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Hanno nomi quasi sconosciuti, ma basta ascoltarne la voce per associarla immediatamente al volto di un divo di Hollywood. Sono i doppiatori italiani. Anzi, forse sarebbe meglio dire: le famiglie del doppiaggio italiano. Iniziamo a conoscerle insieme.

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Il lavoro del doppiatore è un mestiere artigianale, che si tramanda di padre in figlio, come succede normalmente in svariate realtà lavorative, quindi non solo nel doppiaggio. Ne sono un esempio le attività commerciali, gli alberghi, le imprese edili, i notai, le farmacie, la ristorazione, il teatro, la musica ecc. I doppiatori passano spesso gran parte della loro giornata in sala d’incisione, quindi è normale che si innamorino e si sposino tra loro. Altrettanto normale che incoraggino i propri figli a seguire il loro lavoro. Come è normale che un bambino cerchi di imitare i propri genitori. Quale genitore non offrirebbe tale opportunità ad un figlio? In questo, siamo decisamente tutti d’accordo. Le famiglie di doppiatori esistono da sempre, e sono numerose. Ed in questo articolo, ne citeremo solo alcune: 

La Famiglia Izzo
Renato Izzo, storico doppiatore, scopritore di talenti è il capostipite di una tra le più celebri famiglie del doppiaggio italiano. Le figlie Rossella Izzo e Simona Izzo (gemelle) sono registe, sceneggiatrici, attrici e doppiatrici. Fiamma Izzo e Giuseppina Izzo sono attrici e doppiatrici. Inoltre Renato Izzo era il nonno degli attori e doppiatori Francesco Venditti (figlio di Simona e del cantautore Antonello Venditti), Myriam Catania (figlia di Rossella), delle doppiatrici Giulia Catania (figlia di Rossella), Lilian Caputo e Rosa Caputo (figlie di Fiamma), Nike Pucci (figlia di Giuppy e del doppiatore Fabrizio Pucci) e del doppiatore Alessandro Mottini (figlio del secondo matrimonio di Giuppy). Anche i figli di Francesco Venditti, Tommaso Venditti ed Alice Venditti, lavorano nel doppiaggio. Ma non finisce qui. Renato Izzo era lo zio della doppiatrice Loredana Nicosia e suocero dell’attore e regista Ricky Tognazzi, secondo marito della figlia Simona e figlio dell’attore Ugo Tognazzi. 

La Famiglia Acerbo
Stessa sorte per le famiglia Acerbo (pseudonimo degli Ancidoni) di cui è capostipite Sandro Acerbo che inizia la sua carriera di doppiatore da bambino prestando la voce a Matthew Garber nel film "Mary Poppins" della Walt Disney. È noto soprattutto per essere la voce ufficiale di Brad Pitt e Will Smith, nonché per aver doppiato John Ritter nella serie "Tre cuori in affitto", Michael J. Fox nella serie Casa Keaton e negli ultimi due capitoli della trilogia di "Ritorno al futuro" e gli attori Robert Downey Jr., Nicolas Cage, Timothy Hutton, Matthew Broderick, Christian Slater, Dan Aykroyd, Greg Kinnear, Val Kilmer e Hugh Grant in alcune significative interpretazioni. È fratello dell'attore Maurizio Ancidoni e della doppiatrice Rossella Acerbo, cugino dei doppiatori Massimiliano Manfredi e Fabrizio Manfredi. Fabrizio è marito della doppiatrice Francesca Fiorentini, nonché nonno della doppiatrice Lucrezia

La Famiglia Ward
Aleardo Ward è il capostipite di questa famiglia. Alla fine degli anni '30 debutta nel cinema, venendo utilizzato come caratterista. Nello stesso periodo recita alla radio e si dedica al doppiaggio. È il padre degli attori e doppiatori:

Luca Ward, conosciuto per il doppiaggio di Russell Crowe ne "Il gladiatore", Samuel L. Jackson in "Pulp Fiction", Keanu Reeves nella trilogia di "Matrix", Hugh Grant nella saga di "Il diario di Bridget Jones", Pierce Brosnan in quattro episodi della saga di "James Bond" e Brandon Lee ne "Il corvo". Ma anche di molti altri personaggi. Anche la ex-moglie, Claudia Razzi e la figlia Guendalina sono attrici e doppiatrici.

Andrea Ward ha prestato la voce a grandi attori tra cui Andy García, Josh Brolin, Keanu Reeves e tanti altri. Anche i suoi tre figli Alessio, Mattia e Niccolò sono doppiatori. Sua moglie, Cristina Fenuccio è dialoghista per il cinema e per la televisione.

Monica Ward, nota soprattutto per aver prestato la voce al personaggio di Lisa de "I Simpson", June Kim Lee di "Juniper Lee", a quella di Lolly nella serie animata "Le Superchicche". E’ anche mamma dei giovani doppiatori Alessandro Ward e Federico Campaiola. 

La Famiglia Rinaldi
Giuseppe Rinaldi, detto Peppino Rinaldi, è il capostipite di questa famiglia. A partire dalla fine degli anni quaranta, ha dedicato la sua vita soprattutto al doppiaggio, lavorando per la celebre società C.D.C. (Cooperativa Doppiatori Cinematografici). Spesso considerato uno dei più grandi doppiatori italiani, dotato di una voce duttile, versatile e squisitamente profonda, ha doppiato attori come Marlon Brando, Rock Hudson, Jack Lemmon, Paul Newman, Peter Sellers, Van Johnson, Frank Sinatra, Glenn Ford, Richard Burton, George Peppard, Burt Lancaster, Charles Bronson, Kirk Douglas, Gregory Peck, Roger Moore, James Dean, Peter O'Toole, William Holden, Charlton Heston e tanti altri. Rinaldi si è sposato due volte: la prima volta con l'attrice Marina Dolfin, figlia del celebre soprano Toti Dal Monte, da cui ha avuto due figli: Massimo e Antonella. La seconda volta con l'attrice Maria Pia Casilio, da cui ha avuto la figlia Francesca. Tutti i suoi figli sono doppiatori

La famiglia Amendola
Ferruccio Amendola è il capostipite di questa famiglia. Attore e doppiatore tra i più amati e riconoscibili. Sua la voce di Robert De Niro, di Sylvester Stallone, di Dustin Hoffman e di Al Pacino (attore che condivideva con Giancarlo Giannini) e Bill Cosby nella celebre sit-com "I Robinson". Fu scelto come voce ufficiale di Tomás Milián proprio da Milián in persona, per le interpretazioni dei personaggio di Nico Giraldi ed Er Monnezza. Si sposò con l'attrice e doppiatrice Rita Savagnone, da cui divorziò e dalla quale ebbe due figli: uno è Claudio Amendola, attore, conduttore televisivo e regista. Claudio ha una figlia, Alessia, attrice e doppiatrice anch’essa. Anche la zia Deddi Savagnone è stata un'attrice, doppiatrice e dialoghista italiana. 

Ce ne sarebbero ancora molte di famiglie del doppiaggio da citare ma, quelle citate, si dividono circa il 60% - 70% del lavoro di doppiaggio oggi in Italia, principalmente nel cinema. Con l’attuale frenesia lavorativa richiesta dal settore, chi si vuole affacciare al doppiaggio è spesso penalizzato, dato che simili ritmi possono reggerli solo chi ha un bagaglio artistico d’eccellenza, come i figli d’arte. Eppure nel doppiaggio non servono muscoli ed avvenenza, ma capacità attoriali ed una voce adeguata alle caratteristiche richieste. Quindi, la meritocrazia nel doppiaggio esiste. Ma purtroppo, a volte, manca il tempo di applicarla.

Allora, come sperare in una futura carriera se non si è figli d’arte? Se non siamo parte di una famiglia del doppiaggio? Bisogna insistere. Le giornate storte ed i direttore di doppiaggio sbagliati, possono capitare. Ma il giusto spirito per riuscire, dipende da quanto ci si crede realmente.

E poi, essere figlio d’arte, non è solo un privilegio, ma anche un impegno. Per altro essere parenti non è una colpa. In fondo, se ci pensate bene, più è alto l’onore, maggiore è l’onere da sostenere.

Articolo a cura di Angelo Oliva
 



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