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Il viaggio di VOCI.fm nel mondo del doppiaggio non può non fermarsi dalle parti di Alessandro Quarta, doppiatore di numeri uno del cinema come Ethan Hawke o di veri e propri “miti” come Topolino. Nell'intervista realizzata da Diego Bandinelli, scopriamo i segreti di un successo che prosegue da 40 anni. 

Intervista realizzata da Diego Bandinelli


Come ti trovi a doppiare l'attore Ethan Hawke e qual'è un suo film che ti è particolarmente piaciuto?
Dico la verità, per me Ethan Hawke è un attore come gli altri che doppio e che ho doppiato; dovendo proprio scegliere un titolo, direi “L'attimo fuggente” che mi evoca ricordi piacevoli perchè è un film intenso, con una cura maniacale per ogni particolare.

Preferisci doppiare film cinematografici o cartoni animati?
I cartoni animati sono più difficili da doppiare, sia per il tipo di recitazione sempre sopra le righe, sia perchè ci sono meno punti di riferimento da seguire, tipo le espressioni del viso che invece aiutano tantissimo nel doppiaggio di un attore in carne ed ossa. Nei film hai più sentimento, mentre in un cartone animato è quasi sempre questione di tecnica e dinamica della voce.

Sappiamo Alessandro che sei anche direttore del doppiaggio. Puoi parlarci di questo lavoro?
Beh, io sono un musicista direttore di gruppi vocali, quindi mi sono trovato a gestire contemporaneamente anche più di 20 elementi di un'orchestra, ognuno con un ruolo ed uno strumento diverso. Capisci da solo che “ridurre” la direzione ad uno, due o tre persone che recitano è molto più semplice! Amo molto il ruolo di direttore del doppiaggio, perchè ti permette di “creare”, pur restando nella tematica del film sui cui sto lavorando.

Parlaci quindi della tua passione per la musica!
Io ho iniziato a circa 18 anni studiando musica, per poi specializzarmi nel canto che considero l'espressione a me più congeniale. D'altronde la voce è il mio strumento e mi sono divertito a metterla alla prova nei generi più disparati; mi sono fermato tanti anni alla musica medievale e antica per poi passare ai miei progetti voce-percussioni.

Come ti sei trovato a doppiare per ben 9 stagioni il personaggio di J.D. nel telefilm “Scrubs”?
Scrubs” è una serie fantastica, che ricordo con grande piacere; sia perchè era così ben fatta da poterla riguardare all'infinito senza mai stancarsi, sia perchè ho lavorato con un team di colleghi che conosco fin da bambino e quindi mi sono sentito sempre in famiglia. E l'aver curato il personaggio di J.D. per tutti questi anni ha fatto si che la gente associasse (ed associ tuttora) il suo volto alla mia voce; una cosa molto bella.

E parlando di altre seri tv che hai doppiatore, cosa mi dici di “Lost”?
Di “Lost” ho un ricordo molto vivo, perchè il mio personaggio è stato introdotto tardi e quindi mi sono trovato a lavorare da solo, entrando in una serie già avviata da tempo. Ho fatto affidamento sulle indicazioni del direttore di doppiaggio e l'ottimo risultato finale è stata davvero una bellissima sorpresa. Ho rivisto la serie tutta di seguito e mi è piaciuta moltissimo!

Come ti è nata la passione per il doppiaggio?
Ammetto che inizialmente mi avvicinai al doppiaggio per avere una vita “normale”; lavorando fin da bambino in teatro, gestivo dei tempi piuttosto diversi dalle persone comuni, ero spesso in tournèe o comunque lavoravo in orari “da spettacolo”. Il doppiaggio era quindi quell'alternativa che mi permetteva di restare vicino alla recitazione ma senza compromettere troppo la mia vita privata. Poi mi ha letteralmente conquistato!

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