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Il Doppiattore: Giancarlo Magalli su VOCI.fm

ARTICOLO

Autore e conduttore televisivo, attore... e anche doppiatore! E' Giancarlo Magalli, che dopo aver prestato la sua voce per la Disney in “Hercules” e ne “Il libro della Giungla”, ed essere stato la voce narrante de “Il Collegio” su RaiDue, adesso fa sul serio perché il doppiaggio gli piace proprio. Lo racconta a Patrizia Simonetti che lo ha video intervistato per VOCI.fm al Teatro Belli di Roma dove è stato ospite de “Il Doppiattore” di Angelo Maggi.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Giancarlo Magalli per VOCI.fm, ti incontriamo qui a “Il Doppiattore” di e con Angelo Maggi, come ospite d'onore! Com'è andata?
Spero bene! Io l'ho fatto per l'amicizia di Angelo e poi per la passione per il doppiaggio che ho da sempre: sono stato fortunato nella vita perché sono riuscito a farlo, imbucandomi come talent e dimostrando poi di saperlo fare; mi hanno poi richiamato, anche se adesso non mi chiamano molto spesso, però faccio attori anche umani e non solo cartoni, bestie. Possiamo dire che nel mio piccolo sono un doppiatore, e mi fa molto onore e piacere.

Naturalmente noi ricordiamo benissimo la tua voce in “Hercules” e ne “Il libro della giungla”, per quanto riguarda i cartoni; hai fatto da una parte un buono e dall'altra un cattivo (più o meno), quando ti sei divertito di più?
Beh, Filottete era un personaggio straordinario perché aveva tante sfaccettature, mentre re Luigi era invece questo scimmione prepotente che voleva il fuoco ed era disposto a tutto per averlo, quindi decisamente cattivo. Filottete era rompiscatole, burbero e capriccioso, però era divertente e fra le battute che il pubblico ricorda di più c'è quando lui spiega ad Ercole che vuole avere un eroe, un ragazzo da lui allenato che assurga nell'Olimpo degli eroi, e lui dice commosso: “e la gente guarderà, e dirà 'quello è il ragazzo di Fil'”. La gente se la ricorda perché è tenerissimo in quel momento, poi certo è divertente quando fa il buffone, è un bel personaggio.

Hai detto che sei passato anche alle voci umane; hai cominciato un po' tardi, a cosa dobbiamo questa passione? Perché tu la voce l'hai usata da sempre come conduttore, attore anche.
Con la voce ci campo, in realtà ho cominciato a doppiare molto giovane nei primi film che ho fatto negli anni '60 e '70, e anche se doppiavo me stesso mi piaceva il lavoro, ma soprattutto mi piacevano i grandi doppiatori, De Angelis, Cigoli, Panicali, Romano, tutti i miti che io riconosco nei film e quando non li riconosco li vado a cercare: quelle voci straordinarie che hanno reso altrettanto straordinari gli attori che abbiamo amato; molti di quegli attori nell'originale hanno voci molto meno belle di quelle che i nostri doppiatori hanno dato loro.

Hai detto che ti piaceva il lavoro, che cosa precisamente? La sala buia, il leggio, dare – appiccicare – le tue emozioni?
È un lavoro complesso, intanto non ha nessuna caratteristica di un lavoro che dovrebbe piacerti perché ti pagano poco, stai ore e ore chiuso al buio, non diventi famoso, quindi in sé il lavoro del doppiatore non dovrebbe essere così attraente, però è comunque un bel mestiere perché è molto creativo, sovrapponendo le tue emozioni a quelle dell'attore non solo puoi rendere un film comprensibile, ma anche renderlo emozionante, ed è la parte più difficile e più bella. È complesso inoltre perché richiede una doppia tecnica che non è facile padroneggiare: bisogna essere non solo dei discreti attori, ma anche avere la tecnica del sync, cioè riuscire a dire le cose in sincrono col labiale; la prima è una tecnica artistica, l'altra meccanica, e averle entrambe non è facile, quindi è una soddisfazione scoprire non solo di saper recitare ma di saperlo fare in sincrono con uno schermo; conosco attori bravissimi che vanno a fare doppiaggi e ne escono con la coda tra le gambe perché non sono capaci della seconda cosa.

Invece una voce fuori campo, per esempio quella che tu hai dato per la serie “Il collegio”, una voce narrante per così dire, è una cosa diversa?
Sì, una voce narrante però può servire a descrivere non solo quello che succede talvolta ma anche i sentimenti, e anche lì si può dare un'emozione a seconda di quel che si dice. Per esempio: “scende la sera sul collegio: i ragazzi nei loro letti ripensano alle famiglie lontane, e qualche lacrima esce”. Definisci un'emozione, è utile. Poi in realtà mi avevano scelto perché la prima serie de “il collegio” era ambientata alla fine degli anni '50-'60, che erano proprio gli anni in cui io stavo a scuola, quindi avevano detto “va be', conosci il problema!”. Un saluto a VOCI.fm da Giancarlo Magalli!



GIANCARLO MAGALLI: CENNI BIOGRAFICI
Giancarlo Magalli, nato a Roma nel 1947, è un autore televisivo, conduttore televisivo, commediografo, sceneggiatore e attore italiano.
Tra i suoi lavori per il teatro ed il cabaret figurano “Romoleide”, “Il naso fuori casa”, “Belli si nasce” e “È stato un piacere”, nelle quali ha anche recitato come coprotagonista. Come sceneggiatore cinematografico ha scritto “La gatta da pelare” e “Due strani papà”, inoltre nel 1986 ha realizzato il gioco in scatola “Ma non i coperchi”, ideato con Renzo Arbore e pubblicato dalla International Team. Come attore cinematografico ha recitato nei film “Nerone”, “Liquirizia”, “L'imbranato”, “Sturmtruppen II”, e “La piccola fiammiferaia”. Ha doppiato il personaggio di Filottete nella versione italiana del film di animazione Hercules della Disney, premio per la migliore edizione internazionale. Ha fatto il volontario per sette anni con la Polizia municipale di Roma, ricevendo i gradi di maresciallo, poi di tenente, di capitano e di maggiore. Nell'aprile 2007 è stato insignito dell'Onorificenza di commendatore al merito della Repubblica.

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Il Doppiattore: Giancarlo Magalli su VOCI.fm

Autore e conduttore televisivo, attore... e anche doppiatore! E' Giancarlo Magalli, che dopo aver prestato la sua voce per la Disney in “Hercules” e ne “Il libro della Giungla”, ed essere stato la voce narrante de “Il Collegio” su RaiDue, adesso fa sul serio perché il doppiaggio gli piace proprio. Lo racconta a Patrizia Simonetti che lo ha video intervistato per VOCI.fm al Teatro Belli di Roma dove è stato ospite de “Il Doppiattore” di Angelo Maggi.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Giancarlo Magalli per VOCI.fm, ti incontriamo qui a “Il Doppiattore” di e con Angelo Maggi, come ospite d'onore! Com'è andata?
Spero bene! Io l'ho fatto per l'amicizia di Angelo e poi per la passione per il doppiaggio che ho da sempre: sono stato fortunato nella vita perché sono riuscito a farlo, imbucandomi come talent e dimostrando poi di saperlo fare; mi hanno poi richiamato, anche se adesso non mi chiamano molto spesso, però faccio attori anche umani e non solo cartoni, bestie. Possiamo dire che nel mio piccolo sono un doppiatore, e mi fa molto onore e piacere.

Naturalmente noi ricordiamo benissimo la tua voce in “Hercules” e ne “Il libro della giungla”, per quanto riguarda i cartoni; hai fatto da una parte un buono e dall'altra un cattivo (più o meno), quando ti sei divertito di più?
Beh, Filottete era un personaggio straordinario perché aveva tante sfaccettature, mentre re Luigi era invece questo scimmione prepotente che voleva il fuoco ed era disposto a tutto per averlo, quindi decisamente cattivo. Filottete era rompiscatole, burbero e capriccioso, però era divertente e fra le battute che il pubblico ricorda di più c'è quando lui spiega ad Ercole che vuole avere un eroe, un ragazzo da lui allenato che assurga nell'Olimpo degli eroi, e lui dice commosso: “e la gente guarderà, e dirà 'quello è il ragazzo di Fil'”. La gente se la ricorda perché è tenerissimo in quel momento, poi certo è divertente quando fa il buffone, è un bel personaggio.

Hai detto che sei passato anche alle voci umane; hai cominciato un po' tardi, a cosa dobbiamo questa passione? Perché tu la voce l'hai usata da sempre come conduttore, attore anche.
Con la voce ci campo, in realtà ho cominciato a doppiare molto giovane nei primi film che ho fatto negli anni '60 e '70, e anche se doppiavo me stesso mi piaceva il lavoro, ma soprattutto mi piacevano i grandi doppiatori, De Angelis, Cigoli, Panicali, Romano, tutti i miti che io riconosco nei film e quando non li riconosco li vado a cercare: quelle voci straordinarie che hanno reso altrettanto straordinari gli attori che abbiamo amato; molti di quegli attori nell'originale hanno voci molto meno belle di quelle che i nostri doppiatori hanno dato loro.

Hai detto che ti piaceva il lavoro, che cosa precisamente? La sala buia, il leggio, dare – appiccicare – le tue emozioni?
È un lavoro complesso, intanto non ha nessuna caratteristica di un lavoro che dovrebbe piacerti perché ti pagano poco, stai ore e ore chiuso al buio, non diventi famoso, quindi in sé il lavoro del doppiatore non dovrebbe essere così attraente, però è comunque un bel mestiere perché è molto creativo, sovrapponendo le tue emozioni a quelle dell'attore non solo puoi rendere un film comprensibile, ma anche renderlo emozionante, ed è la parte più difficile e più bella. È complesso inoltre perché richiede una doppia tecnica che non è facile padroneggiare: bisogna essere non solo dei discreti attori, ma anche avere la tecnica del sync, cioè riuscire a dire le cose in sincrono col labiale; la prima è una tecnica artistica, l'altra meccanica, e averle entrambe non è facile, quindi è una soddisfazione scoprire non solo di saper recitare ma di saperlo fare in sincrono con uno schermo; conosco attori bravissimi che vanno a fare doppiaggi e ne escono con la coda tra le gambe perché non sono capaci della seconda cosa.

Invece una voce fuori campo, per esempio quella che tu hai dato per la serie “Il collegio”, una voce narrante per così dire, è una cosa diversa?
Sì, una voce narrante però può servire a descrivere non solo quello che succede talvolta ma anche i sentimenti, e anche lì si può dare un'emozione a seconda di quel che si dice. Per esempio: “scende la sera sul collegio: i ragazzi nei loro letti ripensano alle famiglie lontane, e qualche lacrima esce”. Definisci un'emozione, è utile. Poi in realtà mi avevano scelto perché la prima serie de “il collegio” era ambientata alla fine degli anni '50-'60, che erano proprio gli anni in cui io stavo a scuola, quindi avevano detto “va be', conosci il problema!”. Un saluto a VOCI.fm da Giancarlo Magalli!



GIANCARLO MAGALLI: CENNI BIOGRAFICI
Giancarlo Magalli, nato a Roma nel 1947, è un autore televisivo, conduttore televisivo, commediografo, sceneggiatore e attore italiano.
Tra i suoi lavori per il teatro ed il cabaret figurano “Romoleide”, “Il naso fuori casa”, “Belli si nasce” e “È stato un piacere”, nelle quali ha anche recitato come coprotagonista. Come sceneggiatore cinematografico ha scritto “La gatta da pelare” e “Due strani papà”, inoltre nel 1986 ha realizzato il gioco in scatola “Ma non i coperchi”, ideato con Renzo Arbore e pubblicato dalla International Team. Come attore cinematografico ha recitato nei film “Nerone”, “Liquirizia”, “L'imbranato”, “Sturmtruppen II”, e “La piccola fiammiferaia”. Ha doppiato il personaggio di Filottete nella versione italiana del film di animazione Hercules della Disney, premio per la migliore edizione internazionale. Ha fatto il volontario per sette anni con la Polizia municipale di Roma, ricevendo i gradi di maresciallo, poi di tenente, di capitano e di maggiore. Nell'aprile 2007 è stato insignito dell'Onorificenza di commendatore al merito della Repubblica.

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