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"Bay Easy 89.7": che lingua parla la radio di Malta?


E' una nazione dove si parla molto l'italiano, ma anche l'inglese pur avendo una propria lingua. E se ascoltassimo le radio che sono presenti nel territorio di Malta? Che lingua potremmo sentire on-air? Ci ha provato Roberto Arricale e sintonizzando le stazioni radio dell'isola è quasi sempre privilegiata la lingua nazionale ufficiale che in questo caso è il maltese. Buon Ascolto..

"Califano": Leo Gassman su VOCI.fm al suo debutto come attore

Leo Gassmann debutta come attore, ma lo fa sempre in musica. Lo vedremo infatti domenica 11 febbraio in “Califano”, il film dedicato al Califfo, per il quale ha affrontato anche una grande prova di voce. Patrizia Simonetti lo ha video intervistato

"I love Radio Rock": il sogno dirompente di una radio pirata

"Cinema FM" è la nuova rubrica del #sitodellevoci in cui Prisca Civitenga ci racconta come la radio è vista nei film. Da sempre affascinata dal binomio Cinema-Radio Prisca ci parla oggi di "I love Radio Rock", film cult del 2009 per la regia di Richard Curtis.

"Kung Fu Panda 4": Fabio Volo su VOCI.fm

Fabio Volo torna a dar voce a uno dei personaggi animati più amati, ovvero a Po in “Kung Fu Panda 4” al cinema dal 21 marzo 2024. Patrizia Simonetti lo ha videointervistato per VOCI.fm

"Kung Fu Panda 4": Fabio Volo su VOCI.fm

Fabio Volo torna a dar voce a uno dei personaggi animati più amati, ovvero a Po in “Kung Fu Panda 4” al cinema dal 21 marzo 2024. Patrizia Simonetti lo ha videointervistato per VOCI.fm

Al cinema con Bong Joon-ho's PARASITE

Torna "Al cinema". La rubrica di Alessandro Delfino questa volta è dedicata al film del 2019 "Parasite" vincitore di ben quattro premi Oscar. Scopriamo di più sul doppiaggio di questo capolavoro della cinematografia sudcoreana.

Recensione a cura di Alessandro Delfino


Quando parliamo di cinema e di Oscar, normalmente si pensa sempre ai grandi Kolossal americani, che da sempre ci danno emozioni e ci hanno abituato ad un determinato genere. Ma esiste anche un altro cinema, con uno stile più riflessivo, più concentrato sulla storia, sui personaggi e quello che vivono in quel momento. Questo stile viene chiamato “europeo”: ne fanno parte il nostro cinema, il cinema francese, il cinema spagnolo, ma anche chi dell’Europa non ne fa parte e viene da più lontano. È il caso del film di cui parliamo oggi: “Parasite”. Vincitore di 4 Oscar come “miglior film”, “miglior film in lingua straniera”, “regia” e “sceneggiatura originale”,

Parasite racconta la storia della famiglia Kim, che vive in un seminterrato. Il più giovane, Ki-Woo, riesce a lavorare per la ricca famiglia Park e piano piano riesce ad inserire con l’inganno padre, madre e sorella. Ma l’inganno può essere un’arma a doppio taglio… non era per niente facile riuscire a rendere in italiano la cultura Sud-Coreana, molto distante dalla nostra e soprattutto rendere giustizia a questi bravissimi attori. Ma la direttrice di doppiaggio Silvia Pepitoni è una veterana dell’ambiente e sceglie il seguente cast vocale:

- Dario Oppido, voce di Ki-Taek Kim, patriarca della famiglia Kim

- Roberta Greganti, voce di Chung-Sook Kim, moglie di Ki-Taek

- Vittoria Bartolomei, voce di Ki-Jung Kim, primogenita della famiglia Kim

- Angelo Evangelista, voce del protagonista e più piccolo della famiglia, ki-woo

- Valentina Mari, voce di Yeon-Kyo Park, ricca e svampita moglie Dong-In

- Massimo Bitossi, voce di Dong-In Park, ricco industriale

- Sara Labidi, voce di Da-Hye Park, adolescente figlia dei Park

- Laura Mercatali, voce di Moon-Gwang, domestica dei Park

Un film che spazia in vari generi e riesce a bilanciare perfettamente dramma, thriller e commedia. E voi... lo avete visto?

 

 

Al cinema con Ted Kotcheff's RAMBO

Il cinema durante tutta la sua esistenza ci ha regalato personaggi indimenticabili. Ci sono attori che, nonostante abbiano fatto tanti film e abbiano ormai una carriera quarantennale alle spalle, vengono ricordati per un solo personaggio. Anzi... in questo caso, due: l’attore è l’icona “action” per eccellenza: Sylvester Stallone; i personaggi, neanche a dirlo, sono “Rocky” e quello di cui parleremo oggi: il combattente reduce del Vietnam, “John Rambo”.

Recensione a cura di Alessandro Delfino


La storia di Rambo nasce con il romanzo scritto da David Morrell, nel 1972, che narra il disagio dei ragazzi di ritorno dalla guerra del Vietnam, ed in particolare di John, che in lotta contro il pregiudizio nei loro confronti, riesce a scatenare una sua guerra privata contro lo sceriffo Teasle e tutto il corpo di Polizia della cittadina di Hope. Il romanzo cattura sin dall’inizio l’attenzione del cinema ed in particolare, già nel 1975, l’attore cubano Tomas Milian, famoso in Italia per i film di genere western e polizieschi, dopo aver letto il libro, vuole interpretare subito l’ex berretto verde; purtroppo la produzione rifiuta per i costi elevati nel riprodurre l’ambientazione americana, ma Milian riesce ad avere una piccola soddisfazione facendosi chiamare proprio “Rambo” nel film “Il giustiziere sfida la città” di Umberto Lenzi.

Ma torniamo a John Rambo: nel 1982, finalmente i produttori Kassar e Vajna (famosi per molti film d’azione anni ottanta e novanta) decidono di portare sul grande schermo il personaggio e, dopo una numerosissima selezione di casting (furono presi in considerazione Clint Eastwood, Al Pacino, Robert De Niro, Paul Newman, Nick Nolte, Michael Douglas e Steve McQueen) viene scelto Sylvester Stallone, dopo il successo della saga di Rocky. Stallone, anche sceneggiatore, appronta una modifica al personaggio, ammorbidendolo un pò rispetto al romanzo, facendolo uccidere solo se costretto e calcando ancora di più la sua figura di vittima di guerra. Il film ha un successo strepitoso e porta a due seguiti nel 1985 e nel 1988, che piano piano trasformano John Rambo da figura drammatica a macchina da guerra tutto muscoli; in Italia il direttore di doppiaggio Pino Locchi sceglie come voce del protagonista Ferruccio Amendola, che già aveva doppiato in precedenza Stallone nei film di Rocky. L’abbinamento è perfetto: Amendola riesce con poche parole a dare umanità e riconoscibilità al personaggio, soprattutto nel monologo finale, dove John esplode e mostra tutta la sua vulnerabilità. Completano il cast: Renato Mori, voce di Brian Dennehi, il cinico e arrogante antagonista, lo sceriffo Teasle, mentre lo stesso direttore Pino Locchi doppia Richard Crenna, il colonnello Samuel Trautman, unico amico di Rambo che capisce il suo stato d’animo.

Amendola continua a doppiare Rambo anche nei due seguiti, “Rambo 2” e “Rambo 3”, seguendo perfettamente la parlata bassa e rude del personaggio, mentre la società di doppiaggio CDC continua ad occuparsi del franchise con, questa volta, direttore di doppiaggio del terzo film Manlio De Angelis, che sceglie al posto di Pino Locchi, Alessandro Rossi come voce del colonnello Trautman. Passano gli anni e nel 2008 Stallone decide di riportare in vita (cinematograficamente parlando) il personaggio ed esce la pellicola “John Rambo”, dove l’ormai invecchiato ex soldato si trova in Birmania a dover salvare un gruppo di protestanti prigionieri dei soldati ribelli; il film è un grande successo e conferma l’amore che ancora il pubblico prova, nonostante il Vietnam sia ormai un ricordo lontano, per il personaggio.

Questa volta il doppiaggio viene affidato alla Multimedia Network e il direttore Enzo Bruno sceglie Massimo Corvo come nuova voce di John Rambo (già sostituto ufficiale di Stallone dopo la morte di Ferruccio Amendola nel 2001) che riesce a restituire quella stanchezza e rabbia che John prova nei confronti del mondo, volendo solo essere lasciato in pace; compaiono anche flashback del primo film con immagini d’archivio di Stallone e Crenna (nel frattempo morto prima delle riprese del film) e vengono ridoppiate le scene con Massimo Corvo, voce di John Rambo e Massimo Rossi, voce di Samuel Trautman.

Ma la storia di John Rambo non finisce qui: Stallone decide di riportare al cinema il personaggio con una storia tutta nuova: capelli tagliati, ritiratosi a vita privata nel ranch di suo padre, John ormai è un uomo pacifico, anche se apparentemente… i ricordi del Vietnam non lo abbandonano mai. E quando la nipote di una sua vecchia amica (Gabrielle), viene rapita... Rambo torna in azione, più crudele e violento che mai! Questa volta è il turno della Tiger Film ad occuparsi dell’edizione italiana del film e la direttrice Silvia Pepitoni sceglie di nuovo Massimo Corvo, ormai diventato voce ufficiale dell’attore, a dare di nuovo voce e rabbia a John Rambo. Completano il cast Barbara De Bortoli nel ruolo di Carmen Delgado, Veronica Puccio in quelli di Gabrielle, Alberto Bognanni e Christian Iansante in quelli dei due antagonisti, i fratelli Martinez e Mirta Pepe, voce di Maria Beltran, vecchia amica di John.


 

Alessandro Gassman: la voce de "Il Grinch"

Alessandro Gassmann torna a prestare la sua voce al personaggio di un cartone e stavolta è proprio il suo preferito: “Il Grinch”. Il film che uscirà il 29 novembre è stato presentato in anteprima a Roma dallo stesso Alessandro Gassmann. Patrizia Simonetti lo ha intervistato per il #sitodellevoci.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Alessandro Gassmann su VOCI.fm! Alessandro, torni a doppiare un film d'animazione: questa volta sei “il Grinch”. Com'è questo tuo Grinch?
In effetti è la prima volta che doppio un grandissimo protagonista come il Grinch, è stato bellissimo e ho imparato un sacco di cose. È un grandissimo cartone, un film per grandi, per piccini, fa ridere e piangere, è sorprendente! Non è facile doppiare questi cartoni perché non si tratta di fare una pagliacciata, una farsa: sono storie scritte come se i personaggi fossero veri, quindi bisogna dargli una verità, fare un lavoro sottile; mi sono molto divertito.

Di tuo che cosa hai dato al Grinch, oltre alla voce?
Credo di avergli dato divertimento, spero. Chiaramente avevo l'esempio americano di Benedict Cumberbatch che è un grandissimo attore, però in italiano suona tutto diverso quindi abbiamo dovuto aggiustare delle cose. Forse il Grinch italiano è leggermente più caldo di quanto non sia la versione americana, perché l'italiano si presta di più a scaldare le interpretazioni, anche se Cumberbatch e io abbiamo una voce abbastanza simile, quindi mi ci sono trovato molto bene. Lui ha fatto un lavoro sublime e non sono qui io a scoprire le qualità di quel grande attore.

A proposito di grandi, i doppiatori dicono che per doppiare bisogna essere attori. Tu lo sei, ovviamente, sei d'accordo con questa affermazione? E soprattutto qual è la diversa soddisfazione tra recitare con tutto il corpo e soltanto con la voce?
In realtà quando si doppia si lavora anche col corpo: io mi muovo parecchio, quando camminano cammino, quando si strozzano mi strozzo da solo, bevo l'acqua quando devo bere l'acqua, quindi mi aiuto con tutti i mezzi disponibili. Sì, per essere doppiatori bisogna essere attori. Secondo me se si fa in una carriera solo doppiaggio poi dedicarsi ad altre forme di spettacolo diventa più difficile, quindi alternare il doppiaggio a teatro, cinema e televisione è la cosa migliore, perché un attore deve saper fare un po' tutto.


Una volta ti veniamo a riprendere mentre doppi, così ci divertiamo un po', che dici?
Molto volentieri, ci mancherebbe, mi fa piacere!

Senti, lo spirito di questo film è uno spirito natalizio ma non solo, perché si parla di solidarietà, di ottimismo, di pensare positivo...
Sì, di pensare positivo e soprattutto di inclusione del diverso, questo è importante. Il Grinch è un diverso perché è verde, gli altri sono tutti rosa e lui no, ma basta una parola di gentilezza nei confronti di uno verde – arrabbiato e chiuso, che odia tutti – per farlo diventare esattamente come tutti gli altri: una bella creatura. Il Grinch può essere bello, soltanto che se l'era dimenticato, e in questo film se lo ricorda.
Un saluto a VOCI.fm da Alessandro Gassman, vi auguro un buon divertimento se andate al cinema a vedere il Grinch!

 

Alessandro Siani l'intervista per VOCI.fm

Arriva in sala giovedì 31 ottobre 2019 “Il giorno più bello del mondo”, di (e con) Alessandro Siani. Il film è stato presentato in anteprima ad “Alice nella Città”, sezione parallela della Festa del Cinema di Roma, con tanto di red carpet. Ed è proprio sul tappeto rosso che Patrizia Simonetti ha fatto due chiacchiere con Alessandro Siani per parlare... di doppiaggio!

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Alessandro Siani, al secolo Alessandro Esposito, napoletano doc, classe 1975, di professione attore, sceneggiatore, regista, scrittore e produttore. E doppiatore. Nel 2011 nella versione italiana di “Cars 2” (Walt Disney – Pixar) diretto da John Lasseter e Brad Lewis, ha doppiato il personaggio di Francesco Bernoulli - una Ferrari da corsa proveniente dall'Italia - la cui voce originale era niente meno che di John Turturro; mentre nel 2015 ha fatto parlare in italiano il Vanitoso ne “Il piccolo principe” di Mark Osborne, la cui voce originale era di Ricky Gervais.“Il giorno più bello del mondo” è il suo ultimo film che arriva al cinema il 31 ottobre 2019 e che è stato presentato in anteprima a Roma nella ricca sezione parallela della Festa del Cinema, “Alice nella Città”, quella dedicata ai film per ragazzi e con i ragazzi. Il registattore è stato molto disponibile con loro: non solo ha visto il film in sala assieme al suo giovanissimo pubblico che lo ha applaudito con entusiasmo, ma ha anche presentato il film e tutto il cast sul palco prima della proiezione, senza scordarsi di sfilare sul red carpet per la gioia di fan, giornalisti e fotografi ai quali si è generosamente concesso (compresi noi di VOCI.fm).

Alessandro Siani lo ha scritto, lo dirige e lo interpreta pure come protagonista. Il suo personaggio si chiama Arturo Meraviglia, un tipo ingenuo, sognatore, sempre senza un soldo e con tanti debiti. Arturo aveva ereditato dal padre (Enrico Ianniello) un piccolo teatro di avanspettacolo che lui da bambino amava tantissimo: c’erano i ballerini e i funamboli, e ne restava sempre ammaliato. Purtroppo non ha però saputo gestirlo al meglio ed ora non è che un triste be sporco teatro chiuso. Il suo sogno però è sempre quello di riaprirlo per riportarlo ai fasti di un tempo. L’occasione sembra arrivargli da un’eredità lasciatagli da uno zio semi sconosciuto, ma purtroppo – o forse no – non si tratta di soldi ma di due ragazzini: Gioele e Arturo, e il maschietto pare abbia una facoltà magica, quella di spostare le cose con la sola forza del pensiero, la telecinesi insomma. Così Arturo decide di usarla a suo favore, ma proprio quando le cose sembra stiano andando bene, e lui si è anche affezionato ai due nipoti acquisiti, arrivano i cattivi…

Il giorno più bello del mondo” è un film leggero e divertente arricchito da un buon cast: oltre a Alessandro Siani incontriamo infatti Giovanni Esposito, come in “Si accettano miracoli” del 2015, nel ruolo di un comico che non fa ridere; Stefania Spampinato, nota al grande pubblico anche come dottoressa Carina DeLuca nel celebre medical drama Grey’s Anatomy, che fa una dottoressa pure qui ma di tutt’altra specie; Stefano Pesce che è uno dei cattivi; Jun Ichikawa (la Yukino de L’allieva) che è l’assistente coraggiosa e creativa di Arturo; Leigh Gill direttamente da Joker; e poi i due bambini, davvero belli e bravi, e cioè Sara Ciocca e Leone Riva.
Un film per tutta la famiglia che oltre a divertire sottintende anche dei buoni messaggi, come non perdersi mai d’animo e sognare sempre, e tratta temi attualissimi come il riscatto e la tecnologia. E naturalmente di magia. .



Arisa: tormentone estivo e ritorno al doppiaggio

E' la cantante del tormentoneL'esercito del selfie” e di tantissime altre hit, ma per Arisa è un'estate di successo anche dietro al leggio. Torna infatti a prestare la voce a “Lucy Wilde” nel film “Cattivissimo Me 3”, in sala dal 24 Agosto 2017. Ai microfoni di VOCI.fm, Arisa parla del suo rapporto con la voce e ci suggerisce qualche bella dritta per raggiungere il successo! Intervista da non perdere!

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Arisa su Voci.fm! E' stato molto difficile imparare a doppiare?
Sinceramente no, direi che è stato molto divertente. Io mi diverto da sempre a fare delle imitazioni, quindi per me l'esperienza di doppiatrice in “Cattivissimo Me 2” e "Cattivissimo Me 3" è stata come “imitare” Lucy Wilde. 

E qual'è l'imitazione che ti diverte di più?
In generale mi invento delle persone, a volte piego la bocca ai lati e comincio a parlare come una signora del Nord. Quando chiamo mia madre e le dico “Hey Sciura, tutto bene?”, mia mamma risponde sempre “Ma chi è?!?”, non mi riconosce mai, è incredibile! 

Abbiamo capito che giocare con la voce ti diverte, però cantare è sempre al primo posto?
Cantare è sempre al primo posto, perché a volte è difficile raccontare la propria storia con tanta sincerità al tuo vicino di casa. Per citare Max Giusti: “Noi prima negli anni '80 avevamo le porte aperte e si creavano delle vere e proprie famiglie tra vicini di casa ecc.” Io mi ricordo che quando ero piccola c'erano tante occasioni di condivisione e invece adesso è difficile perché la gente ha paura di ascoltare i tuoi problemi e tu anche, perché in un certo senso i problemi degli altri ti logorano un pò. Adesso voglio fare una citazione colta, ma io non sono colta, però mi ricordo di questa frase di Robert Louis Stevenson che dice: “Tieni per te le tue paure e condividi con gli altri il tuo coraggio”, allora raccontare la propria vita attraverso la musica ed essere anche un conforto per tante persone che vivono la tua stessa situazione, per me è condividere il coraggio e quindi io racconto di me ed utilizzo la musica per sfogarmi un pò. 

Puoi dare un consiglio a chi volesse iniziare a cantare, a doppiare o a fare l'attore, visto che tu reciti anche?
Io consiglio di crearsi delle opportunità, di coltivare la propria passione. Secondo me è un pò così che funziona la giostra della vita: amare profondamente qualcosa che può essere la musica, che può essere la recitazione, che può essere cucinare; quando ami davvero tanto e coltivi la tua passione qualcosa succede, è lei che ti chiama, lei che ti vuole, lei che non può resistere al tuo amore. A me è successo. 

Un saluto a Voci.fm da Arisa. Un bacione e ciao!



ARISA: CENNI BIOGRAFICI 

Arisa, pseudonimo di Rosalba Pippa (Genova, 20 agosto 1982), è cantante, doppiatrice e personaggio televisivo. Dopo aver vinto nel 2008 il concorso “SanremoLab”, ha raggiunto il successo partecipando al 59º “Festival di Sanremo” nel 2009 con il singolo “Sincerità”, vincitore della categoria "Nuove Proposte". Nel 2014, sempre nella kermesse ligure, trionfa anche tra i “BIG” con la canzone “Controvento”. Ha inoltre ottenuto vari riconoscimenti: un “Premio Assomusica” ed un “Premio della Critica Mia Martini" (2009), un “Premio Sala Stampa Festival di Sanremo” (2012), due “Wind Music Awards”, un “Venice Music Awards”, un “Premio Lunezia” ed un “Premio TV - Premio regia televisiva”, oltre ad una candidatura al “Nastro d'argento”. Dal 2010 ha avviato la sua attività televisiva, come presenza fissa al programma “Victor Victoria - Niente è come sembra” e come giudice del talent-showX-Factor”. Nel 2015 è co-conduttrice della 65ª edizione del “Festival di Sanremo”. E' anche attrice cinematografica e soprattutto doppiatrice. La sua voce è infatti presente nei film: “Un mostro a Parigi” (2012 - voce di Lucille), “Cattivissimo me 2” (2013 - voce di Lucy Wilde), “Barry, Gloria e i Disco Worms” (2014 - voce di Gloria), “Cenerentola” (2015 - interpretazione di “Liberi”, adattamento della canzone "Strong"), “Cattivissimo me 3” (2017 - voce di Lucy Wilde). (fonte Wikipedia)

Bruce Willis: CHI LO DOPPIA?

Lui è uno degli attori più carismatici degli anni ottanta e novanta: indimenticabile soprattutto il suo John McLane nella saga cult “Die Hard”; signore e signori su VOCI.fm parliamo dell’ultimo boyscout del cinema: Bruce Willis, ma anche dei suoi tanti doppiatori italiani.

Christian Bale: CHI LO DOPPIA?

Chi non conosce Christian Bale, protagonista di film-culto come “Batman Begins” o “L’uomo senza sonno”? Dietro al successo di questo grande attore britannico c’è anche il talento di altrettanto straordinari doppiatori italiani.

Christian De Sica su VOCI.fm

Attore, regista, cantante e pure doppiatore, basti citare Rocky Bulboa in “Galline in fuga”... Christian De Sica torna in sala il 14 novembre 2019 con “Sono solo fantasmi”, una commedia horror che dirige e interpreta mentre dal 18 novembre 2019 parte da Verona con lo spettacolo “Christian De Sica racconta Christian De Sica”. L’anteprima del film è stata l’occasione per Patrizia Simonetti di video-intervistarlo per VOCI.fm

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Cinema, teatro, televisione, musica… una carriera variegata quella di Christian De Sica iniziata però, su consiglio di papà Vittorio, dal doppiaggio. L’artista romano ha prestato la sua voce a Rocky Bulboa in “Galline in fuga”, a Ortone in “Ortone e il mondo dei Chi” e anche a Capitan Pirata in “Pirati! Briganti da strapazzo”. In “Sono solo fantasmi”, in sala da giovedì 14 novembre 2019 con Medusa, Christian De Sica interpreta Tommaso, in arte Thomas, un ex mago in bolletta che in occasione della morte del padre, che si chiama proprio Vittorio, giocatore incallito e donnaiolo, incontra i suoi due fratellastri: Carlo (Carlo Buccirosso), napoletano, sottomesso a moglie e suocero settentrionali, e Ugo (Gian Marco Tognazzi), apparentemente un po’ tonto ma in realtà un piccolo genio. L’eredità tanto agognata sfuma però a causa dei debiti del padre e i tre hanno una grande idea: sfruttare la superstizione e credulità napoletana, diventando degli acchiappa fantasmi. Proprio quando l’attività inaspettatamente sembra avere molto successo, lo spirito del padre s’impossessa del corpo di Carlo che inizia a parlare anche con la sua voce e a comportarsi come lui. Perché il problema principale è che i fantasmi esistono davvero e non sono tutti buoni e tranquilli… Dopo varie peripezie, i tre fratelli e papà Vittorio si ritroveranno insieme, uniti per salvare Napoli. “Sono Solo Fantasmi” è il nono lungometraggio diretto da Christian De Sica. La nuova commedia prodotta da Indiana Productions con Medusa è basata su un soggetto di Nicola Guaglianone e Menotti sceneggiato da Andrea Bassi, Luigi di Capua e dallo stesso De Sica, con un adattamento dei dialoghi a cura di Gianluca Ansanelli.


Volevo fare un film horror comedy e avevo chiesto al produttore di trovare i diritti del film L’Oscar Insanguinato con Vincent Price – racconta Christian De Sica - Avevo in mente di fare un film, anche con Massimo Boldi, in cui due attori ormai falliti vanno in giro a uccidere i giornalisti e i critici di cinema, insomma un remake. Purtroppo i diritti non si riuscivano a trovare e Guaglianone e Menotti mi hanno proposto il soggetto di “Sono Solo Fantasmi”, due generi che non c’entrano nulla l’uno con l’altro: l’horror e la commedia. Poi, insieme ad Andrea Bassi e a Luigi di Capua abbiamo scritto la sceneggiatura e abbiamo iniziato a girare il film. Le riprese sono durate otto settimane ed è stato girato praticamente tutto a Napoli. La parte più impegnativa è stata proprio trovare il tono giusto tra i due generi, tra l’horror e la commedia. Devi essere in grado di mettere paura ma anche di far ridere, e questa è una cosa completamente nuova per l’Italia. A differenza dei film che ultimamente si fanno su Napoli, che hanno a che fare con la camorra e sono ambientati in una Napoli buia e nera, questo film rispecchia la Napoli luminosa, una Napoli come quella di mio padre, positiva, nonostante i fantasmi.


Nel film ci sono infatti molte citazioni di film di mio padre. Non è un omaggio, ma ci sono molti elementi che ricordano i suoi film”. Da lunedì 18 novembre 2019 Christian De Sica parte da Verona con il tour del suo nuovo spettacolo “Christian De Sica racconta Christian De Sica” dove il mattatore romano ripercorre gli incontri della sua vita d’attore e racconta molti aneddoti della sua carriera, con parole e canzoni. Ad affiancarlo sul palco Pino Strabioli e un sestetto musicale dell'Orchestra Sinfonica diretta dal maestro Marco Tisio.



Claudio Astorri: 4 suggerimenti per i conduttori in radio

Il radio specialist Claudio Astorri ancora ospite di VOCI.fm, questa volta per fornire a tutti i conduttori radiofonici 4 semplici e utili consigli. Ecco l'intervista video di Marco Picchio.

Intervista realizzata da Marco Picchio


Amici di VOCI.fm, ben ritrovati! È con noi un ospite ormai familiare, Claudio Astorri. Benvenuto!
Grazie, e un saluto a tutti!

Siamo qui per parlare di qualcosa di semplice, un argomento che abbiamo già trattato e di cui tu hai scritto molto chiaramente in un articolo: quattro consigli per chi fa radio e vuole dare il meglio: ascoltare, ascoltarsi, valorizzare, e valorizzarsi. Come sei giunto a questi punti cardine? È stata la tua esperienza ad aiutarti?
Quarant'anni di radio e l'amore per la semplicità, caro Marco, perché credo che anche i corsi per speaker diano molta tecnica, arrivano a me richieste di chiarimento, domande su quale sia il mio pensiero, e il mio pensiero è prima di tutto “semplice”. Va benissimo avere tecniche di conduzione radiofonica ma bisogna nel profondo aver risolto prima il rapporto con sé stessi e con il microfono.

Partiamo dal primo punto: ascoltare. Intendi sia la radio in generale che la propria, quella in cui si conduce.
Molti personaggi importanti mi hanno detto molti anni fa che per fare “grande” radio bisogna essere grandi ascoltatori, e penso che sia vero. Non l'ho trovato scritto nei manuali, nemmeno negli Stati Uniti mi è stato spiegato più di tanto, ma sono convinto che ci sia del vero: ascoltare, immedesimarsi, percepire quello che arriva a sé stessi e agli altri ascoltatori, e riflettere su tutto questo. La radio deve essere amata per quanto si possa amare un mezzo di comunicazione. Ascoltare vuol dire essenzialmente mettersi in sintonia con quella che è la relazione tra stazione e individuo, quindi ascoltare è un'azione basilare; le radio estere sono molto interessanti perché offrono approcci e modalità differenze, e questo può dare ispirazione.


E di questo abbiamo bisogno, perché così nascono le nuove idee. Dell'ascoltarsi abbiamo già parlato un pò, ma è innegabile che sia una cosa difficilissima.
È la cosa più dura, ma nel senso autocritico che ciascuno di noi conduttori ha nel riascoltarsi c'è il seme del miglioramento, quindi se si riesce ad accettare di infliggersi quella che non è una penitenza ma che è anzi uno specchio, si ha il 70% di probabilità di crescita; sospetto a questo proposito che nei corsi di conduzione ciò non venga sufficientemente valorizzato, il che è un problema perché quello che ci possiamo insegnare da soli è più di quello che può esserci insegnato da una figura esterna che però bisognerebbe cercare, trovare e pagare.

Siamo i migliori critici di noi stessi, quindi è un'ottima lezione. Passiamo al terzo punto: valorizzare.
Valorizzare significa non limitarsi al semplice resoconto dei fatti. I conduttori non fanno sempre interventi dal vivo, ad esempio un commento su un tramonto spettacolare o qualcosa di simile. Non dico che molti facciano i giornalisti, ma sicuramente c'è questa tendenza al dare attenzione alle “notiziole” che però diventa una potenziale morte del mezzo radio. Le “notiziole” si devono... decapsulare. Bisogna prendere l'argomento che sta alla base della notiziola, vedere se sta in piedi, e questo fatto poi lo si deve trasformare in storia e valorizzarlo, facendolo camminare. La radio è questo, non un semplice riportare le notizie; quello è il compito di una redazione giornalistica, non di una radio che deve accendere l'illuminazione interiore di chi ascolta.

Hai detto una cosa bellissima, perché davanti a dei fogli di carta l'atto del decapsulare (aggiungendo anche qualcosa di se stessi) è davvero difficile. Passiamo al quarto e ultimo punto: valorizzarsi.
Io sono un forte ascoltatore di radio, e quello che noto è che tantissimi conduttori non si presentano o se lo fanno non lo fanno adeguatamente; magari ascoltando una radio viene da esclamare “bravo questo conduttore!” però passano trenta, quaranta minuti, e il conduttore non fa mai il proprio nome e quindi l'esperienza di ascolto non può essere cementata positivamente. È un comportamento dannoso che annulla l'efficacia dei tre punti precedenti, e a questo punto mi permetto di dire ai conduttori di non temere troppo un rimprovero dello station manager perché vi menzionate spesso; concordate insieme la giusta menzione del nome ma fatelo perché è importante per tutti, station manager, conduttori, radio, e ascoltatori. Siete bravi? Siete riconoscibili? Siete dotati di originalità? Vogliamo saperlo e per ringraziarvi abbiamo bisogno che vi valorizziate.

Pochi punti ma essenziali, quasi una filosofia!
Direi di sì, perché si parla di ascolto e valore poi declinati nel riflessivo. Mi sono permesso di scrivere l'articolo non per andare contro ai corsi di speaker e conduzione, ma perché credo che non dobbiamo perdere i basics, che devono essere applicati all'individuo, alla personalità. Ecco perché io privilegio molto gli aircheck, perché permettono di andare nel personale del conduttore e creare il proprio status, le proprie regole, e distinguersi per questi. C'è un cammino da fare e queste quattro regole aiutano a imboccare la strada.

Siamo sicuri che queste regole saranno utilissime a tutto il nostro pubblico, che come sai è costituito in parte anche da giovanissimi che vogliono approcciarsi alla meravigliosa attività della radio. Grazie per essere stato con noi oggi, Claudio!
Alla prossima, e grazie come sempre a VOCI.fm per l'ospitalità!


Claudio Bisio: adoro trasformare la mia voce

Claudio Bisio è uno di quei personaggi che sa fare e ha fatto praticamente di tutto: teatro, cinema, televisione, cabaret, pubblicità, radio... ma adora utilizzare la sua voce in sala di doppiaggio e trasfomarla in quella di tanti simpatici cartoni animati! Ne parla proprio su VOCI.fm, in questa videointervista a cura della giornalista Patrizia Simonetti.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Claudio Bisio su VOCI.fm, doppiatore, attore di teatro, fai televisione e hai fatto anche radio... come usi la tua voce, quanto la curi e quando hai capito che potevi lavorarci anche senza la tua immagine?
Casualmente! Io ho frequentato la scuola del “Piccolo Teatro” (Milano), 30 anni fa. Subito dopo ho provato a fare dei provini come doppiatore ma... mi hanno “segato”! Quindi pensavo di essere incapace a doppiare. Poi, tanti anni dopo, mi hanno chiamato in sala di doppiaggio come “talent” ed il primo personaggio a cui ho dato voce è stato il cartone animato “Sid”. Ho iniziato a divertirmi , camuffando la mia tonalità; anche di recente, doppio Dracula nella serie “Hotel Transylvania”. In teatro non serve cambiare voce, allo stesso modo nei film non ce n'è bisogno... quindi lo faccio nei cartoon e devo dire che uno dei complimenti che mi gratificano di più è quando mi dicono “Ah, ho capito che quel personaggio lo doppiavi tu soltanto leggendo i titoli di coda!”. Vuol dire che riesco proprio a “trasformarmi”, a rendere la mia voce irriconoscibile! Invece, in quanto alla “cura della voce"... purtroppo non ci bado tanto!

Quindi non bisogna scoraggiarci se all'inizio uno prova e dicono di no, bisogna insistere?
Direi di si, per me è stato proprio così ed ho ricevuto i complimenti dei direttori di doppiaggio che mi hanno detto di avere un talento naturale... vaglielo a dire a quelli di 30 anni fa! :-) Ciao VOCI.fm, da Claudio Bisio!



CLAUDIO BISIO: CENNI BIOGRAFICI

Claudio Bisio è nato a Novi Ligure il 19 Marzo 1957. Cresciuto a Milano, si è diplomato alla Civica scuola d'arte drammatica del Piccolo Teatro di Milano. Molto bravo, la sua insegnante gli consigliò di giocare la carta della comicità, che si è poi rivelata vincente! La sua prima apparizione in televisione fu nel programma Zanzibar del 1988. E' un'icona indiscussa di “Zelig”, che conduce, in più trance, dal 1997. In ambito cinematografico, importante è il sodalizio con il regista Gabriele Salvatores, per il quale recita in Mediterraneo, Puerto Escondido, Sud, Nirvana. Appare poi in diverse commedie, come Amore, bugie e calcetto, Ex e Maschi contro femmine. Attore di teatro, scrittore, cantante, protagonista di spot pubblicitari di enorme successo, Claudio Bisio è anche doppiatore.

Questi i personaggi a cui ha prestato la voce da inizio millennio:

Atlantis - L'impero perduto (2001) - Gaetan Mole Molière

L'era glaciale (2002) - Sid

L'era glaciale 2 - Il disgelo (2006) - Sid

Terkel in Trouble (2006)

L'era glaciale 3 - L'alba dei dinosauri (2009) - Sid

L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva (2012) - Sid

Hotel Transylvania (2012) - Dracula

Ernest & Celestine (2012)

Il più grande uomo scimmia del Pleistocene (2015) - Ian

Hotel Transylvania 2 (2015) - Dracula

L'era glaciale - In rotta di collisione (2016) - Sid

Hotel Transylvania 3 (2018) - Dracula

Clint Eastwood: CHI LO DOPPIA?

Il cowboy solitario, il poliziotto dai metodi violenti, l’allenatore di pugilato, il vecchio, ma sempre sveglio corriere della Narcotici! Pochi attori sono riusciti non solo ad avere una carriera lunga 50 anni, non solo dare vita come regista a film drammatici ed intensi rimasti nell’immaginario collettivo e vincitori di parecchi premi Oscar, ma ancora oggi alla quasi età di 90 anni a rimanere attivi e sulla cresta dell’onda: stiamo parlando naturalmente del granitico e immortale uomo senza nome: Clint Eastwood.

Corso Podcast di Consulenza Radiofonica: con noi Giada Pari

Consulenza Radiofonica, terrà a Roma un Corso Intensivo di Podcast. Ospite del #sitodellevoci la speaker e podcaster Giada Pari, docente del corso, intervistata da Marco Picchio.

Intervista realizzata da Marco Picchio


Amici di VOCI.fm, bentrovati! Salutiamo l'ospite di oggi, la speaker e podcast specialist Giada Pari. Benvenuta!
Ciao a tutti!

Giada Pari è una speaker con grandi esperienze, come “Dimensioni Suono Roma”, “RTL 102.5” e collabora con “Rai Radio 2” come autrice e conduttrice di programmi. Poi, nel 2019, è nata la passione per i podcast ed è diventata una podcaster di successo dando vita a “Fuori dal Tunnel”, che ha avuto un seguito ed è stato candidato tra i cinque migliori podcast di interviste agli “Italian Podcast Awards”. È con noi oggi perché sarà la docente di un corso che interesserà chiunque voglia avvicinarsi al mondo del podcasting. Un corso creato da “Consulenza Radiofonica” di Alfredo Porcaro. Allora Giada, spiegaci il funzionamento del corso.
Credo che la prima cosa importante da dire sia che quando ho cominciato nel 2019 mi sono improvvisata facendo tantissimi errori; era un tempo in cui però si poteva ancora sbagliare perché in Italia il podcast era un nuovo media; adesso sono passati diversi anni e tutto si è evoluto rapidamente, quindi sia mercato che pubblico sono abbastanza esigenti da riconoscere subito la qualità. Chi vuole intraprendere questo percorso anche solo per una questione personale deve dunque capire l'importanza delle basi e del linguaggio prima ancora di cominciare. Questo corso si divide in due parti: si può scegliere se partecipare a una sola o a entrambe, la prima sarà il 15 aprile, dal mattino al pomeriggio, e si focalizzerà sulla parte teorica. I partecipanti avranno tutti gli strumenti e le nozioni utili a fine giornata per poter dire “da domani inizio a pensare al mio progetto”. Io mi auguro che molti partecipino però anche alla seconda parte, dove ci si diverte e ci si sporcano le mani applicando quanto si è appreso. La seconda giornata si svolgerà un mese dopo, e questo lasso di tempo servirà ai partecipanti per concentrarsi sul proprio progetto, presentandosi poi con un'idea concreta, un trailer, uno script. Il 13 maggio si registra insieme, si edita insieme, ci si diverte col missaggio, e alla fine si simulerà anche una presentazione ufficiale ad una casa di produzione o ad un'agenzia di comunicazione.

Penso che nessuno si fermerà soltanto alla teoria, il bello viene dopo!
Esattamente, si mettono le mani in pasta e lì si inizia davvero ad apprendere e ad applicare tutta la teoria. Si comincia a lavorare sul proprio podcast col vantaggio di poterlo fare per una giornata col nostro supporto, per risolvere dubbi di ogni tipo.

È possibile seguire il corso online oppure negli studi di NSL Radio TV, e questo è molto bello, però la parte pratica va fatta in studio.
Sì, solo in studio, e mi auguro però che chi è a Roma venga in presenza anche la prima giornata. Guardarsi in faccia è più bello, adesso che poi finalmente la lontananza obbligata è finita.

Altra cosa importante: per il podcasting non serve la strumentazione “da NASA”, basta un pc con un software di editing e da lì si va tranquilli.
E per chi avesse qualunque tipo di difficoltà sulla parte teorica, noi rimarremo a disposizione.

Dopo tutto questo lavoro, quando magari saranno messi in pratica dei progetti, potrebbe venir fuori qualcosa di interessante.
Me lo auguro! Se qualcuno ha voglia di mettersi in gioco, nascerà un bel futuro.

È un'occasione veramente unica! A questo punto chiedo: come ci si iscrive?
Basta andare sul sito consulenzaradiofonica.com, dove compare in primo piano il link per iscriversi al corso e ricevere informazioni; ovviamente ci si arriva anche anche tramite i social.

Giada, ti ringrazio e ti auguro buon lavoro per questo progetto che speriamo porti talenti nuovi nel mondo del podcasting, che ormai è il futuro!
Mi auguro che sia così, e ti ringrazio tanto.

A presto e buon lavoro!
Grazie VOCI.fm, ciao a tutti!


Da dietro il leggio: i ragazzi del leggio vecchio

Sul blog delle voci c'è uno spazio "emozionale" in cui il doppiatoreBruno Conti racconta aneddoti, retroscena e curiosità di anni ed anni passati al fianco di colleghi, attori, direttori e registi. Grandi nomi ma anche professionisti meno noti ma comunque dal talentosuperlativo: quelli che a Bruno piace chiamare "ragazzi del leggio vecchio".

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Ciao a chi legge. Mi incuriosisce quest’avventura di scrivere di doppiaggio su VOCI.fm, o meglio, mi stupisce... lo confesso.

Questo lavoro che amo e che ho amato mi piace raccontarlo senza fronzoli, senza retoriche. D’altra parte sono chiacchierate amichevoli.

In questi giorni ci sono diverse manifestazioni sull’argomento. E poi, con l’avvento dei cosiddetti “talent”, tutti sono più buoni e interessati al doppiaggio. Ma io non mi ritengo un nostalgico, tengo a dire, vivo nel mio tempo e ciò che racconto sono “solo” esperienze di lavoro.

Ecco, io non ho mai mitizzato il doppiaggio, a volte dissacravo e lo faccio ancora oggi! Ma il mondo del lavoro quando poi è così ristretto, alla fine diventa anche un pò la tua “famiglia”. Una buffa famiglia che va dal grande maestro al meno dotato, dal coglione al più intelligente.

E devo dire che li ho apprezzati tutti. Per me non ha mai avuto una vera logica l’ambiente del doppiaggio. Forse questo era il mistero. Io adoravo andare al turno immaginando cosa mi potesse aspettare. A volte dipendeva dal direttore e già potevi capire che turno sarebbe stato. Un altro momento era vedere i tuoi compagni di turno: se erano alcuni potevi avere un ruolo, con altri era inevitabile il brusio. E inevitabile era il direttore, o anche il film; insomma... mai la stessa cosa. Naturalmente valeva per me come per gli altri.

Ma era sempre un appoggiarsi, uno spalleggiarsi, nel fare i fiati di un film, chi fa quello che grida, o chi dà il segnale per l’attacco all’unisono. Le risate per le papere, ma anche l’invidia di un pusillanime per chi faceva una battuta in più. Si... una battuta in più. Ma finiva lì.

Non conosco l’invidia io, solo il giramento per chi non merita. Io ero abituato a fare sempre i neri, i delinquenti o gli attori brillanti; insomma ero una specie di jolly e potevo doppiare un vecchio avvocato su Matlock, ad esempio, al fianco del grande Giancarlo Maestri. Ma poi tornavo a fare i caratteri.

E poi gli incontri con persone come Michele Gammino. Al primo turno lui esordì così: “Lo vedi quel bel ragazzo coi baffi, alto?” “certo”, risposi io. E lui: “Ecco, quello è il protagonista e lo doppio io! Tu doppi quello basso brutto e grasso!” Tutti a ridere naturalmente. Ho lavorato con parecchi grandi, ma io tengo molto ai miei compagni di turno di “piccoli ruoli” che erano e sono dei grandi professionisti e capaci di far tutto; vere macchine da guerra e presenti sempre in ogni turno, una garanzia vera e ho imparato tanto da loro.

Quelli più giovani sono quasi tutti oggi delle star. Io ero sempre presente e concentrato (ero famoso per le battute) ma io mentre arrivavo al leggio leggevo velocemente le battute più ostiche e specie se pioveva sapevo che dovevo star attento alle sibilanti, alle palatali, perchè conoscevo (e conosco) i miei difetti e quindi pensavo “ok S sorda qui, Z dolce là, frase veloce qua, quindi meno emissione qui e più articolazione là.” Mi correggevo prima in testa e poi in bocca. Poi si recitava e basta. A volte fino a casa a pensare “L’avrò soddisfatto?” E questo per anni. Però ho fatto anche molti ruoli, parecchi persi, alcuni no. Ma questa è un’altra storia.

Un’altra storia che mi diverte ancora è quella di Sergio Fiorentini. Il grande attore famoso in TV per “Il maresciallo Rocca” e uno dei più grandi doppiatori e direttori del doppiaggio dell’era moderna. Da Gene Hackman in su e in giù. Ed era anche una persona spiritosissima ma (come Gammino) non muoveva un muscolo quando scherzava. Lui andò qualche sera prima ad un concerto di Miles Davis, il quale ormai non parlava quasi più. E allora usava dei cartelli per “parlare” col pubblico. Questo fatto me lo raccontò quella che poi sarebbe diventata sua moglie, ma finì lì. Ora sono con lui al turno e si incide; di solito se nessuno dice “buona” ti giri verso la regia per capire. E quella volta mi trovai la faccia da mastino del mio Sergio con un cartello in mano con scritto “più timbro”. Ma lì per lì non capii, perchè mi ero dimenticato di Miles Davis, e dissi “Boh?”. Poi all’altra incisione lo stesso. Mi girai e un altro cartello “Più campo”, insomma tutte le indicazioni “standard“ che si davano e si cominciò a ridere di brutto, non si andava avanti dal ridere e fece impazzire parecchi colleghi perchè non ne sapevano.

Insomma che dire... ho incontrato davvero grandi personaggi. Ma io mi tengo comunque sempre stretti i miei compagni di tante fatiche, “piccoli ruoli” e brusii. Piccoli ruoli un beneamato! Senza di loro ancora oggi certe scene sarebbero “stonate”, perchè erano capaci di intonare tutti. Grandi ragazzi del leggio “vecchio", intonatissimi. Vi adoro.

Articolo a cura di Bruno Conti
 

Da dietro il leggio: il provino con Ferruccio

Nell'appuntamento "Da dietro il leggio" il doppiatore romano Bruno Conti racconta di una giornata indimenticabile in sala di doppiaggio e di un provino "a sorpresa" di fianco del grande Ferruccio Amendola, storica voce di Robert De Niro, Dustin Hoffman, Tomas Milian, Sylvester Stallone e tantissimi altri divi di Hollywood. 

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Un giorno, poco prima delle 12.00 e a turno finito, mi avviavo verso l’uscita (o forse verso il bar, non ricordo). Non ricordo nemmeno come fu che vidi Ferruccio Amendola in regia da solo, a luci accese.

Un pò mi meravigliò perché quello stabilimento che era la “Fonoroma” non veniva utilizzato spesso dalla CDC di allora e comunque non è che da quelle parti Ferruccio si vedesse di frequente.

E lì il dilemma: “Mi presento? Mi faccio sentire? Maledetta la mia timidezza!”. Però era anche un’occasione ghiotta almeno per prendere un appuntamento; “Chissà quando mi ricapita”, pensai, e che tanto la paura (quella “sana” paura dell’attore) ormai avevi compreso che mi avrebbe accompagnato a lungo.

Decisi! Salutai e dissi la famosa frase di rito di cui già vi ho parlato nel precedente racconto. Lui mi guardò e mi disse senza esitare un secondo: “Io ascolto tutti i colleghi!”, con il suo “filo” di voce ma deciso come una battuta di RamboNaturalmente mi spiazzò. “Ora appena torna ilfonico lo facciamo ilprovino”.

Ecco fatto: volevo fare il provino? E ora datti da fare! Però anni dopo mi consolai ascoltando un anziano collega che mi disse che “aveva impiegato dieci anni per superare la paura del leggio”. Allora non ero proprio un eccezione!

Tornò il fonico e cominciò a preparare l’anello; un pò di ossa me le ero fatte ormai, ma a quei livelli devi essere preparato. Ero cosciente che la mia voce e il mio modo di recitare potevano interessarlo come a tutti quelli che “parlano” al doppiaggio e quindi... che poteva succedere?

La sua accoglienza e la sua disponibilità mi avevano spiazzato... e ancora non era niente. Mi spiegò che non aveva un attore giovane a disposizione e quindi me l’avrebbe fatto su un attore “un po’ più grande di te ma insomma...”

E venne vicino a me appoggiato al leggio come di solito facciamo tutti. I provini a volte erano di poche battute, a volte invece erano scene; qualche “artista” faceva recitare solo il copione, insomma la storia è sempre quella.

A questo punto si spengono le luci e si sente la sua voce, rivolta al fonico: “No no toglila!”. Ed arrivò la prima sorpresa. Sullo schermo apparve semplicemente Peter Falk! Direte: “Ma tutte a te?” Ora il punto era che non solo si trattava di Falk già anziano, ma addirittura di un monologo da finale di film, bellissimo ma non certo una passeggiata.

Io leggevo le battute e le mandavo a memoria (di solito faccio così a meno che sia molto lunga la battuta) e doppio a memoria. Mentre lo guardavo in originale osservavo la faccia, i fiati, le battute lunghe, quelle corte, le parole più ostiche dove potevo scivolare, perchè poi si doveva pensare SOLO a recitare.

E io volevo recitare bene, come ho SEMPRE cercato di fare. Punto! Sono profondamente convinto che l’attore debba fare il personaggio e basta. Ma dentro di me pensavo nella mia lingua: “E mò che je faccio?”

Perchè era un attore più grande, perchè era difficile, ma in tutto ciò la vicinanza di Ferruccio gomito a gomito con me mi rendeva stranamente tranquillo. Dopo aver visto l’anello sonoro mi disse: “Tu fallo con la tua voce, non ti preoccupare”.

Lo provai sul muto iniziando il vero e proprio provino. E via battuta lunga, risatina, battuta corta ma perentoria, toni dolci e poi un sussurro, pausa lunga, pausa corta, la battuta più importante, e poi via via sul finale che spiegava il tutto, forse il senso di un rapporto, del film stesso, fiati, natiche strette e... non lo mollai mai.

Dopo un paio di volte (confesso mi stupii un pò di me stesso che per noi emotivi è dura) lui mi disse “Ok! Ora stai attento, a questo punto qui recita meno, è più semplice” (indicazione naturalmente giusta). E la riprovai. “Molto bene” !

Io stavo posando la cuffia ma le sorprese non erano finite: si girò verso il fonico e disse: “Incidiamo!” “Incidiamo? Ma come incidiamo? Si incide un provino? Non era pensabile per me. Non era prassi per un provino “di routine”.

E allora presi la cuffia ed il rosso in alto alla sinistra dello schermo si accese. Si ricominciò. Qui cambiai un paio di intonazioni che mi sembravano giuste per l’intenzione e poi di nuovo. “Brucia quella pausa, respira con lui, parla, parla, ecco questo è il tono, questo è il personaggio” e scivolai e risalii per un mare di intenzioni fino a chiudere quella scena bellissima.

“Va bene!” disse sorridendo. Stavo per prendere fiato ma un’altra sorpresa: “Ora ascoltiamo!” E il fonico rimandò la scena doppiata da me. E tutti e due, gomito a gomito, ascoltammo. E lui commentava! Ecco a cosa serviva aver inciso! “Molto bella questa”, “l’hai seguito bene qui”. Mi spiegava ciò che avevo fatto, questo era il senso. E questo per tutta la scena; mi diceva cose ma solo se era necessario.

Solo su una battuta mi disse “ecco qui hai recitato un filo!” Ma sorrideva e io non ce la feci più: “Si Ferruccio ha ragione me ne sono accorto... Ma le pare normale che io doppi questo qui vicino a lei???” Lui scoppiò in una grande risata mi mise una mano sulla spalla: “Ma no, sei molto bravo, e tu questo lavoro già lo fai e reciti pure bene!” Mi ringraziò (lui), io confuso ma anche contento mi congedai.

Lavorammo non molto insieme perchè, fatalità, ero spesso occupato; ma è altra storia.

Uscendo dalla sala, distrutto dall’adrenalina, dalla paura e dalla tensione, capii che non avevo fatto un provino. Avevo fatto un’esperienza che non avrei mai dimenticato. Ferruccio Amendola mi trattò da collega. Non da provinante. Ed è per questo che queste righe le dedico a Lui.

Grazie Ferruccio, senza retorica (che odio). Ho imparato più quel giorno che in cinquanta turni.Eravamo io, Peter Falk e te. E me lo ricordo bene. 

Articolo a cura di Bruno Conti

Da dietro il leggio: in turno con Tonino

Scorrono brividi nell'ascoltare l'emozionante racconto "Da dietro il leggio" del doppiatoreBruno Conti e dei tanti turni in sala al fianco di Tonino Accolla, compianto mostro sacro del doppiaggio italiano, direttore dell'edizione italiana de "I Simpson", voce di Homer Simpson, Eddie Murphy, Jim Carrey e tantissimi altri grandi attori internazionali. 

Ti piace la voce di questo podcast? Contatta lo speakerBruno Conti 

Quel che era sicuro era che il turno con Tonino non sarebbe stato un turno “normale”! Questo lo sapevo già da casa. Nel senso che i turni con lui erano pieni di inventiva, trovate, fatica, discussioni, risate e confronti.

Tutti sanno della sua bravura come attore ma io (ed altri come me) conosco bene la sua bravura come direttore. Certo può sembrare banale ma non lo è. Non tutti i bravi attori erano (e sono) dei buoni direttori di attori.

Tonino Accolla era un personaggio controverso; chi lo amava, chi no, ma per quel che mi riguarda... mi divertiva.

Lo conobbi nei primi tempi da “libero”, nel senso che aveva la sua società, non sapevo bene chi fosse, poi mi fu spiegato. Non ricordo di aver fatto provini; vidi poi che faceva lavorare gli attori in turni di brusio e così li sentiva. E usava molto noi giovani, sapeva collocarti nei ruoli che tu eri all’altezza di fare.

Lui si incuriosì a me dopo un fatto: aveva un problema e andò via lasciando la direzione al grande Sandro Iovino. Prima di andare mi disse: “provaci tu a doppiare questo qui, attento che non è facile ti lascio con Sandro”. Era il personaggio di un lustrascarpe che per attirare i clienti si serviva di una cantilena strana (oggi la definiremmo “rap”), era molto “nero” ed effettivamente non era facile ma bastava andargli dietro coi tempi e non recitare. Ancora mi ricordo l’incipit: “splendi e vai, splendi e vai” e via coi vantaggi di avere le scarpe pulite: “con la fidanzata, il lavoro, la gente”. A pensarci bene, forse non era nemmeno un attore tanto era vero; va a capire! Io lo doppiai seguendolo e Sandro (che conoscevo poco allora) mi disse che l’avevo fatto molto bene e di stare tranquillo.

Io andai, come spesso accade, dubbioso del mio operato; sono sempre stato umile ma alle volte lo ero (e lo sono tuttora) un po’ troppo. In breve seppi che lui era stato molto contento di quel pezzo “rappato” e infatti me lo confermò. Ogni tanto un collega mi faceva, ridendo, “splendi e vai, splendi e vai”; io neanche capivo che era un complimento. Cominciai così a lavorare anche con lui (ho la fortuna di poter dire che i miei maestri sono stati spesso anche colleghi oltre che direttori) e lui diceva che bisognava “recitare coi nervi”. Una sua massima, come numerose altre, che poi diventavano fonte di battute fra noi e lui. Io lo prendevo in giro ma sempre col massimo rispetto.

Lui era di quelli che mi inibiva non so se l’abbia mai saputo. E per me era una fatica in più, perchè molti sottovalutano l’emotività davanti al leggio, io no. E non riguardava solo me. Lui faceva recitare bene tutti, anche quelli che avevano un vero e proprio terrore di lui. Dava tempo, scherzava, ma se decideva che dovevi farlo tu... lo dovevi fare tu! 16 volte una battuta di un poliziotto ne “Il silenzio degli innocenti”; me la ricordo ancora: “Un’altra” diceva, e basta, ma me la fece ripetere finché non la feci buona. Con lui questa era la “routine”; a volte infatti risultava molto tosto ma alla fine la battuta era giusta e questo contava.

Io mi sono sempre ascoltato mentre lavoravo e capivo quando la battuta era stonata; con lui non succedeva. Quindi, quando capisci che puoi “fidarti” non è cosa da poco. A volte inventava delle cose un po’ buffe, come dire la battuta dietro le spalle del collega se il personaggio era dietro una porta; era più naturale, secondo lui, del cartone davanti al microfono. Spesso citava il suo maestro (forse perchè si sapesse in giro) ma comunque si lavorava, si discuteva di questo e di quello, ci si prendeva una pausa. A volte si “sforava” di brutto. Doppiammo “Robin Hood” con un cast indovinatissimo; io però facevo troppi ruoli e si sentiva e in questo a volte non se ne accorgeva. Io colpa non ne avevo. E “Leon”, “Alien 3”, i film di Mel Brooks, film francesi d’autore, tutti diventati grandi successi. Su “Braveheart”, che io vidi a Padova perchè ero in tournée, non sbagliò una voce. Mi ricordo anche quando mi fece doppiare James Brown: “dì I feel good, metticelo che ci sta bene!”.

A volte faceva “l’artista” e parlava come certi tromboni all’interfono, poi sbragava in siciliano se facevi una cazzata. Ho doppiato con lui indigeni, neri, bianchi, ispanici, eleganti, sporchi, vecchi, giovani, di tutto. E' stata una gran bella palestra. Poi arrivarono “I Simpson”... e si aprì un mondo. All’inizio sembrava fossero dei cartoni normali (ora sarebbe lunga e non c’entra) poi lui “capì” cos’erano (noi che doppiavamo personaggi secondari all’inizio arrancavamo), poi capimmo piano piano anche noi (anzi ce lo fece capire lui) e furono turni dove lui poté divertirsi come voleva e quanto voleva inventando voci, caratterizzazioni, linguaggi, di tutto.

I “dialetti” cominciarono proprio con me, facevo il capo della polizia e lo stavo guardando... lui pensieroso disse “me lo fai un po’ burino?” Non era convinto e gli stava scattando qualcosa e io pensai di farlo imitando la parlata scenica di Silvio Spaccesi. Mi girai e tutti ridevano. E dal quel momento quello calabrese, quello napoletano e così via. Insomma, cominciò li un’altra delle sue invenzioni. Tonino Accolla ha dato soddisfazioni a molti attori, a volte era duro a volte perfino antipatico, ma io lo smontavo prendendolo in giro.

Un giorno, in un momento “artistico”, diede come indicazione ad un attore : “mettici un po’ di Strurm”; io mi girai e lo guardai sconsolato. Lui per non ridere si attaccò al suo sigaro Avana. Io penso che tutti dobbiamo qualcosa a Tonino. In maniera diversa. Io non sono mai stato un doppiatore importante e non lo sarò mai. Ma la sala la conosco. E la perdita del nostro "pazzo diamante" (per dirla coi Pink Floyd) e come scrissi quando mi arrivò sul cellulare la notizia... non è stata da poco. E questo tutti lo sanno. Io da parte mia sono tranquillo perchè Tonino sapeva quanto lo stimassi, nonostante ci fu tra noi un momento di allontanamento professionale. E quando gli feci i complimenti per il suo bellissimo “Romeo + Giulietta”, rimase ancora una volta sorpreso. E disse “ah ti è piaciuto?” “E certo! Perchè? ti meraviglia?” “No... tu sei uno vero, lo so”; il tutto senza alzare la testa, quasi timidamente. Perchè pur se in quel momento non lavoravamo insieme, io ero andato a dirgli “bravo”; lo meritava.

Lavorammo ancora insieme sempre prendendoci in giro e rispettandoci. Fino a quel messaggio.

E certo, per finirla, sarebbe da dire: ”I wish you were here... pazzo diamante”.

Articolo a cura di Bruno Conti

Da dietro il leggio: un leggio per due

Sul blog di VOCI.fm il doppiatore romano Bruno Conti racconta le proprie esperienze in sala di doppiaggio. Aneddoti, personaggi, soddisfazioni e paure vissute in tanti anni trascorsi proprio lì: dietro il leggio. In questo caso si tratta di una grande emozione: il primo turno “a sorpresa” condiviso da un Bruno Conti “agli inizi” con Elio Pandolfi, che invece al tempo era già un mostro sacro del settore. 

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Buongiorno, sono un attore, è possibile fare un provino?”

Questa era la frase di rito che per un periodo di tempo tutti noi “agli inizi” pronunciavamo nelle regie delle varie sale di doppiaggio. A volta era un sì, a volte era un no, a volte “ritorni domani” ma, insomma, alla fine il provino si faceva!

Serviva a sentire la voce, che ruoli potevi fare, in che fascia di età sarebbe stato più efficace metterti (quasi ogni direttore di doppiaggio aveva infatti un suo taccuino dove c’era il tuo nome e l’età probabile!).

Questo sembrava essere tutto, ma c’era di più! I direttori davvero lungimiranti (definiamoli così) ascoltavano, come giusto, anche la tua recitazione; altri si limitavano alla tua pasta di voce.

E poi c’era il provino... il famigerato provino che secondo me dovrebbe essere vietato dalla Corte dei Diritti dell’Uomo e che invece è ancora oggi la “porta” in ogni ambito professionale. A molti attori, specie teatrali, piaceva.

A me ha sempre terrorizzato e ancora adesso è un problema. Ma in doppiaggio aveva (ed ha) un suo perché. Per certe cose, in passato, il doppiaggio era “più semplice e più serio” e, aldilà dei risultati futuri, il provino ti veniva raramente negato.

Io avevo assistito parecchio a dei turni per la tecnica. Poi un giorno che c’era tempo, finalmente Liliana Sorrentino mi provinò e subito si staccò dal leggio, e dicendo “Vado di là a sentire perchè la sua voce è interessante!”, andò ad ascoltarmi dalla regia.

Io non ero consapevole della particolarità della mia voce al microfono e del suo eventuale utilizzo. Lo sapevo dal teatro, ma dal microfono no! Liliana Sorrentino mi spiegò che era una voce che “serviva”. Cioè, non era una voce da protagonista ma da antagonista tendente al carattere, una voce “sporca”, da delinquente o da nero.

Insomma, Liliana Sorrentino mi incoraggiò e mi fece capire che ero pronto per farmi sentire. Io avevo spiato come si faceva: le pause, l’importanza o meno della cuffia, gli attacchi da fuori campo (cioè, quando non vedi l’attore e devi entrare sentendolo), la distanza dal microfono, il timbro ecc.

Cominciai così con questi provini e, pur ostentando una certa sicurezza e tranquillità, in realtà.... morivo di paura! Già, la paura di non andare a sync, di far buona la prima, di recitare bene, di utilizzare i fiati giusti, il testo, la faccia (io ho sempre doppiato con le facce), la cuffia, il buio, le luci da regolare, l’assistente che ti affiancava, questo cinema in questi piccoli spazi, questi attori di ogni lingua che diventano italiani attraverso te.



I tuoi fiati, la tua fatica, e soprattutto la tua paura. Una cosa a cui nessuno pensa. Poi quando cominciai a lavorare (praticamente subito e con tutti) fu una grande sorpresa, anche se naturalmente facevo piccole parti e brusii. C’erano direttori che ti mettevano a tuo agio ed era meraviglioso, altri no ed era più dura.

Poi capitavano cose assolutamente singolari. C’era Rino Mencuccini, un direttore piuttosto bravo e conosciuto che aveva una sua società e due sale. Gli chiesi di essere ascoltato e lui mi rispose: “guardi, so che lei è bravo e le ho dato un turno; sarà chiamato presto.”

Di solito quando era così voleva dire che ti sarebbe stato assegnato un turno di brusio dove dicevi una battuta o due da solo e “valeva” come provino. Io insistei ma per pura cortesia e lui “Ma l’ho già distribuita! “ (la distribuzione è l’affidamento dei ruoli anche nei brusii agli attori).

Quindi... vabbè! Arriva il giorno del turno, era pomeriggio e mi ritrovo ad aspettare i miei giovani colleghi, ma stranamente non arriva nessuno; continuo ad aspettare, finchè, un po’ sorpreso, entra un signore con aria familiare; ci scambiamo un “buonasera” di cortesia.

A quel punto, l'assistente mi chiama con il classico “vieni”! E andai un po’ stranito, entrai in sala e mi trovai di fronte... Elio Pandolfi! Stavo per svenire, pensai che Mencuccini fosse pazzo: un turno a due con Elio Pandolfi.

Lui doppiava un grande attore austriaco degli anni ‘40 (era un ridoppiaggio) e io il suo maggiordomo. E non mi aveva sentito mai recitare!

Il doppiaggio è proprio un mondo strano. Lui fu cortesissimo, io dovetti fregarmene della paura, altrimenti sarebbe stata la fine! Presi la cuffia, strinsi le natiche e inizia!

Elio Pandolfi era di una bravura imbarazzante con tempi di recitazione e cambi di tono incredibili, per non parlare della tecnica. Io mi agganciai a lui e non lo mollai più. Lo seguivo con l’orecchio per dargli la battuta con lo stesso stile del film.

Mencuccini, che era un uomo particolare, non dirigeva in regia come gli altri direttori ma su una sedia di fronte al tavolo dell’assistente messo di lato per non togliere visuale e molto spesso leggendo il giornale con la sua candida barba bianca da Babbo Natale.

Finito l’anello di doppiaggio domandava all’assistente se andava bene e se lui la dava buona... era buona.

Pandolfi durante le pause mi chiese qualcosa di me, soprattutto da quanto doppiavo. Io, con tutta la sincerità del mondo, risposi di essere alle prime armi. E lui mi fece dei bei complimenti. Insomma, fui all’altezza del turno a due con un maestro e “mostro” del calibro di Elio Pandolfi; non era cosa di tutti i giorni!

Tutto finì senza grossi inciampi, che se io ero ancora inesperto tecnicamente, avevo ascoltato tanti attori ed attrici mentre superavano le difficoltà, i consigli in merito da parte dei direttori in sala e probabilmente proprio questo mi era servito; oltre al fatto che avevo già una decina di anni di teatro sulle spalle.

E questo fu uno dei miei inizi verso anni di paura, pause, occhi, battute scivolate, buio, sync, risate, insomma... verso il doppiaggio. Un mondo che in quel periodo era frequentato da personaggi incredibili.

Io che ero e volevo essere un operaio dello spettacolo imparai e restituii tutto il mio saper e non saper fare.

Articolo a cura di Bruno Conti

Daniele Luchetti il regista di "Lacci" su VOCI.fm

Daniele Luchetti a Venezia 77: “per il mio film Lacci volevo il suono della radio e del doppiaggio”. Ci raccontano tutto Patrizia Simonetti in questo articolo e podcast, e lo stesso Daniele Luchetti nel video della conferenza stampa.

Dario Penne: il dottore del doppiaggio

Vi è mai capitato, negli anni ottanta e novanta, di sentire spesso una voce tagliente, elegante e perlopiù in ruoli da cattivo? Beh si tratta di Dario Penne, voce molto importante di quel periodo e ancora oggi uno degli attori e doppiatori più famosi. Ne ripercorriamo la carriera su VOCI.fm grazie al nostro blogger Alessandro Delfino.

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Tra gli attori più versatili degli anni '80 e '90, Dario Penne riesce a doppiare personaggi diversi l’uno dall’altro e diventa rapidamente voce ufficiale di tanti importanti protagonisti del cinema mondiale.

Nel 1989 doppia Christopher Lloyd nel ruolo di Doc nel seguito del famosissimo cult del 1985 "Ritorno al futuro", sostituendo Ferruccio Amendola; nonostante i differenti timbri, il risultato è eccezionale, tanto che Dario Penne non solo doppierà Lloyd nel terzo film della saga, ma diventerà voce ufficiale dell’istrionico e brillante attore in film come "Chi ha incastrato Roger Rabbit?", "Pagemaster", "Dennis la minaccia" e tanti altri.

Gli anni novanta sono fondamentali per Dario Penne: diventa voce di tanti attori importanti in altrettanti film: Tommy Lee Jones ("Uccidete la colomba bianca", la trilogia di "Men in Black", "Il fuggitivo", "Trappola in alto mare", "Il cliente"), Michael Caine ("Sfida tra i ghiacci", "Le regole della casa del sidro", la trilogia del "Cavaliere Oscuro", "Inception", "Interstellar" e tanti altri) e attori come Clint Eastwood, Ben Kingsley, Michael Douglas e tanti altri.

Ma è soprattutto nel 1991 che doppia il ruolo più importante e famoso della sua carriera: il dottor Hannibal Lecter nel film "Il silenzio degli innocenti"; l’interprete originale Anthony Hopkins si preparò per mesi nella parte del dottore cannibale più famoso della storia del cinema ma Dario Penne, grazie alla sua bravura e all’ottima direzione di Tonino Accolla, riesce a restituire in molto meno tempo le sfumature e le ambiguità del personaggio di Lecter.



Da quel momento il binomio Hopkins - Penne diventa indissolubile (a parte alcuni casi come ad esempio "Dracula", dove Penne, dovendo scegliere se doppiare l’attore nel ruolo di Van Helsing o l’attore Gary Oldman nel ruolo del famoso vampiro opta per quest’ultimo lasciando Hopkins al bravissimo Cesare Barbetti). Penne infatti lo doppia in film entrati ormai nella storia del cinema: oltre ad "Hannibal" e "Red Dragon" (dove Hopkins reinterpreta il Dottor Lecter), "Vento di passioni", "Gli intrighi del potere", "La maschera di Zorro", "Vi presento Joe Black", "Titus", "Mission Impossible 2", "Alexander", la trilogia di "Thor" e tanti altri.

Ma Dario Penne rimane famoso anche nel campo dell’animazione come voce del bizzarro robot Bender nella famosa serie animata "Futurama"; la sua voce tagliente e stridula si adatta perfettamente al tono metallico del robottino più famoso della tv.

Una voce, tanti personaggi rimasti nella nostra memoria, in particolare il sadico dottore che ci ha rabbrividiti ogni volta che gustava il cervello delle sue vittime innaffiato con un buon Chianti.

Articolo a cura di Alessandro Delfino


Le voci più belle di Dario Penne:

  1. Christopher Lloyd (Doc Emmett L.Brown) in “Ritorno al futuro parte II
  2. Christopher Lloyd (Giudice Morton) in “Chi ha incastrato Roger Rabbit?
  3. Anthony Hopkins (Hannibal Lecter) in “Il silenzio degli innocenti
  4. Gary Oldman (Dracula) in “Dracula di Bram Stoker
  5. Tommy Lee Jones (Agente K) in “Men in Black
  6. Anthony Hopkins (Bill Parrish) in “Vi presento Joe Black
  7. Tommy Lee Jones (William Strannix) in “Trappola in alto mare
  8. Anthony Hopkins (Don Diego de la Vega – Zorro) in “La maschera di Zorro
  9. Bender in “Futurama
  10. Michael Caine (Alfred Pennyworth) in “Il cavaliere oscuro
  11. Anthony Hopkins (Odino) in “Thor

David Raspi: un attore che gioca con la voce

Buongiorno da Patrizia Simonetti. Ho incontrato David Raspi ad Alice nella Città, sezione parallela della Festa del Cinema di Roma, dove con i suoi colleghi e con Paolo Ruffini è venuto a presentare "Up & Down - Un film normale" che racconta l’esperienza teatrale di una piccola parte della compagnia livornese Mayor Von Frinzius diretta da Lamberto Giannini: cinque ragazzi con la sindrome di Down e uno autistico. Lui è quello autistico. L’ho voluto intervistare per Voci.FM perché ha un dono eccezionale, quello di cambiare a piacimento la sua voce: lo avete visto a "Domenica In" cantare da solo a due voci "Il mondo è mio" da Aladdin? Perché lui è un pò fissato con i cartoni animati, e se anche non fa il doppiatore, vale la pena di vederlo e ascoltarlo, non solo perché è divertente, ma perché ci insegna qualcosa di importante: che le passioni vanno coltivate, sempre, perché ci possono salvare e rendere speciali. Buona visione.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


David Raspi, un attore di teatro e di cinema, lavori molto con Paolo Ruffini, tra poco esce un film che si chiama Up&Down Un film normale e poi sei in teatro con lui in Up&Down. Allora Davide, a te piace molto giocare con la tua voce, fai un sacco di voci diverse, ci spieghi intanto perché?
Perché la mia voce faceva tanto questo qui, da uomo e da donna, quello che fanno anche con la voce quelli di Walt Disney, perchè salva il mondo questo qui dalla principessa e cercava proprio, aiutava, perché con quella voce spiegava tutte le cose perché… io faccio tutte le parti d’attore perché mi emozionavo, quella (la voce) da bambini, da cattivi e da buoni, così dopo per farci qualcosa.

L’ho visto sul film, fai una voce da bambino, poi di colpo una voce fortissima, ce lo fai vedere qui?
Eh, vediamo come si fa…

Come si fa?
(Voce da bambino) Senti, ma che cosa stai facendo esattamente?

(Voce da cattivo) Cosa sto facendo? Ma io ti sto facendo un lavoro, perché io… tutte queste cose della fattoria… 

(Voce da bambino) Ma ti dicevo vai così … per le stanze?…

(Voce da cattivo) Senti boy, io le faccio bene le cose mie…

(Voce da bambino) Ma te ti porti anche una sega?

(Voce da cattivo) Coosaaa? Ma ti sei cotto il cervello? Io mica faccio le cose che…

(Altra voce) O Madonna, io voglio…

(Voce da cattivo) Oh ma… io faccio e vado dove mi pare e mi piace…

Ma sei bravissimo! Ma queste cose le fai per te o le fai anche magari per dei finti doppiaggi?
Facevo film, cartoni, come copiato (copiavo) com’è la voce, da uomo e da donna, dall’amore e da così…

Ma lo fai per divertirti, da solo…?
Sì sì, lo faccio per divertirmi, perché so tutto nella testa, perché posso fare anche per ricordare tutto.

Ma ti piacerebbe fare una cosa del genere magari quasi per lavoro, come doppiare un cartone animato?
Eh ma lavoro tutti i giorni, faccio sempre e poi … dopo ci sono tutti quei cartoni animati di Walt Disney, come ho copiato tutto questo film, così faccio le parti più un attore proprio.

Senti Davide, ma tu ti senti disabile?
Sì sì, a me… mi sento disabile, ma perché mi sento molto contento, mi ha fatto molto molto molto più felice.

Ma cosa consiglieresti a chi vuole giocare con la sua voce come fai tu?
Come no, quelli del gioco perché fanno parte con tutti questi qui, i Fantagenitori e quel cattivo Crocker perché.. un jedi dalla spada laser, come combattono, sa fare tutto in velocità, combattono tutti per salvare, per vostre avventure, così per ricordarvi tutto e studiarvi la cosa piano piano, prima di tutto piano piano ci voleva tanta più pazienza

Ma ti aiuta un po’ questa cosa che fai?
Un pochino, perché si sta facendo un lavoro, guarda…

Ok, ti ringrazio tanto
Ringrazio molto, ciao ciaoooo



Denzel Washington: CHI LO DOPPIA?

E' uno degli attori più carismatici del cinema contemporaneo: Denzel Washington, la voce afro-americana senz'altro più amata e rappresentativa. In Italia è stato doppiato da numerosi professionisti ed in particolare dal grande Francesco Pannofino.

Domitilla D'Amico: una doppiatrice di talento

VOCI.fm incontra Domitilla D'Amico, giovane e talentuosa doppiatrice che presta la propria voce ad attrici del calibro di Harley Queen, Margot Robbie, Scarlett Johansson, Eva Green ed anche alla bravissima Emma Stone nel film-cult “La La Land”. Ci regala qualche curiosità e consiglio nella videointervista realizzata da Patrizia Simonetti lo ha intervistato per noi.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Domitilla D'Amico su VOCI.fm, buonasera!
Buonasera!

Una grande doppiatrice a cui, per prima cosa, chiedo: “non basta una bella voce per avere successo nel doppiaggio, cos'altro ci vuole?”
Ci vuole l'interpretazione, alla fine siamo tutti attori. Siamo attori prestati al doppiaggio, perchè in realtà è una specializzazione del mestiere dell'attore.

C'è chi sostiene che i doppiatori devono essere più bravi degli attori, perchè possono contare solo sulla voce, non possono usare il corpo.
A volte è proprio vero, perchè usando solo con la nostra lingua dobbiamo cercare di restituire al pubblico italiano le emozioni e tutto quello che gli attori stranieri hanno messo nella parte recitata.

Tu sei la voce di personaggi femminili molto noti, ricordaci quelli a cui sei più legata e qualche aneddoto legato ad uno di essi.
Sono la voce di Harley Queen, Margot Robbie, Scarlett Johansson, Eva Green (la mia preferita!) e di tante altre.Un anedotto riguarda “La La Land”, in cui doppio Emma Stone; il doppiaggio è stato realizzato praticamente in soli due giorni, avevo circa 38,5 di febbre e nonostante quello sono riuscito a portare il lavoro a casa!

Vogliamo dare un consiglio ai giovani che vogliono intraprendere la carriera di doppiatori?
Consiglio senza dubbio una scuola di recitazione, che è alla base, poi studiare tantissimo dizione e di entrare in questo mestiere “in punta di piedi” perchè è antichissimo e il microfono non mente: chi ha talento ce la fa. Quindi ragazzi... forza e coraggio. Un saluto a VOCI.fm da Domitilla D'Amico.



DOMITILLA D'AMICO: CENNI BIOGRAFICI
Classe 1982, Domitilla D'Amico è una delle più talentuose doppiatrici della nuova generazione. Bravissima attrice, ha esordito nel mondo del doppiaggio a soli 8 anni per prestare la voce a due personaggi del film “La voce della luna” diretto da Federico Fellini. É nota per aver doppiato Mena Suvari in American Beauty; Kirsten Dunst nella saga di Spider-Man di Sam Raimi, Wimbledon, Elizabethtown, Marie Antoinette; Eva Green in The Dreamers di Bernardo Bertolucci; Parminder Nagra nel ruolo di Jasminder Bhamra in Sognando Beckham. Tra le altre attrici a cui ha prestato la voce: Scarlett Johansson, Emma Stone, Anna Paquin, Ashley Johnson, Alison Lohman, Rebecka Liljeberg, Tina Majorino, Sarah Michelle Gellar nel ruolo di Daphne Blake nei due film sul personaggio di Scooby-Doo, Brittany Murphy ne I marciapiedi di New York di Edward Burns e in Sin City di Robert Rodriguez, Natalia Tena nella saga di Harry Potter. Ha inoltre doppiato personaggi di rilievo nei film: La Rosa Bianca - Sophie Scholl, The Libertine, Juno, Lady Vendetta, Four Rooms, What Women Want, Donnie Darko, The Exorcism of Emily Rose, Jumanji, 28 giorni dopo e Blow. Per l'animazione ha lavorato, tra gli altri, in La gabbianella e il gatto, Chicken Little - Amici per le penne, Ratatouille. Tra gli anime giapponesi ha dato la voce a Yukari in Paradise Kiss, Kiki (e Ursula) nell'edizione italiana del 2002 di Kiki consegne a domicilio, a Lettie ne Il castello errante di Howl, entrambi del maestro Hayao Miyazaki, e a Kallen Kozuki in Code Geass: Lelouch of the Rebellion.
 

Doppiaggio: Cristina "Roberts" Boraschi

Chi non conosce (e non ama) Julia Roberts? Più che mai in casi come questo possiamo condividere il successo dell’attrice con la sua voce italiana: Cristina Boraschi, che ha doppiato la Roberts in tutti i film diventati veri e propri cult, a partire dall’indimenticabile “Pretty Woman”. Il nostro blogger Alessandro Delfino ci racconta questo meraviglioso binomio.

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Ci sono tanti attori americani entrati nel cuore di noi italiani, ma forse una delle attrici più amate è sicuramente la “Pretty Woman” del cinema: Julia Roberts.

E’ proprio ilfilm romantico del 1990 assieme aRichard Gere che lancia la Roberts nell’Olimpo hollywoodiano, dapprima come interprete dicommedie romantiche, in seguitoattrice drammatica vincitrice di unOscar ("Erin Brokovich"), senza sdegnare ruoli inthriller come “Linea mortale”, “Il rapporto Pelican” e “Ipotesi di complotto”.

In Italia la ascoltiamo con la voce inconfondibile di Cristina Boraschi, attrice doppiatrice, voce oltre che della Roberts anche di tante altre attrici importanti come Sandra Bullock, Meg Ryan, Ashley Judd, Salma Hayek e altre.

Ma è soprattutto con Julia Roberts che la carriera della doppiatrice decolla e nasce un legame voce-volto che la accompagnerà per tutta la sua carriera: “Hook Capitan Uncino”, “Qualcosa di cui sparlare”, ”Erin Brokovich”, “Il matrimonio del mio migliore amico”, “Ocean’s Eleven” e tanti altri.

La voce dolce, ma forte e un pò nasale della Roberts somiglia molto al timbro particolare e incisivo della Boraschi: l’incastro risulta così perfetto, che nonostante le tante attrici doppiate, il pubblico la ricorda e continuerà a ricordarla come voce della dolce e vivace prostituta Vivian che ha rubato il cuore al “principe” milionario Edward Lewis, oppure la dispettosa ma romantica Trilly nel film “Hook Capitan Uncino” o ancora l’amica innamorata Julianne Potter in “Il matrimonio del mio migliore amico”. Ruoli spesso diversi che Cristina Boraschi è riuscita a seguire con facilità… perché quando un attore è bravo è più facile seguirlo.

Dal 1990 ad oggi Julia Roberts è cresciuta recitando ruoli maturi e di madre forte e coraggiosa, seguita sempre dalla voce di Cristina che oggi si è abbassata e adeguata al volto segnato, ma sempre bello, dell’attrice americana.

E noi speriamo di continuare a vedere ancora tanti suoi film e di sentirli con la sua voce italiana."!

Articolo a cura di Alessandro Delfino



CRISTINA BORASCHI: CENNI BIOGRAFICI

Nata a Milano il 28 marzo 1955, Cristina Boraschi si dedica dal 1985 alla radio e al doppiaggio. E' a tutti gli effetti riconosciuta come voce italiana di Julia Roberts, nonostante abbia doppiato attrici di altrettanta grandezza come: Sandra Bullock, Geena Davis, Julianne Moore, Ashley Judd, Sarah Jessica Parker, Carol Alt e la famosissima Meg Ryan. E' stata socia della C.D.C./SEFIT-CDC, dove ha lavorato come dialoghista e direttrice di doppiaggio. Numerosi i riconoscimenti, come l'Anello d'Oro al Festival "Voci nell'ombra" 2004, il Nastro d'Argento 2005 e la XIV Targa "Gualtiero De Angelis" al Festival "Voci" 2010. Nel 2016 riceve anche una menzione speciale al Festival "Leggio d'Oro". Per alcuni anni è stata impegnata come aiuto-regista in teatro con Gigi Proietti, Ennio Coltorti e Piero Maccarinelli.

Doppiaggio: Francesco "DI CAPRIO" Pezzulli

Tra le grandi star di Hollywood, Leonardo Di Caprio è senz'altro uno degli attori più amati, soprattutto in Italia. Il merito va anche al suo doppiatore "ufficiale", dai primi anni '90: Francesco Pezzulli, una voce che assolutamente gli calza a pennello! Ce ne parla il nostro blogger (e vero esperto di cinema!) Alessandro Delfino.

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Ammettiamolo, chi di noi non ha imparato ad amare Leonardo Di Caprio? Sin dal suo primo film di successo, "Titanic" del 1997 (dove con il personaggio di Jack Dawson ha conquistato il cuore di milioni di ragazzine), l’attore è cresciuto finendo a lavorare con i più grandi giganti del cinema moderno mondiale: Quentin Tarantino, Ridley Scott, Christopher Nolan, Steven Spielberg, James Cameron, ma soprattutto Martin Scorsese, che ha reso Di Caprio il suo novo attore feticcio dopo la storica collaborazione con Robert De Niro (che spesso non ha esitato a definirlo il suo erede artistico).

Ma se in Italia abbiamo imparato ad apprezzare questo grande attore il merito è della sua voce italiana: Francesco Pezzulli.

Francesco doppia per la prima volta il giovane attore nella sitcom degli anni '90 "Genitori in Blue-Jeans" e, dopo tre anni, Di Caprio ottiene i suoi primi due ruoli importanti al cinema: "Buon compleanno Mr Grape" da un lato e "Voglia di ricominciare", in coppia proprio con Robert De Niro; ma qui a doppiare la star non è ancora Pezzulli, bensì i bravi Corrado Conforti e Alessandro Tiberi.

Bisogna aspettare il 1996 quando il famoso attore, doppiatore e direttore di doppiaggioTonino Accolla sceglie di nuovo Francesco Pezzulli per doppiare Leonardo Di Caprio nella trasposizione moderna diShakespeare "Romeo+Giulietta" diBaz Luhrmann; nella seconda volta, "Di Caprio" Francesco Pezzulli deve doppiarlo in versi e non è affatto facile, ma grazie anche all’ottima direzione di Accolla la prova finale è di grande livello.



L’anno dopo infatti lo stesso Tonino Accolla sceglie di nuovo Pezzulli per doppiare Di Caprio nel film che non solo sarebbe diventato campione d’incasso dell’anno, ma sarebbe rimasto il film con incassi maggiore nella storia del cinema per molto tempo: Titanic.

In questo film, Di Caprio, attore eclettico, interpreta un giovane romantico e idealista che riesce a commuovere e lanciarlo definitivamente nell’Olimpo delle Star; e da quel momento Pezzulli diventa il suo alfiere.

Nella storia del doppiaggio parecchi abbinamenti sono nati per caso, quando entrambi gli attori erano agli inizi, e sono cresciuti assieme nell’arco della loro carriera: Sean Connery e Pino Locchi, Meryl Streep e Maria Pia Di Meo, Woody Allen e Oreste Lionello, Dustin Hoffman e Ferruccio Amendola, Robert Redford e Cesare Barbetti, Marlon Brando e Giuseppe Rinaldi, Eddie Murphy e Tonino Accola, Denzel Washington e Francesco Pannofino e tanti altri.

Oggi difficilmente un attore riesce a conservare la stessa voce per ogni film per svariati motivi, ma Leonardo Di Caprio e Francesco Pezzulli restano ancora un esempio di un perfetto incastro tra occhi, voce e anima..

Articolo a cura di Alessandro Delfino

Doppiaggio: Giancarlo e Adriano Giannini

Giancarlo Giannini e Adriano Giannini, padre e figlio uniti da due grandi talenti: recitazione e doppiaggio. Ma non solo! Entrambi hanno dato voce a “Joker”, riuscendo a caratterizzare in modo diverso e inconfondibile questo particolare personaggio. Scopriamone di più nel dossier di Alessandro Delfino, dedicato proprio alla famiglia Giannini.

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Nel mondo dello spettacolo, di frequente assistiamo al cambio generazionale: i figli spesso seguono le orme del padre.

Pensiamo ai De Sica, ai Tognazzi, ai Vanzina, ai Gassman. E nel doppiaggio alle famiglie Izzo, Ward, De Angelis e tante altre.

Ma mai un padre e un figlio sono riusciti a riunire insieme le due arti del cinemae del doppiaggio così bene come Giancarlo e Adriano Giannini.

Il padre Giancarlo, come ben sappiamo, è uno dei più grandi attori del nostro cinema, mattatore di commedie come “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” o “Mimì Metallurgico ferito nell’onore”, ma anche di film più drammatici come “Pasqualino Sette bellezze”; Giancarlo Giannini ha attraversato il periodo più florido del nostro cinema dimostrando un istrionismo e un camaleontismo che pochi hanno saputo dare, grazie anche alla maestria dei nostri registi, in particolare Lina Wertmuller che dirige l’attore nei sui film più memorabili.

Ma Giancarlo si cimenta anche nel doppiaggio e lo fa  in maniera superlativa: in poco tempo diventa la voce ufficiale di Al Pacino (in film come “Quel pomeriggio di un giorno da cani”, “Carlito’s Way”, “Scent of a Woman”, “L’avvocato del diavolo”, “Ogni maledetta domenica” e tanti altri) e doppia un sacco di attori importanti in film altrettanto cult (Jack Nicholson in “Shining”, “Batman”, “The Departed”, Michael Douglas nei due “Wall Street”, “Gerard Depardieu”, “Jeremy Irons” e tanti altri).



Il figlio Adriano comincia come operatore, quindi dietro lo schermo, ma impara presto l’arte di famiglia (anche la madre Livia Giampalmo è attrice e doppiatrice) e riesce ad imporsi nell’attuale panorama cinematografico italiano.

Raccoglie l’eredità del padre in due occasioni: al cinema con il remake di “Travolti da un insolito destino”, dove recita con la popstar Madonna, ma soprattutto nel doppiaggio: sua è infatti la voce del Joker di Heath Ledger nel film “Il cavaliere oscuro” di Christopher Nolan, lo stesso personaggio interpretato da Nicholson vent’anni prima in “Batman” di Burton e doppiato da Giannini padre.

Adriano tuttora ha una bella carriera nel doppiaggio, dando voce oltre che ad Heath Ledger, anche ad attori come Ryan Reynolds, Christian Bale (nel film premio Oscar “The fighter” e in “Exodus”), Joaquin Phoenix, Brad Pitt, Eric Bana, James Franco, Tom Hardy, Matthew Mccounaghey e tanti altri.

Le generazioni cambiano, ma la magia delle voci resta.

Le voci più belle di Giancarlo e Adriano Giannini

  1. Giancarlo Giannini - Gennarino Carunchio in “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”
  2. Adriano Giannini - Giuseppe Cuccurullo Esposito in “Travolti dal destino”
  3. Giancarlo Giannini - Giovanni Grazioli in “Per sempre”
  4. Adriano Giannini - Ossobuco in “Nero bifamiliare”
  5. Giancarlo Giannini - Al Pacino in “Quel pomeriggio di un giorno da cani”
  6. Adriano Giannini - Heath Ledger in “Paradiso+Inferno”
  7. Giancarlo Giannini - Jack Nicholson in “Shining”
  8. Adriano Giannini - Christian Bale in “The Fighter”
  9. Giancarlo Giannini - Michael Douglas in “Wall Street”
  10. Adriano Giannini - Joaquin Phoenix in “The Master”
  11. Giancarlo Giannini - Al Pacino in “Carlito’s Way“
  12. Adriano Giannini - Tom Hardy in “Lawless”
  13. Giancarlo Giannini - Al Pacino in “Heat - la sfida”
  14. Adriano Giannini - Matthew Mccounaghey in “True Detective”
  15. Giancarlo Giannini - Al Pacino in “L’avvocato del diavolo”
  16. Adriano Giannini - Ryan Reynolds in “Certamente forse”
  17. Giancarlo Giannini - Jack Nicholson in “The Departed”
  18. Adriano Giannini - Corey Stoll in “Midnight in Paris”
  19. Giancarlo Giannini - Jack Nichols in “Batman”
  20. Adriano Giannini - Heath Ledger in “Il cavaliere oscuro”

Articolo a cura di Alessandro Delfino

Doppiaggio: le voci dei Cine Comics

Guardate! E’ un uccello? E’ un aereo? No! E’ Superman!!” Sono passati trentanove anni dal primo film al cinema che inaugura un nuovo genere molto amato e popolare al giorno d’oggi: il Cine Comics. Se ne parla proprio nel posto giusto giusto: sul blog di VOCi.fm - il sito delle voci! 

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Siamo nel 1978 e il personaggio di Superman viene portato sul grande schermo nell’omonimo film di Richard Donner dall’allora sconosciuto Christopher Reeve, che riesce a rendere perfettamente credibile la doppia identità del figlio di Kripton: il mite e goffo Clark Kent da un lato e l’eroico Superman dall’altro. 

Ma in Italia lo ascoltiamo con la voce dell’attore-doppiatore Pino Colizzi (voce di Michael Douglas e James Caan) che interpreta magistralmente nella nostra lingua la duplice performance dell’attore americano.

Quasi dieci anni dopo nel 1989 esce Batman di Tim Burton ed è un altro successo: Michael Keaton e Jack Nicholson portano al cinema due nemesi storiche del fumetto, il vigilante oscuro e tormentato Batman e il folle clown del crimine Joker. L’edizione italiana è curata dal direttore di doppiaggio Mario Maldesi che sceglie i due attori Luca Biagini e Giancarlo Giannini a dare voce ai due protagonisti: l’effetto è superlativo, la risata di Giannini riesce a divertire e ad essere più inquietante di quella dello stesso Nicholson.

Nel 2000 esce X-Men di Brian Singer, il primo film ad iniziare l’era moderna dei cine comics, portando la saga al successo con ben nove film (l’ultimo Logan ancora in programmazione al cinema e già record di incassi); il doppiaggio è sempre affidato alla direttrice e doppiatrice Fiamma Izzo che riesce col suo cast vocale a rendere perfettamente in italiano i tormenti e i drammi interiori dei giovani mutanti perseguitati dall’umanità, in particolare la rabbia di Wolverine (Hugh Jackman-Fabrizio Pucci), la paura giovanile maturata poi in saggezza e speranza del professor Charles Xavier (James McAvoy-Stefano Crescentini e Patrick Stewart-Ennio Coltorti) e la cattiveria e arroganza di Magneto (Michael Fassbender-Francesco Prando e Ian McKellen-Carlo Sabatini).

Dopo due trilogie di successo come i film diSpiderman diSam Raimi e quelli diBatman diChristopher Nolan iMarvel Studios nel 2008 portano sullo schermo il super eroe Iron Man e cominciano a creare un universo condiviso e collegato con le pellicole successive (L’incredibile Hulk, Thor e Captain America il primo vendicatore) che sfocia nella pellicola coraleThe Avengers del 2012.



Dopo il grande successo del film la Marvel crea il Marvel Cinematic Universe, il loro universo condiviso portando sempre più nuovi personaggi ad essere protagonisti sia di pellicole soliste sia di avventure collettive insieme. Il doppiaggio di questi film è diretto da Marco Guadagno che con la scelta del doppiatore Angelo Maggi su Robert Downey Jr. rende il personaggio eccentrico e logorroico dell’industriale Tony Stark il volto (e la voce) più amato del Marvel Cinematic Universe.

I Cine Comics sono riusciti col tempo ad imporsi nel panorama cinematografico e televisivo arrivando addirittura a vincere diversi premi (l’Oscar 2009 come miglior attore non protagonista a Heath Ledger ne Il cavaliere oscuro e quest’anno l’Oscar come miglior trucco e acconciatura ad Alessandro Bertolazzi , Giorgio Gregorini e Christopher Nelson per il film Suicide Squad).

Non solo, moltiattori hanno avuto la fortuna di essere lanciati (o rilanciati) dal genere: Hugh Jackman col personaggio di Wolverine, Tobey Maguire con Spiderman, Chris Hemsworth con Thor, Robert Downey jr con Iron Man e tanti altri; nel doppiaggio invece si creano dei legami voce-volto spesso usati sugli attori anche al di fuori del genere: Maggi con Downey Jr., Pucci con Jackman, Marco Vivio con Tobey Maguire, Massimiliano Manfredi con Chris Hemsworth, Riccardo Rossi con Mark Ruffalo.

Vi è mai capitato di sognare di incontrare il vostro eroe preferito? Se doveste immaginare Wolverine oppure Batman parlarvi con quale voce lo sentireste? 

Le voci più belle dei Cine Comics:

  1. Superman - Pino Colizzi in “Superman”
  2. Bruce Wayne / Batman - Luca Biagini in “Batman”
  3. Joker - Giancarlo Giannini in “Batman”
  4. Selina Kyle / Catwoman – Rossella Izzo in “Batman Il ritorno”
  5. Il pinguino - Giorgio Lopez in “Batman Il ritorno”
  6. Eric Draven - Luca Ward ne “Il corvo”
  7. Stanley Ipkiss / The Mask in “The Mask”
  8. Logan / Wolverine - Fabrizio Pucci in “X-Men”
  9. Tony Stark / Iron Man - Angelo Maggi in “Iron Man”
  10. Joker - Adriano Giannini ne “Il Cavaliere Oscuro”
  11. Thor - Massimiliano Manfredi in “Thor”
  12. Charles Xavier - Stefano Crescentini ed Ennio Coltorti in “X-Men Giorni di un Futuro Passato”
  13. Magneto - Francesco Prando e Carlo Sabatini in “X-men”
  14. John Hartigan / Bruce Willis - Massimo Rossi in “Sin City”
  15. Deadpool - Francesco Venditti in “Deadpool”
  16. Rocket - Christian Iansante in “Guardiani della Galassia”
  17. Harley Quinn - Domitilla D’Amico in “Suicide Squad” 

Articolo a cura di Alessandro Delfino

Doppiaggio: pregi e difetti del FanDub

Da qualche tempo,  si sta sviluppando un fenomeno, che sicuramente può essere una valvola di sfogo per molti appassionati del mondo delle voci. Un modo per allenarsi, per aspiranti doppiatori, che può venire in aiuto e talvolta permette anche di scovare dei “diamanti grezzi”. Di cosa parlo? Ma del Fandub naturalmente!! 

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COS'E' IL FANDUB?

Il Fandub è un termine dato ad un film o ad uno show televisivo straniero, che è stato doppiato in lingua locale da dilettanti o semplici appassionati. Grazie alle nuove tecnologie, ai programmi di editing alla portata di tutti, ai social ed ai siti come youtube, molti ragazzi si stanno mettendo alla luce. Alcuni di questi hanno anche ricevuto delle opportunità di lavoro. Si, avete capito bene!

Ultimamente la crisi del doppiaggio ha fatto si che molte produzioni low-cost venissero rifiutate dai principali studi di doppiaggio aprendo la strada lavorativa a piccole realtà che si vanno a “fornire di voci” (passatemi il termine) andandole a pescare tra le migliori del Web, magari tra quei ragazzi che avendo finito un corso di doppiaggio e dimostrando talento non sono riusciti a trovare l’ opportunità lavorativa. Il Fandub svolto a dovere è un ottimo metodo di allenamento, sicuramente non può mai sostituire un’esperienza in sala con la presenza di un direttore, di un assistente e quant’altro, ma è un buon inizio.

Ultimamente, sul web, si stanno formando delle vere e proprie squadre di fandubber, ragazzi giovani che, attraverso siti dedicati, forum o altri strumenti, si organizzano in gruppi e realizzano doppiaggi di film, episodi di serie-tv o anime inediti in Italia. Una vera e propria ciurma pronta a divertirsi, imparare ma soprattutto mettersi in mostra. Riescono ad organizzarsi proprio come dei veri professionisti dividendosi i ruoli a dovere.



Per cui troveremo i dubber che sono quelli che doppiano all'interno dei Fandub, i quali non disponendo di uno studio di registrazione si arrangiano con un microfono per computer e vari programmi di editing audio e video. I mixatori ovvero le persone incaricate al mixaggio audio, spesso anche creatori della colonna internazionale che per intenderci è composta dalle musiche e i rumori di fondo. Gli adattatori/dialoghisti, ossia le persone addette alla stesura del copione e che devono adattare le battute alla lunghezza delle varie scene soprattutto in funzione del labiale; e talvolta troviamo anche i singer, quelli preposti al canto, magari delle sigle del proprio Fandub.

Certo, svolgendo questa attività, bisogna spesso fare i conti con il copyright, ovvero la violazione dei diritti d’autore, ma questi ultimi non si intendono violati se non recano danno economico e d’immagine ai legittimi proprietari del prodotto. E comunque è sempre buona cosa specificare che il lavoro ha origini amatoriali ed è solo frutto di passione.

Allora, cosa aspetti? Dai sfogo alla tua passione e prova l’emozione di dar voce a qualche personaggio, sia esso di una serie-tv o anime; magari ti scopri un diamante grezzo, oppure... che la tua è solo semplice passione!

Articolo a cura di Antonio Amoruso

Doppiaggio: Sandro "PITT" Acerbo

Brad Pitt è una delle star di Hollywoodpiù amate dal pubblico italiano. Non solo il suo volto, ma anche la sua voce è immediatamente identificabile: merito del doppiatore"ufficiale" di Pitt, il grande Sandro Acerbo, che lo segue (salvo rare eccezioni) dagli esordi dei primi anni '90. Ce ne parla il nostro blogger Alessandro Delfino.

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1992: esce il film drammatico “Nel mezzo scorre il fiume”, diretto dall’attore premio Oscar Robert Redford e con protagonisti due giovani promesse: Craig Sheffer, ma soprattutto Brad Pitt; nello stesso anno arriva l’edizione italiana del film diretto da Cesare Barbetti (storica voce di Robert Redford) che sceglie l’attore e doppiatore Sandro Acerbo (già voce di attori come Michael J. Fox, Matthew Broderick e Robert Downey Jr.) a prestare la voce al giovane Brad Pitt.

“Sandro... lo vedi questo? E’ molto bravo. Doppialo bene e vedrai che ti rimane”. Mai parole furono più profetiche!

Il binomio Pitt - Acerbo si consolida quasi nell’immediato, nel 1994 con i due film “Vento di passioni” (dove Pitt interpreta il rude e romantico Tristan) e “Intervista col vampiro” (dove Pitt dà un’interpretazione ancora diversa e intensa del vampiro Louise de Pointe du Lac in coppia con il sadico Lestat de Lioncourt - Tom Cruise). Sandro Acerbo riesce a seguire il poliedrico attore che seppur giovane riesce a dare già delle performance memorabili.

Ma il successo arriverà nel 1995 con il thriller "Seven" in coppia con Morgan Freeman dove il monologo finale del disperato Detective Mills trasforma Pitt in un sex-symbol e divo a tutti gli effetti; in Italia, Acerbo continua a seguirlo meticolosamente arrivando ad aggiungere bravura e intensità tanto da rendere la scena finale in italiano migliore dell’originale.



Un attore non facile da seguire vista la sua duttilità e diversità nei ruoli ("Sleepers", "L’ombra del diavolo", "Sette anni in Tibet", "Vi presento Joe Black", dove Pitt interpreta addirittura la morte stessa); ma la prova definitiva avviene nel 1999. Esce "Fight Club", thriller psicologico di David Fincher (che aveva già diretto Pitt in "Seven") e l’attore, in coppia col bravissimo Edward Norton, dà vita propria al personaggio eccentrico e border-line di Tyler Durden, forse il ruolo più complesso interpretato mai prima d’ora: ma Sandro Acerbo riesce a restituire perfettamente nella nostra lingua la follia del personaggio arrivando ormai a stabilire un legame indissolubile con l’attore.

Legame che prosegue per il decennio successivo in film come la trilogia di "Ocean", "Spy Game" (in coppia con Redford), "Snatch - Lo strappo", "Mr & Mrs Smith", "Babel", "Il curioso caso di Benjamin Button", "Bastardi senza gloria" e molti altri fino ad arrivare ad oggi dove l’attore da ex sex-symbol è maturato e ha dimostrato grandi capacità non solo attoriali, ma anche produttive (è stato produttore esecutivo del film premio Oscar "Dodici anni schiavo").

Sandro Acerbo ancora oggi rimane la voce italiana di Brad Pitt e nonostante alcune pellicole non doppiate da lui (come "L’esercito delle dodici scimmie", "Troy" e "The counselor") e altri importanti attori a cui Acerbo presta la voce (come Will Smith, Robert Downey Jr e Michael J Fox) il biondo attore americano rimane legato alla sua voce.

Chi non si è innamorato almeno una volta della sua voce nel romantico film "Vi Presento Joe Black"?

Articolo a cura di Alessandro Delfino

(per la foto del doppiatore si ringrazia Vix-Vocal)

Doppiare che passione: come si diventa doppiatori?

Quando nasce il desiderio di intraprendere la strada del doppiaggio professionale sono tanti gli interrogativi che ci si pone. Fare il doppiatore è sicuramente un mestiere affascinante, ma quali sono i primi passi da compiere? 

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Ciao mi presento, sono Antonio Amoruso, attore, doppiatore e speaker pubblicitario. Se stai leggendo questo articolo immagino che tu sia tra quelli che ogni qualvolta ha visto un film o un cartone animato, sin da piccolo, si è sempre chiesto di chi fossero le voci dei protagonisti, rimanendone spesso affascinato. 

Avrai sicuramente pensato come sarebbe bello conoscere quel doppiatore o sognato addirittura di diventare come lui. Forse le domande ricorrenti che ti sei sempre posto sono: come si diventa doppiatore? Lo possono fare tutti oppure è solo per raccomandati? Bisogna essere attori? Ci sono scuole? Ma quanto costano? Sono solo a Roma? Ci vuole una bella voce? Calma! Cercherò di rispondere a tutti questi quesiti.

Come conosco le risposte? Beh, perché avevo le stesse domande in testa anche io e con le giuste motivazioni sono riuscito ad oggi ad avere piccole soddisfazioni.

Quello del doppiatore è un mestiere affascinante che richiede indubbio talento, tanta determinazione, faccia tosta ed anche un po’ di fortuna. Questo naturalmente se vuoi cercare di lavorare negli studi di registrazione più famosi. 

MA COME SI DIVENTA DOPPIATORI?

Molti ti direbbero frequentando un corso tenuto da svariate società di doppiaggio cresciute come funghi ultimamente. Trovo quantomeno tempestiva la crescita di queste e allo stesso tempo direttamente proporzionale alla crisi dello stesso mercato . Non sono contro queste scuole, sia chiaro, tra l’altro ne ho frequentata una anche io, anzi molte di queste annoverano docenti di un certo livello, ma proprio per questa ragione, il loro costo non solo non è alla portata di tutti ma la cosa più drammatica che nonostante un esborso economico non indifferente, nessuna di queste ti può dare la certezza, una volta terminata di frequentarla, di entrare a far parte del mondo lavorativo.

Una cosa è sicura però, se vuoi diventare un doppiatore, devi comunque possedere delle potenzialità da attore e sarebbe cosa utile se non indispensabile avere seguito dei corsi di recitazione e dizione.



ALCUNI CONSIGLI PER INIZIARE A FARE DOPPIAGGIO

Dato per scontato che abbiate le qualità per farlo, il primo consiglio che mi sento di darvi è quello di interpretare anelli, che è il nome convenzionale dato al frammento di scena da doppiare, tratti da cartoni animati, serie tv e film e riuscire a trasmettere un emozione sentendola per primi.

Mi ricordo un aneddoto che si racconta sul grande Ferruccio Amendola, il quale durante una regia, suggerì al collega di turno di far sentire l’acqua della pioggia che cadeva incessante sul personaggio al quale stava prestando la voce . Ecco questo potrebbe farvi capire cosa sia il doppiaggio . Quando vi sentirete pronti a trasmettere emozioni, allora potrete provare ad andare al leggio iniziando a mettere alla prova la propria volontà , motivazione e soprattutto capacità.

Sarebbe una buona cosa riuscire a seguire i turni di professionisti nelle diverse sale in tal modo da chiedere al direttore di turno, di poter sostenere un provino. Una volta era molto più semplice entrarvi ora per svariate ragioni vi è una minore disponibilità, allora il trucco è insistere provare e riprovare finche non si ottenga una risposta positiva perché ricorda con la tenacia , la volontà e la preparazione si può ottenere tutto!! 

Articolo a cura di Antonio Amoruso

Emanuela Rossi: la Trinity del doppiaggio

Che cosa hanno in comune grandi capolavori del cinema come Forrest Gump, Scarface, Blade Runner e (ovviamente) Matrix? Semplice, una grande doppiatrice: Emanuela Rossi, voce di Robin Wright, Michelle Pfeiffer, Sean Young, Carrie Anne Moss e tantissime altre attrici. Scopriamo la sua splendida carriera nel dossier di Alessandro Delfino.

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Nel doppiaggio spesso la carriera di un attore comincia sin da piccolo; servono di frequente bambini per dare voce a piccoli personaggi in film o serie televisive o cartoni animati. E’ stato il caso della doppiatrice di cui parliamo oggi, considerata una delle migliori e duttili della sua generazione: Emanuela Rossi.

Emanuela comincia piccolina e spesso le vengono affidati ruoli da maschietto: ad esempio il gattinoBizet nel film di animazioneDisney del 1973Gli aristogatti. Ma è nel 1970 che Emanuela ottiene il suo primo ruolo importante: doppia la piccola protagonistaInger Nilsson nella serie svedesePippi Calzelunghe. Iltelefilm è un grande successo e la piccola Emanuela comincia a crescere e a farsi conoscere entrando nei cuori degli adolescenti anni settanta.

Ma è nel decennio successivo che il talento di Emanuela viene riconosciuto, quando nel 1983 doppia una giovane attrice Michelle Pfeiffer, diventando la voce ufficiale dell’attrice e creando uno storico legame voce-volto.

Per tutti gli anni ottanta e novanta diventa la voce di punta della Cdc- Sefit Group doppiando spesso ragazze belle e sensuali, ma anche donne fragili ed emotive; attrici come l’inglese Emma Thompson, l’americana bad-girl Rene Russo, la bravissima Robin Wright (famoso il suo ruolo di Jenny in Forrest Gump) e tante altre.

A fine anni novanta doppia il film cult che porterà altri due seguiti nel 2002: Matrix, nel ruolo della lottatrice innamorata dell’eletto Neo Trinity. Numerose le attrici doppiate negli anni novanta: Uma Thurman, Nicole Kidman, Andie MacDowell, Madonna, Kim Basinger, Sophie Marceau e tante altre.

La bravura di Emanuela riesce a spaziare da ruoli drammatici a ruoli comici riuscendo a doppiare praticamente qualunque attrice, seguendo meticolosamente l’intenzione originale e incollandosi perfettamente al volto del personaggio. Pensiamo al ruolo della pomposa e raffinata P.L Travers interpretata da Emma Thompson nel film Saving Mr Banks; o alla smarrita androide Sean Young in Blade Runner; o ancora alla cinica e senza scrupoli Amanda Waller interpretata da Viola Davis in Suicide Squad.

Attrice talentuosa, Emanuela riesce a spaziare anche in cinema, televisione e soprattutto teatro (spesso in coppia con il marito Francesco Pannofino), attrice a tutto tondo quindi, non solo voce. Se il doppiaggio è stato spesso circondato da eccellenti voci maschili, sicuramente Emanuela Rossi rimane una delle voci femminili più belle e sensuali, capace di emozionare ad ogni battuta, ad ogni respiro e ancora oggi rimane di ispirazioni per ogni giovane ragazza che sogna di far parte di quel magico mondo nell’ombra...



Le voci più belle di Emanuela Rossi

  1. Inger Nillson (Pippi) in “Pippi Calze Lunghe”

  2. Bizet in “Gli Aristogatti”

  3. Sean Young (Rachel) in “Blade Runner”

  4. Michelle Pfeiffer (Elvira) in “Scarface”

  5. Elizabeth Shue (Jennifer Parker) in “Ritorno al futuro 2”

  6. Robin Wright (Jenny Curran) in “Forrest Gump”

  7. Carrie Anne Moss (Trinity) in “Matrix”

  8. Rene Russo (Catherine Olds Banning) in “Gioco a due”

  9. Cate Blanchett (Jeanette Francis) in “Blue Jasmine”

  10. Emma Thompson (P.L. Travers) in “Saving Mr Banks”

  11. Viola Davis (Amanda Waller) in “Suicide Squad”

Articolo a cura di Alessandro Delfino

Filippo Ottoni: un grande direttore di doppiaggio

Il livello di doppiaggio in un film dipende prima di tutto dell’adattamento dei testi e della direzione del doppiaggio stesso. Lo sa bene Filippo Ottoni, vero “mostro sacro” del settore, che nella sua lunga carriera ha lavorato alle versioni italiane di oltre 200 film, tra cui Colossal di Clint Eastwood e Tim Burton. Lo ha incontrato Patrizia Simonetti per VOCI.fm.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Filippo Ottoni su VOCI.fm: un grande direttore di doppiaggio! Quanti film ha fatto e quanti doppiatori ha diretto? 
Beh, ho cominciato da ragazzino. Pensi che adesso ho incontrato Francesco Prandoche era davvero giovane quando ha iniziato con me e mi ha presentato sua figlia che ha già 19 anni. Quindi, lavoro nel doppiaggio praticamente da un secolo e fino a tre anni fa ho collaborato con tutti.

Che consiglio può dare, visto che lei è proprio un direttore, ai giovani che vogliono intraprendere questa professione? 
I consigli sarebbero tanti, però mi dicono che il doppiaggio è cambiato molto negli ultimi tempi. Io purtroppo da circa tre anno ho dovuto interrompere la mia attività a seguito di una malattia che mi ha colpito. Mi dicono che adesso un film si doppia in cinque o, al massimo, otto turni. Quando io non ne facevo mani meno di quindici o venti. Boh...si vede che sono diventati tutti più bravi :-)

Anche le voci sono diverse però, e se vediamo dei film di qualche anno fa è molto diversa anche l’interpretazione... 
Va detto che i film di qualche anno fa non hanno tempo. C'era più cura ed i turni si facevano sempre in coppia, dove uno fa la domanda e l’altro risponde. Adesso lavorano tutti da soli, basandosi sul preascolto in cuffia. Un saluto a VOCI.FM da Filippo Ottoni.

 

FILIPPO OTTONI: CENNI BIOGRAFICI

Filippo Ottoni, nato a Cellere (VT), il 17 Maggio 1938 è uno dei più importanti direttori del doppiaggio e sceneggiatori italiani. Diplomatosi all'attuale “International Film School” di Londra, ha all'attivo anche vari film da regista. Importantissimo il suo ruolo di direttore del doppiaggio, nella traduzione e nell’adattamento di circa 200 pellicole di autori di tutto il mondo sia cinematografici (Clint Eastwood, Steven Soderbergh, Stephen Frears, Stephen Gaghan, Wolfgang Petersen, Tim Burton, Oliver Parker, Emir Kusturica) che teatrali.

Francesco Pannofino: voce incredibile

Ci sono voci che più di altre "restano": timbro inconfondibile, recitazione caratterizzante, versatilità massima. E' senz'altro il caso di Francesco Pannofino, tra i più amati attori e doppiatori italiani. Lo ha intervistato per VOCI.fm la giornalista Patrizia Simonetti.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Francesco Pannofino su VOCI.fm. Grande doppiatore oltre che attore, voce di Denzel Washington e George Clooney, ma anche di cartoni animati come “Pipì Pupù e Rosmarina”, insomma chi più ne ha più ne metta. Che differenza c'è tra dare la voce ad un grande attore e dare la voce ad un personaggio animato?
Intanto il lavoro va preso tutto seriamente; se proprio vogliamo parlare di differenza “tecnica”, secondo me, doppiare un cartone è più faticoso, perché hai davanti a te una bocca “disegnata” e poi perchè i personaggi dei cartoni animati sono quasi sempre sopra le righe e quindi risultano più impegnativi, ma altrettanto divertenti. Poi dipende anche da chi doppi, da che film stai facendo, ci sono volte in cui è bello, molto bello, altre in cui non tutte le ciambelle riescono col buco! Nel caso di “Pipì Pupù e Rosmarina” è tutto perfetto, perché Enzo D'Alò è un grande regista ed ha deciso di portare al cinema questa serie dopo una lunga gestazione; è un film che piace ai bambini, ma anche ai grandi, perché non bisogna farsi ingannare dai disegni o dalle voci dei bambini dei protagonisti, ci sono anche spunti interessanti per gli adulti.

Ti senti più realizzato quando fai l'attore, quando oltre che con la voce ci sei anche in carne ed ossa oppure quando doppi qualcuno comunque di grande livello?
No, beh, il lavoro è tutto bello, perché poi è quello che volevo fare da bambino e questa è già una grande soddisfazione per un uomo. Chiaramente un attore quando si può esprimere anche con la faccia è più completo, ma questo non toglie nulla alla serietà del lavoro del doppiaggio, dove è vero che tu partecipi ad un film già fatto e che l'attore ha già recitato la sua parte, però bisogna ridare le stesse emozioni in un' altra lingua, che sembra facile, ma non lo è.

Quindi è un tuo sogno da bambino quello di fare il doppiatore, ma non avevi questa voce?
No, veramente da piccolo non sapevo neanche quello che volesse dire la parola “doppiatore”. Ma avevo tre sogni: calciatore, giornalista ed attore. Ero un buon calciatore, ma non al punto da diventare un professionista, come giornalista serve di essere molto ficcanasi ed io non lo sono. Alla fine ho fatto l'attore perché mi sono accorto di avere talento interpretativo, più che altro me ne hanno fatto accorgere i miei amici e le persone che mi stavano vicino; ci ho provato ed è andata bene.

So che adesso ai doppiatori non fanno più vedere il film da doppiare, per cui magari capita che una mattina ti alzi triste e vai a doppiare una cosa che fa ridere o viceversa. Ci si fa l'abitudine?
Sai, nel mio lavoro purtroppo le condizioni personali bisogna lasciarle a casa. Bisogna farci l'abitudine, e se mi sveglio triste... per forza me la faccio passare.

Un consiglio ai giovani che vogliono fare l'attore, il doppiatore?
Ognuno ha la sua storia, il suo talento, la sua faccia, la sua voce ecc. Bisogna individuare dentro di sé se c'è il talento adatto per poter fare questo lavoro, perché bisogna esserci portati e quindi occorre molta autocritica e poi provarci e non abbattersi al primo ostacolo. Iniziare da giovani, perché quando si arriva ad una certa età è difficile. Si perde la faccia tosta per andare avanti, per proporsi, anche per superare le prime difficoltà.

Un saluto affettuoso a VOCI.fm da Francesco Pannofino, e vi auguro ogni bene. Ciao a presto!



FRANCESCO PANNOFINO: CENNI BIOGRAFICI

Francesco Pannofino, nasce a Pieve di Teco (IM) il 14 novembre 1958. E' uno dei più noti attori, doppiatori e direttori del doppiaggio italiano. Voce ufficiale di George Clooney e Denzel Washington, ha prestato la voce a Kurt Russell, Michael Madsen, Jean-Claude Van Damme, Antonio Banderas, Philip Seymour Hoffman, Dan Aykroyd e Mickey Rourke in diverse interpretazioni importanti. E' anche doppiatore di William Petersen nella serie televisiva “CSI - Scena del crimine”, Wesley Snipes nella trilogia di “Blade”, Robbie Coltrane nella saga di “Harry Potter”, Michael Madsen in “Kill Bill” di Quentin Tarantino, Benicio del Toro in “Traffic” e Tom Hanks in “Forrest Gump”, Daniel Day-Lewis. Ha inoltre doppiato, subentrando al collega Marco Mete, il personaggio di Tex Willer nello sceneggiato radiofonico trasmesso da “Rai Radio 2”. Tra gli attori doppiati vi sono Kevin Spacey, Kiefer Sutherland, Willem Dafoe nella trilogia di “Spider-Man”, Costas Mandylor nella saga di “Saw” (ad eccezione del terzo capitolo), Vin Diesel in “xXx”, “Il risolutore” e “Prova a incastrarmi”. E' anche voce di Fred Flintstone nel film “I Flintstones”. Attore e voce di numerosi spot pubblicitari, tra cui la fortunata campagna dei treni “Italo” nell'anno 2017. E' sposato con la doppiatrice Emanuela Rossi.

Frank Matano: da Youtube al doppiaggio

Chi lo conosce come “iena”, chi come giudice di “Italias’s got talent”, chi come attore o per i suoi scherzi su YouTube. Ma in pochi sanno che Frank Matano è anche un grande ammiratore del doppiaggio e che è sua la voce di vari personaggi in “South Park” e di Duke Donnolesi in “Zootropolis”. Lo ha incontrato per noi la giornalista Patrizia Simonetti.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Frank Matano per VOCI.fm! Tu hai iniziato giocando con la voce e ti ha portato fortuna. Ma quanto tieni alla tua voce?
Avevo iniziato con gli scherzi telefonici e facevo tante voci e poi ho lavorato per trasformare quella cosa in un lavoro. Vuol dire ascoltare e vedere come lavorano gli altri per cercare di capire quale fosse la mia direzione. Lo sto ancora capendo, però mi sto divertendo tantissimo.

Sei arrivato anche al doppiaggio, soprattutto cartoni, come “South Park” o “Zootropolis"...
Mi piace tantissimo il doppiaggio e mi piace giocare con la voce. Trovo che i cartoni animati siano poi l’espressione artistica più bella e credo che i “Simpson” siano la scrittura comica migliore che abbiamo avuto negli ultimi anni. A VOCI.fm un bacio da Frank Matano.

FRANK MATANO: CENNI BIOGRAFICI

Frank Matano (Francesco Matano), è nato il 14 settembre 1989 a Santa Maria Capua Verde (CE). A 18 anni si fa notare come youtuber, inizialmente con il nome di “lamentecontorta”, girando video in cui fa scherzi telefonici e simpatici esperimenti sociali. Grazie alla sua fama da webstar viene contatto nel 2009 per partecipare al programma TV “Le Iene”, arrivando a condurre successivamente uno show tutto suo su Sky UNO, chiamato “Sky Scherzando?” (2010) e “Ti lascio una canzone” (2011) su RAIUno. Nel 2013 esordisce come attore al cinema con la commedia “Fuga di Cervelli”, diretta da Paolo Ruffini, che lo vorrà anche nel suo secondo film “Tutto molto bello” (2014). Grande appassionato di doppiaggio, nel 2014 entra a far parte dei doppiatori italiani della serie televisiva “South Park”, in cui presta la voce a diversi personaggi e nel 2016 al ladro Duke Donnolesi in “Zootropolis”. Molto ricordata anche la sua parte nel film “Ma che bella sorpresa” (2015) con Claudio Bisio o quella nel cast di “Sono tornato” (2018). Frank Matano è “Personaggio rivelazione dell'anno 2015”.

Frasi principali e frasi subordinate

Ciao a tutti, mi chiamoBruno Caricchiae sono uno speaker-doppiatore pubblicitario: “NON SOLO DOPPIAGGIO” è il mio podcast, in cui cerco di fornire consigli e trucchi per parlare bene.

Giancarlo Genise, il vocal-coach di Eurovision 2022 su VOCI.fm

Patrizia Simonetti intervista Giancarlo Genise, vocal coach di supporto ufficiale per tutti gli artisti in gara e gli ospiti presenti all’Eurovision Song Contest 2022. Ecco la videointervista per VOCI.fm

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Possono essere famosi quanto vogliono, aver calcato palchi importanti, essersi esibiti davanti a migliaia di persone, avere le loro hit che vanno a rotazione nelle radio, essere acclamati, applauditi e seguiti ovunque dai loro fan… Eppure, quando è il momento di andare in scena in una manifestazione così importante e collettiva come l’Eurovision Song Contest 2022, uno dei live più attesi dopo gli ultimi due anni segnati dalla pandemia e dallo stop della musica dal vivo, l’emozione è sempre forte e un po’ di insicurezza può impossessarsi di loro, con conseguenze psicologiche che possono impattare anche sulla loro voce: diaframma bloccato, corde vocali che sembrano non voler rispondere ai comandi…

Ecco perché anche all’Eurovision c’è bisogno di un vocal coach, uno che sappia intervenire “tecnicamente”, ma anche psicologicamente. Ed ecco perché a Torino c’è anche Giancarlo Genise, tra i vocal coach più conosciuti in Italia, che mette sul campo un’esperienza decennale nel vocal coaching affiancando anche i team di Fisioterapia e Osteopatia diretti da ASOMI con un supporto all’artista a 360°. 
Giancarlo Genise ha lavorato con diversi artisti big della canzone italiana e in tanti programmi televisivi, da “Ora o mai più” a “Name That Tune” fino al Festival di Sanremo, ed è alla guida di “Progetto Hoop”, il primo progetto di formazione artistica e discografica on-demand online e offline con oltre 100 insegnanti in tutta Italia.

Con lui infatti all’Eurovision Song contest 2022 ci sono anche Pietro Lo Piccolo da Palermo ed Elita Cistola da Teramo. 
Tanta, ovviamente, la responsabilità se pensiamo che con il suo lavoro Giancarlo Genise può evitare una stecca o un calo di voce ad un artista che potrebbe così compromettere l’integrità e la magia della sua performance sul palco, può infondere quella fiducia che magari a pochi minuti dall’esibizione, ad alcuni cantanti può venir meno. Ed è, assieme ai suoi collaboratori, a loro disposizione h24 per ogni esigenza: possono infatti chiamarlo quando vogliono, per qualsiasi dubbio vocale, riscaldamento o performing tips: “abbiamo un app dove sappiamo esattamente dove si trova ognuno di loro in qualunque momento” ci rivela lui stesso nella nostra videointervista.


La tensione è sempre più tangibile, i cantanti sono tutti sotto stress, la puntata della finale dura ben quattro ore, per cui si allenano sin dal mattino e non è facile – ci svela ancora Giancarlo Genise - ma qui è soprattutto una festa, una grande gioia persino per gli eliminati che lo hanno vissuto come un grande gioco e si sono divertiti. Gli stranieri poi sono fantastici, ci adorano in un modo esagerato perché sanno che l’Italia è la culla del canto, che le più grandi voci nascono dall’italia, anche a livello storico, e che anche le tecniche del canto nascono per la maggior parte in Italia. E quindi appena scoprono che ci sono dei vocal coach italiani, ci assalgono perché vogliono acquisire e rubare un po’ da noi… Gli italiani un filo meno, sono più sregolati un po’ più eccessivi…” Poi ci spiega anche nei dettagli una tecnica, anche questo un brevetto tutto italiano, con la quale aumenta l’impedenza e la reattanza della voce… Ma se volete sapere tutti i dettagli, guardate la videointervista.

Giuseppe Rinaldi: il padrino del doppiaggio

Giuseppe Rinaldi: un nome che per i fan e i doppiatori di tante generazioni risuona come un gigante. E' lui che studiamo sui libri di cinema, è sua la voce di Don Vito Corleone ne “Il padrino” o dell'Ispettore Jacques Closeau ne “La pantera rosa”. Sono solo due degli infiniti esempi di personaggi indimenticabili che hanno in comune la sua meravigliosa (e versatile) voce. Ripercorriamo la carriera di Giuseppe Rinaldi nel dossier di Alessandro Delfino.


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Giuseppe Rinaldi è stato uno dei doppiatori più grandi del periodo d’oro del doppiaggio, probabilmente il più grande.

Classe 1919, iniziò a lavorare nel mondo delle voci alla fine degli anni quaranta diventando in poco tempo la voce di baldi giovani hollywoodiani come Rock Hudson, Burt Lancaster, William Holden e tanti altri.

La sua recitazione fresca e spontanea cominciò a portare novità nel panorama recitativo dell’epoca, abituato alle belle voci musicali di grandi attori come Emilio Cigoli, Lydia Simoneschi, Gualtiero De Angelis e tanti altri.

Ma fu nel 1956 che Rinaldi doppiò per la prima volta uno degli attori che si sarebbe portato per tutta la sua carriera: Paul Newman; nel film "Lassù qualcuno mi ama", Newman interpreta il pugile italo-americano donandogli un magnifico accento italiano, mentre nella nostra versione Rinaldi gli conferisce un accento napoletano che riesce a restituire in pieno la parlata di strada e ingenua di Graziano.

Da quel momento, salvo eccezioni, Rinaldi diventa la voce ufficiale di Paul Newman doppiandolo nei suoi film più importanti: "La gatta sul tetto che scotta", "Il sipario strappato", "Lo spaccone", "L’agente speciale Mackinyosh", "La stangata", "Il colore dei soldi", "Mister Hula Hoop", "La vita a modo mio" e tanti altri. Se Newman insieme a Marlon Brando è considerato il primo dei grandi attori della New Hollywood a portare novità e verità nella recitazione (dando poi il via negli anni sessanta e settanta ad attori come Al Pacino, Robert De Niro, Jack Nicholson, Dustin Hoffman e tanti altri) Rinaldi lo è stato per il doppiaggio (portando attori rivoluzionari al leggio come Ferruccio Amendola, Cesare Barbetti, Oreste Lionello e tanti altri).

Parlando di Marlon Brando, il collegamento con Newman è più vicino di quello che si pensa... almeno in Italia: infatti anche questo grande attore ha la voce di Giuseppe Rinaldi, che riesce a scindere alla perfezione i due attori arrivando addirittura a conferire un fascino in più alla voce di Brando (molto particolare in originale). Lo doppia per la prima volta nel primo film in assoluto da protagonista di Brando, "Il mio corpo ti appartiene", nella parte di un reduce della seconda guerra mondiale rimasto paralizzato; e lo seguirà in tanti film dell’attore: "I due seduttori", "Queimada", "Ultimo tango a Parigi", "Superman", ma soprattutto "Il Padrino", dove ancora una volta, dove Brando sfoggia un accento italo-americano, Rinaldi gli conferisce un accento siciliano, donandogli umanità e grandezza.



Ultimi ma non meno importanti due attori comici brillanti, Jack Lemmon e Peter Sellers: diversissimi tra loro (più comico classico, più rivoluzionario e demenziale il secondo) tanto che Rinaldi riesce ad adeguarsi e a mimetizzarsi non facendo mai capire al pubblico che le due star sono doppiate in Italia dalla stessa persona.

Tantissimi i titoli variegati e famosi dei due doppiati da Rinaldi: "Prima pagina", "Salvate la tigre", "La strana coppia", "A qualcuno piace caldo" (dove Rinaldi segue meticolosamente il doppio ruolo di Jerry e Daphne interpretati da Lemmon) e "Il dottor Stranamore", "Oltre il giardino", "Ciao Pussycat", ma soprattutto il personaggio di Jacque Closeau nei film della "Pantera Rosa", dove Rinaldi sfoggia un accento francese divertentissimo.

Dotato di un’ironia di altri tempi e per niente timoroso nei confronti delle star a cui prestava la voce (Frank Sinatra incontrandolo gli chiese: "Ma tu mi doppi anche quando canto?" E lui rispose: "Naturale! E’ per questo che ti chiamano The Voice") Giuseppe Rinaldi ancora oggi rimane una grossa fetta del doppiaggio, ma anche del grande cinema classico, e se dopo ben undici anni dalla sua morte viene ricordato e amato dai giovani attori e doppiatori non si può che concludere con una frase: "Lassù (ma soprattutto quaggiù) qualcuno lo ama"!

Articolo a cura di Alessandro Delfino


Le voci più belle di Giuseppe Rinaldi

  1. Paul Newman (Rocky Graziano) in “Lassù qualcuno mi ama”

  2. Jack Lemmon (Jerry / Daphne) in “A qualcuno piace caldo”

  3. Paul Newman (Brick Pollitt) in “La gatta sul tetto che scotta”

  4. Marlon Brando (Valentin Xavier) in “Pelle di serpente”

  5. Paul Newman (Eddie Felson) in “Lo spaccone”

  6. Peter Sellers (Ispettore Jacques Closeau) in “La pantera rosa”

  7. David Tomlinson (George Banks) in “Mary Poppins”

  8. Peter Sellers (Colonello Lionel Mandrake) in “Il dottor Stranamore”

  9. Jack Lemmon (Felix Ungar) in “La strana coppia”

  10. Charles Bronson (Armonica) in “C’era una volta il West”

  11. Marlon Brando (Don Vito Corleone) in “Il padrino”

  12. Paul Newman (Henry Gondorff) in “La stangata”

  13. Marlon Brando (Paul) in “Ultimo tango a Parigi”

  14. Charles Bronson (Paul Kersey) in “Il giustiziere della notte”

  15. Paul Newman (Eddie Felson) in “Il colore dei soldi”

  16. Marlon Brando (Mc Carty) in “Il coraggioso”

Giuseppe Zeno: voce e volto delle fiction

Chi non conosce Santi Fortebracci de “L'onore e il rispetto”? Il successo di questa fiction e di tantissime altre tra RAI e Mediaset è anche e soprattutto merito dell'attore Giuseppe Zeno, capace di interpretare con il suo volto e la sua voce personaggi di ogni tipo. Ce ne parla al microfono della giornalista Patrizia Simonetti.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Giuseppe Zeno su VOCI.fm!

Certo che spesso si ascolta una voce che ci piace tantissimo e poi quando si vede la persona invece... però nel tuo caso la bellezza coincide no? 
Si, grazie. 

Ho iniziato subito con un complimento, sei contento? 
Si, ma i complimenti mi imbarazzano. 

L'ho fatto apposta :-) Quanto è importante la voce per un attore, oltre all'aspetto e ovviamente al talento? 
La voce è lo strumento attraverso il quale un attore oggi si esprime; un personaggio vive di fisicità, vive di corpo, di voce e di sguardi. La voce quindi è “principe” di questo lavoro, bisogna averne padronanza e consapevolezza di come usarla, gestirla, mettendola a disposizione anche dei vari personaggi e delle diverse forme alle quali poi ti vai approcciando: teatro, tv, una lettura o semplicemente il canto

Quindi talento e preparazione in che percentuale? 
Guarda, il talento io credo che sia fondamentale, ma non è altro che una predisposizione verso qualcosa che se poi non viene coltivato con studio, tecnica e cultura, rimane semplicemente fine a se stessa. Per cui il talento è importante ma conta decisamente di più la preparazione; il talento aiuta in una fase iniziale, però doversi affidare nell'arco di una carriera a qualche forma di estro legata al talento non aiuta mai. 

Un'ultima cosa, ti è mai capitato in teatro (in televisione no perché si taglia e si rifà) che la tua voce ti abbia tradito, sia andata via oppure che si sia un attimo incrinata? Come ti sei ripreso? 
Mi è capitato quando si è anche un pò più se stessi, quando devi portare in qualche modo te stesso in scena o devi dare un messaggio. Sono fondamentalmente emotivo, adesso non è che abbia sbagliato, però in questi casi quel filo di emozione nella voce viene fuori ed è percepito anche dal pubblico e da chi ti ascolta. Poi mi è capitato di andare in scena con un problema ad una gamba, oppure con un raffreddore che limitasse in qualche modo l'uso della voce; mai però con qualche difficoltà che mi impedisse di restituire al pubblico quello che era l'intento del personaggio o della funzione scenica. 

Da Giuseppe Zeno un saluto agli amici di VOCI.fm. Un abbraccio grande.



GIUSEPPE ZENO: CENNI BIOGRAFICI

Giuseppe Zeno è nato a Napoli l'8 Maggio 1976 ed ha vissuto tra Ercolano e Vibo Marina. Determinato a diventare attore, frequenta l’Accademia d’Arte Drammatica della Calabria e, successivamente, la Scuola di Teatro Enzo Corea, diretta da Salvatore Corea, e l’Accademia d’Arte Drammatica di Varsavia. Dopo aver lavorato in piccoli ruoli in televisione e nel cinema, nel 1997 debutta in teatro con “Le Troiane”. Tra il 1998 e il 2000 prende parte a delle tournée teatrali in Argentina e in altri paesi del Sud America. Tornato in Italia, continua ad alternare al lavoro teatrale, quello cinematografico e televisivo. Il suo primo ruolo televisivo importante è quello di Alberto Fusaro, interpretato nel 2002 e nel 2003 in “Incantesimo 5” ed “Incantesimo 6”. Tra il 2004 e il 2005 fa parte del cast della soap-opera di Rai 3 “Un posto al sole”, nel ruolo del pugile Armando. Nel 2005 interpreta Tony Amitrano in “Gente di mare”. Il 2006 è un anno molto importante nella sua carriera, pieno di impegni e di soddisfazioni professionali, uniti alla popolarità raggiunta grazie soprattutto alla miniserie tv di Canale 5 “L’onore e il rispetto”, regia di Salvatore Samperi, in cui è protagonista nel ruolo di Santi Fortebracci. Ancora nel 2006 appare su Rai Uno nel ruolo di Salvatore nella miniserie “Assunta Spina”, regia di Riccardo Milani, e gira altre tre miniserie: “Graffio di tigre”, diretta da Alfredo Peyretti, in cui interpreta il ruolo di Kim, “Giuseppe Moscati”, regia di Giacomo Campiotti, entrambe in onda nel 2007 su Rai Uno, e “Artemisia Sanchez” (2008), regia di Ambrogio Lo Giudice. Nel 2007 torna ad interpretare il ruolo di Tony Amitrano in “Gente di mare 2” ed appare nel film tv di Rai Uno, “Fuga con Marlene”, regia di Alfredo Peyretti; inoltre gira il film “Liberarsi – Figli di una rivoluzione minore” (2008), opera prima di Salvatore Romano, e la miniserie tv “Pane e libertà”, regia di Alberto Negrin, in onda nel 2009 su Rai Uno. Nel 2009 torna anche su Canale 5 nei panni di Santi Fortebracci nella miniserie “L’onore e il rispetto – parte seconda”. Nel 2011 torna su Rai Uno nei panni di Giuliano nella serie “Rossella” con Gabriella Pession, Danilo Brugia e Fabio Sartor. Nel 2011 fa parte del cast della terza stagione di “Squadra antimafia – Palermo oggi”, nel ruolo di Vito Portanova, un camorrista napoletano. Nel 2013 interpreta il ruolo di Francesco Russo O’ Malese nella serie TV “Il clan dei camorristi”, liberamente ispirata alle vicende criminali di Francesco Schiavone detto "Sandokan", al vertice del clan dei Casalesi. Nel 2014 è ancora protagonista di una fiction Mediaset nei panni di Michele Benevento, ispettore di Polizia che combatte la criminalità organizzata nella Milano della finanza. Così via, è oggi uno dei giovani attori di certo più amati e richiesti dal pubblico televisivo.

Gli attori cinematografici e il doppiaggio

Alberto Sordi e Vittorio Gassman ma anche Raoul Bova e Laura Chiatti, oppure Pierfrancesco Favino o Claudio Bisio;solo per fare qualche esempio. Sappiamo tutti che si tratta di famosi volti del piccolo e grande schermo. Ma in pochi conosciamo le loro esperienze in sala di doppiaggio. Perché moltissimi attori di fama prestano la propria voce a personaggi stranieri o cartoni animati. E in pochi lo sanno. Ne parliamo in questo interessante dossier a cura di Alessandro Delfino.

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L’importanza del doppiaggio è tale da toccare anche altri rami della recitazione: il teatro, la televisione e, naturalmente, il cinema.

Nonostante in passato molti registi italiani si sono lamentati del doppiaggio perché “falsava” le loro opere originarie, molti altri lo hanno usato in maniera smisurata: Federico Fellini, Sergio Leone, Luchino Visconti, Giuseppe Tornatore, Gabriele Salvatores, Gabriele Muccino e la lista potrebbe continuare all’infinito.

Ai tempi del dopoguerra i cineasti spesso sceglievano delle facce perfette per il loro film molto adatte alla realtà quotidiana (neorealismo), ma purtroppo spesso comparse e non attori; da lì si rimediava col doppiaggio, usando gli attori al leggio per donare verità a quei film.

Negli anni sessanta e settanta, con l’avvento dei film di genere, si usava spesso far doppiare gli attori di quei film per svariati motivi: star straniere utilizzate per esportare il film all’estero ma che recitavano nella loro lingua, interpreti di un dialetto opposto a quello che serviva al film, personaggi che dovevano sembrare americani o messicani, o semplicemente atleti molto adatti al ruolo, ma con scarse capacità recitative.

Da allora ad oggi, molti famosi attori cinematografici si sono cimentati almeno una volta nel doppiaggio, molti anche in maniera continuativa: pensiamo ad Alberto Sordi o Nino Manfredi che sono proprio partiti doppiando molti personaggi prima di avere successo nel cinema (Alberto Sordi rimane ancora oggi famoso per essere la voce di Oliver Hardy del celebre duo "Stanlio e Ollio"); o a Gigi Proietti (voce di Sylvester Stallone nel film "Rocky", Robert De Niro in "Mean Streets" e "Casinò", il Genio della lampada nella trilogia animata della Disney e Ian McKellen nel ruolo del mago Gandalf nella trilogia di "Lo Hobbit") Leo Gullotta (Burt Young in "Rocky", Joe Pesci in "Mio cugino Vincenzo", il mammut Manny nella saga animata "L’era glaciale" e nuova voce di Woody Allen dal 2012), Oreste Lionello (voce di Gene Wilder, ma soprattutto voce storica di Woody Allen), Giancarlo Giannini (voce ufficiale di Al Pacino, Jack Nicholson, Michael Douglas), Enrico Maria Salerno (voce di Clint Eastwood nei tre famosi western di Sergio Leone), chi più chi meno stabili e magnifici attori al leggio.



Qualunque attore o attrice famosa si è auto-doppiato almeno una volta, soprattutto quando succedeva di dover recitare in lingua straniera con un grande divo americano: è successo ad Anna Magnani con Marlon Brando in "Pelle di serpente", a Sophia Loren in diversi film, Gina Lollogibrida con Sean Connery nel film di Alfred Hitchcock "La donna di paglia"; è una tecnica difficilissima, considerando che bisogna ridoppiarsi facendo attenzione al sync e soprattutto dover riprodurre a freddo e in una sala buia le emozioni provate sul set in quel momento.

Ad oggi il doppiaggio rimane un punto importante per tutti gli attori cinematografici, che da Pierfrancesco Favino a Claudio Santamaria, da Cristiana Capotondi a Monica Bellucci, han provato tutti almeno una volta; succede soprattutto con i prodotti di animazione.

Spesso, come in America usano grandi attori americani, da noi in Italia si punta sulla star nostrana per portare il pubblico al cinema: spesso i risultati sono ottimi, altre volte meno, ma resta comunque da dire che, nonostante molti detrattori  e sostenitori dei sottotitoli, il doppiaggio in Italia continua a rimanere un riferimento, non solo per gli artisti, ma anche per noi che amiamo sederci sulla poltrona e ascoltare una storia.

Le voci cinematografiche più belle del doppiaggio: 

  1. Alberto Sordi (voce di Oliver Hardy) con Mauro Zambuto (voce di Stan Laurel) in “I figli del deserto”
  2. Nino Manfredi (voce di Earl Holliman) in “Il pianeta proibito”
  3. Anna Magnani e Giuseppe Rinaldi (voce di Marlon Brando) in “Pelle di serpente”
  4. Enrico Maria Salerno (voce di Clint Eastwood) in “Per un pugno di dollari”
  5. Oreste Lionello (voce di Woody Allen) in “Provaci ancora Sam”
  6. Gigi Proietti (voce di Sylvester Stallone) in “Rocky”
  7. Leo Gullotta (voce di Burt Young) in “Rocky”
  8. Giancarlo Giannini (voce di Al Pacino) in “Quel pomeriggio di un giorno da cani”
  9. Vittorio Gassman (voce di Mufasa) in “Il re leone”
  10. Raoul Bova (voce di Ercole) in “Hercules”
  11. Claudio Bisio (voce di Sid) in “L’era glaciale 3”
  12. Mariangela Melato (voce di Annette Bening) in “La diva Julia”
  13. Claudio Santamaria (voce di Christian Bale) in “Il cavaliere oscuro”
  14. Pierfrancesco Favino (voce di Michael Shannon) in “Revolutionary Road”
  15. Laura Chiatti (voce di Rapunzel) in “Rapunzel - l’intreccio della torre”
  16. Enrico Brignano (voce di Olaf) in “Frozen - Il regno di ghiaccio”

Articolo a cura di Alessandro Delfino

I vincitori e le emozioni del Premio Tonino Accolla 2023

Anche quest’anno noi di VOCI.fm con Voxyl Voce Gola siamo stati a fianco di “Voice Over - Festival del Cinema e del Doppiaggio sotto le Stelle”, per l’ottava edizione del Premio Tonino Accolla. Patrizia Simonetti ha raccolto le nostre sensazioni al termine di questa nuova esperienza siciliana.

Il Grinch: speciale doppiaggio

Alessandro Gassmann torna a prestare la sua voce al personaggio di un cartone dopo aver fatto parlare Miguel ne “La strada per Eldorado”, il serpente de “Il Piccolo Principe” e soprattutto Primo Gemito in “Gatta Cenerentola”, e stavolta è proprio il suo preferito: “Il Grinch”. Il film che uscirà il 29 novembre è stato presentato in anteprima a Roma dallo stesso Alessandro Gassmann. Per VOCI.fm c’era Patrizia Simonetti ed ecco lo speciale video, buona visione!

Servizio a cura di Patrizia Simonetti

Cos’hanno in comune il londinese Benedict Cumberbatch, il dottor Strange della Marvel ma anche il protagonista delle serie TV Sherlock e Patrick MelrosIe, e il romano Alessandro Gassmann, appena visto al cinema in Una storia senza nome, in TV ne I bastardi di Pizzofalcone mentre è già sul set di Croce e delizia di Simone Godano? Che sono ovviamente entrambi attori, e ora doppiatori dello stesso personaggio, il Grinch, quello del film omonimo diretto da Scott Mosier e Yarrow Cheney che arriverà nei nostri cinema il 29 novembre con Universal Pictures, ottavo lungometraggio d’animazione della Illumination (Pets, Sing, Cattivissimo Me).


Tratto dal racconto del 1957 intitolato Quando il Grinch rubò il Natale dello scrittore e fumettista americano Theodor Geisel detto Dr. Seuss, all’epoca pubblicato per criticare, pensate già a quei tempi, l’eccessiva commercializzazione del Natale, non è la prima volta che il verde, peloso e alquanto scorbutico essere con il cuore più piccolo di due taglie che tanto odia il Natale approda sul grande schermo: 18 anni fa ci aveva pensato Ron Howard con un film a personaggi reali ma molto ben truccati, primo fra tutti il quasi irriconoscibile Jim Carrey. Ci sono non poche differenze tra i due film, così come tra gli stessi film e il racconto che non approfondisce troppo il personaggio al contrario dei lungometraggi, ma la storia resta fedele al suo significato e al messaggio che vuole trasmettere, che è quello della solidarietà, dell’inclusione e del valore positivo della diversità. Temi tipicamente natalizi ma che non è male ricordare anche un po’ prima delle Feste, come del resto sarebbe bene fare tutto l’anno.


Il Grinch dunque che vive sul monte Briciolaio con il suo amico a quattro zampe di nome Max, in una grotta decisamente tecnologica piena di invenzioni che gli facilitano la quotidianità, e incontra i suoi vicini solo quando ha finito i viveri e deve recarsi nel paese di Chissarà per fare la spesa. Arriva il Natale, e sappiamo quanto lui lo odi e nel film scopriremo anche il perché, e come ogni anno i Chissaranno gli rovinano il sonno - e pure la veglia - con i loro canti, le luci, gli alberi di Natale, soprattutto stavolta che sarà, per volere del sindaco, tre volte più grande. Così il Grinch decide di rubarlo, travestendosi da Babbo Natale e coinvolgendo nella sua esilarante avventura anche Max ed una renna obesa. Ci penserà poi una bambina di nome Cindy Lou Chi (doppiata nella versione originale da Cameron Seely) a redimerlo. Sempre nella versione originale la mamma di Cindy è doppiata da Rashida Jones, la sindaca dalla Signora in giallo Angela Lansbury e la voce del narratore è di Pharrell Williams.


"Era importante per me che raccontassimo la storia di qualcuno che si comportava in un certo modo per dei motivi ben precisi, prima di cambiare - ha detto Benedict Cumberbatch - una volta che capisci perché il Natale è così doloroso per lui, cominci a stare un po' dalla sua parte. Penso che tutti provino un brivido perverso e divertito nel vedere come si comporta il Grinch e di quanto sia scorbutico, è divertente, e spero che sia ciò che verrà ricordato di questo Grinch. È molto spiritoso ed è consapevole di sé. Il suo cuore può essere di due taglie più piccolo, ma al centro di questo film pulsa un cuore molto grande". Quello che invece ha detto Alessandro Gassmann scopritelo in questo speciale video e nella videointervista che vi regaleremo a breve!

Il Teatro nel Doppiaggio

Il doppiaggio è uno dei tanti campi che riguardano la recitazione, insieme al cinema, alla televisione, alla radio e soprattutto... al teatro. Per questo, insieme al nostro blogger Alessandro Delfino, dedichiamo questo articolo all'affascinante correlazione tra due forme d'arte tanto simili quanto complementari. 

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Che la recitazione in teatro sia perfettamente collegata al doppiaggio è dimostrato del fatto che i primi doppiatori degli anni trenta siano stati, appunto, attori teatrali: Gino Cervi, Paolo Stoppa, Mario Besesti, Olinto Cristina, Augusto Marcacci, Giulio Panicali, Tina Lattanzi, Lydia Simoneschi, Andreina Pagnani, Rina Morelli, una giovane Anna Magnani e Miranda Bonansea, all’epoca bambina prodigio e voce italiana di Shirley Temple. Dopo il 1935 subentrano alcuni dei doppiatori che rimarranno più famosi nella storia del doppiaggio (anche loro attori provenienti dal teatro): Emilio Cigoli (voce di John Wayne), Lauro Gazzolo (voce caratterista del tipico vecchietto del west o di personaggi animati come il gufo Anacleto ne "La spada nela roccia"), Gualtiero De Angelis (voce di James Stewart e di Cary Grant), Carlo Romano (voce di Jerry Lewis), Renata Marini (voce di Audrey Hepburn), Wanda Tettoni (Madame Adelaide de "Gli Aristogatti") e la giovane Rosetta Calavetta (che diventerà la voce ufficiale di Marilyn Monroe). Col tempo (in particolare dagli anni ottanta in poi) i due campi si dividono sempre di più e molti attori giovani del doppiaggio nascono dalla radio (come Roberto Pedicini o Christian Iansante) o direttamente nelle sale (Sandro Acerbo, i fratelli Rossi e tanti altri). Ma il rapporto col teatro continua e tanti grandi attori teatrali hanno almeno una volta avuto a che fare col doppiaggio, sia per ridoppiarsi nei film da loro interpretati sia per doppiare dei ruoli stranieri; attori come Gino Cervi, Enrico Maria Salerno, Carlo Alighiero, Massimo Venturiello, Gigi Proietti, Massimo Popolizio, Gabriele Lavia, Pino Quartullo, Glauco Mari, Paolo Ferrari, Corrado Gaipa, Vittorio Gassman e tanti altri... Purtroppo molti considerano i due campi separati, e spesso si sottovaluta il doppiaggio, considerando invece il teatro come la più importante (e forse unica) forma d’arte recitativa; sicuramente è la base di partenza per chi abbia intenzione di avvicinarsi al mestiere dell’attore, ma non il punto di arrivo. Un buon attore deve essere in grado di cimentarsi in tutti i campi per essere completo; il doppiaggio in particolare offre uno studio approfondito sulla modulazione della voce e tutte le sfumature che riguardano il significato di una frase. Inoltre il dover cambiare continuamente ruolo, andare dietro ai personaggi da doppiare, studiare le loro espressioni accresce di gran lunga la parte emozionale e recitativa e insegna ad entrare in maniera sempre più immediata nella parte. Pensate ad Enrico Maria Salerno, che nella trilogia di Sergio Leone abbandona completamente sé stesso per entrare nella parte del duro e cinico cowboy interpretato da Clint Eastwood, o Gigi Proietti che riesce a seguire alla perfezione la voce roca e nasale di un giovane Sylvester Stallone in "Rocky". La bravura del grande attore è tale che in qualunque campo (cinema, teatro, doppiaggio, radio o tv) lo vediamo / ascoltiamo non possiamo fare a meno di emozionarci ad ogni sua parola, ad ogni suo gesto, ad ogni suo sguardo… 

Le più belle voci del teatro nel doppiaggio:

  1. Gino Cervi (Lawrence Olivier) in “Amleto
  2. Mario Besesti (Mangiafuoco) in “Pinocchio
  3. Tina Lattanzi (Greta Garbo) in “Maria Walewska
  4. Andreina Pagnani (Marlene Dietrich) in “L’ammaliatrice
  5. Nando Gazzolo (Yul Brinner) in “I dieci Comandamenti
  6. Enrico Maria Salerno (Clint Eastwood) in “Per un pugno di dollari
  7. Glauco Mauri (Lawrence Olivier) in “Il maratoneta
  8. Gigi Proietti (Sylvester Stallone) in “Rocky
  9. Alberto Lionello (Presidende Sis) in “Le avventure di Biance e Bernie
  10. Anna Marchesini (Judy Garland) in “Il Mago di Oz
  11. Corrado Pani (Gerard Depardieu) in “Una pura formalità
  12. Vittorio Gassman (Mufasa) in “Il Re Leone
  13. Pino Quartullo (Jim Carrey) in “The Mask
  14. Massimo Popolizio (Tim Roth) in “La leggenda del pianista sull’Oceano
  15. Marzia Ubaldi (Judy Dench) in “Shakespeare in love
  16. Omero Antonutti (Christopher Lee) in “Il Signore degli anelli
  17. Massimo Lopez (Colin Firth) in “A single man
  18. Massimo Venturiello (Gary Oldman) in “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban 

Articolo a cura di Alessandro Delfino
 

Jennifer Lawrence: CHI LO DOPPIA?

Talento, bellezza e dolcezza, pur mantenendo il carattere indispensabile per interpretare anche grintose eroine. Questa è Jennifer Lawrence, superstar hollywoodiana dalla voce caldissima. In Italia è doppiata da grandi voci femminili, come Joy Saltarelli o Valentina Favazza.

Johnny Depp: CHI LO DOPPIA?

Attore di grandissimo talento e senza dubbio uno dei più amati sex-symbol di Hollywood: Johnny Depp viene associato dal pubblico italiano alla voce di Fabio Boccanera (di certo complice il successo del pirata Jack Sparrow), ma prima di questo film Depp ha avuto moltissime altri doppiatori.

Josh Brolin: CHI LO DOPPIA?

1985: al cinema esce il cult “I Goonies”, pellicola adolescenziale con un giovane attore, sconosciuto al grande pubblico. Da allora di strada ne ha fatta ed è diventato interprete di film di successo come “American Gangster”, “Non è un paese per vecchi”, “Wall Street”, “Men In Black 3” e molti altri. In poche parole... è diventato Josh Brolin! In oltre 30 anni di carriera, è stato affiancato da grandi doppiatori italiani; vale la pena scoprirli con Alessandro Delfino, su VOCI.fm – il sito delle voci.

Keanu Reeves: CHI LO DOPPIA?

Il bel tenebroso Neo in Matrix, il poliziotto surfista Johnny Utah in Point Break, il legale del demoniaco Al Pacino in L’avvocato del Diavolo e l’assassino in nero desideroso di giustizia John Wick: signore e signori oggi parliamo di Keanu Reeves e dei suoi tanti doppiatori italiani.

L'informazione in radio: Alfredo Porcaro su VOCI.fm

Torna su VOCI.fm RADIO all'interno di "Sento le voci" con Marco Picchio e su VOCI.fm, un ospite che ormai conosciamo molto bene: Alfredo Porcaro di “Consulenza Radiofonica”. Tema di questa puntata: "l'infrmazione in radio".

La differenza tra tono e volume

Ciao a tutti, mi chiamo Bruno Caricchia e sono uno speaker-doppiatore pubblicitario: “NON SOLO DOPPIAGGIO” è il mio podcast, in cui cerco di fornire consigli e trucchi per parlare bene. 

La storia della radio: Radio Potenza Centrale su VOCI.fm

Torna su VOCI.fm la consueta rubrica dedicata alla storia della radio, curata da Enzo Mauri. Dal mondo delle radio libere anni '70 riemerge l’annosa questione su quale sia stata la prima radio libera italiana; forse “Radio Potenza Centrale”?

La voce di Freddy Mercury su VOCI.fm

Su VOCI.fm parliamo anche dei “BIG” della musica, delle caratteristiche vocali di questi grandi artisti, capaci di lasciare un segno indelebile nella storia. Oggi è la volta di Freddie Mercury.

La voce di Jim Morrison su VOCI.fm

La voce di Jim Morrison è protagonista della rubrica "BIG VOICE PODCAST>", in cui VOCI.fm racconta i grandi miti della musica dal punto di vista della "voce", della sua evoluzione e delle sue peculiarità. Un appuntamento in onda anche su VOCI.fm RADIO in "BIG VOICE COMPILATION". Buon ascolto.

La voce di Ligabue su VOCI.fm

La voce di Ligabue è protagonista della rubrica "BIG VOICE PODCAST", in cui VOCI.fm racconta i grandi miti della musica dal punto di vista della "voce", della sua evoluzione e delle sue peculiarità. Un appuntamento in onda anche su VOCI.fm RADIO in "BIG VOICE COMPILATION". Buon ascolto.

La voce di Robbie Williams su VOCI.fm

La voce di Robbie Williams è protagonista della rubrica "BIG VOICE PODCAST", in cui VOCI.fm racconta i grandi miti della musica dal punto di vista della "voce", della sua evoluzione e delle sue peculiarità. Un appuntamento in onda anche su VOCI.fm RADIO in "BIG VOICE COMPILATION". Buon ascolto.

La voce di Stevie Wonder su VOCI.fm

La voce di Stevie Wonder è protagonista della rubrica "BIG VOICE PODCAST", in cui VOCI.fm racconta i grandi miti della musica dal punto di vista della "voce", della sua evoluzione e delle sue peculiarità. Un appuntamento in onda anche su VOCI.fm RADIO in "BIG VOICE COMPILATION". Buon ascolto.

Letizia "Granger" Ciampa: la voce di Emma Watson

Poco più che trentenne, detiene già il primato di unica doppiatrice ad aver prestato la voce ad un'attrice in tutti i suoi film. Parliamo ovviamente di Letizia Ciampa, voce ufficiale di Emma Watson (da Hermione Granger di Harry Potter in poi) e di tantissime altre star del cinema e della TV. Ripercorriamo la sua carriera con uno speciale dossier realizzato per VOCI.fm da Alessandro Delfino.


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Il cinema è sempre stato “magico”, trasportandoci in tanti mondi fantastici; e quale di questi può essere definito più magico di quello di Hogwarts e di Harry Potter?

Nato dalla penna della scrittrice inglese J.K. Rowling, le avventure del maghetto più famoso del mondo hanno ottenuto ancora più successo grazie alle saga cinematografica partita nel 2001 con “Harry Potter e la pietra filosofale”, con il giovane protagonista Harry (Daniel Radcliffe) e i due co-protagonisti Ron Weasley (Rupert Grint) e soprattutto Hermione Granger (Emma Watson).

E’ proprio su questa attrice che oggi ci soffermiamo: il personaggio di Hermione, in apparenza frivolo e saccente, ma in seguito dotato di forza e determinazione è riuscito ad entrare nel cuore del pubblico grazie all’interpretazione della Watson, che da bambina-prodigio è diventata ad oggi una delle attrici di successo del cinema di Hollywood.

In Italia, grazie all’intuizione del direttore di doppiaggio Francesco Vairano (nonché anche voce di Alan Richman, il professor Piton della saga di Harry Potter), possiamo sentire Hermione doppiata dalla giovanissima Letizia Ciampa, che riesce con la sua voce squillante a restituire il carattere della giovane maghetta grande amica di Harry e innamorata di Ron.

Ad oggi è sempre più difficile, nonostante il successo di un film o di una saga, che un attore o un’attrice mantengano la stessa voce per svariati motivi; ma il binomio Ciampa-Watson diventa inossidabile andando oltre la saga di Harry Potter confermandosi come voce ufficiale e unica ad aver doppiato l’attrice in tutti i suoi film.



Emma Watson è cresciuta e col tempo ha dimostrato sempre più duttilità interpretando ruoli diversi tra loro: la giovane studentessa ribelle Sam in "Noi siamo infinito" o la ladruncola sexy Nicky Moore o ancora la smarrita Ila nel film fantastico "Noah"; infine la romantica Belle nella rivisitazione live-action Disney “La bella e la bestia”.

Letizia Ciampa riesce a seguirla in ogni sua interpretazione, donandole nel tempo una voce fragile ma forte, dolce ma determinata; molte sono le altre attrici doppiate (come Vanessa Hudgens, Alexa Vega in "Spy Kids", Emilia Clarke in "Il trono di spade"), ma per il pubblico resterà sempre la voce della giovane e intrepida maga “mezzo sangue” del regno di Hogwarts. 

Letizia Ciampa su Wikipedia
Classe 1986, Letizia Ciampa è una delle più giovani ed apprezzate doppiatrici italiane. Ha prestato la voce a Emma Watson, Vanessa Hudgens e molte altre attrici. Ha doppiato anche Kaya Scodelario nel ruolo di Effy Stonem nel telefilm inglese "Skins", Alexa Vega nel ruolo di Carmen Cortez nella saga di "Spy Kids", Ashley Olsen in "Due gemelle e una tata", Joy Lauren in "Desperate Housewives" e Kelly Osbourne in "Life as We Know It". È la voce italiana del personaggio di Daenerys Targaryen, interpretato da Emilia Clarke, nella serie televisiva "Il Trono di Spade". Tra le altre attrici doppiate Hilary Duff, Hayden Panettiere, Evan Rachel Wood, Alison Lohman e Mischa Barton. Per info complete sulla carriera, consulta la pagina Wikipedia di Letizia Ciampa.

Articolo e podcast a cura diAlessandro Delfino

Lydia Simoneschi: la regina del doppiaggio

La storia del doppiaggio e del cinema continua su VOCI.fm, grazie ad un vero esperto come Alessandro Delfino. Non solo uomini, ma anche donne hanno segnato il percorso di innumerevoli generazioni. La diva più famosa del “periodo d’oro” è sen'zlatro lei: Lydia Simoneschi, voce di Rossella O’Hara ma anche della perfida Maga Magò.


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Dotata di un volto poco cinematografico, ma di una voce ammaliante, Lydia Simoneschi (Roma, 4 aprile1908 - 5 settembre 1981) inizia la sua carriera nel mondo delle voci negli anni trenta e dagli anni quaranta fino agli anni sessanta diventa la voce di innumerevoli attrici hollywoodiane ed europee adattandosi molto bene ai diversi stili recitativi delle star a cui presta la voce: da Ingrid Bergman a Jennifer Jones, da Vivian Leigh (Rossella O’Hara in "Via col vento") a Barbara Stanwyck fino a Joan Fontaine, Shelley Winters e Joan Crawford, arrivando a doppiare perfino molte attrici italiane: Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Eleonora Rossi e molte altre dive nostrane hanno usufruito almeno una volta nella loro carriera della fascinosa voce della Simoneschi.

Capace di arrivare a dei bassi sensuali, ma anche ad alti caricaturali, tanto da permetterle di aderire alla perfezione sui cartoni animati: famosi i personaggi doppiati, dalla dolce Fata turchina di Pinocchio alla saggia Madre di Bambi; dalla simpatica Fata Flora in "La bella addormentata nel bosco" alla premurosa cameriera Nilla in "La carica dei 101" fino ad arrivare alla coraggiosa Lady Cocca in "Robin Hood", la Fata Smemorina in Cenerentola e la perfida Maga Magò in "La spada nella roccia".



il cinema classico ha sempre il suo fascino: con quel bianco e nero che ti riporta in epoche lontane, quasi fiabesche e Lydia Simoneschi è stata la voce più importante a narrarci delle storie, quando vogliamo chiudere gli occhi... e sognare.

Articolo a cura di Alessandro Delfino

Le voci più belle di Lydia Simonesch

Vivien Leigh in “Via col vento"

Barbara Stanwyck in “La fiamma del peccato"

Ingrid Bergman in “Notorius - L’amante perduta”

Bette Davis in “Eva contro Eva”

Olivia De Havilland in “Lo specchio oscuro”

Gina Lollobrigida in “Cuori senza frontiere"

Anne Baxter in “I dieci comandamenti"

Fata turchina in “Pinocchio"

Fata Flora in “La bella addormentata nel bosco"

Fata Smemorina in “Cenerentola”

Nilla in “La carica dei 101"

Lady Cocca in “Robin Hood"

Maga Magò in “La spada nella roccia”
 

Mario Cordova: su VOCI.fm la voce di Richard Gere

Potevamo mancare alla presentazione del Premio Tonino Accolla 2019, che si è svolta nel corso della Festa del Cinema di Roma? Patrizia Simonetti c'era ed ha incontrato per noi la voce italiana di Richard Gere, Jeremy Irons, William Dafoe e Patrick Swayze. Ecco l'intervista a Mario Cordova che tra l'altro ci ha raccontato come è iniziata la sua fortunata avventura davanti al leggio.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Con Mario Cordova, siamo alla presentazione del Premio Tonino Accolla 2019 alla Festa del Cinema di Roma. Tu Mario, in qualche modo, hai giocato in casa perché sei siciliano, no?
Sicilianissimo, sono “catanese vero”, diciamolo. Figlio di siciliani, purtroppo sono andato via un po' troppo presto, ma ho sempre la Sicilia nel cuore!

Cosa pensi di questo premio?
Beh, fra i vari che ci sono questo mi sembra veramente il migliore, forse il più importante; intanto perché ha alle spalle il nome di Tonino, che è stato uno dei più grandi nel mondo del doppiaggio. Un grande artista, un personaggio a tutto tondo, folle, pazzo, straordinario, meraviglioso! E poi, i ragazzi che organizzano, Stefania e tutti gli altri, stanno facendo veramente un ottimo lavoro per cercare di portare alla luce questo che è un pò un “mestiere nell’ombra”, in cui si vive al chiuso in spazi angusti, senza finestre e quindi è una bella cosa!

Noi di VOCI.fm siamo molto curiosi quando intervistiamo voi, grandi doppiatori, quindi ti chiedo: è vero che hai iniziato a doppiare perché sei rimasto folgorato da un film?
Certamente è così. Io, comunque, già facevo l’attore, anche perché questo mestiere è un mestiere di attori, il doppiaggio è una parte di questo con delle regole completamente diverse da tutte le altre, bellissimo sotto certi aspetti, meno bello sotto altri. Però è fantastico il fatto che noi lavoriamo tantissimo e facciamo molti personaggi. Quindi, non so, alle 9.00 del mattino sono lo sceriffo del Kentucky, all'01.30 divento Gatto Silvestro e alle 04.30 sono un pedofilo di Berlino. Questo passaggio da un mondo all’altro, da una faccia all’altra, da una storia all’altra, è una cosa che non ha eguali. Però, insomma, l’attore a tutto tondo, anche quello non è male come mestiere. Siamo fortunati, questo sì.

Si rischia ogni tanto di tornare a casa e gridare “aiuto chi sono?” :-)
No, no questo no… sono leggende metropolitane. Si ha sempre la dimensione di se stessi, però, certamente, esistono aneddoti di gente che scorda di avere dolori, ferite che cominciano a sanguinare quando smetti di lavorare, perché ti accorgi, “oddio mi sono tagliato!” e non ti sei reso conto di niente prima, perché è un lavoro di grande concentrazione e di immedesimazione non solo in un personaggio, in un cuore e in un anima ma anche in uno spazio che è completamente diverso da quello che stai vivendo; devi immaginare di essere là dove si svolge la scena, in quel castello, in quella radura, in quel bagno e quindi, oltre al fatto di sentire e provare a emozionarti, di seguire questa bocca e questi occhi, perché doppiare vuol dire questo, seguire una bocca per i movimenti ma tutto attraverso la mediazione degli occhi che sono lo specchio dell’anima, quindi dell’emotività che viene espressa.

L’attore o il personaggio a cui sei più affezionato, al quale, ovviamente, hai prestato la tua voce?
Diciamo che sono legato a Richard Gere, perché è quello che mi ha dato più notorietà, ma amo Jeremy Irons, perché lo considero un attore meraviglioso, che ho avuto anche il piacere di conoscere. Ho un ricordo (e a casa ho la prova di quello che dico!), di una “stima” da parte sua, quando mi disse in spagnolo: “ Por favor siempre tu!”, e quindi sono molto contento! Ma vorrei citare una cosa a cui tengo particolarmente, perché è totalmente lontana dalla mia realtà: in “4 matrimoni e un funerale”, un film meraviglioso che voi immagino abbiate visto, facevo il prete. Ecco una cosa così distante da sé stessi, dove tu veramente devi andare a ricercare non si sa bene in quale meandri del tuo interno, intonazioni e voci. Come, per esempio, in “Ghostbusters”, in cui facevo Egon che era quello che parlava con la voce strana, dell’energia psicocinetica. Ecco queste cose lontane da sé sono, forse, quelle che danno più soddisfazione perché sono davvero complicate.

Un saluto a tutti quanti e mi raccomando continuate a seguirci; evviva Tonino Accolla!

Mario Milita: il nonno del doppiaggio

Ci sono voci che più di altre resteranno impresse nella nostra memoria e nella storia del cinema: una è di certo quella del grande Mario Milita, famoso per il ruolo di “Nonno” Abrahm Simpson, il papà di Homer, o di Zio Paperone nei primi cartoon Disney. Con il nostro blogger Alessandro Delfino ripercorriamo la storia artistica di questo grande maestro del doppiaggio.

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Il doppiaggio lascia spesso in Italia emozioni grazie a voci inconfondibili con le quali siamo cresciuti seguendo i nostri film o serial preferiti.

E una di questa è stata sicuramente quella di Mario Milita, famoso per il ruolo di Abrahm Simpson, il papà di Homer Simpson, nella celeberrima sitcom; dal 1989 grazie alla sua voce senile, graffiante e ironica dona al patriarca della gialla famiglia di Springfield una comicità e una simpatia unica, seconda solo al protagonista Homer Simpson, doppiato in italiano dall’indimenticabile Tonino Accolla. Ma la carriera di Mario Milita non si è limitata al solo personaggio animato.

Classe 1923, la sua voce pastosa e brillante si lega perfettamente a personaggi di animazione come Fred Flintstones nella serie "I Flintstones", Mr Magoo, l’anziano pedofilo nella serie "I Griffin" e tanti altri; non solo: nella sua carriera ha prestato la voce anche ad attori i carne e ossa come Bryan-Doyle Murray, Ed Williams e soprattutto Desmond Llewelin (famoso nel ruolo di Q, il geniale agente alleato di James Bond) nei film "Moonraker - Operazione Spazio" e "007 - Bersaglio mobile".

Dopo aver ricevuto il premio alla carriera al "Gran Premio Internazionale del Doppiaggio" nel 2008, purtroppo in quel periodo comincia ad avere problemi alla voce, che si è fatta man mano più flebile e roca, dovendo lasciare completamente l’attività nel 2012.

Mario Milita purtroppo ci lascia quest’anno dopo una lunga malattia, ma noi tutti lo vogliamo ricordare come la voce del nonno un po’ burbero, un po’ scontroso, ma sempre affettuoso e generoso che ci ha fatto ridere e continuerà ad allietarci per molto molto tempo.

Ciao Mario.



Articolo a cura di Alessandro Delfino

Le voci più belle di Mario Milita (fonte Wikipedia)

Film cinema

  1. Desmond Llewelyn in Moonraker - Operazione spazio007 - Bersaglio mobile

  2. Brian Doyle-Murray in Snow Dogs - 8 cani sotto zeroIndiavolato

  3. Ed Williams in Una pallottola spuntata 2½ - L'odore della pauraUna pallottola spuntata 33⅓ - L'insulto finale

  4. Eli Wallach in Tentazioni d'amore

  5. Lee Strasberg in ...e giustizia per tutti

  6. Fred Krause in Mamma, ho riperso l'aereo: mi sono smarrito a New York

  7. Bill Erwin in Mamma, ho perso l'aereo

  8. Will Hare in Ritorno al futuro

  9. Burgess Meredith in Rocky V

  10. Art Carney in Last Action Hero - L'ultimo grande eroe

  11. Richard Hamilton in Le parole che non ti ho detto

  12. Feodor Chaliapin, Jr. in Lettere d'amore

  13. Sam Jaffe in Orizzonte perduto (ridopp.)

  14. Henryk Bista in Schindler's List - La lista di Schindler

  15. Roberts Blossom in Pronti a morire

  16. Thayer David in Rocky

Serie televisive

  1. Tom Bosley in La signora in giallo

  2. Eric Porter (il Professor Moriarty) in Le avventure di Sherlock Holmes

  3. Jon Pertwee in "Lo spaventapasseri" (Worzel Gummidge)

Film d'animazione

  1. Vecchio prigioniero in Il gobbo di Notre Dame

  2. Cittadino di Tebe in Hercules

  3. Sparky in Lilli e il vagabondo II - Il cucciolo ribelle

  4. Abraham Simpson in I Simpson - Il film

  5. L'indovino Prolix in Asterix e la grande guerra

  6. Ebenezer Scrooge in Canto di Natale di Topolino (1° doppiaggio)

  7. Politico durante una riunione in Akira

Serie animate

  1. Fred Flintstone ne Gli AntenatiI pronipoti incontrano gli antenatiIl nuovo Fred e Barney Show

  2. Abraham Simpson ne I Simpson (nelle prime 22 stagioni)

  3. Herbert (1ª voce) e Francis Griffin ne I Griffin

  4. Mumm-Ra in Thundercats

  5. Voce narrante e dottor Harada in Holly e Benji, due fuoriclasse

  6. Gennai in Digimon Adventure

  7. Megatron in Transformers

  8. Toro che ride in Cowboy Bebop

  9. Il nonno di Titeuf in Titeuf

Matt Damon: CHI LO DOPPIA?

Al suo attivo ci sono più di trenta film dagli anni duemila ad oggi, con personaggi sempre diversi ed emozionanti. Parliamo di Matt Damon, attore amatissimo in tutto il mondo ed anche in Italia, dove ad accompagnare la sua carriera si avvicendano di stagione in stagione voci di altrettanto noti doppiatori.

Michele Gammino: la voce eroica del doppiaggio

Di tutte le voci del doppiaggio sicuramente quella che più rimanda ai personaggi eroici e duri del cinema è la voce di Michele Gammino. Basta ricordare cinque dei tantissimi attori da lui doppiati: Kevin Costner, Jack Nicholson, Richard Gere, Terence Hill e, dulcis in fundo, Harrison Ford in "Indiana Jones"! Di Michele Gammino ce ne parla un vero esperto di cinema e doppiaggio: il nostro blogger Alessandro Delfino.

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Michele Gammino inizia la sua carriera da giovanissimo, negli anni 70, sia come attore (in film di genere come i poliziotteschi e le commedie-sexy all’italiana) che come doppiatore (lo si ricorda sempre nei film di genere come voce di Luc Merenda in molti polizieschi italiani).

E' negli anni ottanta che la sua carriera decolla. Nel 1981 doppia per la prima volta un attore già famoso per la saga fantascientifica "Guerre Stellari", Harrison Ford, nei panni di un altro personaggio che lo consacrerà nella storia del cinema: Indiana Jones. Il film "I predatori dell’arca perduta" diretto da Steven Spielberg non solo ottiene un grande successo, ma dà il via ad altri seguiti dove Ford avrà di nuovo la voce di Gammino (tranne in "Indiana Jones e il tempio maledetto" dove viene sostituito da Luigi La Monica); a parte alcuni casi il binomio Ford-Gammino diventerà inscindibile tanto che il doppiatore verrà spesso riconosciuto come la voce ufficiale dell’attore statunitense.

Sempre nel 1981, Gammino doppia un altro attore già famoso diventando in seguito una delle voci ricorrenti: Jack Nicholson, nel film "Il postino suona sempre due volte", remake del film del 1946. Gammino si distingue rispetto ad Harrison Ford seguendo in modo meticoloso la recitazione asciutta e sorniona di Nicholson “invecchiando” e sporcando la voce donando interpretazioni memorabili: oltre al già citato film "Codice d’onore", "Wolf", "Qualcosa è cambiato", "A proposito di Schimidt".

La carriera di Gammino comunque rimane costellata di personaggi eroici, ad esempio nel 1985 doppia un altro attore che nel periodo successivo diventerà famoso come eroe del cinema: Kevin Costner; famosi i film doppiati come "Balla coi lupi", "JFK", "Wyatt Earp", "Guardia del corpo" e tanti altri.

Ma la bravura del doppiatore non si limita solo ai ruoli eroici: riesce con disinvoltura a passare da personaggi duri e granitici come Steven Seagal ("Trappola in alto mare" e "Trappola sulle montagne rocciose") a personaggi ironici e pungenti come Bill Murray ("Ricomincio da capo"), Cheavy Chase ("Avventure di un uomo invisibile"), Bob Hoskins ("Chi ha incastrato Roger Rabbit") e Terence Hill ("Non c’è due senza quattro", "Renegade") o ancora ad attori fascinosi ed eleganti come Richard Gere ("Pretty Woman").

Michele Gammino rimane ancora oggi uno dei punti di riferimento del doppiaggio e tuttora la sua voce rude, calda e pastosa riesce a migliorare alcune interpretazioni di attori che in originale non hanno quel colore, quella espressività vocale che rende magico e inimitabile il mondo delle voci.



Le voci più belle di Michele Gammino

  1. Michele Gammino in “Confessione di un commissario di polizia al Procuratore della Repubblica”
  2. Harrison Ford (Indiana Jones) in “I predatori dell’arca perduta”
  3. Harrison Ford (Rick Deckard) in “Blade Runner”
  4. Terence Hill (Luke Mantie) in “Renegade: un osso troppo duro”
  5. Bob Hoskins (Eddie Valliant) in “Chi ha incastrato Roger Rabbit”
  6. Kevin Costner (John Dumbar) in “Balla coi lupi”
  7. Richard Gere (Edward Lewis) in “Pretty Woman”
  8. Paul Sorvino (Paul Cicero) in “Quei bravi ragazzi”
  9. Steven Seagal (Casey Ryback) in “Trappola in alto mare”
  10. Bill Murray (Phil Connors) in “Ricomincio da capo”
  11. Cheavy Chase (Nick Halloway) in “Avventure di un uomo invisibile”
  12. Jack Nicholsonc (Nathan R. Jessep) in “Codice d’onore”
  13. Richard Gere (Lancillotto” in “Il primo cavaliere”
  14. Jack Nicholson (Melvin Udall) in “Qualcosa è cambiato”
  15. Kevin Costner (Jonathan Kent) in “L’uomo d’acciaio”

Articolo a cura di Alessandro Delfino

Natasha Stefanenko l'intervista di VOCI.fm

Natasha Stefanenko torna al cinema in “La mia banda suona il pop” di Fausto Brizzi, nelle sale dal 20 febbraio 2020. La presentazione del film è stata l’occasione per Patrizia Simonetti di video-intervistarla per “VOCI.fm” e di parlare anche della sua esperienza radiofonica.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


La radio è una grandissima scuola, ti insegna a raccontare e ad essere onesti. E infatti tutti i presentatori più forti arrivano dalla radio, da Amadeus a Gerry Scotti”. Parola di Natasha Stefanenko, russa di Sverdlovsk naturalizzata italiana, ex modella, conduttrice televisiva, attrice, che torna al cinema giovedì 20 febbraio 2020 nel nuovo film di Fausto Brizzi intitolato “La mia banda suona il pop”, a fianco di Christian De Sica, Paolo Rossi, Angela Finocchiaro, Massimo Ghini e Diego Abatantuono. Il suo ruolo è quello di Olga, una donna fredda e disonesta, braccio destro del magnate russo Ivanov che approfitta del sogno di quest’ultimo per tentare il colpo della vita. Ivanov sogna infatti di riportare il suo gruppo italiano preferito degli anni Ottanta, i Pop Corn, a Pietroburgo per un concerto, e celebrare la loro reunion.

“Dopo la doppietta di successo di ‘Poveri ma Ricchi’ torno a girare con Christian De Sica, che per me è più di un fratello maggiore. Stavolta un film comico con tante scene di azione. E per l’occasione riunisco la band (sia sul set che nella trama): riecco quindi Massimo Ghini (che con De Sica ha una alchimia comica speciale), Diego Abatantuono (che, mi perdoneranno gli altri, è l’uomo che mi fa più ridere al mondo), Angela Finocchiaro (che è, semplicemente, un genio) e Paolo Rossi (che è l’unico comico che riesce a rendere “vera” anche la farsa più scatenata). E poi mi sono detto: devo trovare una russa di due metri, chi c’è in Italia? Praticamente ha fatto il casting da sola…”


La carriera di Natasha Stefanenko comincia, come spesso succede, partecipando a un concorso di bellezza a Mosca, The Look of the Year: è il 1992 e lei lo vince a pieni voti. Quindi decide di trasferirsi in Italia per fare la modella. Esordisce in televisione nel 1996 su Canale 5, in “La grande sfida”, cui seguiranno numerosi altri programmi. Nel 1997 partecipa a “Per tutta la vita...?” a fianco del compianto Fabrizio Frizzi, in onda su Rai 1, “Scatafascio” su Italia 1, “Target” su Canale 5, “Ciro, il figlio di Target” su Italia 1. Nel 1999 torna su Rai2 con “Convenscio”. Nel 2001 conduce “Festivalbar” su Italia 1. Tra il 2001 e il 2005 partecipa a “Taratata” (Rai 1). Nel 2004 è su Italia 1 con “Le Iene” e su Rai 2 con “Nel nome del cuore”. Nel 2005 approda a Sky con “Cambio vita, Bravo Grazie”. Sempre su Sky, dal 2006 conduce “Italia’s Next Top Model”. Nel 1994 inizia la sua carriera di attrice televisiva, recitando in un episodio della sitcom “Casa dolce casa”, in onda su Canale 5. Dopo questa esperienza, torna a recitare in vari film e serie tv.

Nel 2000 recita nel film tv di José María Sánchez Gioco di specchi. Nel 2005 è al fianco di Luca Barbareschi nella miniserie Rai “Nebbie e delitti”, diretta da Riccardo Donna. Due anni dopo è su Italia 1 con “Camera Cafè”. Nel 2009 partecipa alla sitcom “7 vite 2” di Franco Bertini, Marco Limberti, Nanni Marino e Monica Massa. Partecipa inoltre alla celebre serie tv “Distretto di Polizia 9” di Alberto Ferrari. È di nuovo in “Nebbie e delitti 3”, sempre per la regia di Riccardo Donna. Nel 2016 recita in “Matrimoni e altre follie” di Laura Muscardin. Per quanto riguarda invece la sua carriera cinematografica, arriva sul grande schermo nel 1999 con “La grande prugna” di Carlo Malaponti. Nel 2003 è la colf Lena in “Ti spiace se bacio mamma?” di Alessandro Benvenuti con Arnoldo Foà. Partecipa nel 2008 a “In nome di Maria” di Franco Diaferia. Nel 2011 è Olga in “Ex-Amici come prima!” di Carlo Vanzina con Enrico Brignano, Tosca D’Aquino e Paolo Ruffini.



Oreste Rizzini: l'acchiappafantasmi del doppiaggio

Nella storia del doppiaggio italiano ci sono professionisti che resteranno indimenticabili, per la capacità di variare interpretazione e stile in base ai personaggi doppiati e soprattutto per essere diventati, nel corso di una vita, la voce inconfondibile di grandi attori. E' il caso di Oreste Rizzini, doppiatore di Michael Douglas in "Basic Instinct" o "La guerra dei Roses". Ne ripercorriamo la carriera su VOCI.fm grazie al nostro blogger Alessandro Delfino.


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Come scrissi tempo fa, il mondo del doppiaggio ha avuto nel suo ambiente tantissimi attori che nascono nel cinema o nel teatro; è il secondo caso per il grande Oreste Rizzini.

Debutta infatti al "Teatro Stabile di Trieste", dove rimane per cinque anni, prima di passare a Torino e infine al "Piccolo Teatro di Milano" di Giorgio Strehler dove recita con importanti attori come Glauco Mauri, Giulio Bosetti, Mario Scaccia, Gianrico Tedeschi e Gigi Proietti.

Negli anni Ottanta è socio della cooperativa CVD (tra i fondatori Oreste Lionello) ed è lì che comincia la sua carriera nel mondo del doppiaggio: diventa la voce di attori come Gene Hackman, John Voight, Bill Murray, Michael Caine, Christopher Walken, Gerard Depardieu, ma soprattutto Michael Douglas col quale instaura un legame "voce volto" doppiandolo in film come "Basic Instinct", "La guerra dei Roses" e "Traffic".

Dotato di un timbro sporco e di un’ironia brillante, Oreste Rizzini riesce nell’arco della sua carriera a spaziare da personaggi comici come il Peter Venkman interpretato da Bill Murray nei due film dei "Ghostbusters" a personaggi duri e drammatici come il detective Nick Curran (Michael Douglas) in "Basic Instinct" o ancora a personaggi in costume sconfinando nel genere fantasy come il Cirano di Gerard Depardieu (dove Rizzini recita in versi adattati con maestria dal direttore del doppiaggio del film Oreste Lionello) e Martyn Sanderson (Denethor) in "Il Signore degli anelli".



Non mancano anche antagonisti e uomini abbietti, come il corrotto presidente Allen Richmond interpretato da Gene Hackman o il romantico fondatore della "Forrester Creations" Eric Forrester (soap-opera "Beautiful"); in ogni ruolo Rizzini segue meticolosamente l’attore rivelandosi estremamente duttile e versatile.

Oreste Rizzini purtroppo ci lascia nel 2008 ed è solo dell’anno prima l’ultimo suo doppiaggio: il grande Michael Caine nel ruolo del milionario perverso Andrew Wyke nel remake del film "Gli insospettabili" del 1972 tratto dalla piece teatrale (e dove Caine interpretava il ruolo del giovane Milo, in questo film recitato da Jude Law).

Voci sempre diverse per un grande mondo pieno di suoni ed emozioni…

Articolo a cura di Alessandro Delfino


Le voci più belle di Oreste Rizzini

  1. Michael Murphy - Yale in “Manhattan”
  2. Bill Murray - Peter Venkman in “Ghostbusters”
  3. Michael Douglas - Oliver Rose in “La guerra dei Roses”
  4. Bruce Willis - John McLane in “Die Hard”
  5. Gerard Depardieu - Cyrano in “Cyrano De Bergerac”
  6. Michael Douglas - Nick Curran in “Basic Instinct”
  7. John Voight - Leo F.Drummond in “L’uomo della pioggia”
  8. Gene Hackman - Henry Hearst in “Under Suspicion”
  9. Martyn Sanderson - Denethor in “Il signore degli anelli”
  10. Bill Murray - Bob Harris in “Lost in Translation”
  11. Michael Caine - Andrew Wyke in “Sleuth - Gli insospettabili”

Paola Cortellesi: voce di Ginna ne "I Primitivi"

Paola Cortellesi è una grande attrice, divertente e talentuosa. E spesso la troviamo anche "ospite" al leggio: è successo in "Cars 2", ne "Il piccolo principe" e in tanti altri film di animazione come il nuovo successo di Lucky Red "I Primitivi", in cui presta la voce a Ginna, al fianco di Riccardo Scamarcio (Dag), Salvatore Esposito "Lord Nooth", Chef Rubio (Gordo) ed altri personaggi che compongono un cast di doppiatori decisamente originale. La giornalista Patrizia Simonetti ha video-intervistato Paola Cortellesi, che racconta a VOCI.fm la sua passione per il doppiaggio.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Paola Cortellesi nel film “I Primitivi” è “Ginna”. Come è stato doppiare questo personaggio? Tu non sei nuova a questo mestiere?
No, ed è stato bello e divertente. Ginna è un personaggio che mi piace molto, perché è una donna che vuol vincere le convinzioni ottuse del suo gruppo secondo cui lei non può giocare a calcio perché è donna. Figuriamoci, questa è una cosa che mi piace tanto fare. Ogni volta i cartoni, i film animati, portano elementi nuovi e penso sia un bel messaggio da far passare anche ai ragazzi. E’ bello che lo vedano i bambini accompagnati dai genitori, perché secondo me ci sono tanti spunti che arrivano dalla storia, dalla trama, dallo schermo.

Paola, per fare il doppiatore, la doppiatrice in questo caso, bisogna essere attori. Tu però fai entrambe le cose. Preferisci prestare la tua voce o entrare proprio in scena?
Io faccio l’attrice e quindi è chiaro che preferisco entrare in scena. Quello del doppiatore, ci tengo a dirlo, è un mestiere molto complicato e non è il mio, non sono preparata per essere una doppiatrice a tutti gli effetti, faccio la turnista, l’ospite; i veri doppiatori hanno una tecnica e delle capacità che sono assolutamente lontane dal percorso che ho fatto io. Ci riesco con un’ottima direzione del doppiaggio, come in questo caso quella di Marco Mete, che è straordinario. Un bravo direttore, così come un bravo regista, ti sa dare gli strumenti per affrontare il doppiaggio. Il bravo doppiatore penso faccia un pò anche da solo, quelli super-navigati, gli espertissimi, li vedo fare cose con il labiale degli attori veri e mi dico: “ma come fanno?”

Qual è il consiglio più utile che ti ha dato un direttore di doppiaggio?
Di muovermi, di accompagnare quello che si dice. Siccome si sta in una sala, viene da stare fermi; io tendo a rimanere pietrificata e a parlare soltanto. Invece il consiglio di Marco, che mi ha diretto, è stato proprio di muovermi, accompagnare le battute con un vero movimento. Sembra strano ma funziona molto. Laddove non riuscivo a dare con la voce la giusta spinta, muovendomi vedevo che tutto poi magicamente si riposizionava, perciò è stata una dritta molto utile, almeno per me. Un saluto a VOCI.fm!


I PRIMITIVI - trama: il giovane cavernicolo Dug vive nella foresta in armonia con la sua tribù, ancorata allo stile di vita elementare dell'Età della pietra, finché un gruppo di guerrieri già entrati pienamente nell'Età del bronzo caccia tutti i (relativamente più) primitivi nelle aride Badlands, sottraendo loro le terre più fertili. Ma Dug non si rassegna e si infiltra nel territorio del nemico, dove apprenderà che il gioco preferito nell'Età del bronzo è.... il calcio. Regia: Nick Park - Distribuzione: Lucky Red

 

Paolo Ruffini: doppiatore in Cattivissimo Me 3

Il suo modo di fare è inconfondibile, l'accento da “toscanaccio” e la battuta sempre pronta lo hanno reso uno dei volti più famosi della TV e del cinema italiano da fine anni '90 ad oggi: ai microfoni di VOCI.fm Paolo Ruffini racconta il suo rapporto con la voce e le sue esperienza da doppiatore, partendo dal film d'animazione “Cattivissimo me 3”, nelle sale italiane dal 24 Agosto 2017.

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Paolo Ruffini, in “Cattivissimo me 3” doppi il cattivo di turno (Balthazar Bratt) che è un “cattivo - non cattivo” degli anni '80?
Esatto, direi un “cattivo frustrato”. E' un produttore degli anni '80 che nel momento in cui vede cancellare la sua serie televisiva sbrocca e quindi diventa tremendo. Fermo al grande chewingum rosa, fermo al cubo di Rubik, fermo ad un certo tipo di musica (perché lui ascolta Beat itdi Michael Jackson tutto il giorno con il walkman), gira ancora le cassette, è un cattivo molto interessante. Soprattutto, il film ci racconta come fondamentalmente un cattivo può trasformarsi, che forse la cattiveria non esiste, ma esiste l'infelicità.

Non è il primo cartoon che doppi, com'è dare la voce a personaggi di animazione?
E' impressionante, perché gli attori sono bravissimi, nel senso che ti devi confrontare con la perfezione, cioè non è come doppiare un attore, ma un cartone animato; e credimi questi attori nel film sono eccezionali, molto verosimili. A parte gli scherzi, questi film raccontano la realtà meglio di quanto possano raccontare i film con attori in carne ed ossa ed io sono felicissimo, anche perchè lavorare nel mondo dei bambini è una grande lusinga. 

Come usi in modo diverso la voce quando fai teatro, quando fai televisione, quando fai doppiaggio?
Io non sono un accademico, camuffo come ho sempre fatto; pensa che mi divertivo già tanti anni fa con i doppiaggi su You Tube, quelli umoristici; cerco fondamentalmente di modulare un pochino quella che è la mia voce. In “Cattivissimo me 3” vado proprio sull'eccesso perché interpreto un pazzo che urla e dice “sono un bambino cattivoooooooo”, quindi mi sono dovuto proprio sgolare. 

Molto spesso ti sentiamo anche nel tuo tipico accento toscano, a volte si dice che bisogna curare la dizione perché va tolto ogni accento, invece a te questa parlata toscana spesso ti premia, come in Zootropolis?
Si, in questo “Cattivissimo me” riesco anche a parlare un italiano concreto, più o meno; poi sai, secondo me, come parliamo (cioè la nostra voce) ci racconta anche un pò di verità. Siamo già mascherati in mezzo a tanti profili social, almeno la voce lasciamocela! 

Un bacione grandissimo a Voci.fm da Paolo Ruffini! Usate, cari amici, la vostra voce.



PAOLO RUFFINI: CENNI BIOGRAFICI 

Nato a Livorno nel 1978, debutta nel mondo dello spettacolo partecipando a spot pubblicitari (Kinder Cereali e Olidata) e al film “Ovosodo” di Paolo Virzì. Per diversi anni lavora come animatore in villaggi-vacanze. Appassionato di cinema, nel 2001 fonda l'Associazione cinematografica “Nido del Cuculo”, con la quale organizza eventi, rassegne, festival cinematografici, produce documentari, spettacoli teatrali (fra tutti “Io Doppio”) e musical nei quali spesso riveste la figura di attore ed autore. Nel 2002 vince il concorso “Cercasi VJ” su Mtv e per più di tre anni conduce programmi molto seguiti. Nel 2005 lascia la rete musicale e comincia una collaborazione con Marco Giusti. Partecipa con successo al talk-show demenziale “Bla Bla Bla” con Lillo & Greg. Nello stesso anno, figura come autore di “Stracult” (Rai 2). Nel 2005 partecipa al film “Natale a Miami” di Neri Parenti; nel 2006 bissa con “Natale a New York”. Viene inoltre riconfermata la collaborazione per i programmi “Matinée” e “Soirée”, in onda tutti i giorni su Rai 2, in Paolo Ruffini si trasforma in inviato speciale in giro per l'Italia. Nel 2007 diventa volto del canale satellitare “Comedy Central” del gruppo MTV Italia e conduce il contenitore di candid camera, sketch comici e papere “Amici miei”. È inoltre tra gli interpreti de “La seconda volta non si scorda mai” di Alessandro Siani. Nel 2008 partecipa allo spettacolo teatrale “Portami tante rose.it”, ideato da Maurizio Costanzo ed Enrico Vaime. Nello stesso anno fa parte del cast del film “Natale a Rio”; nel 2009 è tra i protagonisti del film di Carlo Vanzina “Un'estate ai Caraibi”, con Gigi Proietti. Successivamente fa parte del cast di “La prima cosa bella” di Paolo Virzì. Nel 2010, è uno dei protagonisti del nuovo progetto del regista e sceneggiatore Fausto Brizzi, che vede la realizzazione di due pellicole parallele: “Maschi contro femmine” e “Femmine contro maschi”. Nel settembre 2011 conduce su Italia1 il programma comico “Colorado” insieme a Belén Rodríguez, Chiara Francini e Digei Angelo, venendo confermato per le successive 5 edizioni. Nell'inverno 2011-2012 è in tournée teatrale la commedia musicale “Tre cuori in affitto” assieme ad Arianna Bergamaschi e Justine Mattera. Contemporaneamente nelle sale cinematografiche esce “Ex - Amici come prima!”, diretto da Carlo Vanzina. Nell'aprile 2012 presta la sua voce a Lucignolo nel film d'animazione “Pinocchio” di Enzo D'Alò. Nel 2012 pubblica il suo primo romanzo intitolato “Tutto bene”. Il 2013 invece inaugura la sua carriera come regista, con il primo film “Fuga di Cervelli”, uno dei film italiani più visti in quell'anno, che ha incassato oltre 5 milioni e mezzo di euro ed ha dato il via alla carriera cinematografica di Frank Matano e di altri YouTubers. Nel 2014 presenta i David di Donatello. Ad Ottobre esce nelle sale cinematografiche il film “Tutto molto bello” che lo vede impegnato sia nel ruolo di attore che in quello di regista, in compagnia di Frank Matano. Nel 2015 torna a condurre una versione rinnovata del programma televisivo “Colorado” insieme a Diana Del Bufalo. Nello stesso anno torna ad accompagnare Lillo e Greg e Francesco Mandelli in un nuovo cinepanettone targato Filmauro dal titolo Natale col boss, rivelatosi un successo al botteghino e con recensioni tendenzialmente positive. Nel dicembre 2015 esce il libro “Odio ergo sum”, studio semiserio del fenomeno degli hater; nel 2016 viene coinvolto nel doppiaggio italiano del film Disney “Zootropolis” nel quale presta la voce al personaggio di Yax. Viene investito del ruolo di giurato di “Eccezionale veramente”, per le edizioni 2016 e 2017, con Diego Abatantuono e Selvaggia Lucarelli. A marzo 2016 esce il libro “Il principe piccino”. Oltre all'attività nel cinema, non trascura il teatro, portando in giro per tutto il 2016 e 2017 il suo nuovo spettacolo comico "Un grande abbraccio". Nel 2017 inoltre esce un nuovo libro dal titolo "Telefona quando arrivi". E' la voce di Balthazar Bratt nel film “Cattivissimo Me 3”. (fonte Wikipedia)

Pino e Chiara Colizzi: diverse generazioni, stesso talento

Il mestiere del doppiatore ha davvero una lunga storia piena di talenti. Sul BLOG di VOCI.fm Alessandro Delfino ci parla di uno dei maestri del doppiaggio più importanti degli anni 70-80 e di sua figlia, talentuosa doppiatrice della generazione successiva: Pino Colizzi e Chiara Colizzi. Tanto per capirci, le voci italiane di Michael Douglas e Nicole Kidman. Ma scopriamo di più...

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Classe 1937, Pino Colizzi inizia come attore televisivo, interpretando nel 1960 il ruolo del protagonista nello sceneggiato di Rai 1 "Tom Jones"; in seguito lavora in altri sceneggiati come "Anna Karenina", "La guerra al tavolo della pace", "Così è se vi pare", "L’assedio", "La piovra" e "Il bello delle donne".

Ma è soprattutto nel mondo delle voci che Pino Colizzi dà prova delle sue grandi capacità: negli anni '70 diventa una delle voci giovani della CDC doppiando attori come James Caan nel ruolo di Sonny Corleone nell’intramontabile capolavoro di Francis Ford Coppola "Il Padrino", mentre nel seguito doppia un giovanissimo Robert De Niro, interprete del giovane Vito Corleone (impersonato da Marlon Brando nel primo film); Pino Colizzi riesce a seguire la voce rauca e quasi impercettibile di De Niro senza far pensare minimamente allo spettatore di sentire il personaggio del film precedente.

In seguito, Pino Colizzi diventa la voce ricorrente di grandissimi attori come Michael Douglas ("Attrazione fatale", "Black Rain", "Un giorno di ordinaria follia", "Delitto perfetto"), Jack Nicholson ("L’onore dei Prizzi", "Le streghe di Eastwick", "Mars Attacks"), Michael Caine ("Gli insospettabili"), Christopher Reeve ("Superman" e "Superman 2"), Alain Delon, Warren Beatty, Clint Eastwod, Tom Selleck e tanti altri; celebre anche nell’animazione nel ruolo di Robin Hood nel film Disney del 1973 e in quello del cane Charlie in "Charlie" anche i cani del paradiso, del 1989. Molto importante anche la carriera di direttore del doppiaggio con un elenco infinito di titoli rimasti nella storia del cinema: "Scent of a woman", "Sister Act", "Die Hard 3", "Pulp Fiction", la saga di "007" con Pierce Brosnan, "Mars Attacks", "Il paziente inglese", "Lolita", "L’avvocato del diavolo", "Matrix" e tanti altri.

Proprio nella saga bondiana Pino Colizzi sceglie la figlia Chiara Colizzi, che grazie alla sua duttilità riesce a doppiare ogni attrice interprete della bond-girl di turno che seduce il nostro eroe; ma è soprattutto nel 1997 che la carriera di Chiara decolla doppiando un’attrice nel film destinato a rimanere nella storia del cinema e campione d’incassi per molto tempo: Titanic. La giovane Kate Winslet riesce a donare alla sua Rose un mix tra dolcezza e fragilità, emozioni che Chiara Colizzi riesce a restituirci nella nostra lingua, tanto che da quel momento diventerà la voce ufficiale dell’attrice britannica.



Nel nuovo millennio doppia due attrici già famose, ma che ancora non si erano affermate con il giusto film: Nicole Kidman nel film "The Others" del 2001 e Uma Thurman in "Kill Bill" nel 2003 di Quentin Tarantino; sempre grazie al suo talento, Chiara riesce a scindere i due ruoli (la timorata e impaurita Grace Stewart da un lato e la letale e vendicativa assassina Beatrix Kiddo dall’altro) iniziando da quel momento una collaborazione vocale con entrambe ancora oggi presente in tutti i loro film.

Ancora adesso Chiara Colizzi porta con grande successo il lavoro del padre (che si è ritirato nel 2010 dedicandosi alla letteratura) come doppiatrice e direttrice del doppiaggio. Differenti generazioni, ma identico talento…

Articolo a cura di Alessandro Delfino


Le voci più belle di Pino e Chiara Colizzi

  1. James Caan (Sonny Santino Corleone) in “Il padrino”

  2. Kate Winslet (Rose DeWitt Bukater) in “Titanic”

  3. Robert De Niro (Vito Corleone) in “Il padrino parte seconda”

  4. Nicole Kidman (Grace Stewart) in “The Others”

  5. Robin Hood in “Robin Hood”

  6. Penelope Cruz (Sofia Serrano) in “Vanilla Sky”

  7. Michael Caine (Milo Tindle) in “Gli insospettabili”

  8. Halle Berry (Jinx) in “007 - La morte può attendere"

  9. Christopher Reeve (Clark Kent - Superman) in “Superman”

  10. Uma Thurman (Beatrix Kiddo) in “Kill Bill Vol.2”

  11. Jack Nicholson (Daryl Van Horne - Satana) in “Le streghe di Eastwick”

  12. Nicole Kidman (Virginia Woolf) in “The Hours”

  13. Michael Douglas (William “Bill” Foster) in “Un giorno di ordinaria follia”

  14. Kate Winslet (Clementine Kruczynski) in “Eternal Sunshine of the Spotless Mind”

  15. Burt Reynolds (Carl Henry) in “Driven"

  16. Jada Pinkett Smith (Fish Mooney) in “Gotham”

  17. Marlon Brando (Mc Carty) in “Il coraggioso”

PODCAST: Quel bravo ragazzo

Vai al profilo di Alessandro Delfino

 

Puntata#39 (01/07/2021)
Alessandro Delfino conduce “Quel bravo ragazzo” e in questa puntata parla delle uscite al cinema nell'estate post-pandemia.





Puntata#38 (29/06/2021)
Alessandro Delfino conduce “Quel bravo ragazzo” e in questa puntata parla del film di animazione Disney Pixar "Luca", per la prima volta ambientato in Italia.





Puntata#37 (24/06/2021)
Alessandro Delfino conduce “Quel bravo ragazzo” e in questa puntata parla del film "Crudelia", la storia e le origini di una dei villain iconici Disney, interpretata da Emma Stone.





Puntata#36 (22/06/2021)
Alessandro Delfino conduce “Quel bravo ragazzo” e in questa puntata parla di Bud Spencer e Terence Hill e del loro film più famoso "Altrimenti ci arrabbiamo", che sembra prossimo ad una versione remake.





Puntata#35 (17/06/2021)
Alessandro Delfino conduce “Quel bravo ragazzo” e in questa puntata parla di una delle saghe più famose e amate del cinema: "Rocky".





Puntata#34 (10/06/2021)
Alessandro Delfino conduce “Quel bravo ragazzo” e in questa puntata parla di cattivi e cattive Disney!





Puntata#33 (08/06/2021)
Alessandro Delfino conduce “Quel bravo ragazzo” e in questa puntata parla della potenza delle piattaforme streaming, che col tempo sta crescendo sempre di più comprando cataloghi cinematografici come la "Metro Goldwin Mayer", acquisita recentemente da Amazon Prime Video. Un bene... o un male?





Puntata#32 (03/06/2021)
Alessandro Delfino conduce “Quel bravo ragazzo” e in questa puntata parla di Loki, il fratellastro di Thor, e della sua avventura cinematografica, in attesa della serie in arrivo su Disney+.





Puntata#31 (01/06/2021)
Alessandro Delfino conduce “Quel bravo ragazzo” e in questa puntata parla di Spider-Man, del più recente interpretato da Tom Holland)e di "Spider-Man No Way Home", il film che uscirà a dicembre 2021, ancora avvolto nel mistero.





Puntata#30 (20/05/2021)
Alessandro Delfino conduce “Quel bravo ragazzo” e in questa puntata parla del grande regista Robert Zemeckis e del doppiaggio nei suoi film più famosi (come "Ritorno al Futuro" o "Forrest Gump")!





Puntata#29 (18/05/2021)
Alessandro Delfino conduce “Quel bravo ragazzo” e in questa puntata parla di Mortal Kombat e del genere "arti marziali" tanto in voga negli anni '80 e '90.





Puntata#28 (13/05/2021)
Alessandro Delfino conduce “Quel bravo ragazzo” e in questa puntata parla di quella figura molto importante, nell’ambito del doppiaggio, che viene nominata poco: il direttore di doppiaggio, ovvero il "regista al leggio", che determina l’importanza di tante performance dei doppiatori.





Puntata#27 (11/05/2021)
In questa puntata di "Quel bravo ragazzo", Alessandro Delfino intervista un illustre collega: il doppiatore Marco Guadagno, voce di tanti personaggi cult come Quattrocchi de "I Puffi" e Brandon Walsh di "Beverly Hills 90210", oltre ad essere anche un importante direttore del doppiaggio.





Puntata#26 (06/05/2021)
Ci sono stati dei momenti in cui il grande Ferruccio Amendola ha dovuto scegliere quali dei suoi attori abituali doppiare in vari film perché... recitavano insieme. Ce ne parla Alessandro Delfino in questo appuntamento con "Quel bravo ragazzo".



Puntata#25 (04/05/2021)
La venticinquesima puntata di “Quel bravo ragazzo” con Alessandro Delfino parla della mitica trilogia de "Il cavaliere oscuro", di Christopher Nolan e delle voci italiane dei protagonisti!



Puntata#24 (29/04/2021)
In questa ventiquattresima puntata di “Quel bravo ragazzo”, Alessandro Delfino parla del fattore trilogia e l’insuccesso del terzo capitolo, una cosa successa a tantissimi film, partiti bene e… finiti male!



Puntata#23 (27/04/2021)
In questa ventitreesima puntata di “Quel bravo ragazzo”, Alessandro Delfino parla di una trilogia cinematografica amata da tanti, quella di "Spider Man" di Sam Raimi, discutendo anche del doppiaggio.



Puntata#22 (22/04/2021)
In questa ventiduesima puntata di “Quel bravo ragazzo”, Alessandro Delfino parla del successo dello show "LOL" in streaming su "Prime Video" e di come si è evoluta la comicità italiana dagli esordi fino ad oggi.



Puntata#21 (20/04/2021)
In questa ventunesima puntata di “Quel bravo ragazzo”, Alessandro Delfino parla di doppiaggio cantato, in omaggio al maestro Ernesto Brancucci, in arte Ermavilo, grande cantante e direttore musicale di tutte le edizioni italiane dei film Disney (e non solo) da 1986 fino ad oggi, scomparso purtroppo lo scorso 11 Aprile.



Puntata#20 (15/04/2021)
In questa ventesima puntata di “Quel bravo ragazzo” parliamo delle nuove serie Marvel di grande successo su Disney+. "WandaVision" da un lato e "The Falcon and the Winter Soldier" dall’altra. Ovviamente parleremo anche del doppiaggio, sempre con Alessandro Delfino.



Puntata#19 (13/04/2021)
In questa diciannovesima puntata di "Quel bravo ragazzo” parliamo di recitazione, un’arte tra le più antiche che parte dal teatro, ma raccoglie anche cinema, tv e naturalmente doppiaggio. Ma quali sono le differenze tecniche?



Puntata#18 (08/04/2021)
In questa diciottesima puntata di "Quel bravo ragazzo” si parla di un mito, Quentin Tarantino e dei suoi film rimasti nell’immaginario collettivo anche per battute memorabili recitate da grandi doppiatori in italiano.



Puntata#17 (06/04/2021)
In questa diciassettesima puntata di "Quel bravo ragazzo” c'è un "Super” ospite: Gianfranco Miranda, voce di Henry Cavill / Superman, che ci parla del suo ruolo in "Zack Snyder's Justice League" e cosa pensa della directors cut del regista.



Puntata#16 (01/04/2021)
In questa sedicesima puntata di "Quel bravo ragazzo” parliamo di reboot, remake e riavvii di molto film e saghe cinematografiche... e del loro doppiaggio.



Puntata#15 (30/03/2021)
In questa quindicesima puntata di "Quel bravo ragazzo” parliamo delle mitiche serie animate Disney "Ducktales" e "Darkwing Duck"... e del loro doppiaggio.



Puntata#14 (25/03/2021)
In questa quattordicesima puntata di "Quel bravo ragazzo” parliamo di un altro grande personaggio dei fumetti: Batman! Da Michael Keaton a Christian Bale fino ad arrivare al recente Ben Affleck, parecchi attori hanno indossato il manto dell’uomo pipistrello! Conoscete anche i doppiatori italiani che, in maniera diversa, hanno dato intensità al Cavaliere Oscuro?



Puntata#13 (23/03/2021)
In questa tredicesima puntata di "Quel bravo ragazzo” parliamo di un grande personaggio dei fumetti: Superman! Le sue trasposizioni cinematografiche sono famosissime, ma conoscete anche le voci italiane che hanno dato anima e cuore all’Uomo d’Acciaio?



Puntata#12 (18/03/2021)
In questa dodicesima puntata di "Quel bravo ragazzo” dedichiamo un’ora alle meravigliose voci femminili del doppiaggio: da Lidia Simoneschi ad Emanuela Rossi, da Domitilla D’Amico a Letizia Ciampa e moltissimi altri.



Puntata#11 (16/03/2021)
In questa undicesima puntata di "Quel bravo ragazzo” parliamo questa volta di voci… canore, precisamente quelle del Festival di Sanremo! Quanto è cambiato il modo di cantare dal 1951, anno della prima vittoria di Nilla Pizzi con "Grazie dei fiori" fino ad arrivare a quest’anno con la vittoria dei Maneskin?



Puntata#10 (11/03/2021)
In questa decima puntata di "Quel bravo ragazzo” parliamo di esperimenti bizzarri accaduti nel doppiaggio: da voci riciclate in un universo condiviso (ad esempio il Marvel Cinematic Universe) a voci cambiate su due attori che di solito avevano lo stesso e tante altre curiosità.



Puntata#09 (09/03/2021)
In questa nona puntata di "Quel bravo ragazzo” parliamo di una news recente, ovvero di un software di intelligenza artificiale che potrebbe sostituire i doppiatori.



Puntata#08 (04/03/2021)
In questa ottava puntata di "Quel bravo ragazzo” esploriamo la storia del cinema di genere comico e i suoi più grandi protagonisti, dai primi divi Charlie Chaplin, Stan Laurel & Oliver Hardy a Woody Allen, fino ad arrivare ad Eddie Murphy, Jim Carrey e tanti altri. Naturalmente parleremo... delle loro voci italiane.



Puntata#07 (02/03/2021)
In questa settima puntata di "Quel bravo ragazzo” esploriamo la storia del cinema di genere “azione” ed i suoi più grandi protagonisti: Sylvester Stallone, Arnold Schwarzenegger, Mel Gibson, Bruce Willis e naturalmente... le loro voci italiane. Ospite d’onore, per la prima volta a VOCI.fm RADIO, il topo più famoso di casa Disney, Topolino, a raccontarci della sua esperienza con i “duri” del cinema.



Puntata#06 (25/02/2021)
In questa sesta puntata di "Quel bravo ragazzo" arriviamo agli anni più recenti della storia del cinema e del doppiaggio dove esploreremo la quinta e la sesta generazione di importanti doppiatori che avrebbero segnato la storia del doppiaggio, come: Domitilla D’Amico, Francesco Prando, Flavio Aquilone e tantissimi altri.



Puntata#05 (23/02/2021)
In questa quinta puntata di "Quel bravo ragazzo" andremo indietro nel tempo, negli anni 80/90 dove esploreremo la quarta e quinta generazione di importanti doppiatori che avrebbero segnato la storia del doppiaggio, alcuni nomi: Marco Mete, Francesco Pannofino, Emanuela Rossi e tantissimi altri.



Puntata#04 (18/02/2021)
In questa quarta puntata di "Quel bravo ragazzo" andremo indietro nel tempo, negli anni 70/80, dove esploreremo la quarta generazione di importanti doppiatori che avrebbero segnato la storia del doppiaggio, tra cui Roberto Pedicini, Luca Biagini e tantissimi altri.



Puntata#03 (16/02/2021)
In questa terza puntata di "Quel bravo ragazzo" andremo indietro nel tempo, negli anni 70/80, dove esploreremo la quarta generazione di importanti doppiatori che avrebbero segnato la storia del doppiaggio, tra cui Tonino Accolla, Paolo Buglioni, Oreste Rizzini, Claudio Sorrentino e tantissimi altri.



Puntata#02 (11/02/2021)
In questa puntata di "Quel bravo ragazzo" andremo indietro nel tempo, negli anni 40/50/60, dove esploreremo le prime generazioni di importanti doppiatori che avrebbero segnato la storia del doppiaggio: Giuseppe Rinaldi, Ferruccio Amendola, Maria Pia Di Meo, Pino Locchi e tantissimi altri.



Puntata#01 (09/02/2021)
In questa prima puntata di "Quel bravo ragazzo" andremo indietro nel tempo, a fine anni 20, quando nacque il sonoro al cinema e una tecnica particolare che soprattutto in Italia avrà una grandissima importanza negli anni a venire: il doppiaggio.

Rita Savagnone: la voce delle dive

Tutti noi conosciamo l’inconfondibile accento napoletano di Sophia Loren, o la voce rauca e profonda di Claudia Cardinale, o ancora quella potente e melodica di Liza Minnelli. Ma se la terza, essendo straniera, nel parlato veniva doppiata, le prime due nella loro prima fase della carriera e soprattutto nelle produzioni internazionali avevano spesso una sola voce: Rita Savagnone.

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Rita Savagnone è considerata una delle più duttili e talentuose doppiatrici della sua generazione.

Per tutti gli anni '60 e '70 diventa voce di parecchie dive nostrane: oltre alle già citate Sophia Loren (in film come "Lady L", "La contessa di Hong Kong" e molti altri) e Claudia Cardinale ("Il bell’Antonio", "C’era una volta il West" e "Il giorno della civetta") anche Stefania Sandrelli ("Divorzio all’italiana" e "Sedotta e abbandonata", dove doppia nello stesso film l’attrice Daniela Rocca), Lucia Bosè, Claudia Mori, Caterina Caselli, Virna Lisi e tante altre.

Rita Savagnone è anche voce di tante dive straniere: Vanessa Redgrave ("Il segreto di Agatha Christie"), Edwige Fenech in un sacco di commedie sexy all’italiana, Whoopi Goldberg ("Sister Act 2", "Bogus", "Tartarughe Ninja"), Elizabeth Taylor ("Cleopatra" e "La bisbetica domata"), Joan Collins, Ingrid Bergman, Greta Garbo in alcuni ridoppiaggi, Lauren Bacall, Ursula Andress, Shirley McLane e tante altre.

La sua voce scurae calda diventa adatta a doppiare attrici di colore e cantanti dotate anch’esse di una voce incisiva: Diana Ross ("La signora del Blues"), Aretha Franklin ("The Blues Brothers") e naturalmente Liza Minnelli ("Cabaret" e "New York New York").

La sua bravura nel seguire le attrici doppiate ha fatto sì che nessuno si accorgesse mai della differenza tra la voce della Loren e la sua, e si può dire che molte attrici italiane doppiate dalla Savagnone abbiano acquisito più personalità rispetto all’originale. Pensiamo al doppiaggio in siciliano di Claudia Cardinale in "Il giorno della civetta", dove interpreta una popolana, completamente diverso dal personaggio di "C’era una volta il West": un’ex prostituta americana; la Savagnone riesce a scindere completamente i due ruoli e a dare grande drammaticità ai capolavori del nostro cinema.

Ma anche sul fronte dell'animazione la ricordiamo in molti ruoli famosi, ad esempio quello della regina Cleopatra (cinque anni dopo il medesimo ruolo sull’attrice in carne ed ossa Elizabeth Taylor), la iena Shenzi (doppiata in originale da Whoopi Goldberg) in "Il re leone" e recentemente nel ruolo della pecora nera ex diva Miss Nana Noodleman del lungometraggio "Sing".

Attrice completa, la ricordiamo in televisione nella fiction "I Cesaroni" accanto a suo figlio Claudio Amendola, padre di Alessia Amendola, anche lei doppiatrice ed ennesimo talento di una grande famiglia d’arte.

Se Giuseppe Rinaldi resta il "camaleonte maschile" dell’epoca d’oro del doppiaggio, capace di passare da un genere all’altro con facilità, la sua controparte femminile resta sicuramente Rita Savagnone, la nostra "Diva del doppiaggio".

Articolo a cura di Alessandro Delfino


Le voci più belle di Rita Savagnone

  1. Stefania Sandrelli - Angela in "Divorzio all’italiana" e Agnese Ascalone in "Sedotta e abbandonata"
  2. Elizabeth Taylor - Caterina in "La bisbetica domata"
  3. Regina Cleopatra in "Asterix e Cleopatra" 
  4. Claudia Cardinale - Rosa Nicolosi in "Il giorno della civetta" e Jill Sanders in "C’era una volta il West" 
  5. Edwige Fenech - Giovannona Coscia lunga in "Giovannona Coscia lunga disonorata con onore"
  6. Liza Minnelli - Francine Evans in "New York New York" 
  7. Whoopi Goldberg - Suor Maria Claretta in "Sister Act 2" 
  8. Aretha Franklin in "The Blues Brothers" 
  9. Elizabeth McGovern - Deborah Gelly in "C’era una volta in America" 
  10. Shenzy in "Il re leone" 
  11. Bette Milder - Dottoressa Perkins in "What Women Want"

Robert Downey Jr: CHI LO DOPPIA?

Chi è appassionato di film d'azione non può non amare il personaggio di “Iron Man”, magistralmente interpretato da un grande attore: Robert Downey Jr. Una lunga carriera la sua e tantissimi doppiatori si sono alternati al leggio nei vari film, dagli anni ottanta ad oggi. Scopriamoli in questo appuntamento “Chi lo doppia?” a cura di Alessandro Delfino.

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Rinascita: è questo il nome giusto per descrivere la carriera di un grande attore come Robert Downey Jr.

Figlio d’arte, il giovane Robert, si impone prepotentemente negli anni ottanta grazie alle sue doti comiche, ma anche una straordinaria capacità in ruoli difficili: il personaggio di Julian Wells, ragazzo tossicodipendente (problema che purtroppo Downey dovrà affrontare davvero a metà anni novanta) nella pellicola "Al di là di tutti i limiti" del 1987 convince la critica e gli apre le porte per il film "Uno strano caso" del 1989, "Air America" del 1990 con l’amico Mel Gibson, "Bolle di Sapone" del 1991 e "4 fantasmi per un sogno" del 1993, che rendono Downey Jr l’attore romantico del periodo.

Ma è nel 1992 che Robert Downey Jr. arriva al suo massimo, interpretando il leggendario Charlie Chaplin nel film biografico "Charlot": la performance è intensa, la mimica ricorda moltissimo l’originale e Downey Jr riesce ad ottenere una nomination agli Oscar.

Purtroppo nel 1996 la sua carriera subisce un brusco arresto per colpa dei problemi di droga che lo portano a doversi disintossicare in clinica; e Hollywood lo vuole sempre di meno arrivando a chiamarlo al massimo in ruoli minori.


Fortunatamente il talento non muore mai del tutto. Negli anni 2000 lavora spesso in film indipendenti interpretando ruoli completamente differenti tra loro: nel 2003 il detective Dan Dark nella commedia "The Singing Detective", il Dottor Pete Graham nel film horror "Gothika" con Halle Berry e soprattutto il ladruncolo Harry Lockhart nella commedia-giallo "Kiss Kiss Bang Bang" diretto da Shane Black

Ma è nel 2008 che la rinascita vera e propria di Robert comincia: la Marvel lo vuole nel ruolo di Tony Stark, il super eroe "Iron Man" nel primo film del Marvel Cinematic Universe; la sua interpretazione istrionica non solo lo rende protagonista di altri film del genere (8contando anche i camei), ma rende iconica la figura del miliardario eccentrico che diventa il personaggio preferito dal pubblico dell’universo condiviso.

Non solo: nel 2009 riesce a (ri)portare al successo un altro personaggio iconico, Sherlock Holmes, nei film di Guy Ritchie "Sherlock Holmes" e "Gioco di ombre", portando la stessa eccentricità del supereroe Marvel, ma riadattandola al detective di Doyle.


In Italia il nostro supereroe ha avuto tante voci dei grandi doppiatori: da Massimo Rossi a Pino Insegno, da Francesco Vairano a Massimo De Ambrosis, da Roberto Pedicini a Loris Loddi e via dicendo.

Ma sono soprattutto tre doppiatori da ricordare nelle interpretazioni più famose di Robert Downey Jr:

- Sandro Acerbo (voce di grandi attori come Brad Pitt, Will Smith, Michael J Fox e tanti altri), famoso per aver doppiato l’attore nella prima parte della sua carriera: sua la voce in film come "Uno strano caso", "Bolle di Sapone", "4 Fanstasmi per un sogno", "Kiss Kiss Bang Bang"

- Luca Ward (voce di Russell Crowe, Hugh Grant, Keanu Reeves, Samuel L. Jackson, Kevin Bacon e innumerevoli altri) in "Wonder Boys", "Parto col folle", "The Judge", ma soprattutto i due "Sherlock Holmes"

- Angelo Maggi (voce di Bruce Willis, Tom Hanks e John Turturro) doppiatore nei film "Tropic Thunder" e "Il Solista", ma soprattutto di Tony Stark / Iron Man in "Iron Man", "Iron Man 2", "Iron Man 3", "L’incredibile Hulk", "The Avengers", "Avengers Age of Ultron", "Captain America Civil War" e "Spiderman Homecoming".


Le voci più belle di Robert Downey Jr.:

Mauro Gravina in “La donna esplosiva”

Francesco Vairano in “Charlot”

Loris Loddi in “Assassini Nati”

Roberto Pedicini in “A Scanner Darkly”

Sandro Acerbo in “Gothika”, “Kiss Kiss Bang Bang”, “Chef La ricetta perfetta”

Luca Ward in “Fur”, “Sherlock Holmes”, “Parto col folle”, “The Judge”

Angelo Maggi in “Iron Man”, “The Avengers”, “Tropic Thunder”



Roberto Pedicini: la voce suadente del doppiaggio

Roberto Pedicini è uno dei migliori esempi di grande talento dietro ad un leggio: doppiatore, direttore del doppiaggio, attore e stimato insegnante di recitazione, da Jim Carrey a Kevin Spacey è una delle voci più versatili del panorama italiano, capace di “trasformarsi” in mille personaggi diversi. Ce ne parla il blogger Alessandro Delfino, in questo dossier realizzato per VOCI.fm

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Una delle cose più interessanti del doppiaggio è scoprire quanti attori riescano ad essere differenti tra loro pur se doppiati da una sola voce: è il caso di Roberto Pedicini, talento raro non proveniente né dal mondo del teatro né dalla sala.

Pedicini parte con la radio e la sua voce calda e profonda viene notata dalla direttrice Fede Arnaud, che nel 1983 gli fa doppiare un giovane Mickey Rourke in Rusty il selvaggio di Francis Ford Coppola; segue nell’anno successivo Amadeus, dove Pedicini doppia un giovane Mozart donandogli una risatina e un falsetto eccezionali (completamente diversi dalla voce roca di Rourke) scelto di nuovo da Fede Arnaud.

La sua carriera così decolla e fino alla fine degli anni ottanta doppia tanti attori in ascesa e in ruoli diversi come ad esempio il duro Bruce Wilis in Die Hard Trappola di cristallo o il romantico Patrick Swayze in Dirty Dancing Balli proibiti.

Ma è negli anni novanta che Pedicini doppia per la prima volta degli attori che si porterà ancora oggi: nel 1992 Kevin Spacey in Americani, nel 1993 Woody Harrelson in Assassini nati e Ralph Fiennes in Schindler’s List, nel 1995 Jim Carrey in Batman Forever e nel 1997 Javier Bardem in Carne tremula. Cinque attori completamente diversi, ma che Pedicini riesce a seguire alla perfezione donandoci interpretazioni memorabili in film come I soliti sospetti, The Truman Show, American Beauty, Red Dragon, La sottile linea rossa, Eternal Sunshine of the spotless mind, Non è un paese per vecchi, House of Cards e tanti altri.

Continua ad essere speaker radiofonico e di tanti spot pubblicitari, ma anche voce di molti personaggi di animazione come: Gaston in La bella e la bestia, Febo in Il gobbo di Notre Dame, Mosé e Dio in Il principe d’Egitto e vari personaggi come Pippo, Gatto Silvestro e Timon de Il re leone.

La voce unica e riconoscibile di Pedicini ha dimostrato negli anni di coprire tanti ruoli diversi, da positivi a negativi in maniera naturale; la dimostrazione che lo studio e la tecnica sono tanto importanti, ma senza il talento non si va da nessuna parte.

Le voci più belle di Roberto Pedicini 

  1. Mickey Rourke in “Rusty il selvaggio”
  2. Tom Hulce (Wolfgang Amadeus Mozart) in “Amadeus”
  3. Patrick Swayze (Johnny Castle) in “Dirty Dancing“
  4. Bruce Willis (John McLane) in “Die Hard - trappola di cristallo”
  5. Rupert Everett (Francesco Dellamore) in “Dellamorte Dellamore”
  6. Ralph Fiennes (Amon Goth) in “Schindler’s List”
  7. Woody Harrelson (Mickey Knox) in “Assassini nati”
  8. Kevin Spacey (Roger “Verbal” Kint) in “I soliti sospetti”
  9. Jim Carrey (Edward Nigma L’Enigmista) in “Batman Forever”
  10. Kevin Bacon (Sean Knox) in “Sleepers”
  11. Kevin Spacey (Lester Burnham) in “American Beauty”
  12. Jim Carrey (Truman Burbank) in “The Truman Show”
  13. Kenneth Branagh (Lee Simon) in “Celebrity”
  14. Mike Myers (Dottor Male) in “Austin Powers in Goldmember”
  15. Jim Carrey (Joel Barish) in “Eternal Sunshine of the Spotless Mind”
  16. Javier Bardem (Anton Chigurh) in “Non è un paese per vecchi”
  17. Pippo in “House of Mouse”
  18. Timon in “Il re leone 2”
  19. Gatto Silvestro
  20. Javier Bardem (Raoul Silva) in “Skyfall”
  21. Kevin Spacey (Frank Underwood) in “House of Cards”

Articolo a cura di Alessandro Delfino

Rosetta Calavetta: la Marylin del doppiaggio

Nella prima generazione di doppiatori, che hanno reso grande il cinema anni '50, c'è un'attrice al leggio che tutti ricordano per la versatilità, per i caratteri sempre diversi ed incisivi ma soprattutto... per essere la voce ufficiale di un'icona come Marilyn Monroe. Il nostro blogger Alessandro Delfino ci parla oggi di Rosetta Calavetta, “classe” (in tutti i sensi) 1918.

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Tutti noi conosciamo la diva per eccellenza e icona del cinema mondiale Marilyn Monroe, i suoi film con quel suo personaggio un po’ dolce e un po’ svampito hanno divertito milioni di generazioni negli anni cinquanta e ancora adesso il suo volto e la sua sensualità rimangono scolpiti nella nostra memoria. Ma è grazie alla sua voce italiana, Rosetta Calavetta, se ci siamo divertiti ed emozionati; da "Orchidea bionda" a "Niagara", da "Come sposare un milionario" a "A qualcuno piace caldo", fino all’ultimo film completo prima della morte della Monroe ("Gli spostati"), Rosetta Calavetta ha restituito in italiano quella voce un po’ ingenua e brillante di cui era dotata l’attrice americana. Ma la doppiatrice non dava voce solo a Marilyn Monroe.

Attrice teatrale e cinematografica esordisce nel mondo delle voci all’età di diciotto anni doppiando un’altrettanto giovane Deanna Durbin nel film "Parata di primavera", ma soprattutto nel 1938 diventa la voce della romantica e dolce Biancaneve nel primo lungometraggio Disney "Biancaneve e i sette nani", grande successo mondiale e immortale capolavoro di animazione.

Da quel momento, Calavetta diventa negli anni quaranta e cinquanta una delle voci principali della CDC doppiando tante attrici dell’epoca come Lana Turner, Doris Day, la già citata Marilyn Monroe, Ava Gardner, Veronica Lake e Deanna Durbin; sarà soprattutto dagli anni cinquanta a diventare famosa come voce ufficiale di Marilyn, doppiandola in tutti i suoi film più famosi.

Continua inoltre la collaborazione con la Disney, doppiando tanti personaggi famosi in film altrettanto importanti: la sorellastra Genoveffa in "Cenerentola", Tesoro in "Lilli e il vagabondo", Crudelia De Mon in "La carica dei 101" e la signora Banks in "Mary Poppins".

Dotata di un eccellente istrionismo, capace di passare da un ruolo drammatico ad uno brillante, Rosetta Calavetta continua a lavorare nel doppiaggio fino al 1980; purtroppo ci lascia nel 1993, trentuno anni dopo la morte di Marilyn Monroe.

Voce e volto si incontrano di nuovo e continuano a dare vita a quella biondina un po’ svampita, ma romantica, ogni volta che accendiamo il televisore e torniamo indietro nel tempo.



Le voci più belle di Rossella Calavetta 

  1. Biancaneve in ”Biancaneve e i sette nani”
  2. Veronica Lake (Irene) in “Ho sposato una strega”
  3. Lana Turner (Lady Carlotta De Winter) in “I tre moschettieri”
  4. Tesoro in “Lilli e il vagabondo”
  5. Marilyn Monroe in “Quando la moglie è in vacanza”
  6. Marilyn Monroe (Elsie Marina) in “Il principe e la ballerina”
  7. Marilyn Monroe (Zucchero Kandinsky” in “A qualcuno piace caldo”
  8. Crudelia De Mon in “La carica dei 101”
  9. Doris Day (Cathy Timberlake) in “Il visone sulla pelle”
  10. Glinys Johns (Signora Banks) in “Mary Poppins”
  11. Signora Rottenmeier in “Heidi”

Articolo a cura di Alessandro Delfino

Ryan Gosling: CHI LO DOPPIA?

Alzi la mano chi ha visto il film-capolavoro musicale del 2017, “La La Land” di Damien Chazelle! Se siete tra questi, vi sarete innamorati del tema portante: “City of Stars”, vincitore del Premio Oscar come “miglior canzone 2017” ed eseguita proprio dal protagonista: Ryan Gosling. Di lui e dei suoi doppiatori italiani, parliamo in questo appuntamento con “Chi lo Doppia?

Ryan Reynolds: CHI LO DOPPIA?

La figura del supereroe è famosa in tutto il mondo e, come ben sappiamo, ha una determinata iconografia: il personaggio giusto, onesto, eroico che si batte per la giustizia senza mai cadere nella corruzione o nel compromesso, e soprattutto senza uccidere i criminali per non diventare come lui. Ok :-) non tutti! Oggi per “Chi lo doppia” parliamo su VOCI.fm del nostro mercenario preferito dal cuore tenero (ma non troppo) e dell’attore che gli ha dato vita! Signore e signori: Ryan Reynolds.

Salvo Esposito e Chef Rubio voci ne "I Primitivi"

Un'insolito cast di doppiatori dà voce ai protagonisti del film d'animazioneI Primitivi”: professionisti del cinema come Riccardo Scamarcio, Paola Cortellesi e Greg e personaggi che provengono da mondi diversi, come il calciatore Alessandro Florenzi. Quindi, per par condicio :-) la giornalista Patrizia Simonetti ha video-intervistato prima un attore del calibro di Salvatore Esposito (Gomorra) e poi un volto diverso della tv e dello sport: Chef Rubio. Ne “I Primitivi” sono “Lord Nooth” e “Gordo”

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


Salvatore Esposito su VOCI.fm, attore notissimo e anche doppiatore. In questo caso ti sentiamo ne “I Primitivi”, che personaggio fai e quanto ti è piaciuta questa esperienza?
Interpreto “Lord Nooth”, il cattivo del film, che con la sua voglia di denaro (bronzo), cerca di andare oltre a quelle che sono le regole del gioco del calcio. Però mi sono divertito molto e spero che il personaggio farà molto sorridere nella sua cattiveria. Si, è stata una bellissima esperienza.

Gli hai dato, peraltro, una voce molto particolare, un pò “tedesca”, come ti è uscita?
Si, è una chiave umoristica che abbiamo cercato di dare al personaggio, ci siamo sbizzarriti molto, sia con i dialetti che con le lingue. Credo sia venuto fuori qualcosa di divertente, speriamo!

Pensi di continuare nel doppiaggio? Soprattutto, quando ti hanno chiamato per dare la voce a questo personaggio... cosa hai pensato?
Bah, all’inizio io non sapevo se sarei stato in grado o meno di interpretare questo personaggio; ho capito che è un mestiere difficile quello del doppiatore, però mi sono lasciato guidare ed ho iniziato a divertirmi. Quindi credo che i risultati siano buoni.

Tu dovresti essere avvantaggiato, perché per essere doppiatori dicono che bisogna prima di tutto essere attori.
Si, ma attraverso il doppiaggio, hai un modo diverso di portare le emozioni, non è più soltanto con gli occhi, i movimenti e la voce, ma è utilizzando solo quest'ultimo strumento. Quindi è diverso, anche se è normale che essendo un buon attore, puoi riuscire ad essere anche un buon doppiatore.

Se ti richiamassero lo rifaresti?
Si, si, si, mi sono divertito molto, assolutamente. Un grandissimo saluto agli amici di VOCI.fm da Salvatore Esposito..



Chef Rubio su VOCI.fm, com'è andata questa prima esperienza con “I Primitivi”?
Bene! E' stata divertente, breve e intensa :-)

Tu continui a dire che hai soltanto “masticato” un pallone, dai non è vero!
Ho detto due, tre frasi collegate comunque alla masticata, tutto concentrato nel giro di qualche secondo, però è stato divertente e seppure sia durato poco, in sala siamo stati per mogugni e frasi varie un’oretta buona.

Ti è sembrato interessante, una strada che forse potresti anche continuare divertendoti?
Il doppiaggio è un lavoro vero e proprio e quindi come tale va trattato e coltivato, non ci si inventa niente, quindi semmai dovrei essere richiamato in causa, sicuramente dovrei mettermi sotto a studiare. Ciao a tutti gli amici di VOCI.fm da Chef Rubio.



I PRIMITIVI - trama: il giovane cavernicolo Dug vive nella foresta in armonia con la sua tribù, ancorata allo stile di vita elementare dell'Età della pietra, finché un gruppo di guerrieri già entrati pienamente nell'Età del bronzo caccia tutti i (relativamente più) primitivi nelle aride Badlands, sottraendo loro le terre più fertili. Ma Dug non si rassegna e si infiltra nel territorio del nemico, dove apprenderà che il gioco preferito nell'Età del bronzo è.... il calcio. Regia: Nick Park - Distribuzione: Lucky Red

Sanremo 2024: Irama su VOCI.fm

Una voce potente quella di Irama, in gara al 74° Festival di Sanremo con “Tu no”. Patrizia Simonetti lo ha incontrato per VOCI.fm in sala stampa.

Scarlett Johansson: CHI LO DOPPIA?

Se c’è una vera “diva” del cinema contemporaneo, è di certo Scarlett Johansson, la “vedova nera” del grande schermo. Ma dietro al successo di questa grande attrice americana c’è anche il talento di altrettanto straordinarie doppiatriciitaliane.

Sergio Graziani e Paolo Ferrari: voci d'altri tempi

Quante volte avrete pensato a come sarebbe bello avere in garage la DeLorean di “Ritorno al futuro” e poter tornare in un’epoca passata a piacimento per vedere come erano e come andavano le cose tanti anni fa? Oggi parliamo proprio di passato, di quando un doppiatore era per forza di cose anche un vero attore, come nel caso di due mostri sacri che purtroppo ci hanno lasciati di recente: Sergio Graziani e Paolo Ferrari.

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In un’epoca in cui si respirava e si faceva parecchio teatro, Sergio Graziani e Paolo Ferrari erano interpreti di grandissime opere e sceneggiati televisivi che abbellivano e acculturavano la nostra Penisola; dal programma Rai “Il Mattatore” (protagonisti Vittorio Gassman e Paolo Ferrari), al romanzo di Graham Greene “Il potere e la gloria”, portato in teatro da Sergio Graziani diretto da Luigi Squarzina; dai film al cinema di “Ettore Fieramosca” (dove Ferrari esordisce bambino), alla commedia all’italiana dove Sergio Graziani si confronta con i più grandi attori dell’epoca: Marcello Mastroianni, Nino Manfredi, Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi nel film “Signore e signori buonanotte”.

Attori completi che non potevano ignorare il doppiaggio: entrambi donano il loro timbro a grandissimi protagonisti del panorama mondiale: Ferrari è stata la voce di Humphrey Bogart, David Niven e Roger Moore, mentre Graziani ha doppiato per anni Donald Sutherland, Michael Caine e Peter O’Toole.

E' soprattutto Paolo Ferrari ad essere rimasto famoso per aver ridoppiato Humphrey Bogart nei film più famosi della star hollywoodiana dell’epoca d’oro del cinema: “Il grande sonno”, “Il mistero del falco”, “Gli angeli con la faccia sporca”. Da ricordare anche la sua voce data al francese Jean-Louis Trintignant nei film “Il sorpasso di Dino Risi” (di nuovo in coppia con Gassman) e “Estate violenta” di Valerio Zurlini.

Mentre Ferrari si dedica in maniera alternata a tutte le arti (cinema, teatro, doppiaggio e televisione, diventando soprattutto un volto famoso dell’epoca), Sergio Graziani si dedica soprattutto al doppiaggio. E diventa negli anni sessanta una delle voci più importanti della CDC, assieme a tanti rivoluzionati attori al leggio come Giuseppe Rinaldi, Oreste Lionello, Ferruccio Amendola, Cesare Barbetti, Pino Locchi e doppiatrici straordinarie come Maria Pia Di Meo, Rita Savagnone e Vittoria Febbi.



la voce tagliente e lord di Graziani si sposa perfettamente sia con attori inglesi del calibro di Peter O’ Toole (memorabile la sua interpretazione in “Lawrence d’Arabia”) e Michael Caine (“Due figli di...” e “Vita da strega”), ma anche attori americani spesso in ruoli ambigui come Donald Sutherland, con cui instaura un legame voce-volto nella maggior parte delle sue pellicole.

Anche nel cinema italiano doppia spesso attori famosi, specialmente in film di genere degli anni sessanta e settanta; sua la voce di Terence Hill (nei primi film in coppia con Bud Spencer “Dio perdona io no”, “I quattro dell’Ave Maria” e “La collina degli stivali”), di Franco Nero (“Il mercenario”, “Il giorno della civetta”, “Vamos a matar companeros”), Klaus Kinski (“Nosferatu”) e Farley Granger nel ruolo del cattivissimo, ma alla fine innocuo, Maggiore Harriman nel film “Lo chiamavano Trinità”.

Sergio Graziani e Paolo Ferrari rappresentano davvero un duo d’altri tempi che vogliamo ricordare su VOCI.fm con una carrellata di voci e di emozioni...

Articolo a cura di Alessandro Delfino

Simone D'Andrea: l'anime del doppiaggio

E' la voce giovane e simpatica di decine e decine di personaggi animati, ma allo stesso tempo è anche la voce “scura” di moltissimi attori come Matt Damon o Colin Farrell. Per questo, Simone D'Andrea, classe 1973, è uno dei doppiatori più talentuosi e versatili della nuova generazione. Ripercorriamo alcune tappe della sua carriera nel dossier realizzato per VOCI.fm da Alessandro Delfino.

Ti piace la voce di questo podcast? Contatta lo speakerAlessandro Delfino

Il doppiaggio, come molti sapranno, è nato a Roma alla fine degli anni '30 e ancora oggi le più importanti società del settore operano nella nostra Capitale; ma non sono le sole. Negli anni '80 nascono anche importanti società a Torino e soprattutto a Milano.

Ed è proprio a Milano che nasce un doppiatore oggi socio della "Cast" a Roma ed una delle voci più presenti e duttili della nuova generazione: Simone D’Andrea.

Voce a Milano negli anni '90 soprattutto di tanti cartoni animati (come Trunks in Dragon Ball Z, Yuri in Piccoli problemi di cuore, Flash in Justice League e Justice League Unlimited, Dick Grayson / Nightwing in Batman cavaliere della notte, James del Team Rocket in Pokemon), negli anni 2000 inizia la sua svolta a Roma.

Doppia Colin Farrell in "La regola del sospetto" in coppia con Giancarlo Giannini (voce di Al Pacino) e diventa la voce ricorrente dell’attore (doppiandolo in altri film come Alexander, Parnassus, Come ammazzare il capo, Total Recall, Animali fantastici e dove trovarli).

Ma Simone D’Andrea non si limita a doppiare Colin arrell: diventa voce di attori come Brandon Routh (Superman Returns e Dylan Dog), Cillian Murphy (28 giorni dopo, Batman Begins, Inception, Dunkirk, Peaky Blinders), Channing Tatum, Jonathan Rhys-Meyers, Matt Damon, Edward Norton e tanti altri.

Oltre a Superman e Flash, Simone D’Andrea diventa voce di altri due importanti personaggi dei comics: il Joker di Jared Leto nel film "Suicide Squad" e "The Punisher" interpretato da Jon Bernthal nella seconda stagione di "Daredevil" e protagonista assoluto della serie dedicata al personaggio.

La sua voce, leggera all’inizio della carriera, è diventata con gli anni scura e calda, dotata di un timbro pulito, ma capace di sporcarsi quando serve; pensiamo all’ironico personaggio di Mark Watney interpretato da Matt Damon in "The Martian -  Sopravvissuto", completamente diverso dal tiranno e ambiguo Ramses intepretato da Joel Edgerton nel film Exodus (entrambi diretti da Ridley Scott).

Simone D’Andrea è riuscito con il tempo ad andare oltre le barriere, dimostrando che non esiste un doppiaggio di Milano o di Roma, ma un unico e magico mondo delle voci.

Articolo a cura di Alessandro Delfino

Le voci più belle di Simone D'Andrea

  1. Trunks in “Dragon Ball Z”

  2. Yuri in “Piccoli problemi di cuore”

  3. James in “Pokemon”

  4. Colin Farrell - James Douglas Clayton in “La regola del sospetto”

  5. Colin Farrell - Alessandro Magno in “Alexander”

  6. Cillian Murphy - Dottor Crane (Spaventapasseri) in “Batman Begins”

  7. Brandon Routh - Clark Kent in “Superman Returns”

  8. Casey Affleck - Patrick Kenzie in “Gone Baby Gone”

  9. Matt Damon - Mark Watney in “Sopravvissuto - The Martian”

  10. Joel Edgerton - Ramses in “Exodus: Dei e Re”

  11. Jared Leto - Joker in “Suicide Squad”

  12. Jon Bernthal - Frank Castle in “Daredevil”

Sonia Scotti su VOCI.fm (G.P. Doppiaggio)

Un’emozionatissima Sonia Scotti ha ricevuto il “Premio alla Carriera” sul palco del Gran Premio del Doppiaggio 2024, svoltosi lo scorso 25 marzo al Teatro Quirino di Roma. A margine della kermesse, Patrizia Simonetti l’ha videointervistata per VOCI.fm

Speciale "Wish": Gaia, Amadeus e Michele Riondino in Conferenza Stampa

Arriva al cinema il 21 dicembre 2023 “Wish” il film Disney per questo Natale, con le voci italiane di Gaia, Amadeus e Michele Riondino. Patrizia Simonetti li ha incontrati alla conferenza stampa del film dove erano presenti anche i registi Chris Buck e Fawn Veerasunthorn, e i produttori Peter Del Vecho e Juan Pablo Reyes Lancaster Jones.

Speciale doppiaggio "La Sirenetta" su VOCI.fm

La Sirenetta”, nuova versione firmata Disney in live action ha tra le voci italiane, quelle di Mahmood, Yana_C e Simona Patitucci. Patrizia Simonetti ha fatto quattro chiacchiere con loro per parlare proprio dell’importanza della voce per le sirene... ma non solo.

Speciale doppiaggio: "Elemental" su VOCI.fm

Dopo l’anteprima mondiale del 27 maggio 2023 a Cannes, arriva al cinema “Elemental”, nuovo lungometraggio originale Disney e Pixar che trasporta il pubblico in un luogo straordinario chiamato Element City dove i quattro elementi, acqua, aria, terra e fuoco, vivono e lavorano in armonia. Più o meno. Lo speciale di Patrizia Simonetti per VOCI.fm

Stan Lee: CHI LO DOPPIA?

Oggi in "Chi lo doppia" Alessandro Delfino non si occuperà di un attore o di un'attrice, ma di colui che è stato il presidente e direttore editoriale della casa editrice di fumetti Marvel Comics, il creatore di Spider-Man, Hulk e tantissimi altri personaggi. Stiamo parlando di Stan Lee, purtroppo recentemente scomparso all'età di 95 anni. Ecco le voci italiane che lo hanno doppiato nei cameo dei suoi film più famosi.

The Power of Words con Max Veracini: o-o-o

Con la rubrica "The Power of words" realizzata da Max Veracini andiamo alla scoperta di termini e frasi in inglese che usiamo praticamente tutti i giorni. Quante volte, soprattutto in periodo di ferie, vi è arrivata una mail con oggetto "o-o-o"? Scopriamone il significato. Buon ascolto!

Ughetta D'Onorascenzo: L'INTERVISTA PER VOCI.FM

Ancora una bella intervista dedicata al mondo del doppiaggio sul #sitodellevoci. L'ospite è l'attrice e doppiatrice Ughetta D'Onorascenzo che abbiamo visto in "Ti stramo” di Pino Insegno e vocedi vari personaggi in serie tv cult  tra cui “The good doctor”. 

Valentina Favazza voce italiana di Rachel Brosnahan

In questi giorni l’ascoltiamo al cinema in “Spie sotto copertura, ma è soprattutto nella serie su “Amazon Prime”, dal titolo “La fantastica signora Maisel” che possiamo goderci tutta la voce di Valentina Favazza. Patrizia Simonetti l’ha incontrata e video intervistata per VOCI.fm

Intervista realizzata da Patrizia Simonetti


In “Spie sotto copertura”, Valentina Favazza presta la sua voce a Wendy Beckett, la mamma poliziotta del giovane protagonista, che nella versione originale ha quella di Rachel Brosnahan. In “The Marvelous Mrs. Maisel”, ovvero “La fantastica signora Maisel”, serie TV attualmente su “Amazon Prime”, è invece voce ufficiale della protagonista, la stessa Rachel Brosnahan, attrice americana cui Valentina è legata a doppio filo. Per ascoltarla nell’ultima stagione dovremmo aspettare il 7 febbraio 2020, perché fino a quel giorno non sarà disponibile la versione in italiano. Ma ovviamente la possiamo sentire nelle prime due stagioni…

The Marvelous Mrs. Maisel - La fantastica signora Maisel, creata da Amy Sherman-Palladino proprio per Amazon Studios che ha iniziato a proporla nel 2017, racconta di una giovane casalinga ebrea di fine anni Cinquanta, con un marito, Joel, che vuole fare il comico ma con poco successo. E rubando battute agli altri, per giunta, cosa che a Miriam non va proprio giù. Il litigio tuttavia durerà poco perché presto Joel lascia Miriam per la sua segretaria. Un classico, no? Così disperata, dopo aver ottenuto solo rimproveri e i classici “te l’avevo detto” dai suoi familiari e aver alzato un po’ il gomito sperando di sentirsi meglio, si ritrova nello stesso locale dove si esibiva Joel e improvvisa uno spettacolo esilarante con tanto di semi spogliarello per mostrare a tutto il pubblico quanto in realtà, nonostante abbandonata dal consorte, sia ancora una donna molto, molto attraente… finisce persino in carcere ma da tale esperienza, e dall’incontro con altri comici e addetti ai lavori, capirà che quella è decisamente la sua strada.

Nata ad Aosta il 10 ottobre del 1987, Valentina Favazza si avvicina giovanissima al doppiaggio e lo fa, come ci racconta nella nostra videointervista, grazie alle fiabe sonore. Aveva soltanto 7 anni quando cominciò a provare a doppiare, così, da sola. Dal 2005 ad oggi è la doppiatrice ufficiale di Felicity Jones, Alicia Vikander, Shailene Woodley, e ha anche doppiato Jennifer Lawrence, che interpreta il personaggio di Mystica, nella saga di X-Men.Restando in atmosfere fantastiche, sua anche la voce di Chloe Bennet nel ruolo di Skye nella serie TVAgents of S.H.I.E.L.D. e anche di Glim nel film d'animazioneMune - Il guardiano della luna. E ancorasua la voce di Jessica Alba che interpreta Liz inThe Ten di David Wain, quella di Rose Byrne che è Bea inPeter Rabbit e di Taissa Farmiga nel ruolo di Suor Irene inThe Nun - La vocazione del male. Senza dimenticareLily Collins in Scrivimi ancora, ma è davvero impossibile citare tutti i suoi doppiaggi che nel 2016 l’hanno portata anche a vincere il Leggio d'oro come voce femminile dell'anno. Valentina Favazza è l’esempio concreto di come impegno e passione possono davvero produrre ottimi risultati. Anche il suo compagno è un doppiatore doc, Flavio Aquilone, da pochi mesi la coppia ha un bimbo di nome Enea.



Voci immortali: Ernesto "Ermavilo" Brancucci

Il problema del nostro corpo è che prima o poi svanisce, scompare, come se non fosse mai esistito. Per fortuna però il nostro spirito rimane, come rimangono le “voci immortali” del nostro cinema o delle nostre serie tv ed oggi VOCI.fm dedica uno speciale ad una voce soprattutto “musicale”: Ermavilo, Ernesto Brancucci.

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