Oggi, andremo a trattare un altro argomento interessante per quanto riguarda il mondo del doppiaggio, ossia il copione. Questo è fondamentale, perché riporta in maniera adattata quello che andremo a dire. Se non eseguito bene, si rischia di essere troppo lunghi o troppo corti nelle frasi.
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Il compito di una perfetta esecuzione di un copione è affidato agli adattori/dialoghisti. Parleremo magari meglio di queste figure professionali nei prossimi articoli del blog. Oggi focalizzeremo prettamente la nostra attenzione sugli elementi che compongono un copione.
IL COPIONE DEL DOPPIATORE
Nel professionismo, la modalità di stesura dei testi prevede che ogni pagina debba contenere dalle 18 alle 20 righe e deve essere numerata; ogni riga deve comprendere un massimo di 50 battute dattiloscritte con esclusione del nome del personaggio, compresi gli spazi, la punteggiatura e le indicazioni tecniche e didascaliche. Vi troverete delle abbreviazioni che aiuteranno il doppiatore a capire meglio come iniziare e terminare il periodo recitato.
Queste sono sempre chiuse tra parentesi, sono separate da uno spazio e dalle parole del testo. Sono sempre in maiuscolo, per differenziarsi in modo evidente dal resto del testo, tranne le abbreviazioni “in” che sta per “inizia” e “fin” che sta per “finisce”, (Ant.) che sta per “anticipato” e (Orig) che sta come per “originale”, mentre i segni di interpunzione sono come normalmente utilizzati nell’editoria, ma con una funzione diversa che specificherò più avanti.
Le principali abbreviazioni tecniche ufficiali che troverete sui copioni.
- Iniziamo con (FC) e (IC), che si usano quando il personaggio che parla si trova “fuori” e “in campo” dall’inquadratura visiva della macchina da presa.
- Proseguiamo con (SOVR) che ci segnala quando il personaggio sta parlando contemporaneamente a quello che lo precede, oppure che lo interrompe.
- (RIS.) invece è l’abbreviazione di una “risatina”.
- (DS) si usa quando il personaggio è di spalle per cui le labbra non sono visibili.
(SM) indica “sul muto”, ossia una battuta inesistente nel sonoro originale.
- (RIDE) te lo devo spiegare?
- (FIATO) segnala ogni emissione forzata di fiato (VERSO) e si usa ad indicare ogni altro tipo di verso umano, come un colpo di tosse, un bacio, un lamento, un sospiro o un pianto.
In aggiunta a questi, ci sono le sbarrette, oppure se preferite le slashes, che indicano una breve sospensione interna alla battuta. Una sbarretta / sta ad intendere una pausa tra due battute. Due sbarrette // segnalano invece che c’è un cambio di scena tra due battute dello stesso personaggio, ovvero una pausa più lunga.
Il Timecode nel copione del doppiatore
Altra cosa che troverete sul copione è il “Timecode”. Questo, da come avrete intuito, è il codice che indica il tempo e che troveremo sia sul video da doppiare che sul nostro copione e che ci aiuta quando il personaggio inizia a parlare. Il “Timecode” (TC), lo troveremo sempre all’inizio di ogni scena per la prima battuta di ogni personaggio.
Se ci dovessero essere presenti dei brusii (come ad esempio persone che parlano o che urlano in sottofondo), lo troveremo anche alla fine, per indicare quando questi terminano. Di norma, se una scena dovesse presentarsi molto lunga verrà posizionato un TC di riferimento per ogni pagina, in modo da aiutare il fonico ed il direttore del doppiaggio a trovare il punto in cui far ripartire la scena.
Vi ho parlato all’inizio dei segni di interpunzione e della loro concezione leggermente diversa rispetto a come li usiamo nella semplice lettura di un testo. Infatti, questi suggeriscono all’attore, più che una semplice pausa, le “chiusure delle battute” ovvero, attraverso la propria recitazione, la chiusura dell’espressione di un concetto, con l’inizio di un altro; ma questa è un’altra storia.
Articolo a cura di Antonio Amoruso