willims in tutte le versioni, dal comico al cattivo.

Preferisci doppiare film d'animazione o pellicole con attori in carne ed ossa?

Io senz'altro il cinema “live action”, ma non dirlo alla Disney Pixar perchè da qualche anno mi chiamano praticamente per tutti i cartoon in uscita! Scherzi a parte, amo molto anche il mondo dell'animazione, negli ultimi 10 anni stanno raggiungendo la perfezione e sembrano film veri.

Sei anche la voce ufficiale di rex nella serie di film “Toy Story”?

“Toy Story” (1995) fu il primo film interamente realizzato al computer e ricordo che facemmo i provini per dar voce a tutti i personaggi. Rimase fuori Rex e provai a farlo io. Al committente piacque molto e da qual momento sono diventato la sua voce ufficiale.

Parlando del film del 2009 “Up”, hai partecipato come direttore del doppiaggio se non sbaglio?

Si, ho seguito la direzione di “Up”; lì la voce del protagonista era di Giancarlo Giannini, un collega che conosco perchè abbiamo frequentato l'Accademia di Arte Drammatica più o meno negli stessi anni, mentre il bambino simpatico e grassottello che lo segue per tutta l'avventura è stato doppiato da mio figlio (Arturo Valli).

Mi puoi dire come è cambiato il doppiaggio dagli anni 80 ad ora?

Dunque, diciamo che da quando (verso la fine degli anni 80) si è passati dagli anelli, cioè dalla pellicola tagliata, al digitale, il lavoro in sala è cambiato moltissimo, soprattutto per molti fonici. Qualcuno ha anche abbandonato il settore, non riuscendo ad adeguarsi ai nuovi sistemi. Per noi doppiatori, invece, non è cambiato molto da un punto di vista prettamente tecnico. I cambiamenti sono stati invece radicali nelle tempistiche e nel modo di gestire le ore al leggio. Adesso è tutto più frenetico; al tempo degli anelli, c'erano parecchie pause dettate dalle esigenze di sostituire i rulli e proprio in quei momenti ci si confrontava fra collegi, si fumava una sigaretta, tutto era preso con più rilassamento. Adesso, i turni sono no-stop.

In effetti, anche altri tuoi colleghi mi parlavano di lavoro molto stressante...

Beh, soprattutto non c'è più tempi per ascoltare i giovani che molto spesso assistono ai turni di doppiaggio per farsi sentire. Ai miei tempi si trovava sempre un attimo per provarli, adesso no. E questo è un peccato, perchè si finirà con il non avere un adeguato ricambio generazionale. Ogni tanto capita di ascoltare qualche giovane, ce ne sono anche di bravi, ma non è più una costante come accadeva trent'anni fa.

E rimanendo in tema “giovani”, hai qualche consiglio da dare a questi futuri possibili doppiatori?

Prima di tutto devono saper recitare, essere bravi attori. Perchè spesso si pensa che per fare i doppiatori sia sufficiente avere una bella voce. Io non credo di aver avuto una gran voce ai miei esordi, ma ho studiato recitazione e dizione per far si che le mie interpretazioni fossero quanto più rappresentative di quelle dell'attore originale. Quindi non posso che dare un consiglio: dedicatevi anima e corpo al teatro.

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