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Lo chiamavano Pino Locchi

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Lo chiamavano Pino Locchi

ARTICOLO

Pino Locchi è stata ed è tuttora l'icona del doppiaggio italiano! L'attore romano che, dagli anni '60 agli anni '90 ha dato voce a tutti i più grandi nomi dell'epoca, gettando le basi di un'arte al tempo ancora poco esplorata. Per questo e per tutto quello che ha realizzato nella sua carriera merita uno spazio di assoluto prestigio all'interno del blog di VOCI.fm. Ecco il dossier realizzato per noi dal blogger Alessandro Delfino.

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Il suo nome è Locchi, Pino Locchi! Negli anni '60 diventa la voce italiana del più celebre agente segreto della storia del cinema: James Bond. Il timbro caldo e virile di Locchi si sposa perfettamente con l’eleganza scozzese dell’allora sconosciuto Sean Connery, tanto che Locchi lo seguirà anche al di fuori della saga Bondiana diventando la sua voce ufficiale (fino al decesso del doppiatore nel 1994).

Ma la voce di Locchi non è legata solo a Connery: attivo sin dagli anni '50, diventa l’attor-giovane del doppiaggio dando voce a personaggi ironici e furbi; in particolare l’attore Tony Curtis (di cui diventa la voce ufficiale) che ricordiamo in film come "Operazione sottoveste" con Cary Grant, "Spartacus" con Kirk Douglas e "A qualcuno piace caldo" con Marylin Monroe e Jack Lemmon (dove Locchi segue il doppio ruolo di Curtis: il dongiovanni musicista che si traveste da donna per entrare nell’orchestra).

Sempre nel ruolo del seduttore non possiamo non citare nel periodo successivo, gli anni '60, un attore francese che con il film "Fino all’ultimo respiro" di Jean-Luc Godard diventa un’icona del cinema europeo e mondiale: Jean Paul Belmondo. Intanto in Italia, dopo la nascita della commedia italiana povera ma bella degli anni '50 (dove Locchi da voce agli attori Maurizio Arena e Renato Salvatori in alcune interpretazioni), esplode il genere Western di Sergio Leone e Locchi è richiestissimo nel doppiare tanti volti interpreti del cowboy duro e solitario, ma sempre furbo e svelto; nel 1965 in particolare nasce un sodalizio voce-volto con Giuliano Gemma, attore molto famoso del genere che Locchi doppierà anche in altri film fino alla metà degli anni '70 (dove l’attore, dopo essersi liberato dallo stereotipo dell’eroe western, comincia a doppiarsi da solo).

Gli anni '70 sono il periodo più profilico e variegato di Locchi: è la voce di tanti duri del cinema d’epoca come Charles Bronson, Clint Eastwood, Steve McQueen, Kirk Douglas e di attori italiani del genere poliziesco come Maurizio Merli. Continua a rimanere la voce di Bond anche dopo l’abbandono di Sean Connery (doppiando il sostituto Roger Moore fino a metà anni '80 differenziando dal precedente per l’interpretazione ancora più leggera e lord di Sir Moore). Ma è nel 1970 che nasce un altro legame voce-volto molto ricordato dal pubblico. Il regista Enzo Barboni (in arte E.B. Clucher) dirige il film western "Lo chiamavano Trinità", includendo ironia e cazzotti che sostituiscono gli spari e il sangue di un genere ormai saturo; i protagonisti sono due attori che si erano fatti notare anni prima con i Western più seri "Dio perdona io no", "I quattro dell’Ave Maria" e "La collina degli stivali": Bud Spencer e Terence Hill.



Locchi conferisce al personaggio di Trinità (interpretato da Terence Hill) un’ironia e una simpatia tale che, dopo il grande successo del film, diventa in coppia con Glauco Onorato (che doppia Bud Spencer) la voce ufficiale dell’attore in tutti i film in coppia con Spencer e solisti. Dal 1983 verrà sostituito da Michele Gammino che doppierà Hill fino alla fine degli anni '90.

Negli anni '80 l’attività di Locchi si riduce limitandosi a doppiare Sean Connery e Jean Paul Belmondo e anche attori di solito scelti come antagonisti come Jack Palance; attivo anche nel fronte animazione rimangono celebri le sue collaborazioni per la Disney che lo elegge voce ufficiale degli orsi (Baloo ne "Il libro della giungla" del 1967 e Little John in "Robin Hood" del 1973) , il topino Gas Gas in "Cenerentola" e "Re Tritone" in "La Sirenetta" del 1989. Famosa anche la sua interpretazione del colonello Samuel Trautman nei due film di "Rambo" con Sylvester Stallone.

Pino Locchi ci lascia nel 1994, ma la sua voce rimane scolpita non solo nel cuore di noi appassionati, ma nella memoria di ogni giovane e aspirante doppiatore come esempio di come si impara il mestiere del doppiatore... e per citare uno dei suoi film, dopo più di vent’anni dalla sua scomparsa... continuano ancora a chiamarlo Pino Locchi. 

Le voci più belle di Pino locchi 

  1. Tony Curtis - Joe / Josephine / Junior in "A qualcuno piace caldo"

  2. Jean Paul Belondo - Michelle Poiccard in "Fino all’ultimo respiro"

  3. Sean Conney - James Bond in "Agente 007 Licenza di uccidere"

  4. Giuliano Gemma - Scott Mary in "I giorni dell’ira"

  5. Sidney Poitier - John Prentice in "Indovina chi viene a cena?"

  6. Roger Moore - James Bond in "Agente 007 Vivi e lascia morire"

  7. Terence Hill - Nessuno in "Il mio nome è nessuno"

  8. Little John - Phil Harris in "Robin Hood"

  9. Maurizio Merli - Commissario Leonardo Tanzi in "Roma a mano armata"

  10. Kabir Bedi - Sandokan in "Sandokan"

  11. Terence Hill - Matt Kirby in "I due superpiedi quasi piatti"

  12. Richard Crenna - Samuel Tautman in "Rambo"

  13. Sean Conney - Henry Jones Sr. in "Indiana Jones e l’ultima crociata"

  14. Jack Palance - Yves Perret in "Tango e Cash"

  15. Re Tritone - Kenneth Mars in "La Sirenetta"

Articolo a cura di Alessandro Delfino

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