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doppiaggio

  • Quella del fandub è una passione che si espande a macchia d'olio! Il doppiaggio amatoriale è per molti un primo passo verso questo mondo e permette di togliersi grandi soddisfazioni, utilizzando la propria voce per ottenere visualizzazioni altissime. E' il caso di Davide Marchese, giovane ed abile fandubber che ha ottenuto milioni di views sul proprio canale YouTube. Potevamo non passare dalle sue parti?

    Intervista realizzata da Marco Picchio


    Amici di VOCI.fm, un saluto da Marco Picchio. Grazie al nostro ospite di oggi abbiamo l’occasione di esplorare un mondo che ci incuriosisce veramente tanto. Non parliamo di radio, neanche di doppiaggio, bensì di “fandubbing” e lo facciamo con Davide Marchese che è un veri fuoriclasse del settore!
    Buongiorno a tutti gli ascoltatori di VOCI.fm, anche a tutti i colleghi iscritti, un bel pò di gente!

    Tu sei un grande fandubber, quindi iniziamo spiegando a chi ci segue che cosa significa esattamente.
    Il fandub è il doppiaggio amatoriale. Fondamentalmente è una parola composta da “fan”, appunto “sostenitore - appassionato” e “dub” che è la forma contratta della parola “doppiaggio” in lingua inglese.

    Ho notato che l’attenzione dei fandubber come te è quasi sempre rivolta ai film di animazione, quindi tendete a doppiare film di questo tipo, cartoni animati e così via. Come mai? Cosa vi intriga di questo genere?
    Un pò tutti penso da ragazzini abbiamo giocato ad emulare quello che succedeva lì, su un cartone animato. Quindi, siccome il doppiaggio è un “ricreare”, un voler rivivere emozioni, fare fundubbing è come voler continuare ad essere bambini, secondo me. Verosimilmente, su un cartone animato, ci si diverte di più. Mi dicono che vale anche nel doppiaggio, quello vero: meno verità c’è e più cresce la possibilità di espressione, di divertimento puro. Quindi, penso che il fandub si leghi al mondo dei cartoni animati perché questo ci consente letteralmente di “giocare con la voce”.

    Per definizione, chi fa questo tipo di attività lo fa, come hai detto tu, in maniera amatoriale. Ma un doppiatore professionista, secondo te, sarebbe un bravo fandubber?
    Suppongo di si, anche se noi, come dire, siamo viziati da quelle che sono le interpretazioni originali dei nostri doppiatori italiani. Quindi, è verosimile che nel fare il fandub di una sequenza, di una canzone o di una scena della Disney (solo per fare un esempio), potremmo risentire di quella che è l’interpretazione italiana originale; c’è sempre la tendenza ad emulare e a simulare. Addirittura c'è chi volutamente cerca l’imitazione.

    Pensi anche tu, come me, che il mondo del fandub e quello del doppiaggio siano molto diversi l'uno dall'altro?
    In realtà penso che siano addirittura contrapposti, tanto che a volte il fandubbing non sembra neppure ben visto dai doppiatori, quasi considerato solo come un gioco. Secondo me c’è anche un pò di pregiudizio, ho questa sensazione.

    Chiaramente, anche tu hai il tuo account YouTube, con ben 25.000 iscritti, dove è possibile vedere i tuoi lavori. Alcuni hanno addirittura 2 milioni di visualizzazioni. Di quali, tra questi fandub, vai più fiero, quali consiglieresti di andare a vedere?
    Mah… direi questi che hai appena citato, in particolare quelli relativi a “Oceania”, che mi hanno dato molta fortuna; pensa che prima di quei due video (“Tranquilla”, “Lo splendente Tamatoa”, “Oceania”) il mio canale, in quasi 9 anni, aveva accumulato solo 1400 iscritti. Da febbraio 2017, ne sono arrivati altri 23.000, è stata una vera svolta. Pensandoci bene, magari consiglierei di guardare anche “Un amico come me”, da Aladdin, uno dei miei primissimi video, che però mi ha dato belle soddisfazioni. Per quanto riguarda le cover, mi sento di suggerire “Un amico in me”, da “Toy Story”.


    Hai fatto mai radio? Perché hai una bella voce e vai spedito!
    Ni :-) una volta soltanto! Siccome in passato sono stato anche un deejay, curavo una piccolissima rubrica all’interno di una radio locale in Sicilia, dove ho vissuto. Quindi, registravo a casa 15 minuti, mandavo la registrazione e basta. Qualche volta mi è capitato di sentirmi dire: “Ma sai... hai una voce interessante, magari potresti…”. Non lo so, ci devo pensare :-)

    Chissà... un giorno...
    Anche quello della radio è mondo partivolare, tanta gente e tanta concorrenza. Io sono il tipo che veramente non vorrebbe mai rompere le uova nel paniere a nessuno e poi sono tanto timoroso di tutti gli altri che stanno là fuori, che sono agguerriti, che sono preparati, che sono validi. Io sono nudo e crudo, non ho mai studiato recitazione. Adesso sto frequentando un corso di doppiaggio, però la strada è ancora lunghissima, c’è ancora tanto da lavorare prima di mettersi in gioco. Mettici che io sono timoroso di mio e non ci posso fare niente.

    Per chiudere, un consiglio a coloro che volessero intraprendere questa affascinante attività di fundubbing, appunto la tua. Cosa c’è da fare e cosa da non fare assolutamente?
    Secondo me, in partenza, c’è da armarsi di tanta pazienza, perché, comunque, il fandub tu non puoi iniziare a farlo dall’oggi al domani,non puoi pensare di arrivare subito a un certo tipo di risultato. Io, poi, sono sempre stato molto maniaco della qualità per quanto riguarda sia l’audio che il video. Non serve tantissimo, perchè alla fine ci sono dei software gratuiti che ti consentono di lavorare (anche se in modo elementare) con i video e con l’audio. Poi ti basta un semplice microfono usb, con 50 euro o giù di lì te lo porti a casa. Basta insonorizzare una stanza, anche con qualche telo, con qualche scatola delle uova e puoi avere anche un risultato “entry-level”. Quello che conta, però, è la voglia di buttarsi e non porsi paletti, vai e ti butti senza la paura di “steccare”, come si dice a volte nel canto. E' chiaro che se lo fai con l’intento di metterti su YouTube, sappi che lì è anarchia assoluta; come possono arrivare i commenti positivi, possono arrivare le critiche e anche gli insulti e quindi, da un punto di vista strettamente emotivo, devi essere predisposto a considerare questo tipo di cose. Io ho adottato una filosofia, della serie che i commenti positivi mi fanno piacere, gli insulti semplicemente li ignoro.

    Come va fatto, anche secondo me! Ringrazio Davide Marchese e invito chi sta seguendo il blog di VOCI.fm a dare un’occhiata al suo profilo per conoscerlo meglio.
    Grazie a voi per essere passati dalle mie parti! Un abbraccio, ciao ragazzi!

  • Torna "Chi lo doppia" la rubrica curata da Alessandro Delfino e torna con un grande speciale dedicato alle voci italiane dei più grandi supereroi. Quindi tutti alla scoperta del "DC EXTENDED UNIVERSE"!

    Speciale realizzato da  Alessandro Delfino


    L’”Universo Condiviso”, un mondo già esistente nel fumetto, ma molti anni fa sconosciuto al cinema. poi arrivarono nel 2008 i “Marvel Studios” ad introdurre con “Iron Man” la prima pellicola che portò a creare in seguito un mondo pieno di super eroi. Anche la più grande concorrente, la “DC Comics”, partì nel 2013 con il film “Man of Steel” a portare sul grande schermo i super eroi piu famosi dei fumetti creando il “DC extended universe”. Ma noi, parlando di doppiaggio, ci soffermeremo sulle voci di questi grandi eroi ed antagonisti che ci hanno permesso di godere in italiano delle grandissime performance degli attori originali.

    Partiamo con Gianfranco Miranda, che dà voce al primo di tutti:Superman, interpretato da Henry Cavill. Il giovane Kal-El comincia il suo percorso cercando un’identità, uno scopo in un mondo in cui lui è cresciuto, ma come un diverso, per via dei suoi poteri e la sua provenienza aliena. Fino ad arrivare ad indossare il mantello di Superman e a proseguire in “Batman v Superman” e nel corale “Justice League”; Miranda non solo lo doppia in questi tre film, ma riesce ad incollarsi talmente bene sull’attore tanto da seguirlo anche in altri film e diventare voce fissa negli ultimi anni.

    Riccardo Rossi, voce diBruce Wayne - Batman, interpretato da Ben Affleck. Dapprima nemico di Superman, considerandolo minaccia, poi diventato alleato, emerge in “Batman v Superman” con una rabbia mai vista nelle sue diverse incarnazioni. Alla fine della pellicola ritroverà la speranza formando la squadra di super eroi più potente della Terra: la Justice League, nell’omonimo film. Voce ufficiale dell’attore dai tempi di “Pearl Harbor”, Riccardo Rossi riesce a dare un’interpretazione sofferta al Bruce Wayne - Batman donandoci un personaggio forte, ma fragile nello stesso tempo.


    Claudia Catani
    , voce diDiana Prince - Wonder Woman, interpretata da Gal Gadot. Compare in “Batman v Superman” come una forte guerriera che giunge in aiuto di Superman e Batman, ma nel film “Wonder Woman” scopriamo le sue origini, la sua ingenuità nei confronti di un mondo esterno che le è sempre stato celato da sua madre ed il popolo delle amazzoni. Claudia Catani riesce ad infondere leggerezza alla giovane Diana donandole poi quel timbro eroico alla fine della pellicola che la trasformerà in una vera e propria leader nel film “Justice League”. Attesissima nel secondo film dedicato alla super eroina, “Wonder Woman 1984”.

    Domitilla D’Amico, voce diHarley Quinn, non un’eroina questa volta, ma una super criminale, fidanzata del clown del crimine Joker (interpretato da Jared Leto) e portata sul grande schermo dalla bravissima Margot Robbie. Folle, imprevedibile e divertente, conosciamo Harley nel film corale “Suicide Squad”, dove si unisce suo malgrado ad una banda di super criminali ricattati dal Governo, fino ad arrivare ad ottenere il ruolo da protagonista nel film “Birds of Prey”, dove, orfana del Joker, lotta per ottenere la sua identità. Un personaggio quindi in realtà più complesso di quello che sembra, che varca spesso la linea tra il bene ed il male. Domitilla D’Amico, che doppia per la prima volta Margot Robbie in “The Wolf of Wall Street”, riesce a restituire la follia di Harley toccando spesso le note alte della robbie in originale. Un lavoro certosino tale da far diventare la D’amico voce fissa di Margot Robbie in tutte le sue interpretazioni dal 2013 ad oggi.




    Francesco De Francesco
    , voce diArthur Curry - Aquaman, il super eroe acquatico, inizialmente comparso come membro della Justice League nel film omonimo e protagonista assoluto nel film a lui dedicato “Aquaman”. Arthur, dapprima rozzo meticcio figlio di un terrestre e di un’atlantidea, riuscirà a compiere un percorso ed un’evoluzione da eroe prima in gruppo e poi in solitario come detentore del trono di sua madre, diventando l’eroe predestinato. De Francesco riesce a conferire al personaggio interpretato da Jason Momoa strafottenza e leggerezza, ma anche profondità ed epicità nei momenti drammatici. Curiosità: il doppiatore ha dato voce in precedenza ad un altro personaggio, il Capitan Boomerang interpretato da Jayl Courtney in “Suicide Squad”. Ora il personaggio tornerà nella nuova pellicola intitolata “The Suicide Squad”; verrà scelto di nuovo la stessa voce oppure ne sceglieranno un altro?

    Maurizio Merluzzo, voce diShazam, interpretato da Zachary Levi nell’omonima pellicola che narra la storia dell’adolescente Billy Batson, che si trova per caso a diventare il potente Shazam. Un personaggio che, conservando la testa di un adolescente, si rivela diverso dagli altri eroi DC, ma riesce a trovare la maturità a fine pellicola diventando un vero eroe. Merluzzo, che doppia per la seconda volta Zachari Levi, riesce a donare al personaggio di Shazam ilarità e divertimento seguendo la mimica e la parlantina del bravissimo attore americano.




    Il “DC Extended Universe” da un pò di tempo, a differenza del suo rivale, ha deciso di dedicarsi soprattutto ai film singoli e raccontare delle storie: sono in arrivo “Wonder Woman 1984”, “Aquaman 2”, “Shazam 2”,
    “Flash” (con il personaggio del velocista già apparso in “Justice League”, interpretato da Ezra Miller e doppiato da Luca Mannocci),Black Adam, nemesi di Shazam che verrà interpretato da “The Rock” e soprattutto “The Batman”, dove però questa volta il Cavaliere Oscuro avrà un nuovo attore, Robert Pattinson. Manterrà in italiano la sua voce abituale, Stefano Crescentini?

    E voi? Quale personaggio e voce di questi eroi preferite?
     

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  • E' uno degli attori più carismatici del cinema contemporaneo: Denzel Washington, la voce afro-americana senz'altro più amata e rappresentativa. In Italia è stato doppiato da numerosi professionisti ed in particolare dal grande Francesco Pannofino.

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  • A 13 anni dal primo sorprendente film, è arrivato al cinema “Avatar 2: La via dell’acqua”, sempre diretto dal premio Oscar James Cameron. Sul red carpet della premiere romana, Patrizia Simonetti ha incontrato Domitilla D’Amico, che torna a dar voce alla madre guerriera Neytiri.

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti

     

    In “Avatar 2: La via dell’acqua”, ambientato tutto su Pandora e una decina di anni dopo i fatti del primo capitolo della saga della quale arriveranno altri tre sequel, Sam Worthington e Zoe Saldaña riprendono i loro ruoli iconici, interpretando l’uno il Marine diventato leader Na'vi Jake Sully, l’altra la guerriera Na'vi Neytiri. Ora sono entrambi genitori amorevoli che fanno tutto il possibile per tenere unita la loro famiglia e salvare il loro clan.


    Quando eventi imprevisti li spostano dalla loro casa, i Sully viaggiano attraverso le vaste distese della luna Pandora, fuggendo infine verso il territorio detenuto dal clan Metkayina, che vive in armonia con gli oceani circostanti. Lì i Sully devono imparare a navigare sia nel pericoloso mondo acquatico che tra scomode dinamiche per ottenere l'accettazione dalla loro nuova comunità. Sigourney Weaver interpreta la figlia adolescente adottiva Kiri, che è la figlia biologica dell'avatar della dottoressa Grace Augustine, il personaggio defunto che Weaver ha interpretato nel primo film.


    Nel cast anche il premio Oscar Kate Winslet. L'eroico Jake Sully, dopo aver iniziato "Avatar" come un marine paraplegico in lutto per la morte di suo fratello gemello e alla disperata ricerca di un nuovo percorso, in Avatar 2 lo ritroviamo dunque felicemente sposato e capo del clan Omatikaya, che abita pienamente il suo corpo Na'vi. "La famiglia è la nostra fortezza", ricorda spesso alla moglie Neytiri e ai loro figli. Gli imprevisti di cui sopra sono in realtà i pericolosi “uomini del cielo”, che tornano a Pandora per spogliare la luna del prezioso minerale noto come "unobtainium". Mentre la Resources Development Administration (RDA) torna in forze con l'obiettivo aggiuntivo di colonizzare l'intera luna e renderla la nuova casa per l'umanità, poiché la Terra è sul precipizio di non essere più abitabile.
    Oltre ad avere a disposizione un'armata di veicoli terrestri, aerei e marittimi armati, la RDA ha portato con sé un'arma segreta: una squadra d'élite di soldati resuscitati come ricombinanti, i Recom, ovvero avatar autonomi incorporati con i ricordi degli umani il cui DNA è stato utilizzato per crearli. A guidare questa forza combattente è il colonnello Miles Quaritch (Stephen Lang). La fuga dei Sully dalla foresta pluviale non impedisce però a Quaritch di cercare "l'insorto Jake Sully". E quando ottiene informazioni che suggeriscono che Jake potrebbe vivere in uno dei tanti clan della barriera corallina, si concentra sulla devastazione di un villaggio di barriera corallina dopo l'altro alla ricerca della sua nemesi. L'inseguimento di Quaritch porta non solo a un'epica quanto spettacolare battaglia navale che contrappone le forze RDA contro Jake, Neytiri e il popolo Metkayina, ma anche a un confronto molto personale tra Quaritch e i Sully. La famiglia, la forza protettiva dei genitori, l’ambiente, la lealtà, la valorizzazione dele differenze, l’amore per gli animali, tantissimi i temi di un film che è a dir poco un spettacolo nello spettacolo, soprattutto nella versione in 3D che vi consigliamo caldamente di scegliere.


    Ottimo come nel primo film il doppiaggio, anche grazie al direttore Marco Mete: a dar voce a Jake Sully nella versione italiana di Avatar 2 è sempre Francesco Pezzulli, mentre Domitilla D'Amico torna a doppiare Zoe Saldana, ovvero Neytiri. Luca Biagini doppia il colonnello Miles Quaritch, Veronica Puccio fa parlare Kiri e Chiara Colizzi dà voce a Ronal, la matriarca sciamanica del clan Metkayina.

  • Attesissimo, è arrivato al cinema “Barbie”, il film dedicato alla bambola più famosa del mondo. Ad interpretarla è Margot Robbie, doppiata, anche stavolta, da Domitilla D’Amico. Patrizia Simonetti l’ha videointervistata per VOCI.fm

  • VOCI.fm incontra Domitilla D'Amico, giovane e talentuosa doppiatrice che presta la propria voce ad attrici del calibro di Harley Queen, Margot Robbie, Scarlett Johansson, Eva Green ed anche alla bravissima Emma Stone nel film-cult “La La Land”. Ci regala qualche curiosità e consiglio nella videointervista realizzata da Patrizia Simonetti lo ha intervistato per noi.

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


    Domitilla D'Amico su VOCI.fm, buonasera!
    Buonasera!

    Una grande doppiatrice a cui, per prima cosa, chiedo: “non basta una bella voce per avere successo nel doppiaggio, cos'altro ci vuole?”
    Ci vuole l'interpretazione, alla fine siamo tutti attori. Siamo attori prestati al doppiaggio, perchè in realtà è una specializzazione del mestiere dell'attore.

    C'è chi sostiene che i doppiatori devono essere più bravi degli attori, perchè possono contare solo sulla voce, non possono usare il corpo.
    A volte è proprio vero, perchè usando solo con la nostra lingua dobbiamo cercare di restituire al pubblico italiano le emozioni e tutto quello che gli attori stranieri hanno messo nella parte recitata.

    Tu sei la voce di personaggi femminili molto noti, ricordaci quelli a cui sei più legata e qualche aneddoto legato ad uno di essi.
    Sono la voce di Harley Queen, Margot Robbie, Scarlett Johansson, Eva Green (la mia preferita!) e di tante altre.Un anedotto riguarda “La La Land”, in cui doppio Emma Stone; il doppiaggio è stato realizzato praticamente in soli due giorni, avevo circa 38,5 di febbre e nonostante quello sono riuscito a portare il lavoro a casa!

    Vogliamo dare un consiglio ai giovani che vogliono intraprendere la carriera di doppiatori?
    Consiglio senza dubbio una scuola di recitazione, che è alla base, poi studiare tantissimo dizione e di entrare in questo mestiere “in punta di piedi” perchè è antichissimo e il microfono non mente: chi ha talento ce la fa. Quindi ragazzi... forza e coraggio. Un saluto a VOCI.fm da Domitilla D'Amico.



    DOMITILLA D'AMICO: CENNI BIOGRAFICI
    Classe 1982, Domitilla D'Amico è una delle più talentuose doppiatrici della nuova generazione. Bravissima attrice, ha esordito nel mondo del doppiaggio a soli 8 anni per prestare la voce a due personaggi del film “La voce della luna” diretto da Federico Fellini. É nota per aver doppiato Mena Suvari in American Beauty; Kirsten Dunst nella saga di Spider-Man di Sam Raimi, Wimbledon, Elizabethtown, Marie Antoinette; Eva Green in The Dreamers di Bernardo Bertolucci; Parminder Nagra nel ruolo di Jasminder Bhamra in Sognando Beckham. Tra le altre attrici a cui ha prestato la voce: Scarlett Johansson, Emma Stone, Anna Paquin, Ashley Johnson, Alison Lohman, Rebecka Liljeberg, Tina Majorino, Sarah Michelle Gellar nel ruolo di Daphne Blake nei due film sul personaggio di Scooby-Doo, Brittany Murphy ne I marciapiedi di New York di Edward Burns e in Sin City di Robert Rodriguez, Natalia Tena nella saga di Harry Potter. Ha inoltre doppiato personaggi di rilievo nei film: La Rosa Bianca - Sophie Scholl, The Libertine, Juno, Lady Vendetta, Four Rooms, What Women Want, Donnie Darko, The Exorcism of Emily Rose, Jumanji, 28 giorni dopo e Blow. Per l'animazione ha lavorato, tra gli altri, in La gabbianella e il gatto, Chicken Little - Amici per le penne, Ratatouille. Tra gli anime giapponesi ha dato la voce a Yukari in Paradise Kiss, Kiki (e Ursula) nell'edizione italiana del 2002 di Kiki consegne a domicilio, a Lettie ne Il castello errante di Howl, entrambi del maestro Hayao Miyazaki, e a Kallen Kozuki in Code Geass: Lelouch of the Rebellion.
     

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  • E’ ormai noto al grande pubblico che la voce di Giancarlo Giannini sia diventata quella “ufficiale” e la più riconoscibile di Al Pacino in Italia. Due nomi, due realtà diverse, due scuole di pensiero diverse, ma col fine ultimo di emozionare chi guarda e chi ascolta. 

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta lo speaker Mirko Ferramola  

    Recitazione e doppiaggio è una dicotomia che assilla tutti i professionisti ma soprattutto gli amatori del mondo della voce, che impazziscono quando ascoltano un determinato doppiatore che si sovrappone all’attore originale; ma dobbiamo fare attenzione a non confondere mai le due arti.

    L’una non esclude l’altra quando si tratta di rendere comunicabile e ricettivo un determinato prodotto cinematografico per il pubblico del proprio Paese, in particolare per l’Italia; infatti noi italiani siamo i primi fruitori dell’arte del doppiaggio e siamo grati a questi geni che stanno per ore chiusi in sala di registrazione a incidere anelli su anelli, per far sì che noi possiamo capire il film senza sfociare nello strabismo acuto leggendo i sottotitoli.

    Al contrario, In Europa e soprattutto in America il pubblico è abituato a vedere i film in lingua originale, cosa che invito a fare a chi vuole apprezzare al meglio un determinato attore; se è bravo. Da qui svelato il motivo per cui l’Italia è il capostipite del doppiaggio e ne detetiene da sempre la leadership su scala mondiale; sia per consumatori sia per la bravura degli addetti ai lavori. E sebbene attore e doppiatore diventino la stessa cosa quando si tratta di tradurre per i poveri mortali un film d’oltralpe, per noi studiosi e appassionati di voce è doveroso fare una netta distinzione; spieghiamo perché. 

    Parlando di Al Pacino, assistiamo ad un esempio di massima espressione artistica; il suo magistrale modo di recitare è unico come unici sono tutti gi attori della sua generazione e la sua vocalità inconfondibile, trasmette tutte le sue passioni. Con Giancarlo Giannini invece, siamo spettatori del trionfo della parola che nel suo caso, ha la stessa funzione che hanno le note musicali per un pianista. E la voce ne è lo strumento. Non si tratta qui di capire se sia meglio l’uno o l’altro; non è in discussione la capacità attoriale dei due artisti che appartengono a due metodi e soprattuto a due lingue diverse.



    Qui si tratta di mettere a confronto due mestieri diversi. Nel celeberrimo monologo di Shylok de “Il Mercante di Venezia”, che a mio avviso è una delle più grandi interpretazioni di Al Pacino nonché una delle maggioni lezioni di doppiaggio di Giannini, si è spettatori di una vera e propria danza della parola italiana in cui il doppiatore riesce magistralmente a trasmettere tutte le emozioni del personaggio e regala ai nostri orecchi un concerto di emozioni.

    Le parole di Shakespeare vengono masticate, ognuna ha una sua forma e si fondono nella voce sublime di Giannini. Se lo ascoltiamo nella lingua in cui fu scritto dalla penna dell’autore, accade la stessa cosa ma con una sottile differenza dalla quale si intuisce anche il limite naturale e legittimo che ha il doppiaggio nei confronti dell’originale di qualità. Di Pacino, si può apprezzare la così detta “sfumatura”; è quel tocco inconfondibile e unico che ha l’attore il quale, vivendo in tutta la sua interezza i sentimenti del personaggio riesce a dare alla voce quelle intonazioni che arrivano a toccare la massima sensibilità artistica e a far vibrare le corde dello spettatore.

    Ebbene, tutto ciò andrebbe perso se ascoltassimo lo stesso testo in versione doppiata, che regala pur sempre emozioni. Questo è una fatto naturale imprescindibile, che non si può modificare e che un professionista deve sempre tener presente; ma sorge una contraddizione. Spesso ci si riduce quasi ad essere “schiavi” del doppiaggio; ma lo stesso film non verrebbe compreso e probabilmente non verrebbe neanche venduto se non venisse decodificato nella nostra lingua d’origine.

    Per questo il lavoro del doppiatore deve essere talmente abile e minuzioso, tale da non tralasciare nulla. Perché è sua la responsabilità di ridare al pubblico le stesse emozioni che sta dando l’attore legittimo. E’ l’ultimo ad avere e a ridare la parola al personaggio. E per quanto bravo sia l’attore d’origine, per una questione culturale e linguistica, il pubblico non potrà mai apprezzarlo fino in fondo, dal momento che a ogni spettatore serve la propria lingua per poter comprendere a fondo cosa stia succedendo in scena. Per questo esiste il doppiaggio; per creare quel “ponte” semantico indispensabile tra due lingue diverse.

    Quello che deve interessare a chi presta la propria voce al personaggio, è avere sempre chiaro che il compito del doppiatore non è quello di sostituirsi all’attore che recita, dal momento che è cosa impossibile come appena dimostrato, bensì è quello di rendere assoluto e importante il proprio mestiere; quello di essere artigianidella parola.

    Così facendo, daremo modo non solo al pubblico di poter assistere a uno spettacolo magico che vede in azione il suo attore e doppiatore preferiti, dando loro modo anche di scegliere a proprio gusto qual è la versione che preferiscono; ma contribuiremo ad esaltare la nostra lingua che tutti ci invidiano, diventandone dei veri e propri ambasciatori. 

    Articolo a cura di Mirko Ferramola

  • Chi non conosce (e non ama) Julia Roberts? Più che mai in casi come questo possiamo condividere il successo dell’attrice con la sua voce italiana: Cristina Boraschi, che ha doppiato la Roberts in tutti i film diventati veri e propri cult, a partire dall’indimenticabile “Pretty Woman”. Il nostro blogger Alessandro Delfino ci racconta questo meraviglioso binomio.

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    Ci sono tanti attori americani entrati nel cuore di noi italiani, ma forse una delle attrici più amate è sicuramente la “Pretty Woman” del cinema: Julia Roberts.

    E’ proprio ilfilm romantico del 1990 assieme aRichard Gere che lancia la Roberts nell’Olimpo hollywoodiano, dapprima come interprete dicommedie romantiche, in seguitoattrice drammatica vincitrice di unOscar ("Erin Brokovich"), senza sdegnare ruoli inthriller come “Linea mortale”, “Il rapporto Pelican” e “Ipotesi di complotto”.

    In Italia la ascoltiamo con la voce inconfondibile di Cristina Boraschi, attrice doppiatrice, voce oltre che della Roberts anche di tante altre attrici importanti come Sandra Bullock, Meg Ryan, Ashley Judd, Salma Hayek e altre.

    Ma è soprattutto con Julia Roberts che la carriera della doppiatrice decolla e nasce un legame voce-volto che la accompagnerà per tutta la sua carriera: “Hook Capitan Uncino”, “Qualcosa di cui sparlare”, ”Erin Brokovich”, “Il matrimonio del mio migliore amico”, “Ocean’s Eleven” e tanti altri.

    La voce dolce, ma forte e un pò nasale della Roberts somiglia molto al timbro particolare e incisivo della Boraschi: l’incastro risulta così perfetto, che nonostante le tante attrici doppiate, il pubblico la ricorda e continuerà a ricordarla come voce della dolce e vivace prostituta Vivian che ha rubato il cuore al “principe” milionario Edward Lewis, oppure la dispettosa ma romantica Trilly nel film “Hook Capitan Uncino” o ancora l’amica innamorata Julianne Potter in “Il matrimonio del mio migliore amico”. Ruoli spesso diversi che Cristina Boraschi è riuscita a seguire con facilità… perché quando un attore è bravo è più facile seguirlo.

    Dal 1990 ad oggi Julia Roberts è cresciuta recitando ruoli maturi e di madre forte e coraggiosa, seguita sempre dalla voce di Cristina che oggi si è abbassata e adeguata al volto segnato, ma sempre bello, dell’attrice americana.

    E noi speriamo di continuare a vedere ancora tanti suoi film e di sentirli con la sua voce italiana."!

    Articolo a cura di Alessandro Delfino



    CRISTINA BORASCHI: CENNI BIOGRAFICI

    Nata a Milano il 28 marzo 1955, Cristina Boraschi si dedica dal 1985 alla radio e al doppiaggio. E' a tutti gli effetti riconosciuta come voce italiana di Julia Roberts, nonostante abbia doppiato attrici di altrettanta grandezza come: Sandra Bullock, Geena Davis, Julianne Moore, Ashley Judd, Sarah Jessica Parker, Carol Alt e la famosissima Meg Ryan. E' stata socia della C.D.C./SEFIT-CDC, dove ha lavorato come dialoghista e direttrice di doppiaggio. Numerosi i riconoscimenti, come l'Anello d'Oro al Festival "Voci nell'ombra" 2004, il Nastro d'Argento 2005 e la XIV Targa "Gualtiero De Angelis" al Festival "Voci" 2010. Nel 2016 riceve anche una menzione speciale al Festival "Leggio d'Oro". Per alcuni anni è stata impegnata come aiuto-regista in teatro con Gigi Proietti, Ennio Coltorti e Piero Maccarinelli.

  • Inauguriamo una nuova videorubrica dedicata al doppiaggio. Il blogger di VOCI.fm Alessandro Delfino ci svelerà alcuni trucchi e le difficoltà di questo affascinante mestiere. Si parte ovviamente parlando delle origini del doppiaggio. Buona visione.

  • Tra le grandi star di Hollywood, Leonardo Di Caprio è senz'altro uno degli attori più amati, soprattutto in Italia. Il merito va anche al suo doppiatore "ufficiale", dai primi anni '90: Francesco Pezzulli, una voce che assolutamente gli calza a pennello! Ce ne parla il nostro blogger (e vero esperto di cinema!) Alessandro Delfino.

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    Ammettiamolo, chi di noi non ha imparato ad amare Leonardo Di Caprio? Sin dal suo primo film di successo, "Titanic" del 1997 (dove con il personaggio di Jack Dawson ha conquistato il cuore di milioni di ragazzine), l’attore è cresciuto finendo a lavorare con i più grandi giganti del cinema moderno mondiale: Quentin Tarantino, Ridley Scott, Christopher Nolan, Steven Spielberg, James Cameron, ma soprattutto Martin Scorsese, che ha reso Di Caprio il suo novo attore feticcio dopo la storica collaborazione con Robert De Niro (che spesso non ha esitato a definirlo il suo erede artistico).

    Ma se in Italia abbiamo imparato ad apprezzare questo grande attore il merito è della sua voce italiana: Francesco Pezzulli.

    Francesco doppia per la prima volta il giovane attore nella sitcom degli anni '90 "Genitori in Blue-Jeans" e, dopo tre anni, Di Caprio ottiene i suoi primi due ruoli importanti al cinema: "Buon compleanno Mr Grape" da un lato e "Voglia di ricominciare", in coppia proprio con Robert De Niro; ma qui a doppiare la star non è ancora Pezzulli, bensì i bravi Corrado Conforti e Alessandro Tiberi.

    Bisogna aspettare il 1996 quando il famoso attore, doppiatore e direttore di doppiaggioTonino Accolla sceglie di nuovo Francesco Pezzulli per doppiare Leonardo Di Caprio nella trasposizione moderna diShakespeare "Romeo+Giulietta" diBaz Luhrmann; nella seconda volta, "Di Caprio" Francesco Pezzulli deve doppiarlo in versi e non è affatto facile, ma grazie anche all’ottima direzione di Accolla la prova finale è di grande livello.



    L’anno dopo infatti lo stesso Tonino Accolla sceglie di nuovo Pezzulli per doppiare Di Caprio nel film che non solo sarebbe diventato campione d’incasso dell’anno, ma sarebbe rimasto il film con incassi maggiore nella storia del cinema per molto tempo: Titanic.

    In questo film, Di Caprio, attore eclettico, interpreta un giovane romantico e idealista che riesce a commuovere e lanciarlo definitivamente nell’Olimpo delle Star; e da quel momento Pezzulli diventa il suo alfiere.

    Nella storia del doppiaggio parecchi abbinamenti sono nati per caso, quando entrambi gli attori erano agli inizi, e sono cresciuti assieme nell’arco della loro carriera: Sean Connery e Pino Locchi, Meryl Streep e Maria Pia Di Meo, Woody Allen e Oreste Lionello, Dustin Hoffman e Ferruccio Amendola, Robert Redford e Cesare Barbetti, Marlon Brando e Giuseppe Rinaldi, Eddie Murphy e Tonino Accola, Denzel Washington e Francesco Pannofino e tanti altri.

    Oggi difficilmente un attore riesce a conservare la stessa voce per ogni film per svariati motivi, ma Leonardo Di Caprio e Francesco Pezzulli restano ancora un esempio di un perfetto incastro tra occhi, voce e anima..

    Articolo a cura di Alessandro Delfino

  • Giancarlo Giannini e Adriano Giannini, padre e figlio uniti da due grandi talenti: recitazione e doppiaggio. Ma non solo! Entrambi hanno dato voce a “Joker”, riuscendo a caratterizzare in modo diverso e inconfondibile questo particolare personaggio. Scopriamone di più nel dossier di Alessandro Delfino, dedicato proprio alla famiglia Giannini.

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    Nel mondo dello spettacolo, di frequente assistiamo al cambio generazionale: i figli spesso seguono le orme del padre.

    Pensiamo ai De Sica, ai Tognazzi, ai Vanzina, ai Gassman. E nel doppiaggio alle famiglie Izzo, Ward, De Angelis e tante altre.

    Ma mai un padre e un figlio sono riusciti a riunire insieme le due arti del cinemae del doppiaggio così bene come Giancarlo e Adriano Giannini.

    Il padre Giancarlo, come ben sappiamo, è uno dei più grandi attori del nostro cinema, mattatore di commedie come “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” o “Mimì Metallurgico ferito nell’onore”, ma anche di film più drammatici come “Pasqualino Sette bellezze”; Giancarlo Giannini ha attraversato il periodo più florido del nostro cinema dimostrando un istrionismo e un camaleontismo che pochi hanno saputo dare, grazie anche alla maestria dei nostri registi, in particolare Lina Wertmuller che dirige l’attore nei sui film più memorabili.

    Ma Giancarlo si cimenta anche nel doppiaggio e lo fa  in maniera superlativa: in poco tempo diventa la voce ufficiale di Al Pacino (in film come “Quel pomeriggio di un giorno da cani”, “Carlito’s Way”, “Scent of a Woman”, “L’avvocato del diavolo”, “Ogni maledetta domenica” e tanti altri) e doppia un sacco di attori importanti in film altrettanto cult (Jack Nicholson in “Shining”, “Batman”, “The Departed”, Michael Douglas nei due “Wall Street”, “Gerard Depardieu”, “Jeremy Irons” e tanti altri).



    Il figlio Adriano comincia come operatore, quindi dietro lo schermo, ma impara presto l’arte di famiglia (anche la madre Livia Giampalmo è attrice e doppiatrice) e riesce ad imporsi nell’attuale panorama cinematografico italiano.

    Raccoglie l’eredità del padre in due occasioni: al cinema con il remake di “Travolti da un insolito destino”, dove recita con la popstar Madonna, ma soprattutto nel doppiaggio: sua è infatti la voce del Joker di Heath Ledger nel film “Il cavaliere oscuro” di Christopher Nolan, lo stesso personaggio interpretato da Nicholson vent’anni prima in “Batman” di Burton e doppiato da Giannini padre.

    Adriano tuttora ha una bella carriera nel doppiaggio, dando voce oltre che ad Heath Ledger, anche ad attori come Ryan Reynolds, Christian Bale (nel film premio Oscar “The fighter” e in “Exodus”), Joaquin Phoenix, Brad Pitt, Eric Bana, James Franco, Tom Hardy, Matthew Mccounaghey e tanti altri.

    Le generazioni cambiano, ma la magia delle voci resta.

    Le voci più belle di Giancarlo e Adriano Giannini

    1. Giancarlo Giannini - Gennarino Carunchio in “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”
    2. Adriano Giannini - Giuseppe Cuccurullo Esposito in “Travolti dal destino”
    3. Giancarlo Giannini - Giovanni Grazioli in “Per sempre”
    4. Adriano Giannini - Ossobuco in “Nero bifamiliare”
    5. Giancarlo Giannini - Al Pacino in “Quel pomeriggio di un giorno da cani”
    6. Adriano Giannini - Heath Ledger in “Paradiso+Inferno”
    7. Giancarlo Giannini - Jack Nicholson in “Shining”
    8. Adriano Giannini - Christian Bale in “The Fighter”
    9. Giancarlo Giannini - Michael Douglas in “Wall Street”
    10. Adriano Giannini - Joaquin Phoenix in “The Master”
    11. Giancarlo Giannini - Al Pacino in “Carlito’s Way“
    12. Adriano Giannini - Tom Hardy in “Lawless”
    13. Giancarlo Giannini - Al Pacino in “Heat - la sfida”
    14. Adriano Giannini - Matthew Mccounaghey in “True Detective”
    15. Giancarlo Giannini - Al Pacino in “L’avvocato del diavolo”
    16. Adriano Giannini - Ryan Reynolds in “Certamente forse”
    17. Giancarlo Giannini - Jack Nicholson in “The Departed”
    18. Adriano Giannini - Corey Stoll in “Midnight in Paris”
    19. Giancarlo Giannini - Jack Nichols in “Batman”
    20. Adriano Giannini - Heath Ledger in “Il cavaliere oscuro”

    Articolo a cura di Alessandro Delfino

  • Oggi, andremo a trattare un altro argomento interessante per quanto riguarda il mondo del doppiaggio, ossia il copione. Questo è fondamentale, perché riporta in maniera adattata quello che andremo a dire. Se non eseguito bene, si rischia di essere troppo lunghi o troppo corti nelle frasi. 

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    Il compito di una perfetta esecuzione di un copione è affidato agli adattori/dialoghisti. Parleremo magari meglio di queste figure professionali nei prossimi articoli del blog. Oggi focalizzeremo prettamente la nostra attenzione sugli elementi che compongono un copione.

    IL COPIONE DEL DOPPIATORE

    Nel professionismo, la modalità di stesura dei testi prevede che ogni pagina debba contenere dalle 18 alle 20 righe e deve essere numerata; ogni riga deve comprendere un massimo di 50 battute dattiloscritte con esclusione del nome del personaggio, compresi gli spazi, la punteggiatura e le indicazioni tecniche e didascaliche. Vi troverete delle abbreviazioni che aiuteranno il doppiatore a capire meglio come iniziare e terminare il periodo recitato.

    Queste sono sempre chiuse tra parentesi, sono separate da uno spazio e dalle parole del testo. Sono sempre in maiuscolo, per differenziarsi in modo evidente dal resto del testo, tranne le abbreviazioni “in” che sta per “inizia” e “fin” che sta per “finisce”, (Ant.) che sta per “anticipato” e (Orig) che sta come per “originale”, mentre i segni di interpunzione sono come normalmente utilizzati nell’editoria, ma con una funzione diversa che specificherò più avanti.

    Le principali abbreviazioni tecniche ufficiali che troverete sui copioni.

    - Iniziamo con (FC) e (IC), che si usano quando il personaggio che parla si trova “fuori” e “in campo” dall’inquadratura visiva della macchina da presa.

    - Proseguiamo con (SOVR) che ci segnala quando il personaggio sta parlando contemporaneamente a quello che lo precede, oppure che lo interrompe.

    - (RIS.) invece è l’abbreviazione di una “risatina”.

    - (DS) si usa quando il personaggio è di spalle per cui le labbra non sono visibili.

    (SM) indica “sul muto”, ossia una battuta inesistente nel sonoro originale.

    - (RIDE) te lo devo spiegare?

    - (FIATO) segnala ogni emissione forzata di fiato (VERSO) e si usa ad indicare ogni altro tipo di verso umano, come un colpo di tosse, un bacio, un lamento, un sospiro o un pianto.

    In aggiunta a questi, ci sono le sbarrette, oppure se preferite le slashes, che indicano una breve sospensione interna alla battuta. Una sbarretta / sta ad intendere una pausa tra due battute. Due sbarrette // segnalano invece che c’è un cambio di scena tra due battute dello stesso personaggio, ovvero una pausa più lunga.



    Il Timecode nel copione del doppiatore

    Altra cosa che troverete sul copione è il “Timecode”. Questo, da come avrete intuito, è il codice che indica il tempo e che troveremo sia sul video da doppiare che sul nostro copione e che ci aiuta quando il personaggio inizia a parlare. Il “Timecode” (TC), lo troveremo sempre all’inizio di ogni scena per la prima battuta di ogni personaggio.

    Se ci dovessero essere presenti dei brusii (come ad esempio persone che parlano o che urlano in sottofondo), lo troveremo anche alla fine, per indicare quando questi terminano. Di norma, se una scena dovesse presentarsi molto lunga verrà posizionato un TC di riferimento per ogni pagina, in modo da aiutare il fonico ed il direttore del doppiaggio a trovare il punto in cui far ripartire la scena.

    Vi ho parlato all’inizio dei segni di interpunzione e della loro concezione leggermente diversa rispetto a come li usiamo nella semplice lettura di un testo. Infatti, questi suggeriscono all’attore, più che una semplice pausa, le “chiusure delle battute” ovvero, attraverso la propria recitazione, la chiusura dell’espressione di un concetto, con l’inizio di un altro; ma questa è un’altra storia.

    Articolo a cura di Antonio Amoruso

  • Quante volte avete riconosciuto un attore semplicemente ascoltandone la voce? Merito del “Voce-Volto”, un doppio termine che nel doppiaggio assume un solo significato: il momento in cui un timbro vocale finisce con l'incollarsi perfettamente sul volto di un attore. Scopriamo insieme molte curiosità in merito a questo importante legame. 

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    Pensiamo ad Oreste Lionello e Woody Allen, Ferruccio Amendola con Robert De Niro, Tonino Accolla con Eddie Murphy, Giuseppe Rinaldi con Marlon Brando e così via. Sono alcuni dei più noti esempi di legame “voce-volto” del cinema italiano. Spesso queste scelte che poi si rivelano continuative nel tempo si rivelano inizialmente casuali: un direttore di doppiaggio che lavorava in una determinata società sceglieva su di un attore la voce di un doppiatore che era ai tempi socio del direttore. Infatti quando capitava ad esempio che un film con Robert De Niro (che venivano affidati spesso alla CDC-Sefit Group) capitava in un’altra società la voce cambiava (come ad esempio nei film "Angel Heart" diretto da Renato Izzo per la società Gruppo Trenta-Pumaisdue dove De Niro ha la voce di Paolo Poiret; oppure "Paradiso perduto", diretto da Renzo Stacchi per la società Angriservices dove lo stesso Stacchi doppia il celebre attore).

    Col tempo le società sono aumentate, come i doppiatori liberi e spesso oggi può succedere che un attore venga doppiato da diverse voci ricorrenti: ad esempio Edward Norton, spesso doppiato da due doppiatori completamente diversi tra di loro, Massimiliano Manfredi e Massimo De Ambrosis, eppure perfettamente calzanti entrambi sull’attore. O Matt Damon doppiato da tante voci, in particolare da Francesco Bulckaen, Massimiliano Manfredi e Riccardo Rossi; o ancora Ben Affleck, doppiato spesso dai due cugini doppiatori Fabio Boccanera e Riccardo Rossi, che a loro volta hanno doppiato entrambi Johnny Depp e così via. Può capitare anche che un attore doppiato solitamente da una voce fissa o ricorrente in un determinato film possa interpretare un ruolo diverso dal solito e quindi si debba ricorrere ad un altro doppiatore; come Anthony Hopkins, doppiato di solito da Dario Penne, nel film "Hitckock", dove interpreta il celebre regista ricorrendo ad una forte trasformazione fisica, viene doppiato da Gigi Proietti. Oppure Tom Hanks, solitamente doppiato da Roberto Chevalier negli anni novanta, in "Forrest Gump" il suo biascicare viene reso in italiano da Francesco Pannofino.



    Ci sono addirittura attori talmente eclettici che, cambiando di volta in volta nei loro film non hanno mai goduto di una voce fissa e oggi le giovani generazioni di attori cambiano spesso voce di film in film, forse anche per una mancanza di ricambio che purtroppo penalizza un po’ il doppiaggio odierno.

    Oggi più che l’attore spesso si tenta di preservare la stessa voce di un personaggio di una serie tv di successo o di saghe di film al cinema, tanto che non sempre si mantiene la stessa voce anche in altri prodotti al di fuori del contesto. Ad esempio, Robert Downey Jr., doppiato all’inizio della sua carriera spesso da Sandro Acerbo, dopo il successo di "Iron Man" ha la voce di Angelo Maggi in tutti i film Marvel, ma in altri film si divide l’attore con Luca Ward.

    E’ successo anche in passato che cambiassero più volte la voce di un personaggio della stessa saga; ad esempio il celebre personaggio degli anni settanta Harry Callaghan interpretato da Clint Eastwood in cinque film ha avuto quattro voci diverse: Nando Gazzolo nel primo, Giuseppe Rinaldi nel secondo, Michele Kalamera (diventato in seguito voce ufficiale dell’attore) nel terzo e quarto, Dario Penne nel quinto e ultimo film. Oppure Bruce Willis nella saga di "Die Hard" nei primi tre film è doppiato rispettivamente da Roberto Pedicini, Oreste Rizzini e Claudio Sorrentino; quest’ultimo poi lo doppia continuamente nei film successivi.

    Il voce-volto non è passato sempre inosservato: a volte un doppiatore è stato scelto dallo stesso attore tramite i provini; qualche volta voce e volto si sono incontrati e qualche altra volta gli attori stranieri hanno reso omaggio al loro doppiatore dopo la sua morte.

    Ma vogliamo ricordare un momento importante nel 1991 quando, durante l’edizione dei Telegatti, una grande voce incontra il suo grande attore. Godetevi questo breve video. 

    Articolo a cura di Alessandro Delfino

  • Ecco pronto per voi un altro grande speciale del #sitodellevoci curato dal nostro Alessandro Delfino. Tanti sono gli abbinamenti che il voce-volto ha regalato al mondo del doppiaggio. Alessandro questa volta prende in considerazione quello tra la voce Stefano Crescentini e il volto Jake Gyllenhaal partendo dal 2001, dal film "Donnie Darko".


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    Il voce-volto ha regalato numerosi abbinamenti nella storia del doppiaggio: sapevate però che non solo nascevano per caso, ma in concomitanza con il primo film importante dell’attore o attrice? Pensiamo a Pino Locchi e Sean Connery in “007”, Ferruccio Amendola e Robert De Niro in “Taxi Driver”, Roberto Chevalier e Tom Cruise in “Top Gun”, Cristina Boraschi e Julia Roberts in “Pretty Woman” e così via. E’ il caso della coppia di cui parleremo oggi, che dal 2001 ad oggi, ci ha regalato memorabili interpretazioni in film diventati con il tempo cult: la voce è quella di Stefano Crescentini, il volto... Jake Gyllenhaal.

    E' proprio con il film “Donnie Darko”, flop iniziale al cinema, ma diventato col tempo un cult generazionale, che Jake Gyllenhaal inizia la sua carriera: il personaggio introverso e inquietante di Donnie, riesce a catturare l’attenzione del pubblico e della critica lodando l’intensa interpretazione dell’allora giovane americano di origine svedese; in italiano spetta a Stefano Crescentini, anche lui giovane promessa del doppiaggio, ma con già alle spalle diverse interpretazioni importanti (tra cui quella di Christian Bale nel film di Spielberg “L’Impero del Sole”). Il doppiatore riesce, grazie alle sue corde morbide, a ridare follia e ambiguità in italiano allo studente Donnie, seguendo molto attentamente gli occhi di Gyllenhaal e il suo straniamento dalla realtà.



    Dopo il film la carriera di Gyllenhaal parte arrivando a recitare con mostri sacri come Dustin Hoffman e Susan Sarandon in “Moonlight Mile - Voglia di” e nel 2004 è nel catastrofico “The day after Tomorrow”. Ma è il 2005 che lo porta alla fama, con il film incentrato sull’amore omosessuale tra due cowboy “I segreti di Brokeback Mountain”, in coppia con Heath Ledger; il film si rivela un successo e porta Gyllenhaal a lavorare in disparati generi: dal drammatico “Brothers”, in coppia con Tobey Maguire e Natalie Portman, al thriller “Zodiac”, con Robert Downey Jr e Mark Ruffalo, all’avventuroso “Prince Of Persia”, tratto dall’omonimo videogioco. Le voci italiane in quel periodo si scambiano parecchio, da Alessandro Tiberi a Riccardo Rossi, da Fabrizio Vidale a Francesco Pezzulli, ma Stefano Crescentini continua a doppiarlo riuscendo a trovare la stabilità negli anni 2010, il periodo di maggior maturità di Gyllenhaal.

    E’ qui che il volto dell’attore, maturato e vissuto, riesce a dare vita a memorabili ed intense interpretazioni in film come: “Source Code”, “End of Watch”, “Lo sciacallo”, “Southpaw”, “Demolition”, “Animali Notturni”, “Life”, “Stronger” e ”I fratelli Sisters”; e la voce di Crescentini, meno morbida e più scura, riesce a legarsi in modo sublime agli occhi azzurri ed emozionali dell’attore americano. Nel luglio 2019 Jake ritorna ai blockbuster con il nuovo “Spider-Man Far From Home”, interpretando il misterioso personaggio proveniente da un’altra dimensione, Mysterio, giunto nella nostra per avvertire Spider-Man di una nuova minaccia. Naturalmente la voce italiana è sempre quella che lo accompagna da tanti anni e ci auguriamo lo accompagnerà ancora: Stefano Crescentini.

    Articolo a cura di Alessandro Delfino

  • Nel doppiaggio contemporaneo, uno dei legami più forti tra “voce” e “volto” è senz'altro quello tra l'attrice Meryl Streep e la bravissima doppiatrice Maria Pia Di Meo, che la segue dal lontano 1978. Scopriamo tutto in questo dossier realizzato da Alessandro Delfino per il #sitodellevoci.


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    1978: dopo la nascita di mostri sacri come Woody Allen, Martin Scorsese, Steven Spielberg e Francis Ford Coppola in regia e di attori come Al Pacino, Dustin Hoffman, Robert De Niro e Jack Nicholson si fa notare un’attrice, anche lei non considerata proprio bella, ma parecchio talentuosa. Il suo nome? Meryl Streep.

    Non è un caso che decidano di affidare questa straordinaria interprete a Maria Pia Di Meo(Roma, 23 Settembre 1939), già voce da vent’anni di attrici come Audrey Hepburn, Julie Andrews, Jane Fonda, Barbra Streisand, Cher e Shirley MacLaine, il talento giovane della società CDC (Cooperativa Doppiatori Cinematografici) di Roma, cresciuta a fianco dei veri maestri dell'epoca, come l'"immensa" Lydia Simoneschi.

    Il film in questione è “Il cacciatore” di Michael Cimino, dove la giovane Meryl Streep si confronta con il già affermato Robert De Niro e non sfigura per nulla, anzi, la sua naturalezza e intensità riesce non solo a rendere memorabile il personaggio della giovane Linda, ma anche a lanciare la Streep nel firmamento della nuova Hollywood.



    In italiano abbiamo la possibilità di ascoltare un bellissimo duetto tra Ferruccio Amendola (voce di Robert De Niro) e Maria Pia Di Meo (voce di Meryl Streep); un incontro tra le due attrici che non solo sarà indissolubile (salvo qualche eccezione), ma legherà per sempre nell’immaginario del pubblico Maria Pia Di Meo a Meryl Streep, che la accompagnerà per tutta la sua carriera fino ad oggi.

    Titoli come “Kramer contro Kramer” (dove la Streep vince il suo primo premio Oscar), “La mia Africa”, “La morte ti fa bella”, “Innamorarsi” (dove possiamo risentire la coppia Robert De Niro - Ferruccio Amendola e Meryl Streep - Maria Pia Di Meo), “I ponti di Madison County”, “Il Diavolo veste Prada”, “The Iron Lady” (dove la Streep vince il suo terzo premio Oscar) fino all’ultimo film “The Post” diretto da Steven Spielberg e interpretato insieme a Tom Hanks (doppiato da Angelo Maggi). 

    Nella lunga carriera di Meryl Streep, parecchie bravissime doppiatrici hanno prestato la voce: Rossella Izzo, Ada Maria Serra Zanetti, Ludovica Modugno, Cristina Boraschi, Laura Boccanera, Lisa Mazzotti, Alba Cardilli, Eva Ricca, Anna Cesarenie tante altre, ma Maria Pia Di Meo è riuscita col tempo e grazie alla sua morbida e intensa voce, molto simile all’originale, a legarsi per sempre non solo al volto, ma anche all’anima della grandissima star.

    E noi, pubblico, non possiamo fare altro che chiudere gli occhi, ascoltare ed emozionarci.

    Articolo a cura di Alessandro Delfino

    (foto della doppiatrice a cura di Maurizio Pittiglio per VIX-VOCAL)

  • Da qualche tempo,  si sta sviluppando un fenomeno, che sicuramente può essere una valvola di sfogo per molti appassionati del mondo delle voci. Un modo per allenarsi, per aspiranti doppiatori, che può venire in aiuto e talvolta permette anche di scovare dei “diamanti grezzi”. Di cosa parlo? Ma del Fandub naturalmente!! 

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    COS'E' IL FANDUB?

    Il Fandub è un termine dato ad un film o ad uno show televisivo straniero, che è stato doppiato in lingua locale da dilettanti o semplici appassionati. Grazie alle nuove tecnologie, ai programmi di editing alla portata di tutti, ai social ed ai siti come youtube, molti ragazzi si stanno mettendo alla luce. Alcuni di questi hanno anche ricevuto delle opportunità di lavoro. Si, avete capito bene!

    Ultimamente la crisi del doppiaggio ha fatto si che molte produzioni low-cost venissero rifiutate dai principali studi di doppiaggio aprendo la strada lavorativa a piccole realtà che si vanno a “fornire di voci” (passatemi il termine) andandole a pescare tra le migliori del Web, magari tra quei ragazzi che avendo finito un corso di doppiaggio e dimostrando talento non sono riusciti a trovare l’ opportunità lavorativa. Il Fandub svolto a dovere è un ottimo metodo di allenamento, sicuramente non può mai sostituire un’esperienza in sala con la presenza di un direttore, di un assistente e quant’altro, ma è un buon inizio.

    Ultimamente, sul web, si stanno formando delle vere e proprie squadre di fandubber, ragazzi giovani che, attraverso siti dedicati, forum o altri strumenti, si organizzano in gruppi e realizzano doppiaggi di film, episodi di serie-tv o anime inediti in Italia. Una vera e propria ciurma pronta a divertirsi, imparare ma soprattutto mettersi in mostra. Riescono ad organizzarsi proprio come dei veri professionisti dividendosi i ruoli a dovere.



    Per cui troveremo i dubber che sono quelli che doppiano all'interno dei Fandub, i quali non disponendo di uno studio di registrazione si arrangiano con un microfono per computer e vari programmi di editing audio e video. I mixatori ovvero le persone incaricate al mixaggio audio, spesso anche creatori della colonna internazionale che per intenderci è composta dalle musiche e i rumori di fondo. Gli adattatori/dialoghisti, ossia le persone addette alla stesura del copione e che devono adattare le battute alla lunghezza delle varie scene soprattutto in funzione del labiale; e talvolta troviamo anche i singer, quelli preposti al canto, magari delle sigle del proprio Fandub.

    Certo, svolgendo questa attività, bisogna spesso fare i conti con il copyright, ovvero la violazione dei diritti d’autore, ma questi ultimi non si intendono violati se non recano danno economico e d’immagine ai legittimi proprietari del prodotto. E comunque è sempre buona cosa specificare che il lavoro ha origini amatoriali ed è solo frutto di passione.

    Allora, cosa aspetti? Dai sfogo alla tua passione e prova l’emozione di dar voce a qualche personaggio, sia esso di una serie-tv o anime; magari ti scopri un diamante grezzo, oppure... che la tua è solo semplice passione!

    Articolo a cura di Antonio Amoruso

  • L’importanza del doppiaggio ancora oggi è sottolineata dalla sua diffusione in tanti paesi europei (Francia, Spagna, Germania) e se il cinema oggi ci emoziona sempre possiamo anche ringraziare quelle voci avvolte nell’ombra, in una sala oscura, a sussurrare al microfono… “ Ok..incidiamo!”

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    “Aspettate un momento, aspettate un momento, non avete sentito ancora niente!”. Queste parole forse non vi diranno granché, eppure hanno un’importanza storica; furono le prime battute in assoluto incise al cinema. Era il 1927 e con “Il cantante di Jazz” di Alan Crosland iniziò l’era del cinema “sonoro” e niente fu più come prima. Anche grandi attori come Charlie Chaplin (assoluta star del muto) dovettero adeguarsi alla novità del momento.

    LA NASCITA DELLA TECNICA DEL DOPPIAGGIO 
    Ma veniamo all'Italia, dove il discorso era ben più complesso: si parla di anni '30 e di un tasso di analfabetismo davvero molto alto con molte produzioni straniere che cercano di trovare il modo efficace per importare i loro prodotti anche nel nostro Bel Paese.

    Attori dell’epoca come Stan Laurel e Oliver Hardy (conosciuti da noi come Stanlio e Ollio) sono obbligati a girare più volte la pellicola recitando in diverse lingue (tra cui l’italiano) aiutati da attori italo-americani. Purtroppo questo metodo non ha vita lunga se non il merito di dare l’idea ai futuri attori Alberto Sordi e Mauro Zambuto di doppiare Stanlio e Ollio in italiano con quell’accento british che tanto ha fatto ridere il nostro pubblico. Nasce così la tecnica del doppiaggio, ovvero la sovrapposizione della voce di un attore (italiana nel nostro caso) con il corpo e la mimica facciale di un altro attore straniero.

    La sincronizzazione è perfetta, il trucco cinematografico funziona e permette al pubblico italiano di provare le stesse emozioni del pubblico della pellicola originaria. Ecco così che Charlie Chaplin ha la voce di Oreste Lionello nel bellissimo monologo finale del film “Il grande dittatore”, John Wayne trova in Emilio Cigoli la voce ideale del Cowboy eroico e solitario, Ingrid Begman è dotata di una fragilità e drammaticità intensa grazie a Lidia Simoneschi. Il pubblico si affeziona ed ecco che si crea il voce-volto, idoppiatori diventano “attori nell’ombra”; gli spettatori credono che Cary Grant parli in italiano con quellavoce (Gualtiero De Angelis) e il cinema straniero (soprattutto americano) crea lo Star System, la febbre da Star. Ma anche il nostro cinema è drogato didoppiaggio: lapresa diretta ancora non esiste, tutta lacolonna audio viene ricreata in studio (i cosiddetti rumoristi) e spesso molte star italiane dell’epoca vengono doppiate.



    Tutti i registi italiani usufruisco del doppiaggio, ma lo criticano pesantemente

    Ecco così che Sophia Loren nei film di produzione estera viene doppiata da Rita Savagnone (voce anche di Claudia Cardinale e tante altre), Marcello Mastroianni viene doppiato da Alberto Sordi all’inizio della sua carriera, Bud Spencer, Terence Hill, Giuliano Gemma e molti attori dei film di genere degli anni sessanta e settanta (creati dalle nostre produzioni per vendere all’estero) vengono doppiati da attori del calibro di Pino Locchi (Sean Connery) e Glauco Onorato (Charles Bronson). Tutti i più grandiregisti italiani usufruiscono deldoppiaggio e continuano ad usufruirne, ma spesso non ne parlano, anzi lo criticano pesantemente.

    Registi internazionali invece del calibro di Stanley Kubrick, Woody Allen e Mel Gibson riconoscono il valore di quest’arte spesso ammettendo la superiorità della loro opera originaria (Kubrick mandò una lettera di complimenti a Mario Maldesi per la direzione del doppiaggio di Full Metal Jacket, Allen dichiarò che il suo doppiaggio in italiano da parte di Oreste Lionello lo rese un attore più bravo, mentre Gibson fece i complimenti a Claudio Sorrentino per il suo doppiaggio in Braveheart).

    Oggi spesso si parla dell’importanza di vedere i prodotti in lingua originale sottotitolati; peccato che il sottotitolo di per sé distrae lo spettatore e non permette di godersi in pieno il film, in più sintetizza in maniera meccanica sfumature e modi di dire che solo chi conosce bene la lingua può cogliere.

    Ildoppiaggio che inizialmente ha il compito di adattare il prodotto (filmico o televisivo) può ritrovare invece con un lavoro ben attento quei sapori e quelle sfumature originali senza tradire nulla di quello che è stato fatto. Pensate ad alcune frasi come “Al mio segnale scatenate l’inferno” o “Sei solo chiacchiere e distintivo”: mentre in America non hanno lasciato un grande segno, qui da noi sono diventate cult grazie allevoci diLuca Ward(Russell Crowe nel gladiatore) e Ferruccio Amendola (Robert De Niro negli Intoccabili).

    Articolo a cura di Alessandro Delfino

  • Brad Pitt è una delle star di Hollywoodpiù amate dal pubblico italiano. Non solo il suo volto, ma anche la sua voce è immediatamente identificabile: merito del doppiatore"ufficiale" di Pitt, il grande Sandro Acerbo, che lo segue (salvo rare eccezioni) dagli esordi dei primi anni '90. Ce ne parla il nostro blogger Alessandro Delfino.

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    1992: esce il film drammatico “Nel mezzo scorre il fiume”, diretto dall’attore premio Oscar Robert Redford e con protagonisti due giovani promesse: Craig Sheffer, ma soprattutto Brad Pitt; nello stesso anno arriva l’edizione italiana del film diretto da Cesare Barbetti (storica voce di Robert Redford) che sceglie l’attore e doppiatore Sandro Acerbo (già voce di attori come Michael J. Fox, Matthew Broderick e Robert Downey Jr.) a prestare la voce al giovane Brad Pitt.

    “Sandro... lo vedi questo? E’ molto bravo. Doppialo bene e vedrai che ti rimane”. Mai parole furono più profetiche!

    Il binomio Pitt - Acerbo si consolida quasi nell’immediato, nel 1994 con i due film “Vento di passioni” (dove Pitt interpreta il rude e romantico Tristan) e “Intervista col vampiro” (dove Pitt dà un’interpretazione ancora diversa e intensa del vampiro Louise de Pointe du Lac in coppia con il sadico Lestat de Lioncourt - Tom Cruise). Sandro Acerbo riesce a seguire il poliedrico attore che seppur giovane riesce a dare già delle performance memorabili.

    Ma il successo arriverà nel 1995 con il thriller "Seven" in coppia con Morgan Freeman dove il monologo finale del disperato Detective Mills trasforma Pitt in un sex-symbol e divo a tutti gli effetti; in Italia, Acerbo continua a seguirlo meticolosamente arrivando ad aggiungere bravura e intensità tanto da rendere la scena finale in italiano migliore dell’originale.



    Un attore non facile da seguire vista la sua duttilità e diversità nei ruoli ("Sleepers", "L’ombra del diavolo", "Sette anni in Tibet", "Vi presento Joe Black", dove Pitt interpreta addirittura la morte stessa); ma la prova definitiva avviene nel 1999. Esce "Fight Club", thriller psicologico di David Fincher (che aveva già diretto Pitt in "Seven") e l’attore, in coppia col bravissimo Edward Norton, dà vita propria al personaggio eccentrico e border-line di Tyler Durden, forse il ruolo più complesso interpretato mai prima d’ora: ma Sandro Acerbo riesce a restituire perfettamente nella nostra lingua la follia del personaggio arrivando ormai a stabilire un legame indissolubile con l’attore.

    Legame che prosegue per il decennio successivo in film come la trilogia di "Ocean", "Spy Game" (in coppia con Redford), "Snatch - Lo strappo", "Mr & Mrs Smith", "Babel", "Il curioso caso di Benjamin Button", "Bastardi senza gloria" e molti altri fino ad arrivare ad oggi dove l’attore da ex sex-symbol è maturato e ha dimostrato grandi capacità non solo attoriali, ma anche produttive (è stato produttore esecutivo del film premio Oscar "Dodici anni schiavo").

    Sandro Acerbo ancora oggi rimane la voce italiana di Brad Pitt e nonostante alcune pellicole non doppiate da lui (come "L’esercito delle dodici scimmie", "Troy" e "The counselor") e altri importanti attori a cui Acerbo presta la voce (come Will Smith, Robert Downey Jr e Michael J Fox) il biondo attore americano rimane legato alla sua voce.

    Chi non si è innamorato almeno una volta della sua voce nel romantico film "Vi Presento Joe Black"?

    Articolo a cura di Alessandro Delfino

    (per la foto del doppiatore si ringrazia Vix-Vocal)

  • Ci piace parlare di voce con chi proprio se ne intende! Torniamo a farlo con l’attore e doppiatore Luca Biagini, ormai un amico di VOCI.fm. Questa volta lo abbiamo incontrato con le telecamere di Patrizia Simonetti, per aggiornarci sui suoi ultimi impegni al leggio e per farci dare qualche altra dritta sempre gradita!

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


    Luca Biagini su VOCI.fm. Una voce che si sente quando vediamo personaggi come Michael Keaton, nei documentari e poi…
    Poi sto doppiando anche la  nuova serie di Hugh Laurie, il famoso “Dr. House” che ho doppiato gli ultimi due anni. Stavolta interpreta un neuropsichiatra forense, quindi un personaggio diverso rispetto al precedente, ma comunque molto interessante, controverso e borderline.

    Quanto ci metti del tuo vissuto e del tuo carattere in quel momento, quando doppi un personaggio?
    Beh, ci si mette sempre del proprio in questo lavoro. Il doppiaggio è una specializzazione del mestiere dell’attore e devi dare la giusta interpretazione alle scene girate in originale. Insomma, è complicato perché devi mettere la tua capacità espressiva al servizio di un’altra persona, entrare nelle sue emozioni e cercare di beccare il suo ritmo interiore. E’ la cosa fondamentale ed anche la più delicata, perché ogni attore ha un proprio modo di fraseggiare ed arrivare al feeling perfetto è spesso una vera impresa.

    Tu ovviamente sei anche un attore, hai fatto tante fiction (tra cui “Sacrificio d’amore”). Ma è indispensabile esserlo per potersi cimentare nel lavoro del doppiatore?
    Assolutamente si, lavorare nel doppiaggio senza essere attori è impossibile. Ma non nel senso “accademico” del termine; si può arrivare a fare l’attore anche senza passare per tante scuole. C’è chi ci nasce, chi ha questo talento dentro e può svilupparlo direttamente sul campo, ma non si può doppiare se non si ha quella capacità di saper cogliere le sfumature ed i dettagli, e possedere una ricca gamma espressiva vocale, tipica dell’attore.  Come la fisicità, che nel doppiaggio serve tantissimo, anche se non si vede. Davanti al leggio, l’attore si deve “attivare”; altrimenti la voce è statica.

    Questo è davvero un bel consiglio per chi ci segue, grazie Luca.
    Grazie a voi ed un saluto a tutta la community VOCI.fm, perché siete appassionati di doppiaggio e quindi ci aiutate a far bene questo lavoro e ad amarlo.

    LUCA BIAGINI: CENNI BIOGRAFICI

    Luca Biagini nasce a Ville di Corsano (SI), il 3 Ottobre 1949 ed è uno dei più noti attori e doppiatori italiani. Doppiatore ufficiale di John Malkovich, ha prestato la voce a Kevin Kline, Colin Firth, Ed Harris, Stanley Tucci, William Hurt, Gabriel Byrne e Denzel Washington in molte importanti interpretazioni. E’ anche il doppiatore di Michael Keaton nel ruolo di Bruce Wayne su “Batman” di Tim Burton (1989), Hugo Weaving (Elrond) nella trilogia de “Il Signore degli Anelli” e Bruce Willis ne “L'esercito delle 12 scimmie". In radio ha prestato la voce negli sceneggiati di RadioDue a personaggi come l'ispettore Ginko (in Diabolik) e l'inquisitore Nicolas Eymerich (di Valerio Evangelisti, regia di Arturo Villone). Come attore è diventato noto al grande pubblico interpretando il personaggio di Edoardo Della Rocca nella soap-operaCentovetrine” (Canale 5). Ha recitato nel film “Maria Goretti” ed in tantissime altre produzioni teatrali e televisive. Un aneddoto curioso è quello di essere stato scelto direttamente dall'attore inglese Hugh Laurie per sostituire Sergio Di Stefano nel doppiaggio della serie televisiva “Dr. House - Medical Division” a partire dalla settima stagione. Importante ricordare che Luca Biagini è "Leggio d'oro” come “voce maschile dell'anno 2016".

  • Quando nasce il desiderio di intraprendere la strada del doppiaggio professionale sono tanti gli interrogativi che ci si pone. Fare il doppiatore è sicuramente un mestiere affascinante, ma quali sono i primi passi da compiere? 

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta subito lo speaker Antonio Amoruso  

    Ciao mi presento, sono Antonio Amoruso, attore, doppiatore e speaker pubblicitario. Se stai leggendo questo articolo immagino che tu sia tra quelli che ogni qualvolta ha visto un film o un cartone animato, sin da piccolo, si è sempre chiesto di chi fossero le voci dei protagonisti, rimanendone spesso affascinato. 

    Avrai sicuramente pensato come sarebbe bello conoscere quel doppiatore o sognato addirittura di diventare come lui. Forse le domande ricorrenti che ti sei sempre posto sono: come si diventa doppiatore? Lo possono fare tutti oppure è solo per raccomandati? Bisogna essere attori? Ci sono scuole? Ma quanto costano? Sono solo a Roma? Ci vuole una bella voce? Calma! Cercherò di rispondere a tutti questi quesiti.

    Come conosco le risposte? Beh, perché avevo le stesse domande in testa anche io e con le giuste motivazioni sono riuscito ad oggi ad avere piccole soddisfazioni.

    Quello del doppiatore è un mestiere affascinante che richiede indubbio talento, tanta determinazione, faccia tosta ed anche un po’ di fortuna. Questo naturalmente se vuoi cercare di lavorare negli studi di registrazione più famosi. 

    MA COME SI DIVENTA DOPPIATORI?

    Molti ti direbbero frequentando un corso tenuto da svariate società di doppiaggio cresciute come funghi ultimamente. Trovo quantomeno tempestiva la crescita di queste e allo stesso tempo direttamente proporzionale alla crisi dello stesso mercato . Non sono contro queste scuole, sia chiaro, tra l’altro ne ho frequentata una anche io, anzi molte di queste annoverano docenti di un certo livello, ma proprio per questa ragione, il loro costo non solo non è alla portata di tutti ma la cosa più drammatica che nonostante un esborso economico non indifferente, nessuna di queste ti può dare la certezza, una volta terminata di frequentarla, di entrare a far parte del mondo lavorativo.

    Una cosa è sicura però, se vuoi diventare un doppiatore, devi comunque possedere delle potenzialità da attore e sarebbe cosa utile se non indispensabile avere seguito dei corsi di recitazione e dizione.



    ALCUNI CONSIGLI PER INIZIARE A FARE DOPPIAGGIO

    Dato per scontato che abbiate le qualità per farlo, il primo consiglio che mi sento di darvi è quello di interpretare anelli, che è il nome convenzionale dato al frammento di scena da doppiare, tratti da cartoni animati, serie tv e film e riuscire a trasmettere un emozione sentendola per primi.

    Mi ricordo un aneddoto che si racconta sul grande Ferruccio Amendola, il quale durante una regia, suggerì al collega di turno di far sentire l’acqua della pioggia che cadeva incessante sul personaggio al quale stava prestando la voce . Ecco questo potrebbe farvi capire cosa sia il doppiaggio . Quando vi sentirete pronti a trasmettere emozioni, allora potrete provare ad andare al leggio iniziando a mettere alla prova la propria volontà , motivazione e soprattutto capacità.

    Sarebbe una buona cosa riuscire a seguire i turni di professionisti nelle diverse sale in tal modo da chiedere al direttore di turno, di poter sostenere un provino. Una volta era molto più semplice entrarvi ora per svariate ragioni vi è una minore disponibilità, allora il trucco è insistere provare e riprovare finche non si ottenga una risposta positiva perché ricorda con la tenacia , la volontà e la preparazione si può ottenere tutto!! 

    Articolo a cura di Antonio Amoruso

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  • Non sono mancati gli ospiti a “Il Doppiattore”, lo spettacolo di Angelo Maggi andato in scena sabato 1 Ottobre 2022 al Teatro Olimpico di Roma. In platea, per esempio, Patrizia Simonetti ha incontrato uno dei nomi più importanti del doppiaggio italiano: Eleonora De Angelis.

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti

     

    Non manca mai all’appuntamento con “Il Doppiattore”: “...per vedere il nostro Angelo in questa meravigliosa performance che fa anche conoscere il nostro lavoro in una chiave allegra, divertente e interessante - ci rivela Eleonora De Angelis che abbiamo riconosciuto in platea e videointervistato per VOCI.fm a pochi secondo dall’inizio dello spettacolo - poi ogni volta è una sorpresa… E sono contentissima che ci sono i nostri amici Federico e Alessandro Campaiola, due attori bravissimi tanto che li abbiamo anche ospitati a Voci tra le Onde a Portorotondo…”. Il che ci ha portato subito a chiedere a Eleonora De Angelis se condivide il precetto di Angelo Maggi, da cui deriva anche il titolo dello spettacolo, e cioè che un doppiatore deve essere anche un attore, e quindi un “doppiattore”: “Io lo dico sempre ai ragazzi - ci ha risposto - teatro e poi, semmai, doppiaggio”. Lei stessa, infatti, che oggi, oltre che doppiatrice, è anche direttore di doppiaggio e adattatore dei dialoghi italiani di molti film, studiò recitazione all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma Silvio D’Amico, per riuscire a doppiare bene i suoi personaggi, da Jennifer Aniston a cominciare da “Friends”, a Cameron Diaz, da Juliette Lewis ad Halle Berry, da Sarah Michelle Gellar ad Angelina Jolie, Eva Mendez e Téa Leoni.

    Sua anche la voce ufficiale di “Ram Power 102.7 fm”. Certo, nascere e crescere in una famiglia di attori e doppiatori l’ha aiutata. Considerando che suo padre era Manlio De Angelis, famoso direttore di doppiaggio nonché voce di Roy Scheider e Joe Pesci, e suo nonno era niente meno che Gualtiero De Angelis, voce di James Stewart e Cary Grant; doppiatore anche il fratello Vittorio De Angelis che diede voce anche a Joey di “Friends”. “Sono cresciuta ascoltando le voci italiane del cinema, a cominciare da mio nonno, e ammirando i capolavori dell'arte italiana grazie a mia madre, milanese trapiantata a Roma e follemente innamorata di questa città al punto di diventarne guida turistica in inglese, francese e tedesco - scrive Eleonora De Angelis sul suo profilo Linkedin - La recitazione e le lingue straniere sono state le basi del mio percorso formativo.

    Ho iniziato a doppiare all'età di 14 anni. Dopo il liceo linguistico e l'accademia d'arte drammatica mi sono specializzata nel doppiaggio. Sono tornata alle origini con un bagaglio di conoscenze a cui attingo di continuo. Mi ritengo fortunata perché faccio un lavoro che amo e che si può considerare un'eccellenza italiana”. Eleonora De Angelis assieme a suo marito Massimiliano Torsani, è anche la creatrice dell’app "Vix Vocal" dedicata ai doppiatori. E direttore artistico di “Voci tra le Onde”, evento che ogni anno a Porto Rotondo premia i talenti letterari, musicali e del doppiaggio.


  • Cary Grant, Joe Pesci e gli “Amici” Joey Tribbiani (Matt Le Blanc) e Rachel Green (Jennifer Aniston)! Cosa hanno in comune? Semplice... sono una famiglia! Ma non loro: le loro voci italiane! Della famiglia De Angelis, fiore all'occhiello del doppiaggio italiano, parliamo proprio in questo dossier, che include anche un'interessante intervista realizzata da Alessandro Delfino ad Eleonora De Angelis

  • "Voci nell'Ombra 2023": la doppiatrice Emanuela Rossi, premiata come “Miglior Voce Femminile” per il doppiaggio di Cate Blanchett in “Tar”. Ecco la videointervista per VOCI.fm

  • Al Gran Premio del Doppiaggio abbiamo incontrato Emanuela Ionica, voce, tra l’altro, di Zendaya. Patrizia Simonetti l’ha videointervistata per VOCI.fm

  • Emanuela Rossi è tornata a dar voce a Michelle Pfeiffer in Maleficent Signora del Male. Patrizia Simonetti l’ha video intervistata per VOCI.fm al Gran Premio internazionale del Doppiaggio per parlare della sua ultima esperienza al leggio e anche della web sit com Qui Pro Quo di cui è protagonista a fianco di Francesco Paolantoni per sensibilizzare sulla prevenzione del tumore alla prostata.

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


    Abbiamo incontrato Emanuela Rossi al Gran Premio Internazionale del Doppiaggio al quale era candidata come miglior voce femminile per averla prestata, ancora una volta, a Michelle Pfeiffer in Maleficent Signora del Male uscito il 17 ottobre scorso, il film Disney diretto da Joachim Rønnin, sequel del primo capitolo dove però il personaggio della Pfeiffer non c’era. Qui interpreta la Regina Ingrid, moglie di Re Giovanni, interpretato dall’attore shakespeariano Robert Lindsay, una donna scaltra, subdola ed egoista che rappresenta una degna avversaria per Malefica cui è tornata a dare volto e passione Angelina Jolie doppiata invece da Claudia Catani. Apparentemente buona, Ingrid nasconde un cuore malvagio dietro al suo  aspetto  raffinato  e  composto.  Quando  è  arrivato  il  momento  di  scegliere un’interprete per questo ruolo, i filmmaker avevano bisogno di un’attrice che potesse tener testa ad Angelina Jolie e non ci hanno pensato troppo prima di convocare Michelle Pfeiffer. 



    “È sempre divertente interpretare un cattivo – ha detto la bellissima attrice americana - La sfida è trovare l’umanità in un personaggio come la Regina Ingrid. Si può anche scegliere di interpretare un personaggio del genere in modo monodimensionale, mostrandolo come puramente malvagio, ma i miei cattivi preferiti possiedono sempre un senso di umanità, che ti permette di compatirli e detestarli al tempo stesso”. Sulla stessa lunghezza d’onda Emanuela Rossi che nella nostra videointervista ci dice: “sono i personaggi che piacciono a me, coloro che sono mascherate da buone con gli occhi azzurri e i capelli biondi, ma poi in fondo in fondo…” Che alluda un po’ anche a sé stessa? Non lo crediamo proprio, e che Emanuela Rossi sia una persona buona e disponibile ce lo dimostra anche il fatto che in questi giorni la vediamo online in una web sitcom, a fianco di Francesco Paolantonio, intitolata Qui Pro Quo, che tratta con ironia e leggerezza l’imbarazzo degli uomini adulti nel prendersi cura della propria salute e in particolare di quella urogenitale, e la loro paura nei confronti di analisi e accertamenti, per parlare del tumore della prostata e sfatarne i falsi miti.



    Diretta da Alessandro Bardanti e Paola Pessot, ideata e curata da Pro Format Comunicazione e prodotta da Nicola Liguori e Tommaso Ranchino per MP FILM, Qui Pro Quo racconta le vicende di una coppia over 50 in stile “Sandra e Raimondo, che vive gli alti e bassi di una relazione di lunga data. Il tema della prevenzione della salute maschile si inserisce nelle loro dinamiche litigiose, ma l’affetto che li unisce sarà la chiave per spingere lui a fare i passi giusti verso la prevenzione. Qui Pro Quo, che trovate a puntate sul sito.prostataquiproquo.it, è il fulcro della campagna di sensibilizzazione QUI PRO QUO Salute della prostata: stop agli equivoci, sì alla prevenzione”, promossa da Europa Uomo Italia Onlus e ONDA - Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, con il patrocinio di Fondazione AIOM, SIU - Società Italiana di Urologia, SIUrO - Società Italiana di Urologia Oncologica, AIRO - Associazione Italiana Radioterapia e Oncologia clinica, AURO - Associazione Urologi Italiana, FFO - Fondazione per la Formazione Oncologica e il contributo incondizionato di Astellas.



  • Primo grande incontro a Siracusa a poche ore dall'inizio di “Voice Over - Festival del Cinema e del Doppiaggio - Premio Tonino Accolla 2023”. Patrizia Simonetti ha videointervistato per VOCI.fm la madrina di questa edizione: Emanuela Rossi.

  • Che cosa hanno in comune grandi capolavori del cinema come Forrest Gump, Scarface, Blade Runner e (ovviamente) Matrix? Semplice, una grande doppiatrice: Emanuela Rossi, voce di Robin Wright, Michelle Pfeiffer, Sean Young, Carrie Anne Moss e tantissime altre attrici. Scopriamo la sua splendida carriera nel dossier di Alessandro Delfino.

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta lo speakerAlessandro Delfino

    Nel doppiaggio spesso la carriera di un attore comincia sin da piccolo; servono di frequente bambini per dare voce a piccoli personaggi in film o serie televisive o cartoni animati. E’ stato il caso della doppiatrice di cui parliamo oggi, considerata una delle migliori e duttili della sua generazione: Emanuela Rossi.

    Emanuela comincia piccolina e spesso le vengono affidati ruoli da maschietto: ad esempio il gattinoBizet nel film di animazioneDisney del 1973Gli aristogatti. Ma è nel 1970 che Emanuela ottiene il suo primo ruolo importante: doppia la piccola protagonistaInger Nilsson nella serie svedesePippi Calzelunghe. Iltelefilm è un grande successo e la piccola Emanuela comincia a crescere e a farsi conoscere entrando nei cuori degli adolescenti anni settanta.

    Ma è nel decennio successivo che il talento di Emanuela viene riconosciuto, quando nel 1983 doppia una giovane attrice Michelle Pfeiffer, diventando la voce ufficiale dell’attrice e creando uno storico legame voce-volto.

    Per tutti gli anni ottanta e novanta diventa la voce di punta della Cdc- Sefit Group doppiando spesso ragazze belle e sensuali, ma anche donne fragili ed emotive; attrici come l’inglese Emma Thompson, l’americana bad-girl Rene Russo, la bravissima Robin Wright (famoso il suo ruolo di Jenny in Forrest Gump) e tante altre.

    A fine anni novanta doppia il film cult che porterà altri due seguiti nel 2002: Matrix, nel ruolo della lottatrice innamorata dell’eletto Neo Trinity. Numerose le attrici doppiate negli anni novanta: Uma Thurman, Nicole Kidman, Andie MacDowell, Madonna, Kim Basinger, Sophie Marceau e tante altre.

    La bravura di Emanuela riesce a spaziare da ruoli drammatici a ruoli comici riuscendo a doppiare praticamente qualunque attrice, seguendo meticolosamente l’intenzione originale e incollandosi perfettamente al volto del personaggio. Pensiamo al ruolo della pomposa e raffinata P.L Travers interpretata da Emma Thompson nel film Saving Mr Banks; o alla smarrita androide Sean Young in Blade Runner; o ancora alla cinica e senza scrupoli Amanda Waller interpretata da Viola Davis in Suicide Squad.

    Attrice talentuosa, Emanuela riesce a spaziare anche in cinema, televisione e soprattutto teatro (spesso in coppia con il marito Francesco Pannofino), attrice a tutto tondo quindi, non solo voce. Se il doppiaggio è stato spesso circondato da eccellenti voci maschili, sicuramente Emanuela Rossi rimane una delle voci femminili più belle e sensuali, capace di emozionare ad ogni battuta, ad ogni respiro e ancora oggi rimane di ispirazioni per ogni giovane ragazza che sogna di far parte di quel magico mondo nell’ombra...



    Le voci più belle di Emanuela Rossi

    1. Inger Nillson (Pippi) in “Pippi Calze Lunghe”

    2. Bizet in “Gli Aristogatti”

    3. Sean Young (Rachel) in “Blade Runner”

    4. Michelle Pfeiffer (Elvira) in “Scarface”

    5. Elizabeth Shue (Jennifer Parker) in “Ritorno al futuro 2”

    6. Robin Wright (Jenny Curran) in “Forrest Gump”

    7. Carrie Anne Moss (Trinity) in “Matrix”

    8. Rene Russo (Catherine Olds Banning) in “Gioco a due”

    9. Cate Blanchett (Jeanette Francis) in “Blue Jasmine”

    10. Emma Thompson (P.L. Travers) in “Saving Mr Banks”

    11. Viola Davis (Amanda Waller) in “Suicide Squad”

    Articolo a cura di Alessandro Delfino

  • E' una una delle voci top del doppiaggio nel nostro paese ed è stata la madrina del Premio Tonino Accolla 2018. E' sua, la voce italiana di attrici del calibro di Michelle Pfeiffer e Emma Thompson. Qualche mese fa le abbiamo dedicato uno speciale curato da Alessandro Delfino. Stiamo parlando di Emanuela Rossi che Patrizia Simonetti ha intervistato per il #sitodellevoci

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


    Emanuela Rossi su VOCI.fm, benvenuta!
    Grazie!

    Le tue prime impressioni sul premio Tonino Accolla?
    Possono essere solo che positive, perché quest’estate sono andata giù a Siracusa, ho ricevuto questo premio e devo fare i complimenti all’organizzazione, perché io che ho ricevuto tantissimi riconoscimenti, perché ormai è una vita che “calco i microfoni”, posso dire che hanno organizzato veramente una bellissima festa con degli spunti anche molto interessanti, parlando del doppiaggio “ad ampio spettro”, non rimanendo soltanto nell’ambito della tecnica, ma anche del significato vero e proprio nel mondo del cinema e della funzione sociale che ha questo lavoro.

    Ecco, spieghiamola questa funzione sociale del doppiaggio!
    Beh, intanto, rende fruibile tutti i film nel nostro Paese; in Italia la lingua straniera non è poi così praticata, ma non per colpa del doppiaggio, ci tengo a ripeterlo. Poi crea un’identità nazionale, nel senso che fa un lavoro molto interessante da un punto di vista linguistico. Se noi pensiamo a dei paesini anche sperduti del nord, del sud, piccoli paesini di provincia, dà un’identità nazionale proprio, a livello linguistico. Infatti, molto spesso mi si chiede cosa ne penso dell'eterna polemica dei film in lingua originale. Io non ho nulla in contrario, siamo in un paese democratico, chi vuole godere del film in lingua originale lo può fare benissimo, adesso con le piattaforme Netflix, Sky ecc. è facilissimo. Però il doppiaggio offre la possibilità, anche alle persone meno abbienti delle piccole province italiane di usufruire di un bellissimo film.

    Emanuela Rossi, da Pippi Calzelunghe a Michelle Pfeiffer e tante altre… Qual è l’importanza di cominciare da piccoli e come si rimane sulla “cresta dell’onda”?
    E' una carriera difficile, perché sei, comunque, sempre alla prova. Quando inizi da bambina, tutto diventa un pò più facile, ma nel mio caso, ho avuto una difficoltà maggiore perché io, oltre a Pippi Calzelunghe, da piccola doppiavo spesso i ragazzi e ancora a 15/16 anni continuavano a chiamarmi per fare ruoli maschili e io mi sono assolutamente ribellata. Comunque, diciamo che nel mio caso si sono sommati attitudine, talento e... un pò di fortuna! 
    Un carissimo saluto a VOCI.fm, evviva il cinema, evviva le donne, evviva la voce, perché ricordatevi che la voce è la colonna sonora della nostra vita!

     

  • Una giovane attrice (classe 1988), ma già vincitrice di un premio Oscar nel 2017, una carriera già ricca di soddisfazioni e un talento da vendere; oggi su VOCI.fm Alessandro Delfinoci parla dell’attrice più “Crudelia” di Hollywood: Emma Stone.

  • Tutti lo conosciamo come "socio" di Ezio Greggio a "Striscia la Notizia", come attore teatrale e show-man. Ma in pochi sappiamo che Enzo Iacchetti è anche un bravo doppiatore, voce di Lord MacGuffin nel film Disney Pixar "Ribelle - The Brave" (2012), di Spongebob, di Kak nell'"Aida degli alberi" (2001) e che il lavoro al leggio lo affascina particolarmente. Patrizia Simonetti lo ha intervistato per il #sitodellevoci

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


    Enzo Iacchetti su VOCI.fm. Tu oltre ad essere un grande attore e cantante, hai assaggiato anche il doppiaggio. In che modo e quando?
    Beh, intanto ho doppiato quei pochi film che ho fatto, inutile citarli; ho doppiato le parti che non erano venute bene in diretta. Però io sono doppiatore di due cartoni animatiche hanno avuto molto successo: uno è del 2012, “Ribelle - The Brave” (Disney Pixar) dove doppiavo uno dei tre capi che avevano i figli che dovevano andare in sposa alla ragazza rossa, poi l'“Aida degli alberi” con le musiche di Ennio Morricone dove ho anche cantato una canzone scritta dal maestro Morricone. Davo la voce ad un personaggio grassone che mangiava panini in continuazione :-)

    Cosa ti piace della professione del doppiatore?
    Mi piace la sfida che fai con il tempo, con le labbra degli altri e le tue. È una cosa che a me è piaciuta molto. Mi piacerebbe farlo più spesso, ma ormai ho una voce troppo identificabile.

    A proposito di voce, come la usi in modo diverso? Quando sei a teatro, quando canti, quando hai doppiato o quando fai “Striscia la Notizia”?
    Beh, su “Striscia la notizia” e a teatro è la mia voce, quella “vera”. Quando canto è chiaro che spingo, faccio i piani e i forti. Ho studiato musica, quindi sono molto preparato e mi vanto di esserlo. Nel doppiaggio, se mi chiedono una voce particolare riesco a farla perchè ho iniziato nelle radio tanto tanto fa e lì ho lavorato molto. Ho fatto tantissime voci ai tempi delle radio libere. Nessuno si accorgeva che ero sempre io, cambiavo orario, variavo l'impostazione ed il carattere... ed ero un altro. Me la cavo perchè sono un buon attore.

    E la tua voce la curi in qualche modo?
    Si, si, e la voce c’è nonostante l’età… ancora c’è! A VOCI.fm dico grazie di esistere da Enzo Iacchetti.

     

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  • Fabio Rovazzi, ospite della “Festa del Cinema” di Roma, parla della sua prima esperienza di doppiaggio: ha infatti prestato la sua voce ai tre stormtrooper in “Ralph spacca Internet”, il nuovo lungometraggio d’animazione Disney diretto da Rich Moore e Phil Johnston e prodotto da Clark Spencer, al cinema dal primo gennaio 2019. Grande fan della saga di Star Wars, Rovazzi non esclude neanche di entrare nel mondo vero e proprio di Guerre Stellari, sempre con la sua voce. Patrizia Simonetti era presente alla conferenza stampa per proporre su VOCI.fm il video-incontro con Rovazzi ed il trailer ufficiale italiano di “Ralph spacca Internet”, dove sentiamo in anteprima anche la sua voce al leggio.

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


    Fabio Rovazzi, in conferenza stampa alla “Festa del Cinema” di Roma per annunciare il suo primo film da regista, rivela anche di aver portato a termine il suo primo doppiaggio in “Ralph Spacca Internet”, il nuovo film della Disney che vedremo a Gennaio. E noi di VOCI.fm eravamo lì per chiedergli: “di che si tratta?”
    Doppio degli Stormtrooper, che sono i soldati-cloni di Star Wars! Io sono un grande fan di Star Wars e questa operazione di doppiaggio, questo cameo, in realtà è un progetto: adesso in “Ralph Spacca Internet” faccio un cammino doppiando gli Stormtrooper, più avanti in “Guerre Stellari” (quello vero e proprio), doppierò... anche lì degli Stormtrooper! E' una cosa mia personale, per cui sono molto contento. L'esperienza di doppiaggio è stata molto divertente, io nutro grande rispetto per i doppiatori italiani, penso siano i più bravi al mondo ed ho anche rifiutato, in passato, molte cose di doppiaggio con magari ruoli più importanti, con personaggi dei film di animazione, perché ho sempre avuto il timore di rovinare un film doppiandolo io o comunque di non essere abbastanza bravo nel farlo; però diciamo che questo è invece un progetto che mi interessava da fan di Star Wars, quindi ho accettato ed è stata anche un'azione divertente ed anche riuscita bene, la scena è credibile e quindi sono contento.


    Visto che il tuo video ha tantissimo successo sul web e adesso ti accingi anche a fare un film “lungo” come regista, ci puoi dire quali sono, secondo te, i criteri importanti per ottenere consensi in ambito cinematografico: ad esempio, l'idea, il personaggio già noto, il talento? E invece, tornando al doppiaggio, cosa ti ha aiutato di più rispetto all'uso che hai già fatto della tua voce nella musica, nella pubblcità o nella radio?
    Beh, io sono dell'idea che in questo periodo nel cinema ci sia una grande carenza di idee originali. Si vedono tantissimo, a livello americano, remake di blockbuster perchè c'è una mancanza effettiva di nuove intuizioni. Quindi un'idea innovativa è senz'altro un buon elemento di partenza. Io poi sono uno che quando entra in sala vuol vedere qualcosa di spettacolare, non una cosa usuale che posso vedere nella vita reale. Cerco la “spettacolarità” nell'opera. Per me fare un film è fare qualcosa che ti inserisce in un mondo a cui non sei abituato. Certo non so darti grandi spunti per avere successo al cinema, perchè non ne ho avuti, magari in futuro... :-)
    Sul doppiaggio posso dire di essere stato aiutato; è una cosa diversa dal cantare e, secondo me, anche dal recitare. Perchè si, è vero che “reciti” ma, come nel caso di “Ralph Spacca Internet”, lo fai con una voce diversa dalla tua, in base ai vari personaggi. Mi hanno seguito molto e mi sono divertito tantissimo.



  • "Voci nell'Ombra 2023": Fabrizia Castagnoli ha ricevuto la menzione speciale "Voce Femminile Cinema 2023". Ecco la videointervista di Barbara Kal per VOCI.fm

  • Le Video-Interviste della nostra giornalista Patrizia Simonetti, ci fanno incontrare uno dei volti più famosi della televisione italiana: Fabrizio Frizzi. Lui con la voce ci sa proprio fare: presentatore RAI di indiscutibile livello, ma anche esordi come speaker radiofonico e presenza fissa in sala di doppiaggio per tutti gli episodi di “Toy Story”, in cui interpreta lo sceriffo Woody. Ai microfoni di VOCI.fm Fabrizio Frizzi ha parlato, neanche a dirlo, dell'importanza della voce nella sua carriera e di alcuni utili consigli per chi vuole percorrere questa strada.

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


    Fabrizio Frizzi su VOCI.fm: presentatore ma anche doppiatore! Abbiamo sentito Massimo Dapporto, tu con lui lavori nel doppiaggio di “Toy Story”; com'è questa esperienza? 
    Favolosa, perchè mi ha regalato un rapporto eterno con le nuove generazioni. Tutti i bambini che vengono al mondo, dopo due o tre anni, vedono la trilogia di “Toy Story” e così ho la fortuna di entrare nella loro mente con la voce di Woody; è un grandissimo regalo che mi ha fatto la Disney! Tra l'altro, si dice che forse stia per arrivare il quarto capitolo della serie “Toy Story”, vediamo. 

    Tu con la voce ci lavori tantissimo, come ti piace utilizzarla di più e quando hai capito che potevi trasformarla in un vero e proprio strumento? 
    Io ho iniziato con la radio, tantissimi anni fa, nel 1976, ed ammetto che ci ho lavorato sopra perché all'inizio non avevo questa voce e parlavo sicuramente peggio di come faccia oggi. Ovviamente si studia e si cresce giorno per giorno, si impara ad impostarla meglio e poi, onestamente, qualche lezione di canto o di recitazione mi è capitato di prenderla, e mi hanno aiutato molto ad acquistare maturità e migliorare la tecnica. 

    Quindi il consiglio che si può dare a chi vuole usare la propria voce per lavoro e di applicarsi e studiare; però magari un po' di talento innato ci vuole, no? 
    Quello ci vuole, però adesso, senza fare esempi concreti, ci sono giovani attrici che magari cinque anni fa parlavano una lingua che era molto contaminata da origini dialettali ed oggi invece parlano un perfetto italiano e sono in grado, quindi, di interpretare qualunque ruolo delle fiction italiane. Questo va a merito di chi si è impegnato per migliorare i propri piccoli difetti che nella vita quotidiana non sono limiti, ma che per fare l'attore o doppiatore invece lo sono.



    FABRIZIO FRIZZI: CENNI BIOGRAFICI

    Conduttore RAI (Radio televisione Italiana) dagli anni '80. Famoso per aver presentato programmi di enorme successo come “I fatti vostri”, “Scommettiamo che...?”, “Luna Park”, “Per tutta la vita”, “Cominciamo bene”, “Soliti ignoti - Identità nascoste” e “L'eredità”. Inoltre è volto storico di “Miss Italia”, avendo condotto quasi 20 edizioni del concorso. Dal 2005 è anche padrone di casa della maratona benefica “Telethon”. Il suo stile, vivace, spiritoso ma sempre elegante e mai sopra le righe, si ispira a Corrado Mantoni. Fabrizio Frizzi ha anche partecipato come concorrente in programmi di successo, tra cui “Ballando con le stelle”. È considerato uno dei volti più noti della RAI, perchè insieme a Pippo Baudo è il conduttore che ha più trasmissioni all'attivo. Attore in alcune fiction, ha partecipato anche ai seguenti film:“Non lasciamoci più” (1999), “Le ragazze di Miss Italia” (2002) e “Buona Giornata” (2012) diretto da Carlo Vanzina, in cui interpreta sé stesso.

    Doppiatore molto apprezzato, è la voce ufficiale di Woody, lo sceriffo della serie Disney Pixar “Toy Story”.

    Fabrizio Frizzi – doppiatore in:

    Toy Story - Il mondo dei giocattoli (1995): Woody

    Toy Story 2 - Woody e Buzz alla riscossa (1999): Woody

    Toy Story 2 - Buzz Lightyear to the Rescue (2000): Woody

    Buzz Lightyear da Comando Stellare - Si parte! (2000): Woody

    Cars - Motori ruggenti (2006): Auto Woody

    Toy Story Mania! (2009): Woody

    Toy Story 3 - La grande fuga (2010): Woody

    Toy Story 3: Il videogioco (2010): Woody

    Disney Infinity (2013): Woody

    I Simpson, 25esima stagione, episodio "Amica a pagamento" (2014): John Wilkes Booth


     

  • Tranquillo ma non “Tontolone”, ed ogni riferimento è puramente casuale quando parli di Fabrizio Mazzotta, video intervistato per VOCI.fm da Patrizia Simonetti all’ultima edizione del “Gran Premio Internazionale del Doppiaggio”.

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


    Con i Puffi, gli ometti blu dei fumetti creati dall’artista belga Peyo, ha un rapporto molto stretto, soprattutto con Puffo Tontolone (e anche con Puffo Pittore) cui ha prestato la voce sia nelle serie televisive animate degli anni ottanta prodotte da Hanna-Barbera che nei primi due film al cinema, ovvero nei Puffi nel 2011 nel sequel I Puffi 2 del 2013 entrambi diretti da Raja Gosnell, dove nella versione originale aveva quella di Anton Yelchin. Parliamo di – e con – Fabrizio Mazzotta, che nella vita reale tranquillo sì – ci dice nella nostra videointervista – ma tontolone proprio no… Lombardo di Monza, classe 1963, Fabrizio Mazzotta ha iniziato sin da ragazzino a fare il doppiatore: tra i suoi primi lavori il suo doppiaggio di Danny nel telefilm La famiglia Partridge. In seguito, lo riconosciamo nella voce di John Ross Bowie che interpreta Barry Kripke in The Big Bang Theory, per esempio, e in molte altre serie e film.

    Fabrizio Mazzotta ama però in modo particolare lavorare sui cartoni, forse perché lui stesso è anche autore e disegnatore di fumetti, e alcune sue storie le avremmo sicuramente lette su Topolino o Lupo Alberto, così come nella strip Horror Fix su Cattivik: sua dunque la voce di Eros in C’era una volta Pollon, il manga giapponese ispirato alla mitologia greca che racconta le avventure della piccola dea nipote di Zeus; sua la voce anche del piccolo Mizar in un altro celeberrimo manga, ovvero Goldrake, o Atlas UFO Robot, che è il secondogenito di Rigel, un ragazzino molto amante della natura e degli animali per il quale Actarus e Alcor sono come due fratelli maggiori; senza dimenticare che Fabrizio Mazzotta da ben 3 decenni fa parlare in italiano Krusty, il clown dei Simpson, la famiglia protagonista della satirica sitcom animata americana nata nel 1987 dalla penna del fumettista Matt Groening: nella versione originale doppiato da Dan Castellaneta, Krusty è un pagliaccio che lavora in televisione come conduttore di un programma per ragazzi che allieta con i suoi sketch e lo troviamo anche nei corti della serie. E ancora sua la voce di Doktor in Transformers - La vendetta del Caduto e quella di Iago nel recentissimo Aladdin.

    Fabrizio Mazzotta, oltre ad insegnarne l’arte, è anche direttore di doppiaggio, come dei film Ring e Ring 2, del film giapponese Evangelion: 1.0 You Are (Not) Alone, e della serie anime Mawaru Penguindrum, e di molti altri ancora. È adattatore dei dialoghi, soprattutto di telefilm con Bayside School, Beverly Hills 90210, Angel, Party of Five, Queer as Folk, e per quanto riguarda i manga è uno tra i migliori adattatori di dialoghi che ci sia, oltre a far parte di ADAM Italia, l’associazione che si batte per impedire la censura nelle anime.

    Se chiedi a Fabrizio Mazzotta, e noi l’abbiamo fatto, che cos’è il doppiaggio, lui ti risponde che è “un’espressione artistica che se fatta bene raggiunge i livelli altissimi dell’arte della commedia dove esprimi tutta la tua bravura di attore”. Se invece gli domandi cosa vorrebbe doppiare che ancora non ha doppiato, ti dice “uno come Woody Allen e Pinocchio”.



  • E' la voce del simpatico Puffo “Tontolone”, di Krusty il clown dei Simpson e di Eros in “Pollon”. Parliamo di Fabrizio Mazzotta, ospite di VOCI.fm in “Battiti animati” con Stefania Dallio.

  • "Voci nell'Ombra 2023": il doppiatore Fabrizio Temperini, ha ricevuto il premio per il "Miglior Doppiaggio Generale TV" per la serie Sky “Succession” (stagione 4). Ecco la videointervista di Barbara Kal per VOCI.fm

  • Era molto emozionato Federico Viola al “Gran Galà del Doppiaggio” di Romics 2023, dove ha ricevuto il premio intitolato ad Andrea Quartana. Patrizia Simonetti l’ha videointervistato per VOCI.fm, poco prima che salisse sul palco.

  • Il livello di doppiaggio in un film dipende prima di tutto dell’adattamento dei testi e della direzione del doppiaggio stesso. Lo sa bene Filippo Ottoni, vero “mostro sacro” del settore, che nella sua lunga carriera ha lavorato alle versioni italiane di oltre 200 film, tra cui Colossal di Clint Eastwood e Tim Burton. Lo ha incontrato Patrizia Simonetti per VOCI.fm.

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


    Filippo Ottoni su VOCI.fm: un grande direttore di doppiaggio! Quanti film ha fatto e quanti doppiatori ha diretto? 
    Beh, ho cominciato da ragazzino. Pensi che adesso ho incontrato Francesco Prandoche era davvero giovane quando ha iniziato con me e mi ha presentato sua figlia che ha già 19 anni. Quindi, lavoro nel doppiaggio praticamente da un secolo e fino a tre anni fa ho collaborato con tutti.

    Che consiglio può dare, visto che lei è proprio un direttore, ai giovani che vogliono intraprendere questa professione? 
    I consigli sarebbero tanti, però mi dicono che il doppiaggio è cambiato molto negli ultimi tempi. Io purtroppo da circa tre anno ho dovuto interrompere la mia attività a seguito di una malattia che mi ha colpito. Mi dicono che adesso un film si doppia in cinque o, al massimo, otto turni. Quando io non ne facevo mani meno di quindici o venti. Boh...si vede che sono diventati tutti più bravi :-)

    Anche le voci sono diverse però, e se vediamo dei film di qualche anno fa è molto diversa anche l’interpretazione... 
    Va detto che i film di qualche anno fa non hanno tempo. C'era più cura ed i turni si facevano sempre in coppia, dove uno fa la domanda e l’altro risponde. Adesso lavorano tutti da soli, basandosi sul preascolto in cuffia. Un saluto a VOCI.FM da Filippo Ottoni.

     

    FILIPPO OTTONI: CENNI BIOGRAFICI

    Filippo Ottoni, nato a Cellere (VT), il 17 Maggio 1938 è uno dei più importanti direttori del doppiaggio e sceneggiatori italiani. Diplomatosi all'attuale “International Film School” di Londra, ha all'attivo anche vari film da regista. Importantissimo il suo ruolo di direttore del doppiaggio, nella traduzione e nell’adattamento di circa 200 pellicole di autori di tutto il mondo sia cinematografici (Clint Eastwood, Steven Soderbergh, Stephen Frears, Stephen Gaghan, Wolfgang Petersen, Tim Burton, Oliver Parker, Emir Kusturica) che teatrali.

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  • "Voci nell'Ombra 2023": Flavio Aquilone ha ricevuto il premio come “Miglior Voce Maschile” per “Dogman”, in cui doppia Caleb Landry Jones (Douglas Munrow). Ecco l'intervista per VOCI.fm

  • Figure che lavorano nell'ombra in grado di tirar fuori il meglio di un doppiatore. Sono i direttori del doppiaggio. Alessandro Delfino ha raggiunto al telefono Flavio De Flaviis, uno dei più talentuosi del momento. 

  • Nuovi e giovanissimi talenti venerdì 30 novembre su Rai 1 dove Flavio Insinna conduce Prodigi - La musica è vita, una serata di solidarietà per l’Unicef dedicata al talento dei bambini nella danza, nel canto e nella musica. Alla presentazione c’era anche Voci.FM e al microfono di Patrizia Simonetti “il talento” Flavio Insinna - che è stato anche conduttore radiofonico - ha parlato dell’importanza della manifestazione e della sua voce, ricordando il suo doppiaggio di Big Hero… Buona visione!

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


    Flavio Insinna per VOCI.fm e per “Prodigi”! Parliamone!
    RaiUno è sempre presente quando si tratta di dare una mano, insieme all'UNICEF, ma ci sono anche tantissimi ospiti e sorprese, perché è vero che il titolo completo sarebbe “Prodigi - La musica è vita”, ma per far sì che ci sia la musica, la vita, quindi i prodigi e gli ospiti e le sorprese, ci vuole tanta buona volontà, la generosità, i nostri amici – non è un pubblico, è una famiglia – e le persone che appunto si impegnano a dare una mano. Quindi non è un dire “vi prego siate generosi”, lo so che lo saranno! E c'è da rimettere in circolo la fortuna che hai avuto. Io parlo a titolo personale, sono stato un bambino e un adolescente molto fortunato, come direbbe il mio amico Lorenzo Cherubini: “sono un ragazzo fortunato”; non di età ma nell'entusiasmo sono ancora fanciullo, e quindi una parte di quella fortuna e di quella felicità se non la rimetti in circolo... è una cosa che dice anche un santo, “è un peccato il pane che metti da parte invece di darlo al povero”, che non significa dover rimanere senza niente, significa però che la condivisione è importante soprattutto in questi anni. Voglio dire, in “Prodigi” ci sono storie da tutto il mondo, però io e il direttore generale di UNICEF Paolo Rozera siamo andati in un istituto minorile ad Airola, giù in Campania, giusto un'ora e mezzo di macchina, e questo dimostra come sempre che il dolore è ovunque, subito dietro l'angolo, e c'è da dare un'occasione a tutti. Una seconda possibilità l'abbiamo sempre voluta tutti, quindi bisogna darla a tutti, perché si fa in fretta a dire che i bambini sono il nostro futuro, ma se non li visitiamo, non li curiamo, non li vacciniamo oggi, non mangiano e non dormono al caldo oggi, il futuro non ci sarà. 

    Flavio, una domanda specifica per VOCI.fm: tu usi la tua voce per tutto, anche per il doppiaggio, ad esempio quando sei stato Baymax in “Big Hero 6”. Cosa pensi del doppiaggio, ti piace?
    Io sono molto felice quando la mia voce serve per gli appelli alla solidarietà, poi mi serve ovviamente anche per lavorare, e il mio lavoro mi permette quindi di avere tempo e – parola tremenda – popolarità, che dai, metto però al servizio altrui come Robin Hood. Poi figurati, per uno bambino come me doppiare un cartone animato... 

    La curi in modo particolare, la voce?
    No, anzi, ogni tanto quando vado dal professor Franco Fussi a Ravenna becco delle belle sgridate, perché pur non facendo nulla di particolare devo stare attento. L'età avanza! Ciao a VOCI.fm!


    FLAVIO INSINNA: CENNI BIOGRAFICI
    Flavio Insinna, nato a Roma nel 1965, è un attore e conduttore televisivo italiano. Dopo aver conseguito il diploma al “Laboratorio di esercitazioni sceniche” diretto da Gigi Proietti, si dedica al cinema e al teatro. Tra i ruoli noti, ha recitato in “Metronotte”, in “Il partigiano Johnny”, e per cinque stagioni in “Don Matteo”. È noto anche come conduttore di Affari Tuoi, ruolo per cui ha ottenuto un Telegatto e il Premio Regia Televisiva; è stato conduttore de “La corrida”, della maratona benefica di Telethon, “L'anno che verrà”, e “Dieci cose”. Ha inoltre partecipato al “Tale e Quale Show” come giurato. Dal settembre 2018 conduce “L'eredità”, su Rai 1. Nel dicembre 2015 è stato nominato Cavaliere dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

  • Arriva al cinema “Mavka e la foresta incantata”, bellissimo film d’animazione ucraino che tra i tanti doppiatori doc, vede al suo esordio al leggìo Francesca Presentini, in arte FRÀFFROG. Patrizia Simonetti l’ha videointervistata per VOCI.fm

  • Dopo aver condotto il Gran Premio internazionale del Doppiaggio per diverse edizioni, Francesca Draghetti quest’anno vince per il miglior adattamento del film La vita in un attimo di Dan Fogelman. Patrizia Simonetti l’ha incontrata in sala e video intervistata per VOCI.fm

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


    La vita in un attimo (Life Itself) è un film romantico uscito in Italia il giorno di San Valentino, ovvero il 14 febbraio 2019. Diretto dall’americano Dan Fogelman, nel cast annovera star come Oscar Isaac e Olivia Wilde, ma anche Annette Bening, Antonio Banderas, Mandy Patinkin, Olivia Cooke, Laia Costa e Samuel L. Jackson nel ruolo di sé stesso. La vita in un attimo racconta un’appassionata storia d’amore tra Will e Abby, storia che via via che il tempo passa, si intreccerà con quella di Dylan e con i suoi problemi che la vedono sempre in fuga dal suo dolore, con quella di Irwin che tira su la nipote cercando di proteggerla dai pericoli del mondo, e anche con la vita del ricco signor Saccione, proprietario di terra spagnolo, e del suo fidato assistente Javier e di tutta la famiglia di quest’ultimo, da Isabel a Rodrigo. Il film scorre per qualche decennio tra New York e la campagna spagnola.Tra i doppiatori italiani troviamo Gabriele Sabatini e Myriam Catania a dar voce ai due protagonisti, e poi Stefano De Sando, Antonella Giannini, Eva Padoan, Eleonora Reti, Manuel Meli, Lucrezia Marricchi, Valentina Favazza e Luca Ward. All’adattamento Francesca Draghetti che si porta a casa il riconoscimento del Gran Premio Internazionale del Doppiaggio 2019.

    Parmense di nascita ma romanista, Francesca Draghetti è attrice, doppiatrice e dialoghista, ma è nota anche e soprattutto come attrice. La grande popolarità la conquista con La Premiata ditta, quartetto comico formatosi nel 1986 e composto con Pino Insegno, Roberto Ciufoli e Tiziana Foschi - tutti provenienti dal teatro che, peraltro, continuarono a fare anche dopo, sia da soli che in gruppo - messi insieme, pensate, da Gianni Boncompagni e Giancarlo Magalli per Pronto chi gioca?, il programma condotto da Enrica Bonaccorti. Da lì la Premiata Ditta, e quindi anche Francesca Draghetti, conobbero la grande popolarità televisiva che portò il quartetto in tanti altri programmi. Dal piccolo al grande schermo il passo fu breve: nel 1995 portarono al cinema un film intitolato L'assassino è quello con le scarpe gialle di cui furono anche autori oltre che protagonisti, diretti niente meno che da Filippo Ottone, altro grande del doppiaggio che abbiamo già avuto modo di incontrare e video intervistare per voi. Pochi anni dopo, la sitcom di Canale 5 Finché c'è ditta c'è speranza che durò per 5 cinque stagioni, cui seguirono programmi come Premiata Teleditta, Telematti, Oblivious, Tutto Ditta. Nel 2006 il gruppo si scioglie e ognuno di loro continua a lavorare da solista sia in teatro che in TV che al cinema.

    Seguiranno un paio di reunion con Abbiamo fatto 30... Facciamo 31 e poi con il più recente Premiata Ditta in Casa CRAI, una web serie ambientata, indovinate un po’, in un supermercato.Anche Francesca Draghetti ha continuato per la sua strada intraprendendo una fortunata carriera teatrale e di doppiatrice: tra le altre, ha prestato la sua voce a Wendy Crewson, Cassandra Freeman, Emily Procter, Cassandra in Winx Club, a Misae Nohara in Shin Chan, Ada in Pinguini alla riscossa e alla maga Plinia in Leonardo, mentre è stata direttrice di doppiaggio di celebri serie animate come I Simpson e American Dad, e della serie The Kennedys, e adattatrice in Benvenuto a bordo, African Safari 3D, Sex - Una commedia sentimentalmente scorretta fino a La vita in un attimo.



  • Ancora due chiacchiere tra doppiatori. Il nostro Alessandro Delfino ha raggiunto al telefono Francesco De Francescovoce tra l'altro di Jason Momoa in "Aquaman". E' tutto nell'intervista che vi proponiamo sul #sitodellevoci

  • Il doppiatore Francesco Maggioni ospite a "Voci nell'Ombra 2023". Ecco la videointervista di Barbara Kal per VOCI.fm

  • Chi non ricorda il mitico Ruggero, protagonista de "I soliti idioti", oppure il postino nel video de "L'esercito del selfie"? Dietro a questi e a tanti altri personaggi c'è sempre lui: Francesco Mandelli. Attore, cantante e addirittura doppiatore. E' sua la voce dell'orso Paddington, grande successo cinematografico. lo ha incontrato per VOCI.fm la nostra giornalista Patrizia Simonetti.

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


    Francesco Mandelli su VOCI.fm! Com'è stato doppiare per la seconda volta Paddington?
    Beh, doppiare è un lavoro molto complicato, ci vuole grande tecnica, ci vuole grande senso musicale e ritmo. Bisogna stare sempre molto concentrati ed è strano perchè uno che fa l'attore è abituato a dire delle battute e ad esprimere emozioni e sensazioni anche grazie alla mimica facciale, al corpo e agli occhi che sono la cosa più importante, mentre con il doppiaggio sei dentro una cabina nera e devi cercare di dare la voce a delle immagini che già esistono. Però in casi come questo, in cui l'orso ha un'espressività pazzesca, dargli voce porta a risultati molto soddisfacenti.

    Quindi è più difficile doppiare che recitare in prima persona?
    Secondo me non c'è competizione: doppiare è molto più difficile che recitare! Sarà poi che io ho recitato sempre in maniera spontanea, quasi come un gioco che non è mai cambiato dai tempi delle prime recite alla Scuola Media. Anche doppiare può essere considerato una cosa divertente, ma richiede molta più concentrazione e tecnica. Adesso che lo faccio ho più che mai stima dei grandi doppiatori che in tutti questi anni ci hanno regalato delle performance incredibili.

    Tu tra l'altro canti anche, quindi usi la tua voce a 360°!
    :-) Beh, canto male ma mi è sempre piaciuta la musica ed è una mia grande passione insieme alla recitazione. E' stato mio papà a mettermi in mano una chitarra per suonare insieme a lui le canzoni di Bob Dylan; e potrei dire che il doppiaggio è molto più simile ad un esercizio musicale. Sei in uno studio, bisogna incidere ed hai solo uno strumento a disposizione: la tua voce. Di certo questo aiuta. Un saluto a VOCI.fm da Francesco Mandelli e da Paddington. Ci vediamo al cinema!



    FRANCESCO MANDELLI: CENNI BIOGRAFICI

    Francesco Mandelli nasce ad Erba (CO) il 3 Aprile 1979. Debutta in televisione su MTV Italia, nel programma “Tokusho” (1998) in veste di co-conduttore insieme ad Andrea Pezzi. All'interno dello show veste i panni del "nongiovane", soprannome con cui viene conosciuto dal pubblico di MTV, che poi diventerà "nongio" per abbreviazione. Nel 1999 debutta come attore con il film “Tutti gli uomini del deficiente”, regia di Paolo Costella, a cui fanno seguito, tra gli altri, “Ora o mai più” (2003), regia di Lucio Pellegrini, “Manuale d'amore” (2005), regia di Giovanni Veronesi, “Natale a Miami” (2005), “Natale a New York” (2006) entrambi per la regia di Neri Parenti , e “Generazione 1000 euro” (2009), regia di Massimo Venier. Nel 2008 partecipa al programma TV “Non perdiamoci di vista” al fianco della conduttrice Paola Cortellesi e del musicista Rocco Tanica; il programma, anche se ben recensito, non decolla negli ascolti e termina dopo le cinque puntate programmate. Francesco Mandelli fa parte di un gruppo musicale, gli “Orange”, di cui è voce e chitarra. Insieme al suo collega Fabrizio Biggio e alla cantante Nina Zilli, ha presentato la sesta edizione dei “TRL Awards” (Firenze - 20 aprile 2011). Per l'occasione ha vestito i panni del suo personaggio di maggior successo, il protagonista della sit-com “I soliti idioti”: Ruggero De Ceglie. Dal 2010 al 2012 partecipa come co-protagonista nella serie TV “Squadra antimafia - Palermo oggi”, nel ruolo dell'ispettore Luca Serino. Nel 1998 lavora a Radio Deejay sempre al fianco di Andrea Pezzi nella trasmissione radiofonica “Per noi giovani” e dal 2007 al 2010 conduce “105 Week End” su Radio 105. Il 2 luglio 2011, ha condotto la terza e ultima serata degli MTV Days 2011, presso Piazza Castello (Torino). Il 15 febbraio 2012 è ospite assieme a Fabrizio Biggio al “Festival di Sanremo” nei panni de “I soliti idioti”. Nello stesso anno doppia il personaggio “Butt-head” nell'ottava stagione della serie animata “Beavis and Butt-head”. Dopo il successo di Natale 2012 con il film “I 2 soliti idioti”, il 24 gennaio 2013 recita in un film da protagonista in “Pazze di me” per la regia di Fausto Brizzi. Ad agosto 2013 esce il cartoon Pixar da lui doppiato “Monsters University” e alla fine dello stesso anno lo ritroveremo tra i protagonisti di “Colpi di fortuna” regia di Neri Parenti. A ottobre 2013 insieme a Fabrizio Biggio è protagonista di una performance dell'artista Maurizio Cattelan all'accademia di belle arti di Bologna. Il 14 dicembre 2014 viene annunciata da Carlo Conti la sua partecipazione al Festival di Sanremo 2015 insieme a Fabrizio Biggio con il brano “Vita d'inferno”. Al termine della quarta serata, il brano è tra i quattro esclusi dalla finale. Nel marzo 2015 esce il nuovo film del duo comico, “La solita commedia – Inferno”. Nel 2017 partecipa nel video musicale "L'esercito del selfie" degli artisti Takagi (disc jockey) e Ketra con Arisa e Lorenzo Fragola. Nel 2014 e nel 2017 è anche voce dell'orso “Paddington”, nell'omonimo film. È tifoso del Milan, squadra della quale commenta le partite nella trasmissione di Rai 2 “Quelli che il calcio”.

    fonte Wikipedia

  • Successo al cinema nel primo fine settimana di programmazione de “I Croods 2 - Una nuova era”, dove tra tante voci nuove, ritroviamo quella familiare di Francesco Pannofino. Patrizia Simonetti lo ha videointervistato.

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti

     

    Grande e grosso, superprotettivo nei confronti della sua famiglia, in particolare dell’intraprendente figlia Eep, il suo motto è ancora “il branco fa branco”. Parliamo di Grug, naturalmente, capo e guida della famiglia dei Croods, la prima della storia dell’umanità, e quindi decisamente preistorica, raccontata per la prima volta al cinema nel 2013 e appena tornata sul grande schermo con il secondo capitolo della saga intitolato “I Croods 2 - Una nuova era”, che nel suo primo week end di programmazione ha ottenuto ottimi riscontri, e non poteva essere altrimenti. Il sequel del primo film della “DreamWorks Animation” ci riporta dunque all’era “croodacea” dove ritroviamo il già citato papà Grug, che si era già alquanto evoluto nel primo capitolo; sua figlia adolescente Eep, coraggiosa, forte e ribelle; suo figlio timido e accondiscendente Tonco e la più piccola e un po’ aggressiva Sandy; e naturalmente sua moglie Ugga.

    Non mancano neanche la nonna e ovviamente Guy, fidanzato di Eep. “Il branco fa branco” è ancora il motto di Grug che tuttavia nulla può nei confronti del progresso e del fascino di Superior, la famiglia più evoluta con cui inizialmente i Croods, in questo sequel, avranno qualche problemino. Nella versione italiana sul versante voci “I Croods 2 - Una nuova era”, diretto da Joel Crawford, è un vero e proprio festival di talent: come vi abbiamo già raccontato nello speciale video , ci sono le nuove voci italiane di Alessandro e Leo Gassmann, rispettivamente nei ruoli di Filo e Guy, quelle di Benedetta Porcaroli e Alice Pagani che doppiano Aurora e Eep; e di Virginia Raffaele che fa parlare Speranza. Lui invece lo ritroviamo dal primo film dei Croods ed è un grande doppiatore e direttore di doppiaggio, anche se qui è diretto da Marco Guadagno: parliamo ovviamente di Francesco Pannofino che dopo ben otto anni torna a dare la sua voce potente a Grug e, in qualche modo, a doppiare per la seconda volta nella vita Nicholas Cage, davvero uno dei pochi grandi attori che Pannofino non abbia mai doppiato, che presta la sua voce al signor Crood nella versione originale di entrambi i film.

    E per chi ancora non lo sapesse, Francesco Pannofino, nato a Pieve di Teco, in provincia di Imperia, da genitori pugliesi, ha scoperto il suo talento comico ancora adolescente e ha cominciato la sua carriera a teatro insieme a piccole compagnie. Il doppiaggio, assieme alla radio, è arrivato poco dopo il suo trasferimento a Roma. Senza abbandonare mai cinema, teatro e televisione, oltre a doppiare praticamente da sempre George Clooney e Denzel Washington, e tantissime altre grandi star internazionali come Kurt Russell, Jean-Claude Van Damme e Wesley Snipes, nel ventennale dell’edizione della saga di Harry Potter in Italia, Francesco Pannofino ha prestato la sua voce per l’audiolibro della serie completa di J. K. Rowling, prodotta da Audible; è tra i protagonisti della commedia cinematografica “Show Dogs”, collaborazione legata OIPA Italia Onlus, dove doppia uno dei protagonisti a quattro zampe; è stato la voce di Audible per “Animali fantastici: dove trovarli”; è la voce narrante del progetto di Sky Arte “Io, Leonardo” per la regia di J.G.Lambert e ha doppiato Klaus nell’omonimo film di animazione della piattaforma Netflix.

  • Francesco Pannofino torna in TV con una partecipazione straordinaria in una serie divertente e dissacrante dall’aura vagamente (ma neanche tanto) shakespeariana: "Romolo + Giuly La guerra mondiale italiana", da lunedì 17 settembre alle 21.15 su Fox. Tra i personaggi “paradossali” c'è lui, Edoardo Pederzoli, presidente della Regione Lombardia (in realtà romanissimo!), interpretato da Francesco Pannofino. Neanche a dirlo la sua caratteristica più divertente è proprio legata alla voce: sapersi “sdoppiare” passando dal milanese al romanesco... Ce ne parla proprio il grande doppiatore, intervistato da Patrizia Simonetti.

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


    Francesco Pannofino in “Romolo + Giuly”, una serie divertentissima, ironica, ci sono dentro un sacco di cose. Tu sei Edoardo Pederzoli, raccontaci.
    Edoardo Pederzoli è un “cazzaro”, cioè uno che fa finta di essere milanese e occupa una poltrona importante come presidente della Regione Lombardia, ma lo fa per i suoi affari; non posso aggiungere altro... altrimenti mi cazziano! Però, è un tipo davvero sopra le righe, abbastanza paradossale, come lo sono tutti i personaggi della serie.

    Ti vediamo nella serie che ti sdoppi nel linguaggio, no? Parli un pò milanese perché sei al tuo posto e poi a un certo punto, niente, “sbrachi” (come si dice a Roma), con il romano. Com’è stato passare da una cosa all’altra?
    Divertente! Intanto più cose un attore può fare e meglio è. Poi qua si può andare anche, ripeto, sopra le righe. Mi sono divertito a fare maldestramente il milanese, non è che sono il massimo... però, insomma, la dò a bere :-)

    E riesci anche a portare la sfilata d’alta moda da Milano a Roma!
    Si, con questo piccolo escamotage, porto la settimana della moda da Milano a Roma.

    Senti tanta ironia anche su Roma, sui romani, ci si scherza su. L’autoironia fa bene? Ci vuole?
    Beh, assolutamente si! perché se ci prendiamo troppo sul serio è finita, se non c’è più senso dell'humor ecc. Anche la diatriba Roma-Nord / Roma-Sud, in realtà è bonaria, non c’è niente di drammatico. Anche perché è una rivalità nata negli ultimi anni. Io quando ero ragazzino non me la ricordo questa cosa, eravamo tutti mischiati: Casilina, Tiburtina, Cassia, Flaminia, non c’era distinzione.

    Poi c’è quest’aria shakespeariana, insomma, già da “Romolo” e “Giuly”.
    E' una buona idea, io credo che il pubblico l’apprezzerà!



    ROMOLO + GIULY

    LA GUERRA MONDIALE ITALIANA

    la nuova serie comedy italiana targata Fox

    con

    Alessandro D’Ambrosi, Beatrice Arnera, Fortunato Cerlino, Massimo Ciavarro, Federico Pacifici, Nunzia Schiano, Giorgio Mastrota, Michela Andreozzi, Lidia Vitale, Umberto Smaila e con Francesco Pannofino

    con i camei d’eccezione di

    Paolo Bonolise Giorgio Panariello

    web star

    Federica CacciolaaliasMartina dall’Ombra, gli Actual e Le Coliche

    Soundtrack firmato da

    Lo Stato Sociale

    “Il Paese dell’Amore” è colonna sonora ufficiale della serie

    Nell’omonimo videoclip - parodia di una celebre scena deLe Ienedi Quentin Tarantino – a fianco al protagonista Lodo (Lodovico Guenzi), nei panni di Mr Blond che tortura il povero pupazzo Tciù, troviamo anche altri due interpreti della serie di Fox, Fortunato Cerlino e Giorgio Mastrota.

     

    In prima visione assoluta dal 17 settembre 2018 ogni lunedì alle 21.15 su FOX (canale 112 di Sky)

  • Francesco Pannofino dice la sua sulla controversa app “DeepDub”. A chiedergli la sua opinione è stata Patrizia Simonetti nel corso della conferenza stampa del film “Ostaggi”, su Sky Primafiila Premiere, di cui è co-protagonista.

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti

     

    Francesco Pannofino è tra i protagonisti di “Ostaggi”, una black comedy movimentata e imprevedibile, caratterizzata da una comica adesione alla realtà sociale dei tempi che viviamo, visibile su Sky Primafila Premiere. Lo abbiamo video-incontrato in occasione della conferenza stampa del film e la prima domanda che gli abbiamo rivolto è stata sulla notizia relativa alla nuova app israeliana chiamata DeepDub, di cui vi abbiamo già parlato nelle news di VOCI.fm, app che, grazie all’intelligenza artificiale, farebbe parlare gli attori in qualunque lingua, li doppierebbe quindi automaticamente nella lingua desiderata, anche se “doppiaggio” non è certo la parola più adatta.


    “La nostra start app apprende i tratti caratteriali della voce, come tono profondità, velocità, spaziatura e intonazione, li registra e li applica a una lingua diversa” spiega in poche parole il responsabile marketing Oz Krakowsky. Ma, ci chiediamo, potrebbe davvero, in un futuro non troppo lontano, sostituire un’eccellenza italiana come quella del doppiaggio? E a che prezzo? Quante volte abbiamo parlato con i nostri amici doppiatori e ci hanno detto tutti che per doppiare bene è necessario metterci il cuore? E quindi trasmettere emozioni? Ecco perché sono tutti giustamente su chi va là al solo pensiero della creazione di questa nuova app ed ecco perché molte delle più grandi voci del doppiaggio italiano, che è una vera e propria eccellenza, hanno aderito alla campagna di VIX Vocal, l’app del doppiaggio italiano creata da Eleonora De Angelis e Massimiliano Torsani di cui vi abbiamo ampiamente parlato a suo tempo su VOCI.fm, campagna intitolata #IoStoConIlDoppiaggioIntelligente e anche #LEmozioneNonSiClona, per salvaguardare un'arte tutta italiana dall'abuso della tecnologia.


    E tra loro c’è anche Francesco Pannofino. Tornando invece al film, il suo ruolo in “Ostaggi” è quello di Remo, un panettiere che gestisce il suo locale dove irrompe un uomo disperato, Marco, interpretato da Gianmarco Tognazzi, un piccolo imprenditore che all’ennesima cartella esattoriale e all’abbandono del suo avvocato dà di matto, e dopo aver malamente tentato una rapina, inseguito dalla polizia irrompe, appunto, nella panetteria, e qui trova alcune persone da prendere in ostaggio: Ambra (Vanessa Incontrada), un’ex infermiera, ora prostituta “in proprio”; Regina (Elena Cotta), una pensionata cardiopatica dai guizzi rivoluzionari; Ismail (Jonis Bascir), un venditore somalo saggio; e lo stesso Remo, uomo pavido e un po’ aggressivo. A risolvere la situazione sono chiamati il commissario vecchio stampo (Alessandro Haber) e la negoziatrice psicologa Anna (Eleonora Ivone che è anche la regista). Questo mix umano si ritrova intrappolato in una situazione tragicomica, dove il gioco si fa sempre più imprevedibile. Tratto dall’omonimo spettacolo teatrale di Angelo Longoni, “Ostaggi” ha in effetti un’ambientazione ed una recitazione molto da palcoscenico e anche di questo ci racconta il nostro attore e doppiatore Francesco Pannofino. “Ostaggi è una commedia che parla delle diseguaglianze economiche e razziali e dei conflitti esistenti nella nostra società – spiegano invece Angelo Longoni e Eleonora Ivone - Tutto si svolge come in un acquario, come se i personaggi fossero dei ‘pesci umani’ guardati dallo spettatore. Un gioco di relazioni fondato su pulsioni fondamentali e contrapposte: la paura, la generosità, la solidarietà, l’opportunismo, il disprezzo, la disperazione”.

  • Ci sono voci che più di altre "restano": timbro inconfondibile, recitazione caratterizzante, versatilità massima. E' senz'altro il caso di Francesco Pannofino, tra i più amati attori e doppiatori italiani. Lo ha intervistato per VOCI.fm la giornalista Patrizia Simonetti.

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


    Francesco Pannofino su VOCI.fm. Grande doppiatore oltre che attore, voce di Denzel Washington e George Clooney, ma anche di cartoni animati come “Pipì Pupù e Rosmarina”, insomma chi più ne ha più ne metta. Che differenza c'è tra dare la voce ad un grande attore e dare la voce ad un personaggio animato?
    Intanto il lavoro va preso tutto seriamente; se proprio vogliamo parlare di differenza “tecnica”, secondo me, doppiare un cartone è più faticoso, perché hai davanti a te una bocca “disegnata” e poi perchè i personaggi dei cartoni animati sono quasi sempre sopra le righe e quindi risultano più impegnativi, ma altrettanto divertenti. Poi dipende anche da chi doppi, da che film stai facendo, ci sono volte in cui è bello, molto bello, altre in cui non tutte le ciambelle riescono col buco! Nel caso di “Pipì Pupù e Rosmarina” è tutto perfetto, perché Enzo D'Alò è un grande regista ed ha deciso di portare al cinema questa serie dopo una lunga gestazione; è un film che piace ai bambini, ma anche ai grandi, perché non bisogna farsi ingannare dai disegni o dalle voci dei bambini dei protagonisti, ci sono anche spunti interessanti per gli adulti.

    Ti senti più realizzato quando fai l'attore, quando oltre che con la voce ci sei anche in carne ed ossa oppure quando doppi qualcuno comunque di grande livello?
    No, beh, il lavoro è tutto bello, perché poi è quello che volevo fare da bambino e questa è già una grande soddisfazione per un uomo. Chiaramente un attore quando si può esprimere anche con la faccia è più completo, ma questo non toglie nulla alla serietà del lavoro del doppiaggio, dove è vero che tu partecipi ad un film già fatto e che l'attore ha già recitato la sua parte, però bisogna ridare le stesse emozioni in un' altra lingua, che sembra facile, ma non lo è.

    Quindi è un tuo sogno da bambino quello di fare il doppiatore, ma non avevi questa voce?
    No, veramente da piccolo non sapevo neanche quello che volesse dire la parola “doppiatore”. Ma avevo tre sogni: calciatore, giornalista ed attore. Ero un buon calciatore, ma non al punto da diventare un professionista, come giornalista serve di essere molto ficcanasi ed io non lo sono. Alla fine ho fatto l'attore perché mi sono accorto di avere talento interpretativo, più che altro me ne hanno fatto accorgere i miei amici e le persone che mi stavano vicino; ci ho provato ed è andata bene.

    So che adesso ai doppiatori non fanno più vedere il film da doppiare, per cui magari capita che una mattina ti alzi triste e vai a doppiare una cosa che fa ridere o viceversa. Ci si fa l'abitudine?
    Sai, nel mio lavoro purtroppo le condizioni personali bisogna lasciarle a casa. Bisogna farci l'abitudine, e se mi sveglio triste... per forza me la faccio passare.

    Un consiglio ai giovani che vogliono fare l'attore, il doppiatore?
    Ognuno ha la sua storia, il suo talento, la sua faccia, la sua voce ecc. Bisogna individuare dentro di sé se c'è il talento adatto per poter fare questo lavoro, perché bisogna esserci portati e quindi occorre molta autocritica e poi provarci e non abbattersi al primo ostacolo. Iniziare da giovani, perché quando si arriva ad una certa età è difficile. Si perde la faccia tosta per andare avanti, per proporsi, anche per superare le prime difficoltà.

    Un saluto affettuoso a VOCI.fm da Francesco Pannofino, e vi auguro ogni bene. Ciao a presto!



    FRANCESCO PANNOFINO: CENNI BIOGRAFICI

    Francesco Pannofino, nasce a Pieve di Teco (IM) il 14 novembre 1958. E' uno dei più noti attori, doppiatori e direttori del doppiaggio italiano. Voce ufficiale di George Clooney e Denzel Washington, ha prestato la voce a Kurt Russell, Michael Madsen, Jean-Claude Van Damme, Antonio Banderas, Philip Seymour Hoffman, Dan Aykroyd e Mickey Rourke in diverse interpretazioni importanti. E' anche doppiatore di William Petersen nella serie televisiva “CSI - Scena del crimine”, Wesley Snipes nella trilogia di “Blade”, Robbie Coltrane nella saga di “Harry Potter”, Michael Madsen in “Kill Bill” di Quentin Tarantino, Benicio del Toro in “Traffic” e Tom Hanks in “Forrest Gump”, Daniel Day-Lewis. Ha inoltre doppiato, subentrando al collega Marco Mete, il personaggio di Tex Willer nello sceneggiato radiofonico trasmesso da “Rai Radio 2”. Tra gli attori doppiati vi sono Kevin Spacey, Kiefer Sutherland, Willem Dafoe nella trilogia di “Spider-Man”, Costas Mandylor nella saga di “Saw” (ad eccezione del terzo capitolo), Vin Diesel in “xXx”, “Il risolutore” e “Prova a incastrarmi”. E' anche voce di Fred Flintstone nel film “I Flintstones”. Attore e voce di numerosi spot pubblicitari, tra cui la fortunata campagna dei treni “Italo” nell'anno 2017. E' sposato con la doppiatrice Emanuela Rossi.

  • Tra i riconoscimenti più prestigiosi del “Gran Galà del Doppiaggio” di Romics, il Premio Ferruccio Amendola che quest’anno è andato a Francesco Prando. Patrizia Simonetti l‘ha video intervistato per VOCI.fm

  • La sua voce è inconfondibile, non a caso per noi italiani è “James Bond“ da oltre 10 anni! Ma non solo: Francesco Prando è uno dei più talentuosi e versatili doppiatori italiani. Ascoltiamo i suoi consigli nella videointervista realizzata per VOCI.fm da Patrizia Simonetti.

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


    Su VOCI.fm... il mio nome è Prando: Francesco Prando :-) 
    Grazie, non è proprio cosi, ma la vicinanza con l'Agente 007 fa si che in una maniera o nell’altra questo possa succedere! 

    Che cosa bisogna fare per diventare dei bravi doppiatori? Lo vogliamo dire a tutti i ragazzi e i giovani che ci guardano e ci ascoltano? 
    Bisogna avvicinarsi a questo lavoro con grande serietà, pensare che nessuno ti regala niente e che ci vuole una grandissima preparazione per raggiungere dei traguardi di un certo livello. Bisogna studiare dizione, recitazione, avere la possibilità di sperimentare e allo stesso tempo essere convinti ed andare avanti anche dopo i primi passi falsi. Però ci vuole una grandissima costanza, applicazione e grande studio, questa è la cosa fondamentale.

    Nella sua lunga carriera, a parte Daniel Craig, c’è mai stata una frase che non avrebbe voluto pronunciare o un personaggio a cui non avrebbe mai voluto prestare la voce?
    No, perché  io penso che qualunque personaggio ti arricchisca, accresca il tuo bagaglio di esperienza, positivo o negativo che sia. In una carriera si fanno inevitabilmente degli sbagli, delle cose per cui magari alla fine della lavorazione dici “mannaggia forse era meglio se non l’avessi fatto”. Invece  io penso che anche lo sbaglio sia una presa di coscienza e una consapevolezza in più, quindi ci sta anche quello. Poi bisogna provare ogni tipo di esperienza, va bene il cartone animato, va bene il documentario e comunque tutto accresce ed arricchisce a 360°. 

    Invece, al contrario, c’è un personaggio a cui ancora non ha dato la sua voce e che magari avrebbe voluto doppiare? 
    Sinceramente non te lo so dire, io sono estremamente felice della carriera che ho fatto, che sto facendo e che spero di continuare a fare per tanto tempo. Di occasioni me ne sono capitate moltissime e sarebbe veramente poco carino dire “mi manca quello perché no?”. Da questo punto di vista va bene cosi. Saluto tutti voi di VOCI.fm, continuate a seguirci perchè il doppiaggio è un lavoro meraviglioso e speriamo in tutti i modi di farvelo arrivare, di darvi emozioni, trasmettervi sensazioni, stati d’animo e non soltanto parole; questa sarebbe la cosa più importante.

     

    FRANCESCO PRANDO: CENNI BIOGRAFICI

    Francesco Prando, nato a Roma il 22 Febbraio 1960, è noto per essere la voce italiana di Daniel Craig nei film di James Bond, ma anche di Luke Perry in “Beverly Hills 90210”, di Eric Dane in “Grey's Anatomy” e degli attori Vince Vaughn, Matthew McConaughey, Michael Fassbender, Guy Pearce, Keanu Reeves, Jason Statham, Hugh Grant e Matt Dillon in alcune significative interpretazioni. Nel campo dell'animazione, ha doppiato Ned Flanders ne “I Simpson” (in sostituzione di Pino Insegno), Dark Pixie in “Winx Club” e tanti altri personaggi. Dal 2002 è voce di rete su LA7 e del format di Rai 2La storia siamo noi”. Nel 2014 vince il “Leggio d'oro” alla miglior interpretazione maschile per il doppiaggio di Ralph Fiennes in “Grand Budapest Hotel”.

  • Al Gran Premio del Doppiaggio, che nel 2016 lo ha insignito del “Premio alla Carriera”, non poteva mancare Francesco Vairano, che anche quest’anno si è portato a casa un bel riconoscimento. La videointervista di Patrizia Simonetti per VOCI.fm

     

  • Chi lo conosce come “iena”, chi come giudice di “Italias’s got talent”, chi come attore o per i suoi scherzi su YouTube. Ma in pochi sanno che Frank Matano è anche un grande ammiratore del doppiaggio e che è sua la voce di vari personaggi in “South Park” e di Duke Donnolesi in “Zootropolis”. Lo ha incontrato per noi la giornalista Patrizia Simonetti.

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


    Frank Matano per VOCI.fm! Tu hai iniziato giocando con la voce e ti ha portato fortuna. Ma quanto tieni alla tua voce?
    Avevo iniziato con gli scherzi telefonici e facevo tante voci e poi ho lavorato per trasformare quella cosa in un lavoro. Vuol dire ascoltare e vedere come lavorano gli altri per cercare di capire quale fosse la mia direzione. Lo sto ancora capendo, però mi sto divertendo tantissimo.

    Sei arrivato anche al doppiaggio, soprattutto cartoni, come “South Park” o “Zootropolis"...
    Mi piace tantissimo il doppiaggio e mi piace giocare con la voce. Trovo che i cartoni animati siano poi l’espressione artistica più bella e credo che i “Simpson” siano la scrittura comica migliore che abbiamo avuto negli ultimi anni. A VOCI.fm un bacio da Frank Matano.

    FRANK MATANO: CENNI BIOGRAFICI

    Frank Matano (Francesco Matano), è nato il 14 settembre 1989 a Santa Maria Capua Verde (CE). A 18 anni si fa notare come youtuber, inizialmente con il nome di “lamentecontorta”, girando video in cui fa scherzi telefonici e simpatici esperimenti sociali. Grazie alla sua fama da webstar viene contatto nel 2009 per partecipare al programma TV “Le Iene”, arrivando a condurre successivamente uno show tutto suo su Sky UNO, chiamato “Sky Scherzando?” (2010) e “Ti lascio una canzone” (2011) su RAIUno. Nel 2013 esordisce come attore al cinema con la commedia “Fuga di Cervelli”, diretta da Paolo Ruffini, che lo vorrà anche nel suo secondo film “Tutto molto bello” (2014). Grande appassionato di doppiaggio, nel 2014 entra a far parte dei doppiatori italiani della serie televisiva “South Park”, in cui presta la voce a diversi personaggi e nel 2016 al ladro Duke Donnolesi in “Zootropolis”. Molto ricordata anche la sua parte nel film “Ma che bella sorpresa” (2015) con Claudio Bisio o quella nel cast di “Sono tornato” (2018). Frank Matano è “Personaggio rivelazione dell'anno 2015”.

  • Si sono fatti notare da subito i “Fuori Sync”, giovani doppiatori che su YouTube riadattano scene di film famosi con dialoghi ironici ispirati alle ultime tendenze. E' loro anche il video promozionale del Festival “Voci nell'ombra 2018”, simpatico e tecnicamente eccellente. Marco Picchio li ha intervistati per VOCI.fm

    Intervista realizzata da Marco Picchio


    Amici di VOCI.fm un abbraccio da Marco Picchio! Saprete di certo che Ottobre, sul #sitodellevoci, è consacrato al doppiaggio e l’evento clou di questo mese è di sicuro il festival “Voci nell’ombra”. I ragazzi che intervisterò oggi sono giovani promettenti doppiatori accomunati da un progetto veramente geniale denominato “Fuori Sync”: Salvatore Agresta, Gianluca Dell’Arso e Alberto Pigliapochi. La prima domanda la faccio a te, Alberto, come è nato tutto?
    Ciao Marco, ciao a tutto il pubblico di VOCI.fm. Io ho frequentato un corso di doppiaggio a Bologna e successivamente sono stato chiamato da un altro studente, ovvero Gianluca, per dei doppiaggi. Due anni dopo ho pensato di unire l’utile al dilettevole; avevo notato che sul web c’erano molti personaggi che si facevano un nome attraverso degli sketch o comunque puntando sull’umorismo e mi sono detto: “Ho studiato per questo, ho una mente piuttosto creativa... allora troviamo un mezzo trasversale per farci conoscere e magari un domani sperare di entrare nel professionismo da una porta che non è proprio quella principale”.

    Ed è una cosa che stanno facendo anche altri ragazzi. Noi abbiamo modo di intervistare tanti giovani doppiatori e sono tutti orientati all'utilizzo dei canali social per raggiungere l’obiettivo di fare il lavoro del doppiatore e magari diventare dei professionisti a tutti gli effetti. Allora in pratica, ma questa cosa la chiedo a Salvatore, voi mettete le vostri voci su immagini di film e serie famose, no? E quello che ne esce fuori è divertente e esilarante. Come scegliete i vostri lavori e quali sono quelli che vi hanno dato più soddisfazioni?
    Sicuramente questa è una domanda molto interessante, perché dietro c’è, appunto, un lavoro che definirei “meticoloso”. Noi ci approcciamo, più che altro, su video e film che sono già passati sul grande schermo. Cerchiamo di riadattarli a quelle che sono le tematiche attuali che possano avere un riscontro sul grande pubblico. Prendiamo l’argomento “trend” del momento per creare empatia con gli spettatori perché i video diventano virali grazie a queste tre regole: il film deve essere un “cult”, la scena deve essere famosa e quello che diciamo non deve c’entrare nulla con la scena in questione. Ti faccio l'esempio del nostro lavoro sulla scena de “Il Signore degli Anelli”.


    Ovviamente noi cerchiamo di impegnarci nel doppiaggio, che è quello che abbiamo studiato. Molto del successo de nostri video, anche sulla base dei commenti che riceviamo, è dovutoalla professionalità, che si avvicina a quella di un doppiaggio reale. C’è da dire, che noi, alla fine, facciamo tutto da soli: siamo gli adattatori di noi stessi, i fonici di noi stessi, i direttori di doppiaggio... di noi stessi. :-)

    Quanti followers contate ad oggi sul vostro canale YouTube?
    Abbiamo 10.000 iscritti, che nel mondo di YouTube sono briciole, però in meno di un anno è un buon riscontro…

    Veniamo, adesso, a “Voci nell’ombra”, il festival nazionale del doppiaggio che si svolgerà a Savona dal 18 al 20 Ottobre 2018. Quest’anno voi farete da testimonial a questo evento con dei video che avete creato proprio per l’occasione. Gianluca, qualche anticipazione ce la potete dare?
    Okay, intanto la collaborazione è nata da uno dei nostri e da lì abbiamo fatto dei video di prova che sono piaciuti molto e ci hanno chiesto di realizzare, per la prima volta, un video promozionale che rappresentasse qualcosa di nuovo, giovanile e diverso dai soliti clip di presentazione del festival. Da lì è nata la prima produzione, che conoscete bene, perchè sta anticipando l'evento. Posso dire che faremo altri tre video per tutte e tre le serate del doppiaggio, ognuno parlerà di argomenti diversi, sempre a tema.

    Noi di VOCI.fm seguiremo molto da vicino “Voci nell’ombra”, saremo presenti a Savona per interviste ed anteprime, quindi avremo sicuramente modo di incontrarci. Vi faccio un'ultima domanda, un consiglio che potreste dare agli aspiranti doppiatori che fanno parte della nostra community. Cosa consigliano i “Fuori Sync”?
    Il consiglio è di insistere perché è l’unica cosa che vi può portare a fare il mestiere del doppiatore; solo in questo modo vi potete far conoscere in questo ambiente. Alla fine, per chi parte da zero, è molto più difficile, bisogna solamente andare davanti agli studi di doppiaggio e chiedere: “Vi prego, vi prego... fatemi assistere almeno, fatemi fare un colpo di tosse”. Bisogna insistere finchè...
    Oppure dovete farvi venire in mente un’idea per farvi conoscere. Questa del canale YouTube è stata un’idea che ci ha divertiti dall’inizio.

    Quindi, comunque, l’utilizzo dei social è molto importante per farsi conoscere!
    Si! Diciamo che nel 2018 può essere un’arma, perché chi meglio dei giovani utilizza i social-network quotidianamente? Per cui, se possono essere sfruttati per una buona causa, invece di essere usati per condividere video di gattini...

    Giusto e geniale! Ringrazio i “Fuori Sync”: Salvatore, Gianluca, Alberto e anche i due ragazzi che oggi non sono presenti, Andry e Samuele. In bocca al lupo e ci sentiamo presto! Ciao!
    Grazie a voi! Crepi il lupo!

  • Patrizia Simonetti intervista Gabriele Corsi, che tutti conosciamo per il Trio Medusa, da oltre 15 anni in onda su Radio Deejay o per lo straordinario successo televisivo di “Reazione a Catena 2018” (Rai1) di cui è conduttore. Ma voi lo sapevate che è stato anche doppiatore in due film d'animazione? Ed è proprio del suo amore per la voce e dei progetti futuri che parla alle telecamere di VOCI.fm!

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


    Gabriele Corsi su VOCI.fm! Parte questo programma che si chiama “B come sabato”; il calcio dal lato umano, giusto?
    Il calcio dal lato umano, il calcio dal lato dell’essere splendidamente provinciali. Cercheremo di raccontare tutto quel mondo; è il mondo più vero, con tanti sport e non solo calcio; avremo tutte le Federazioni che non mi piace definire “minori”, perchè dire la parola “minori” significa sminuire, l’impegno, la dedizione, la fatica che tantissima gente mette nel praticare sport, magari abbinando anche più lavori, perché noi pensiamo sempre ai calciatori che fanno solo un lavoro. Raccontavo, appunto, che c’è gente, come un calciatore famoso della Serie B che ha lasciato la sua squadra per mettersi a vendere la “Folletto”. C’è tutto questo “storytelling”, perdonatemi il termine, che secondo me riusciremo a fare.

    Il programma va in onda su RAI 2, ma anche su RAI RADIO 2, quindi in qualche modo sei sia in televisione che in radio. Tu ami la radio, giusto? Ne hai fatta e ne fai.
    Beh, la radio è un mondo a parte! Ci danno per morti ogni anno e non solo non siamo morti, ma guarda caso il modello televisivo che funziona è sempre quello ispirato al radiofonico. Anche nella conduzione di “Reazione a catena”, se ci pensi, si sente più la voce di quanto appaia il mio viso, quindi alla fin fine è una cosa “da radio” che, come dire, risorge sempre come la Fenice.

    Quindi per te la voce è importantissima, la curi in modo particolare?
    Purtroppo, proprio durante le produzione di “Reazione a catena”, quando registravano anche 3/4 puntate al giorno, per la radio ho avuto un pò di problemi. Sono andato, praticamente, “in botta” da miele e da acciughe; però non è che faccia niente di particolare, cerco di starci semplicemente un pò attento. Ho scoperto recentemente, perché me l'ha consigliata un mio amico cantante lirico, una mascherina per controllare l’umidità, ma è una roba un pò tecnica, non so se fa semplicemente da effetto placebo. Io l’ho usato e ho detto “ah adesso è tutto diverso!”, però forse basterebbe parlare meno, quindi forse è solo arrivato il momento che io debba tacere ;-)

    Ma no!Tu hai doppiato anche un paio di cartoni animati, poi non sei più tornato al doppiaggio, non ti piace?
    Mi piacerebbe tantissimo! E spero di tornare a farlo! E se gli impegni me lo permetteranno, spero veramente di tornare in sala di doppiaggio. Anche perché è una cosa che mi fa piacere, perché porto i miei figli a vedere il film e mi rende orgoglioso mostrargli anche i frutti del mio lavoro. 
    Amici di VOCI.fm, un saluto da parte di Gabriele Corsi! Mi raccomando, riguardate la voce che è importante, soprattutto per voi di VOCI.fm!

     

    GABRIELE CORSI: CENNI BIOGRAFICI

    Gabriele Corsi, nato a Roma il 29 Luglio 1971, è attore, comico, conduttore radiofonico e presentatore televisivo. Noto al grande pubblico per essere uno dei componenti del Trio Medusa (insieme a Giorgio Maria Daviddi e a Furio Corsetti), raggiunge il successo “on-air” grazie alla trasmissione “Chiamate Roma Triuno Triuno”, in onda dal 2002 su Radio Deejay. D'altronde, Gabriele fin da piccolo mostrato una spiccata vena comica grazie alla quale, nel corso degli anni, è riuscito ad imporsi nei villaggi turistici, nel cabaret e in televisione. Prima “Le Iene” (Italia 1), poi “Take me out” (Real Time), “Ninja Warrior Italia” (Nove), “Piccoli giganti” (Real Time) e, nel 2018, la conduzione di “Boss in incognito” (Rai 2) e “Reazione a Catena” (Rai 1), quest'ultima ereditata da Amadeus. Come attore, lo ricordiamo ne “Il Maresciallo Rocca” (1996 – 1998), in varie altre fiction per la televisione e al cinema, soprattutto nel film “Io e Giulia” (1997) per la regia di Gabriele Muccino.
    Gabriele Corsi ha avuto anche esperienze in sala di doppiaggio, essendo stato doppiatore nei cartoni animati “Astro Boy” (2009) e “Sons of Butcher” (2005 – 2006).

  • La family-comedy “Show Dogs” si presenta come uno dei successi cinematografici del 2018. In Italia, il rottweiler protagonista ha la voce napoletana di Giampaolo Morelli, che tutti conosciamo come attore, scrittore, conduttore de “Le Iene” ma soprattutto... voce di Flynn Rider in Rapunzel! Ma qual'è il suo rapporto con la sala di doppiaggio? Scopriamolo in questa videointervista realizzata da Patrizia Simonetti per VOCI.fm

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


    Giampaolo Morelli, “Show Dogs” è per te una nuova esperienza come doppiatore, dopo aver fatto qualcosa in “Rapunzel”, adesso sei “Max”!
    Si, su "Rapunzel" ho fatto più che “qualcosa” ;-) Ero la voce di Flynn Rider, il protagonista maschile e adesso “Max” mi ha dato innanzitutto l'opportunità di tornare a doppiare, che per un attore è sempre molto divertente perchè ci si affaccia su un mondo diverso rispetto a quello che si vive di solito. Poi, doppiare un animale, un cane-poliziotto, potendo utilizzare la caratterizzazione “napoletana”, che per un napoletano d.o.c. come me è il massimo!

    Hai detto che è un'esperienza diversa il doppiaggio da quella dell'attore, però i “guru” del doppiaggio sostengono che è impossibile fare bene questo mestiere senza essere attori. Tu condividi?
    Assolutamente si, anche se questo film ha tanti “talent” che hanno prestato la voce ai vari personaggi e che non sono attori, come Cristiano Malgioglio, Marco Masini, Carlo Conti, Barbara D'Urso... Nonostante ciò, hanno saputo dare grande brio a tutto il film, puntando sulla personalità che sono riusciti a trasferire al personaggio che ognuno ha doppiato. Va detto che alle spalle c'è il grande lavoro del direttore di doppiaggio Massimiliano Alto, che con tutti noi ha avuto una grande pazienza.

    Cosa ti piace del doppiaggio?
    Mi piace il limite, il fatto che devi usare solo la voce per comunicare le emozioni. E devi saperlo fare bene, perchè il direttore di doppiaggio si accorge di tutto, soprattutto della spontaneità con cui reciti.

    Quindi è più difficile doppiare rispetto al recitare perchè non puoi far conto sul corpo, ma solo sulla voce?
    Dipende da quello che sei abituato a fare. Io, essendo da sempre un attore, riesco a trasferire con facilità le mie emozioni davanti ad una telecamera; se sento qualcosa, inevitabilmente arriva. Col microfono devi utilizzare un filtro in più, che è l'”intenzione”! VOCI.fm vi saluto... baci da Giampaolo Morelli.

     

    GIAMPAOLO MORELLI: CENNI BIOGRAFICI

    Giampaolo Morelli, nato a Napoli il 25 novembre 1974, inizia a lavorare nel mondo dello spettacolo come cabarettista, attore teatrale e prestigiatore. La notorietà arriva a metà degli anni 2000 grazie al ruolo di protagonista nella serie-tv “L'ispettore Coliandro”. Il primo successo al cinema è però del 2001, in “South Kensington”, regia di Carlo Vanzina e da lì in poi con ruoli importanti in molte pellicole di successo, tra cui “L'uomo perfetto” (2005) di Luca Lucini, “Smetto quando voglio” di Sydney Sibilla (2017), “A casa tutti bene” del grande Gabriele Muccino (2018). Morelli è un ottimo attore di fiction e lo conferma nel 2011 in “Baciati dall'Amore” su Canale 5 e in “La donna della domenica” su Rai 1, quest'ultimo remake dell'omonimo film diretto nel 1975 da Luigi Comencini, in cui veste i panni che furono di Marcello Mastroianni. Artista molto versatile, ottiene grande successo anche come presentatore, conducendo “Le Iene” su Italia 1 al fianco di Ilary Blasi e Frank Matano (2016), e “Fan Car-aoke” su Rai 1 (2016). Ama anche la scrittura, pubblicando vari romanzi, ma soprattutto adora l'arte del doppiaggio, tanto da essere scelto nel 2010 come voce di Flynn Rider nella serie “Rapunzel” di Walt Disney e nel 2018 come protagonista di “Show Dogs”, doppiando il rottweiler "Max".

  • Sul #sitodellevoci  oggi vi proponiamo l'intervista telefonica del nostro Alessandro Delfino all'attore e doppiatore Gianfranco Miranda, voce tra l'altro di Ryan Gosling ed Henry Cavill

  • Marco Picchio ha videointervistato la giovanissima speaker e doppiatrice Giorgia Carnevale. Ovviamente trovate Giorgia tra gli iscritti al #sitodellevoci. Buona visione.

    Intervista realizzata da Marco Picchio

     

    Amici di VOCI.fm, sono Marco Picchio e oggi ho con me una giovanissima ospite, Giorgia Carnevale! Benvenuta su VOCI.fm.
    Ciao Marco, ciao a tutti!

    Posso chiederti quanti anni hai?
    Certo, ne ho 22.

    Giorgia, seppur giovane sei già molto ben inserita nel contesto del doppiaggio e del lavoro con la voce, a Milano. Raccontaci un pò del tuo lavoro in questo settore!
    Io al momento lavoro come doppiatrice e come speaker, da un annetto o due, perché naturalmente ci vuole tempo per farsi un proprio giro, anche se ho iniziato quando ero molto piccola. Ho sempre avuto la passione del doppiaggio, poi mi si è presentata l'occasione di fare un corso di doppiaggio e grazie al consiglio della mia insegnante di teatro del tempo, a 10 anni ho iniziato col doppiaggio. Siccome mi è piaciuto, e siccome io sono fatta così come persona, ho capito che era quello che volevo fare nella vita, ovviamente terminati gli studi: appena finito il liceo, a circa vent'anni, ho cominciato la mia gavetta.

    Raccontaci un pò delle tue esperienze lavorative nel campo! Vedo che hai già un bel curriculum quando si parla di doppiaggio, speakeraggio, e spot pubblicitari. Per esempio sei voce di Helena Howard in “The Wilds”. Altre cose di cui puoi parlarci?
    Al momento mi sto dedicando molto ai videogiochi, poi ho fatto un personaggio nella serie animata “Bleach” che viene trasmessa su Amazon Prime, personaggi in serie come “Vikings” e ho fatto spot per aziende abbastanza importanti. Poi altre cose di cui non posso ancora parlare :-)

    Veniamo al dunque: ad un tratto hai deciso di partecipare a un casting, perché noi di VOCI.fm ne facciamo tantissimi, ne abbiamo uno in corso proprio adesso dove stiamo cercando tredici voci che poi andranno a lavorare non per trasmissioni ma per pubblicità, promo, e così via. Tu sei già dentro, quindi sei una delle voci ufficiali di VOCI.fm. Com'è andata?
    Io ho visto il casting perché stavo tenendo d'occhio il sito, ho pensato “non mi prenderanno mai, ma proviamo lo stesso”. In effetti è passato un pò di tempo e non avevo ricevuto notizie.


    E spiego anche perché: quando facciamo questi casting riceviamo tra le 1500 e le 2000 demo, e dobbiamo sentirle tutte una per una; volendo fare le cose per bene... le facciamo con calma. Però alla fine abbiamo scelto bene!
    Sì, infatti pensavo aveste scelto qualcun altro, poi mi è arrivata la notizia e sono rimasta stupita per un attimo. Sono stata molto contenta, il lavoro mi piace.

    Tra le altre cose possiamo dire che sei già in onda su VOCI.fm radio. Hai una voce fresca e radiofonica, molto bella, quindi ti faccio i complimenti perché puoi fare molta strada. A cosa punti? Cosa vorresti fare, radio o doppiaggio?
    Sicuramente entrambe le cose, se devo essere sincera. All'inizio ero molto più concentrata sul doppiaggio, poi ho scoperto lo speakeraggio e me ne sono innamorata. Certo, il doppiaggio è la passione di partenza.

    Ma se dovessi lavorare con una radio, a parte noi, con chi vorresti collaborare?
    Radio 105, con Tony Severo. Mi piacerebbe continuare con lui, ecco.

    Una grossa realtà, molto bene! Giorgia, io ti ringrazio per essere stata con noi in questa breve intervista, un modo per presentarti al nostro pubblico di VOCI.fm. Grazie e in bocca al lupo per tutto!
    Grazie mille a te, ciao ciao!


  • Manca pochissimo ormai all’appuntamento a Siracusa con “Voice Over - Festival del cinema e del doppiaggio Sotto le Stelle” e in attesa di volare in Sicilia, noi di VOCI.fm abbiamo scambiato due parole con la conduttrice e la regista della kermesse: Rossella Leone e Giulia Galati.

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti

     

    Divertirsi” e “divertire” le parola d’ordine per Rossella Leone e Giulia Galati, rispettivamente conduttrice (o meglio “presentattrice”) e regista di “Voice Over - Festival del Cinema e del Doppiaggio Sotto le Stelle”, settima edizione del “Premio Tonino Accolla” ideato e artisticamente diretto da Stefania Altavilla, che andrà in scena nella splendida cornice di Piazza Minerva a Ortigia - Siracusa, il 29 e 30 luglio 2022. Come ben sapete, in partnership ci saremo anche noi di VOCI.fm con il nostro main-sponsor “Voxyl Voce Gola”, integratore alimentare a base di erisimo, per il benessere della voce.Ma intanto abbiamo fatto quattro chiacchiere con loro per rubare delle anticipazioni e magari qualche chicca di quello che è e che sarà il loro ruolo nell’ambito della manifestazione dedicata alla professione del doppiaggio.

    Due serate ricche di ospiti, musica, spettacolo, doppiaggio live, premiazioni… Per coordinare il tutto “ci vuole tanta passione e conoscere bene il mondo del doppiaggio e dei doppiattori” ci spiega Giulia Galati, professionista realizzata in due ambiti ben distinti: è infatti avvocato e regista e autrice, anche se a volte i due mondi entrano creativamente in contatto, come ci rivela nella nostra video intervista. Quest’anno, tra l’altro, Giulia Galati si è portata a casa numerosi premi per il cortometraggio “Mai insieme a te” che tratta il tema importantissimo della violenza sulle donne e ha appena realizzato un altro film breve sul giudice Paolo Borsellino presentato il 19 luglio scorso, nel giorno dell’anniversario della sua morte a Palermo per mano di Cosa Nostra.
    Sfido chiunque a regalare quelle emozioni che loro danno soltanto con la voce” dice ammirata Rossella Leone sui doppiatori che, assieme a Mimmo Contestabile e Mario Cordova, andrà a presentare sul palco di “Voice Over”.

    Ma, come accennato, il suo sarà un ruolo di ‘presentattrice’ perché reciterà anche dei testi scritti appositamente da Giulia Galati ispirati anche alla vita reale, compresa quella del suo studio di avvocato da cui spesso ruba, per sua stessa ammissione, idee per le sue storie.
    Lo spirito con cui Rossella Leone salirà sul palco sarà brillante e sicuramente divertente, proprio come siamo abituati a vederla al cinema e in TV, ad esempio nei film “Vengo anch’io” di Corrado Nuzzo e Maria Di Biase, “Anche se è amore non si vede” e “La Matassa” di Ficarra e Picone e nella serie Netflix “Incastrati” del suo siciliano di cui si sta girando la seconda stagione, che l’ha vista condividere il set con il suo compagno di vita e d’arte Salvatore Ficarra.


  • Sarà tra i protagonisti de “Il Doppiattore La Voce oltre il buio” a fianco di Angelo Maggi la sera di sabato primo ottobre 2022 al Teatro Olimpico di Roma, evento che ci vedrà in prima fila con il nostro sponsor “Voxyl Voce Gola”. Parliamo di Giulia Luzi. Patrizia Simonetti l’ha video intervistata.

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti

     

    Torna “Il Doppiattore - La Voce oltre il buio”, lo spettacolo di Angelo Maggi (voce, tra agli altri, di Tom Hanks, Robert Downing Jr e del Commissario Winchester dei Simpson) che porta il doppiaggio in teatro, puntando a far conoscere la professione del doppiatore che, prima di tutto è, e deve essere un attore. Potevamo mancare noi di VOCI.fm? Infatti ci saremo con il nostro sponsor “Voxyl Voce Gola”. Tra lezioni, performance live e gag, il primo ottobre sul palcoscenico del Teatro Olimpico di Roma saliranno molti ospiti. E ci sarà anche Giulia Luzi che abbiamo video intervistato, che negli ultimi anni ha imparato ad amare e ad esercitare il meraviglioso mestiere della doppiatrice sempre con maggior successo, partendo dal canto. Giulia si esibirà sia con il padrone di casa in una performance su Mary Poppins e poi da sola eseguendo il brano “Parte del tuo mondo” dal film “La Sirenetta”.

    Giulia Luzi nasce infatti come cantante, una dote innata visto che a 9 anni, dopo un solo anno di lezioni di canto, entra nel favoloso mondo Disney chiamata a doppiare le parti cantate di molti personaggi di film, come, appunto, la piccola Ariel ne La Sirenetta 3. Dal 2006 al 2011 doppia nel canto Miley Cyrus nel ruolo di Miley Stewart alias Hanna Montana, dove peraltro c’è anche Angelo Maggi che dà voce al papà di Hanna, ovvero Robby Ray Stewart. Giulia canta anche ne L’era glaciale 2, in Winnie the Pooh, in Bambi 2, e nel film I Muppet. E intanto debutta anche come doppiatrice ‘parlata’ in un film horror intitolato “The Descent - Discesa Nelle Tenebre”.


    Nel 2020 fa cantare l’intraprendente Fei Fei, la protagonista di “Over The Moon - Il fantastico mondo di Lunaria”, film d’animazione Netflix. Il canto, la sua passione, porta Giulia anche sul palcoscenico nelle vesti di Giulietta (un nome una garanzia, insomma…) nel celebre musical “Romeo e Giulietta Ama e cambia il mondo” di Giuliano Peparini, produzione Zard. Non si è fatta mancare nulla Giulia Luzi, neanche il palco di Sanremo dove nel 2017 ha duettato con Raige in “Togliamoci la voglia”. Nuovo duetto nel 2020 con Samuel Storm in “Mon Amour”. Due gli album pubblicati: Amica Nemica nel 2011 e Togliamoci la voglia nel 2017.

    Come attrice l’abbiamo vista nel ruolo di Jolanda ne “I Cesaroni”, personaggio mantenuto anche nel musical omonimo, e di Giulia Biancofiori nella sesta e ottava stagione di “Un medico in famigli”a, cantando anche la sigla iniziale “Je T’aime”. Mentre nel 2015 è stata tra i concorrenti di “Tale e Quale Show”. Al cinema l’abbiamo vista in “Vinodentro” e, come ci rivela nella nostra videointervista, la sentiremo ancora sul grande schermo, e molto presto… C’è anche la radio nella poliedrica carriera di Giulia Luzi: nel 2020 è infatti a Radio Italia Anni 60 con "Su Per Giù...Lia!", programma di musica live da lei stessa ideato. E quest’anno, a luglio, ha vinto il Premio “Microfono d’Oro” proprio per la sua attività radiofonica.

  • Lei utilizza la propria voce in modo innovativo e particolare. E spopola sul web: prima con le audioletture di “50 sfumature”, adesso entrando nel vero e proprio mondo del doppiaggio. E' Giulia Segreti, una delle italiane più amate su YouTube, che svela a VOCI.fm qualche anteprima sui nuovi progetti. Ancora una volta al microfono di Marco Picchio.

    Intervista realizzata da Marco Picchio


    Amici di VOCI.fm, un saluto da parte di Marco Picchio. Eh si, a volte ritornano e, aggiungo io, anche molto piacevolmente! Oggi infatti parlarliamo ancora di doppiaggio e audioletture con Giulia Segreti. Buongiorno!
    Ciao e grazie mille per avermi ospitata ancora. Per me è un grande piacere stare qui!

    Allora un saluto anche a Barone Mark Kheel innanzitutto.
    Lui vi saluta. È qui vicino a me!

    Dopo il successo di “50 sfumature” e della tua pagina, con numero che superano i 14.000, cosa bolle in pentola? Io ho visto dai social che siete sempre nei vari studi a registrare, a doppiare. Cosa state combinando?
    Beh, più che altro, sto assistendo in vari studi importanti di Roma. Sto conoscendo altri doppiatori, quindi vedo anche loro all’opera ed è stupendo! Poi ho fatto adesso un film, si chiama “The Archer”, è una cosa nuova. Con gli audiolibri stiamo andando avanti, abbiamo anche un romanzo che si chiama “Piccolo grande amore”, un filo erotico. Molto, molto bello! Stiamo facendo tante cosine!


    A proposito di filone erotico, quanto ti piace parlare con la voce sexy?
    Mi piace tantissimo! All’inizio l’ho fatto così, per curiosità? Poi, per gioco, proviamo… da lì è scoppiata questa passione. 

    Allora facci un esempio, vai!
    (con voce sexy)“Ragazzi, andate a vedere VOCI.fm, perché lì trovate tantissime cose emozionanti, sentite le voci, i doppiatori, e trovate tante informazioni su di loro. Mi raccomando... andate su VOCI.fm!”

    Grande! Per chiudere, noi avevamo fatto una proposta a te e a Barone di creare una piccola rubrica proprio per il nostro sito; ci confermi che, magari con la stagione nuova, potremo parlare di questo progetto?
    Si, con piacere!


    Bene! Grazie a Giulia Segreti per essere stata con noi ancora una volta su VOCI.fm! E ricordate di visitare il suo canale.
    Ciao! Grazie a voi, davvero! È un piacere.

  • Giovanissima, neanche trentenne, ed è già una delle voci più note del web: Giulia Segreti, in coppia con il compagno e doppiatore Marco Cognini, realizza audioletture da 10.000.000 di visualizzazioni su YouTube e la loro interpretazione di “Cinquanta sfumature” è la più amata dagli italiani sul web. Un talento che non potevamo non notare noi di VOCI.fm: ecco l'intervista realizzata da Marco Picchio.

    Intervista realizzata da Marco Picchio


    Amici di VOCI.fm un saluto da Marco Picchio! È di doppiaggio e di audioletture che parliamo con la giovane ospite di oggi. Marchigiana (di Fermo), classe 1992, al telefono ho Giulia Segreti. Benvenuta!
    Buongiorno e grazie per avermi ospitato su VOCI.fm. È una grande emozione.

    Innanzitutto salutiamo anche Marco Cognini (in arte Barone Mark Kheel) visto che fate coppia sia nel lavoro che nella vita, siete molto affiatati. Da quanto tempo dura la vostra storia?
    Ci siamo conosciuti proprio per le audioletture, stavo cercando la voce maschile per un libro. Poi ho visto che Marco abitava vicino a casa mia, ci siamo visti, innamorati ed è nata questa storia. Ormai sono tre anni che stiamo insieme.


    Come e quando è cominciata la vostra esperienza nel mondo del doppiaggio? Quale scintilla ha accesso questa fiamma?
    Beh, io ero piccolina, non avevo nemmeno 9 anni. Mi sono appassionata a questo mondo ed ho iniziato per gioco. Poi da lì sono venute fuori le audioletture, perché ho pensato: “come posso far uscire le parole dal libro?” e mi è venuto in mente di abbinare doppiaggio e lettura: recitazione, effetti speciali, musica. Ed eccoci qua!

    Quindi faccio qualche titolo: le vostre audioletture riguardano “After”, “Io prima di te”, “Divergent”, “Hunger Games”, “Colpa delle stelle” e poi... “Cinquanta sfumature” che è quella che vi ha portato veramente fortuna! Noto che sono lavori drammatici, scenari post-apocalittici… perché questi e non altri?
    Perché io amo proprio le parti drammatiche, dove c’è la disperazione, dove si urla, dove c'è teatralità!

    È per questo che hai scelto questo tipo di filone. Ma, qualcosa di classico vi è venuto in mente di farlo?
    A me si, tanti anni fa, poi però non abbiamo mai svolto.

    Voi siete l’esempio vivente di come oggi il successo, anche nel mondo del doppiaggio, passi per i social-network. Perchè ad un certo punto decidete di aprire questo canale YouTube... ed è boom!
    Si, diciamo dalle letture di “Shadowhunters” c’è stato questo boom. Poi ho cercato di portare le letture di “Cinquanta sfumature”, che è una cosa molto erotica e alla gente è piaciuta e continua a piacere, per fortuna.


    Come ti sei trovata in questo ruolo un pò “erotico”?
    Mi piace moltissimo, soprattutto il libro. La seduzione attraverso la voce è una cosa nuova che ho sperimentato...

    Sei una doppiatrice autodidatta?
    No, in realtà io ho frequentato qualche anno fa il corso di doppiaggio da Roberto Chevaliera Roma. Poi, ho fatto teatro e... c’è ancora tanto da imparare :-)

    Qualche numero dei vostri canali social me lo puoi dare?
    Su YouTube io ho 29.000 iscritti, mentre il mio ragazzo ne ha 35.000.

    Beh, è un bel numero, posso dire che siete degli influencer! Cosa si devono aspettare nel futuro i vostri fan? Qualche progetto, anche nell’immediato?
    Adesso stiamo prendendo i libri di molte scrittrici che ci commissionano le audioletture, facciamo anche questo. Sicuramente continuiamo “After”, che è molto importante, e “Darker”.

     
    Giulia, senti in chiusura, un consiglio per gli amici della community di VOCI.fm che si approcciano al mondo del doppiaggio. Come si parte e come si può entrare in questo mondo? A parte avendo delle capacità, chiaramente.
    Si, oltre al talento, ci vuole sia fortuna che passione. Provare, chiedere tanto…

    Quindi “perseverare” perchè poi alla fine, se uno insiste ed ha capacità, da qualche parte arriva, no?
    Mai abbandonare i propri sogni. Cercare, provare e poi si vedrà! Un saluto a tutti gli amici di VOCI.fm e vi abbraccio tantissimo, siete gentilissimi. Grazie mille!

  • Sono ben 26 i “talent” che hanno prestato la propria voce ai personaggi diShow Dogs – Entriamo in scena”, il film - evento della Primavera 2018. E tra questi vip della televisione, della musica e dello spettacolo, c'è chi ha una vera e propria passione per la sala di doppiaggio, come l'attore Giulio Berutti, voce del cagnolino Dante. Ce lo racconta ai microfoni di Patrizia Simonetti per il #sitodellevoci

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


    Giulio Berruti nel ricco cast di doppiatori di “Show dogs"! Com’è stata questa esperienza da doppiatore?
    E' stata un'esperienza molto divertente. Io amo doppiare, l’ho già fatto tante altre volte, soprattutto nei miei film. Ma stavolta è stato davvero diverso.

    Che differenza c’è tra fare l’attore... e fare il cane :-) ?
    Quello dell’attore è un lavoro totalmente diverso rispetto a fare doppiaggio, un'arte che ti riporta a “giocare” con la recitazione, a prenderti meno sul serio, soprattutto quando si tratta di personaggi di questo tipo. Io, infatti, ho chiesto al direttore di doppiaggio (Massimiliano Alto, ndr), che è lo stesso che dei Simpson, di potermi chiamare. Insomma, trovo che sia molto divertente, perchè l’ironia salverà il mondo ed è una cosa che fa sempre bene.

    Il cane a cui tu dai la voce (o l’abbaio) si chiama Dante. Xhe tipo di personaggio è?
    Dante è uno Yorkshire che vince una competizione di bellezza e si incontra con il cane doppiato da Cristiano Malgioglio; hanno in comune lo stesso addestratore e si creano un po' di scambi di battute. Chiaramente in “Show Dogs” ognuno di noi fa soprattutto “camei”, tranne Giampaolo Morelli che dà voce al personaggio principale: Max, il cane-poliziotto. E' stato molto simpatico incontrare gli altri al doppiaggio… ore di “sano cazzeggio”.

    Quindi, ti sei divertito e pensi di rifarla una cosa del genere?
    Assolutamente si, già tanti anni fa ho avuto un pò di contatti con il doppiaggio, quando c’era Tonino Accolla, la voce di Homer Simpson. Con lui lavorai, feci “Futurama” ed altre parti. Poi, lui purtroppo ci ha lasciato ed ho fatto un po’ di fatica ad entrare nel giro del doppiaggio; però, piano piano, ci stiamo ritrovando.

    Chi ti piacerebbe doppiare?
    Beh, non lo so, innanzitutto mi piacerebbe ricominciare a farlo, ripartendo dai cartoni animati perché mi divertono molto e poi… vedremo. Certo è che l'Italia fa scuola nel doppiaggio, con voci che rimarranno impresse nella storia come quella di Ferruccio Amendola (Rocky, De Niro ecc.), tutta la famiglia Ward, Silvia Pepitoni, solo per fare qualche esempio. Un saluto a VOCI.fm e... a presto!

     

    GIULIO BERRUTI: CENNI BIOGRAFICI

    Giulio Maria Berruti, nato a Roma il 27 settembre 1984, è attore e doppiatore. Arriva alla notorietà nel 2007 grazie alla serie “La figlia di Elisa - Ritorno a Rivombrosa”, in onda su Canale 5, dove interpreta il ruolo del protagonista, il marchese Andrea Van Necker. Nel 2016 è uno dei protagonisti della serie “Matrimoni e altre follie” (è il cuoco Rocco Borgia) che in “Squadra antimafia - Il ritorno del boss” dove sostituisce Marco Bocci. Appassionato di doppiaggio, presta la voce ad alcuni personaggi nella sitcom “Futurama” ed è il cagnolino “Dante” nella family-comedy “Show Dogs – Entriamo in scena” (2018)

  • Giuseppe Rinaldi: un nome che per i fan e i doppiatori di tante generazioni risuona come un gigante. E' lui che studiamo sui libri di cinema, è sua la voce di Don Vito Corleone ne “Il padrino” o dell'Ispettore Jacques Closeau ne “La pantera rosa”. Sono solo due degli infiniti esempi di personaggi indimenticabili che hanno in comune la sua meravigliosa (e versatile) voce. Ripercorriamo la carriera di Giuseppe Rinaldi nel dossier di Alessandro Delfino.


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    Giuseppe Rinaldi è stato uno dei doppiatori più grandi del periodo d’oro del doppiaggio, probabilmente il più grande.

    Classe 1919, iniziò a lavorare nel mondo delle voci alla fine degli anni quaranta diventando in poco tempo la voce di baldi giovani hollywoodiani come Rock Hudson, Burt Lancaster, William Holden e tanti altri.

    La sua recitazione fresca e spontanea cominciò a portare novità nel panorama recitativo dell’epoca, abituato alle belle voci musicali di grandi attori come Emilio Cigoli, Lydia Simoneschi, Gualtiero De Angelis e tanti altri.

    Ma fu nel 1956 che Rinaldi doppiò per la prima volta uno degli attori che si sarebbe portato per tutta la sua carriera: Paul Newman; nel film "Lassù qualcuno mi ama", Newman interpreta il pugile italo-americano donandogli un magnifico accento italiano, mentre nella nostra versione Rinaldi gli conferisce un accento napoletano che riesce a restituire in pieno la parlata di strada e ingenua di Graziano.

    Da quel momento, salvo eccezioni, Rinaldi diventa la voce ufficiale di Paul Newman doppiandolo nei suoi film più importanti: "La gatta sul tetto che scotta", "Il sipario strappato", "Lo spaccone", "L’agente speciale Mackinyosh", "La stangata", "Il colore dei soldi", "Mister Hula Hoop", "La vita a modo mio" e tanti altri. Se Newman insieme a Marlon Brando è considerato il primo dei grandi attori della New Hollywood a portare novità e verità nella recitazione (dando poi il via negli anni sessanta e settanta ad attori come Al Pacino, Robert De Niro, Jack Nicholson, Dustin Hoffman e tanti altri) Rinaldi lo è stato per il doppiaggio (portando attori rivoluzionari al leggio come Ferruccio Amendola, Cesare Barbetti, Oreste Lionello e tanti altri).

    Parlando di Marlon Brando, il collegamento con Newman è più vicino di quello che si pensa... almeno in Italia: infatti anche questo grande attore ha la voce di Giuseppe Rinaldi, che riesce a scindere alla perfezione i due attori arrivando addirittura a conferire un fascino in più alla voce di Brando (molto particolare in originale). Lo doppia per la prima volta nel primo film in assoluto da protagonista di Brando, "Il mio corpo ti appartiene", nella parte di un reduce della seconda guerra mondiale rimasto paralizzato; e lo seguirà in tanti film dell’attore: "I due seduttori", "Queimada", "Ultimo tango a Parigi", "Superman", ma soprattutto "Il Padrino", dove ancora una volta, dove Brando sfoggia un accento italo-americano, Rinaldi gli conferisce un accento siciliano, donandogli umanità e grandezza.



    Ultimi ma non meno importanti due attori comici brillanti, Jack Lemmon e Peter Sellers: diversissimi tra loro (più comico classico, più rivoluzionario e demenziale il secondo) tanto che Rinaldi riesce ad adeguarsi e a mimetizzarsi non facendo mai capire al pubblico che le due star sono doppiate in Italia dalla stessa persona.

    Tantissimi i titoli variegati e famosi dei due doppiati da Rinaldi: "Prima pagina", "Salvate la tigre", "La strana coppia", "A qualcuno piace caldo" (dove Rinaldi segue meticolosamente il doppio ruolo di Jerry e Daphne interpretati da Lemmon) e "Il dottor Stranamore", "Oltre il giardino", "Ciao Pussycat", ma soprattutto il personaggio di Jacque Closeau nei film della "Pantera Rosa", dove Rinaldi sfoggia un accento francese divertentissimo.

    Dotato di un’ironia di altri tempi e per niente timoroso nei confronti delle star a cui prestava la voce (Frank Sinatra incontrandolo gli chiese: "Ma tu mi doppi anche quando canto?" E lui rispose: "Naturale! E’ per questo che ti chiamano The Voice") Giuseppe Rinaldi ancora oggi rimane una grossa fetta del doppiaggio, ma anche del grande cinema classico, e se dopo ben undici anni dalla sua morte viene ricordato e amato dai giovani attori e doppiatori non si può che concludere con una frase: "Lassù (ma soprattutto quaggiù) qualcuno lo ama"!

    Articolo a cura di Alessandro Delfino


    Le voci più belle di Giuseppe Rinaldi

    1. Paul Newman (Rocky Graziano) in “Lassù qualcuno mi ama”

    2. Jack Lemmon (Jerry / Daphne) in “A qualcuno piace caldo”

    3. Paul Newman (Brick Pollitt) in “La gatta sul tetto che scotta”

    4. Marlon Brando (Valentin Xavier) in “Pelle di serpente”

    5. Paul Newman (Eddie Felson) in “Lo spaccone”

    6. Peter Sellers (Ispettore Jacques Closeau) in “La pantera rosa”

    7. David Tomlinson (George Banks) in “Mary Poppins”

    8. Peter Sellers (Colonello Lionel Mandrake) in “Il dottor Stranamore”

    9. Jack Lemmon (Felix Ungar) in “La strana coppia”

    10. Charles Bronson (Armonica) in “C’era una volta il West”

    11. Marlon Brando (Don Vito Corleone) in “Il padrino”

    12. Paul Newman (Henry Gondorff) in “La stangata”

    13. Marlon Brando (Paul) in “Ultimo tango a Parigi”

    14. Charles Bronson (Paul Kersey) in “Il giustiziere della notte”

    15. Paul Newman (Eddie Felson) in “Il colore dei soldi”

    16. Marlon Brando (Mc Carty) in “Il coraggioso”

  • Alberto Sordi e Vittorio Gassman ma anche Raoul Bova e Laura Chiatti, oppure Pierfrancesco Favino o Claudio Bisio;solo per fare qualche esempio. Sappiamo tutti che si tratta di famosi volti del piccolo e grande schermo. Ma in pochi conosciamo le loro esperienze in sala di doppiaggio. Perché moltissimi attori di fama prestano la propria voce a personaggi stranieri o cartoni animati. E in pochi lo sanno. Ne parliamo in questo interessante dossier a cura di Alessandro Delfino.

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    L’importanza del doppiaggio è tale da toccare anche altri rami della recitazione: il teatro, la televisione e, naturalmente, il cinema.

    Nonostante in passato molti registi italiani si sono lamentati del doppiaggio perché “falsava” le loro opere originarie, molti altri lo hanno usato in maniera smisurata: Federico Fellini, Sergio Leone, Luchino Visconti, Giuseppe Tornatore, Gabriele Salvatores, Gabriele Muccino e la lista potrebbe continuare all’infinito.

    Ai tempi del dopoguerra i cineasti spesso sceglievano delle facce perfette per il loro film molto adatte alla realtà quotidiana (neorealismo), ma purtroppo spesso comparse e non attori; da lì si rimediava col doppiaggio, usando gli attori al leggio per donare verità a quei film.

    Negli anni sessanta e settanta, con l’avvento dei film di genere, si usava spesso far doppiare gli attori di quei film per svariati motivi: star straniere utilizzate per esportare il film all’estero ma che recitavano nella loro lingua, interpreti di un dialetto opposto a quello che serviva al film, personaggi che dovevano sembrare americani o messicani, o semplicemente atleti molto adatti al ruolo, ma con scarse capacità recitative.

    Da allora ad oggi, molti famosi attori cinematografici si sono cimentati almeno una volta nel doppiaggio, molti anche in maniera continuativa: pensiamo ad Alberto Sordi o Nino Manfredi che sono proprio partiti doppiando molti personaggi prima di avere successo nel cinema (Alberto Sordi rimane ancora oggi famoso per essere la voce di Oliver Hardy del celebre duo "Stanlio e Ollio"); o a Gigi Proietti (voce di Sylvester Stallone nel film "Rocky", Robert De Niro in "Mean Streets" e "Casinò", il Genio della lampada nella trilogia animata della Disney e Ian McKellen nel ruolo del mago Gandalf nella trilogia di "Lo Hobbit") Leo Gullotta (Burt Young in "Rocky", Joe Pesci in "Mio cugino Vincenzo", il mammut Manny nella saga animata "L’era glaciale" e nuova voce di Woody Allen dal 2012), Oreste Lionello (voce di Gene Wilder, ma soprattutto voce storica di Woody Allen), Giancarlo Giannini (voce ufficiale di Al Pacino, Jack Nicholson, Michael Douglas), Enrico Maria Salerno (voce di Clint Eastwood nei tre famosi western di Sergio Leone), chi più chi meno stabili e magnifici attori al leggio.



    Qualunque attore o attrice famosa si è auto-doppiato almeno una volta, soprattutto quando succedeva di dover recitare in lingua straniera con un grande divo americano: è successo ad Anna Magnani con Marlon Brando in "Pelle di serpente", a Sophia Loren in diversi film, Gina Lollogibrida con Sean Connery nel film di Alfred Hitchcock "La donna di paglia"; è una tecnica difficilissima, considerando che bisogna ridoppiarsi facendo attenzione al sync e soprattutto dover riprodurre a freddo e in una sala buia le emozioni provate sul set in quel momento.

    Ad oggi il doppiaggio rimane un punto importante per tutti gli attori cinematografici, che da Pierfrancesco Favino a Claudio Santamaria, da Cristiana Capotondi a Monica Bellucci, han provato tutti almeno una volta; succede soprattutto con i prodotti di animazione.

    Spesso, come in America usano grandi attori americani, da noi in Italia si punta sulla star nostrana per portare il pubblico al cinema: spesso i risultati sono ottimi, altre volte meno, ma resta comunque da dire che, nonostante molti detrattori  e sostenitori dei sottotitoli, il doppiaggio in Italia continua a rimanere un riferimento, non solo per gli artisti, ma anche per noi che amiamo sederci sulla poltrona e ascoltare una storia.

    Le voci cinematografiche più belle del doppiaggio: 

    1. Alberto Sordi (voce di Oliver Hardy) con Mauro Zambuto (voce di Stan Laurel) in “I figli del deserto”
    2. Nino Manfredi (voce di Earl Holliman) in “Il pianeta proibito”
    3. Anna Magnani e Giuseppe Rinaldi (voce di Marlon Brando) in “Pelle di serpente”
    4. Enrico Maria Salerno (voce di Clint Eastwood) in “Per un pugno di dollari”
    5. Oreste Lionello (voce di Woody Allen) in “Provaci ancora Sam”
    6. Gigi Proietti (voce di Sylvester Stallone) in “Rocky”
    7. Leo Gullotta (voce di Burt Young) in “Rocky”
    8. Giancarlo Giannini (voce di Al Pacino) in “Quel pomeriggio di un giorno da cani”
    9. Vittorio Gassman (voce di Mufasa) in “Il re leone”
    10. Raoul Bova (voce di Ercole) in “Hercules”
    11. Claudio Bisio (voce di Sid) in “L’era glaciale 3”
    12. Mariangela Melato (voce di Annette Bening) in “La diva Julia”
    13. Claudio Santamaria (voce di Christian Bale) in “Il cavaliere oscuro”
    14. Pierfrancesco Favino (voce di Michael Shannon) in “Revolutionary Road”
    15. Laura Chiatti (voce di Rapunzel) in “Rapunzel - l’intreccio della torre”
    16. Enrico Brignano (voce di Olaf) in “Frozen - Il regno di ghiaccio”

    Articolo a cura di Alessandro Delfino

  • Sarà al cinema da Mercoledi 19 Settembre 2018 l'attesissimo sequel de “Gli Incredibili”, capolavoro Disney Pixar del 2004 che torna dopo 14 anni promettendo grandi numeri. Già a partire dal cast di doppiatori che mette insieme, sotto l'abile direzione di Massimiliano Manfredi, “mostri sacri” del doppiaggio come Massimo Corvo e “talent” mai visti in sala, come la giovane campionessa paralimpica Bebe Vio. Per VOCI.fm non poteva mancare Patrizia Simonetti all'anteprima de “Gli Incredibili 2”, per incontrare le voci di Amanda Lear, Tiberio Timperi, Orso Maria Guerrini e, appunto, Bebe Vio. Ecco a voi lo speciale firmato #sitodellevoci

    Servizio a cura di Patrizia Simonetti

    Uscito nelle sale americane il 15 giugno 2018, "Gli Incredibili 2" ha registrato incassi da record, battendo sul colpo il primo episodio e piazzandosi nella top-five dei film più visti in America nella prima parte del 2018. Nei cinema italiani arriverà il 19 settembre 2018, dopo un'anteprima (in versione originale), al Giffoni Film Festival.

    Come in tutti i film Disney Pixar che si rispettino, la trama racconta una storia attuale e credibilissima, seppure tra peripezie e avventure da supereroi.

    Bob Parr, marito di Helen e conosciuto anche come Mr. Incredibile, rimane a casa a badare ai loro figli, Violetta, Flash e Jack-Jack, mentre sua moglie prosegue la lotta contro il crimine, come parte integrante di una campagna a favore del ritorno alla legalità dei supereroi. Tuttavia, insieme a Siberius, i membri della famiglia Parr devono fronteggiare il piano di una nuova cattiva, l'Ipnotizzaschermi.

    La direzione de “Gli Incredibili 2 “ è affidata ad un grande regista come Brad Bird ("Il Gigante di Ferro", "Gli Incredibili – Una Normale Famiglia di Supereroi", "Ratatouille"), con la produzione di John Walker ("Gli Incredibili – Una Normale Famiglia di Supereroi", "Tomorrowland – Il Mondo di Domani") e Nicole Grindle (il cortometraggio "Sanjay’s Super Team", produttrice associata di "Toy Story 3 – La Grande Fuga").

    Se nella versione originale del film a dare la loro voce ai protagonisti sono personaggi più che noti, in alcuni casi stelle del cinema internazionale come Craig T. Nelson (Robert Parr / Mr. Incredibile), Holly Hunter (Helen Parr / Elastigirl), Sarah Vowell (Violetta Parr), Samuel L. Jackson (Lucius Best / Siberius), Bob Odenkirk (Winston Deavor), Phil LaMarr (Krushhauer), anche per la versione italiana - dove è sempre Isabella Rossellini a far parlare l'ambasciatrice - si sono scelti, oltre a grandi doppiatori come Massimo Corvo (Lucius Best / Siberius), Fabrizio Pucci (Robert "Bob" Parr / Mr. Incredibile), Giovanna Rapattoni (Helen Parr / Elastigirl) e Alessia Amendola (Violetta Parr), volti (e voci) note del mondo dello spettacolo in genere, come Ambra Angiolini per Evelyn Deavor che nella versione originale è doppiata da Catherine Keener, che però non era presente all'anteprima romana del film.

    C'erano invece Amanda Lear per Edna Mode che nella versione originale ha la voce dello stesso regista Brad Bird, la campionessa paralimpica Bebe Vio per Karen / Voyd originalmente doppiata da Sophia Bushper, Tiberio Timperi per Chad Brentley che in originale parla con la voce di Adam Gates, e Orso Maria Guerrini per Rick Dicker doppiato in americano da Jonathan Banks.

  • Siete a caccia di un pre-amplificatore economico che suoni bene? Allora oggi abbiamo una buona soluzione! Mario Loreti ha testato per VOCI.fm il “Golden Age Pre 73”, che sembra perfetto per l'home-studio. Sentiamo se suona davvero bene come molti dicono.

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta subito lo speaker Mario Loreti

    Avendo dovuto smantellare il mio studio di registrazione per ragioni personali, mi sono preso un pò di pausa forzata dal lavoro e da VOCI.fm, però al tempo stesso ho rinnovato qualche strumento ed ho anche acquistato un pre-amplificatoreNeve 1073” e quello che molti definiscono il suo clone, il “Golden Age Project Pre 73”.

    Oggi ci occuperemo proprio di quest'ultimo, analizzandone a fondo caratteristiche, pregi e difetti e cercando di confrontarlo con il “Neve 1073”, che costa molto di più.

    Iniziamo col dire che, visivamente, questo preamplificatore sembra molto vintage, anche se in realtà di vintage ha poco, a parte il suono che cerca di emulare. Di buono c'è che, come nei veri preamplificatori vintage, questa unità non ha circuiti integrati inseriti nel percorso del segnale audio.

    Si tratta di uno strumento dai controlli essenziali, senza fronzoli, che non sfigurerà sicuramente nel vostro studio, ne a livello di immagine ne di suono.

    Le funzionalità a disposizione sono molte, alcune delle quali si trovano solo su preamplificatori di fascia (e costo!) superiore.

    Questa macchina, piccola nelle dimensioni ma potente nelle prestazioni, dispone di un input microfonico con alimentazione phantom, un gain che può arrivare fino ad 80 Db, il filtro passa-alto con uno switch per togliere 3 DB a 40 o 170 HZ (può servire per eliminare rumori di fondo), 6 DB / octave, un air-EQ a 2 posizioni, +3 o +6 DB a circa 30 KHZ e la possibilità di scegliere l'impedenza tra 1200 Ohm o 300 Ohm.

    L'indicatore del livello del segnale, ovvero il VuMeter, è a 4 led.


    L'ingresso è combo, vale a dire che ci si può collegare un microfono sia con un cavo XLR che con un Jack 6.3, in più c'è anche un ingresso per il collegamento con una chitarra ed un'uscita line / instrument.

    L'alimentatore per il collegamento alla corrente è incluso nella confezione.

    Le funzioni sono tutte accessibili tramite dei comodi pulsanti o delle piccole levette. Il gain e l’output si regolano con delle wheel a scatti, l’ultimo tasto a destra consente di emulare il suono di un preamplificatore vintage (forse troppo), ma è una funzione utile da provare almeno una volta.

    Il prezzo oscilla tra i 300 ed i 350 euro, quindi davvero una cifra accessibile per chi vuole lavorare di qualità senza però “svenarsi”.

    E il suono? Vi faccio ascoltare volutamente qualcosa in bianco (senza base). Quindi, se già non state ascoltando l'articolo ma lo state solo leggendo, vale la pena di cliccare sul tasto “Play”.

    QUI trovate anche il test audio separato dal podcast, scaricabile liberamente perché possiate importarlo e analizzarlo nel vostro software audio preferito.



    Il microfono usato in questo test è un “Neumann U87”, il segnale finisce poi in una scheda audio piccolina ma molto valida, la "RME Babyface".

    Ma quindi il “Golden Age Pre 73” può davvero essere paragonato al “Neve 1073”?

    Secondo me no, suona come un Focusrite di fascia alta ma per raggiungere il “Neve 1073” c'è ancora qualche passo da fare. Certo, il “Neve” costa 10 volte tanto, direte... e non posso che darvi ragione!

    In sintesi, il “Golden Age Pre 73” è un preamplificatore che stupisce nel rapporto qualità-prezzo ed è indiscutibile che suoni meglio di tante altre unità di marche più blasonate sulla stessa fascia.

    Voi cosa ne pensate? Lo usereste per le vostre produzioni con la voce? Fatecelo sapere.

    Io tornerò a parlare di audio-equipment professionale qui, sul BLOG di VOCI.fm. Un saluto da Mario Loreti.
      

  • Si è svolta giovedì sera a Roma l’undicesima edizione del Gran Premio Internazionale del Doppiaggio tra premiazioni, ospiti e gag firmate soprattutto da Pino Insegno, conduttore della serata con Monica Marangoni, e per un po’ anche con Luca Ward. Noi di VOCI.fm c’eravamo, ecco la video sintesi della serata realizzata da Patrizia Simonetti.

  • Si è svolto venerdì sera a Roma il “Gran Premio Internazionale del Doppiaggio”, tornato in presenza con il claim #Rinascimento. Per VOCI.fm era in sala Patrizia Simonetti che ci racconta tutto in questo articolo e nella video-sintesi dello show.

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti

     

    Al “Gran Premio Internazionale del Doppiaggio” è tornato live dopo l'edizione scorsa in streaming a causa della pandemia. Abbandonata tuttavia la storica location dell'Auditorium Parco della Musica di Roma, si è optato per il Teatro Eliseo per un'edizione decisamente più intima e semplice. Sempre condotta da Pino Insegno, la tredicesima edizione del Gran Premio Internazionale del Doppiaggio che ha scelto il claim #Rinascimento per celebrare e augurare una rinascita dell’audiovisivo nella sua accezione più sociale, si è aperta con il “Coro che non c'è” diretto da Dodo Versino, una realtà canora composta spontaneamente dai cori di alcuni licei e università capitolini. Entrando poi subito nel vivo con la consegna del Premio alla Carriera a Michele Gammino.


    Sul palco è salito poi l'ideatore e direttore artistico Filippo Cellini che ha ricordato il lavoro impegnativo degli ultimi due anni con l'obiettivo di “dare un pò di voce al doppiaggio” e ha annunciato i traguardi raggiunti, come il decreto legislativo che per la prima volta estenderà il diritto d’autore al Direttore del Doppiaggio, l’introduzione del “Bollino di qualità” e l'istituzione di un corso professionale dedicato al Doppiaggio presso il “Centro Sperimentale di Cinematografia”: per l'occasione è intervenuta in collegamentola Presidente del Centro Marta Donzelli.


    Poi via via la consegna degli altri riconoscimenti, anche se diversi premiati non erano presenti in sala impegnati altrove per lavoro. Come Francesco Pannofino in tournée con lo spettacolo teatrale “Mine Vaganti”, e allora a ritirare il premio come “Miglior doppiatore maschile” per il film “The Tragedy of Macbeth” (Apple) che ha vinto anche per la categoria “Edizioni d'autore”, in cui Pannofino dà voce a Denzel Whashington, è stato il figlio Andrea. Presente invece Barbara De Bortoli premiata come miglior voce femminile per il film “Madres Paralelas” (Warner Bros Italia) dove doppia Penelope Cruz.


    Il premio come “Miglior traduzione e adattamento” andato a "Malcom e Marie" e destinato a Davide Quadraro, è stato ritirato dall'amico e collega Fabrizio Mazzotta, protagonista con Pino Insegno di una breve e divertente gag. Così come esilarante è stato l'immancabile doppiaggio demenziale in diretta di Fabio Celenza. E così anche la performance di Johnny Palomba con le sue "recinzioni" in romanesco, in primis quella di una serie TV mai doppiata, peraltro attualissima visto che giovedì parte la tredicesima storica stagione: Don Matteo.


    Per ritirare il premio al “Miglior film d'animazione, e cioè “Sing 2” (Universal Pictures), e quello alla direzione del doppiaggio vinto da Carlo Cosolo per “Dune” (Warner Bros), sono salite sul palco le rispettive assistenti al doppiaggio Francesca Lucchese e Andreina D'Andreis. Come miglior film è stato premiato “Il potere del cane” (Netflix): il discorso del direttore del doppiaggio Rodolfo Bianchi ha puntato sul modo di lavorare al leggio che per le nuove generazioni di doppiatori sarà assolutamente diverso, anche per la disponibilità di nuove tecnologie. La menzione speciale del pubblico social è andata alla giovane doppiatrice Sara Vitagliano, felicissima nel ritirare il suo premio.


    Il Premio per il “Miglior Assistente al doppiaggio” è andato a Federica Livio e quello per “Miglior fonico di sala” a Christian Murgia. “Spiderman no way Home” della Warner Bros Italia ha vinto il Premio per il miglior mixage. “Miglior Serie Tv Comedy” e la “Miglior Serie Tv Drama" rispettivamente "The Marvelous Mrs. Maisel” (Amazon Studios) e “Domina” (Sky Original). Per la categoria “Miglior Documentario”, novità di questo anno, ha vinto “The Tiger Mafia” (Amazon Studios). Pino Insegno ha lanciato poi una proposta: una gara di doppiaggio tra professionisti italiani e stranieri giudicati da una giuria internazionale. Staremo a vedere. Un'altra proposta invece, ben più importante, lanciata qualche anno fa, ha avuto invece un gran bell'epilogo: si tratta di un'iniziativa volta a regalare la propria voce ai malati di SLA che per la loro malattia il più delle volte la perdono, dovendo ricorrere a quella robotica, e quindi priva di emozioni, dei loro apparecchi elettronici. E questo anche grazie al sostegno del co-fondatore, assieme alla moglie Isabelle Andrieu, di Translated, la società di traduzioni più importante al mondo, che è italiana: l'ingegner Marco Trombetti, anche lui salito sul palco del “Gran Premio Internazionale del Doppiaggio”.


  • Al Teatro Sala Umberto di Roma è andata in scena la 14esima edizione delGran Premio del Doppiaggiocondotto, come sempre, da Pino Insegno. Per VOCI.fm c’era Patrizia Simonetti, questo lo speciale che ha realizzato per voi.

  • Agibilita' ex-EnpalsInail, Cud e tutti gli adempimenti burocratici vi fanno venire il mal di testa? Ma no! Basta scaricare gratis “Il Manuale dell’Artista”, realizzato dalla cooperativa “Esibirsi” e scoprire che c’è uno staff che può far tutto per noi, a condizioni molto convenienti. Ne parliamo con Giuliano Biasin, dal 2002 a capo del progetto, intervistato per VOCI.fm da Marco Picchio.

    Intervista realizzata da Marco Picchio

    Amici di VOCI.fm un saluto da Marco Picchio. L’intervista di oggi vuol essere un suggerimento per tutti coloro che operano nel mondo dello spettacolo. C’è infatti tanta disinformazione sulle leggi che regolano questo settore. A fare un po’ di chiarezza sull’argomento, ci aiuta Giuliano Biasin di “Esibirsi”, partner di VOCI.fm. Benvenuto Giuliano!
    Grazie mille a voi di avermi contattato.

    Ho in mano proprio “Il Manuale dell’Artista”, ma di questo parleremo più avanti. Vorremmo subito sapere quali sono i principali adempimenti fiscali e burocratici a cui un lavoratore dello spettacolo si deve attenere?
    Va detto innanzitutto che il primo responsabile della “messa in regola” di un artista di qualunque categoria è sempre il datore di lavoro. Quindi è chi commissiona il lavoro che deve, per primo, pensare a regolarizzare questo tipo di posizione. Si parla dei gestori di locali nel caso dell’intrattenimento, oppure di radio o studi di registrazione parlando di speaker, doppiatori e voci in genere. Poi, nel caso che ci interessa, può essere l’artista stesso a gestire la propria situazione attraverso una partita IVA personale oppure entrando a far parte di una cooperativa come “Esibirsi”. Si parla di regolarizzazione “fiscale”, nel senso che l’artista deve essere pagato in modo “ufficiale”, e di regolarizzazione “contributiva”, in riferimento ai versamenti per la futura pensione. In quest’ultimo settore rientra il documento di agibilità che conferma il fatto che, per quella determinata data lavorativa, verranno versati i contributi.



    Cos’è e come opera “Esibirsi”?
    “Esibirsi” è nata nel 2002 per andare incontro proprio all’esigenza da parte degli artisti di regolarizzarsi dal punto di vista fiscale e contributivo, sgravando i committenti di tutta la parte burocratica senza dover spendere cifre assurde. Quando siamo partiti c’erano tante altre cooperative già attive in Italia ma noi abbiamo “rotto il mercato” chiedendo 1/6 rispetto alla media nazionale, con l’obiettivo di aiutare gli artisti e non di speculare. Poi, negli anni, abbiamo aumentato i servizi, integrato il supporto promozionale attraverso il nostro portale, forniamo assicurazione specificaecc.

    Quali sono le categorie che possono essere assistite da “Esibirsi”? Facciamo degli esempi legati al mondo della voce: speaker, doppiatori, dj, possono?
    Certamente, una doppiatrice si è iscritta proprio l’altro ieri. Lavoriamo con vocalist, presentatori, cantanti, musicisti ecc. Escludiamo ballerini e service audio-luci perché esulano dal tipo di contratto che applichiamo.

    Arriviamo al “Manuale dell’Artista”, che potete scaricare dal link in fondo a questa pagina. Cos’è, nel dettaglio, “Il Manuale dell’Artista” di Giuliano Biasin?
    Il Manuale dell’Artista” parte dalle domande e dagli articoli protagonisti negli anni del blog di “Esibirsi”, oltre che dalle esperienze nei vari workshop organizzati dalla nostra cooperativa. Visto l’interesse, ho ben pensato di racchiudere tutto in una pubblicazione che, prima di tutto, deve risultare intuitiva e di facile comprensione, anche da un punto di vista grafico. Proprio perché agli artisti non piace perdersi dietro letture lunghe e difficili, ho cercato di rendere tutto molto “snello”. “Il Manuale dell’Artista” credo sia uno strumento utile per chi fa questo mestiere.

    Infatti me lo sono letto tutto perché scorre velocemente ed è graficamente carino!
    L’obiettivo è proprio questo. Siamo alla seconda edizione, stampata in 3000 copie cartacee e disponibile anche in free-download, che segue un buon successo della prima versione, scaricata circa 6000 volte.

    E quindi vi diamo anche una mano noi di VOCI.fm, con questo link per avere subito GRATIS il pdf de “Il Manuale dell’Artista”. Qualche contatto per conoscere tutti i servizi di “Esibirsi”?
    Sul sito www.esibirsi.it si trova tutto, compreso i costi nel dettaglio, così l’artista può capire facilmente se è il servizio che fa per lui e decidere se iscriversi o meno. Poi il numero di telefono 0434 696139, attivo dal lunedi al venerdi orario continuato 09.00 - 17.30.

    Grazie a Giuliano Biasin di “Esibirsi” e buon lavoro
    Grazie a VOCI.fm

    Vuoi leggere subito "Il Manuale dell'Artista" di Giuliano Biasin? Scarica il PDF

  • Su VOCI.fm Stefania Dallio ha intervistato l'attore e doppiatore Guido Rutta, molto noto nel magico mondo dei cartoni animati. Buon ascolto. 

  • Serata importante quella di stasera di “Voice Over - Festival del Cinema e del Doppiaggio - Premio Tonino Accolla 2023”, per i sei allievi che si cimenteranno sul palco in un doppiaggio live. Patrizia Simonetti li ha video intervistati a poche ore dalla grande prova.

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  • Giovedi 23 Novembre, VOCI.fm era al Premio Internazionale del Doppiaggio di Roma, il più importante galà dedicato ai professionisti del leggio. Presentatori dell'evento Pino Insegno e Monica Marangoni. Guarda lo special-video realizzato dalla nostra inviata Patrizia Simonetti.

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


    Grande festa giovedi 23 novembre all'Auditorium Parco della Musica di Roma per la nona edizione del Premio Internazionale del Doppiaggio - che annovera in Italia 2.100 professionisti per 90 milioni di euro di fatturato - un vero e proprio spettacolo con musica e sketches, organizzato anche quest'anno da Pino Insegno - vero mattatore della serata - e da Filippo Cellini, presidente INCE Media e ideatore del Premio, presentato in grande stile dallo stesso Insegno e dalla conduttrice Rai Monica Marangoni e realizzato con il contributo del MiBACT e con il sostegno della SIAE - Società Italiana degli Autori ed Editori - e del NUOVO IMAIE, con l'obiettivo di premiare le migliori voci del cinema, delle serie-tv e dei film di animazione, gli adattatori dei dialoghi, i direttori del doppiaggio, i mixage, gli assistenti di doppiaggio, i fonici di doppiaggio e le edizioni d’autore. Consegnati anche i "Premi alla Carriera" a Filippo Ottoni e a Luciano De Ambrosis. Diversi gli artisti che si sono alternati sul palco della Sala Sinopoli dell'Auditorium, tra cui Alex Britti, Alan Sorrenti, Ivan Dalia, Massimo Lopez, Christian De Sica, Anna Safroncik. Nel corso della serata è stato letto da Pino Insegno un messaggio augurale del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, come potete anche vedere e ascoltare nel nostro speciale video.

    Questo il testo della lettera del Capo dello Stato:

    Desidero esprimere vivo apprezzamento per l’iniziativa rivolta a mettere in luce un'eccellenza della produzione culturale italiana come è quella dell’attività del doppiaggio. Veicolo importante degli scambi culturali, il doppiaggio delle opere televisive e cinematografiche adempie alla funzione, analogamente sviluppata dalla traduzione di opere letterarie, di accesso del grande pubblico alla creatività di autori in lingue diverse dalla nostra. La circolazione e la reciproca conoscenza di valori, modelli di vita, esperienze, deve molto all’attività di doppiaggio che consente di vivere in modo diretto i messaggi di opere provenienti dall’estero. Linguistica, semiologia e fonologia sono interpellate dall’attività di doppiaggio che richiede adattamento di dialoghi, capacità di interpretazione da parte degli attori, competenze tecniche maturate negli anni per coordinare nuove colonne sonore alle immagini. Il coinvolgimento delle Università in questa opera ne convalida gli aspetti di vera e propria industria culturale italiana, le cui radici risalgono anni trenta del secolo scorso. Con vive espressioni augurali invio i miei saluti agli organizzatori e partecipanti”. L’evento, come racconta Pino Insegno nella nostra videointervista, è stato infatti preceduto da tre seminari universitari sulla qualità del doppiaggio e sul diritto d’autore presso La Sapienza, RomaTre e Unint e da un Convegno alla LUISS intitolato Il doppiaggio, un’eccellenza italiana nel corso del quale è stata ribadita la necessità di riordinare le regole del settore, stabilendo anche un diverso riconoscimento del diritto del direttore del doppiaggio, di fatto registadell'edizione italiana dell'opera.

    Durante la serata, la nota doppiatrice Eleonora De Angelis ha presentato sul palco "Vix Vocal", la rivoluzionaria applicazione in stile "Shazam" per riconoscere le voci dei doppiatori, con tante altre funzioni al servizio di chi lavora in questo mondo. Disponibile da qualche settimana per dispositivi Apple iOS, proprio in occasione del Premio Internazionale del Doppiaggio è stata rilasciata anche la versione Android. Vuoi saperne di più sul'App "Vix Vocal"? Ascolta la nostra intervista allo staff


    I vincitori del Premio Internazionale del Doppiaggio 2017:

    MIGLIOR FILM "La La Land" – Antonella Canturi di 01 Distribution

    MIGLIORE DIRETTORE Carlo Valli per "Barriere"

    MIGLIOR DOPPIATORE PROTAGONISTA Francesco Pannofino in "Barriere" nel ruolo di Troy Maxson

    MIGLIOR DOPPIATRICE PROTAGONISTA Angiola Baggi in "Elle" nel ruolo di Michele Leblanc

    MIGLIOR ADATTAMENTO Valerio Piccolo per Florence premiato da M.Andrea Ettorre (Direttore Marketing SIAE)

    MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE "Baby Boss" consegnato da Enzo Sciotti a Rosetta Fortezza (Twenty Century Fox)

    MIGLIOR SERIE TV Westworld - Sky Atlantic HD consegnato da Alex Britti a Paola Rongione per Sky Atlantic Hd

    MIGLIOR DOPPIATORE SERIE TV Rodolfo Bianchi in "Genius" nel ruolo di Albert Einstein premiato da Filippo Cellini

    MIGLIOR DOPPIATRICE SERIE TV Barbara De Bortoli in "Homeland", premiata da Pietro Ricci (Presidente Acqua Filette)

    EDIZIONI D’AUTORE "E' solo la fine del mondo" - Lucky Red Distribuzione

    MIGLIOR MIXAGE Andrea Roversi per "Trasformers 5" SDA - MediaItalia premiato da Francesco Cucinelli (Pres. Giuria Tecnica)

    PREMI ALLA CARRIERA Luciano De Ambrosis e Filippo Ottoni

    PREMIO PUBBLICO MASCHILE Francesco Pezzulli, premiato da da Giorgio e Furio del Trio Medusa

    PREMIO PUBBLICO FEMMINILE Domitilla D’Amico, premiata da Andrea Razza (direttore Enciclopedia del Doppiaggio) 

    MIGLIOR ASSISTENTE DI DOPPIAGGIO Alessandro Benati premiato dallo youtuber Fabio Celenza

    MIGLIOR FONICO DI DOPPIAGGIO Fabrizio Sallusti premiato dallo youtuber Fabio Celenza

  • Molte aziende fanno casting on-line, anche per ricercare uno speaker o un doppiatore (e noi di VOCI.fm lo sappiamo bene!). Ma quali sono le principali differenze tra un sito di voice-casting e l'altro? Ce ne parla Mario Loreti in questo articolo pubblicato dal #sitodellevoci

    Ti piace la voce di questo podcast? Contatta lo speaker Mario Loreti

    Non so perchè, ma mi piace iniziare i miei articoli quasi sempre con delle note nostalgiche. Ecco allora che mi tornano in mente le cassettine (audiocassette), perchè era grazie a quelle se il cliente poteva ricevere ed ascoltare una pubblicità o il proprio voice-over (che poi spesso non è altro che una presentazione aziendale, prima tutti questi inglesismi non c'erano!).

    Non solo non c'erano gli inglesismi, ma per registrare ci si appoggiava solo a degli studi di produzione tradizionali. La strumentazione infatti non era alla portata di tutti come lo è oggi, per registrare ad una buona qualità si dovevano spendere un mucchio di soldi ed era difficile che un professionista potesse lavorare da casa propria.

    Per esperienza, so che alcuni clienti preferiscono tuttora affidarsi agli studi di registrazione anzichè rivolgersi direttamente agli speaker, questo perchè qualcuno non crede che una registrazione audio casalinga possa comunque essere realizzata con tutti i crismi del caso. Capita sempre più spesso che siano gli stessi studi a contattare speaker che lavorano da casa, noi di VOCI.fm lo sappiamo bene visto che collaboriamo con pressochè tutte le aziende di settore locali e nazionali, per cui oramai certe differenze in alcuni casi quasi non esistono più.

    Uno dei vantaggi di lavorare da casa è ovviamente che puoi prendere il lavoro che vuoi, nel modo in cui vuoi e gestirti le tue cose serenamente, questo anche grazie ai numerosi siti che permettono al cliente di trovare la voce desiderata e a te speaker di poter raggiungere centri di produzione in tutto il mondo.

    Per carità, a certi studi puoi anche arrivarci da solo, ma dovresti cercarteli sul web e non tutti tra l'altro sono in lingua inglese (se ne trovano anche in fiammingo, se qualcuno da queste parti lo capisce... batta un colpo!)

    Oggi voglio parlarvi proprio dei vantaggi e degli svantaggi dei siti web che si occupano di casting legati alla voce.

    Perchè se è vero che da una parte ci portano lavoro, dall'altra danno la possibilità a chiunque di lavorare e produrre anche solo per soddisfazione, il che vuol dire che i prezzi si abbassano notevolmente e che prima o poi ne risentirà l'intero mercato.

    Tempo fa la nostra collega Sunny Valerio aveva già parlato del fenomeno per quanto riguarda gli spot locali, ma piu' passano gli anni e più il discorso dei prezzi al ribasso si fa grave.



    Quali sono questi siti web che ci permettono di lavorare?

    Il primo che ho conosciuto è statunitense, si chiama Voice123. Qui puoi creare il tuo profilo gratuitamente inserendo tutte le tue caratteristiche vocali, quando poi un cliente pubblicherà un progetto corrispondente alle tue caratteristiche il sistema ti invierà automaticamente una mail per permetterti di partecipare al casting. Te la giocherai con altri tuoi colleghi e il vincitore sarà quello che farà il lavoro e quindi verrà pagato. La creazione del profilo è gratuita, ma si può partecipare ai casting solo se si è membri premium. Tale iscrizione costa circa 400 dollari l'anno, un investimento piuttosto alto secondo me. Un problema di voice123 è poi che tu non puoi contattare il cliente direttamente tramite email, devi sempre passare per la loro piattaforma. Il cliente rimane loro, dunque, il che non lo trovo nè trasparente, nè corretto.

    Con Bodalgo.com le modalità sono le stesse, cambiano il prezzo e il modo di gestire il cliente. La sottoscrizione per candidarsi ai casting costa circa 200 euro l'anno, i lavori in italiano sono molti di più e noi speaker possiamo entrare direttamente in contatto con il cliente via mail, potendo disporre di tutte le informazioni aziendali di cui abbiamo bisogno per lavorare in serenità.

    Un altro sito nato recentemente è Voicebunny.com. Il coniglio fa parte della famiglia di voice123 e ne eredita alcuni difetti: non hai informazioni sul cliente (che quindi non contatti direttamente), lo stesso cliente rimane loro e i voice-over vengono pagati pochissimo; le tariffe infatti non considerano il tipo di prodotto (pubblicità, e-learning ecc.) ma garantiscono solo una cifra a parola che varia in base ad un algoritmo. In un punto del contratto da accettare, c'è poi una clausola: i diritti dei lavori realizzati tramite voicebunny.com vanno tutti al sito web, non a te speaker. Recentemente ho visto un cliente italiano pubblicare un progetto per uno spot nazionale in onda in TV, spot che sarebbe stato pagato poco piu' di un caffè.

    Queste situazioni condizionano parecchio il mercato, per questo ne parliamo sul Blog di VOCI.fm, che da sempre mette al primo posto la
    professionalità di chi lavora con la propria voce, in modo imparziale e nel pieno rispetto di un mestiere prestigioso ed esclusivo come quello dello speaker o del doppiatore.

    Se poi devo darvi un consiglio personale, tra le web-proposte di cui vi ho parlato sopra, mi sento di consigliare Bodalgo.com, che ha sempre dimostrato attenzione verso il mercato e verso il nostro lavoro.

    A presto e... buone incisioni a tutti!
     

  • L’attore e doppiatore Angelo Maggi, famosa voce di Tom Hanks, è anche co-curatore di “Sonetti”, l’opera uscita proprio a Marzo 2018 che raccoglie ben 1250 sonetti del massimo poeta romano Giuseppe Gioachino Belli, interpretati da 10 grandi nomi del doppiaggio. E allora... potevamo non parlarne su VOCI.fm? La giornalista Patrizia Simonetti ha realizzato per noi questa bella video-intervista.

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


    Angelo Maggi e i Sonetti del Belli. Intanto sono tantissimi, come li avete selezionati? Vedo che in questa opera siete arrivati ad oltre 1200!
    I Sonetti di Giuseppe Gioachino Belli sono 2279, quelli che compongono il famoso monumento della Plebe di Roma. Noi ne abbiamo scelti ben 1250, quindi più di metà dell’opera totale e, insieme al curatore Lia Iezzi, ci siamo orientati verso i più attuali, quelli in cui possono riconoscersi i romani di oggi nella plebe di 200 anni fa con tutti i caratteri (il servitore piuttosto che il prelato, il bicchieraro piuttosto che il cocchiere ecc.). Abbiamo selezionato questi 1250 sonetti e li abbiamo tutti messi in voce scegliendo un direttore artistico come Marco Mete e poi dieci attori tra le voci più importanti del doppiaggio Italiano. Il senso che abbiamo voluto dare con il mio co-curatore è stato proprio quello di riproporre questi versi storici attraverso voci che appunto si immedesimano quotidianamente in personaggi nelle serie televisive piuttosto che film importanti del cinema; ricordo che sono le voci più importanti del doppiaggio italiano, da Ludovica Modugno (voce di Glenn Close) a Chiara Colizzi (voce di Nicole Kidman), passando per Luca Dal Fabbro (Steve Buscemi), Francesca Fiorentini (Gwyneth Paltrow), Mino Caprio (Peter Griffin), Angelo Maggi...

    Come si recita un sonetto e, soprattutto, come si recita un sonetto in dialetto romanesco?
    Questo è un domandone! Intanto, tutti gli attori che hanno preso parte a quest’opera sono di Roma. Poi va detto che un magistrale cultore e maestro di come si recita Belli è stato il grande Gianni Bonagura che purtroppo è scomparso tempo fa e io personalmente da lui ho imparato tantissimo perché abbiamo fatto lunghe serate di lettura di Sonetti; poi una piccola compagnia belliana esiste a Roma ed è capitanata dal professor Marcello Teodonio che ci onora con la sua prefazione in quest’opera. Dentro i sonetti di Belli ci sono tantissime anime, c’è l’anima del “popolino” perché alcuni Sonetti sono delle vere e proprie barzellette ed ancora oggi le chiameremmo così per le battute finali comiche e divertenti e poi c’è una parte di Belli che è molto forte, quella un pò sconcia, quella da censore dello Stato Pontificio. La recitazione del sonetto di Belli è piuttosto complessa, perchè Belli va raccontato in un certo modo, partendo dalla metrica: quartina-quartina, terzina-terzina, tutto un verso endecasillabo che guarda caso è il verso usato dal massimo nostro poeta che è Dante Alighieri e quindi l’endecasillabo ha già una sua musicalità che bisogna rendere assolutamente, con una grande dose di ironia, filosofia e drammaticità. Ci sono dei Sonetti per esempio sulla morte e sulla vita: Belli era sicuramente una persona molto chiusa, ci basta dire che non hai mai voluto che venisse pubblicato nessun sonetto nella sua vita tanto che lui aveva lasciato al figlio l'incarico di bruciare, alla sua morte. Poi un Monsignore amico di famiglia prese la decisione che non fossero distrutti e oggi lo ringraziamo.

    Sul fronte della voce, visto che siamo su VOCI.fm, è più semplice recitare un sonetto che sia di Belli o comunque una poesia oppure doppiare, nel senso più comune del termine, un altro attore?
    Essendo ormai Belli un classico è chiaro che l’hanno “detto” in molti: Gianni Bonagura, Vittorio Gassman, Vincenzo Fiorentini, Aldo Fabrizi. Ma in questo opera ho voluto una recitazione diversa, fatta “da doppiatori” che quotidianamente si immergono in personaggi che poi arrivano alla gente e lo stesso deve essere per questi sonetti che, seppur antichi, riescono ancora a trasmettere emozioni molto forti e soprattutto molto attuali. 
    Un saluto a VOCI.fm da Angelo Maggi, ma anche dal Commissario Winchester dei Simpson e dal genio miliardario, playboy filantropo, Tony Stark. Ciao.

    G.GIOACHINO BELLI - SONETTI Società Editrice Dante Alighieri - per info sull'opera clicca qui

  • La nostra giornalista Patrizia Simonetti incontra Marco Mete, mitica voce di Duffy Duck e Roger Rabbit ma anche di grandi attori del calibro di Kevin Bacon ed oggi anche art-director dell’opera “Sonetti” che raccoglie le poesie di Giuseppe Gioachino Belli, re-interpretate dai talenti del doppiaggio italiano.

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


    Marco Mete, direttore artistico dei “Sonetti del Belli”, questa splendida iniziativa per i romani, ma non solo. Come è nata innanzitutto?
    È nata da un atto d’amore, come tutto quello che nasce... ed ha avuto una gestazione lunghissima (ben 7 anni di attesa). Tutto parte dal cercare di non fare proprio una “lettura poetica” con la classica musica “da sonetto”, ma di rendere giustizia alla drammaturgia del Belli, che ha creato tanti personaggi; il divertimento è stato proprio nel cercare di capire come far diventare un sonetto una sorta di “micro-commedia” e dare una voce ad ognuno di questi personaggi, facendoli vivere fuori dalle pagine. Secondo me, Belli li ha visti tutti questi personaggi, camminando per strada li sentiva, li assorbiva e poi li trasferiva sulla penna. Quindi il lavoro in sala è stato molto divertente, ho collaborato con alcuni colleghi che non hanno nessun bisogno della mia direzione vista la loro straordinaria bravura ma che magari hanno avuto piacere nello scambio di opinioni, del mio “occhio” dall'esterno (che poi sarà quello del pubblico).

    Che differenza c’è tra fare l’attore, il doppiatore e recitare poesie come in questo caso?
    Tutto parte da una base comune, che è il “recitare”, che però viene applicato in maniera diversa in base al mezzo. In teatro viene amplificato attraverso il corpo e l’espressione, nel cinema deve essere tutto più contenuto ed interiorizzato, nel doppiaggio (come in radio ed in ogni altra arte che utilizza solo la voce) devi veicolare tutto attraverso la parola. Il che non significa che il corpo non serva, perché comunque lo utilizzi nelle fasi di doppiaggio, ma soprattutto è la voce a fare la differenza. Per quello che riguarda la poesia, c’è poi una difficoltà ulteriore che è la metrica, l’appoggio, la musicalità della recitazione ed i tempi del verso. Nel caso di Gioachino Belli c’è anche la lingua, perché questo romanesco che lui usa è difficile anche per noi romani, come devono essere pronunciate certe parole, accenti che a volte cambiano, si crea una grammatica ‘’Belliana’’ che Marcello Teodonio (massimo esperto di Belli) ci ha aiutato a rendere al meglio.

    Si sente parlare spesso di direzione del doppiaggio, però magari non sappiamo bene di cosa si tratta. Marco Mete, chi è il “direttore del doppiaggio”?
    Il direttore del doppiaggio è il “regista” del doppiaggio, colui che sceglie le voci, vede il film, dirige gli attori. E' l'unico che in sala di doppiaggio ha davvero in mano la sensazione del film, conosce bene la materia ed indirizza gli attori verso un fine comune che è la trasformazione dell’opera dalla lingua originale all'italiano. Ogni direttore del doppiaggio ha la sua teoria, c’è chi è più tecnico e chi ha più anima, chi cerca di recuperare il senso chi il suono. E’ una figura secondo me molto importante perché ha le redini di tutta l’operazione di doppiaggio.

    E quando sei in sala come doppiatore, ti ritrovi anche con altri direttori immagino?
    Certo, per fortuna, perché quando faccio doppiaggio non voglio pensare a tutto il resto ma solo al mio personaggio, devo ricreare nella mia lingua quello che l’attore ha fatto in originale ed ho bisogno di qualcuno che un pò mi mette delle sponde, altrimenti rischio di ”straripare” in qualunque direzione.

    Chiudiamo con una curiosità che VOCI.fm si deve togliere sempre: tra tutti i personaggi che hai doppiato ne hai qualcuno “preferito”?
    Guarda sono tanti, diciamo che come attore Robin Williams piuttosto che Kevin Bacon. Come cartone animato ci sono Roger Rabbit, Daffy Duck, il Gabbiano de “La Sirenetta” o “Mucca e Pollo”. Quindi... un grande saluto da tutti i miei personaggi agli amici di VOCI.fm da Marco Mete. Ciao.



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  • Un fenomeno che si propaga sempre più e che sicuramente non viene visto di buon occhio da parte di quella schiera di ragazzi che aspirano con molta fatica, ad entrare a livello professionale, nel mondo del doppiaggio, è quello dell’ uso dei Talent.

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    La scelta da parte delle case di produzione di far doppiare da personaggi famosi come presentatori televisivi, showgirl, vincitori di reality, YouTuber, parti di film o cartoni animati diventa sempre più frequente. Ma perché fare uso di artisti, la cui area di appartenenza spesso non è quella della recitazione, figuriamoci quella del doppiaggio

    Se partiamo dal presupposto che questo sia un lavoro non per tutti che ha bisogno non solo di anni di esperienza, ma di capacità attoriali ,ci si chiede se questa forse non sia una scelta quantomeno azzardata. L’indignazione scatta automatica da parte di tutti quegli aspiranti e giovani professionisti che fanno fatica ad imporsi in questo mestiere e che hanno la sensazione che le venga sottratto quello che hanno tenacemente coltivato e raggiunto con il tempo.

    Inoltre per ilTalent la scelta di doppiare risulta spesso un’ esperienza fine a se stessa vista come un “extra lavorativo” pagato sicuramente molto bene, diversamente dal professionista per il quale è un lavoro che serve per il proprio sostentamento. All’inizio fu più voglia di sperimentare qualcosa di nuovo e attraverso la sapiente direzione di direttori capaci, si riusciva a realizzare nonostante le difficoltà, lavori apprezzabili.

    Dopo, la dura legge del mercato, l’ha fatta da padrona e attraverso il motto Vendere, vendere ed ancora vendere a tutti i costi, ha fatto si che questa sia diventata una consuetudine, con buona pace dei poveri direttori costretti a far ripetere al talent di turno una banale frase svariate volte, e dei fonici che hanno dovuto alla fine, creare dei miracoli della tecnica per portare a casa ,come si dice in gergo, la battuta.



    La disamina di tutto ciò è piuttosto semplice e comprensibile e non diverge dalle logiche del mercato televisivo. L’uso di un personaggio famoso della Tv o del Web rende spesso la promozione del film quasi a costo zero. Quante volte avete sentito durante le interviste ,il talent di turno menzionare, tra un ricordo della propria vita ed i loro progetti futuri, l’esperienza fatta al leggìo in quel determinato film o cartone.

    Le dichiarazioni più o meno risultano essere sempre le stesse, ma quello che conta è la promozione servita su di un piatto d’argento. Ultima, ma non ultima è quella diVittoria Puccini, bravaattrice, mavoce assolutamente inedita per ildoppiaggio , la quale ha prestato la voce alla maga Agata nella rivisitazione in chiave live action del film d’animazione del 1991 la Bella e la Bestia e che racconta della sua “complicata” ma divertente esperienza al leggio, menzionando e promuovendo ovviamente la pellicola.

    Missione compiuta!! Come direbbe qualcuno, ma ora non ricordo con precisione chi. Sia chiaro ho menzionato la Puccini non in termini negativi, tra l’altro, non ho visto il film , ma solo come esempio dei non addetti ai lavori che si è cimentata in questaarte meravigliosa, che è ildoppiaggio. La mia sensazione comunque è che questa tendenza sia ben lontana dal volgere al termine, d’altronde per vendere bisogna sempre dare allospettatore quello che desidera e magari, come per fare share in TV ci vogliono un paio di tette, si è arrivato all’escamotage "Talent" per il doppiaggio.

    Mi verrebbe da dire: ma dove andremo a finire? Ma questo indubbiamente, mi farebbe sentire più vecchio di quello che sono. 

    Articolo a cura di Antonio Amoruso

  • Anche quest’anno noi di VOCI.fm con Voxyl Voce Gola siamo stati a fianco di “Voice Over - Festival del Cinema e del Doppiaggio sotto le Stelle”, per l’ottava edizione del Premio Tonino Accolla. Patrizia Simonetti ha raccolto le nostre sensazioni al termine di questa nuova esperienza siciliana.

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  • Quante volte vi è capitato di canticchiare la colonna sonora di un film o di un cartone animato e scoprire che vi ricordate le parole a memoria? Beh, questa è la magia del doppiaggio, fatto non soltanto di “parlato” ma anche di meravigliose parti “cantate”. Su VOCI.fm ci sembrava quindi doveroso dedicare un dossier proprio al “canto nel doppiaggio”! 


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    Come la maggior parte di voi saprà il doppiaggio è composto principalmente da attori che prestano la propria voce ad altri attori stranieri al fine di creare un’alchimia vocale tale da far recitare il personaggio del film o cartone o telefilm nella nostra lingua.

    Ma può capitare anche in molti casi che in un determinato prodotto il doppiatore debba cantare come il personaggio originale in un contesto preciso della storia oppure in un lungometraggio in cui la maggior parte delle scene sono cantate.

    Ma non sempre chi doppia canta anche nelle edizioni italiane: prendiamo un facile esempio dove succede spesso l’incontro trarecitazione ecanto, iclassici Disney. Sin dal suo primo lungometraggio ("Biancaneve e i sette nani", del 1937) succedeva spesso che nella parte del cantato, al posto degliattori-doppiatori venissero scelticantanti professionisti vocalmente simili alla loro controparte attoriale; il risultato è stato spesso memorabile tanto che nessuno si è mai accorto che fossero due persone diverse.

    Ad esempio, Roberto Pedicini, che viene sostituito nelle parti cantate dal cantante lirico Carlo Lepore nel ruolo di Gaston in "La bella e la bestia"; oppure Vincent Thoma che sostituisce Massimiliano Alto nel protagonista del lungometraggio sempre targato Disney "Aladdin". Questo cambio viene adottato in tutti i lungometraggi Disney fino al 1989 con l’uscita de "La sirenetta"; in questo film viene scelta, nella parte della protagonista Ariel, l’attrice e cantante Simona Patitucci che riesce a rendere convincente sia il parlato che il cantato del personaggio animato. E come lei tutte le altre voci dei personaggi come Ronny Grant-Sebastian, o Sonia Scotti-Ursula o ancora Vittorio Amandola-Louis. Da allora succedono spesso dei casting misti, a seconda delle capacità dell’attore-doppiatore, ma soprattutto dalla difficoltà del cantato, dove non sempre ricordiamoci è facile ridare lo stesso risultato dell’originale. Il doppiatore infatti non solo deve essere disposto di una tecnica perfetta, di una voce pulita e di un senso del ritmo e della melodia, ma deve seguire una prova musicale cercando di essere il più simile possibile alla lingua di origine.



    Questa tecnica oggi avviene soprattutto nei cartoni, ma anche in molti film, spesso nel genere del musical, in passato venivano adattati in italiano sia i dialoghi che le canzoni; film come "Mary Poppins", Tutti insieme appassionatamente o "My fair lady" dove le attrici Julie Andrews ed Audrey Hepburn venivano doppiate in italiano da Maria Pia Di Meo nel recitato e da Tina Centi nel cantato.

    La maggior parte di questi film oggi non vengono più doppiati nel cantato per svariati motivi: perché il pubblico spesso vuole sentire la performance originale dell’attore, per la difficoltà che si ha e il poco tempo di adattare l’inglese in un italiano credibile e di trovare cantanti in grado di rendere, come detto prima, la stessa qualità in originale. Purtroppo questo comporta anche dei lati negativi, come la distrazione da parte dello spettatore di dover seguire i sottotitoli per capire il significato delle canzoni oppure il cambio netto percepibile tra il doppiatore e la voce originale dell’attore nel momento del canto. Mentre con un buon adattamento si possono ottenere risultati eccellenti, come ha dimostrato recentemente il successo della rivisitazione live-action de "La Bella e la Bestia", dove le scelte delle voci italiane si rivelano non solo valide, ma anche molto variegate: si va dalla cantante Ilaria De Rosa che doppia la protagonista (sostituendo nel canto la doppiatrice storica di Emma Watson, Letizia Ciampa) all’attore-cantante Marco Manca che doppia in modo superlativo Luke Evans nel ruolo di Gaston sia nella parte recitata che in quella cantata.

    Vi è mai capitato di canticchiare la vostra colonna sonora preferita durante la visione di un film o un cartone e scoprire che vi ricordate le parole a memoria? Beh questa è la magia del doppiaggio, che se ci permette di tornare bambini ricantando le canzoni di film come "La bella e la bestia" è anche grazie alle nostre classiche voci nell’ombra e anche ad alcune inedite nel settore, ma che ci hanno regalato e continuano a regalarci momenti indimenticabili.

    Le voci cantate più belle: 

    1. Gianna Spagnuolo - Biancaneve e Bruno Filippini - Principe in "Biancaneve e i Sette nani"
    2. Tina Centi - Julie Andrews e Audrey Hepburn in "Mary Poppins", "Tutti insieme appassionatamente" e "My fair lady"
    3. Nando Gazzolo - Rex Harrison in "My fair lady"
    4. Maria Cristina Brancucci - Cenerentola in "Cenerentola"
    5. Vittoria Febbi - Alice in "Alice nel paese delle meraviglie"
    6. Elio Pandolfi - Cosmo Brown in "Cantando sotto la pioggia"
    7. Oreste Lionello - Dick Van Dyke in "Mary Poppins"
    8. Tina Centi - Aurora e Sergio Tedesco - Filippo in "La bella addormentata nel bosco"
    9. Tony De Falco - Little John in "Robin Hood"
    10. Simona Patitucci-  Ariel in "La sirenetta"
    11. Marjorie Biondo - Belle e Massimo Corvo - Bestia in "La bella e la bestia"
    12. Carlo Lepore - Gaston e Elio Pandolfi - Le Tont in "La bella e la bestia"
    13. Vincent Thoma - Aladdin e Simona Peron - Jasmine in "Aladdin"
    14. Manuela Villa - Pocahontas in "Pocahontas"
    15. Massimo Ranieri - Quasimodo e Mietta - Esmeralda in "Il gobbo di Notre Dame"
    16. Alex Baroni - Hercules e Barbara Cola - Megara in "Hercules"
    17. Laura Chiatti - Rapunzel e Massimiliano Alto - Flinn Ryder in "Rapunzel - l’intreccio della torre"
    18. Serena Autieri - Elsa in "Frozen - il regno di ghiaccio"
    19. Chiara Grispo - Vaiana in "Oceania"
    20. Marco Manca - Gaston e Daniele Giuliani - Le Tont in "La Bella e la bestia (il film)"

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  • Ecco l'intervista di Stefania Dallio per VOCI.fm al doppiatore Andrea De Nisco, nota voce dei cartoni animati. Buon ascolto. 

     

  • Bentornato ad Angelo Maggi su VOCI.fm! Il grande doppiatore di Iron man e non solo, ci svela in anteprima un suo ambizioso progetto, ci racconta del suo doppiaggio in Dolittle appena arrivato on demand e della ripresa del doppiaggio dopo il lockdown, tutto in questa videointervista realizzata via Skype da Patrizia Simonetti.

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


    Angelo Maggi torna su VOCI.fm con tante cose da dirci e raccontarci. Soprattutto di un suo grande progetto di cui ci svela i dettagli in anteprima: una sorta di polo culturale nel centro di Roma dedicato a tante attività artistiche, ovviamente doppiaggio compreso, con un attento sguardo ai giovani, come suo solito, progetto che avrebbe già dovuto concretizzarsi, ma che purtroppo il lockdown imposto per la pandemia di Covid-19 ha completamente bloccato. E che sarebbe stato inaugurato dalla sesta stagione de Il Doppiattore, lo spettacolo teatrale di Angelo Maggi dedicato al doppiaggio dal vivo di cui vi abbiamo dato conto più volte dal Teatro Belli di Roma, andato in scena lo scorso ottobre per la prima volta anche a Milano, al Teatro Delfino, dove tornerà la prossima primavera. Stesso periodo in cui ci auguriamo che possa realizzarsi anche il suo grande e ambizioso progetto capitolino.

    Ma parlando prettamente di doppiaggio, come ben saprete Tony Stark, cioè Iron Man, è passato definitivamente a miglior vita, ma Angelo Maggi continua ovviamente a doppiare il grande attore americano che ha interpretato il colto e sofisticato e miliardario supereroe per così tanto tempo, ovvero Robert Downey Junior. E lo ha fatto anche in Dolittle, il film di Stephen Gaghan sul veterinario che parla con gli animali nell’Inghilterra vittoriana, basato sui romanzi dello scrittore britannico Hugh Lofting, uscito in sala a fine gennaio e appena approdato on demand su Sky Prima fila e Chili a soli 3 tre mesi e mezzo dalla visione al cinema. Questo Dolittle si distacca però in tutto e per tutto da Il Dottor Dolittle di Betty Thomas del 1998 con Eddie Murphy, che ebbe un seguito con lo stesso protagonista nel 2001 e ben tre spin off successivi con la dottoressa Maya Dolittle interpretata da Kyla Pratt, tutti film che dei romanzi originali prendevano solo il loro protagonista.

    Questo doppiaggio di Dolittle però è stato prima del lockdown. Ora che le sale hanno riaperto, sempre con le dovute precauzioni e rispettando le disposizioni di sicurezza, Angelo Maggi è tornato al leggio con le nuove stagioni delle serie TV che doppia da tempo, come NCIS Unità Anticrimine dove presta la sua voce al protagonista Mark Thomas Harmon alias Leroy Jethro Gibbs, supervisore della principale squadra di agenti speciali dell'agenzia federale Naval Criminal Investigative Service (NCIS) che si occupa di reati gravi che coinvolgono la Marina e i Marines. Ma anche come The Blacklist dove doppia sempre il protagonista che in questo caso è James Spader che interpreta Raymond Reddington, un pericolosissimo ricercato dall'FBI che, a inizio serie, offre una sua personale lista con informazioni sui criminali più interessanti per l’agenzia, informazioni utili a catturarli naturalmente. E anche come Doctor Who, la serie che vede protagonista un alieno, unico sopravvissuto dei Signori del Tempo, che viaggia nel tempo, appunto, e anche nello spazio e che, avendo due cuori, ogni volta che muore in realtà si rigenera in una versione nuova di sé stesso, sia nel corpo che nella personalità, ed è per questo interpretato di volta in volta da un attore differente. In Doctor Who Angelo Maggi dà voce a Bradley Walsh che interpreta Graham O’Brien, autista di bus in pensione che si unisce alle gesta del tredicesimo Dottore. Questo ed altro nella nostra videointervista a Angelo Maggi.



  • Davide Perino è un doppiatore che ama decisamente frequentare il mondo del fantasy. In occasione dell’uscita al cinema di “Animali fantastici - I segreti di Silente”, è tornato a dar voce a Eddie Redmayne alias “il magizoologo Newt Scamander”. Patrizia Simonetti l’ha videointervistato per VOCI.fm

    Intervista realizzata da Patrizia Simonetti

     

    Arriva attesissimo al cinema “Animali fantastici - I segreti di Silente” della “Warner Bros. Pictures”, la nuova avventura del Wizarding World™ creato da J.K. Rowling diretta da David Yates. Il professor Albus Silente (Jude Law) sa che il potente mago oscuro Gellert Grindelwald (Mads Mikkelsen) è intenzionato a prendere il controllo del mondo magico. Non potendolo fermare da solo, Silente affida al magizoologo Newt Scamander (Eddie Redmayne) il compito di guidare un'intrepida squadra di maghi, streghe e un coraggioso Babbano fornaio in una pericolosa missione, dove incontrano creature vecchie e nuove e si scontrano con la crescente legione di seguaci di Grindelwald. Con una posta in gioco così alta, quanto a lungo Silente potrà restare in disparte?


    Animali fantastici - I segreti di Silente” è dunque un'avventura magica dove una squadra di improbabili eroi, guidati da Newt Scamander, vengono inviati una missione che potrebbe significare l’unica possibilità di salvare sia il mondo magico che quello non magico. Ognuno ha un ruolo ben preciso in questa operazione segreta ideata dal sommo professor Albus Silente. Sempre interpretato dal premio Oscar® Eddie Redmayne, Newt Scamander diventa molto più centrale in questo terzo film della saga. A doppiarlo in italiano è ancora una volta Davide Perino. Romano, classe 1981, Davide è decisamente figlio d’arte: nipote di Gianfranco Bellini, figlio di Silvia Bellini e fratello maggiore di Elena Perino, anch'essi conosciuti nel mondo del doppiaggio. Davide ha intrapreso la carriera di attore ad appena due anni e mezzo di età, recitando in film come “Magic Moments”, con Sergio Castellitto e Stefania Sandrell, o in “Natale in India” con Christian De Sica e Massimo Boldi. In televisione lo ricordiamo in serie come “Don Matteo 2”, “Angelo il custode” con Lino Banfi, e in programmi cult come “Pronto, chi gioca?” con Enrica Bonaccorti, in molti spot pubblicitari. Ha persino partecipato a “Donna sotto le stelle”, sfilando sulla storica scalinata di Piazza di Spagna con Ornella Muti.


    Quasi contemporaneamente è arrivato il doppiaggio: la sua più grande esperienza a soli sei anni nel film di animazione Disney “La bella e la bestia”, dove Davide Perino ha prestato la voce alla tazzina Chicco. Più adulto ha prestato la sua voce a tantissimi grandi attori, ma soprattutto a Elijah Wood nella saga “Il Signore degli Anelli” e non solo e, appunto, a Eddie Redmayne da “La teoria del tutto”, fino ad “Animali fantastici e dove trovarli”, “Animali fantastici - I crimini di Grindelwald”, “The Aeronauts” e “Animali Fantastici - I Segreti di Silente”.


    Nella nostra videointervista con Davide Perino abbiamo ripercorso un pò la sua carriera al leggìo e abbiamo parlato molto di Newt Scamander, personaggio tenero, con vene autistich, sempre pronto a difendere i suoi magici animali fantastici custodendoli amorevolmente nella sua preziosa valigia dai mille varchi e dai mille mondi. Eddie Redmayne che lo interpreta afferma che, sebbene questa non sia la prima volta che Silente arruola Newt per operare per suo conto, la loro alleanza si è evoluta, almeno in una certa misura. La relazione tra Newt e Silente è iniziata come maestro/apprendista, in cui Newt è stato ciecamente guidato come una marionetta da Silente, senza avere troppo spazio. Alla fine dell'ultimo film, di fatto Newt affronta Silente facendoglielo notare. Qui sembra che Silente gli lasci più responsabilità e iniziativa non dicendogli proprio tutto quel che deve fare. Manda Newt in un'altra straordinaria avventura, ma con più stimoli e prestigio, il che è fantastico.

  • Stefania Dallio ha intervistato per VOCI.fm il doppiatore Ivo De Palma, voce di Pegasus dei "Cavalieri dello Zodiaco", Ronnie di "Magica Emi", Robin Hood, Mirko di "Kiss me Licia". Buon ascolto.

     

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