Voxyl

Questo articolo ci permette di parlare di “voce” con un personaggio davvero sopra le righe ma altrettanto amato dal pubblico italiano: VOCI.fm ospita Antonio Albanese, che dal 6 Ottobre 2018 è in TV (Rai 3) con la sua prima serie, di cui è autore, regista e protagonista. Antonio, intervistato da Patrizia Simonetti, ci racconta anche del suo amore (poco coltivato) per il doppiaggio.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Chi non ricorda almeno uno tra i tantissimi personaggi interpretati da Antonio Albanese (Olginate, 10 Ottobre 1964)? Ognuno è, a modo suo, caratterizzato non solo da un aspetto particolare ma soprattutto da una voce, da un dialetto e da un modo di parlare unici. Fin dai tempi di Epifanio o di Alex Drastico, da Pier Piero o Cetto Laqualunque, Antonio Albanese riesce ad immedesimarsi e “trasformarsi” con ironia. Lo fa anche nella fiction Rai "I Topi", diventando Sebastiano, boss latitante siciliano che vive con tutta la sua famiglia in una casa provvista di bunker nel quale si cala ad ogni suonata di campanello, attraversando cunicoli e passaggi segreti. Ma con questo suo grande talento che gli permette di cambiare tonalità e calata ad ogni personaggio, perché mai, vi chiederete, non si è mai cimentato nel doppiaggio? Beh, forse non tutti lo ricordano, ma tanto tempo fa lo fece, ne “La gabbianella e il gatto” di Enzo D’Alò, e sempre di un topo si trattava :-)


Antonio Albanese su VOCI.fm! Tu, un sacco di tempo fa, hai doppiato un topo nella “Gabbianella e il Gatto”!
Si, stiamo parlando, però, di 20 anni fa circa :-)

Come mai non hai più fatto doppiaggio?
La verità è che me lo hanno proposto e mi piacerebbe tantissimo doppiare, ma devo imparare! Mi avevano offerto un cartone animato importante, avrei dovuto cambiare le voci. Sarei stato in grado di farlo, però mi hanno chiesto di riuscirci in pochissimo tempo. Mi sono detto: “No, in pochissimo tempo non viene come dico io!” e allora sono scappato.


Quanto conta in un personaggio, come Sebastiano ne “I topi”, la mimica facciale, i movimenti, gli sguardi, e... la voce? Come imposti il modo in cui parli? Tu fai tantissimi personaggi e ad ognuno dai un suo dialetto particolare.
Si, è una domanda fondamentale, perché la risposta è il segreto di tutto. Potrei dire che nasce tutto dal desiderio; se tu desideri raccontare quella cosa, partendo da Epifanio il mio primo personaggio, il corpo si modella come vuoi tu (e speri sia anche come vuole il pubblico!), e anche le parole escono di conseguenza. Ti faccio un esempio: nel 1991, volevo raccontare un personaggio ingenuo, dolce. Il desiderio, di conseguenza, ha modellato il personaggio e lo ha fatto parlare. Poi, ad un certo punto, mi sono più arrabbiato, volevo fare il Ministro della paura e ho lavorato su questo desiderio; se tu desideri, sto parlando da attore, di conseguenza viene, ma lo devi desiderare veramente e ci devi lavorare sodo.

Sebastiano sarà uno dei tuoi prossimi personaggi, lo rivedremo?
No, non credo… Sebastiano serviva lì per raccontare quella cosa ne “I topi”, non lo puoi spostare. Magari lo puoi modellare, però tendenzialmente resta il capo della famiglia.
Saluto VOCI.fm, buon lavoro, buon tutto, buon divertimento!

 

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