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Emanuela Rossi l'intervista alla voce di M.Pfeiffer

Emanuela Rossi è tornata a dar voce a Michelle Pfeiffer in Maleficent Signora del Male. Patrizia Simonetti l’ha video intervistata per VOCI.fm al Gran Premio internazionale del Doppiaggio per parlare della sua ultima esperienza al leggio e anche della web sit com Qui Pro Quo di cui è protagonista a fianco di Francesco Paolantoni per sensibilizzare sulla prevenzione del tumore alla prostata.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Abbiamo incontrato Emanuela Rossi al Gran Premio Internazionale del Doppiaggio al quale era candidata come miglior voce femminile per averla prestata, ancora una volta, a Michelle Pfeiffer in Maleficent Signora del Male uscito il 17 ottobre scorso, il film Disney diretto da Joachim Rønnin, sequel del primo capitolo dove però il personaggio della Pfeiffer non c’era. Qui interpreta la Regina Ingrid, moglie di Re Giovanni, interpretato dall’attore shakespeariano Robert Lindsay, una donna scaltra, subdola ed egoista che rappresenta una degna avversaria per Malefica cui è tornata a dare volto e passione Angelina Jolie doppiata invece da Claudia Catani. Apparentemente buona, Ingrid nasconde un cuore malvagio dietro al suo  aspetto  raffinato  e  composto.  Quando  è  arrivato  il  momento  di  scegliere un’interprete per questo ruolo, i filmmaker avevano bisogno di un’attrice che potesse tener testa ad Angelina Jolie e non ci hanno pensato troppo prima di convocare Michelle Pfeiffer. 



“È sempre divertente interpretare un cattivo – ha detto la bellissima attrice americana - La sfida è trovare l’umanità in un personaggio come la Regina Ingrid. Si può anche scegliere di interpretare un personaggio del genere in modo monodimensionale, mostrandolo come puramente malvagio, ma i miei cattivi preferiti possiedono sempre un senso di umanità, che ti permette di compatirli e detestarli al tempo stesso”. Sulla stessa lunghezza d’onda Emanuela Rossi che nella nostra videointervista ci dice: “sono i personaggi che piacciono a me, coloro che sono mascherate da buone con gli occhi azzurri e i capelli biondi, ma poi in fondo in fondo…” Che alluda un po’ anche a sé stessa? Non lo crediamo proprio, e che Emanuela Rossi sia una persona buona e disponibile ce lo dimostra anche il fatto che in questi giorni la vediamo online in una web sitcom, a fianco di Francesco Paolantonio, intitolata Qui Pro Quo, che tratta con ironia e leggerezza l’imbarazzo degli uomini adulti nel prendersi cura della propria salute e in particolare di quella urogenitale, e la loro paura nei confronti di analisi e accertamenti, per parlare del tumore della prostata e sfatarne i falsi miti.



Diretta da Alessandro Bardanti e Paola Pessot, ideata e curata da Pro Format Comunicazione e prodotta da Nicola Liguori e Tommaso Ranchino per MP FILM, Qui Pro Quo racconta le vicende di una coppia over 50 in stile “Sandra e Raimondo, che vive gli alti e bassi di una relazione di lunga data. Il tema della prevenzione della salute maschile si inserisce nelle loro dinamiche litigiose, ma l’affetto che li unisce sarà la chiave per spingere lui a fare i passi giusti verso la prevenzione. Qui Pro Quo, che trovate a puntate sul sito.prostataquiproquo.it, è il fulcro della campagna di sensibilizzazione QUI PRO QUO Salute della prostata: stop agli equivoci, sì alla prevenzione”, promossa da Europa Uomo Italia Onlus e ONDA - Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, con il patrocinio di Fondazione AIOM, SIU - Società Italiana di Urologia, SIUrO - Società Italiana di Urologia Oncologica, AIRO - Associazione Italiana Radioterapia e Oncologia clinica, AURO - Associazione Urologi Italiana, FFO - Fondazione per la Formazione Oncologica e il contributo incondizionato di Astellas.



Emanuela Rossi: la Trinity del doppiaggio

Che cosa hanno in comune grandi capolavori del cinema come Forrest Gump, Scarface, Blade Runner e (ovviamente) Matrix? Semplice, una grande doppiatrice: Emanuela Rossi, voce di Robin Wright, Michelle Pfeiffer, Sean Young, Carrie Anne Moss e tantissime altre attrici. Scopriamo la sua splendida carriera nel dossier di Alessandro Delfino.

Ti piace la voce di questo podcast? Contatta lo speakerAlessandro Delfino

Nel doppiaggio spesso la carriera di un attore comincia sin da piccolo; servono di frequente bambini per dare voce a piccoli personaggi in film o serie televisive o cartoni animati. E’ stato il caso della doppiatrice di cui parliamo oggi, considerata una delle migliori e duttili della sua generazione: Emanuela Rossi.

Emanuela comincia piccolina e spesso le vengono affidati ruoli da maschietto: ad esempio il gattinoBizet nel film di animazioneDisney del 1973Gli aristogatti. Ma è nel 1970 che Emanuela ottiene il suo primo ruolo importante: doppia la piccola protagonistaInger Nilsson nella serie svedesePippi Calzelunghe. Iltelefilm è un grande successo e la piccola Emanuela comincia a crescere e a farsi conoscere entrando nei cuori degli adolescenti anni settanta.

Ma è nel decennio successivo che il talento di Emanuela viene riconosciuto, quando nel 1983 doppia una giovane attrice Michelle Pfeiffer, diventando la voce ufficiale dell’attrice e creando uno storico legame voce-volto.

Per tutti gli anni ottanta e novanta diventa la voce di punta della Cdc- Sefit Group doppiando spesso ragazze belle e sensuali, ma anche donne fragili ed emotive; attrici come l’inglese Emma Thompson, l’americana bad-girl Rene Russo, la bravissima Robin Wright (famoso il suo ruolo di Jenny in Forrest Gump) e tante altre.

A fine anni novanta doppia il film cult che porterà altri due seguiti nel 2002: Matrix, nel ruolo della lottatrice innamorata dell’eletto Neo Trinity. Numerose le attrici doppiate negli anni novanta: Uma Thurman, Nicole Kidman, Andie MacDowell, Madonna, Kim Basinger, Sophie Marceau e tante altre.

La bravura di Emanuela riesce a spaziare da ruoli drammatici a ruoli comici riuscendo a doppiare praticamente qualunque attrice, seguendo meticolosamente l’intenzione originale e incollandosi perfettamente al volto del personaggio. Pensiamo al ruolo della pomposa e raffinata P.L Travers interpretata da Emma Thompson nel film Saving Mr Banks; o alla smarrita androide Sean Young in Blade Runner; o ancora alla cinica e senza scrupoli Amanda Waller interpretata da Viola Davis in Suicide Squad.

Attrice talentuosa, Emanuela riesce a spaziare anche in cinema, televisione e soprattutto teatro (spesso in coppia con il marito Francesco Pannofino), attrice a tutto tondo quindi, non solo voce. Se il doppiaggio è stato spesso circondato da eccellenti voci maschili, sicuramente Emanuela Rossi rimane una delle voci femminili più belle e sensuali, capace di emozionare ad ogni battuta, ad ogni respiro e ancora oggi rimane di ispirazioni per ogni giovane ragazza che sogna di far parte di quel magico mondo nell’ombra...



Le voci più belle di Emanuela Rossi

  1. Inger Nillson (Pippi) in “Pippi Calze Lunghe”

  2. Bizet in “Gli Aristogatti”

  3. Sean Young (Rachel) in “Blade Runner”

  4. Michelle Pfeiffer (Elvira) in “Scarface”

  5. Elizabeth Shue (Jennifer Parker) in “Ritorno al futuro 2”

  6. Robin Wright (Jenny Curran) in “Forrest Gump”

  7. Carrie Anne Moss (Trinity) in “Matrix”

  8. Rene Russo (Catherine Olds Banning) in “Gioco a due”

  9. Cate Blanchett (Jeanette Francis) in “Blue Jasmine”

  10. Emma Thompson (P.L. Travers) in “Saving Mr Banks”

  11. Viola Davis (Amanda Waller) in “Suicide Squad”

Articolo a cura di Alessandro Delfino

Emanuela Rossi: la voce di Michelle Pfeiffer e Emma Thompson

E' una una delle voci top del doppiaggio nel nostro paese ed è stata la madrina del Premio Tonino Accolla 2018. E' sua, la voce italiana di attrici del calibro di Michelle Pfeiffer e Emma Thompson. Qualche mese fa le abbiamo dedicato uno speciale curato da Alessandro Delfino. Stiamo parlando di Emanuela Rossi che Patrizia Simonetti ha intervistato per il #sitodellevoci

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Emanuela Rossi su VOCI.fm, benvenuta!
Grazie!

Le tue prime impressioni sul premio Tonino Accolla?
Possono essere solo che positive, perché quest’estate sono andata giù a Siracusa, ho ricevuto questo premio e devo fare i complimenti all’organizzazione, perché io che ho ricevuto tantissimi riconoscimenti, perché ormai è una vita che “calco i microfoni”, posso dire che hanno organizzato veramente una bellissima festa con degli spunti anche molto interessanti, parlando del doppiaggio “ad ampio spettro”, non rimanendo soltanto nell’ambito della tecnica, ma anche del significato vero e proprio nel mondo del cinema e della funzione sociale che ha questo lavoro.

Ecco, spieghiamola questa funzione sociale del doppiaggio!
Beh, intanto, rende fruibile tutti i film nel nostro Paese; in Italia la lingua straniera non è poi così praticata, ma non per colpa del doppiaggio, ci tengo a ripeterlo. Poi crea un’identità nazionale, nel senso che fa un lavoro molto interessante da un punto di vista linguistico. Se noi pensiamo a dei paesini anche sperduti del nord, del sud, piccoli paesini di provincia, dà un’identità nazionale proprio, a livello linguistico. Infatti, molto spesso mi si chiede cosa ne penso dell'eterna polemica dei film in lingua originale. Io non ho nulla in contrario, siamo in un paese democratico, chi vuole godere del film in lingua originale lo può fare benissimo, adesso con le piattaforme Netflix, Sky ecc. è facilissimo. Però il doppiaggio offre la possibilità, anche alle persone meno abbienti delle piccole province italiane di usufruire di un bellissimo film.

Emanuela Rossi, da Pippi Calzelunghe a Michelle Pfeiffer e tante altre… Qual è l’importanza di cominciare da piccoli e come si rimane sulla “cresta dell’onda”?
E' una carriera difficile, perché sei, comunque, sempre alla prova. Quando inizi da bambina, tutto diventa un pò più facile, ma nel mio caso, ho avuto una difficoltà maggiore perché io, oltre a Pippi Calzelunghe, da piccola doppiavo spesso i ragazzi e ancora a 15/16 anni continuavano a chiamarmi per fare ruoli maschili e io mi sono assolutamente ribellata. Comunque, diciamo che nel mio caso si sono sommati attitudine, talento e... un pò di fortuna! 
Un carissimo saluto a VOCI.fm, evviva il cinema, evviva le donne, evviva la voce, perché ricordatevi che la voce è la colonna sonora della nostra vita!

 

Enzo Iacchetti: lo show-man che ama il doppiaggio

Tutti lo conosciamo come "socio" di Ezio Greggio a "Striscia la Notizia", come attore teatrale e show-man. Ma in pochi sappiamo che Enzo Iacchetti è anche un bravo doppiatore, voce di Lord MacGuffin nel film Disney Pixar "Ribelle - The Brave" (2012), di Spongebob, di Kak nell'"Aida degli alberi" (2001) e che il lavoro al leggio lo affascina particolarmente. Patrizia Simonetti lo ha intervistato per il #sitodellevoci

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Enzo Iacchetti su VOCI.fm. Tu oltre ad essere un grande attore e cantante, hai assaggiato anche il doppiaggio. In che modo e quando?
Beh, intanto ho doppiato quei pochi film che ho fatto, inutile citarli; ho doppiato le parti che non erano venute bene in diretta. Però io sono doppiatore di due cartoni animatiche hanno avuto molto successo: uno è del 2012, “Ribelle - The Brave” (Disney Pixar) dove doppiavo uno dei tre capi che avevano i figli che dovevano andare in sposa alla ragazza rossa, poi l'“Aida degli alberi” con le musiche di Ennio Morricone dove ho anche cantato una canzone scritta dal maestro Morricone. Davo la voce ad un personaggio grassone che mangiava panini in continuazione :-)

Cosa ti piace della professione del doppiatore?
Mi piace la sfida che fai con il tempo, con le labbra degli altri e le tue. È una cosa che a me è piaciuta molto. Mi piacerebbe farlo più spesso, ma ormai ho una voce troppo identificabile.

A proposito di voce, come la usi in modo diverso? Quando sei a teatro, quando canti, quando hai doppiato o quando fai “Striscia la Notizia”?
Beh, su “Striscia la notizia” e a teatro è la mia voce, quella “vera”. Quando canto è chiaro che spingo, faccio i piani e i forti. Ho studiato musica, quindi sono molto preparato e mi vanto di esserlo. Nel doppiaggio, se mi chiedono una voce particolare riesco a farla perchè ho iniziato nelle radio tanto tanto fa e lì ho lavorato molto. Ho fatto tantissime voci ai tempi delle radio libere. Nessuno si accorgeva che ero sempre io, cambiavo orario, variavo l'impostazione ed il carattere... ed ero un altro. Me la cavo perchè sono un buon attore.

E la tua voce la curi in qualche modo?
Si, si, e la voce c’è nonostante l’età… ancora c’è! A VOCI.fm dico grazie di esistere da Enzo Iacchetti.

 

Fabio Rovazzi: la sua voce in Ralph spacca Internet

Fabio Rovazzi, ospite della “Festa del Cinema” di Roma, parla della sua prima esperienza di doppiaggio: ha infatti prestato la sua voce ai tre stormtrooper in “Ralph spacca Internet”, il nuovo lungometraggio d’animazione Disney diretto da Rich Moore e Phil Johnston e prodotto da Clark Spencer, al cinema dal primo gennaio 2019. Grande fan della saga di Star Wars, Rovazzi non esclude neanche di entrare nel mondo vero e proprio di Guerre Stellari, sempre con la sua voce. Patrizia Simonetti era presente alla conferenza stampa per proporre su VOCI.fm il video-incontro con Rovazzi ed il trailer ufficiale italiano di “Ralph spacca Internet”, dove sentiamo in anteprima anche la sua voce al leggio.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Fabio Rovazzi, in conferenza stampa alla “Festa del Cinema” di Roma per annunciare il suo primo film da regista, rivela anche di aver portato a termine il suo primo doppiaggio in “Ralph Spacca Internet”, il nuovo film della Disney che vedremo a Gennaio. E noi di VOCI.fm eravamo lì per chiedergli: “di che si tratta?”
Doppio degli Stormtrooper, che sono i soldati-cloni di Star Wars! Io sono un grande fan di Star Wars e questa operazione di doppiaggio, questo cameo, in realtà è un progetto: adesso in “Ralph Spacca Internet” faccio un cammino doppiando gli Stormtrooper, più avanti in “Guerre Stellari” (quello vero e proprio), doppierò... anche lì degli Stormtrooper! E' una cosa mia personale, per cui sono molto contento. L'esperienza di doppiaggio è stata molto divertente, io nutro grande rispetto per i doppiatori italiani, penso siano i più bravi al mondo ed ho anche rifiutato, in passato, molte cose di doppiaggio con magari ruoli più importanti, con personaggi dei film di animazione, perché ho sempre avuto il timore di rovinare un film doppiandolo io o comunque di non essere abbastanza bravo nel farlo; però diciamo che questo è invece un progetto che mi interessava da fan di Star Wars, quindi ho accettato ed è stata anche un'azione divertente ed anche riuscita bene, la scena è credibile e quindi sono contento.


Visto che il tuo video ha tantissimo successo sul web e adesso ti accingi anche a fare un film “lungo” come regista, ci puoi dire quali sono, secondo te, i criteri importanti per ottenere consensi in ambito cinematografico: ad esempio, l'idea, il personaggio già noto, il talento? E invece, tornando al doppiaggio, cosa ti ha aiutato di più rispetto all'uso che hai già fatto della tua voce nella musica, nella pubblcità o nella radio?
Beh, io sono dell'idea che in questo periodo nel cinema ci sia una grande carenza di idee originali. Si vedono tantissimo, a livello americano, remake di blockbuster perchè c'è una mancanza effettiva di nuove intuizioni. Quindi un'idea innovativa è senz'altro un buon elemento di partenza. Io poi sono uno che quando entra in sala vuol vedere qualcosa di spettacolare, non una cosa usuale che posso vedere nella vita reale. Cerco la “spettacolarità” nell'opera. Per me fare un film è fare qualcosa che ti inserisce in un mondo a cui non sei abituato. Certo non so darti grandi spunti per avere successo al cinema, perchè non ne ho avuti, magari in futuro... :-)
Sul doppiaggio posso dire di essere stato aiutato; è una cosa diversa dal cantare e, secondo me, anche dal recitare. Perchè si, è vero che “reciti” ma, come nel caso di “Ralph Spacca Internet”, lo fai con una voce diversa dalla tua, in base ai vari personaggi. Mi hanno seguito molto e mi sono divertito tantissimo.



Fabrizio Frizzi: presentatore, doppiatore... e sceriffo

Le Video-Interviste della nostra giornalista Patrizia Simonetti, ci fanno incontrare uno dei volti più famosi della televisione italiana: Fabrizio Frizzi. Lui con la voce ci sa proprio fare: presentatore RAI di indiscutibile livello, ma anche esordi come speaker radiofonico e presenza fissa in sala di doppiaggio per tutti gli episodi di “Toy Story”, in cui interpreta lo sceriffo Woody. Ai microfoni di VOCI.fm Fabrizio Frizzi ha parlato, neanche a dirlo, dell'importanza della voce nella sua carriera e di alcuni utili consigli per chi vuole percorrere questa strada.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Fabrizio Frizzi su VOCI.fm: presentatore ma anche doppiatore! Abbiamo sentito Massimo Dapporto, tu con lui lavori nel doppiaggio di “Toy Story”; com'è questa esperienza? 
Favolosa, perchè mi ha regalato un rapporto eterno con le nuove generazioni. Tutti i bambini che vengono al mondo, dopo due o tre anni, vedono la trilogia di “Toy Story” e così ho la fortuna di entrare nella loro mente con la voce di Woody; è un grandissimo regalo che mi ha fatto la Disney! Tra l'altro, si dice che forse stia per arrivare il quarto capitolo della serie “Toy Story”, vediamo. 

Tu con la voce ci lavori tantissimo, come ti piace utilizzarla di più e quando hai capito che potevi trasformarla in un vero e proprio strumento? 
Io ho iniziato con la radio, tantissimi anni fa, nel 1976, ed ammetto che ci ho lavorato sopra perché all'inizio non avevo questa voce e parlavo sicuramente peggio di come faccia oggi. Ovviamente si studia e si cresce giorno per giorno, si impara ad impostarla meglio e poi, onestamente, qualche lezione di canto o di recitazione mi è capitato di prenderla, e mi hanno aiutato molto ad acquistare maturità e migliorare la tecnica. 

Quindi il consiglio che si può dare a chi vuole usare la propria voce per lavoro e di applicarsi e studiare; però magari un po' di talento innato ci vuole, no? 
Quello ci vuole, però adesso, senza fare esempi concreti, ci sono giovani attrici che magari cinque anni fa parlavano una lingua che era molto contaminata da origini dialettali ed oggi invece parlano un perfetto italiano e sono in grado, quindi, di interpretare qualunque ruolo delle fiction italiane. Questo va a merito di chi si è impegnato per migliorare i propri piccoli difetti che nella vita quotidiana non sono limiti, ma che per fare l'attore o doppiatore invece lo sono.



FABRIZIO FRIZZI: CENNI BIOGRAFICI

Conduttore RAI (Radio televisione Italiana) dagli anni '80. Famoso per aver presentato programmi di enorme successo come “I fatti vostri”, “Scommettiamo che...?”, “Luna Park”, “Per tutta la vita”, “Cominciamo bene”, “Soliti ignoti - Identità nascoste” e “L'eredità”. Inoltre è volto storico di “Miss Italia”, avendo condotto quasi 20 edizioni del concorso. Dal 2005 è anche padrone di casa della maratona benefica “Telethon”. Il suo stile, vivace, spiritoso ma sempre elegante e mai sopra le righe, si ispira a Corrado Mantoni. Fabrizio Frizzi ha anche partecipato come concorrente in programmi di successo, tra cui “Ballando con le stelle”. È considerato uno dei volti più noti della RAI, perchè insieme a Pippo Baudo è il conduttore che ha più trasmissioni all'attivo. Attore in alcune fiction, ha partecipato anche ai seguenti film:“Non lasciamoci più” (1999), “Le ragazze di Miss Italia” (2002) e “Buona Giornata” (2012) diretto da Carlo Vanzina, in cui interpreta sé stesso.

Doppiatore molto apprezzato, è la voce ufficiale di Woody, lo sceriffo della serie Disney Pixar “Toy Story”.

Fabrizio Frizzi – doppiatore in:

Toy Story - Il mondo dei giocattoli (1995): Woody

Toy Story 2 - Woody e Buzz alla riscossa (1999): Woody

Toy Story 2 - Buzz Lightyear to the Rescue (2000): Woody

Buzz Lightyear da Comando Stellare - Si parte! (2000): Woody

Cars - Motori ruggenti (2006): Auto Woody

Toy Story Mania! (2009): Woody

Toy Story 3 - La grande fuga (2010): Woody

Toy Story 3: Il videogioco (2010): Woody

Disney Infinity (2013): Woody

I Simpson, 25esima stagione, episodio "Amica a pagamento" (2014): John Wilkes Booth


 

Fabrizio Mazzotta su VOCI.fm la voce del Puffo tontolone

Tranquillo ma non “Tontolone”, ed ogni riferimento è puramente casuale quando parli di Fabrizio Mazzotta, video intervistato per VOCI.fm da Patrizia Simonetti all’ultima edizione del “Gran Premio Internazionale del Doppiaggio”.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Con i Puffi, gli ometti blu dei fumetti creati dall’artista belga Peyo, ha un rapporto molto stretto, soprattutto con Puffo Tontolone (e anche con Puffo Pittore) cui ha prestato la voce sia nelle serie televisive animate degli anni ottanta prodotte da Hanna-Barbera che nei primi due film al cinema, ovvero nei Puffi nel 2011 nel sequel I Puffi 2 del 2013 entrambi diretti da Raja Gosnell, dove nella versione originale aveva quella di Anton Yelchin. Parliamo di – e con – Fabrizio Mazzotta, che nella vita reale tranquillo sì – ci dice nella nostra videointervista – ma tontolone proprio no… Lombardo di Monza, classe 1963, Fabrizio Mazzotta ha iniziato sin da ragazzino a fare il doppiatore: tra i suoi primi lavori il suo doppiaggio di Danny nel telefilm La famiglia Partridge. In seguito, lo riconosciamo nella voce di John Ross Bowie che interpreta Barry Kripke in The Big Bang Theory, per esempio, e in molte altre serie e film.

Fabrizio Mazzotta ama però in modo particolare lavorare sui cartoni, forse perché lui stesso è anche autore e disegnatore di fumetti, e alcune sue storie le avremmo sicuramente lette su Topolino o Lupo Alberto, così come nella strip Horror Fix su Cattivik: sua dunque la voce di Eros in C’era una volta Pollon, il manga giapponese ispirato alla mitologia greca che racconta le avventure della piccola dea nipote di Zeus; sua la voce anche del piccolo Mizar in un altro celeberrimo manga, ovvero Goldrake, o Atlas UFO Robot, che è il secondogenito di Rigel, un ragazzino molto amante della natura e degli animali per il quale Actarus e Alcor sono come due fratelli maggiori; senza dimenticare che Fabrizio Mazzotta da ben 3 decenni fa parlare in italiano Krusty, il clown dei Simpson, la famiglia protagonista della satirica sitcom animata americana nata nel 1987 dalla penna del fumettista Matt Groening: nella versione originale doppiato da Dan Castellaneta, Krusty è un pagliaccio che lavora in televisione come conduttore di un programma per ragazzi che allieta con i suoi sketch e lo troviamo anche nei corti della serie. E ancora sua la voce di Doktor in Transformers - La vendetta del Caduto e quella di Iago nel recentissimo Aladdin.

Fabrizio Mazzotta, oltre ad insegnarne l’arte, è anche direttore di doppiaggio, come dei film Ring e Ring 2, del film giapponese Evangelion: 1.0 You Are (Not) Alone, e della serie anime Mawaru Penguindrum, e di molti altri ancora. È adattatore dei dialoghi, soprattutto di telefilm con Bayside School, Beverly Hills 90210, Angel, Party of Five, Queer as Folk, e per quanto riguarda i manga è uno tra i migliori adattatori di dialoghi che ci sia, oltre a far parte di ADAM Italia, l’associazione che si batte per impedire la censura nelle anime.

Se chiedi a Fabrizio Mazzotta, e noi l’abbiamo fatto, che cos’è il doppiaggio, lui ti risponde che è “un’espressione artistica che se fatta bene raggiunge i livelli altissimi dell’arte della commedia dove esprimi tutta la tua bravura di attore”. Se invece gli domandi cosa vorrebbe doppiare che ancora non ha doppiato, ti dice “uno come Woody Allen e Pinocchio”.



Filippo Ottoni: un grande direttore di doppiaggio

Il livello di doppiaggio in un film dipende prima di tutto dell’adattamento dei testi e della direzione del doppiaggio stesso. Lo sa bene Filippo Ottoni, vero “mostro sacro” del settore, che nella sua lunga carriera ha lavorato alle versioni italiane di oltre 200 film, tra cui Colossal di Clint Eastwood e Tim Burton. Lo ha incontrato Patrizia Simonetti per VOCI.fm.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Filippo Ottoni su VOCI.fm: un grande direttore di doppiaggio! Quanti film ha fatto e quanti doppiatori ha diretto? 
Beh, ho cominciato da ragazzino. Pensi che adesso ho incontrato Francesco Prandoche era davvero giovane quando ha iniziato con me e mi ha presentato sua figlia che ha già 19 anni. Quindi, lavoro nel doppiaggio praticamente da un secolo e fino a tre anni fa ho collaborato con tutti.

Che consiglio può dare, visto che lei è proprio un direttore, ai giovani che vogliono intraprendere questa professione? 
I consigli sarebbero tanti, però mi dicono che il doppiaggio è cambiato molto negli ultimi tempi. Io purtroppo da circa tre anno ho dovuto interrompere la mia attività a seguito di una malattia che mi ha colpito. Mi dicono che adesso un film si doppia in cinque o, al massimo, otto turni. Quando io non ne facevo mani meno di quindici o venti. Boh...si vede che sono diventati tutti più bravi :-)

Anche le voci sono diverse però, e se vediamo dei film di qualche anno fa è molto diversa anche l’interpretazione... 
Va detto che i film di qualche anno fa non hanno tempo. C'era più cura ed i turni si facevano sempre in coppia, dove uno fa la domanda e l’altro risponde. Adesso lavorano tutti da soli, basandosi sul preascolto in cuffia. Un saluto a VOCI.FM da Filippo Ottoni.

 

FILIPPO OTTONI: CENNI BIOGRAFICI

Filippo Ottoni, nato a Cellere (VT), il 17 Maggio 1938 è uno dei più importanti direttori del doppiaggio e sceneggiatori italiani. Diplomatosi all'attuale “International Film School” di Londra, ha all'attivo anche vari film da regista. Importantissimo il suo ruolo di direttore del doppiaggio, nella traduzione e nell’adattamento di circa 200 pellicole di autori di tutto il mondo sia cinematografici (Clint Eastwood, Steven Soderbergh, Stephen Frears, Stephen Gaghan, Wolfgang Petersen, Tim Burton, Oliver Parker, Emir Kusturica) che teatrali.

Flavio De Flaviis: L'INTERVISTA PER VOCI.FM

Figure che lavorano nell'ombra in grado di tirar fuori il meglio di un doppiatore. Sono i direttori del doppiaggio. Alessandro Delfino ha raggiunto al telefono Flavio De Flaviis, uno dei più talentuosi del momento. 

Flavio Insinna su RaiUno con Prodigi

Nuovi e giovanissimi talenti venerdì 30 novembre su Rai 1 dove Flavio Insinna conduce Prodigi - La musica è vita, una serata di solidarietà per l’Unicef dedicata al talento dei bambini nella danza, nel canto e nella musica. Alla presentazione c’era anche Voci.FM e al microfono di Patrizia Simonetti “il talento” Flavio Insinna - che è stato anche conduttore radiofonico - ha parlato dell’importanza della manifestazione e della sua voce, ricordando il suo doppiaggio di Big Hero… Buona visione!

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Flavio Insinna per VOCI.fm e per “Prodigi”! Parliamone!
RaiUno è sempre presente quando si tratta di dare una mano, insieme all'UNICEF, ma ci sono anche tantissimi ospiti e sorprese, perché è vero che il titolo completo sarebbe “Prodigi - La musica è vita”, ma per far sì che ci sia la musica, la vita, quindi i prodigi e gli ospiti e le sorprese, ci vuole tanta buona volontà, la generosità, i nostri amici – non è un pubblico, è una famiglia – e le persone che appunto si impegnano a dare una mano. Quindi non è un dire “vi prego siate generosi”, lo so che lo saranno! E c'è da rimettere in circolo la fortuna che hai avuto. Io parlo a titolo personale, sono stato un bambino e un adolescente molto fortunato, come direbbe il mio amico Lorenzo Cherubini: “sono un ragazzo fortunato”; non di età ma nell'entusiasmo sono ancora fanciullo, e quindi una parte di quella fortuna e di quella felicità se non la rimetti in circolo... è una cosa che dice anche un santo, “è un peccato il pane che metti da parte invece di darlo al povero”, che non significa dover rimanere senza niente, significa però che la condivisione è importante soprattutto in questi anni. Voglio dire, in “Prodigi” ci sono storie da tutto il mondo, però io e il direttore generale di UNICEF Paolo Rozera siamo andati in un istituto minorile ad Airola, giù in Campania, giusto un'ora e mezzo di macchina, e questo dimostra come sempre che il dolore è ovunque, subito dietro l'angolo, e c'è da dare un'occasione a tutti. Una seconda possibilità l'abbiamo sempre voluta tutti, quindi bisogna darla a tutti, perché si fa in fretta a dire che i bambini sono il nostro futuro, ma se non li visitiamo, non li curiamo, non li vacciniamo oggi, non mangiano e non dormono al caldo oggi, il futuro non ci sarà. 

Flavio, una domanda specifica per VOCI.fm: tu usi la tua voce per tutto, anche per il doppiaggio, ad esempio quando sei stato Baymax in “Big Hero 6”. Cosa pensi del doppiaggio, ti piace?
Io sono molto felice quando la mia voce serve per gli appelli alla solidarietà, poi mi serve ovviamente anche per lavorare, e il mio lavoro mi permette quindi di avere tempo e – parola tremenda – popolarità, che dai, metto però al servizio altrui come Robin Hood. Poi figurati, per uno bambino come me doppiare un cartone animato... 

La curi in modo particolare, la voce?
No, anzi, ogni tanto quando vado dal professor Franco Fussi a Ravenna becco delle belle sgridate, perché pur non facendo nulla di particolare devo stare attento. L'età avanza! Ciao a VOCI.fm!


FLAVIO INSINNA: CENNI BIOGRAFICI
Flavio Insinna, nato a Roma nel 1965, è un attore e conduttore televisivo italiano. Dopo aver conseguito il diploma al “Laboratorio di esercitazioni sceniche” diretto da Gigi Proietti, si dedica al cinema e al teatro. Tra i ruoli noti, ha recitato in “Metronotte”, in “Il partigiano Johnny”, e per cinque stagioni in “Don Matteo”. È noto anche come conduttore di Affari Tuoi, ruolo per cui ha ottenuto un Telegatto e il Premio Regia Televisiva; è stato conduttore de “La corrida”, della maratona benefica di Telethon, “L'anno che verrà”, e “Dieci cose”. Ha inoltre partecipato al “Tale e Quale Show” come giurato. Dal settembre 2018 conduce “L'eredità”, su Rai 1. Nel dicembre 2015 è stato nominato Cavaliere dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Francesca Draghetti su VOCI.fm

Dopo aver condotto il Gran Premio internazionale del Doppiaggio per diverse edizioni, Francesca Draghetti quest’anno vince per il miglior adattamento del film La vita in un attimo di Dan Fogelman. Patrizia Simonetti l’ha incontrata in sala e video intervistata per VOCI.fm

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


La vita in un attimo (Life Itself) è un film romantico uscito in Italia il giorno di San Valentino, ovvero il 14 febbraio 2019. Diretto dall’americano Dan Fogelman, nel cast annovera star come Oscar Isaac e Olivia Wilde, ma anche Annette Bening, Antonio Banderas, Mandy Patinkin, Olivia Cooke, Laia Costa e Samuel L. Jackson nel ruolo di sé stesso. La vita in un attimo racconta un’appassionata storia d’amore tra Will e Abby, storia che via via che il tempo passa, si intreccerà con quella di Dylan e con i suoi problemi che la vedono sempre in fuga dal suo dolore, con quella di Irwin che tira su la nipote cercando di proteggerla dai pericoli del mondo, e anche con la vita del ricco signor Saccione, proprietario di terra spagnolo, e del suo fidato assistente Javier e di tutta la famiglia di quest’ultimo, da Isabel a Rodrigo. Il film scorre per qualche decennio tra New York e la campagna spagnola.Tra i doppiatori italiani troviamo Gabriele Sabatini e Myriam Catania a dar voce ai due protagonisti, e poi Stefano De Sando, Antonella Giannini, Eva Padoan, Eleonora Reti, Manuel Meli, Lucrezia Marricchi, Valentina Favazza e Luca Ward. All’adattamento Francesca Draghetti che si porta a casa il riconoscimento del Gran Premio Internazionale del Doppiaggio 2019.

Parmense di nascita ma romanista, Francesca Draghetti è attrice, doppiatrice e dialoghista, ma è nota anche e soprattutto come attrice. La grande popolarità la conquista con La Premiata ditta, quartetto comico formatosi nel 1986 e composto con Pino Insegno, Roberto Ciufoli e Tiziana Foschi - tutti provenienti dal teatro che, peraltro, continuarono a fare anche dopo, sia da soli che in gruppo - messi insieme, pensate, da Gianni Boncompagni e Giancarlo Magalli per Pronto chi gioca?, il programma condotto da Enrica Bonaccorti. Da lì la Premiata Ditta, e quindi anche Francesca Draghetti, conobbero la grande popolarità televisiva che portò il quartetto in tanti altri programmi. Dal piccolo al grande schermo il passo fu breve: nel 1995 portarono al cinema un film intitolato L'assassino è quello con le scarpe gialle di cui furono anche autori oltre che protagonisti, diretti niente meno che da Filippo Ottone, altro grande del doppiaggio che abbiamo già avuto modo di incontrare e video intervistare per voi. Pochi anni dopo, la sitcom di Canale 5 Finché c'è ditta c'è speranza che durò per 5 cinque stagioni, cui seguirono programmi come Premiata Teleditta, Telematti, Oblivious, Tutto Ditta. Nel 2006 il gruppo si scioglie e ognuno di loro continua a lavorare da solista sia in teatro che in TV che al cinema.

Seguiranno un paio di reunion con Abbiamo fatto 30... Facciamo 31 e poi con il più recente Premiata Ditta in Casa CRAI, una web serie ambientata, indovinate un po’, in un supermercato.Anche Francesca Draghetti ha continuato per la sua strada intraprendendo una fortunata carriera teatrale e di doppiatrice: tra le altre, ha prestato la sua voce a Wendy Crewson, Cassandra Freeman, Emily Procter, Cassandra in Winx Club, a Misae Nohara in Shin Chan, Ada in Pinguini alla riscossa e alla maga Plinia in Leonardo, mentre è stata direttrice di doppiaggio di celebri serie animate come I Simpson e American Dad, e della serie The Kennedys, e adattatrice in Benvenuto a bordo, African Safari 3D, Sex - Una commedia sentimentalmente scorretta fino a La vita in un attimo.



Francesco De Francesco: L'INTERVISTA PER VOCI.FM

Ancora due chiacchiere tra doppiatori. Il nostro Alessandro Delfino ha raggiunto al telefono Francesco De Francescovoce tra l'altro di Jason Momoa in "Aquaman". E' tutto nell'intervista che vi proponiamo sul #sitodellevoci

Francesco Mandelli: attore, cantante e doppiatore

Chi non ricorda il mitico Ruggero, protagonista de "I soliti idioti", oppure il postino nel video de "L'esercito del selfie"? Dietro a questi e a tanti altri personaggi c'è sempre lui: Francesco Mandelli. Attore, cantante e addirittura doppiatore. E' sua la voce dell'orso Paddington, grande successo cinematografico. lo ha incontrato per VOCI.fm la nostra giornalista Patrizia Simonetti.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Francesco Mandelli su VOCI.fm! Com'è stato doppiare per la seconda volta Paddington?
Beh, doppiare è un lavoro molto complicato, ci vuole grande tecnica, ci vuole grande senso musicale e ritmo. Bisogna stare sempre molto concentrati ed è strano perchè uno che fa l'attore è abituato a dire delle battute e ad esprimere emozioni e sensazioni anche grazie alla mimica facciale, al corpo e agli occhi che sono la cosa più importante, mentre con il doppiaggio sei dentro una cabina nera e devi cercare di dare la voce a delle immagini che già esistono. Però in casi come questo, in cui l'orso ha un'espressività pazzesca, dargli voce porta a risultati molto soddisfacenti.

Quindi è più difficile doppiare che recitare in prima persona?
Secondo me non c'è competizione: doppiare è molto più difficile che recitare! Sarà poi che io ho recitato sempre in maniera spontanea, quasi come un gioco che non è mai cambiato dai tempi delle prime recite alla Scuola Media. Anche doppiare può essere considerato una cosa divertente, ma richiede molta più concentrazione e tecnica. Adesso che lo faccio ho più che mai stima dei grandi doppiatori che in tutti questi anni ci hanno regalato delle performance incredibili.

Tu tra l'altro canti anche, quindi usi la tua voce a 360°!
:-) Beh, canto male ma mi è sempre piaciuta la musica ed è una mia grande passione insieme alla recitazione. E' stato mio papà a mettermi in mano una chitarra per suonare insieme a lui le canzoni di Bob Dylan; e potrei dire che il doppiaggio è molto più simile ad un esercizio musicale. Sei in uno studio, bisogna incidere ed hai solo uno strumento a disposizione: la tua voce. Di certo questo aiuta. Un saluto a VOCI.fm da Francesco Mandelli e da Paddington. Ci vediamo al cinema!



FRANCESCO MANDELLI: CENNI BIOGRAFICI

Francesco Mandelli nasce ad Erba (CO) il 3 Aprile 1979. Debutta in televisione su MTV Italia, nel programma “Tokusho” (1998) in veste di co-conduttore insieme ad Andrea Pezzi. All'interno dello show veste i panni del "nongiovane", soprannome con cui viene conosciuto dal pubblico di MTV, che poi diventerà "nongio" per abbreviazione. Nel 1999 debutta come attore con il film “Tutti gli uomini del deficiente”, regia di Paolo Costella, a cui fanno seguito, tra gli altri, “Ora o mai più” (2003), regia di Lucio Pellegrini, “Manuale d'amore” (2005), regia di Giovanni Veronesi, “Natale a Miami” (2005), “Natale a New York” (2006) entrambi per la regia di Neri Parenti , e “Generazione 1000 euro” (2009), regia di Massimo Venier. Nel 2008 partecipa al programma TV “Non perdiamoci di vista” al fianco della conduttrice Paola Cortellesi e del musicista Rocco Tanica; il programma, anche se ben recensito, non decolla negli ascolti e termina dopo le cinque puntate programmate. Francesco Mandelli fa parte di un gruppo musicale, gli “Orange”, di cui è voce e chitarra. Insieme al suo collega Fabrizio Biggio e alla cantante Nina Zilli, ha presentato la sesta edizione dei “TRL Awards” (Firenze - 20 aprile 2011). Per l'occasione ha vestito i panni del suo personaggio di maggior successo, il protagonista della sit-com “I soliti idioti”: Ruggero De Ceglie. Dal 2010 al 2012 partecipa come co-protagonista nella serie TV “Squadra antimafia - Palermo oggi”, nel ruolo dell'ispettore Luca Serino. Nel 1998 lavora a Radio Deejay sempre al fianco di Andrea Pezzi nella trasmissione radiofonica “Per noi giovani” e dal 2007 al 2010 conduce “105 Week End” su Radio 105. Il 2 luglio 2011, ha condotto la terza e ultima serata degli MTV Days 2011, presso Piazza Castello (Torino). Il 15 febbraio 2012 è ospite assieme a Fabrizio Biggio al “Festival di Sanremo” nei panni de “I soliti idioti”. Nello stesso anno doppia il personaggio “Butt-head” nell'ottava stagione della serie animata “Beavis and Butt-head”. Dopo il successo di Natale 2012 con il film “I 2 soliti idioti”, il 24 gennaio 2013 recita in un film da protagonista in “Pazze di me” per la regia di Fausto Brizzi. Ad agosto 2013 esce il cartoon Pixar da lui doppiato “Monsters University” e alla fine dello stesso anno lo ritroveremo tra i protagonisti di “Colpi di fortuna” regia di Neri Parenti. A ottobre 2013 insieme a Fabrizio Biggio è protagonista di una performance dell'artista Maurizio Cattelan all'accademia di belle arti di Bologna. Il 14 dicembre 2014 viene annunciata da Carlo Conti la sua partecipazione al Festival di Sanremo 2015 insieme a Fabrizio Biggio con il brano “Vita d'inferno”. Al termine della quarta serata, il brano è tra i quattro esclusi dalla finale. Nel marzo 2015 esce il nuovo film del duo comico, “La solita commedia – Inferno”. Nel 2017 partecipa nel video musicale "L'esercito del selfie" degli artisti Takagi (disc jockey) e Ketra con Arisa e Lorenzo Fragola. Nel 2014 e nel 2017 è anche voce dell'orso “Paddington”, nell'omonimo film. È tifoso del Milan, squadra della quale commenta le partite nella trasmissione di Rai 2 “Quelli che il calcio”.

fonte Wikipedia

Francesco Pannofino: attore in Romolo + Giuly su FOX

Francesco Pannofino torna in TV con una partecipazione straordinaria in una serie divertente e dissacrante dall’aura vagamente (ma neanche tanto) shakespeariana: "Romolo + Giuly La guerra mondiale italiana", da lunedì 17 settembre alle 21.15 su Fox. Tra i personaggi “paradossali” c'è lui, Edoardo Pederzoli, presidente della Regione Lombardia (in realtà romanissimo!), interpretato da Francesco Pannofino. Neanche a dirlo la sua caratteristica più divertente è proprio legata alla voce: sapersi “sdoppiare” passando dal milanese al romanesco... Ce ne parla proprio il grande doppiatore, intervistato da Patrizia Simonetti.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Francesco Pannofino in “Romolo + Giuly”, una serie divertentissima, ironica, ci sono dentro un sacco di cose. Tu sei Edoardo Pederzoli, raccontaci.
Edoardo Pederzoli è un “cazzaro”, cioè uno che fa finta di essere milanese e occupa una poltrona importante come presidente della Regione Lombardia, ma lo fa per i suoi affari; non posso aggiungere altro... altrimenti mi cazziano! Però, è un tipo davvero sopra le righe, abbastanza paradossale, come lo sono tutti i personaggi della serie.

Ti vediamo nella serie che ti sdoppi nel linguaggio, no? Parli un pò milanese perché sei al tuo posto e poi a un certo punto, niente, “sbrachi” (come si dice a Roma), con il romano. Com’è stato passare da una cosa all’altra?
Divertente! Intanto più cose un attore può fare e meglio è. Poi qua si può andare anche, ripeto, sopra le righe. Mi sono divertito a fare maldestramente il milanese, non è che sono il massimo... però, insomma, la dò a bere :-)

E riesci anche a portare la sfilata d’alta moda da Milano a Roma!
Si, con questo piccolo escamotage, porto la settimana della moda da Milano a Roma.

Senti tanta ironia anche su Roma, sui romani, ci si scherza su. L’autoironia fa bene? Ci vuole?
Beh, assolutamente si! perché se ci prendiamo troppo sul serio è finita, se non c’è più senso dell'humor ecc. Anche la diatriba Roma-Nord / Roma-Sud, in realtà è bonaria, non c’è niente di drammatico. Anche perché è una rivalità nata negli ultimi anni. Io quando ero ragazzino non me la ricordo questa cosa, eravamo tutti mischiati: Casilina, Tiburtina, Cassia, Flaminia, non c’era distinzione.

Poi c’è quest’aria shakespeariana, insomma, già da “Romolo” e “Giuly”.
E' una buona idea, io credo che il pubblico l’apprezzerà!



ROMOLO + GIULY

LA GUERRA MONDIALE ITALIANA

la nuova serie comedy italiana targata Fox

con

Alessandro D’Ambrosi, Beatrice Arnera, Fortunato Cerlino, Massimo Ciavarro, Federico Pacifici, Nunzia Schiano, Giorgio Mastrota, Michela Andreozzi, Lidia Vitale, Umberto Smaila e con Francesco Pannofino

con i camei d’eccezione di

Paolo Bonolise Giorgio Panariello

web star

Federica CacciolaaliasMartina dall’Ombra, gli Actual e Le Coliche

Soundtrack firmato da

Lo Stato Sociale

“Il Paese dell’Amore” è colonna sonora ufficiale della serie

Nell’omonimo videoclip - parodia di una celebre scena deLe Ienedi Quentin Tarantino – a fianco al protagonista Lodo (Lodovico Guenzi), nei panni di Mr Blond che tortura il povero pupazzo Tciù, troviamo anche altri due interpreti della serie di Fox, Fortunato Cerlino e Giorgio Mastrota.

 

In prima visione assoluta dal 17 settembre 2018 ogni lunedì alle 21.15 su FOX (canale 112 di Sky)

Francesco Pannofino: voce incredibile

Ci sono voci che più di altre "restano": timbro inconfondibile, recitazione caratterizzante, versatilità massima. E' senz'altro il caso di Francesco Pannofino, tra i più amati attori e doppiatori italiani. Lo ha intervistato per VOCI.fm la giornalista Patrizia Simonetti.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Francesco Pannofino su VOCI.fm. Grande doppiatore oltre che attore, voce di Denzel Washington e George Clooney, ma anche di cartoni animati come “Pipì Pupù e Rosmarina”, insomma chi più ne ha più ne metta. Che differenza c'è tra dare la voce ad un grande attore e dare la voce ad un personaggio animato?
Intanto il lavoro va preso tutto seriamente; se proprio vogliamo parlare di differenza “tecnica”, secondo me, doppiare un cartone è più faticoso, perché hai davanti a te una bocca “disegnata” e poi perchè i personaggi dei cartoni animati sono quasi sempre sopra le righe e quindi risultano più impegnativi, ma altrettanto divertenti. Poi dipende anche da chi doppi, da che film stai facendo, ci sono volte in cui è bello, molto bello, altre in cui non tutte le ciambelle riescono col buco! Nel caso di “Pipì Pupù e Rosmarina” è tutto perfetto, perché Enzo D'Alò è un grande regista ed ha deciso di portare al cinema questa serie dopo una lunga gestazione; è un film che piace ai bambini, ma anche ai grandi, perché non bisogna farsi ingannare dai disegni o dalle voci dei bambini dei protagonisti, ci sono anche spunti interessanti per gli adulti.

Ti senti più realizzato quando fai l'attore, quando oltre che con la voce ci sei anche in carne ed ossa oppure quando doppi qualcuno comunque di grande livello?
No, beh, il lavoro è tutto bello, perché poi è quello che volevo fare da bambino e questa è già una grande soddisfazione per un uomo. Chiaramente un attore quando si può esprimere anche con la faccia è più completo, ma questo non toglie nulla alla serietà del lavoro del doppiaggio, dove è vero che tu partecipi ad un film già fatto e che l'attore ha già recitato la sua parte, però bisogna ridare le stesse emozioni in un' altra lingua, che sembra facile, ma non lo è.

Quindi è un tuo sogno da bambino quello di fare il doppiatore, ma non avevi questa voce?
No, veramente da piccolo non sapevo neanche quello che volesse dire la parola “doppiatore”. Ma avevo tre sogni: calciatore, giornalista ed attore. Ero un buon calciatore, ma non al punto da diventare un professionista, come giornalista serve di essere molto ficcanasi ed io non lo sono. Alla fine ho fatto l'attore perché mi sono accorto di avere talento interpretativo, più che altro me ne hanno fatto accorgere i miei amici e le persone che mi stavano vicino; ci ho provato ed è andata bene.

So che adesso ai doppiatori non fanno più vedere il film da doppiare, per cui magari capita che una mattina ti alzi triste e vai a doppiare una cosa che fa ridere o viceversa. Ci si fa l'abitudine?
Sai, nel mio lavoro purtroppo le condizioni personali bisogna lasciarle a casa. Bisogna farci l'abitudine, e se mi sveglio triste... per forza me la faccio passare.

Un consiglio ai giovani che vogliono fare l'attore, il doppiatore?
Ognuno ha la sua storia, il suo talento, la sua faccia, la sua voce ecc. Bisogna individuare dentro di sé se c'è il talento adatto per poter fare questo lavoro, perché bisogna esserci portati e quindi occorre molta autocritica e poi provarci e non abbattersi al primo ostacolo. Iniziare da giovani, perché quando si arriva ad una certa età è difficile. Si perde la faccia tosta per andare avanti, per proporsi, anche per superare le prime difficoltà.

Un saluto affettuoso a VOCI.fm da Francesco Pannofino, e vi auguro ogni bene. Ciao a presto!



FRANCESCO PANNOFINO: CENNI BIOGRAFICI

Francesco Pannofino, nasce a Pieve di Teco (IM) il 14 novembre 1958. E' uno dei più noti attori, doppiatori e direttori del doppiaggio italiano. Voce ufficiale di George Clooney e Denzel Washington, ha prestato la voce a Kurt Russell, Michael Madsen, Jean-Claude Van Damme, Antonio Banderas, Philip Seymour Hoffman, Dan Aykroyd e Mickey Rourke in diverse interpretazioni importanti. E' anche doppiatore di William Petersen nella serie televisiva “CSI - Scena del crimine”, Wesley Snipes nella trilogia di “Blade”, Robbie Coltrane nella saga di “Harry Potter”, Michael Madsen in “Kill Bill” di Quentin Tarantino, Benicio del Toro in “Traffic” e Tom Hanks in “Forrest Gump”, Daniel Day-Lewis. Ha inoltre doppiato, subentrando al collega Marco Mete, il personaggio di Tex Willer nello sceneggiato radiofonico trasmesso da “Rai Radio 2”. Tra gli attori doppiati vi sono Kevin Spacey, Kiefer Sutherland, Willem Dafoe nella trilogia di “Spider-Man”, Costas Mandylor nella saga di “Saw” (ad eccezione del terzo capitolo), Vin Diesel in “xXx”, “Il risolutore” e “Prova a incastrarmi”. E' anche voce di Fred Flintstone nel film “I Flintstones”. Attore e voce di numerosi spot pubblicitari, tra cui la fortunata campagna dei treni “Italo” nell'anno 2017. E' sposato con la doppiatrice Emanuela Rossi.

Francesco Prando: la voce di James Bond

La sua voce è inconfondibile, non a caso per noi italiani è “James Bond“ da oltre 10 anni! Ma non solo: Francesco Prando è uno dei più talentuosi e versatili doppiatori italiani. Ascoltiamo i suoi consigli nella videointervista realizzata per VOCI.fm da Patrizia Simonetti.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Su VOCI.fm... il mio nome è Prando: Francesco Prando :-) 
Grazie, non è proprio cosi, ma la vicinanza con l'Agente 007 fa si che in una maniera o nell’altra questo possa succedere! 

Che cosa bisogna fare per diventare dei bravi doppiatori? Lo vogliamo dire a tutti i ragazzi e i giovani che ci guardano e ci ascoltano? 
Bisogna avvicinarsi a questo lavoro con grande serietà, pensare che nessuno ti regala niente e che ci vuole una grandissima preparazione per raggiungere dei traguardi di un certo livello. Bisogna studiare dizione, recitazione, avere la possibilità di sperimentare e allo stesso tempo essere convinti ed andare avanti anche dopo i primi passi falsi. Però ci vuole una grandissima costanza, applicazione e grande studio, questa è la cosa fondamentale.

Nella sua lunga carriera, a parte Daniel Craig, c’è mai stata una frase che non avrebbe voluto pronunciare o un personaggio a cui non avrebbe mai voluto prestare la voce?
No, perché  io penso che qualunque personaggio ti arricchisca, accresca il tuo bagaglio di esperienza, positivo o negativo che sia. In una carriera si fanno inevitabilmente degli sbagli, delle cose per cui magari alla fine della lavorazione dici “mannaggia forse era meglio se non l’avessi fatto”. Invece  io penso che anche lo sbaglio sia una presa di coscienza e una consapevolezza in più, quindi ci sta anche quello. Poi bisogna provare ogni tipo di esperienza, va bene il cartone animato, va bene il documentario e comunque tutto accresce ed arricchisce a 360°. 

Invece, al contrario, c’è un personaggio a cui ancora non ha dato la sua voce e che magari avrebbe voluto doppiare? 
Sinceramente non te lo so dire, io sono estremamente felice della carriera che ho fatto, che sto facendo e che spero di continuare a fare per tanto tempo. Di occasioni me ne sono capitate moltissime e sarebbe veramente poco carino dire “mi manca quello perché no?”. Da questo punto di vista va bene cosi. Saluto tutti voi di VOCI.fm, continuate a seguirci perchè il doppiaggio è un lavoro meraviglioso e speriamo in tutti i modi di farvelo arrivare, di darvi emozioni, trasmettervi sensazioni, stati d’animo e non soltanto parole; questa sarebbe la cosa più importante.

 

FRANCESCO PRANDO: CENNI BIOGRAFICI

Francesco Prando, nato a Roma il 22 Febbraio 1960, è noto per essere la voce italiana di Daniel Craig nei film di James Bond, ma anche di Luke Perry in “Beverly Hills 90210”, di Eric Dane in “Grey's Anatomy” e degli attori Vince Vaughn, Matthew McConaughey, Michael Fassbender, Guy Pearce, Keanu Reeves, Jason Statham, Hugh Grant e Matt Dillon in alcune significative interpretazioni. Nel campo dell'animazione, ha doppiato Ned Flanders ne “I Simpson” (in sostituzione di Pino Insegno), Dark Pixie in “Winx Club” e tanti altri personaggi. Dal 2002 è voce di rete su LA7 e del format di Rai 2La storia siamo noi”. Nel 2014 vince il “Leggio d'oro” alla miglior interpretazione maschile per il doppiaggio di Ralph Fiennes in “Grand Budapest Hotel”.

Frank Matano: da Youtube al doppiaggio

Chi lo conosce come “iena”, chi come giudice di “Italias’s got talent”, chi come attore o per i suoi scherzi su YouTube. Ma in pochi sanno che Frank Matano è anche un grande ammiratore del doppiaggio e che è sua la voce di vari personaggi in “South Park” e di Duke Donnolesi in “Zootropolis”. Lo ha incontrato per noi la giornalista Patrizia Simonetti.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Frank Matano per VOCI.fm! Tu hai iniziato giocando con la voce e ti ha portato fortuna. Ma quanto tieni alla tua voce?
Avevo iniziato con gli scherzi telefonici e facevo tante voci e poi ho lavorato per trasformare quella cosa in un lavoro. Vuol dire ascoltare e vedere come lavorano gli altri per cercare di capire quale fosse la mia direzione. Lo sto ancora capendo, però mi sto divertendo tantissimo.

Sei arrivato anche al doppiaggio, soprattutto cartoni, come “South Park” o “Zootropolis"...
Mi piace tantissimo il doppiaggio e mi piace giocare con la voce. Trovo che i cartoni animati siano poi l’espressione artistica più bella e credo che i “Simpson” siano la scrittura comica migliore che abbiamo avuto negli ultimi anni. A VOCI.fm un bacio da Frank Matano.

FRANK MATANO: CENNI BIOGRAFICI

Frank Matano (Francesco Matano), è nato il 14 settembre 1989 a Santa Maria Capua Verde (CE). A 18 anni si fa notare come youtuber, inizialmente con il nome di “lamentecontorta”, girando video in cui fa scherzi telefonici e simpatici esperimenti sociali. Grazie alla sua fama da webstar viene contatto nel 2009 per partecipare al programma TV “Le Iene”, arrivando a condurre successivamente uno show tutto suo su Sky UNO, chiamato “Sky Scherzando?” (2010) e “Ti lascio una canzone” (2011) su RAIUno. Nel 2013 esordisce come attore al cinema con la commedia “Fuga di Cervelli”, diretta da Paolo Ruffini, che lo vorrà anche nel suo secondo film “Tutto molto bello” (2014). Grande appassionato di doppiaggio, nel 2014 entra a far parte dei doppiatori italiani della serie televisiva “South Park”, in cui presta la voce a diversi personaggi e nel 2016 al ladro Duke Donnolesi in “Zootropolis”. Molto ricordata anche la sua parte nel film “Ma che bella sorpresa” (2015) con Claudio Bisio o quella nel cast di “Sono tornato” (2018). Frank Matano è “Personaggio rivelazione dell'anno 2015”.

Frasi principali e frasi subordinate

Ciao a tutti, mi chiamoBruno Caricchiae sono uno speaker-doppiatore pubblicitario: “NON SOLO DOPPIAGGIO” è il mio podcast, in cui cerco di fornire consigli e trucchi per parlare bene.

Fuori Sync: giovani doppiatori in rete

Si sono fatti notare da subito i “Fuori Sync”, giovani doppiatori che su YouTube riadattano scene di film famosi con dialoghi ironici ispirati alle ultime tendenze. E' loro anche il video promozionale del Festival “Voci nell'ombra 2018”, simpatico e tecnicamente eccellente. Marco Picchio li ha intervistati per VOCI.fm

Intervista realizzata da Marco Picchio


Amici di VOCI.fm un abbraccio da Marco Picchio! Saprete di certo che Ottobre, sul #sitodellevoci, è consacrato al doppiaggio e l’evento clou di questo mese è di sicuro il festival “Voci nell’ombra”. I ragazzi che intervisterò oggi sono giovani promettenti doppiatori accomunati da un progetto veramente geniale denominato “Fuori Sync”: Salvatore Agresta, Gianluca Dell’Arso e Alberto Pigliapochi. La prima domanda la faccio a te, Alberto, come è nato tutto?
Ciao Marco, ciao a tutto il pubblico di VOCI.fm. Io ho frequentato un corso di doppiaggio a Bologna e successivamente sono stato chiamato da un altro studente, ovvero Gianluca, per dei doppiaggi. Due anni dopo ho pensato di unire l’utile al dilettevole; avevo notato che sul web c’erano molti personaggi che si facevano un nome attraverso degli sketch o comunque puntando sull’umorismo e mi sono detto: “Ho studiato per questo, ho una mente piuttosto creativa... allora troviamo un mezzo trasversale per farci conoscere e magari un domani sperare di entrare nel professionismo da una porta che non è proprio quella principale”.

Ed è una cosa che stanno facendo anche altri ragazzi. Noi abbiamo modo di intervistare tanti giovani doppiatori e sono tutti orientati all'utilizzo dei canali social per raggiungere l’obiettivo di fare il lavoro del doppiatore e magari diventare dei professionisti a tutti gli effetti. Allora in pratica, ma questa cosa la chiedo a Salvatore, voi mettete le vostri voci su immagini di film e serie famose, no? E quello che ne esce fuori è divertente e esilarante. Come scegliete i vostri lavori e quali sono quelli che vi hanno dato più soddisfazioni?
Sicuramente questa è una domanda molto interessante, perché dietro c’è, appunto, un lavoro che definirei “meticoloso”. Noi ci approcciamo, più che altro, su video e film che sono già passati sul grande schermo. Cerchiamo di riadattarli a quelle che sono le tematiche attuali che possano avere un riscontro sul grande pubblico. Prendiamo l’argomento “trend” del momento per creare empatia con gli spettatori perché i video diventano virali grazie a queste tre regole: il film deve essere un “cult”, la scena deve essere famosa e quello che diciamo non deve c’entrare nulla con la scena in questione. Ti faccio l'esempio del nostro lavoro sulla scena de “Il Signore degli Anelli”.


Ovviamente noi cerchiamo di impegnarci nel doppiaggio, che è quello che abbiamo studiato. Molto del successo de nostri video, anche sulla base dei commenti che riceviamo, è dovutoalla professionalità, che si avvicina a quella di un doppiaggio reale. C’è da dire, che noi, alla fine, facciamo tutto da soli: siamo gli adattatori di noi stessi, i fonici di noi stessi, i direttori di doppiaggio... di noi stessi. :-)

Quanti followers contate ad oggi sul vostro canale YouTube?
Abbiamo 10.000 iscritti, che nel mondo di YouTube sono briciole, però in meno di un anno è un buon riscontro…

Veniamo, adesso, a “Voci nell’ombra”, il festival nazionale del doppiaggio che si svolgerà a Savona dal 18 al 20 Ottobre 2018. Quest’anno voi farete da testimonial a questo evento con dei video che avete creato proprio per l’occasione. Gianluca, qualche anticipazione ce la potete dare?
Okay, intanto la collaborazione è nata da uno dei nostri e da lì abbiamo fatto dei video di prova che sono piaciuti molto e ci hanno chiesto di realizzare, per la prima volta, un video promozionale che rappresentasse qualcosa di nuovo, giovanile e diverso dai soliti clip di presentazione del festival. Da lì è nata la prima produzione, che conoscete bene, perchè sta anticipando l'evento. Posso dire che faremo altri tre video per tutte e tre le serate del doppiaggio, ognuno parlerà di argomenti diversi, sempre a tema.

Noi di VOCI.fm seguiremo molto da vicino “Voci nell’ombra”, saremo presenti a Savona per interviste ed anteprime, quindi avremo sicuramente modo di incontrarci. Vi faccio un'ultima domanda, un consiglio che potreste dare agli aspiranti doppiatori che fanno parte della nostra community. Cosa consigliano i “Fuori Sync”?
Il consiglio è di insistere perché è l’unica cosa che vi può portare a fare il mestiere del doppiatore; solo in questo modo vi potete far conoscere in questo ambiente. Alla fine, per chi parte da zero, è molto più difficile, bisogna solamente andare davanti agli studi di doppiaggio e chiedere: “Vi prego, vi prego... fatemi assistere almeno, fatemi fare un colpo di tosse”. Bisogna insistere finchè...
Oppure dovete farvi venire in mente un’idea per farvi conoscere. Questa del canale YouTube è stata un’idea che ci ha divertiti dall’inizio.

Quindi, comunque, l’utilizzo dei social è molto importante per farsi conoscere!
Si! Diciamo che nel 2018 può essere un’arma, perché chi meglio dei giovani utilizza i social-network quotidianamente? Per cui, se possono essere sfruttati per una buona causa, invece di essere usati per condividere video di gattini...

Giusto e geniale! Ringrazio i “Fuori Sync”: Salvatore, Gianluca, Alberto e anche i due ragazzi che oggi non sono presenti, Andry e Samuele. In bocca al lupo e ci sentiamo presto! Ciao!
Grazie a voi! Crepi il lupo!

Gabriele Corsi: Trio Medusa, Radio Deejay e Rai 1

Patrizia Simonetti intervista Gabriele Corsi, che tutti conosciamo per il Trio Medusa, da oltre 15 anni in onda su Radio Deejay o per lo straordinario successo televisivo di “Reazione a Catena 2018” (Rai1) di cui è conduttore. Ma voi lo sapevate che è stato anche doppiatore in due film d'animazione? Ed è proprio del suo amore per la voce e dei progetti futuri che parla alle telecamere di VOCI.fm!

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Gabriele Corsi su VOCI.fm! Parte questo programma che si chiama “B come sabato”; il calcio dal lato umano, giusto?
Il calcio dal lato umano, il calcio dal lato dell’essere splendidamente provinciali. Cercheremo di raccontare tutto quel mondo; è il mondo più vero, con tanti sport e non solo calcio; avremo tutte le Federazioni che non mi piace definire “minori”, perchè dire la parola “minori” significa sminuire, l’impegno, la dedizione, la fatica che tantissima gente mette nel praticare sport, magari abbinando anche più lavori, perché noi pensiamo sempre ai calciatori che fanno solo un lavoro. Raccontavo, appunto, che c’è gente, come un calciatore famoso della Serie B che ha lasciato la sua squadra per mettersi a vendere la “Folletto”. C’è tutto questo “storytelling”, perdonatemi il termine, che secondo me riusciremo a fare.

Il programma va in onda su RAI 2, ma anche su RAI RADIO 2, quindi in qualche modo sei sia in televisione che in radio. Tu ami la radio, giusto? Ne hai fatta e ne fai.
Beh, la radio è un mondo a parte! Ci danno per morti ogni anno e non solo non siamo morti, ma guarda caso il modello televisivo che funziona è sempre quello ispirato al radiofonico. Anche nella conduzione di “Reazione a catena”, se ci pensi, si sente più la voce di quanto appaia il mio viso, quindi alla fin fine è una cosa “da radio” che, come dire, risorge sempre come la Fenice.

Quindi per te la voce è importantissima, la curi in modo particolare?
Purtroppo, proprio durante le produzione di “Reazione a catena”, quando registravano anche 3/4 puntate al giorno, per la radio ho avuto un pò di problemi. Sono andato, praticamente, “in botta” da miele e da acciughe; però non è che faccia niente di particolare, cerco di starci semplicemente un pò attento. Ho scoperto recentemente, perché me l'ha consigliata un mio amico cantante lirico, una mascherina per controllare l’umidità, ma è una roba un pò tecnica, non so se fa semplicemente da effetto placebo. Io l’ho usato e ho detto “ah adesso è tutto diverso!”, però forse basterebbe parlare meno, quindi forse è solo arrivato il momento che io debba tacere ;-)

Ma no!Tu hai doppiato anche un paio di cartoni animati, poi non sei più tornato al doppiaggio, non ti piace?
Mi piacerebbe tantissimo! E spero di tornare a farlo! E se gli impegni me lo permetteranno, spero veramente di tornare in sala di doppiaggio. Anche perché è una cosa che mi fa piacere, perché porto i miei figli a vedere il film e mi rende orgoglioso mostrargli anche i frutti del mio lavoro. 
Amici di VOCI.fm, un saluto da parte di Gabriele Corsi! Mi raccomando, riguardate la voce che è importante, soprattutto per voi di VOCI.fm!

 

GABRIELE CORSI: CENNI BIOGRAFICI

Gabriele Corsi, nato a Roma il 29 Luglio 1971, è attore, comico, conduttore radiofonico e presentatore televisivo. Noto al grande pubblico per essere uno dei componenti del Trio Medusa (insieme a Giorgio Maria Daviddi e a Furio Corsetti), raggiunge il successo “on-air” grazie alla trasmissione “Chiamate Roma Triuno Triuno”, in onda dal 2002 su Radio Deejay. D'altronde, Gabriele fin da piccolo mostrato una spiccata vena comica grazie alla quale, nel corso degli anni, è riuscito ad imporsi nei villaggi turistici, nel cabaret e in televisione. Prima “Le Iene” (Italia 1), poi “Take me out” (Real Time), “Ninja Warrior Italia” (Nove), “Piccoli giganti” (Real Time) e, nel 2018, la conduzione di “Boss in incognito” (Rai 2) e “Reazione a Catena” (Rai 1), quest'ultima ereditata da Amadeus. Come attore, lo ricordiamo ne “Il Maresciallo Rocca” (1996 – 1998), in varie altre fiction per la televisione e al cinema, soprattutto nel film “Io e Giulia” (1997) per la regia di Gabriele Muccino.
Gabriele Corsi ha avuto anche esperienze in sala di doppiaggio, essendo stato doppiatore nei cartoni animati “Astro Boy” (2009) e “Sons of Butcher” (2005 – 2006).

Giampaolo Morelli: voce protagonista in Show Dogs

La family-comedy “Show Dogs” si presenta come uno dei successi cinematografici del 2018. In Italia, il rottweiler protagonista ha la voce napoletana di Giampaolo Morelli, che tutti conosciamo come attore, scrittore, conduttore de “Le Iene” ma soprattutto... voce di Flynn Rider in Rapunzel! Ma qual'è il suo rapporto con la sala di doppiaggio? Scopriamolo in questa videointervista realizzata da Patrizia Simonetti per VOCI.fm

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Giampaolo Morelli, “Show Dogs” è per te una nuova esperienza come doppiatore, dopo aver fatto qualcosa in “Rapunzel”, adesso sei “Max”!
Si, su "Rapunzel" ho fatto più che “qualcosa” ;-) Ero la voce di Flynn Rider, il protagonista maschile e adesso “Max” mi ha dato innanzitutto l'opportunità di tornare a doppiare, che per un attore è sempre molto divertente perchè ci si affaccia su un mondo diverso rispetto a quello che si vive di solito. Poi, doppiare un animale, un cane-poliziotto, potendo utilizzare la caratterizzazione “napoletana”, che per un napoletano d.o.c. come me è il massimo!

Hai detto che è un'esperienza diversa il doppiaggio da quella dell'attore, però i “guru” del doppiaggio sostengono che è impossibile fare bene questo mestiere senza essere attori. Tu condividi?
Assolutamente si, anche se questo film ha tanti “talent” che hanno prestato la voce ai vari personaggi e che non sono attori, come Cristiano Malgioglio, Marco Masini, Carlo Conti, Barbara D'Urso... Nonostante ciò, hanno saputo dare grande brio a tutto il film, puntando sulla personalità che sono riusciti a trasferire al personaggio che ognuno ha doppiato. Va detto che alle spalle c'è il grande lavoro del direttore di doppiaggio Massimiliano Alto, che con tutti noi ha avuto una grande pazienza.

Cosa ti piace del doppiaggio?
Mi piace il limite, il fatto che devi usare solo la voce per comunicare le emozioni. E devi saperlo fare bene, perchè il direttore di doppiaggio si accorge di tutto, soprattutto della spontaneità con cui reciti.

Quindi è più difficile doppiare rispetto al recitare perchè non puoi far conto sul corpo, ma solo sulla voce?
Dipende da quello che sei abituato a fare. Io, essendo da sempre un attore, riesco a trasferire con facilità le mie emozioni davanti ad una telecamera; se sento qualcosa, inevitabilmente arriva. Col microfono devi utilizzare un filtro in più, che è l'”intenzione”! VOCI.fm vi saluto... baci da Giampaolo Morelli.

 

GIAMPAOLO MORELLI: CENNI BIOGRAFICI

Giampaolo Morelli, nato a Napoli il 25 novembre 1974, inizia a lavorare nel mondo dello spettacolo come cabarettista, attore teatrale e prestigiatore. La notorietà arriva a metà degli anni 2000 grazie al ruolo di protagonista nella serie-tv “L'ispettore Coliandro”. Il primo successo al cinema è però del 2001, in “South Kensington”, regia di Carlo Vanzina e da lì in poi con ruoli importanti in molte pellicole di successo, tra cui “L'uomo perfetto” (2005) di Luca Lucini, “Smetto quando voglio” di Sydney Sibilla (2017), “A casa tutti bene” del grande Gabriele Muccino (2018). Morelli è un ottimo attore di fiction e lo conferma nel 2011 in “Baciati dall'Amore” su Canale 5 e in “La donna della domenica” su Rai 1, quest'ultimo remake dell'omonimo film diretto nel 1975 da Luigi Comencini, in cui veste i panni che furono di Marcello Mastroianni. Artista molto versatile, ottiene grande successo anche come presentatore, conducendo “Le Iene” su Italia 1 al fianco di Ilary Blasi e Frank Matano (2016), e “Fan Car-aoke” su Rai 1 (2016). Ama anche la scrittura, pubblicando vari romanzi, ma soprattutto adora l'arte del doppiaggio, tanto da essere scelto nel 2010 come voce di Flynn Rider nella serie “Rapunzel” di Walt Disney e nel 2018 come protagonista di “Show Dogs”, doppiando il rottweiler "Max".

Giancarlo Genise, il vocal-coach di Eurovision 2022 su VOCI.fm

Patrizia Simonetti intervista Giancarlo Genise, vocal coach di supporto ufficiale per tutti gli artisti in gara e gli ospiti presenti all’Eurovision Song Contest 2022. Ecco la videointervista per VOCI.fm

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Possono essere famosi quanto vogliono, aver calcato palchi importanti, essersi esibiti davanti a migliaia di persone, avere le loro hit che vanno a rotazione nelle radio, essere acclamati, applauditi e seguiti ovunque dai loro fan… Eppure, quando è il momento di andare in scena in una manifestazione così importante e collettiva come l’Eurovision Song Contest 2022, uno dei live più attesi dopo gli ultimi due anni segnati dalla pandemia e dallo stop della musica dal vivo, l’emozione è sempre forte e un po’ di insicurezza può impossessarsi di loro, con conseguenze psicologiche che possono impattare anche sulla loro voce: diaframma bloccato, corde vocali che sembrano non voler rispondere ai comandi…

Ecco perché anche all’Eurovision c’è bisogno di un vocal coach, uno che sappia intervenire “tecnicamente”, ma anche psicologicamente. Ed ecco perché a Torino c’è anche Giancarlo Genise, tra i vocal coach più conosciuti in Italia, che mette sul campo un’esperienza decennale nel vocal coaching affiancando anche i team di Fisioterapia e Osteopatia diretti da ASOMI con un supporto all’artista a 360°. 
Giancarlo Genise ha lavorato con diversi artisti big della canzone italiana e in tanti programmi televisivi, da “Ora o mai più” a “Name That Tune” fino al Festival di Sanremo, ed è alla guida di “Progetto Hoop”, il primo progetto di formazione artistica e discografica on-demand online e offline con oltre 100 insegnanti in tutta Italia.

Con lui infatti all’Eurovision Song contest 2022 ci sono anche Pietro Lo Piccolo da Palermo ed Elita Cistola da Teramo. 
Tanta, ovviamente, la responsabilità se pensiamo che con il suo lavoro Giancarlo Genise può evitare una stecca o un calo di voce ad un artista che potrebbe così compromettere l’integrità e la magia della sua performance sul palco, può infondere quella fiducia che magari a pochi minuti dall’esibizione, ad alcuni cantanti può venir meno. Ed è, assieme ai suoi collaboratori, a loro disposizione h24 per ogni esigenza: possono infatti chiamarlo quando vogliono, per qualsiasi dubbio vocale, riscaldamento o performing tips: “abbiamo un app dove sappiamo esattamente dove si trova ognuno di loro in qualunque momento” ci rivela lui stesso nella nostra videointervista.


La tensione è sempre più tangibile, i cantanti sono tutti sotto stress, la puntata della finale dura ben quattro ore, per cui si allenano sin dal mattino e non è facile – ci svela ancora Giancarlo Genise - ma qui è soprattutto una festa, una grande gioia persino per gli eliminati che lo hanno vissuto come un grande gioco e si sono divertiti. Gli stranieri poi sono fantastici, ci adorano in un modo esagerato perché sanno che l’Italia è la culla del canto, che le più grandi voci nascono dall’italia, anche a livello storico, e che anche le tecniche del canto nascono per la maggior parte in Italia. E quindi appena scoprono che ci sono dei vocal coach italiani, ci assalgono perché vogliono acquisire e rubare un po’ da noi… Gli italiani un filo meno, sono più sregolati un po’ più eccessivi…” Poi ci spiega anche nei dettagli una tecnica, anche questo un brevetto tutto italiano, con la quale aumenta l’impedenza e la reattanza della voce… Ma se volete sapere tutti i dettagli, guardate la videointervista.

Gianfranco Miranda: l'intervista per VOCI.fm

Sul #sitodellevoci  oggi vi proponiamo l'intervista telefonica del nostro Alessandro Delfino all'attore e doppiatore Gianfranco Miranda, voce tra l'altro di Ryan Gosling ed Henry Cavill

Giulia Segreti: da YouTube al doppiaggio

Lei utilizza la propria voce in modo innovativo e particolare. E spopola sul web: prima con le audioletture di “50 sfumature”, adesso entrando nel vero e proprio mondo del doppiaggio. E' Giulia Segreti, una delle italiane più amate su YouTube, che svela a VOCI.fm qualche anteprima sui nuovi progetti. Ancora una volta al microfono di Marco Picchio.

Intervista realizzata da Marco Picchio


Amici di VOCI.fm, un saluto da parte di Marco Picchio. Eh si, a volte ritornano e, aggiungo io, anche molto piacevolmente! Oggi infatti parlarliamo ancora di doppiaggio e audioletture con Giulia Segreti. Buongiorno!
Ciao e grazie mille per avermi ospitata ancora. Per me è un grande piacere stare qui!

Allora un saluto anche a Barone Mark Kheel innanzitutto.
Lui vi saluta. È qui vicino a me!

Dopo il successo di “50 sfumature” e della tua pagina, con numero che superano i 14.000, cosa bolle in pentola? Io ho visto dai social che siete sempre nei vari studi a registrare, a doppiare. Cosa state combinando?
Beh, più che altro, sto assistendo in vari studi importanti di Roma. Sto conoscendo altri doppiatori, quindi vedo anche loro all’opera ed è stupendo! Poi ho fatto adesso un film, si chiama “The Archer”, è una cosa nuova. Con gli audiolibri stiamo andando avanti, abbiamo anche un romanzo che si chiama “Piccolo grande amore”, un filo erotico. Molto, molto bello! Stiamo facendo tante cosine!


A proposito di filone erotico, quanto ti piace parlare con la voce sexy?
Mi piace tantissimo! All’inizio l’ho fatto così, per curiosità? Poi, per gioco, proviamo… da lì è scoppiata questa passione. 

Allora facci un esempio, vai!
(con voce sexy)“Ragazzi, andate a vedere VOCI.fm, perché lì trovate tantissime cose emozionanti, sentite le voci, i doppiatori, e trovate tante informazioni su di loro. Mi raccomando... andate su VOCI.fm!”

Grande! Per chiudere, noi avevamo fatto una proposta a te e a Barone di creare una piccola rubrica proprio per il nostro sito; ci confermi che, magari con la stagione nuova, potremo parlare di questo progetto?
Si, con piacere!


Bene! Grazie a Giulia Segreti per essere stata con noi ancora una volta su VOCI.fm! E ricordate di visitare il suo canale.
Ciao! Grazie a voi, davvero! È un piacere.

Giulia Segreti: voce da 10 milioni di views

Giovanissima, neanche trentenne, ed è già una delle voci più note del web: Giulia Segreti, in coppia con il compagno e doppiatore Marco Cognini, realizza audioletture da 10.000.000 di visualizzazioni su YouTube e la loro interpretazione di “Cinquanta sfumature” è la più amata dagli italiani sul web. Un talento che non potevamo non notare noi di VOCI.fm: ecco l'intervista realizzata da Marco Picchio.

Intervista realizzata da Marco Picchio


Amici di VOCI.fm un saluto da Marco Picchio! È di doppiaggio e di audioletture che parliamo con la giovane ospite di oggi. Marchigiana (di Fermo), classe 1992, al telefono ho Giulia Segreti. Benvenuta!
Buongiorno e grazie per avermi ospitato su VOCI.fm. È una grande emozione.

Innanzitutto salutiamo anche Marco Cognini (in arte Barone Mark Kheel) visto che fate coppia sia nel lavoro che nella vita, siete molto affiatati. Da quanto tempo dura la vostra storia?
Ci siamo conosciuti proprio per le audioletture, stavo cercando la voce maschile per un libro. Poi ho visto che Marco abitava vicino a casa mia, ci siamo visti, innamorati ed è nata questa storia. Ormai sono tre anni che stiamo insieme.


Come e quando è cominciata la vostra esperienza nel mondo del doppiaggio? Quale scintilla ha accesso questa fiamma?
Beh, io ero piccolina, non avevo nemmeno 9 anni. Mi sono appassionata a questo mondo ed ho iniziato per gioco. Poi da lì sono venute fuori le audioletture, perché ho pensato: “come posso far uscire le parole dal libro?” e mi è venuto in mente di abbinare doppiaggio e lettura: recitazione, effetti speciali, musica. Ed eccoci qua!

Quindi faccio qualche titolo: le vostre audioletture riguardano “After”, “Io prima di te”, “Divergent”, “Hunger Games”, “Colpa delle stelle” e poi... “Cinquanta sfumature” che è quella che vi ha portato veramente fortuna! Noto che sono lavori drammatici, scenari post-apocalittici… perché questi e non altri?
Perché io amo proprio le parti drammatiche, dove c’è la disperazione, dove si urla, dove c'è teatralità!

È per questo che hai scelto questo tipo di filone. Ma, qualcosa di classico vi è venuto in mente di farlo?
A me si, tanti anni fa, poi però non abbiamo mai svolto.

Voi siete l’esempio vivente di come oggi il successo, anche nel mondo del doppiaggio, passi per i social-network. Perchè ad un certo punto decidete di aprire questo canale YouTube... ed è boom!
Si, diciamo dalle letture di “Shadowhunters” c’è stato questo boom. Poi ho cercato di portare le letture di “Cinquanta sfumature”, che è una cosa molto erotica e alla gente è piaciuta e continua a piacere, per fortuna.


Come ti sei trovata in questo ruolo un pò “erotico”?
Mi piace moltissimo, soprattutto il libro. La seduzione attraverso la voce è una cosa nuova che ho sperimentato...

Sei una doppiatrice autodidatta?
No, in realtà io ho frequentato qualche anno fa il corso di doppiaggio da Roberto Chevaliera Roma. Poi, ho fatto teatro e... c’è ancora tanto da imparare :-)

Qualche numero dei vostri canali social me lo puoi dare?
Su YouTube io ho 29.000 iscritti, mentre il mio ragazzo ne ha 35.000.

Beh, è un bel numero, posso dire che siete degli influencer! Cosa si devono aspettare nel futuro i vostri fan? Qualche progetto, anche nell’immediato?
Adesso stiamo prendendo i libri di molte scrittrici che ci commissionano le audioletture, facciamo anche questo. Sicuramente continuiamo “After”, che è molto importante, e “Darker”.

 
Giulia, senti in chiusura, un consiglio per gli amici della community di VOCI.fm che si approcciano al mondo del doppiaggio. Come si parte e come si può entrare in questo mondo? A parte avendo delle capacità, chiaramente.
Si, oltre al talento, ci vuole sia fortuna che passione. Provare, chiedere tanto…

Quindi “perseverare” perchè poi alla fine, se uno insiste ed ha capacità, da qualche parte arriva, no?
Mai abbandonare i propri sogni. Cercare, provare e poi si vedrà! Un saluto a tutti gli amici di VOCI.fm e vi abbraccio tantissimo, siete gentilissimi. Grazie mille!

Giulio Berruti in Show Dogs: io amo il doppiaggio

Sono ben 26 i “talent” che hanno prestato la propria voce ai personaggi diShow Dogs – Entriamo in scena”, il film - evento della Primavera 2018. E tra questi vip della televisione, della musica e dello spettacolo, c'è chi ha una vera e propria passione per la sala di doppiaggio, come l'attore Giulio Berutti, voce del cagnolino Dante. Ce lo racconta ai microfoni di Patrizia Simonetti per il #sitodellevoci

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Giulio Berruti nel ricco cast di doppiatori di “Show dogs"! Com’è stata questa esperienza da doppiatore?
E' stata un'esperienza molto divertente. Io amo doppiare, l’ho già fatto tante altre volte, soprattutto nei miei film. Ma stavolta è stato davvero diverso.

Che differenza c’è tra fare l’attore... e fare il cane :-) ?
Quello dell’attore è un lavoro totalmente diverso rispetto a fare doppiaggio, un'arte che ti riporta a “giocare” con la recitazione, a prenderti meno sul serio, soprattutto quando si tratta di personaggi di questo tipo. Io, infatti, ho chiesto al direttore di doppiaggio (Massimiliano Alto, ndr), che è lo stesso che dei Simpson, di potermi chiamare. Insomma, trovo che sia molto divertente, perchè l’ironia salverà il mondo ed è una cosa che fa sempre bene.

Il cane a cui tu dai la voce (o l’abbaio) si chiama Dante. Xhe tipo di personaggio è?
Dante è uno Yorkshire che vince una competizione di bellezza e si incontra con il cane doppiato da Cristiano Malgioglio; hanno in comune lo stesso addestratore e si creano un po' di scambi di battute. Chiaramente in “Show Dogs” ognuno di noi fa soprattutto “camei”, tranne Giampaolo Morelli che dà voce al personaggio principale: Max, il cane-poliziotto. E' stato molto simpatico incontrare gli altri al doppiaggio… ore di “sano cazzeggio”.

Quindi, ti sei divertito e pensi di rifarla una cosa del genere?
Assolutamente si, già tanti anni fa ho avuto un pò di contatti con il doppiaggio, quando c’era Tonino Accolla, la voce di Homer Simpson. Con lui lavorai, feci “Futurama” ed altre parti. Poi, lui purtroppo ci ha lasciato ed ho fatto un po’ di fatica ad entrare nel giro del doppiaggio; però, piano piano, ci stiamo ritrovando.

Chi ti piacerebbe doppiare?
Beh, non lo so, innanzitutto mi piacerebbe ricominciare a farlo, ripartendo dai cartoni animati perché mi divertono molto e poi… vedremo. Certo è che l'Italia fa scuola nel doppiaggio, con voci che rimarranno impresse nella storia come quella di Ferruccio Amendola (Rocky, De Niro ecc.), tutta la famiglia Ward, Silvia Pepitoni, solo per fare qualche esempio. Un saluto a VOCI.fm e... a presto!

 

GIULIO BERRUTI: CENNI BIOGRAFICI

Giulio Maria Berruti, nato a Roma il 27 settembre 1984, è attore e doppiatore. Arriva alla notorietà nel 2007 grazie alla serie “La figlia di Elisa - Ritorno a Rivombrosa”, in onda su Canale 5, dove interpreta il ruolo del protagonista, il marchese Andrea Van Necker. Nel 2016 è uno dei protagonisti della serie “Matrimoni e altre follie” (è il cuoco Rocco Borgia) che in “Squadra antimafia - Il ritorno del boss” dove sostituisce Marco Bocci. Appassionato di doppiaggio, presta la voce ad alcuni personaggi nella sitcom “Futurama” ed è il cagnolino “Dante” nella family-comedy “Show Dogs – Entriamo in scena” (2018)

Giuseppe Rinaldi: il padrino del doppiaggio

Giuseppe Rinaldi: un nome che per i fan e i doppiatori di tante generazioni risuona come un gigante. E' lui che studiamo sui libri di cinema, è sua la voce di Don Vito Corleone ne “Il padrino” o dell'Ispettore Jacques Closeau ne “La pantera rosa”. Sono solo due degli infiniti esempi di personaggi indimenticabili che hanno in comune la sua meravigliosa (e versatile) voce. Ripercorriamo la carriera di Giuseppe Rinaldi nel dossier di Alessandro Delfino.


Ti piace la voce di questo podcast? Contatta subito lo speakerAlessandro Delfino 

Giuseppe Rinaldi è stato uno dei doppiatori più grandi del periodo d’oro del doppiaggio, probabilmente il più grande.

Classe 1919, iniziò a lavorare nel mondo delle voci alla fine degli anni quaranta diventando in poco tempo la voce di baldi giovani hollywoodiani come Rock Hudson, Burt Lancaster, William Holden e tanti altri.

La sua recitazione fresca e spontanea cominciò a portare novità nel panorama recitativo dell’epoca, abituato alle belle voci musicali di grandi attori come Emilio Cigoli, Lydia Simoneschi, Gualtiero De Angelis e tanti altri.

Ma fu nel 1956 che Rinaldi doppiò per la prima volta uno degli attori che si sarebbe portato per tutta la sua carriera: Paul Newman; nel film "Lassù qualcuno mi ama", Newman interpreta il pugile italo-americano donandogli un magnifico accento italiano, mentre nella nostra versione Rinaldi gli conferisce un accento napoletano che riesce a restituire in pieno la parlata di strada e ingenua di Graziano.

Da quel momento, salvo eccezioni, Rinaldi diventa la voce ufficiale di Paul Newman doppiandolo nei suoi film più importanti: "La gatta sul tetto che scotta", "Il sipario strappato", "Lo spaccone", "L’agente speciale Mackinyosh", "La stangata", "Il colore dei soldi", "Mister Hula Hoop", "La vita a modo mio" e tanti altri. Se Newman insieme a Marlon Brando è considerato il primo dei grandi attori della New Hollywood a portare novità e verità nella recitazione (dando poi il via negli anni sessanta e settanta ad attori come Al Pacino, Robert De Niro, Jack Nicholson, Dustin Hoffman e tanti altri) Rinaldi lo è stato per il doppiaggio (portando attori rivoluzionari al leggio come Ferruccio Amendola, Cesare Barbetti, Oreste Lionello e tanti altri).

Parlando di Marlon Brando, il collegamento con Newman è più vicino di quello che si pensa... almeno in Italia: infatti anche questo grande attore ha la voce di Giuseppe Rinaldi, che riesce a scindere alla perfezione i due attori arrivando addirittura a conferire un fascino in più alla voce di Brando (molto particolare in originale). Lo doppia per la prima volta nel primo film in assoluto da protagonista di Brando, "Il mio corpo ti appartiene", nella parte di un reduce della seconda guerra mondiale rimasto paralizzato; e lo seguirà in tanti film dell’attore: "I due seduttori", "Queimada", "Ultimo tango a Parigi", "Superman", ma soprattutto "Il Padrino", dove ancora una volta, dove Brando sfoggia un accento italo-americano, Rinaldi gli conferisce un accento siciliano, donandogli umanità e grandezza.



Ultimi ma non meno importanti due attori comici brillanti, Jack Lemmon e Peter Sellers: diversissimi tra loro (più comico classico, più rivoluzionario e demenziale il secondo) tanto che Rinaldi riesce ad adeguarsi e a mimetizzarsi non facendo mai capire al pubblico che le due star sono doppiate in Italia dalla stessa persona.

Tantissimi i titoli variegati e famosi dei due doppiati da Rinaldi: "Prima pagina", "Salvate la tigre", "La strana coppia", "A qualcuno piace caldo" (dove Rinaldi segue meticolosamente il doppio ruolo di Jerry e Daphne interpretati da Lemmon) e "Il dottor Stranamore", "Oltre il giardino", "Ciao Pussycat", ma soprattutto il personaggio di Jacque Closeau nei film della "Pantera Rosa", dove Rinaldi sfoggia un accento francese divertentissimo.

Dotato di un’ironia di altri tempi e per niente timoroso nei confronti delle star a cui prestava la voce (Frank Sinatra incontrandolo gli chiese: "Ma tu mi doppi anche quando canto?" E lui rispose: "Naturale! E’ per questo che ti chiamano The Voice") Giuseppe Rinaldi ancora oggi rimane una grossa fetta del doppiaggio, ma anche del grande cinema classico, e se dopo ben undici anni dalla sua morte viene ricordato e amato dai giovani attori e doppiatori non si può che concludere con una frase: "Lassù (ma soprattutto quaggiù) qualcuno lo ama"!

Articolo a cura di Alessandro Delfino


Le voci più belle di Giuseppe Rinaldi

  1. Paul Newman (Rocky Graziano) in “Lassù qualcuno mi ama”

  2. Jack Lemmon (Jerry / Daphne) in “A qualcuno piace caldo”

  3. Paul Newman (Brick Pollitt) in “La gatta sul tetto che scotta”

  4. Marlon Brando (Valentin Xavier) in “Pelle di serpente”

  5. Paul Newman (Eddie Felson) in “Lo spaccone”

  6. Peter Sellers (Ispettore Jacques Closeau) in “La pantera rosa”

  7. David Tomlinson (George Banks) in “Mary Poppins”

  8. Peter Sellers (Colonello Lionel Mandrake) in “Il dottor Stranamore”

  9. Jack Lemmon (Felix Ungar) in “La strana coppia”

  10. Charles Bronson (Armonica) in “C’era una volta il West”

  11. Marlon Brando (Don Vito Corleone) in “Il padrino”

  12. Paul Newman (Henry Gondorff) in “La stangata”

  13. Marlon Brando (Paul) in “Ultimo tango a Parigi”

  14. Charles Bronson (Paul Kersey) in “Il giustiziere della notte”

  15. Paul Newman (Eddie Felson) in “Il colore dei soldi”

  16. Marlon Brando (Mc Carty) in “Il coraggioso”

Gli attori cinematografici e il doppiaggio

Alberto Sordi e Vittorio Gassman ma anche Raoul Bova e Laura Chiatti, oppure Pierfrancesco Favino o Claudio Bisio;solo per fare qualche esempio. Sappiamo tutti che si tratta di famosi volti del piccolo e grande schermo. Ma in pochi conosciamo le loro esperienze in sala di doppiaggio. Perché moltissimi attori di fama prestano la propria voce a personaggi stranieri o cartoni animati. E in pochi lo sanno. Ne parliamo in questo interessante dossier a cura di Alessandro Delfino.

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L’importanza del doppiaggio è tale da toccare anche altri rami della recitazione: il teatro, la televisione e, naturalmente, il cinema.

Nonostante in passato molti registi italiani si sono lamentati del doppiaggio perché “falsava” le loro opere originarie, molti altri lo hanno usato in maniera smisurata: Federico Fellini, Sergio Leone, Luchino Visconti, Giuseppe Tornatore, Gabriele Salvatores, Gabriele Muccino e la lista potrebbe continuare all’infinito.

Ai tempi del dopoguerra i cineasti spesso sceglievano delle facce perfette per il loro film molto adatte alla realtà quotidiana (neorealismo), ma purtroppo spesso comparse e non attori; da lì si rimediava col doppiaggio, usando gli attori al leggio per donare verità a quei film.

Negli anni sessanta e settanta, con l’avvento dei film di genere, si usava spesso far doppiare gli attori di quei film per svariati motivi: star straniere utilizzate per esportare il film all’estero ma che recitavano nella loro lingua, interpreti di un dialetto opposto a quello che serviva al film, personaggi che dovevano sembrare americani o messicani, o semplicemente atleti molto adatti al ruolo, ma con scarse capacità recitative.

Da allora ad oggi, molti famosi attori cinematografici si sono cimentati almeno una volta nel doppiaggio, molti anche in maniera continuativa: pensiamo ad Alberto Sordi o Nino Manfredi che sono proprio partiti doppiando molti personaggi prima di avere successo nel cinema (Alberto Sordi rimane ancora oggi famoso per essere la voce di Oliver Hardy del celebre duo "Stanlio e Ollio"); o a Gigi Proietti (voce di Sylvester Stallone nel film "Rocky", Robert De Niro in "Mean Streets" e "Casinò", il Genio della lampada nella trilogia animata della Disney e Ian McKellen nel ruolo del mago Gandalf nella trilogia di "Lo Hobbit") Leo Gullotta (Burt Young in "Rocky", Joe Pesci in "Mio cugino Vincenzo", il mammut Manny nella saga animata "L’era glaciale" e nuova voce di Woody Allen dal 2012), Oreste Lionello (voce di Gene Wilder, ma soprattutto voce storica di Woody Allen), Giancarlo Giannini (voce ufficiale di Al Pacino, Jack Nicholson, Michael Douglas), Enrico Maria Salerno (voce di Clint Eastwood nei tre famosi western di Sergio Leone), chi più chi meno stabili e magnifici attori al leggio.



Qualunque attore o attrice famosa si è auto-doppiato almeno una volta, soprattutto quando succedeva di dover recitare in lingua straniera con un grande divo americano: è successo ad Anna Magnani con Marlon Brando in "Pelle di serpente", a Sophia Loren in diversi film, Gina Lollogibrida con Sean Connery nel film di Alfred Hitchcock "La donna di paglia"; è una tecnica difficilissima, considerando che bisogna ridoppiarsi facendo attenzione al sync e soprattutto dover riprodurre a freddo e in una sala buia le emozioni provate sul set in quel momento.

Ad oggi il doppiaggio rimane un punto importante per tutti gli attori cinematografici, che da Pierfrancesco Favino a Claudio Santamaria, da Cristiana Capotondi a Monica Bellucci, han provato tutti almeno una volta; succede soprattutto con i prodotti di animazione.

Spesso, come in America usano grandi attori americani, da noi in Italia si punta sulla star nostrana per portare il pubblico al cinema: spesso i risultati sono ottimi, altre volte meno, ma resta comunque da dire che, nonostante molti detrattori  e sostenitori dei sottotitoli, il doppiaggio in Italia continua a rimanere un riferimento, non solo per gli artisti, ma anche per noi che amiamo sederci sulla poltrona e ascoltare una storia.

Le voci cinematografiche più belle del doppiaggio: 

  1. Alberto Sordi (voce di Oliver Hardy) con Mauro Zambuto (voce di Stan Laurel) in “I figli del deserto”
  2. Nino Manfredi (voce di Earl Holliman) in “Il pianeta proibito”
  3. Anna Magnani e Giuseppe Rinaldi (voce di Marlon Brando) in “Pelle di serpente”
  4. Enrico Maria Salerno (voce di Clint Eastwood) in “Per un pugno di dollari”
  5. Oreste Lionello (voce di Woody Allen) in “Provaci ancora Sam”
  6. Gigi Proietti (voce di Sylvester Stallone) in “Rocky”
  7. Leo Gullotta (voce di Burt Young) in “Rocky”
  8. Giancarlo Giannini (voce di Al Pacino) in “Quel pomeriggio di un giorno da cani”
  9. Vittorio Gassman (voce di Mufasa) in “Il re leone”
  10. Raoul Bova (voce di Ercole) in “Hercules”
  11. Claudio Bisio (voce di Sid) in “L’era glaciale 3”
  12. Mariangela Melato (voce di Annette Bening) in “La diva Julia”
  13. Claudio Santamaria (voce di Christian Bale) in “Il cavaliere oscuro”
  14. Pierfrancesco Favino (voce di Michael Shannon) in “Revolutionary Road”
  15. Laura Chiatti (voce di Rapunzel) in “Rapunzel - l’intreccio della torre”
  16. Enrico Brignano (voce di Olaf) in “Frozen - Il regno di ghiaccio”

Articolo a cura di Alessandro Delfino

Gli Incredibili 2: speciale doppiaggio

Sarà al cinema da Mercoledi 19 Settembre 2018 l'attesissimo sequel de “Gli Incredibili”, capolavoro Disney Pixar del 2004 che torna dopo 14 anni promettendo grandi numeri. Già a partire dal cast di doppiatori che mette insieme, sotto l'abile direzione di Massimiliano Manfredi, “mostri sacri” del doppiaggio come Massimo Corvo e “talent” mai visti in sala, come la giovane campionessa paralimpica Bebe Vio. Per VOCI.fm non poteva mancare Patrizia Simonetti all'anteprima de “Gli Incredibili 2”, per incontrare le voci di Amanda Lear, Tiberio Timperi, Orso Maria Guerrini e, appunto, Bebe Vio. Ecco a voi lo speciale firmato #sitodellevoci

Servizio a cura di Patrizia Simonetti

Uscito nelle sale americane il 15 giugno 2018, "Gli Incredibili 2" ha registrato incassi da record, battendo sul colpo il primo episodio e piazzandosi nella top-five dei film più visti in America nella prima parte del 2018. Nei cinema italiani arriverà il 19 settembre 2018, dopo un'anteprima (in versione originale), al Giffoni Film Festival.

Come in tutti i film Disney Pixar che si rispettino, la trama racconta una storia attuale e credibilissima, seppure tra peripezie e avventure da supereroi.

Bob Parr, marito di Helen e conosciuto anche come Mr. Incredibile, rimane a casa a badare ai loro figli, Violetta, Flash e Jack-Jack, mentre sua moglie prosegue la lotta contro il crimine, come parte integrante di una campagna a favore del ritorno alla legalità dei supereroi. Tuttavia, insieme a Siberius, i membri della famiglia Parr devono fronteggiare il piano di una nuova cattiva, l'Ipnotizzaschermi.

La direzione de “Gli Incredibili 2 “ è affidata ad un grande regista come Brad Bird ("Il Gigante di Ferro", "Gli Incredibili – Una Normale Famiglia di Supereroi", "Ratatouille"), con la produzione di John Walker ("Gli Incredibili – Una Normale Famiglia di Supereroi", "Tomorrowland – Il Mondo di Domani") e Nicole Grindle (il cortometraggio "Sanjay’s Super Team", produttrice associata di "Toy Story 3 – La Grande Fuga").

Se nella versione originale del film a dare la loro voce ai protagonisti sono personaggi più che noti, in alcuni casi stelle del cinema internazionale come Craig T. Nelson (Robert Parr / Mr. Incredibile), Holly Hunter (Helen Parr / Elastigirl), Sarah Vowell (Violetta Parr), Samuel L. Jackson (Lucius Best / Siberius), Bob Odenkirk (Winston Deavor), Phil LaMarr (Krushhauer), anche per la versione italiana - dove è sempre Isabella Rossellini a far parlare l'ambasciatrice - si sono scelti, oltre a grandi doppiatori come Massimo Corvo (Lucius Best / Siberius), Fabrizio Pucci (Robert "Bob" Parr / Mr. Incredibile), Giovanna Rapattoni (Helen Parr / Elastigirl) e Alessia Amendola (Violetta Parr), volti (e voci) note del mondo dello spettacolo in genere, come Ambra Angiolini per Evelyn Deavor che nella versione originale è doppiata da Catherine Keener, che però non era presente all'anteprima romana del film.

C'erano invece Amanda Lear per Edna Mode che nella versione originale ha la voce dello stesso regista Brad Bird, la campionessa paralimpica Bebe Vio per Karen / Voyd originalmente doppiata da Sophia Bushper, Tiberio Timperi per Chad Brentley che in originale parla con la voce di Adam Gates, e Orso Maria Guerrini per Rick Dicker doppiato in americano da Jonathan Banks.

Golden Age Pre 73: grande preamplificatore - piccolo prezzo

Siete a caccia di un pre-amplificatore economico che suoni bene? Allora oggi abbiamo una buona soluzione! Mario Loreti ha testato per VOCI.fm il “Golden Age Pre 73”, che sembra perfetto per l'home-studio. Sentiamo se suona davvero bene come molti dicono.

Ti piace la voce di questo podcast? Contatta subito lo speaker Mario Loreti

Avendo dovuto smantellare il mio studio di registrazione per ragioni personali, mi sono preso un pò di pausa forzata dal lavoro e da VOCI.fm, però al tempo stesso ho rinnovato qualche strumento ed ho anche acquistato un pre-amplificatoreNeve 1073” e quello che molti definiscono il suo clone, il “Golden Age Project Pre 73”.

Oggi ci occuperemo proprio di quest'ultimo, analizzandone a fondo caratteristiche, pregi e difetti e cercando di confrontarlo con il “Neve 1073”, che costa molto di più.

Iniziamo col dire che, visivamente, questo preamplificatore sembra molto vintage, anche se in realtà di vintage ha poco, a parte il suono che cerca di emulare. Di buono c'è che, come nei veri preamplificatori vintage, questa unità non ha circuiti integrati inseriti nel percorso del segnale audio.

Si tratta di uno strumento dai controlli essenziali, senza fronzoli, che non sfigurerà sicuramente nel vostro studio, ne a livello di immagine ne di suono.

Le funzionalità a disposizione sono molte, alcune delle quali si trovano solo su preamplificatori di fascia (e costo!) superiore.

Questa macchina, piccola nelle dimensioni ma potente nelle prestazioni, dispone di un input microfonico con alimentazione phantom, un gain che può arrivare fino ad 80 Db, il filtro passa-alto con uno switch per togliere 3 DB a 40 o 170 HZ (può servire per eliminare rumori di fondo), 6 DB / octave, un air-EQ a 2 posizioni, +3 o +6 DB a circa 30 KHZ e la possibilità di scegliere l'impedenza tra 1200 Ohm o 300 Ohm.

L'indicatore del livello del segnale, ovvero il VuMeter, è a 4 led.


L'ingresso è combo, vale a dire che ci si può collegare un microfono sia con un cavo XLR che con un Jack 6.3, in più c'è anche un ingresso per il collegamento con una chitarra ed un'uscita line / instrument.

L'alimentatore per il collegamento alla corrente è incluso nella confezione.

Le funzioni sono tutte accessibili tramite dei comodi pulsanti o delle piccole levette. Il gain e l’output si regolano con delle wheel a scatti, l’ultimo tasto a destra consente di emulare il suono di un preamplificatore vintage (forse troppo), ma è una funzione utile da provare almeno una volta.

Il prezzo oscilla tra i 300 ed i 350 euro, quindi davvero una cifra accessibile per chi vuole lavorare di qualità senza però “svenarsi”.

E il suono? Vi faccio ascoltare volutamente qualcosa in bianco (senza base). Quindi, se già non state ascoltando l'articolo ma lo state solo leggendo, vale la pena di cliccare sul tasto “Play”.

QUI trovate anche il test audio separato dal podcast, scaricabile liberamente perché possiate importarlo e analizzarlo nel vostro software audio preferito.



Il microfono usato in questo test è un “Neumann U87”, il segnale finisce poi in una scheda audio piccolina ma molto valida, la "RME Babyface".

Ma quindi il “Golden Age Pre 73” può davvero essere paragonato al “Neve 1073”?

Secondo me no, suona come un Focusrite di fascia alta ma per raggiungere il “Neve 1073” c'è ancora qualche passo da fare. Certo, il “Neve” costa 10 volte tanto, direte... e non posso che darvi ragione!

In sintesi, il “Golden Age Pre 73” è un preamplificatore che stupisce nel rapporto qualità-prezzo ed è indiscutibile che suoni meglio di tante altre unità di marche più blasonate sulla stessa fascia.

Voi cosa ne pensate? Lo usereste per le vostre produzioni con la voce? Fatecelo sapere.

Io tornerò a parlare di audio-equipment professionale qui, sul BLOG di VOCI.fm. Un saluto da Mario Loreti.
  

Gran Premio del Doppiaggio 2019: VOCI.fm c'era

Si è svolta giovedì sera a Roma l’undicesima edizione del Gran Premio Internazionale del Doppiaggio tra premiazioni, ospiti e gag firmate soprattutto da Pino Insegno, conduttore della serata con Monica Marangoni, e per un po’ anche con Luca Ward. Noi di VOCI.fm c’eravamo, ecco la video sintesi della serata realizzata da Patrizia Simonetti.

Gratis per te "Il Manuale dell'Artista" di "Esibirsi"

Agibilita' ex-EnpalsInail, Cud e tutti gli adempimenti burocratici vi fanno venire il mal di testa? Ma no! Basta scaricare gratis “Il Manuale dell’Artista”, realizzato dalla cooperativa “Esibirsi” e scoprire che c’è uno staff che può far tutto per noi, a condizioni molto convenienti. Ne parliamo con Giuliano Biasin, dal 2002 a capo del progetto, intervistato per VOCI.fm da Marco Picchio.

Intervista realizzata da Marco Picchio

Amici di VOCI.fm un saluto da Marco Picchio. L’intervista di oggi vuol essere un suggerimento per tutti coloro che operano nel mondo dello spettacolo. C’è infatti tanta disinformazione sulle leggi che regolano questo settore. A fare un po’ di chiarezza sull’argomento, ci aiuta Giuliano Biasin di “Esibirsi”, partner di VOCI.fm. Benvenuto Giuliano!
Grazie mille a voi di avermi contattato.

Ho in mano proprio “Il Manuale dell’Artista”, ma di questo parleremo più avanti. Vorremmo subito sapere quali sono i principali adempimenti fiscali e burocratici a cui un lavoratore dello spettacolo si deve attenere?
Va detto innanzitutto che il primo responsabile della “messa in regola” di un artista di qualunque categoria è sempre il datore di lavoro. Quindi è chi commissiona il lavoro che deve, per primo, pensare a regolarizzare questo tipo di posizione. Si parla dei gestori di locali nel caso dell’intrattenimento, oppure di radio o studi di registrazione parlando di speaker, doppiatori e voci in genere. Poi, nel caso che ci interessa, può essere l’artista stesso a gestire la propria situazione attraverso una partita IVA personale oppure entrando a far parte di una cooperativa come “Esibirsi”. Si parla di regolarizzazione “fiscale”, nel senso che l’artista deve essere pagato in modo “ufficiale”, e di regolarizzazione “contributiva”, in riferimento ai versamenti per la futura pensione. In quest’ultimo settore rientra il documento di agibilità che conferma il fatto che, per quella determinata data lavorativa, verranno versati i contributi.



Cos’è e come opera “Esibirsi”?
“Esibirsi” è nata nel 2002 per andare incontro proprio all’esigenza da parte degli artisti di regolarizzarsi dal punto di vista fiscale e contributivo, sgravando i committenti di tutta la parte burocratica senza dover spendere cifre assurde. Quando siamo partiti c’erano tante altre cooperative già attive in Italia ma noi abbiamo “rotto il mercato” chiedendo 1/6 rispetto alla media nazionale, con l’obiettivo di aiutare gli artisti e non di speculare. Poi, negli anni, abbiamo aumentato i servizi, integrato il supporto promozionale attraverso il nostro portale, forniamo assicurazione specificaecc.

Quali sono le categorie che possono essere assistite da “Esibirsi”? Facciamo degli esempi legati al mondo della voce: speaker, doppiatori, dj, possono?
Certamente, una doppiatrice si è iscritta proprio l’altro ieri. Lavoriamo con vocalist, presentatori, cantanti, musicisti ecc. Escludiamo ballerini e service audio-luci perché esulano dal tipo di contratto che applichiamo.

Arriviamo al “Manuale dell’Artista”, che potete scaricare dal link in fondo a questa pagina. Cos’è, nel dettaglio, “Il Manuale dell’Artista” di Giuliano Biasin?
Il Manuale dell’Artista” parte dalle domande e dagli articoli protagonisti negli anni del blog di “Esibirsi”, oltre che dalle esperienze nei vari workshop organizzati dalla nostra cooperativa. Visto l’interesse, ho ben pensato di racchiudere tutto in una pubblicazione che, prima di tutto, deve risultare intuitiva e di facile comprensione, anche da un punto di vista grafico. Proprio perché agli artisti non piace perdersi dietro letture lunghe e difficili, ho cercato di rendere tutto molto “snello”. “Il Manuale dell’Artista” credo sia uno strumento utile per chi fa questo mestiere.

Infatti me lo sono letto tutto perché scorre velocemente ed è graficamente carino!
L’obiettivo è proprio questo. Siamo alla seconda edizione, stampata in 3000 copie cartacee e disponibile anche in free-download, che segue un buon successo della prima versione, scaricata circa 6000 volte.

E quindi vi diamo anche una mano noi di VOCI.fm, con questo link per avere subito GRATIS il pdf de “Il Manuale dell’Artista”. Qualche contatto per conoscere tutti i servizi di “Esibirsi”?
Sul sito www.esibirsi.it si trova tutto, compreso i costi nel dettaglio, così l’artista può capire facilmente se è il servizio che fa per lui e decidere se iscriversi o meno. Poi il numero di telefono 0434 696139, attivo dal lunedi al venerdi orario continuato 09.00 - 17.30.

Grazie a Giuliano Biasin di “Esibirsi” e buon lavoro
Grazie a VOCI.fm

Vuoi leggere subito "Il Manuale dell'Artista" di Giuliano Biasin? Scarica il PDF

I momenti più belli del G.P. del Doppiaggio 2017

Giovedi 23 Novembre, VOCI.fm era al Premio Internazionale del Doppiaggio di Roma, il più importante galà dedicato ai professionisti del leggio. Presentatori dell'evento Pino Insegno e Monica Marangoni. Guarda lo special-video realizzato dalla nostra inviata Patrizia Simonetti.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Grande festa giovedi 23 novembre all'Auditorium Parco della Musica di Roma per la nona edizione del Premio Internazionale del Doppiaggio - che annovera in Italia 2.100 professionisti per 90 milioni di euro di fatturato - un vero e proprio spettacolo con musica e sketches, organizzato anche quest'anno da Pino Insegno - vero mattatore della serata - e da Filippo Cellini, presidente INCE Media e ideatore del Premio, presentato in grande stile dallo stesso Insegno e dalla conduttrice Rai Monica Marangoni e realizzato con il contributo del MiBACT e con il sostegno della SIAE - Società Italiana degli Autori ed Editori - e del NUOVO IMAIE, con l'obiettivo di premiare le migliori voci del cinema, delle serie-tv e dei film di animazione, gli adattatori dei dialoghi, i direttori del doppiaggio, i mixage, gli assistenti di doppiaggio, i fonici di doppiaggio e le edizioni d’autore. Consegnati anche i "Premi alla Carriera" a Filippo Ottoni e a Luciano De Ambrosis. Diversi gli artisti che si sono alternati sul palco della Sala Sinopoli dell'Auditorium, tra cui Alex Britti, Alan Sorrenti, Ivan Dalia, Massimo Lopez, Christian De Sica, Anna Safroncik. Nel corso della serata è stato letto da Pino Insegno un messaggio augurale del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, come potete anche vedere e ascoltare nel nostro speciale video.

Questo il testo della lettera del Capo dello Stato:

Desidero esprimere vivo apprezzamento per l’iniziativa rivolta a mettere in luce un'eccellenza della produzione culturale italiana come è quella dell’attività del doppiaggio. Veicolo importante degli scambi culturali, il doppiaggio delle opere televisive e cinematografiche adempie alla funzione, analogamente sviluppata dalla traduzione di opere letterarie, di accesso del grande pubblico alla creatività di autori in lingue diverse dalla nostra. La circolazione e la reciproca conoscenza di valori, modelli di vita, esperienze, deve molto all’attività di doppiaggio che consente di vivere in modo diretto i messaggi di opere provenienti dall’estero. Linguistica, semiologia e fonologia sono interpellate dall’attività di doppiaggio che richiede adattamento di dialoghi, capacità di interpretazione da parte degli attori, competenze tecniche maturate negli anni per coordinare nuove colonne sonore alle immagini. Il coinvolgimento delle Università in questa opera ne convalida gli aspetti di vera e propria industria culturale italiana, le cui radici risalgono anni trenta del secolo scorso. Con vive espressioni augurali invio i miei saluti agli organizzatori e partecipanti”. L’evento, come racconta Pino Insegno nella nostra videointervista, è stato infatti preceduto da tre seminari universitari sulla qualità del doppiaggio e sul diritto d’autore presso La Sapienza, RomaTre e Unint e da un Convegno alla LUISS intitolato Il doppiaggio, un’eccellenza italiana nel corso del quale è stata ribadita la necessità di riordinare le regole del settore, stabilendo anche un diverso riconoscimento del diritto del direttore del doppiaggio, di fatto registadell'edizione italiana dell'opera.

Durante la serata, la nota doppiatrice Eleonora De Angelis ha presentato sul palco "Vix Vocal", la rivoluzionaria applicazione in stile "Shazam" per riconoscere le voci dei doppiatori, con tante altre funzioni al servizio di chi lavora in questo mondo. Disponibile da qualche settimana per dispositivi Apple iOS, proprio in occasione del Premio Internazionale del Doppiaggio è stata rilasciata anche la versione Android. Vuoi saperne di più sul'App "Vix Vocal"? Ascolta la nostra intervista allo staff


I vincitori del Premio Internazionale del Doppiaggio 2017:

MIGLIOR FILM "La La Land" – Antonella Canturi di 01 Distribution

MIGLIORE DIRETTORE Carlo Valli per "Barriere"

MIGLIOR DOPPIATORE PROTAGONISTA Francesco Pannofino in "Barriere" nel ruolo di Troy Maxson

MIGLIOR DOPPIATRICE PROTAGONISTA Angiola Baggi in "Elle" nel ruolo di Michele Leblanc

MIGLIOR ADATTAMENTO Valerio Piccolo per Florence premiato da M.Andrea Ettorre (Direttore Marketing SIAE)

MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE "Baby Boss" consegnato da Enzo Sciotti a Rosetta Fortezza (Twenty Century Fox)

MIGLIOR SERIE TV Westworld - Sky Atlantic HD consegnato da Alex Britti a Paola Rongione per Sky Atlantic Hd

MIGLIOR DOPPIATORE SERIE TV Rodolfo Bianchi in "Genius" nel ruolo di Albert Einstein premiato da Filippo Cellini

MIGLIOR DOPPIATRICE SERIE TV Barbara De Bortoli in "Homeland", premiata da Pietro Ricci (Presidente Acqua Filette)

EDIZIONI D’AUTORE "E' solo la fine del mondo" - Lucky Red Distribuzione

MIGLIOR MIXAGE Andrea Roversi per "Trasformers 5" SDA - MediaItalia premiato da Francesco Cucinelli (Pres. Giuria Tecnica)

PREMI ALLA CARRIERA Luciano De Ambrosis e Filippo Ottoni

PREMIO PUBBLICO MASCHILE Francesco Pezzulli, premiato da da Giorgio e Furio del Trio Medusa

PREMIO PUBBLICO FEMMINILE Domitilla D’Amico, premiata da Andrea Razza (direttore Enciclopedia del Doppiaggio) 

MIGLIOR ASSISTENTE DI DOPPIAGGIO Alessandro Benati premiato dallo youtuber Fabio Celenza

MIGLIOR FONICO DI DOPPIAGGIO Fabrizio Sallusti premiato dallo youtuber Fabio Celenza

I siti di voice-over casting

Molte aziende fanno casting on-line, anche per ricercare uno speaker o un doppiatore (e noi di VOCI.fm lo sappiamo bene!). Ma quali sono le principali differenze tra un sito di voice-casting e l'altro? Ce ne parla Mario Loreti in questo articolo pubblicato dal #sitodellevoci

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Non so perchè, ma mi piace iniziare i miei articoli quasi sempre con delle note nostalgiche. Ecco allora che mi tornano in mente le cassettine (audiocassette), perchè era grazie a quelle se il cliente poteva ricevere ed ascoltare una pubblicità o il proprio voice-over (che poi spesso non è altro che una presentazione aziendale, prima tutti questi inglesismi non c'erano!).

Non solo non c'erano gli inglesismi, ma per registrare ci si appoggiava solo a degli studi di produzione tradizionali. La strumentazione infatti non era alla portata di tutti come lo è oggi, per registrare ad una buona qualità si dovevano spendere un mucchio di soldi ed era difficile che un professionista potesse lavorare da casa propria.

Per esperienza, so che alcuni clienti preferiscono tuttora affidarsi agli studi di registrazione anzichè rivolgersi direttamente agli speaker, questo perchè qualcuno non crede che una registrazione audio casalinga possa comunque essere realizzata con tutti i crismi del caso. Capita sempre più spesso che siano gli stessi studi a contattare speaker che lavorano da casa, noi di VOCI.fm lo sappiamo bene visto che collaboriamo con pressochè tutte le aziende di settore locali e nazionali, per cui oramai certe differenze in alcuni casi quasi non esistono più.

Uno dei vantaggi di lavorare da casa è ovviamente che puoi prendere il lavoro che vuoi, nel modo in cui vuoi e gestirti le tue cose serenamente, questo anche grazie ai numerosi siti che permettono al cliente di trovare la voce desiderata e a te speaker di poter raggiungere centri di produzione in tutto il mondo.

Per carità, a certi studi puoi anche arrivarci da solo, ma dovresti cercarteli sul web e non tutti tra l'altro sono in lingua inglese (se ne trovano anche in fiammingo, se qualcuno da queste parti lo capisce... batta un colpo!)

Oggi voglio parlarvi proprio dei vantaggi e degli svantaggi dei siti web che si occupano di casting legati alla voce.

Perchè se è vero che da una parte ci portano lavoro, dall'altra danno la possibilità a chiunque di lavorare e produrre anche solo per soddisfazione, il che vuol dire che i prezzi si abbassano notevolmente e che prima o poi ne risentirà l'intero mercato.

Tempo fa la nostra collega Sunny Valerio aveva già parlato del fenomeno per quanto riguarda gli spot locali, ma piu' passano gli anni e più il discorso dei prezzi al ribasso si fa grave.



Quali sono questi siti web che ci permettono di lavorare?

Il primo che ho conosciuto è statunitense, si chiama Voice123. Qui puoi creare il tuo profilo gratuitamente inserendo tutte le tue caratteristiche vocali, quando poi un cliente pubblicherà un progetto corrispondente alle tue caratteristiche il sistema ti invierà automaticamente una mail per permetterti di partecipare al casting. Te la giocherai con altri tuoi colleghi e il vincitore sarà quello che farà il lavoro e quindi verrà pagato. La creazione del profilo è gratuita, ma si può partecipare ai casting solo se si è membri premium. Tale iscrizione costa circa 400 dollari l'anno, un investimento piuttosto alto secondo me. Un problema di voice123 è poi che tu non puoi contattare il cliente direttamente tramite email, devi sempre passare per la loro piattaforma. Il cliente rimane loro, dunque, il che non lo trovo nè trasparente, nè corretto.

Con Bodalgo.com le modalità sono le stesse, cambiano il prezzo e il modo di gestire il cliente. La sottoscrizione per candidarsi ai casting costa circa 200 euro l'anno, i lavori in italiano sono molti di più e noi speaker possiamo entrare direttamente in contatto con il cliente via mail, potendo disporre di tutte le informazioni aziendali di cui abbiamo bisogno per lavorare in serenità.

Un altro sito nato recentemente è Voicebunny.com. Il coniglio fa parte della famiglia di voice123 e ne eredita alcuni difetti: non hai informazioni sul cliente (che quindi non contatti direttamente), lo stesso cliente rimane loro e i voice-over vengono pagati pochissimo; le tariffe infatti non considerano il tipo di prodotto (pubblicità, e-learning ecc.) ma garantiscono solo una cifra a parola che varia in base ad un algoritmo. In un punto del contratto da accettare, c'è poi una clausola: i diritti dei lavori realizzati tramite voicebunny.com vanno tutti al sito web, non a te speaker. Recentemente ho visto un cliente italiano pubblicare un progetto per uno spot nazionale in onda in TV, spot che sarebbe stato pagato poco piu' di un caffè.

Queste situazioni condizionano parecchio il mercato, per questo ne parliamo sul Blog di VOCI.fm, che da sempre mette al primo posto la
professionalità di chi lavora con la propria voce, in modo imparziale e nel pieno rispetto di un mestiere prestigioso ed esclusivo come quello dello speaker o del doppiatore.

Se poi devo darvi un consiglio personale, tra le web-proposte di cui vi ho parlato sopra, mi sento di consigliare Bodalgo.com, che ha sempre dimostrato attenzione verso il mercato e verso il nostro lavoro.

A presto e... buone incisioni a tutti!
 

I Sonetti del Belli recitati dai doppiatori italiani: videointervista a Angelo Maggi

L’attore e doppiatore Angelo Maggi, famosa voce di Tom Hanks, è anche co-curatore di “Sonetti”, l’opera uscita proprio a Marzo 2018 che raccoglie ben 1250 sonetti del massimo poeta romano Giuseppe Gioachino Belli, interpretati da 10 grandi nomi del doppiaggio. E allora... potevamo non parlarne su VOCI.fm? La giornalista Patrizia Simonetti ha realizzato per noi questa bella video-intervista.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Angelo Maggi e i Sonetti del Belli. Intanto sono tantissimi, come li avete selezionati? Vedo che in questa opera siete arrivati ad oltre 1200!
I Sonetti di Giuseppe Gioachino Belli sono 2279, quelli che compongono il famoso monumento della Plebe di Roma. Noi ne abbiamo scelti ben 1250, quindi più di metà dell’opera totale e, insieme al curatore Lia Iezzi, ci siamo orientati verso i più attuali, quelli in cui possono riconoscersi i romani di oggi nella plebe di 200 anni fa con tutti i caratteri (il servitore piuttosto che il prelato, il bicchieraro piuttosto che il cocchiere ecc.). Abbiamo selezionato questi 1250 sonetti e li abbiamo tutti messi in voce scegliendo un direttore artistico come Marco Mete e poi dieci attori tra le voci più importanti del doppiaggio Italiano. Il senso che abbiamo voluto dare con il mio co-curatore è stato proprio quello di riproporre questi versi storici attraverso voci che appunto si immedesimano quotidianamente in personaggi nelle serie televisive piuttosto che film importanti del cinema; ricordo che sono le voci più importanti del doppiaggio italiano, da Ludovica Modugno (voce di Glenn Close) a Chiara Colizzi (voce di Nicole Kidman), passando per Luca Dal Fabbro (Steve Buscemi), Francesca Fiorentini (Gwyneth Paltrow), Mino Caprio (Peter Griffin), Angelo Maggi...

Come si recita un sonetto e, soprattutto, come si recita un sonetto in dialetto romanesco?
Questo è un domandone! Intanto, tutti gli attori che hanno preso parte a quest’opera sono di Roma. Poi va detto che un magistrale cultore e maestro di come si recita Belli è stato il grande Gianni Bonagura che purtroppo è scomparso tempo fa e io personalmente da lui ho imparato tantissimo perché abbiamo fatto lunghe serate di lettura di Sonetti; poi una piccola compagnia belliana esiste a Roma ed è capitanata dal professor Marcello Teodonio che ci onora con la sua prefazione in quest’opera. Dentro i sonetti di Belli ci sono tantissime anime, c’è l’anima del “popolino” perché alcuni Sonetti sono delle vere e proprie barzellette ed ancora oggi le chiameremmo così per le battute finali comiche e divertenti e poi c’è una parte di Belli che è molto forte, quella un pò sconcia, quella da censore dello Stato Pontificio. La recitazione del sonetto di Belli è piuttosto complessa, perchè Belli va raccontato in un certo modo, partendo dalla metrica: quartina-quartina, terzina-terzina, tutto un verso endecasillabo che guarda caso è il verso usato dal massimo nostro poeta che è Dante Alighieri e quindi l’endecasillabo ha già una sua musicalità che bisogna rendere assolutamente, con una grande dose di ironia, filosofia e drammaticità. Ci sono dei Sonetti per esempio sulla morte e sulla vita: Belli era sicuramente una persona molto chiusa, ci basta dire che non hai mai voluto che venisse pubblicato nessun sonetto nella sua vita tanto che lui aveva lasciato al figlio l'incarico di bruciare, alla sua morte. Poi un Monsignore amico di famiglia prese la decisione che non fossero distrutti e oggi lo ringraziamo.

Sul fronte della voce, visto che siamo su VOCI.fm, è più semplice recitare un sonetto che sia di Belli o comunque una poesia oppure doppiare, nel senso più comune del termine, un altro attore?
Essendo ormai Belli un classico è chiaro che l’hanno “detto” in molti: Gianni Bonagura, Vittorio Gassman, Vincenzo Fiorentini, Aldo Fabrizi. Ma in questo opera ho voluto una recitazione diversa, fatta “da doppiatori” che quotidianamente si immergono in personaggi che poi arrivano alla gente e lo stesso deve essere per questi sonetti che, seppur antichi, riescono ancora a trasmettere emozioni molto forti e soprattutto molto attuali. 
Un saluto a VOCI.fm da Angelo Maggi, ma anche dal Commissario Winchester dei Simpson e dal genio miliardario, playboy filantropo, Tony Stark. Ciao.

G.GIOACHINO BELLI - SONETTI Società Editrice Dante Alighieri - per info sull'opera clicca qui

I Sonetti del Belli: videointervista a Marco Mete

La nostra giornalista Patrizia Simonetti incontra Marco Mete, mitica voce di Duffy Duck e Roger Rabbit ma anche di grandi attori del calibro di Kevin Bacon ed oggi anche art-director dell’opera “Sonetti” che raccoglie le poesie di Giuseppe Gioachino Belli, re-interpretate dai talenti del doppiaggio italiano.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Marco Mete, direttore artistico dei “Sonetti del Belli”, questa splendida iniziativa per i romani, ma non solo. Come è nata innanzitutto?
È nata da un atto d’amore, come tutto quello che nasce... ed ha avuto una gestazione lunghissima (ben 7 anni di attesa). Tutto parte dal cercare di non fare proprio una “lettura poetica” con la classica musica “da sonetto”, ma di rendere giustizia alla drammaturgia del Belli, che ha creato tanti personaggi; il divertimento è stato proprio nel cercare di capire come far diventare un sonetto una sorta di “micro-commedia” e dare una voce ad ognuno di questi personaggi, facendoli vivere fuori dalle pagine. Secondo me, Belli li ha visti tutti questi personaggi, camminando per strada li sentiva, li assorbiva e poi li trasferiva sulla penna. Quindi il lavoro in sala è stato molto divertente, ho collaborato con alcuni colleghi che non hanno nessun bisogno della mia direzione vista la loro straordinaria bravura ma che magari hanno avuto piacere nello scambio di opinioni, del mio “occhio” dall'esterno (che poi sarà quello del pubblico).

Che differenza c’è tra fare l’attore, il doppiatore e recitare poesie come in questo caso?
Tutto parte da una base comune, che è il “recitare”, che però viene applicato in maniera diversa in base al mezzo. In teatro viene amplificato attraverso il corpo e l’espressione, nel cinema deve essere tutto più contenuto ed interiorizzato, nel doppiaggio (come in radio ed in ogni altra arte che utilizza solo la voce) devi veicolare tutto attraverso la parola. Il che non significa che il corpo non serva, perché comunque lo utilizzi nelle fasi di doppiaggio, ma soprattutto è la voce a fare la differenza. Per quello che riguarda la poesia, c’è poi una difficoltà ulteriore che è la metrica, l’appoggio, la musicalità della recitazione ed i tempi del verso. Nel caso di Gioachino Belli c’è anche la lingua, perché questo romanesco che lui usa è difficile anche per noi romani, come devono essere pronunciate certe parole, accenti che a volte cambiano, si crea una grammatica ‘’Belliana’’ che Marcello Teodonio (massimo esperto di Belli) ci ha aiutato a rendere al meglio.

Si sente parlare spesso di direzione del doppiaggio, però magari non sappiamo bene di cosa si tratta. Marco Mete, chi è il “direttore del doppiaggio”?
Il direttore del doppiaggio è il “regista” del doppiaggio, colui che sceglie le voci, vede il film, dirige gli attori. E' l'unico che in sala di doppiaggio ha davvero in mano la sensazione del film, conosce bene la materia ed indirizza gli attori verso un fine comune che è la trasformazione dell’opera dalla lingua originale all'italiano. Ogni direttore del doppiaggio ha la sua teoria, c’è chi è più tecnico e chi ha più anima, chi cerca di recuperare il senso chi il suono. E’ una figura secondo me molto importante perché ha le redini di tutta l’operazione di doppiaggio.

E quando sei in sala come doppiatore, ti ritrovi anche con altri direttori immagino?
Certo, per fortuna, perché quando faccio doppiaggio non voglio pensare a tutto il resto ma solo al mio personaggio, devo ricreare nella mia lingua quello che l’attore ha fatto in originale ed ho bisogno di qualcuno che un pò mi mette delle sponde, altrimenti rischio di ”straripare” in qualunque direzione.

Chiudiamo con una curiosità che VOCI.fm si deve togliere sempre: tra tutti i personaggi che hai doppiato ne hai qualcuno “preferito”?
Guarda sono tanti, diciamo che come attore Robin Williams piuttosto che Kevin Bacon. Come cartone animato ci sono Roger Rabbit, Daffy Duck, il Gabbiano de “La Sirenetta” o “Mucca e Pollo”. Quindi... un grande saluto da tutti i miei personaggi agli amici di VOCI.fm da Marco Mete. Ciao.



G.GIOACHINO BELLI - SONETTI Società Editrice Dante Alighieri - per info sull'opera clicca qui

I Talent: voci prestate al doppiaggio

Un fenomeno che si propaga sempre più e che sicuramente non viene visto di buon occhio da parte di quella schiera di ragazzi che aspirano con molta fatica, ad entrare a livello professionale, nel mondo del doppiaggio, è quello dell’ uso dei Talent.

 Ti piace la voce di questo podcast? Contatta lo speaker Antonio Amoruso

La scelta da parte delle case di produzione di far doppiare da personaggi famosi come presentatori televisivi, showgirl, vincitori di reality, YouTuber, parti di film o cartoni animati diventa sempre più frequente. Ma perché fare uso di artisti, la cui area di appartenenza spesso non è quella della recitazione, figuriamoci quella del doppiaggio

Se partiamo dal presupposto che questo sia un lavoro non per tutti che ha bisogno non solo di anni di esperienza, ma di capacità attoriali ,ci si chiede se questa forse non sia una scelta quantomeno azzardata. L’indignazione scatta automatica da parte di tutti quegli aspiranti e giovani professionisti che fanno fatica ad imporsi in questo mestiere e che hanno la sensazione che le venga sottratto quello che hanno tenacemente coltivato e raggiunto con il tempo.

Inoltre per ilTalent la scelta di doppiare risulta spesso un’ esperienza fine a se stessa vista come un “extra lavorativo” pagato sicuramente molto bene, diversamente dal professionista per il quale è un lavoro che serve per il proprio sostentamento. All’inizio fu più voglia di sperimentare qualcosa di nuovo e attraverso la sapiente direzione di direttori capaci, si riusciva a realizzare nonostante le difficoltà, lavori apprezzabili.

Dopo, la dura legge del mercato, l’ha fatta da padrona e attraverso il motto Vendere, vendere ed ancora vendere a tutti i costi, ha fatto si che questa sia diventata una consuetudine, con buona pace dei poveri direttori costretti a far ripetere al talent di turno una banale frase svariate volte, e dei fonici che hanno dovuto alla fine, creare dei miracoli della tecnica per portare a casa ,come si dice in gergo, la battuta.



La disamina di tutto ciò è piuttosto semplice e comprensibile e non diverge dalle logiche del mercato televisivo. L’uso di un personaggio famoso della Tv o del Web rende spesso la promozione del film quasi a costo zero. Quante volte avete sentito durante le interviste ,il talent di turno menzionare, tra un ricordo della propria vita ed i loro progetti futuri, l’esperienza fatta al leggìo in quel determinato film o cartone.

Le dichiarazioni più o meno risultano essere sempre le stesse, ma quello che conta è la promozione servita su di un piatto d’argento. Ultima, ma non ultima è quella diVittoria Puccini, bravaattrice, mavoce assolutamente inedita per ildoppiaggio , la quale ha prestato la voce alla maga Agata nella rivisitazione in chiave live action del film d’animazione del 1991 la Bella e la Bestia e che racconta della sua “complicata” ma divertente esperienza al leggio, menzionando e promuovendo ovviamente la pellicola.

Missione compiuta!! Come direbbe qualcuno, ma ora non ricordo con precisione chi. Sia chiaro ho menzionato la Puccini non in termini negativi, tra l’altro, non ho visto il film , ma solo come esempio dei non addetti ai lavori che si è cimentata in questaarte meravigliosa, che è ildoppiaggio. La mia sensazione comunque è che questa tendenza sia ben lontana dal volgere al termine, d’altronde per vendere bisogna sempre dare allospettatore quello che desidera e magari, come per fare share in TV ci vogliono un paio di tette, si è arrivato all’escamotage "Talent" per il doppiaggio.

Mi verrebbe da dire: ma dove andremo a finire? Ma questo indubbiamente, mi farebbe sentire più vecchio di quello che sono. 

Articolo a cura di Antonio Amoruso

Il canto nel doppiaggio

Quante volte vi è capitato di canticchiare la colonna sonora di un film o di un cartone animato e scoprire che vi ricordate le parole a memoria? Beh, questa è la magia del doppiaggio, fatto non soltanto di “parlato” ma anche di meravigliose parti “cantate”. Su VOCI.fm ci sembrava quindi doveroso dedicare un dossier proprio al “canto nel doppiaggio”! 


Ti piace la voce di questo podcast? Contatta subito lo speakerAlessandro Delfino 

Come la maggior parte di voi saprà il doppiaggio è composto principalmente da attori che prestano la propria voce ad altri attori stranieri al fine di creare un’alchimia vocale tale da far recitare il personaggio del film o cartone o telefilm nella nostra lingua.

Ma può capitare anche in molti casi che in un determinato prodotto il doppiatore debba cantare come il personaggio originale in un contesto preciso della storia oppure in un lungometraggio in cui la maggior parte delle scene sono cantate.

Ma non sempre chi doppia canta anche nelle edizioni italiane: prendiamo un facile esempio dove succede spesso l’incontro trarecitazione ecanto, iclassici Disney. Sin dal suo primo lungometraggio ("Biancaneve e i sette nani", del 1937) succedeva spesso che nella parte del cantato, al posto degliattori-doppiatori venissero scelticantanti professionisti vocalmente simili alla loro controparte attoriale; il risultato è stato spesso memorabile tanto che nessuno si è mai accorto che fossero due persone diverse.

Ad esempio, Roberto Pedicini, che viene sostituito nelle parti cantate dal cantante lirico Carlo Lepore nel ruolo di Gaston in "La bella e la bestia"; oppure Vincent Thoma che sostituisce Massimiliano Alto nel protagonista del lungometraggio sempre targato Disney "Aladdin". Questo cambio viene adottato in tutti i lungometraggi Disney fino al 1989 con l’uscita de "La sirenetta"; in questo film viene scelta, nella parte della protagonista Ariel, l’attrice e cantante Simona Patitucci che riesce a rendere convincente sia il parlato che il cantato del personaggio animato. E come lei tutte le altre voci dei personaggi come Ronny Grant-Sebastian, o Sonia Scotti-Ursula o ancora Vittorio Amandola-Louis. Da allora succedono spesso dei casting misti, a seconda delle capacità dell’attore-doppiatore, ma soprattutto dalla difficoltà del cantato, dove non sempre ricordiamoci è facile ridare lo stesso risultato dell’originale. Il doppiatore infatti non solo deve essere disposto di una tecnica perfetta, di una voce pulita e di un senso del ritmo e della melodia, ma deve seguire una prova musicale cercando di essere il più simile possibile alla lingua di origine.



Questa tecnica oggi avviene soprattutto nei cartoni, ma anche in molti film, spesso nel genere del musical, in passato venivano adattati in italiano sia i dialoghi che le canzoni; film come "Mary Poppins", Tutti insieme appassionatamente o "My fair lady" dove le attrici Julie Andrews ed Audrey Hepburn venivano doppiate in italiano da Maria Pia Di Meo nel recitato e da Tina Centi nel cantato.

La maggior parte di questi film oggi non vengono più doppiati nel cantato per svariati motivi: perché il pubblico spesso vuole sentire la performance originale dell’attore, per la difficoltà che si ha e il poco tempo di adattare l’inglese in un italiano credibile e di trovare cantanti in grado di rendere, come detto prima, la stessa qualità in originale. Purtroppo questo comporta anche dei lati negativi, come la distrazione da parte dello spettatore di dover seguire i sottotitoli per capire il significato delle canzoni oppure il cambio netto percepibile tra il doppiatore e la voce originale dell’attore nel momento del canto. Mentre con un buon adattamento si possono ottenere risultati eccellenti, come ha dimostrato recentemente il successo della rivisitazione live-action de "La Bella e la Bestia", dove le scelte delle voci italiane si rivelano non solo valide, ma anche molto variegate: si va dalla cantante Ilaria De Rosa che doppia la protagonista (sostituendo nel canto la doppiatrice storica di Emma Watson, Letizia Ciampa) all’attore-cantante Marco Manca che doppia in modo superlativo Luke Evans nel ruolo di Gaston sia nella parte recitata che in quella cantata.

Vi è mai capitato di canticchiare la vostra colonna sonora preferita durante la visione di un film o un cartone e scoprire che vi ricordate le parole a memoria? Beh questa è la magia del doppiaggio, che se ci permette di tornare bambini ricantando le canzoni di film come "La bella e la bestia" è anche grazie alle nostre classiche voci nell’ombra e anche ad alcune inedite nel settore, ma che ci hanno regalato e continuano a regalarci momenti indimenticabili.

Le voci cantate più belle: 

  1. Gianna Spagnuolo - Biancaneve e Bruno Filippini - Principe in "Biancaneve e i Sette nani"
  2. Tina Centi - Julie Andrews e Audrey Hepburn in "Mary Poppins", "Tutti insieme appassionatamente" e "My fair lady"
  3. Nando Gazzolo - Rex Harrison in "My fair lady"
  4. Maria Cristina Brancucci - Cenerentola in "Cenerentola"
  5. Vittoria Febbi - Alice in "Alice nel paese delle meraviglie"
  6. Elio Pandolfi - Cosmo Brown in "Cantando sotto la pioggia"
  7. Oreste Lionello - Dick Van Dyke in "Mary Poppins"
  8. Tina Centi - Aurora e Sergio Tedesco - Filippo in "La bella addormentata nel bosco"
  9. Tony De Falco - Little John in "Robin Hood"
  10. Simona Patitucci-  Ariel in "La sirenetta"
  11. Marjorie Biondo - Belle e Massimo Corvo - Bestia in "La bella e la bestia"
  12. Carlo Lepore - Gaston e Elio Pandolfi - Le Tont in "La bella e la bestia"
  13. Vincent Thoma - Aladdin e Simona Peron - Jasmine in "Aladdin"
  14. Manuela Villa - Pocahontas in "Pocahontas"
  15. Massimo Ranieri - Quasimodo e Mietta - Esmeralda in "Il gobbo di Notre Dame"
  16. Alex Baroni - Hercules e Barbara Cola - Megara in "Hercules"
  17. Laura Chiatti - Rapunzel e Massimiliano Alto - Flinn Ryder in "Rapunzel - l’intreccio della torre"
  18. Serena Autieri - Elsa in "Frozen - il regno di ghiaccio"
  19. Chiara Grispo - Vaiana in "Oceania"
  20. Marco Manca - Gaston e Daniele Giuliani - Le Tont in "La Bella e la bestia (il film)"

Il doppiatore Angelo Maggi ospite di VOCI.fm

Bentornato ad Angelo Maggi su VOCI.fm! Il grande doppiatore di Iron man e non solo, ci svela in anteprima un suo ambizioso progetto, ci racconta del suo doppiaggio in Dolittle appena arrivato on demand e della ripresa del doppiaggio dopo il lockdown, tutto in questa videointervista realizzata via Skype da Patrizia Simonetti.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Angelo Maggi torna su VOCI.fm con tante cose da dirci e raccontarci. Soprattutto di un suo grande progetto di cui ci svela i dettagli in anteprima: una sorta di polo culturale nel centro di Roma dedicato a tante attività artistiche, ovviamente doppiaggio compreso, con un attento sguardo ai giovani, come suo solito, progetto che avrebbe già dovuto concretizzarsi, ma che purtroppo il lockdown imposto per la pandemia di Covid-19 ha completamente bloccato. E che sarebbe stato inaugurato dalla sesta stagione de Il Doppiattore, lo spettacolo teatrale di Angelo Maggi dedicato al doppiaggio dal vivo di cui vi abbiamo dato conto più volte dal Teatro Belli di Roma, andato in scena lo scorso ottobre per la prima volta anche a Milano, al Teatro Delfino, dove tornerà la prossima primavera. Stesso periodo in cui ci auguriamo che possa realizzarsi anche il suo grande e ambizioso progetto capitolino.

Ma parlando prettamente di doppiaggio, come ben saprete Tony Stark, cioè Iron Man, è passato definitivamente a miglior vita, ma Angelo Maggi continua ovviamente a doppiare il grande attore americano che ha interpretato il colto e sofisticato e miliardario supereroe per così tanto tempo, ovvero Robert Downey Junior. E lo ha fatto anche in Dolittle, il film di Stephen Gaghan sul veterinario che parla con gli animali nell’Inghilterra vittoriana, basato sui romanzi dello scrittore britannico Hugh Lofting, uscito in sala a fine gennaio e appena approdato on demand su Sky Prima fila e Chili a soli 3 tre mesi e mezzo dalla visione al cinema. Questo Dolittle si distacca però in tutto e per tutto da Il Dottor Dolittle di Betty Thomas del 1998 con Eddie Murphy, che ebbe un seguito con lo stesso protagonista nel 2001 e ben tre spin off successivi con la dottoressa Maya Dolittle interpretata da Kyla Pratt, tutti film che dei romanzi originali prendevano solo il loro protagonista.

Questo doppiaggio di Dolittle però è stato prima del lockdown. Ora che le sale hanno riaperto, sempre con le dovute precauzioni e rispettando le disposizioni di sicurezza, Angelo Maggi è tornato al leggio con le nuove stagioni delle serie TV che doppia da tempo, come NCIS Unità Anticrimine dove presta la sua voce al protagonista Mark Thomas Harmon alias Leroy Jethro Gibbs, supervisore della principale squadra di agenti speciali dell'agenzia federale Naval Criminal Investigative Service (NCIS) che si occupa di reati gravi che coinvolgono la Marina e i Marines. Ma anche come The Blacklist dove doppia sempre il protagonista che in questo caso è James Spader che interpreta Raymond Reddington, un pericolosissimo ricercato dall'FBI che, a inizio serie, offre una sua personale lista con informazioni sui criminali più interessanti per l’agenzia, informazioni utili a catturarli naturalmente. E anche come Doctor Who, la serie che vede protagonista un alieno, unico sopravvissuto dei Signori del Tempo, che viaggia nel tempo, appunto, e anche nello spazio e che, avendo due cuori, ogni volta che muore in realtà si rigenera in una versione nuova di sé stesso, sia nel corpo che nella personalità, ed è per questo interpretato di volta in volta da un attore differente. In Doctor Who Angelo Maggi dà voce a Bradley Walsh che interpreta Graham O’Brien, autista di bus in pensione che si unisce alle gesta del tredicesimo Dottore. Questo ed altro nella nostra videointervista a Angelo Maggi.



Il doppiatore Riccardo Rossi: la nostra videointervista

Una voce inconfondibile quella di Riccardo Rossi, indiscutibilmente uno dei doppiatori italiani più amati, voce di Adam Sandler, Ben Affleck, Johnny Depp, Matt Damon e del compianto Paul Walker, sempre in pellicole di enorme successo. Patrizia Simonetti incontra Riccardo Rossi per VOCI.fm e parla, neanche a dirlo, di voce e di consigli per lavorare in questo mondo.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Riccardo Rossi su Voci.fm! Parliamo ovviamente di doppiaggio. Ma cos'è il doppiaggio per te?
Il doppiaggio è la mia vita, perché è da quando sono bambino che faccio questo mestiere, da quando ho cinque anni, quindi c'è tutta tutta la mia esistenza qua dentro. Ho iniziato con “Gli Aristogatti” e poi è diventato il mio lavoro.

Che cosa vuol dire “dare la propria voce ad un attore”, a qualcuno che ha già detto la sua e poi come si sta chiusi dentro quella stanza al buio solo con la luce sul leggio?
Da una parte è abbastanza complesso perché è un lavoro che è già stato fatto, però diciamo che quando doppi un attore bravo è più facile perché comunque devi rapportarti con una cosa che già è stata interpretata, quindi in un certo senso ti appoggi e se riesci a far bene questo è un vantaggio, secondo me.

Che consiglio possiamo dare a chi vuole iniziare questo lavoro?
Il consiglio è quello di studiare, frequentare scuole di recitazione, corsi di dizione, di andare a vedere in sala di doppiaggio, di avere la possibilità di praticare, con tanta passione e pazienza perché purtroppo come tutti i mestieri non si imparano in pochi mesi, ma ci vuole abnegazione, impegno, lavoro e se hai delle peculiarità, delle caratteristiche che sono affini a questo lavoro sicuramente riesci.

Per chiudere, c'è stato una volta che hai detto “mamma mia questo è proprio difficile, non ce la farò mai”?
Si, è capitato più di una volta devo dire, molte volte mi sono scoraggiato, però se sei supportato da un bravo direttore di doppiaggio, da un ambiente buono, alla fine facendo e rifacendo ci riesci. Una volta che doppiavo Gesù e che dovevo fare la scena della Crocifissione, si urlava particolarmente e poi ce l'ho fatta.

Quindi mai scoraggiarsi?
Mai. Un saluto caloroso a VOCI.fm da Riccardo Rossi.

 

RICCARDO ROSSI: CENNI BIOGRAFICI
Riccardo Rossi (Roma, 9 novembre 1963) è un doppiatore e direttore del doppiaggio italiano. Fratello dei doppiatori Emanuela Rossi (quindi cognato di Francesco Pannofino) e Massimo Rossi è noto per avere doppiato Cuba Gooding Jr., Matt Damon, Adam Sandler, Christian Bale, Tom Cruise, Mark Wahlberg, Ben Affleck, Johnny Depp (condiviso con il cugino Fabio Boccanera), Sam Rockwell, Mark Ruffalo, Jude Law, Ewan McGregor, Jake Gyllenhaal, Jim Caviezel, Stephen Amell. Ha doppiato anche “Simba adulto” nella saga Disney “Il re leone” e moltissimi altri personaggi animati. Nel luglio 2009, ha vinto il premio "Leggio d'oro interpretazione maschile" per il doppiaggio di Paul Walker in "Fast and Furious".

Il Grinch: speciale doppiaggio

Alessandro Gassmann torna a prestare la sua voce al personaggio di un cartone dopo aver fatto parlare Miguel ne “La strada per Eldorado”, il serpente de “Il Piccolo Principe” e soprattutto Primo Gemito in “Gatta Cenerentola”, e stavolta è proprio il suo preferito: “Il Grinch”. Il film che uscirà il 29 novembre è stato presentato in anteprima a Roma dallo stesso Alessandro Gassmann. Per VOCI.fm c’era Patrizia Simonetti ed ecco lo speciale video, buona visione!

Servizio a cura di Patrizia Simonetti

Cos’hanno in comune il londinese Benedict Cumberbatch, il dottor Strange della Marvel ma anche il protagonista delle serie TV Sherlock e Patrick MelrosIe, e il romano Alessandro Gassmann, appena visto al cinema in Una storia senza nome, in TV ne I bastardi di Pizzofalcone mentre è già sul set di Croce e delizia di Simone Godano? Che sono ovviamente entrambi attori, e ora doppiatori dello stesso personaggio, il Grinch, quello del film omonimo diretto da Scott Mosier e Yarrow Cheney che arriverà nei nostri cinema il 29 novembre con Universal Pictures, ottavo lungometraggio d’animazione della Illumination (Pets, Sing, Cattivissimo Me).


Tratto dal racconto del 1957 intitolato Quando il Grinch rubò il Natale dello scrittore e fumettista americano Theodor Geisel detto Dr. Seuss, all’epoca pubblicato per criticare, pensate già a quei tempi, l’eccessiva commercializzazione del Natale, non è la prima volta che il verde, peloso e alquanto scorbutico essere con il cuore più piccolo di due taglie che tanto odia il Natale approda sul grande schermo: 18 anni fa ci aveva pensato Ron Howard con un film a personaggi reali ma molto ben truccati, primo fra tutti il quasi irriconoscibile Jim Carrey. Ci sono non poche differenze tra i due film, così come tra gli stessi film e il racconto che non approfondisce troppo il personaggio al contrario dei lungometraggi, ma la storia resta fedele al suo significato e al messaggio che vuole trasmettere, che è quello della solidarietà, dell’inclusione e del valore positivo della diversità. Temi tipicamente natalizi ma che non è male ricordare anche un po’ prima delle Feste, come del resto sarebbe bene fare tutto l’anno.


Il Grinch dunque che vive sul monte Briciolaio con il suo amico a quattro zampe di nome Max, in una grotta decisamente tecnologica piena di invenzioni che gli facilitano la quotidianità, e incontra i suoi vicini solo quando ha finito i viveri e deve recarsi nel paese di Chissarà per fare la spesa. Arriva il Natale, e sappiamo quanto lui lo odi e nel film scopriremo anche il perché, e come ogni anno i Chissaranno gli rovinano il sonno - e pure la veglia - con i loro canti, le luci, gli alberi di Natale, soprattutto stavolta che sarà, per volere del sindaco, tre volte più grande. Così il Grinch decide di rubarlo, travestendosi da Babbo Natale e coinvolgendo nella sua esilarante avventura anche Max ed una renna obesa. Ci penserà poi una bambina di nome Cindy Lou Chi (doppiata nella versione originale da Cameron Seely) a redimerlo. Sempre nella versione originale la mamma di Cindy è doppiata da Rashida Jones, la sindaca dalla Signora in giallo Angela Lansbury e la voce del narratore è di Pharrell Williams.


"Era importante per me che raccontassimo la storia di qualcuno che si comportava in un certo modo per dei motivi ben precisi, prima di cambiare - ha detto Benedict Cumberbatch - una volta che capisci perché il Natale è così doloroso per lui, cominci a stare un po' dalla sua parte. Penso che tutti provino un brivido perverso e divertito nel vedere come si comporta il Grinch e di quanto sia scorbutico, è divertente, e spero che sia ciò che verrà ricordato di questo Grinch. È molto spiritoso ed è consapevole di sé. Il suo cuore può essere di due taglie più piccolo, ma al centro di questo film pulsa un cuore molto grande". Quello che invece ha detto Alessandro Gassmann scopritelo in questo speciale video e nella videointervista che vi regaleremo a breve!

Il lavoro dell'adattatore dei dialoghi nel doppiaggio

l copioni prima di giungere ai doppiatori passano prima per tre figure professionali quali il traduttore, il dialoghista e l’adattatore. Per brevità ci focalizzeremo su quest’ultima e vedremo come vengono adattati i dialoghi per il doppiaggio.

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Quello dell’adattatore è un lavoro oscuro, sconosciuto dai più, poco elogiato e anzi spesso criticato dai tuttologi del Web. Far parlare in italiano un attore che sta recitando in una lingua straniera e trovare le parole adatte per dar lo stesso senso e significato alle frasi, ed ancora, far combaciare vocali e consonanti ai movimenti labiali facendo si che lo spettatore medio non se ne accorga è un lavoro complesso.

NON SI TRATTA DI SEMPLICE TRADUZIONE DEI DIALOGHI

L’adattatore dei dialoghi non solo traduce, ma traspone le battute da una lingua straniera alla nostra. Rende italiani proverbi, frasi idiomatiche, modi di dire, cercando di evitare ostacoli linguistici, rime baciate o bisticci di parole. Le battute devono essere credibili, fluide e aderire all’originale nella forma e nella sostanza. Inoltre devono avere la stessa lunghezza di quelle originali.

Bisogna far si che illinguaggio sia consono al livello culturale e sociale dei singoli personaggi. In certi film questo divario risulta essere molto evidente, non di rado, dimostra essere l’essenza stessa della storia. A volte la battuta perfetta non ha nemmeno una parola in comune con la traduzione letterale, eppure il significato è sorprendentemente più chiaro ed esplicito e quindi anche il “valore” della battuta stessa.

Un esempio emblematico è stata la traduzione di “Hold the door”, tieni la porta, frase pronunciata ripetutamente da Hodor, un importante personaggio della serie “Il trono di Spade”. Nell’ultima scena, infatti, quest’ultimo in preda alle convulsioni, fa scoprire allo spettatore l’origine del suo nome, che risulta essere nient'altro che una storpiatura di “Hold the door”.

I fan italiani, attenti alle dinamiche del doppiaggio, in questo frangente si sono scatenati sul come avrebbero tradotto la scena in italiano, iniziando una sfilza di discussioni sui vari forum tematici della serie. In qualche versione web dei sottotitoli è stata fatta la scelta di far dire al personaggio “tieni duro”, mentre per la versione ufficiale in italiano è stata usata l’espressione “trova un modo”.



Questa traduzione può risultare condivisibile o meno ma, a discapito di qualsiasi critica, bisogna sempre tener conto che chi traduce nel web per passione o perché è semplicemente un fan non deve avere a che fare con le pressioni che hanno questi professionisti da datori di lavoro, censure e tempi di consegna che vanno a ridursi sempre più. Per cui, senza voler togliere niente all’arte e alla professionalità, dobbiamo riconoscere che adattare i dialoghi risulta comunque e sempre un procedimento molto delicato.

Ititoli e letraduzioni spesso per buona pace dei puristi, sono una prerogativa del marketing. Attraverso un confronto con le società di distribuzione si arriva spesso al prodotto finale che dovrà arrivare in sala daldirettore del doppiaggio.

COME SI DIVENTA DIALOGHISTI?

Non esiste un vero iter “ufficiale” anche se esistono come per il doppiaggio vari master e corsi che, come sapete, lasciano spesso il tempo che trovano. Il percorso è fatto sempre di tenacia e di esperienze sul campo ma soprattutto di grande creatività. Sicuramente i requisiti indispensabili per intraprendere questo tipo di professione oltre alla conoscenza dell’inglese e un’ottima proprietà dell’italiano sono anche il senso del ritmo e della musicalità, oltre ad un'ottima cultura cinematografica.

Continueremo ancora a parlare del mondo del doppiaggio e degli argomenti ad esso correlati, qui, sul blog di VOCI.fm - il sito delle voci. Un saluto da Antonio Amoruso! 

Articolo a cura di Antonio Amoruso

Il ritmo della voce

Ciao a tutti, mi chiamoBruno Caricchiae sono uno speaker-doppiatore pubblicitario: “NON SOLO DOPPIAGGIO” è il mio podcast, in cui cerco di fornire consigli e trucchi per parlare bene.

Il ritmo della voce

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Il Teatro nel Doppiaggio

Il doppiaggio è uno dei tanti campi che riguardano la recitazione, insieme al cinema, alla televisione, alla radio e soprattutto... al teatro. Per questo, insieme al nostro blogger Alessandro Delfino, dedichiamo questo articolo all'affascinante correlazione tra due forme d'arte tanto simili quanto complementari. 

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Che la recitazione in teatro sia perfettamente collegata al doppiaggio è dimostrato del fatto che i primi doppiatori degli anni trenta siano stati, appunto, attori teatrali: Gino Cervi, Paolo Stoppa, Mario Besesti, Olinto Cristina, Augusto Marcacci, Giulio Panicali, Tina Lattanzi, Lydia Simoneschi, Andreina Pagnani, Rina Morelli, una giovane Anna Magnani e Miranda Bonansea, all’epoca bambina prodigio e voce italiana di Shirley Temple. Dopo il 1935 subentrano alcuni dei doppiatori che rimarranno più famosi nella storia del doppiaggio (anche loro attori provenienti dal teatro): Emilio Cigoli (voce di John Wayne), Lauro Gazzolo (voce caratterista del tipico vecchietto del west o di personaggi animati come il gufo Anacleto ne "La spada nela roccia"), Gualtiero De Angelis (voce di James Stewart e di Cary Grant), Carlo Romano (voce di Jerry Lewis), Renata Marini (voce di Audrey Hepburn), Wanda Tettoni (Madame Adelaide de "Gli Aristogatti") e la giovane Rosetta Calavetta (che diventerà la voce ufficiale di Marilyn Monroe). Col tempo (in particolare dagli anni ottanta in poi) i due campi si dividono sempre di più e molti attori giovani del doppiaggio nascono dalla radio (come Roberto Pedicini o Christian Iansante) o direttamente nelle sale (Sandro Acerbo, i fratelli Rossi e tanti altri). Ma il rapporto col teatro continua e tanti grandi attori teatrali hanno almeno una volta avuto a che fare col doppiaggio, sia per ridoppiarsi nei film da loro interpretati sia per doppiare dei ruoli stranieri; attori come Gino Cervi, Enrico Maria Salerno, Carlo Alighiero, Massimo Venturiello, Gigi Proietti, Massimo Popolizio, Gabriele Lavia, Pino Quartullo, Glauco Mari, Paolo Ferrari, Corrado Gaipa, Vittorio Gassman e tanti altri... Purtroppo molti considerano i due campi separati, e spesso si sottovaluta il doppiaggio, considerando invece il teatro come la più importante (e forse unica) forma d’arte recitativa; sicuramente è la base di partenza per chi abbia intenzione di avvicinarsi al mestiere dell’attore, ma non il punto di arrivo. Un buon attore deve essere in grado di cimentarsi in tutti i campi per essere completo; il doppiaggio in particolare offre uno studio approfondito sulla modulazione della voce e tutte le sfumature che riguardano il significato di una frase. Inoltre il dover cambiare continuamente ruolo, andare dietro ai personaggi da doppiare, studiare le loro espressioni accresce di gran lunga la parte emozionale e recitativa e insegna ad entrare in maniera sempre più immediata nella parte. Pensate ad Enrico Maria Salerno, che nella trilogia di Sergio Leone abbandona completamente sé stesso per entrare nella parte del duro e cinico cowboy interpretato da Clint Eastwood, o Gigi Proietti che riesce a seguire alla perfezione la voce roca e nasale di un giovane Sylvester Stallone in "Rocky". La bravura del grande attore è tale che in qualunque campo (cinema, teatro, doppiaggio, radio o tv) lo vediamo / ascoltiamo non possiamo fare a meno di emozionarci ad ogni sua parola, ad ogni suo gesto, ad ogni suo sguardo… 

Le più belle voci del teatro nel doppiaggio:

  1. Gino Cervi (Lawrence Olivier) in “Amleto
  2. Mario Besesti (Mangiafuoco) in “Pinocchio
  3. Tina Lattanzi (Greta Garbo) in “Maria Walewska
  4. Andreina Pagnani (Marlene Dietrich) in “L’ammaliatrice
  5. Nando Gazzolo (Yul Brinner) in “I dieci Comandamenti
  6. Enrico Maria Salerno (Clint Eastwood) in “Per un pugno di dollari
  7. Glauco Mauri (Lawrence Olivier) in “Il maratoneta
  8. Gigi Proietti (Sylvester Stallone) in “Rocky
  9. Alberto Lionello (Presidende Sis) in “Le avventure di Biance e Bernie
  10. Anna Marchesini (Judy Garland) in “Il Mago di Oz
  11. Corrado Pani (Gerard Depardieu) in “Una pura formalità
  12. Vittorio Gassman (Mufasa) in “Il Re Leone
  13. Pino Quartullo (Jim Carrey) in “The Mask
  14. Massimo Popolizio (Tim Roth) in “La leggenda del pianista sull’Oceano
  15. Marzia Ubaldi (Judy Dench) in “Shakespeare in love
  16. Omero Antonutti (Christopher Lee) in “Il Signore degli anelli
  17. Massimo Lopez (Colin Firth) in “A single man
  18. Massimo Venturiello (Gary Oldman) in “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban 

Articolo a cura di Alessandro Delfino
 

Il timbro vocale

Ciao a tutti, mi chiamoBruno Caricchiae sono uno speaker-doppiatore pubblicitario: “NON SOLO DOPPIAGGIO” è il mio podcast, in cui cerco di fornire consigli e trucchi per parlare bene. Oggi si parla del TIMBRO DELLA VOCE.

Intervista a ROSSELLA BRESCIA doppiatrice in Toy Story 4

Ancora un'altra voce di successo al leggio nel doppiaggio del film di animazione "Toy Story 4". E' la condutrrice radiofonica e televisiva Rossella Brescia che Patrizia Simonetti ha intervistato per il #sitodellevoci.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Rossella Brescia è anche in “Toy Story 4”, ma ti abbiamo già sentita varie volte come doppiatrice, anche in “Show Dogs”. Adesso sei la voce di una ballerina, guarda un pò il caso?!?
:-) Chissà perché avranno scelto me? A parte gli scherzi, è stato bello, divertente ed è sempre un grande piacere essere coinvolta in una grande famiglia come quella Disney. Io poi sono una grande appassionata di “Toy Story” e ho detto subito si, anche se è un piccolo ruolo, però mi piaceva perché essere la ballerina volante è stata sempre uno dei miei desideri! Un giocattolo bellissimo da avere, una sorta di “anticipazione di drone”. “Toy Story 4” è un film che dovrebbero vedere sia i bambini che i grandi, perché ha un messaggio molto semplice, che è quello dell’amore e dell’amicizia, però te lo fa capire bene, attraverso delle storie che sanno toccare il cuore. 

Fare tanta radio, quindi lavorare tanto con la voce, quanto ti aiuta in queste occasioni?
Mi diverto moltissimo perché è un lavoro che mi è sempre piaciuto. Non per nulla, da 13 anni sono in radio; poi nel doppiaggio devi trovare le intonazioni giuste, cercare di capire, prendendo spunto dall’inglese della doppiatrice originale. Però ho lavorato con delle persone talmente professionali e meravigliose, che alla fine quando c’è tutta questa qualità non può che essere bello! E con loro è sempre così. Un bacio grande a VOCI.fm da Rossella Brescia! Grazie!



CENNI BIOGRAFICI

Rosa Brescia, detta Rossella, nasce a Martina Franca (TA), il 20 agosto 1971. È una nota ballerina, conduttrice televisiva e radiofonica, attrice e insegnante di danza. Dal 2006 intraprende l’avventura con RDS – Radio Dimensione Suono e partecipa al programma “Tutti pazzi per RDS”. Per quanto riguarda il doppiaggio, è sua la voce di Cappotto in “Transformice”, della mamma di Savva in “Savva”, di Rossella in “Show Dogs” e della ballerina volante in “Toy Story 4”. 

Intervista ad Andrea Mete la voce di Alessandro Borghi in "Diavoli"

Arrivata su Sky e Now TVDiavoli”, l’attesissima serie con Alessandro Borghi e Patrick Dempsey. Girata tutta in inglese, presenta sul fronte del doppiaggio una peculiarità: la voce italiana di Alessandro Borghi non è la sua ma quella di Andrea Mete, così come ha voluto lo stesso Borghi. Patrizia Simonetti ha quindi videointervistato via Skype Andrea Mete per sapere com’è andata, e anche qualcosa in più.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Romano, classe 1995, Andrea Mete è figlio d’arte: sia suo padre Marco Mete che sua madre Stefanella Marrama sono infatti dei maestri del leggìo, e anche sua sorella Federica Mete è una doppiatrice. Tra gli attori cui presta spesso la sua voce ci sono Justin Timberlake, Zac Efron, Joseph Gordon Levitt, Sam Claflin, Liam Hemsworth, Chris Pratt. Andrea Mete ha doppiato Zachary Levi in Thor: The Dark World e Thor: Ragnarok. Riconosciamo la sua voce anche in molte serie televisive visto che, tra i tanti, ha doppiato anche Steven Yeun in The Walking Dead, Matt Czuchry in The Good Wife, e in The Resident, Josh Hartnett in Penny Dreadful, Jake McLaughlin in Quantico, Ryan Kwanten in True Blood, Harold Torres in ZeroZeroZero. E ancora Marshall Allman in Prison Break, Ryan Kwanten in True Blood, Zack Conroy in Beautiful, Tom Pelphrey in Iron Fist, Brady Corbet in 24, Derek Theler in Baby Daddy, Theo James in I fantasmi di Bedlam, e anche Jorge Blanco in Violetta e Sam Claflin in Peaky Blinders.

Nel mondo dei film d’animazione sua la voce di Azur in Azur e Asmar, di Lancillotto in Shrek terzo, di Ethan ne L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva, di Buddy in Pets - Vita da animali e Pets 2 - Vita da animali, di Lance in Sing, di Jackson Storm in Cars 3, di Ganghi in Smallfoot - Il mio amico delle nevi, di Rex Rischianto in The LEGO Movie 2 - Una nuova avventura e appena riapriranno i cinema e uscirà in sala lo ascolteremo anche nel nuovo film Disney Onward Oltre la Magia dove dà voce a Barley Lightfoot. E a tanti personaggi di serie animate e anime. 
Per oltre 6 anni, fino al 2018, è stato la voce ufficiale del canale televisivo Focus. Attivissimo anche in campo pubblicitario. Tra i primi premi ricevuti, quello come Miglior Doppiatore Emergente al Gran Premio Internazionale del Doppiaggio nel 2007. Come molti doppiatori, Andrea Mete è attore: in TV lo abbiamo visto ne La Squadra, in teatro ha recitato ne Gli allegri chirurghi insieme a Pino e Claudio Insegno, e anche in Nuts di Teresa Pascarelli per la regia di Stefano Messina. In Diavoli (Devils) presta la sua voce ad Alessandro Borghi, protagonista della nuova serie SKY nel ruolo di Massimo Ruggero, che ha rinunciato a doppiarsi da solo per il timore di non essere all’altezza, come vi abbiamo raccontato nel nostro speciale dedicato lo scorso febbraio.

Siamo a Londra nel 2011. Massimo Ruggero è lo spregiudicato Head of Trading della New York London Investment Bank, cresciuto nel mondo finanziario da Dominic Morgan (Patrick Dempsey), CEO della banca. Quando Massimo è a un passo dall’essere premiato con la carica di vice CEO, l’apparente suicidio di un collega e uno scandalo che coinvolge l’ex moglie di Massimo, portano Dominic a negargli la promozione. Massimo è determinato a scoprire la verità su quanto successo, ma realizzerà presto di essere al centro di una guerra finanziaria intercontinentale. Trovatosi a fronteggiare i Diavoli che governano nell’ombra i destini del mondo, Massimo dovrà scegliere se combatterli o unirsi a loro. Tratta dal best seller I diavoli di Guido Maria Brera (edito da Rizzoli), Diavoli è prodotta da Sky e Lux Vide e realizzata in collaborazione con Sky Studios, Orange Studio e OCS. La distribuzione internazionale è di NBCUniversal Global Distribution per conto di Sky Studios.



Intervista video: Luca Ward a "Tale e quale Show"

Voleva farlo da tempo e ora c’è riuscito:Luca Ward è nel cast di Tale e Quale Show, al via stasera su Rai 1. Patrizia Simonetti, per VOCI.fm alla presentazione stampa, lo ha videointervistato.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Ce l’ha fatta. Da tempo lo voleva e ora ha raggiunto il suo obiettivo:Luca Ward, in pausa dal Sistina per la chiusura, speriamo temporanea, del teatro romano, debutta come concorrente, o meglio ospite, come preferisce Carlo Conti, nella decima edizione di Tale e Quale Show in gara contro Sergio Muniz, suo compagno d’arte nel musical Mamma Mia!, Francesco Paolantoni, la cantante Barbara Cola, l’imitatrice Francesca Manzini, la conduttrice Carolina Rey, la showgirl Carmen Russo, la performer musicale Giulia Sol, e i cantanti Pago e Virginio. Nomi che porteranno all’interno dello show bravura, comicità, spettacolo e grandi interpretazioni, pronti a regalare nuove entusiasmanti esibizioni e forti emozioni, con un unico scopo: divertirsi. Ed è quello che sicuramente farà ancheLuca Ward. Al via stasera, venerdì 18 settembre, “Tale e Quale Show festeggia dunque la decima edizione con un cast di buon livello, capace di soddisfare il pubblico con tanti artisti di primo piano e di genere molto diverso. I vip in gara sono dieci, divisi tra 5 donne e 5 uomini.

Come da prassi, tutti canteranno dal vivo, sulle basi e sugli arrangiamenti realizzati dal maestro Pinuccio Pirazzoli. Di chi sarà l’interpretazione più avvincente di tutta la stagione? Tutti hanno le carte in regola per ben figurare e per interpretare al meglio i vari big della musica mondiale, imitandoli in tutto e per tutto sia per quel che riguarda la voce che lo stile. Come da tradizione i 10 protagonisti devono ‘affrontare’ una giuria doc: ci saranno la regina della televisione Loretta Goggi, lo showman Giorgio Panariello e l’attore e regista Vincenzo Salemme: tre pezzi da novanta dello spettacolo italiano. Oltre a loro, gli stessi vip avranno la possibilità di partecipare alle votazioni dando le proprie preferenze al collega che si vorrà premiare (senza dimenticare anche la possibilità di ‘auto-votarsi’).


Al termine di ciascuna puntata, grazie alla somma delle due votazioni, sarà decretato il vincitore di puntata; la classifica generale, data dalla somma dei voti di ciascuna puntata, porterà invece all’elezione del vincitore finale, che si proclamerà ‘Campione di Tale e Quale Show 10’ (anche in questa nuova edizione ci sarà poi uno spin-off, quando entrerà in scena il Torneo che decreterà il ‘Campione di Tale e Quale Show 2020’). 
I 10 partecipanti al varietà saranno seguiti, nell’arco del loro percorso, dai tutor: i “vocal coach” Maria Grazia Fontana, Dada Loi e Matteo Becucci, e la “actor coach” Emanuela Aureli. Per festeggiare questa decima edizione ci sarà anche il ritorno di uno dei volti più amati del programma, Gabriele Cirilli, che con la sua travolgente carica di simpatia tornerà a essere uno dei protagonisti di “Tale e Quale Show” dopo due anni di assenza.

 
Inutile dire che la forza di un programma come questo sta anche nel suo dietro le quinte, con le maestranze che ricoprono un ruolo fondamentale: basti pensare a chi lavora al trucco per rendere “Tale e Quale” ogni vip al personaggio che dovrà rappresentare, o all’eccellenza della sartoria, per ricreare ad arte i look. Dal punto di vista della sicurezza legata all’emergenza Coronavirus, saranno seguiti tutti i protocolli sanitari previsti, al fine di garantire la massima sicurezza non solo agli artisti, ma anche a tutte le persone che lavorano dietro le quinte. Per trucco, parrucco e sartoria sono state approntate nuove soluzioni studiate ad hoc: per esempio all’interno del Teatro 6 degli studi televisivi sono stati allestiti 11 camerini, distanziati l’un dall’altro



Isabella Turso, musicista e podcaster, su VOCI.fm

Debutto nel mondo del podcast per Isabella Turso, pianista e compositrice che dal 22 marzo 2024 accompagnerà il suo tour ecosostenibile con un podcast sul tema. Patrizia Simonetti l’ha video intervistata per VOCI.fm

Jennifer Lawrence: CHI LO DOPPIA?

Talento, bellezza e dolcezza, pur mantenendo il carattere indispensabile per interpretare anche grintose eroine. Questa è Jennifer Lawrence, superstar hollywoodiana dalla voce caldissima. In Italia è doppiata da grandi voci femminili, come Joy Saltarelli o Valentina Favazza.

Joaquin Phoenix: CHI LO DOPPIA?

Negli ultimi tempi, come ben sappiamo, i film dedicati ai personaggi dei fumetti sono riusciti, non solo a stabilire record di incassi inimmaginabili, ma hanno anche stabilito l’inizio (o il ritorno) di carriera di molti attori: uno su tutti Robert Downey Jr., attore straordinario caduto per anni nel giro della droga, ritornato a risplendere grazie al ruolo, ormai iconico, di Tony Stark / Iron Man. Ma ci sono anche attori molto versatili, conosciuti vagamente dal grande pubblico per via dei ruoli in molti film più di nicchia che commerciali, ai quali è bastato azzeccare un ruolo famosissimo per avere un riscontro mondiale in poco tempo. E' il caso del grande attore di cui parleremo oggi: Joaquin Phoenix, il nuovo “pagliaccio del crimine".

Johnny Depp: CHI LO DOPPIA?

Attore di grandissimo talento e senza dubbio uno dei più amati sex-symbol di Hollywood: Johnny Depp viene associato dal pubblico italiano alla voce di Fabio Boccanera (di certo complice il successo del pirata Jack Sparrow), ma prima di questo film Depp ha avuto moltissime altri doppiatori.

Josh Brolin: CHI LO DOPPIA?

1985: al cinema esce il cult “I Goonies”, pellicola adolescenziale con un giovane attore, sconosciuto al grande pubblico. Da allora di strada ne ha fatta ed è diventato interprete di film di successo come “American Gangster”, “Non è un paese per vecchi”, “Wall Street”, “Men In Black 3” e molti altri. In poche parole... è diventato Josh Brolin! In oltre 30 anni di carriera, è stato affiancato da grandi doppiatori italiani; vale la pena scoprirli con Alessandro Delfino, su VOCI.fm – il sito delle voci.

Keanu Reeves: CHI LO DOPPIA?

Il bel tenebroso Neo in Matrix, il poliziotto surfista Johnny Utah in Point Break, il legale del demoniaco Al Pacino in L’avvocato del Diavolo e l’assassino in nero desideroso di giustizia John Wick: signore e signori oggi parliamo di Keanu Reeves e dei suoi tanti doppiatori italiani.

Klaus su Netflix: intervistiamo Mengoni, Signoris e Pannofino

Marco Mengoni torna al doppiaggio dopo “Il Re Leone”, Carla Signoris dopo “Alla ricerca di Nemo” e di “Dory”, e con loro c’è anche il doppiatore doc Francesco Pannofino. Sono alcune delle voci italiane di “Klaus”, dal 15 novembre 2019 su Netflix. Ecco lo speciale di Patrizia Simonetti che li ha incontrati all’anteprima.

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Non è un semplice aggiornamento della precedente applicazione. L'ultima release di VOCI.fm #appdellevoci è un software tutto nuovo che porta sul palmo di una mano il mondo delle voci a 360°: radio, doppiaggio, dizione, casting e tutta l'efficacia di "Pronto al microfono" per trovare con un tocco le voci italiane disponibili real-time. Oltre all'informazione di settore dell'amatissimo #blogdellevoci. SCARICA GRATIS LA NUOVA APP DI VOCI.fm

 

L'arrangiamento della voce

"Diritto di Voce”, su VOCI.fm, è il podcast dell'avvocato Italo Mastrolia dedicato alla tutela giuridica della voce.

L'uso del dialetto nel doppiaggio

Quante volte avete sentito in un film l'attore che, parlando, utilizza un marcato accento regionale? Anche questa è un'attività di riadattamento dei dialoghi.  Ma utilizzare il dialetto nel doppiaggio è una regola? Ne parliamo in questo articolo.

 Ti piace la voce di questo podcast? Contatta lo speaker Antonio Amoruso 

Tramite la traduzione e l’adattamento dei dialoghi delle varie opere audiovisive, come abbiamo già parlato in precedenza, possiamo capire il contrasto tra “lingua d’arrivo” e “lingua di partenza”, approfondendo così anche i diversi aspetti culturali dei Paesi di provenienza.

Quando parliamo però dell’adattamento di idiomi e di dialetti, le cose si complicano e la scelta frequente da parte dei dialoghisti è spesso quella di ignorarli. Dietro questa, c’è la convinzione non del tutto errata, che la resa di un determinato dialetto straniero sia impossibile da riprodurre in una versione italiana. Tuttavia c’è anche da dire che rinunciandovi, informazioni importanti dell’opera andranno perse, come (prima su tutte) la provenienza geografica di chi parla. Questo lo possiamo riscontrare, per fare un esempio, nella famosa serie-tvIl Trono di Spade”, dove i protagonisti provengono da regioni diverse del Regno Britannico e parlano giustamente con accenti vari. Vista la difficoltà a diversificare in italiano, si è deciso di mantenere nella versione doppiata, per poter in parte compensare, le connotazioni e appoggiature principali del modo di parlare dei personaggi, cercando di essere il più fedele possibile alle loro personalità, ai tempi e ai modi dell’uso della loro voce. D’altronde, la bravura di un doppiatore la si riscontra anche in questo! Ricordiamo con piacere il grande Oreste Lionello, il quale riusciva a rappresentare magistralmente un mostro sacro come Woody Allen riportando in italiano tutte le pause e le caratterizzazioni che il grande attore mostrava in scena.

Non sempre però la scelta di evitare i dialetti si dimostra regola. Talvolta, laddove sia possibile, vi è la sostituzione dell’idioma originale con un dialetto del nostro Paese.

Un esempio classico è la versione italiana de “I Simpson”, che è piena di varietà regionali per cui l’autista dello scuolabus (Otto) parla milanese, il commissario Winchester napoletano, il portiere Willy (che nell’originale è scozzese), sardo.

Apprendiamo anche la recente notizia, secondo la quale la Regione Sardegna avrebbe intenzione di usare come strumento per imparare meglio l’uso del proprio dialetto, il doppiaggio in lingua locale di cartoni animati già editi, stanziando un finanziamento di 100.000 euro.



Altre occasioni dove possiamo riscontrare l’uso del dialetto o quantomeno dell’italiano regionale nel doppiaggio, è nei film italo-americani, dove spesso viene utilizzato come stereotipo di personaggi criminali, comici o fantastici. La più famosa delle testimonianze ci arriva proprio dallo pseudo-siciliano utilizzato per i personaggi mafiosi, nella trilogia del celebre film “Il Padrino” di Francis Ford Coppola.

Come non ricordare anche dell’uso del romanesco dell’indimenticato Renzo Montagnani, nella parte del gatto “Romeo er mejo der Colosseo”, nel film d’animazione Disney “Gli Aristogatti“. Quest’ultimo, nella versione originale, era di origini Irlandesi.

Altro esempio potremmo farlo con il film di Pedro AlmodòvarLa mala educación”, in cui gli adattatori italiani hanno scelto di far parlare uno dei protagonisti un italiano con forte accento spagnolo. Ma di questi esempi nella storia del doppiaggio cinematografico Italiano ne potremmo citare molteplici.

La scelta di mantenere la provenienza, da cui scaturisce l’identità dei personaggi, è dettata talvolta da esigenze di copione, per cui si consente la conservazione linguistica delle singole nazionalità, con il mantenimento degli accenti. Si tratta più di una convenzione cinematografica che di una vera e propria fedeltà linguistica effettivamente parlata. Affrontare il dialetto nella traduzione audiovisiva è sempre stata una sfida impegnativa ed il suo adattamento la peggiore delle strategie; credo che alla fine, però, risulti la migliore soluzione ad oggi nota.

In conclusione, a meno che non ci si impegni a leggere i sottotitoli o si è in grado di capire correttamente la lingua originale e i suoi svariati accenti delle opere prodotte in tutto il mondo, godiamoci lo splendido lavoro che fanno i professionisti del mondo del doppiaggio che permettono di far godere e comprendere a “TUTTI” i film, i cartoni animati e le serie-TV altrimenti sconosciute ai più. Un saluto, da Antonio Amoruso. 

Articolo a cura di Antonio Amoruso

La differenza tra tono e volume

Ciao a tutti, mi chiamo Bruno Caricchia e sono uno speaker-doppiatore pubblicitario: “NON SOLO DOPPIAGGIO” è il mio podcast, in cui cerco di fornire consigli e trucchi per parlare bene. 

La doppiatrice Angiola Baggi: istinto, talento ed esperienza

Una grande voce femminile ospite del nostro blog: Angiola Baggi, doppiatrice attiva già dagli anni sessanta, che ha prestato la voce ad attrici di altissimo livello. Una su tutte Kathy Bates, la Signora Molly Brown nel colossal “Titanic”. Ci parla di doppiaggio in questa videointervista realizzata da Patrizia Simonetti.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Angiola Baggi su VOCI.fm, cosa significa per lei il doppiaggio?
Il doppiaggio è una cosa molto importante, lo faccio da tantissimi anni e mi ha seguito in tutto il corso della mia vita professionale. E' proprio una sfida, una specie di gioco di equilibrio per riuscire a trovare una mediazione tra quello che sentiamo noi, quello che sente l’attore, la recitazione ed il sync. La trovo un'arte bellissima e sono molto fiera di farlo.

Il personaggio (o i personaggi) che è più felice di aver doppiato?
Ce ne sono tantissimi. In "Transamerica", ad esempio, doppiare Felicity Huffman che era praticamente un uomo che stava cercando di diventare donna; c'era una necessità vocale molto particolare, per cui mi sono dovuta veramente inventare una voce. Poi, quando doppi Kathy Bates o Glenn Close come fai a non amarle? Oppure Isabelle Huppert che è molto complessa per il suo modo “essenziale” di recitare.

Preferisce doppiare un personaggio buono o un personaggio cattivo? Una streghetta o una fatina?
Dai, le streghe (anzi le stregone!) sono molto più divertenti!

Per chiudere, come si fa a diventare bravi come lei?
Chi lo sa... non saprei veramente :-) Ci vuole un pò di istinto, essere attori e accumulare esperienza. Un saluto a VOCI.FM da Angiola Baggi e un abbraccio a tutti!



ANGIOLA BAGGI: CENNI BIOGRAFICI

Angiola Baggi (Monselice di Padova, 30 novembre 1946) è attrice, doppiatrice e direttrice del doppiaggio attiva in teatro, cinema e televisione già dai primi anni sessanta. Tra le attrici doppiate spiccano: Susan Sarandon, Isabelle Huppert, Kathy Bates, Priscilla Presley, Kathleen Turner, Jennifer Coolidge, Sissy Spacek, Diane Venora, Anne Byrne, Dorothy Malone, Felicity Huffman, Jean Smart, Julie Andrews, Corinne Cléry e tantissime altre.

La storia della radio: Radio Potenza Centrale su VOCI.fm

Torna su VOCI.fm la consueta rubrica dedicata alla storia della radio, curata da Enzo Mauri. Dal mondo delle radio libere anni '70 riemerge l’annosa questione su quale sia stata la prima radio libera italiana; forse “Radio Potenza Centrale”?

La voce di Aretha Franklin su VOCI.fm

Su VOCI.fm parliamo anche dei “BIG” della musica, delle caratteristiche vocali di artisti capaci di lasciare un segno indelebile nella storia. Questo appuntamento ha come protagonista la grande Aretha Franklin.

La voce di Bono Vox su VOCI.fm

Su VOCI.fm parliamo anche delle grandi voci della musica, delle caratteristiche vocali di questi artisti unici, capaci di lasciare un segno indelebile nella storia. Oggi è la volta di Bono Vox, leader degli U2.

La voce di Bruce Springsteen su VOCI.fm

Su VOCI.fm parliamo anche delle grandi voci della musica, delle caratteristiche vocali di questi artisti unici, capaci di lasciare un segno indelebile nella storia. Oggi è la volta di Bruce Springsteen

La voce di Bruno Mars su VOCI.fm

Su VOCI.fm parliamo anche dei “BIG” della musica, delle caratteristiche vocali di questi grandi artisti, capaci di lasciare un segno indelebile nella storia. Oggi è la volta di Bruno Mars.

La voce di Freddy Mercury su VOCI.fm

Su VOCI.fm parliamo anche dei “BIG” della musica, delle caratteristiche vocali di questi grandi artisti, capaci di lasciare un segno indelebile nella storia. Oggi è la volta di Freddie Mercury.

La voce di James Brown su VOCI.fm

Su VOCI.fm parliamo anche dei “BIG” della musica, delle caratteristiche vocali di questi grandi artisti, capaci di lasciare un segno indelebile nella storia. Oggi è la volta di James Brown.

La voce di Jim Morrison su VOCI.fm

La voce di Jim Morrison è protagonista della rubrica "BIG VOICE PODCAST>", in cui VOCI.fm racconta i grandi miti della musica dal punto di vista della "voce", della sua evoluzione e delle sue peculiarità. Un appuntamento in onda anche su VOCI.fm RADIO in "BIG VOICE COMPILATION". Buon ascolto.

La voce di Michael Jackson su VOCI.fm

La voce di Michael Jackson è protagonista della rubrica "BIG VOICE PODCAST", in cui VOCI.fm racconta i grandi miti della musica dal punto di vista della "voce", della sua evoluzione e delle sue peculiarità. Un appuntamento in onda anche su VOCI.fm RADIO in "BIG VOICE COMPILATION". Buon ascolto.

La voce di Mina su VOCI.fm

La voce di Mina è protagonista della rubrica "BIG VOICE PODCAST", in cui VOCI.fm racconta i grandi miti della musica dal punto di vista della "voce", della sua evoluzione e delle sue peculiarità. Un appuntamento in onda anche su VOCI.fm RADIO in "BIG VOICE COMPILATION". Buon ascolto.

La voce di Prince su VOCI.fm

La voce di Prince è protagonista della rubrica "BIG VOICE PODCAST", in cui VOCI.fm racconta i grandi miti della musica dal punto di vista della "voce", della sua evoluzione e delle sue peculiarità. Un appuntamento in onda anche su VOCI.fm RADIO in "BIG VOICE COMPILATION". Buon ascolto.

La voce di Robbie Williams su VOCI.fm

La voce di Robbie Williams è protagonista della rubrica "BIG VOICE PODCAST", in cui VOCI.fm racconta i grandi miti della musica dal punto di vista della "voce", della sua evoluzione e delle sue peculiarità. Un appuntamento in onda anche su VOCI.fm RADIO in "BIG VOICE COMPILATION". Buon ascolto.

La voce di Stevie Wonder su VOCI.fm

La voce di Stevie Wonder è protagonista della rubrica "BIG VOICE PODCAST", in cui VOCI.fm racconta i grandi miti della musica dal punto di vista della "voce", della sua evoluzione e delle sue peculiarità. Un appuntamento in onda anche su VOCI.fm RADIO in "BIG VOICE COMPILATION". Buon ascolto.

La voce di Whitney Houston su VOCI.fm

La voce di Whitney Houston è protagonista della rubrica "BIG VOICE PODCAST", in cui VOCI.fm racconta i grandi miti della musica dal punto di vista della "voce", della sua evoluzione e delle sue peculiarità. Un appuntamento in onda anche su VOCI.fm RADIO in "BIG VOICE COMPILATION". Buon ascolto.

La voce di Zucchero Fornaciari su VOCI.fm

La voce di Zucchero "Sugar" Fornaciariè protagonista della rubrica "BIG VOICE PODCAST", in cui VOCI.fmracconta i grandi miti della musica dal punto di vista della "voce", della sua evoluzione e delle sue peculiarità. Un appuntamento in onda anche su VOCI.fm RADIO in "BIG VOICE COMPILATION. Buon ascolto.

Le famiglie del doppiaggio

Hanno nomi quasi sconosciuti, ma basta ascoltarne la voce per associarla immediatamente al volto di un divo di Hollywood. Sono i doppiatori italiani. Anzi, forse sarebbe meglio dire: le famiglie del doppiaggio italiano. Iniziamo a conoscerle insieme.

Ti piace la voce di questo podcast? Contatta lo speakerAngelo Oliva 


Il lavoro del doppiatore è un mestiere artigianale, che si tramanda di padre in figlio, come succede normalmente in svariate realtà lavorative, quindi non solo nel doppiaggio. Ne sono un esempio le attività commerciali, gli alberghi, le imprese edili, i notai, le farmacie, la ristorazione, il teatro, la musica ecc. I doppiatori passano spesso gran parte della loro giornata in sala d’incisione, quindi è normale che si innamorino e si sposino tra loro. Altrettanto normale che incoraggino i propri figli a seguire il loro lavoro. Come è normale che un bambino cerchi di imitare i propri genitori. Quale genitore non offrirebbe tale opportunità ad un figlio? In questo, siamo decisamente tutti d’accordo. Le famiglie di doppiatori esistono da sempre, e sono numerose. Ed in questo articolo, ne citeremo solo alcune: 

La Famiglia Izzo
Renato Izzo, storico doppiatore, scopritore di talenti è il capostipite di una tra le più celebri famiglie del doppiaggio italiano. Le figlie Rossella Izzo e Simona Izzo (gemelle) sono registe, sceneggiatrici, attrici e doppiatrici. Fiamma Izzo e Giuseppina Izzo sono attrici e doppiatrici. Inoltre Renato Izzo era il nonno degli attori e doppiatori Francesco Venditti (figlio di Simona e del cantautore Antonello Venditti), Myriam Catania (figlia di Rossella), delle doppiatrici Giulia Catania (figlia di Rossella), Lilian Caputo e Rosa Caputo (figlie di Fiamma), Nike Pucci (figlia di Giuppy e del doppiatore Fabrizio Pucci) e del doppiatore Alessandro Mottini (figlio del secondo matrimonio di Giuppy). Anche i figli di Francesco Venditti, Tommaso Venditti ed Alice Venditti, lavorano nel doppiaggio. Ma non finisce qui. Renato Izzo era lo zio della doppiatrice Loredana Nicosia e suocero dell’attore e regista Ricky Tognazzi, secondo marito della figlia Simona e figlio dell’attore Ugo Tognazzi. 

La Famiglia Acerbo
Stessa sorte per le famiglia Acerbo (pseudonimo degli Ancidoni) di cui è capostipite Sandro Acerbo che inizia la sua carriera di doppiatore da bambino prestando la voce a Matthew Garber nel film "Mary Poppins" della Walt Disney. È noto soprattutto per essere la voce ufficiale di Brad Pitt e Will Smith, nonché per aver doppiato John Ritter nella serie "Tre cuori in affitto", Michael J. Fox nella serie Casa Keaton e negli ultimi due capitoli della trilogia di "Ritorno al futuro" e gli attori Robert Downey Jr., Nicolas Cage, Timothy Hutton, Matthew Broderick, Christian Slater, Dan Aykroyd, Greg Kinnear, Val Kilmer e Hugh Grant in alcune significative interpretazioni. È fratello dell'attore Maurizio Ancidoni e della doppiatrice Rossella Acerbo, cugino dei doppiatori Massimiliano Manfredi e Fabrizio Manfredi. Fabrizio è marito della doppiatrice Francesca Fiorentini, nonché nonno della doppiatrice Lucrezia

La Famiglia Ward
Aleardo Ward è il capostipite di questa famiglia. Alla fine degli anni '30 debutta nel cinema, venendo utilizzato come caratterista. Nello stesso periodo recita alla radio e si dedica al doppiaggio. È il padre degli attori e doppiatori:

Luca Ward, conosciuto per il doppiaggio di Russell Crowe ne "Il gladiatore", Samuel L. Jackson in "Pulp Fiction", Keanu Reeves nella trilogia di "Matrix", Hugh Grant nella saga di "Il diario di Bridget Jones", Pierce Brosnan in quattro episodi della saga di "James Bond" e Brandon Lee ne "Il corvo". Ma anche di molti altri personaggi. Anche la ex-moglie, Claudia Razzi e la figlia Guendalina sono attrici e doppiatrici.

Andrea Ward ha prestato la voce a grandi attori tra cui Andy García, Josh Brolin, Keanu Reeves e tanti altri. Anche i suoi tre figli Alessio, Mattia e Niccolò sono doppiatori. Sua moglie, Cristina Fenuccio è dialoghista per il cinema e per la televisione.

Monica Ward, nota soprattutto per aver prestato la voce al personaggio di Lisa de "I Simpson", June Kim Lee di "Juniper Lee", a quella di Lolly nella serie animata "Le Superchicche". E’ anche mamma dei giovani doppiatori Alessandro Ward e Federico Campaiola. 

La Famiglia Rinaldi
Giuseppe Rinaldi, detto Peppino Rinaldi, è il capostipite di questa famiglia. A partire dalla fine degli anni quaranta, ha dedicato la sua vita soprattutto al doppiaggio, lavorando per la celebre società C.D.C. (Cooperativa Doppiatori Cinematografici). Spesso considerato uno dei più grandi doppiatori italiani, dotato di una voce duttile, versatile e squisitamente profonda, ha doppiato attori come Marlon Brando, Rock Hudson, Jack Lemmon, Paul Newman, Peter Sellers, Van Johnson, Frank Sinatra, Glenn Ford, Richard Burton, George Peppard, Burt Lancaster, Charles Bronson, Kirk Douglas, Gregory Peck, Roger Moore, James Dean, Peter O'Toole, William Holden, Charlton Heston e tanti altri. Rinaldi si è sposato due volte: la prima volta con l'attrice Marina Dolfin, figlia del celebre soprano Toti Dal Monte, da cui ha avuto due figli: Massimo e Antonella. La seconda volta con l'attrice Maria Pia Casilio, da cui ha avuto la figlia Francesca. Tutti i suoi figli sono doppiatori

La famiglia Amendola
Ferruccio Amendola è il capostipite di questa famiglia. Attore e doppiatore tra i più amati e riconoscibili. Sua la voce di Robert De Niro, di Sylvester Stallone, di Dustin Hoffman e di Al Pacino (attore che condivideva con Giancarlo Giannini) e Bill Cosby nella celebre sit-com "I Robinson". Fu scelto come voce ufficiale di Tomás Milián proprio da Milián in persona, per le interpretazioni dei personaggio di Nico Giraldi ed Er Monnezza. Si sposò con l'attrice e doppiatrice Rita Savagnone, da cui divorziò e dalla quale ebbe due figli: uno è Claudio Amendola, attore, conduttore televisivo e regista. Claudio ha una figlia, Alessia, attrice e doppiatrice anch’essa. Anche la zia Deddi Savagnone è stata un'attrice, doppiatrice e dialoghista italiana. 

Ce ne sarebbero ancora molte di famiglie del doppiaggio da citare ma, quelle citate, si dividono circa il 60% - 70% del lavoro di doppiaggio oggi in Italia, principalmente nel cinema. Con l’attuale frenesia lavorativa richiesta dal settore, chi si vuole affacciare al doppiaggio è spesso penalizzato, dato che simili ritmi possono reggerli solo chi ha un bagaglio artistico d’eccellenza, come i figli d’arte. Eppure nel doppiaggio non servono muscoli ed avvenenza, ma capacità attoriali ed una voce adeguata alle caratteristiche richieste. Quindi, la meritocrazia nel doppiaggio esiste. Ma purtroppo, a volte, manca il tempo di applicarla.

Allora, come sperare in una futura carriera se non si è figli d’arte? Se non siamo parte di una famiglia del doppiaggio? Bisogna insistere. Le giornate storte ed i direttore di doppiaggio sbagliati, possono capitare. Ma il giusto spirito per riuscire, dipende da quanto ci si crede realmente.

E poi, essere figlio d’arte, non è solo un privilegio, ma anche un impegno. Per altro essere parenti non è una colpa. In fondo, se ci pensate bene, più è alto l’onore, maggiore è l’onere da sostenere.

Articolo a cura di Angelo Oliva
 



Leo Gullotta: voce di Joe Pesci e Woody Allen

Chi non ricorda la “Signora Leonida” del Bagaglino? O il buffo protagonista dello spot “Cavalier Condorelli”? O ancora la voce storica di Joe Pesci o quella di Woody Allen? E' sempre lui, Leo Gullotta, che con oltre 50 anni di carriera in teatro, tv e sala di doppiaggio si consacra come uno dei grandi talenti dello spettacolo italiano. Patrizia Simonetti lo ha videointervistato per VOCI.fm

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Leo Gullotta su VOCI.fm, attore di teatro, cinema, televisione e doppiatore. Quando ha capito che con la sua voce poteva fare qualunque cosa?
Ma, in realtà non è che “si capisce”! Io ho più di 70 anni e 54 di lavoro alle spalle in cui ho fatto tante cose, perchè un attore deve conoscere i vari linguaggi dello spettacolo e tra questi anche il doppiaggio, che in Italia è una cosa importante. Fare doppiaggio significa conoscere le tecniche e non abbandonare mai colui (o colei) che sta sullo schermo, cercare di andare dietro al personaggio perchè in fondo non sei altro che un “traduttore simultaneo”. Il doppiaggio non si capisce, si fa! A me ha dato possibilità anche di vivere e sono molto grato a questo mondo come lo sono agli altri (teatro e televisione) nei quali mi sono cimentato in tutta la mia carriera.

Lei ha doppiato e doppia personaggi importanti come Joe Pesci, Woody Allen ma anche tanti cartoni come “L'Era Glaciale” o “Zootropolis”... cosa la diverte di più?
Il cartone animato è una palestra perfetta per incamerare la tecnica del doppiaggio, ma non potrei dire se mi piace di più o di meno. Ogni cosa nello spettacolo è un viaggio e quindi ha una sua storia ed una particolarità e puoi conservare come bagaglio di esperienza.

Dicono che per fare i doppiatori bisogna essere attori, saper trasferire passione, sentimento, emozione...
Beh, la scuola degli attori di un tempo è un bel modo per comprendere questa cosa e quelle che sono le tecniche autentiche del doppiaggio. Altrimenti si è solo una bella voce... Un saluto a questo bellissimo sito delle voci da me, Leo Gullotta.



LEO GULLOTTA: CENNI BIOGRAFICI 

Nato a Catania il 9 Gennaio 1976, Salvatore Leopoldo Gullotta, detto “Leo” è un noto attore e doppiatore italiano. Fin da piccolo si affaccia al mondo dello spettacolo facendo la comparsa nel “Teatro Bellini” di Catania. Successivamente, arriva al “Teatro Stabile” dove recita ma, soprattutto, apprende il mestiere. Parallelamente lavora anche in radio. Si trasferisce a Roma e debutta nel cabaret. Nel 1970 debutta in televisione con il film "Aria del continente", e un anno dopo sul grande schermo con "Lo voglio maschio". La svolta arriva incontrando registi di un certo spessore che si servono ottimamente della sua recitazione molto duttile, della sua capacità di passare dal comico al drammatico, al grottesco con estrema semplicità. Tra i suoi film più noti: "Spaghetti House" (1982), "Mi manda Picone" (1983) (Leo Gullotta è Nastro d'Argento come miglior attore non protagonista); la fortunata collaborazione con Giuseppe Tornatore ne "Il camorrista" (1986), per cui ottiene un David di Donatello come miglior attore non protagonista, "Nuovo cinema Paradiso" (1988) e "Stanno tutti bene" (1989), oltre ai fruttuosi lavori con Maurizio Zaccaro ne "Il carniere" (1997) e "Un uomo perbene" (1999). Notissime sono anche sono le sue partecipazioni a numerose serie TV, ma soprattutto a varietà satirico - grotteschi messi in scena dalla “Compagnia del Bagaglino” e registrati al Salone Margherita di Roma, quali "Biberòn" (1989), "Crème Caramel" (1991), "Buccia di banana" (1994) e molti altri. In questi spettacoli, oltre a parodiare vari personaggi femminili del mondo dello spettacolo, veste spesso i panni della famosa “signora Leonida”. Leo Gullotta è anche un importante doppiatore, ha prestato la voce a Joe Pesci, Woody Allen, Christian Clavier, Burt Young, Tony Shalhoud, Paul Giamatti e Vincent Schiavelli, oltre che a personaggi animati, come il gatto Tigre di "Fievel sbarca in America", il mammuth Manfred in "L'era glaciale", il pirata spaziale Yattaran di "Capitan Harlock" e Mr.Big in “Zootropolis”.

Letizia "Granger" Ciampa: la voce di Emma Watson

Poco più che trentenne, detiene già il primato di unica doppiatrice ad aver prestato la voce ad un'attrice in tutti i suoi film. Parliamo ovviamente di Letizia Ciampa, voce ufficiale di Emma Watson (da Hermione Granger di Harry Potter in poi) e di tantissime altre star del cinema e della TV. Ripercorriamo la sua carriera con uno speciale dossier realizzato per VOCI.fm da Alessandro Delfino.


Ti piace la voce di questo podcast? Contatta subito lo speakerAlessandro Delfino 

Il cinema è sempre stato “magico”, trasportandoci in tanti mondi fantastici; e quale di questi può essere definito più magico di quello di Hogwarts e di Harry Potter?

Nato dalla penna della scrittrice inglese J.K. Rowling, le avventure del maghetto più famoso del mondo hanno ottenuto ancora più successo grazie alle saga cinematografica partita nel 2001 con “Harry Potter e la pietra filosofale”, con il giovane protagonista Harry (Daniel Radcliffe) e i due co-protagonisti Ron Weasley (Rupert Grint) e soprattutto Hermione Granger (Emma Watson).

E’ proprio su questa attrice che oggi ci soffermiamo: il personaggio di Hermione, in apparenza frivolo e saccente, ma in seguito dotato di forza e determinazione è riuscito ad entrare nel cuore del pubblico grazie all’interpretazione della Watson, che da bambina-prodigio è diventata ad oggi una delle attrici di successo del cinema di Hollywood.

In Italia, grazie all’intuizione del direttore di doppiaggio Francesco Vairano (nonché anche voce di Alan Richman, il professor Piton della saga di Harry Potter), possiamo sentire Hermione doppiata dalla giovanissima Letizia Ciampa, che riesce con la sua voce squillante a restituire il carattere della giovane maghetta grande amica di Harry e innamorata di Ron.

Ad oggi è sempre più difficile, nonostante il successo di un film o di una saga, che un attore o un’attrice mantengano la stessa voce per svariati motivi; ma il binomio Ciampa-Watson diventa inossidabile andando oltre la saga di Harry Potter confermandosi come voce ufficiale e unica ad aver doppiato l’attrice in tutti i suoi film.



Emma Watson è cresciuta e col tempo ha dimostrato sempre più duttilità interpretando ruoli diversi tra loro: la giovane studentessa ribelle Sam in "Noi siamo infinito" o la ladruncola sexy Nicky Moore o ancora la smarrita Ila nel film fantastico "Noah"; infine la romantica Belle nella rivisitazione live-action Disney “La bella e la bestia”.

Letizia Ciampa riesce a seguirla in ogni sua interpretazione, donandole nel tempo una voce fragile ma forte, dolce ma determinata; molte sono le altre attrici doppiate (come Vanessa Hudgens, Alexa Vega in "Spy Kids", Emilia Clarke in "Il trono di spade"), ma per il pubblico resterà sempre la voce della giovane e intrepida maga “mezzo sangue” del regno di Hogwarts. 

Letizia Ciampa su Wikipedia
Classe 1986, Letizia Ciampa è una delle più giovani ed apprezzate doppiatrici italiane. Ha prestato la voce a Emma Watson, Vanessa Hudgens e molte altre attrici. Ha doppiato anche Kaya Scodelario nel ruolo di Effy Stonem nel telefilm inglese "Skins", Alexa Vega nel ruolo di Carmen Cortez nella saga di "Spy Kids", Ashley Olsen in "Due gemelle e una tata", Joy Lauren in "Desperate Housewives" e Kelly Osbourne in "Life as We Know It". È la voce italiana del personaggio di Daenerys Targaryen, interpretato da Emilia Clarke, nella serie televisiva "Il Trono di Spade". Tra le altre attrici doppiate Hilary Duff, Hayden Panettiere, Evan Rachel Wood, Alison Lohman e Mischa Barton. Per info complete sulla carriera, consulta la pagina Wikipedia di Letizia Ciampa.

Articolo e podcast a cura diAlessandro Delfino

LIFE The AudioMOVIE: le VOCI SELEZIONATE

Benvenuto in "Life - The AUDIOMOVIE Project"
Il CASTING si è concluso il 15 Maggio 2020
In questo articolo puoi scoprire tutti gli speaker scelti dall'autore Alex Poli

Lorella Cuccarini: mi prendo cura della mia voce

Oggi al microfonodi Patrizia Simonetti per VOCI.fm c'è la showgirl più amata dagli italiani: Lorella Cuccarini. Attrice e ballerina, ma anche doppiatrice, presentatrice e speaker radiofonica ci racconta il suo rapporto con la voce ed i suoi consigli per aver cura delle corde vocali.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Lorella Cuccarini per Voci.fm. Come usi diversamente la tua voce quando canti o quando reciti?
Ho lavorato e lavoro sull'impostazione che, grazie anche allo studio, ti permette di affrontare anche delle sfide vocali impegnative senza distruggerti. Pensa al teatro, si va in scena tutti i giorni e spesso anche con il doppio spettacolo, per cui ci vuole grande preparazione e grande amore per noi stessi; ciò significa aver cura delle nostre corde vocali, lo strumento più importante che abbiamo.

Questo diciamo è il primo consiglio che daresti a chi vuole cominciare a lavorare con la voce?
Assolutamente, anche se non si canta, anche se si deve solo parlare; però, logopedia e lezioni di canto possono sicuramente essere molto utili proprio per saper usare al meglio le nostre corde vocali.

C'è un aneddoto divertente che ti è capitato magari cantando, hai preso una stecca, oppure stavi recitando e ti è andata via la voce?
Mi è capitato una volta di dover combattere con un colpo di tosse; quando capita un colpo di tosse nel mezzo di uno spettacolo o di una canzone è terribile. Io sono riuscita a non fare il colpo di tosse e rimandarlo indietro prima che arrivasse il momento del mio attacco. Probabilmente prima o poi capiterà, al momento ancora non lo è, ma insomma il rischio è sempre dietro l'angolo.

A tutti voi di Voci.fm un abbraccio fortissimo, buona estate da Lorella Cuccarini.



LORELLA CUCCARINI: CENNI BIOGRAFICI  

Lorella Cuccarini (Roma, 10 agosto 1965) è una conduttrice scoperta da Pippo Baudo, che l'ha voluta al suo fianco come showgirl nei varietà del sabato sera di Raiuno “Fantastico 6” (1985) e “Fantastico 7” (1986), è passata successivamente in Fininvest (poi Mediaset) riscuotendo parecchi consensi con il varietà di Antonio Ricci “Odiens”, la cui sigla era “La notte vola”, la sua canzone più conosciuta, divenuta un evergreen della musica italiana. A partire dagli anni novanta si è cimentata nella conduzione di programmi televisivi sulla rete ammiraglia dello stesso gruppo, Canale 5; in questi anni ha infatti formato un sodalizio lavorativo con Marco Columbro con il quale ha condotto fortunate edizioni di varietà come Paperissima e Buona domenica. Ha condotto il Festival di Sanremo 1993 assieme a Pippo Baudo. Ha proseguito l'attività canora interpretando le sigle dei programmi da lei condotti e, dal 1994, è testimonial per parecchi anni consecutivi della maratona televisiva a scopi benèfici Trenta ore per la vita. Dagli anni ottanta è inoltre associata allo slogan "la più amata dagli italiani", frase tratta da una celebre serie di spot per l'azienda di cucine Scavolini che l'hanno vista protagonista per quasi due decenni. Negli anni duemila, dopo aver debuttato in teatro, la sua carriera televisiva ha subito una battuta d'arresto a causa di un contratto in esclusiva con la RAI che, tuttavia, ha affidato alla conduttrice solo alcuni programmi. In questo decennio, durante il quale ha comunque condotto il varietà del sabato sera Uno di noi e una edizione di Scommettiamo che...? con Marco Columbro, ha proseguito la sua attività teatrale, partita negli anni novanta con il musical Grease, portando in scena un nuovo musical, Sweet Charity. Nel 2009 è doppiatrice della protagonsita del film di animazione Lissy – Principessa alla riscossa. In seguito ha recitato in un terzo musical, Il pianeta proibito, mentre dall'autunno 2010 fino alla primavera 2013 è stata alla guida del contenitore domenicale di Rai 1 Domenica in; nell'autunno 2012 ha inoltre debuttato come conduttrice radiofonica su Rai Radio 1 con il programma Citofonare Cuccarini, da lei condotto fino alla primavera 2014. Alla fine del 2014 torna in teatro con il musical Rapunzel in cui per la prima volta interpreta una parte da antagonista. Nel 2011 è stata insignita del titolo di Commendatore della Repubblica. Nel 2016 è protagonista dello show-evento Nemicamatissima in onda il 2 e 3 dicembre su Rai 1, in cui per la prima volta è affiancata dalla sua storica rivale artistica, Heather Parisi, e nello stesso autunno pubblica anche la propria autobiografia. Nel 2017 torna di nuovo a teatro con due spettacoli: il musical La regina di ghiaccio - Turandot e la commedia Non mi hai più detto ti amo. Nell'estate 2017 è al centro della prosa Non mi hai più detto ti amo (con Giampiero Ingrassia); in inverno tornerà al musical con La regina di ghiaccio. (fonte Wikipedia) 

Lorenzo Licitra in Smallfoot: da X-factor al doppiaggio

Il vincitore di X-Factor 2017, il cantante Lorenzo Licitra, è il doppiatore di Migo, protagonista della pellicola di animazione ”Smallfoot - Il mio amico delle nevi”, nei cinema italiani dal 4 Ottobre 2018. Con lui, in sala di doppiaggio, altri talent molto amati dal pubblico, come Lodovica Comello e Sofì e Luì. La giornalista Patrizia Simonetti ci parla in anteprima del film e del suo cast di giovani voci al leggio.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Di cantanti che si dilettano a fare i doppiatori, soprattutto in film d'animazione, ce ne sono stati e ce ne sono diversi, e non solo per cantarne le canzoni come fece ad esempio Ivana Spagna ne “Il re Leone” con il brano “Il cerchio della vita” originariamente interpretato da Elton John.

Pensiamo ad esempio a Massimo Ranieri e Mietta che ne “Il gobbo di Notre Dame” della Disney non solo doppiarono Quasimodo ed Esmeralda quando cantavano, ma anche quando parlavano, e lei a quanto pare lo fece così bene che si portò a casa il premio della Buena Vista per il miglior doppiaggio femminile europeo, battendo pure Demi Moore che prestava la voce ad Esmeralda nella versione originale del film.

E che dire di Baby K che ha partecipato come doppiatrice, anche se per una piccolissima parte, a “Alla ricerca di Dory” e di Amanda Lear che dà voce a Edna ne “Gli Incredibili 2(ai quali VOCI.fm ha dedicato un intero speciale video)? Ma probabilmente l'esempio più calzante per quanto stiamo per raccontarvi è quello di Nathalie che un anno dopo la sua partecipazione a X-Factor, nel 2011 doppiò Gloria in “Happy Feet 2” della Warner Bros, ed era una cantante a farlo, Pink, anche nella versione originale.


Anche lui ha partecipato alla scorsa edizione di X-Factor, e l'ha pure vinta, e anche lui entra di diritto nel mondo dei doppiatori con un lungometraggio d'animazione: è Lorenzo Licitra, il tenore ragusano che si è sempre ispirato a Luciano Pavarotti e come lui appassionato di un genere musicale crossover tra la lirica e la musica pop, di cui presto uscirà un disco grazie al sostegno di Nicoletta Mantovani, vedova di "Big Luciano".

Lorenzo Licitra dà voce al protagonista Migo di "Smallfoot - Il mio amico delle nevi", diretto da Karey Kirkpatrick e prodotto e distribuito dalla Warner Bros. Pictures che arriverà nelle nostre sale il 4 ottobre 2018; un'avventura d’animazione con musiche originali che rivisita e ribalta la leggenda dello spaventoso uomo delle nevi.

Migo, che nella versione originale ha la voce di Channing Tatum, è un giovane e brillante yeti più che convinto che il leggendario mostro dalla faccia spaventosa e dei piedi straordinariamente e mostruosamente piccoli - e cioè l'uomo - esista davvero, proprio come molti uomini hanno creduto e credono che lo Yeti, detto anche Bigfoot per i suoi grandi piedi, non sia solo un essere immaginario.

E alla fine Migo la incontra davvero quella strana creatura soprannominata "Smallfoot", ma non sarà un'esperienza terribile come l'aveva immaginata e vuole che tutti lo sappiano. Una storia dunque sulla diversità e sull'amicizia che suggerisce di non fermarsi alle apparenze e non lasciarsi vincere dalla paura verso chi non è esattamente come noi.


Ma Lorenzo Licitra non è il solo doppiatore-cantante di Smallfoot: c'è anche Lodovica Comello che è però anche attrice. L'artista friulana non è nuova al mondo del doppiaggio: nel 2013 ha dato voce al personaggio di Britney Davis nel film d'animazione della Disney Pixar "Monsters University", prequel di “Monster & Co.”, ed è stata anche voce narrante del documentario di Otto Bell “La principessa e l'aquila”.

E pensare che quando recitava nella telenovela argentina "Violetta" veniva doppiata in italiano da Eva Padoan. In “Smallfoot”, Lodovica Comello fa parlare italiano Miki, una graziosa yeti che nella versione originale ha la voce di Zendaya.


E ci sono anche due star della rete come i “Me contro Te”, ovvero "Sofì e Luì" (Sofia Scalia e Luigi Calagna), i fidanzatini “youtuber” palermitani che da anni allietano con le loro avventure e digressioni milioni di giovanissimi fan sui social: Luì dà voce allo yeti Thorp e Sofì a una ragazza di nome Brenda che nella versione originale del film parlano grazie a Jimmy Tatro e Yara Shahidi.

Come se la sono cavata in sala di doppiaggio? Beh, il trailer che trovate qui sotto promette bene.

Articolo a cura di Patrizia Simonetti

Luca Sepe intervista allo speaker e attore

Si può ridere in questi giorni di emergenza da Coronavirus? Meglio farlo, secondo Luca Sepe, vulcanico conduttore de “I Soliti Tappi” a “Radio Kiss Kiss Napoli” e creatore di divertentissimi video da lui ridoppiati e pubblicati sui social per esorcizzare la paura e guardare con più allegria al futuro. Patrizia Simonetti lo ha video-intervistato per VOCI.fm, rigorosamente via Skype, perchè #iorestoacasa

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