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Che cosa hanno in comune Ken il Guerriero, Yattaman, Walton Goggins (detective in “The Shield”) e Erdogan Atalay (poliziotto di “Squadra Speciale Cobra 11”)? Semplice! La voce di Alessio Cigliano, uno dei più noti e versatili doppiatori italiani. Conosciamolo meglio nell'intervista a VOCI.fm

Intervista realizzata da Diego Bandinelli

Cominciamo con la domanda di rito: qual'è il personaggio preferito tra i tantissimi che hai doppiato?
Non c'è un personaggio preferito, ci sono personaggi che ho seguito per anzianità di servizio, che ho doppiato di più. Ci sono degli attori che seguo da tanti anni, soprattutto televisivi: il dr. Carter di “E.R. (Medici in prima linea)” oppure il poliziotto del telefilm “Squadra Speciale Cobra 11” che faccio da due decenni.

Cosa ci puoi dire della serie tv “The Shield” in cui doppi Shane?
Molto divertente farlo, un bel personaggio con un sacco di sfaccettature; lui ha fatto molto bene ed io gli sono andato dietro, che poi è il segreto del doppiaggio! Ho cercato di incollarmi il più possibile alla sua mimica, alle sue espressioni, alla sua psicologia, a tutto quello che esprimeva Walton Goggins.

Sappiamo anche che hai doppiato il mitico Zachary Quinto nella serie “Heroes”...
In “Heros” e nei film di “Star Trek” di Abrams, quelli dal 2009 in poi.

Ma c'è un attore che ti piacerebbe incontrare di persona?
Ho incontrato l'attore tedesco che doppio in “Squadra Speciale Cobra 11” ad un premio, eravamo entrambi invitati ed ho incontrato successivamente un altro paio di personaggi. A loro fa molto strano vedermi, in quanto rappresento la parte esclusivamente “italiana”.

Nel 2013 hai anche doppiato un film di fantascienza molto particolare: “Snowpiercer”! Eri la voce italiana di Chris Evans, il protagonista.
In quel caso è stata una bella scommessa del direttore perchè non è un attore che doppio abitualmente, anche anagraficamente non è proprio nella mia fascia di età. Mario Cordova ha voluto fare questo tentativo che alla fine mi è sembrato ben riuscito. Certo non sarebbe ripetibile su “Capitan America” o su altre sue interpretazioni, però quella è venuta bene.

Oltre ai personaggi di azione ti riescono molto bene anche i ruoli da cattivo, come in “12 Anni Schiavo” in cui doppi Michael Fassbender.
Una parte molto difficile da interpretare vocalmente. Siamo stati misurati ed abbiamo ricreato una sonorità interessante, non simile all'originale perché Fassbender ha un “vocione”, ma decisamente coerente.

Tu sei famoso per aver doppiato “Ken il Guerriero”, ma io ti conosco anche come voce del celebre gioco di X-Files.
Certo! Mi ci sono anche divertito, a parte il delirio di doppiare videogiochi in cui devi ripetere le cose cento volte. Di solito si doppiano sulla traccia audio e basta, ma in quel caso lo doppiammo con il sincro del video.

A questo punto la domanda è d'obbligo: preferisci doppiare film, videogames o cartoni animati?
Io mi diverto molto a doppiare cartoni animati, soprattutto se devo cercare sonorità, giochi di voce, adattarmi ad un personaggio. É tutto più semplice, non c'è la cosiddetta “introspezione”.

Hai un sogno nel cassetto? Un personaggio in particolare a cui dar voce?
Non ho un attore di riferimento al quale dare la voce, diciamo che mi piace seguire un attore nell'arco della sua carriera anche se non è proprio detto che tutte le interpretazioni che riesce a dare un attore possano essere seguite anche da chi presta la voce. Ci sono state situazioni in cui mi sono rivelato adattissimo a doppiare un attore, magari sul 90% delle cose che ha girato andavo bene, ma per un altro 10% non ero adatto. Amo ritrovare un attore che magari non faccio da un anno, che ha seguito altri progetti, calarmi con lui in altre parti e crescere insieme.

So che tu Alessio sei anche direttore del doppiaggio, parlaci un po' di questa parte del tuo lavoro.
Il direttore del doppiaggio è il regista della parte vocale, della recitazione localizzata nei vari paesi. Deve studiare il lavoro che ha sottomano, decidere chi lo interpreterà, chi meglio si potrà adattare a quella voce, a quel carattere, a quel personaggio; dopodiché concertare il tutto avendo studiato quello che sta facendo.

Ma come ti è nata la passione per il doppiaggio?
Un gioco da bambino che poi è continuato negli anni, è andato avanti e si è trasformato in un lavoro.

Quali consigli dai a chi vuol intraprendere la carriera di doppiatore?
Chi vuol diventare doppiatore deve essere “attore” o “bambino”, perché da bambino impari sul campo (certo, devi avere anche un po' di talento!). Se invece ti avvicini al doppiaggio da adulto una scuola è indispensabile, devi saper recitare e poi imparare la tecnica del doppiaggio.

Come vede Alessio Cigliano il doppiaggio in Italia, la polemica tra sottotitoli e doppiaggio?
L'unica cosa che ricordo sempre quando viene fatta questa domanda e che quello che vediamo in televisione, in qualsiasi forma, è finzione. Finzione destinata esclusivamente al pubblico madrelingua, non all'estero. Perchè se scrivo una cosa in italiano, non la scrivo perché la comprendano i francesi, i tedeschi o gli spagnoli, la scrivo perché la comprendano gli italiani. Per venderla all'estero, ho bisogno che possa essere compresa esattamente come in Italia. Quello che mi meraviglia, ogni tanto, è che ci sono delle persone che dicono che se tutto non fosse doppiato, gli italiani saprebbero parlare perfettamente l'inglese. Non mi sembra che la tv sia un mezzo con il quale la gente deve andare a scuola, ma un semplice intrattenimento! Poi che ci possa essere il regista o il cineasta che la mette sul personale e dice “le mie opere doppiate fanno schifo” è tutto legittimo. Ognuno può pensare quello che vuole, ma quel cineasta non avrebbe nessuno che lo ascolta in Italia se la sua opera non fosse doppiata, perché il grande pubblico non lo conquisti con i sottotitoli. Intanto non è vero che il sottotitolo non distrae dalla fruizione; costringe a guardare una porzione in basso dove in pratica non succede mai niente.

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